di Paolo Michelotto
Il 5 maggio 2015 il consiglio comunale di Vicenza ha approvato il nuovo regolamento attuativo sui referendum con quorum zero. Anche se è un regolamento tra i più avanzati in Italia (infatti i referendum hanno quorum zero) NON è però un buon regolamento dal punto di vista dei cittadini. E’ prevista la raccolta di 5000 firme in 90 giorni (è una enormità per dei cittadini e io lo so perchè nel 2006 ho collaborato a raccoglierne 4000 per il referendum Più Democrazia a Vicenza), il comitato dei garanti è di nomina politica (il segretario comunale che è assunto direttamente dal sindaco, un rappresentante della maggioranza e uno della minoranza) e potranno giudicare se un quesito è ammissibile oppure no, i referendum si potranno tenere solo in concomitanza delle votazioni nazionali od europee, quindi potrebbero passare anche 2-3 anni dalla presentazione delle firme al voto e numerose materie su cui non si possono fare le firme.
Insomma un regolamento che NON E’ ASSOLUTAMENTE da imitare. Se si vuole dare sinceramente un buon strumento di democrazia in mano ai cittadini. Semmai è da leggere con attenzione come caso da manuale per vedere come i rappresentanti eletti riescono a rendere quasi inutilizzabile uno strumento di democrazia diretta.
Ma lascio spiegare meglio a Annamaria Macripò, coordinatrice del comitato Più Democrazia e Partecipazione che dal 2003 (12 anni!!) si batte per avere migliori strumenti di democrazia diretta a Vicenza.
Fonte: http://www.piudemocrazia.it/?p=224
I MUTANTI DELLA DEMOCRAZIA
Il Comitato Più Democrazia e Partecipazione di Vicenza aveva festeggiato già due anni fa, quando, a otto anni di distanza dal referendum comunale del 2006, che aveva richiesto l’inserimento dei referendum propositivi e abrogativi nello Statuto comunale (fu il primo referendum comunale vicentino e il primo in Italia a chiedere questi strumenti ‘dal basso’), l’amministrazione guidata dal sindaco Variati approvò il nuovo Statuto comunale con i suddetti referendum a quorum zero.
Un incredibile successo per il comitato, che in tutti quegli anni non aveva mai smesso di credere nell’obiettivo da raggiungere, e un punto d’orgoglio per l’amministrazione cittadina che poteva fregiarsi del titolo di ‘prima città capoluogo de-quorumizzata d’Italia’!
Ci sono poi voluti altri due anni affinché quello che era stato conquistato a fatica sulla carta diventasse effettivo; sì, perché il Regolamento degli Istituti di Partecipazione, il corrispettivo di un decreto attuativo, è stato approvato solo ieri, 5 maggio 2015.
Un totale di circa 10 anni per consegnare alla cittadinanza il diritto di partecipare attivamente.
I festeggiamenti riprendono, quindi, anche se in tono più pacato perché certamente in quest’ultima fase si poteva fare di meglio.
Ci tacciano di ‘incontentabili’. Sì, il Comitato Più Democrazia e Partecipazione non è facile a concedere elogi e anche in questo caso non si smentisce. Ma si tratta tutto sommato di rimanere fedeli al principio di realtà.
È vero, ora i cittadini di Vicenza possono costituirsi in comitato referendario e attivare questi strumenti di democrazia diretta: il referendum propositivo, che dà agli elettori la possibilità di esprimere la loro creatività politica proponendo un atto amministrativo da sottoporre al voto dei propri concittadini (in genere una tematica riguardante il bene comune che l’amministrazione per vari motivi non ha affrontato), e il referendum abrogativo che va a cassare un atto approvato dal Consiglio comunale o dalla Giunta.
Però, e c’è più di un però…
Questi diritti e strumenti referendari che, vale la pena di ricordare, sono previsti dalla Costituzione, sono praticabili solo ed esclusivamente in presenza di regole di applicazione semplici e soprattutto che non contengano percorsi a ostacoli. E questo purtroppo non si può certo dire che sia una caratteristica del Regolamento approvato ieri dal Consiglio comunale vicentino.
Nel momento in cui si adottano strumenti referendari vanno presi in considerazione una serie di fattori importanti quali la valutazione di ammissibilità, i tempi e le modalità di raccolta delle firme, l’informazione, l’agenda delle votazioni referendarie.
Sono le regole di applicazione che definiscono una democrazia diretta compiuta.
Ecco a Vicenza, la sensazione è che si sia persa l’occasione per ottenere il ‘bollino di qualità’ della democrazia diretta cittadina visto che:
Come motivazione per tale drastica riduzione dei tempi è stata addotta la necessità di creare un “meccanismo sfidante”, con le parole del vice-sindaco Bulgarini. Peccato però che sia stata mal interpretata sia la funzione di questo periodo di raccolta sia questa presunta ‘competizione’ che non ha un avversario da battere, se non il tempo. Ma qui non si tratta di una gara a cronometro, bensì di democrazia diretta effettivamente praticabile.
Tutti questi paletti, inseriti in extremis dalla Giunta, snaturando i risultati raggiunti dopo un anno di lavoro dalla I Commissione, hanno lo scopo, dichiarato, di fungere da ‘compensazione’ per il ‘quorum zero’, come a dire: i cittadini hanno ottenuto, sì, l’ambito spazio partecipativo dato dalla mancanza di quorum per la validità dei referendum (decide chi partecipa), ma noi, Amministrazione, tuteliamo le nostre posizioni di potere e rendiamo l’attivazione dei referendum (già in qualche modo arginati dalle materie escluse o ‘non referendabili’ – art. 29 dello Statuto) un percorso a ostacoli che farà del lavoro dei comitati promotori un’impresa al limite delle possibilità; come se i cittadini dovessero ‘pagare pegno’ per attivare il proprio diritto decisionale.
Uno scivolone imperdonabile, questo, che rende lecito il sospetto che all’Amministrazione ‘illuminata’ di due anni fa, quella che ha concesso il quorum zero, sostanzialmente la stessa di oggi, si sia bruciata qualche lampadina di troppo.
A ben guardare, però, di aspetti positivi ce ne sono, sempre che li si guardi con la lente della solita logica, tutta italiana del ‘meno peggio’, visto che sia all’interno della stessa maggioranza come in gran parte della minoranza (esclusa quella che ha sostenuto le tesi del Comitato Più Democrazia) si odono ancora commenti eufemisticamente poco entusiastici nei confronti di un ‘quorum zero’ mal digerito. E allora, non ci resta che gioire per l’approvazione del nuovo Regolamento e accettare ancora una volta la sfida: a piccoli passi si migliora il migliorabile.
Per quanto ci riguarda, possiamo andare fieri di essere portatori di quel DNA mutante della democrazia che, con l’innesto degli strumenti di democrazia diretta, sta cominciando a germogliare.
Annamaria Macripò
coordinatrice del Comitato Più Democrazia e Partecipazione
Vicenza, 6 maggio 2015
di Paolo Michelotto
dopo aver rischiato l’annullamento per la possibile esondazione del fiume di Vicenza, c’è la conferma ufficiale del suo svolgimento. Ci sarà anche la diretta video qui:
http://www.ustream.tv/channel/piudemocrazia
Qui il sito di riferimento:
di Paolo Michelotto
il 17 maggio 2013 alle 20,30 avrò l’onore di essere il facilitatore della Parola ai Cittadini di Vicenza.
Sarà una Parola ai Cittadini speciale, perché dedicata alla presentazione di proposte e di domande ai candidati sindaci delle prossimi elezioni di Vicenza.
Sarà speciale perchè la sala è molto grande, 400 posti e si prevede grande affluenza.
Infine sarà speciale anche perché si svolgerà quasi esattamente a 10 anni dalla nascita di questo metodo usato la prima volta a Vicenza nella primavera 2003 per la presentazione dei candidati sindaco di allora. Il gruppo che inventò il metodo, e di cui facevo parte, si chiamava Gruppo Bilancio Partecipativo ed era nato da pochi mesi. Oggi quel gruppo si chiama Associazione Più Democrazia e Partecipazione, ha 10 anni di battaglie per la democrazia alle spalle e la coordinatrice è Annamaria Macripò. Questo gruppo ha ottenuto pochi mesi fa l’abolizione dal quorum dai referendum comunali a Vicenza.
In questi 10 anni, il metodo La Parola ai Cittadini è stato usato centinaia di volte con successo in tutta Italia ed ha ispirato migliaia di persone e rese consapevoli che la democrazia è bella, facile e raggiunge ottimi risultati.
Qui i contenuti del comunicato stampa degli organizzatori:
I CITTADINI INCONTRANO I CANDIDATI SINDACO
Il giorno venerdì 17 maggio, presso il Teatro Astra di Vicenza, a partire dalle ore 20.30, si terrà un’assemblea pubblica dove, in occasione delle elezioni del nuovo sindaco di Vicenza, i cittadini incontreranno i dieci candidati sindaco, che risponderanno alle loro domande.
Tutti i candidati sono stati invitati e ad oggi hanno già confermato la loro partecipazione i seguenti candidati sindaco: Maurizio Sangineto (Lista civica Un’altra Vicenza), Claudio Cicero (Cicero… Impegno a 360°), Valentina Dovigo (Lista civica Valentina Dovigo sindaco, SEL), Achille Variati (Variati Sindaco 2013; Partito Democratico per Variati; Udc con Variati), Manuela Dal Lago (No privilegi politici – Sì Dal Molin; Meridio – Movimento Aria Pulita per Vicenza; Il PDL – Berlusconi per Vicenza; Lista civica Manuela Dal Lago – Libera dagli schemi; Lega Nord – Liga Veneta), Guido Zentile (Rifondazione Partito Comunista) e Franca Equizi (Sos Vicenza – Giustizia e Legalità).
La serata sarà impostata sul modello di quella già organizzata nel 2003 da Più Democrazia, ovvero con il metodo della ‘Parola ai cittadini’, che prevede per la prima ora 25 interventi/proposte dal pubblico per 1 minuto ciascuno, con votazione. Successivamente verrà data la parola ai candidati e si chiederà loro di esprimersi sulle prime tre proposte più votate (sempre con 1 minuto a testa). I candidati avranno poi 1 minuto ciascuno per presentarsi.
Per il tempo restante è previsto un dibattito con il pubblico (sempre 1 minuto per domanda e 1 minuto per risposta).
Questo metodo è già stato sperimentato sia a Vicenza che in altre città italiane e funziona perché è l’unico che consente di gestire una serata alla presenza di 10 candidati e di un pubblico desideroso di far sentire la propria voce, dando a tutti in modo democratico la possibilità di esprimersi e intervenire.
La serata è organizzata da Più Democrazia e Partecipazione con:
Civiltà del Verde
Comitato Borgo Berga
Comitato Bretella Biron
Circolo Legambiente Vicenza
Forum per l’Acqua Vicenza
Cristiani per la Pace
Sìamo Vicenza
di Paolo Michelotto
martedì 15 gennaio 2013 in Consiglio Comunale di Rovereto si discuterà di Quorum Zero a partire dalle 19 in poi. È il secondo argomento all’ordine del giorno. Il primo, l’elezione del Vice Presidente del Cons. Comunale sembra sarà una formalità, essendo già stato designato e votato due volte nella precedente riunione, ma il regolamento chiede una terza votazione, appunto domani.
È prevista anche la mia presentazione sulle motivazioni per togliere il quorum, per un tempo max di 20 minuti. Poi uscirò dalla sala ed inizierà la discussione tra i consiglieri.
Tutti i cittadini di Rovereto che hanno a cuore la democrazia, sono invitati ad essere presenti nella saletta riservata ai cittadini, a fianco di quella del Consiglio Comunale. L’ingresso è libero e la saletta molto capiente.
Qui ci sarà la diretta video ufficiale del Consiglio Comunale, realizzata dal comune di Rovereto dalle 19 in poi.
http://www.comune.rovereto.tn.it/live
Nel frattempo a Vicenza il 09-01-13 è stato votato all’unanimità (tutti i partiti, compresi Lega, PDL, liste civiche e maggioranza Centro Sinistra) il nuovo Statuto Comunale con Quorum Zero.
Ecco quanto ha detto il sindaco Achille Variati (PD) durante la discussione.
di Paolo Michelotto
grande merito al gruppo di cittadini di Vicenza (Più Democrazia e Partecipazione a Vicenza) che dal 2003 chiedono migliori strumenti democratici per dare voce ai cittadini.
Allo scoccare del decimo compleanno visto che il gruppo nacque proprio nel gennaio 2003, finalmente, oggi 9 gennaio 2013, il Consiglio Comunale di Vicenza ha approvato all’unanimità il nuovo Statuto Comunale. All’unanimità i consiglieri hanno deciso finalmente di togliere il quorum dai referendum comunali. Inoltre hanno introdotto i referendum propositivi e abrogativi e quelli abbinati propositivi/abrogativi, mentre finora esisteva il solo consultivo.
È la prima grande città italiana (100.000 abitanti), l’undicesimo comune in Italia, il primo fuori dalla regione Trentino Alto Adige.
È sicuramente un segno che la sensibilità politica sta cambiando, che i consiglieri comunali di Vicenza sono aperti alle esigenze dei cittadini, ma gran parte di questo risultato è stato ottenuto grazie all’impegno di 10 anni del gruppo Più Democrazia e Partecipazione coordinato da Annamaria Macripò (a cui ho avuto l’onore di aver partecipato fino al 2006) tramite innumerevoli iniziative. Dal 2003 abbiamo sostenuto con forza l’idea del bilancio partecipativo. Nel 2005 abbiamo cominciato a pensare e a parlare e ad agire per togliere il quorum dai referendum comunali, abbiamo realizzato assemblee partecipate sull’argomento, nel 2006 abbiamo organizzato il primo referendum comunale in Italia per togliere il quorum e introdurre strumenti di democrazia migliori. Il referendum vide il successo schiacciante dei votanti, ma fu ignorato dagli amministratori di allora in quanto “debole” referendum consultivo. Poi si susseguirono assemblee pubbliche, convegni, un’iniziativa di delibera popolare, incontri con esperti, interviste agli amministratori. Il gruppo ha fatto ciò che era umanamente possibile per continuare a sollecitare gli amministratori ad attuare quanto richiesto dalla maggioranza dei cittadini. Ed infine oggi la votazione finale.
Un grande grazie anche ai consiglieri più sensibili che hanno aiutato in questo percorso e ce ne sono stati.
Certo non è ancora un testo ottimale come quello delle città svizzere o californiane. C’è l’obbligo di abbinare i referendum comunali alle votazioni nazionali e regionali. E se non ci sono per 3 anni, si deve aspettare 3 anni con pazienza. Ci sono un sacco di argomenti su cui i cittadini non possono utilizzare i referendum. C’è una definizione fumosa di questi argomenti su cui il comitato dei garanti di nomina del consiglio comunale potrà esercitare ampia discrezione. C’è l’enorme numero di firme autenticate (5000) da raccogliere (per dei cittadini questo è davvero un numero enorme. Ho partecipato alla raccolta nel 2005 – 2006 e so quanto sia difficile. Non è come per i partiti organizzati che se le auto autenticano.)
10 anni sono tanti nella vita delle persone e danno l’idea della lentezza con cui questi strumenti possono essere ottenuti. Tanta fatica e tanto tempo e tanta pazienza. L’importante è non perdere la speranza e continuare. Ma questa non è una caratteristica solo italiana. I decenni sono stati necessari anche in Svizzera, in California, in Germania per affermare questi strumenti.
Ma comunque, con tutti i suoi limiti, un enorme passo in avanti. E un esempio per tutta Italia!
Che spero sia presto seguito dalla mia città Rovereto dove si discuterà dello stesso argomento martedì 15 gennaio 2013 in Consiglio Comunale.
Qui riporto il testo del nuovo statuto che riguarda i referendum:
CAPO IV IL REFERENDUM
SEZIONE I
(TIPI DI REFERENDUM E LORO DISCIPLINA)
ART. 27 (Tipi di referendum)
1. Il Comune di Vicenza riconosce i referendum quali essenziali momenti di esercizio della sovranità popolare e di espressione di partecipazione dei vicentini alle scelte di governo della città e quali strumenti di integrazione della democrazia rappresentativa con la democrazia diretta nelle decisioni riguardanti la comunità vicentina.
2. I referendum sono di natura consultiva, propositiva, abrogativa e abrogativa-propositiva. (continua…)
di Paolo Michelotto
oggi il capogruppo dei Verdi in Cons. Com. Maurizio Previdi, mi ha confermato che nella riunione dei capigruppo di ieri sera, è stato deciso di discutere della proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare Quorum Zero, martedì prossimo 15 gennaio 2013.
Finora non mi è arrivata ancora nessuna comunicazione ufficiale, appena la riceverò la metterò online.
Intanto una buona notizia per cominciare l’anno. Probabilmente stasera o massimo domani sera, a Vicenza verrà completata la discussione iniziata ieri sull’approvazione del nuovo statuto comunale che prevede Quorum Zero.
Si prevede un voto a favore perchè anche il sindaco Achille Variati (del Partito Democratico) si è espresso a favore del principio di togliere il quorum. Sarebbe la prima grande città con quorum zero in Italia, la prima al di fuori della regione Trentino Alto Adige e la 11^ tra tutte.
Nei prossimi giorni aggiornamenti sulla votazione e sui contenuti!
di Paolo Michelotto
Ecco il riquadro sul quorum zero, a fianco dell’articolo apparso sul Corriere della Sera nell’inserto Veneto. Clicca sull’immagine per vederla grande.
A Vicenza, si è sempre più vicini al quorum zero. Anche se i consiglieri vogliono introdurre il “curioso” obbligo di abbinamento alle votazioni regionali e nazionali. Quindi se per tre anni non si vota a quel livello, anche un referendum comunale rimane bloccato. La fantasia per mettere i bastoni tra le ruota ai cittadini ai nostri amministratori non manca mai. Giustificata con la spending review. Ossia la colpa è di Monti o forse della Merkel.
Questo l’articolo a piena pagina.
Stranieri, la consulta slitta di un anno
Formisano: frenati dai limiti di spesa
Nuovo statuto, nel testo definitivo c’è il Consiglio-migranti ma non la disciplina. Il capogruppo Pd: «La spending review non permette nuove assemblee»
VICENZA - A parole, rimane. Nei fatti, però, il Consiglio degli stranieri che già dal prossimo anno avrebbe dovuto insediarsi in città, potrà essere ridisegnato, ma di certo subirà un rinvio. Almeno di un anno. Tempo di scrivere il regolamento per funzioni e composizione dell’organo di rappresentanza. Ma, soprattutto, tempo per tentare di superare gli ostacoli della spending review che impedisce ai Comuni di istituire nuovi organismi. E’ quanto emerso lunedì durante la riunione della commissione speciale per la revisione dello Statuto e del regolamento comunale, che ha licenziato – all’unanimità – l’ultima versione del documento cardine – lo Statuto – di sala Bernarda con alcune novità anche sui referendum popolari (quorum a zero ma accorpamento alle elezioni politiche), e con l’eliminazione della possibilità per i cittadini di presentare interrogazioni al Consiglio comunale.
Tutte le modifiche sono state presentate dalla maggioranza che, nelle scorse settimane, ha tenuto due incontri per compattarsi dietro una linea comune. Gli ostacoli erano dettati dalla spending review del Governo, che ha impedito la creazione di nuovi organismi da parte degli enti locali e hanno rivisto tutti i capitoli di spesa dei Comuni. Nelle maglie del decreto è finito il Consiglio degli stranieri, l’ente che, per la prima volta in città, il Comune si appresta a inserire nel nuovo Statuto comunale. Mentre, infatti, il Consiglio di rappresentanza degli immigrati è un nuovo organo creato dal Comune, «le norme inserite nel decreto della spending review da parte del Governo – spiega il capogruppo del Pd in Comune, Federico Formisano – impedisce agli enti locali di istituire nuovi organismi». Questo, almeno, è quanto i consiglieri hanno ascoltato dal segretario generale Antonio Caporrino.
E così, lunedì, la maggioranza, forte anche della presenza del sindaco Achille Variati, ha portato in commissione la propria tesi per superare gli ostacoli del decreto statale. Il Consiglio degli stranieri – tra le maggiori novità inserite nel nuovo Statuto – rimane scritto nero su bianco nel documento. Slitta, però, il regolamento che ne disciplina l’elezione, le modalità di svolgimento, il numero dei componenti e la loro elezione. E slitta, dunque, anche la prima seduta del Consiglio. La nuova bozza specifica che «entro un anno dall’approvazione dello Statuto» viene approvato un regolamento che «disciplina funzionamento ed elezione o designazione dei componenti» di quell’organo. «Nel frattempo – afferma Formisano – speriamo cambino le norme di legge». Una prima soluzione, un mese fa, era stata proposta dal presidente del Consiglio comunale, Luigi Poletto, che aveva ottenuto di far funzionare l’ente senza oneri per l’amministrazione.
Ma quella soluzione non è bastata, e così si è arrivati alle novità di ieri, durante la riunione dove anche il Pdl ha presentato alcune modifiche al testo del nuovo Statuto. «Mancano del tutto i riferimenti ai giovani» ha detto il coordinatore cittadino del Pdl, Nereo Galvanin, presentando le proposte di modifica dello Statuto comunale. Fra queste, quella di istituire la «Consulta dei giovani», per cittadini under 24, e quella di poter chiedere la presenza degli assessori in determinati momenti del Consiglio comunale. Ora, il percorso di Statuto e regolamento comunale prevede la discussione in commissione Istituzionale, in programma entro Natale, e poi il voto in sala Bernarda a maggioranza qualificata (due terzi dei consiglieri) o con due votazioni a maggioranza semplice, previste, con tutta probabilità, i prossimi 8 e 9 gennaio.
Gian Maria Collicelli
04 dicembre 2012
di Paolo Michelotto
oggi la commissione che sta modificando lo Statuto Comunale di Vicenza, ha sentito il Comitato Più Democrazia e Partecipazione. Questo comitato aveva promosso nel 2006 il referendum Più Democrazia in cui chiedeva di introdurre il ref. Propositivo e Abrogativo con quorum del 10% (inizialmente chiedeva quorum zero, ma il comitato dei garanti per approvare il quesito aveva “suggerito” di cambiare il testo in 10%).
Annamaria Macripò, insieme ad altri del comitato che hanno partecipato alla riunione, ha letto il seguente testo che ben descrive perchè è necessario togliere il quorum e non innalzare troppo il numero delle firme.
Qui lo metto sotto forma di documento allegato.
E qui per esteso. Il testo è molto bello e può essere sicuramente utile ad altri che stanno facendo un percorso simile in Italia.
Relazione del Comitato Più Democrazia convocato dalla Commissione Statuto
Vicenza, 18 luglio 2011
Il Comitato Più Democrazia e Partecipazione ringrazia il Presidente e i membri della Commissione Statuto per questo incontro e si augura che possa essere il primo non di una lunga serie, perché chiaramente l’augurio principale è che il nuovo Statuto possa essere introdotto quanto prima, ma l’inizio di un confronto fra di noi e pubblico che porti i cittadini a conoscenza della bozza della nuova carta comunale vicentina in una forma condivisa e partecipata prima della sua approvazione definitiva.
In quanto promotori del referendum comunale del 2006, abbiamo particolarmente a cuore le sorti dei nuovi strumenti di democrazia diretta che verranno introdotti nel nuovo Statuto e le caratteristiche che ne determineranno il reale utilizzo da parte della popolazione vicentina.
Ricordiamo che il referendum del 2006 fu il primo referendum celebrato nella città di Vicenza e il primo in assoluto in Italia a richiedere dal basso strumenti di partecipazione più forti, quali il referendum propositivo e abrogativo. Da qui consegue il nostro impegno affinché sia rispettato il volere dei cittadini che si espressero a favore: 90,45% degli 11.701 vicentini che andarono a votare dissero sì all’introduzione del referendum propositivo, abrogativo e alla combinazione dei due con il 2% delle firme e il 10% di quorum. (continua…)
di Paolo Michelotto
ecco il bell’intervento in tv locale di Annamaria Macripò, la coordinatrice del comitato Più Democrazia e Partecipazione di Vicenza. È interessante quello che dice e la pacatezza con cui lo dice. E questo viene da una cittadina appassionata di democrazia che si impegna su questo tema dal 2003. Dopo il video, come paragone, leggi quanto scrive il terrorizzato presidente del Consiglio Comunale di Vicenza all’idea di togliere il quorum e la consiguenza perdita di potere da parte dell’elite politica di cui fa parte. E infine la bella risposta di Annamaria. Buona visione e buona lettura. Sono 10 minuti ben spesi dove si vede il punto di vista del cittadino che pensa la bene comune e il punto di vista di chi ha una briciola di potere e vi è aggrappato con le unghie.
L’intervento del pres. Consiglio Comune di Vicenza il PD Poletto:
L’intervento del pres. Consiglio Comune di Vicenza il PD Poletto:
La risposta di Annamaria Macripò:
Giugno, periodo d’esami… mentre i ragazzi vengono interrogati su storia, geografia e altre materie
c’è chi sale in cattedra pur non avendo le prerogative per farlo: ovvero la conoscenza dell’argomento.
Di solito i ragazzi a scuola, quando temono di essere interrogati su una materia che non conoscono, tengono un profilo basso, a volte saltano le lezioni, fanno di tutto pur di non dimostrare la propria ignoranza e beccarsi un sonoro ‘4’.
Ma perché negli adulti, soprattutto in chi ha determinati ruoli e posizioni, scatta il meccanismo contrario? Perché alcuni politici sentono questo impulso a voler dare la propria opinione su tutto, anche quando hanno solo un’idea superficiale del soggetto trattato?
Sarà forse la paura a spingerli?
Sì, quando si ha paura dei cambiamenti, si inizia a far la voce grossa, parlando a vanvera.
È quello che fa il Presidente del Consiglio Comunale, Luigi Poletto, quando parla di partecipazione e Democrazia Diretta paventando scenari apocalittici se per caso dovessero essere introdotti nello statuto comunale i referendum senza quorum.
Che paura! La partecipazione dei cittadini!
E già: l’esempio è fresco nella memoria. Meno di una settimana fa!
Ma dov’era l’esimio Presidente quando anche a Vicenza si è svolta la Settimana della Democrazia Diretta? Quando avrebbe avuto la possibilità di istruirsi sul campo?
Evidentemente, per paura di essere interrogato, si è perso la lectio magistralis del Professor Thomas Benedikter, ricercatore sui temi della Democrazia Diretta, durante la quale venivano illustrati gli esempi virtuosi dei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta vengono applicati, funzionano e sono senza quorum.
Ma forse lui non è interessato agli esempi virtuosi o meglio ne ha una visione distorta visto che pensa che tutti quei paesi dove esiste il referendum senza quorum siano abitati da popolazioni razziste e xenofobe. E ha paura che anche gli abitanti di Vicenza, dovesse essere eliminato il quorum, si trasformerebbero in pericolosi licantropi dal pelo lungo e zanne affilate che, matita in mano, voterebbero in modo scellerato, xenofobo e razzista.
Bella fiducia nei propri elettori. Ah, già, ma la fiducia, nella democrazia rappresentativa, non è previsto che sia reciproca. Una volta eletti, i rappresentanti non devono avere obiezioni od ostacoli al loro mandato.
Chi sostiene referendum con quorum è come se dicesse: sì, potete partecipare, ma, sommessamente, senza dare fastidio e possibilmente in modo innocuo (per l’amministrazione).
Intendiamoci, se l’obiettivo è dare la possibilità di una maggiore partecipazione ai cittadini, gli strumenti attraverso i quali questa partecipazione si attuerebbe devono essere agili e facilmente attivabili, altrimenti vuol dire che la volontà degli amministratori è fittizia.
Se si vuole far riavvicinare i cittadini alla politica, alla cosa pubblica, interessandoli direttamente, se si vogliono creare dibattiti aperti e vivaci e informazione su temi che interessano tutti, se si vuole ristabilire un clima di reciproca fiducia tra cittadino ed eletto, se si vuole davvero che il cittadino sia partecipe e responsabile delle questioni che lo riguardano, bisogna dare un segnale forte: introdurre i referendum senza quorum, come già hanno fatto in altre città italiane.
Vicenza vuole forse rimanere agli ultimi posti in fatto di partecipazione?
di Paolo Michelotto
grazie a Annamaria Macripò ecco il video dell’intervento del Sindaco di Vicenza il primo giugno 2011, riguardante la necessità di togliere il quorum dai referendum comunali. A seguire il video de La Parola ai Cittadini 2011, realizzato a Rovereto il 3 giugno da Matteo Rigotti.
di Paolo Michelotto
il sindaco di Vicenza Variati (PD) ha annunciato il 1 giugno 2011 che è intenzionato a togliere il quorum dai referendum comunali. Tutto bene? Interessante leggere la relazione di Alessio Mannino, presente alla serata e con una ricca memoria delle cose dette e fatte a Vicenza. Come introduzione ecco un minuto dell’intervento di Variati. Il suo intervento è stato molto più lungo in realtà, nei prossimi giorni Annamaria Macripò caricherà altri video della serata e li segnalerò anche qui.
di Alessio Mannino
E bravo Variati. Folgorato all’improvviso sulla via di Damasco, il sindaco ha cambiato opinione: è giunta l’ora della democrazia diretta in Comune, ha solennemente annunciato ieri all’incontro di Più Democrazia, Movimento 5 Stelle, Sel, Vicenza Capoluogo e Unione Immigrati. Sarà mica lo stesso che nel maggio dell’anno scorso ha votato contro la richiesta della consigliere Bottene (No Dal Molin) di riesumare dall’oblio il “referendum sui referendum” del 2006, che in teoria dovrebbe essere stato discusso in consiglio comunale da un pezzo? Proprio lui, lo smemorato che oggi si schiera contro l’«indifferentismo» che ha fatto marcire in un cassetto i 10 mila sì all’introduzione di referendum vincolanti, abrogativi e propositivi, nello statuto comunale. Meglio tardi che mai. Peccato solo che il neo-convertito Achille si sia convertito a modo suo. Cioè dando, com’è suo costume, un colpo al cerchio e uno alla botte. Da un lato sposa la tesi cardine del meccanismo referendario, non mettere alcun quorum (il quale scoraggia anziché favorire la partecipazione). Ma quello che esce dalla porta rientra dalla finestra, ed ecco che dall’altro lato propone la condizione capestro: un numero minimo di firme pari al 10% degli aventi diritto, che a Vicenza equivale a circa 8 mila cittadini. Un’enormità. E’ il solito, subdolo modo di mostrarsi aperto e accondiscendente ma contemporaneamente neutralizzando di fatto l’istanza concreta. Variati è un maestro in questo genere di intortamenti. Anche il suo fido Matteo Quero, con la testa alle primarie provinciali del Pd in autunno, si è fatto alfiere del tema e in una nota si dice favorevole a una soglia «alta» di firme, ma quanto meno ci ha spiegato a voce che pensa al 5%. Già meglio. Tuttavia facciamo notare che nelle realtà dove è applicata, la democrazia diretta si esercita a quota 2 o 3%. Questo non per sfornare un voto alla settimana, ma semplicemente per renderla praticabile. C’è un risvolto divertente, però. Chi glielo dice ora a quei simpatici esponenti della maggioranza di centrosinistra che vanno da chi ha conati di vomito (Poletto: «mi fa paura che siano i cittadini a decidere»), a chi non vuol sentirne manco parlare (Cicero: «la democrazia è come l’alcol, non bisogna abusarne»), a chi non è contrario ma la vuole inceppata da un quorum stratosferico (Formisano: «Io ho proposto di introdurre il quorum del 50% dell’elettorato attivo. Ma non sono contrario ad un quorum al 30%»)? Bella rogna? Ma quando mai. La democrazia diretta, in bocca ai politici, è un slogan di sicuro effetto, ma di per sé tira pochi voti. Perché alla fine della fiera a lorsignori interessano solo questi, messi sotto vuoto attraverso la delega ai partiti. Insomma quelli che passano per la democrazia chiamata ancora, con grottesco senso dell’ironia, “rappresentativa”. In ogni caso, caro Achille, per ora ci accontentiamo del tuo segnale, certamente positivo anche se ambiguo. Meglio di niente. (a.m.)
fonte: http://alessiomannino.blogspot.com/2011/06/democrazia-diretta-ma-col-capestro.html
di Paolo Michelotto
il 1 giugno 2011 a Vicenza si è tenuta con successo una serata sulla democrazia diretta. Ha partecipato anche il sindaco Achille Variati (Centrosinistra) che ha detto che intende togliere il quorum dai referendum comunali. A Vicenza stanno modificando lo statuto comunale e da mesi stanno riflettendo sul quorum. Ora sembra che la decisione sia stata presa. Complimenti al sindaco, agli amici di Più Democrazia a Partecipazione che da tanti anni si battono per questo obiettivo.
Ecco il testo dell’articolo apparso sul quotidiano “Il Giornale di Vicenza” nei prossimi giorni altri aggiornamenti e video.
Il Giornale di Vicenza 2 giugno 2011
LA PROPOSTA. A sorpresa, il sindaco avvia il percorso per inserire nel nuovo Statuto strumenti di democrazia diretta
«Sì al referendum comunale»
Variati: nessun quorum, ma un alto numero di firme per chiedere la consultazione
Gian Marco Mancassola
Voglia di referendum. Sulle ali del successo del centrosinistra ai ballottaggi e sull’onda di una tornata referendaria, quella di giugno, che potrebbe restituire il quorum dopo anni di latitanza, Achille Variati ieri ha offerto la bomba politica della settimana alla platea riunita al patronato Leone XIII per la tappa vicentina della Settimana nazionale della Democrazia diretta. Il sindaco si dice pronto a introdurre nello Statuto comunale gli strumenti della consultazione diretta dei vicentini, proponendo la sua formula: nessun quorum, ma uno sbarramento nella raccolta delle firme.
L’INCONTRO. L’appuntamento di ieri sera era stato promosso da una nutrita pattuglia di organizzazioni e movimenti politici (Comitato Più Democrazia, Movimento 5 Stelle, Sinistra ecologia e libertà, Vicenza Capoluogo e Unione Immigrati). Obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla possibilità di utilizzare strumenti di partecipazione poco praticati in Italia, ma ben funzionanti in Paesi come la Svizzera e gli Stati Uniti. Variati è intervenuto nel corso del dibattito seguito all’intervento di Thomas Benedikter, ricercatore altoatesino sui temi della democrazia diretta. Vale la pena di ricordare che da alcuni anni giace all’ordine del giorno del consiglio comunale la presa d’atto dell’esito del “referendum sui referendum”, promosso dal comitato Più democrazia, ma mai convertito in norme civiche.
LA SVOLTA. Qualcosa si muove a palazzo Trissino. Variati sostiene che i tempi sono maturi per introdurre nella piccola “Costituzione” comunale le forme di partecipazione diretta alla res publica. Secondo il sindaco questi strumenti favoriranno il dibattito sulle scelte dell’amministrazione comunale, il confronto e la circolazione di idee, trasformandosi in un’opportunità di crescita. Variati si schiera contro “l’indifferentismo”. per questo propone un alto numero di firme da raccogliere per ottenere la consultazione referendaria: una delle ipotesi è di fissare uno sbarramento al 10 per cento degli aventi diritto, vale a dire circa 8 mila autografi. In cambio di questo sforzo, pro- pone di non prevedere alcun quorum. Sono idee in nuce che verranno trasferite alla maggioranza e al consiglio comunale, che ha istituito una speciale commissione per la revisione dello Statuto.
Qui il file in pdf del quotidiano condiviso gentilmente da Fabio Z.
di Paolo Michelotto
anche gli amici di Più Democrazia e Partecipazione a Vicenza organizzeranno oggi 1 giugno dalle ore 18.30 una diretta video della serata sulla democrazia diretta.
Anche qui si vedrà:
di Paolo Michelotto
anche gli amici di Vicenza organizzano La Parola ai Cittadini 2011 il 1 giugno 2011 ore 18,30 con Thomas Benedikter.
Ecco il volantino:
di Paolo Michelotto
ottima serata, eravamo 30-40 persone, tra cui alcuni consiglieri comunali. Purtroppo la sala era situata nell’interrato dell’edificio, eravamo circondati di cemento e acciaio e all’interno non arrivava la rete telefonica. Avevo situato comunque il cel vicino all’uscita di sicurezza, lasciata un po’ aperta, ma c’era segnale molto debole e variabile. Quindi niente diretta, tranne alcuni minuti iniziali.
Questo la foto dei pochi secondi trasmessi:
All’inizio Fulvio Rebesani ha fatto una sintesi di quanto fatto finora a Vicenza:
storia del percorso di democrazia diretta vicenza
Poi Eugenio ha fatto una “invocazione” chiedendo che vengano introdotti gli strumenti di democrazia diretta nello statuto, citando anche un valente costituzionalista.
Poi sono stati proiettati questi tre video. Essi sono la sintesi delle interviste realizzate a 30 consiglieri comunali a cui sono state fatte 3 identiche domande. I video sono la sintesi di tutte le loro risposte a ogni domanda.
1. Oltre al voto, a quali altre forme di partecipazione attiva dei cittadini alla vita della città lei sarebbe favorevole?
2. Dato che nel 2006 è stata fatta richiesta di inserire i referendum propositivo e abrogativo nello statuto del comune da 12.000 cittadini, cosa ne pensa di questi strumenti di democrazia diretta?
3. Nei paesi in cui i referendum vengono comunemente utilizzati in genere sono senza quorum e la partecipazione è alta. Secondo lei perchè?
Poi c’è stata discussione su quanto detto dai consiglieri.
Il presidente della commissione riforma istituzionale “Meridio” ha raccontato cosa hanno finora pensato e quali strumenti vogliono introdurre (referendum propositivo, abrogativo, e propositivo abrogativo contemporaneamente) e con quale quorum (stanno pensando dal 30 al 50% ).
Poi c’è stato il mio intervento sui motivi per cui è necessario togliere il quorum. Ho usato questa presentazione:
Infine c’è stata ulteriore discussione, presentazione delle proposte da votare tra cui queste 4:
proposta consiglio comunale aperto fabio
proposta parola ai cittadini 2 volte anno Eugenio
Proposta Trasparenza e Partecipazione Zancan
proposta statuto partecipato annamaria
proposta rappresentanti estratti a sorte – giovanni
E la votazione finale in cui ha vinto la proposta di Eugenio di far introdurre la possibilità di fare 2 volte l’anno la Parola ai Cittadini alla presenza dei consiglieri e della giunta. Che ora l’associazione Più Democrazia e Partecipazione di Vicenza si impegnerà a portare avanti.
Che riporto qui per esteso nella forma poi effettivamente esposta e mandatami da Eugenio:
IL SINDACO E LA GIUNTA MUNICIPALE INCONTRANO I CITTADINI
Almeno due volte l’anno, in primavera e in autunno, l’amministrazione comunale organizza un’assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini con il metodo “La parola ai cittadini”, presso il teatro comunale.
Un’assemblea dove è prevista una prima parte di rendicontazione da parte degli amministratori e una seconda parte dove i cittadini hanno l’opportunità di fare richieste, osservazioni, critiche o quant’altro, alle quali seguirà breve dibattito. La fase finale della seconda parte consisterà nella votazione per alzata di mano, da parte dei presenti delle eventuali richieste, delle quali le più votate impegneranno il sindaco e la giunta alla loro realizzazione.
di Paolo Michelotto
domani sera sarò alla Assemblea sulla Democrazia Diretta di Vicenza. Si preannuncia una serata particolarmente interessante, incentrata sugli ultimi 5-6 anni di impegno per più democrazia a Vicenza, sulla situazione attuale, su cosa ne pensano i consiglieri comunali (verrà proiettata una sintesi delle loro interviste più “significative”. Seguirà un dibattito e l’impegno a fare emergere nuove idee e proposte per continuare il percorso. Io farò un intervento di 5 minuti sui motivi per cui è necessario togliere il quorum dai referendum comunali. E realizzerò anche la diretta video (se ci sarà la copertura della rete). Su questo sito dalle 20,30 in poi.
Nell’attesa potete guardare il video della conferenza stampa realizzata dai gruppi promotori: Più Democrazia e Partecipazione a Vicenza, Movimento 5 Stelle Vicenza, Legambiente, Sel.
di Paolo Michelotto
gli amici di Vicenza organizzano venerdì 18 febbraio 2011 una serata sulla Democrazia Diretta, dove verrà riassunto tutto il percorso attuato negli ultimi anni a Vicenza per cercare di introdurre gli strumenti di democrazia diretta. Un percorso lungo, difficile, osteggiato in tutti i modi, a cui anch’io avevo partecipato fino al 2006, anno in cui mi sono trasferito a Rovereto. Questo venerdì sarò assieme ai miei amici a Vicenza e presenterò un intervento di 5 minuti sui motivi per togliere il quorum dai referendum comunali. Probabilmente realizzerò anche la diretta video su questo sito.
Ecco il testo:
Vogliamo che i cittadini contino di più
e decidano sulle questioni della città. Come?
A 4 anni dal Referendum Comunale incontriamoci per conoscere e scegliere nuove strade per la sua realizzazione.
La serata prevede:
1) Introduzione sul Referendum Comunlae
2) Dibattito e Proposte sulla Democrazia Diretta
3) Proiezione delle Videointerviste ai Consiglieri Comunali
4) Votazione finale delle Proposte
Evento organizzato da:
Comitato Più Democrazia e Partecipazione,
MoVimento 5 Stelle – Vicenza
Con il Patrocinio del Comune di Vicenza
Porta anche tu una Proposta a favore della Democrazia Diretta:
verrà votata!
Le videointerviste:
http://www.youtube.com/user/piudemocrazia
maggiori informazioni:
nel 2006 si è tenuto a Vicenza un referendum che chiedeva all’amministrazione di inserire gli strumenti del referendum propositivo e abrogativo con quorum al 10% nello Statuto Comunale. L’unico obbligo che aveva l’amministrazione, dopo quel voto, era di discutere in Consiglio Comunale l’argomento. Visto che era stato usato l’unico triste strumento a disposizione dei cittadini, ossia il referendum Consultivo.
Bene a distanza di 4 anni l’amministrazione non ha ancora adempiuto al suo dovere.
Ecco il testo dignitoso scritto da Annamaria Macripò, coordinatrice dell’assoc. Più Democrazia e Partecipazione a Vicenza. I cittadini mostrano dignità. Gli amministratori di Vicenza invece non ne hanno.
Convocazione I Commissione Affari Istituzionali – 5 ottobre 2010
L’ultima volta che questa commissione ha incontrato i rappresentanti del comitato referendario è stato il 23 febbraio scorso.
Oggi io sono qui in veste di presentatrice della delibera d’iniziativa popolare, presentata lo scorso 21 aprile, ma l’argomento è invariato: la realizzazione del quesito referendario tenutosi in Vicenza il 10 settembre 2006.
Cosa è cambiato in questi mesi e cosa dovrebbe cambiare affinché anche questa non sia una riunione pro-forma?
Il comitato referendario, vista l’immobilità da parte dell’amministrazione su questo argomento, che giaceva al primo posto dell’odg da ben due anni, ha ritenuto di dover utilizzare un altro strumento di partecipazione dei cittadini prevista dallo statuto per chiedere attenzione sull’argomento. Con il sostegno di altri comitati cittadini sensibili alla partecipazione, è stato dunque avviato l’iter per la proposta di delibera d’iniziativa popolare, anche a seguito di una mancata conclusione dei lavori della presente commissione che ha ritenuto di delegare alla Conferenza dei Capigruppo una qualunque decisione in merito.
Improvvisamente però la situazione si sblocca e il 6 giugno scorso i capigruppo in consiglio comunale e il sindaco pongono alla trattazione il referendum. Questa improvvisa solerzia però ha avuto come esito un ennesimo procrastinare la decisione sull’introduzione dei referendum appaltandola ai lavori di una commissione che dovrà occuparsi delle modifiche dello statuto e che, per diretta ammissione dello stesso presidente Poletto, prevedrà tempi molto lunghi, concludendo il proprio compito, nella migliore delle ipotesi, quando l’attuale amministrazione cesserà il proprio mandato. (continua…)
di Paolo Michelotto
ecco uno splendido video realizzato dagli amici di Vicenza. Per rinfrescare la memoria a chi ha perso qualche passaggio della vicenda Dal Molin, riporto una breve storia della mancanza di democrazia a Vicenza, che Michele Boato ha scritto sul trimestrale Gaia.
La lotta contro la nuova, enorme, base militare USA a Vicenza è ancora in corso, anche se sono iniziati i lavori, autorizzati dai governi Prodi e Berlusconi e diretti dal commissario (di Prodi e Berlusconi) Paolo Costa.
Città e movimento hanno fatto di tutto per impedirlo: una manifestazione come quella del 17 febbraio 2007 con 100mila persone non si era mai vista prima a Vicenza, rovinata però dalla doccia fredda di Prodi, nei telegiornali della sera: “manifestare è un diritto, ma dobbiamo rispettare i patti (quali? ndr) e la base verrà raddoppiata”.
C’è poi, in luglio 2007, il ricorso al Tar Veneto di Codacons ed Ecoistituto del Veneto contro l’illeggittimità del progetto Dal Molin dal punto di vista urbanistico (un abuso edilizio) e costituzionale (non è un’opera di difesa nazionale); accolto dal Tar il 18 giugno 2008, e, quasi immediatamente (il 29 luglio) annullato dal Consiglio di Stato, cui si era appellato il governo.
In primavera 2008 la città elegge sindaco, pur con una maggioranza risicatissima, Achille Variati del PD, che si presenta su una netta posizione anti-base (isolato dal resto del PD veneto e nazionale).
Variati conferma ciò che aveva promesso in campagna elettorale: in autunno la città verrà chiamata a pronunciarsi sulla nuova basa attraverso un Referendum Comunale. Si fissa la data del 5 ottobre e il quesito, strettamente legato alle competenze urbanistiche del Comune. Con una lettera pubblica Berlusconi invita pressantemente il sindaco a “non indire il referendum, essendo già stata consegnata, il 30 luglio, l’area agli Stati Uniti” e ricorre al Tar perchè dichiari inammissibile la consultazione. Il Tar non si lascia intimidire e respinge il ricorso: “Nessun danno dalla consultazione esplorativa”. Ci pesna però poi il solito Consiglio di Stato che, il 1 ottobre (a 3 giorni dal referendum!), annulla la sentenza del Tar e lo dichiara inammissibile.
La sera stessa oltre 10mila persone riempiono Piazza dei Signori e il sindaco annuncia “Se non ci permettono di votare nelle nostre scuole, domenica voteremo davanti alle nostre scuole, sotto i nostri gazebo”. Così avviene. In meno di 3 giorni centinaia di volontari organizzano 32 seggi e il 5 ottobre vanno ordinatamente a votare 24.094 elettori di Vicenza: 23.050 hanno votato SI alla proposta di smilitarizzare l’area. 906 NO, 92 schede bianche e 46 nulle. LA città esprime tutta la sua dignità, ma viene calpestata.
Nell’estate 2009 iniziano i lavori di sbancamento nell’area Dal Molin.
Prima pagina del capitolo 17 del libro Democrazia dei Cittadini
Capitolo 17 Il Comitato Più Democrazia di Vicenza
Il Comitato Referendario Più Democrazia è nato ufficialmente il 21 giugno 2005 ed è stato costituito da 23 cittadini di Vicenza animati dal desiderio di avere maggiori strumenti democratici per i concittadini.
Una decina di questi cittadini del comitato facevano parte del Gruppo Bilancio Partecipativo, un´associazione il cui scopo era fin dalla sua nascita nel gennaio 2003, quello di far conoscere ed utilizzare strumenti di democrazia diretta e partecipativa quali il Bilancio Partecipativo, le assemblee civiche deliberative, gli strumenti di democrazia diretta quali il referendum propositivo, abrogativo e la revoca degli eletti.
Nel dicembre 2003 il Gruppo Bilancio Partecipativo aveva organizzato un´ assemblea pubblica “La Parola ai Cittadini”, in cui chi voleva poteva far proposte ai presenti in sala. La proposta più votata in quell´assemblea fu la richiesta di introdurre il Referendum Propositivo e Abrogativo all´interno dello statuto comunale di Vicenza e l’introduzione della webcam in consiglio comunale.
Forti dell´appoggio dei 200 cittadini presenti in sala, avevamo creato una mozione comunale, sottoscritta poi da 15 consiglieri comunali, che chiedeva l´introduzione dei referendum propositivi e abrogativi. Tale mozione, depositata presso il consiglio comunale, non fu discussa in più di 2 anni.
Visto che una legittima richiesta di cittadini non veniva neppure discussa in consiglio comunale, decidemmo di usufruire dell’unico strumento di democrazia diretta, previsto dallo statuto comunale di Vicenza, il Referendum Consultivo. Questo è …
PUOI ACQUISTARE IL LIBRO QUI, (senza spese postali aggiuntive)
ultimi commenti