di Paolo Michelotto
La revoca si può introdurre a livello regionale, ma non a livello comunale. Però si può introdurre la mozione di sfiducia di iniziativa popolare. Che ora spiego.
A Parma il 29 Settembre 2013, durante “La Giornata della Democrazia” i cittadini votarono tra le proposte finali quella di creare la Revoca Amministratore con Referendum con Quorum.
Qui si trova quella proposta:
Il Segretario Generale scrisse:
Fattibilità tecnica: NO
La proposta contrasta con le disposizioni di legge vigenti che non consentono di revocare gli amministratori.
Per accogliere questa proposta sarebbe necessario una modifica a livello di legislazione nazionale. Per questo motivo al momento non è possibile inserirla all’interno del nostro Statuto.
Allora io mandai un commento al gestore di quello spazio web del comune di Parma, che fu inserito in quella discussione a nome del ViceSindaco che diceva così:
Nessuna città italiana ha ancora introdotto la revoca, nè individuale nè collettiva.
Nel TUEL (testo unico enti locali) art.38 e successivi viene indicato precisamente come viene eletto il consiglio comunale e provinciale e viene detto nel comma 1:
1. L’elezione dei consigli comunali e provinciali, la loro durata in carica, il numero dei consiglieri e la loro posizione giuridica sono regolati dal presente testo unico.
Essendo questa una legge nazionale, essa ha forza maggiore di un atto amministrativo comunale.
Quindi finchè non viene cambiato il TUEL (cerca con google l’intera legge), che è una legge nazionale, i comuni e le province non possono introdurre la revoca, sia essa individuale che collettiva.
Ma nulla viene detto per quanto riguarda le Regioni nel TUEL.
Il Professore Ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Foggia e Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Scienze Giuridiche, Marco Olivetti, nel saggio “Il recall e i nuovi statuti regionali” apparso in Aa.Vv., La potestà statutaria regionale nella riforma della Costituzione, Giuffrè, Milano, 2001, p. 355-378. (scaricabile anche qui: Il recall e i nuovi statuti regionali), dopo una attenta analisi e comparazione tra gli strumenti della revoca in USA, Svizzera, Germania, Polonia, Venezuela e la compatibilità di essi con la Costituzione Italiana dice:
“Al riguardo, sembra si debba distinguere tra la revoca dei singoli membri di una assemblea rappresentativa e la revoca di un intero organo rappresentativo o di organi esecutivi (monocratici o collegiali). A prescindere, per ora, dai problemi sistemici posti da queste ultime forme di revoca popolare, è solo la prima (la revoca di singoli rappresentanti) a porsi in netta antitesi con il principio del libero mandato parlamentare, in quanto essa costituisce un mezzo idoneo a vincolare – mediante l’eventualità del ricorso alla revoca – la libertà del parlamentare. Che il libero mandato parlamentare non sia invece incompatibile con forme di cessazione anticipata del mandato dell’organo legislativo-rappresentativo si può agevolmente dedurre dalla presenza, nell’ordinamento costituzionale statale, di un altro meccanismo istituzionale di questo tipo: lo scioglimento anticipato delle Camere (e dei Consigli regionali).
Esclusa la possibilità di prevedere il recall dei singoli consiglieri regionali, pare allora ammissibile il recall del Consiglio regionale nel suo complesso. Quanto agli altri organi cui tale istituto possa essere esteso, sembra si possa annoverare fra essi il Presidente della Giunta regionale eletto direttamente dal corpo elettorale, mentre non è di per se evidente se si possa ragionare tecnicamente di recall riguardo ad organi non eletti direttamente, quali lo stesso Presidente della Giunta, ove lo statuto regionale preveda per esso l’elezione indiretta, e, in ogni caso, la Giunta regionale e i singoli membri di essa.”
Riassumendo. La revoca in Italia si può fare collettivamente e non singolarmente a livello regionale. Come ad esempio avviene nei Cantoni Svizzeri.
A livello regionale quindi, si può creare lo strumento di revoca o “rinnovazione integrale straordinaria” sull’intero Consiglio Regionale.
Paolo Michelotto
Poi rileggendomi bene la proposta di legge provinciale (TN) di iniziativa popolare Più Democrazia nel Trentino, scritta dagli amici Alex Marini, Stefano Longano e Cristiano Zanella avvalendosi come previsto dalla legge in vigore in Trentino degli esperti di diritto della Provincia, ossia degli stessi esperti che danno consulenze ai Consiglieri Provinciali nella stesura delle loro proposte di legge, ho scoperto che loro avevano suggerito una scappatoia. La revoca è sì proibita dalla normativa nazionale, ma nulla vieta di creare una iniziativa popolare, che non sfoci in un referendum, ma nella discussione di una mozione di sfiducia da essere discussa in Consiglio dai rappresentanti. Ovviamente è uno strumento meno forte della Revoca come viene intesa negli USA o in Venezuela o in Bolivia, ma è sempre molto di più di ciò che oggi un cittadino ha a disposizione, ossia nulla.
Ecco come gli amici di Più Democrazia in Trentino avevano scritto la loro proposta:
Art. 44
Integrazione dell’articolo 7 della legge elettorale provinciale
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 7 della legge elettorale provinciale è inserito il seguente:
“1 bis. Una mozione di sfiducia motivata nei confronti del Presidente della Provincia o di uno o più assessori può essere proposta da cinquemila elettori iscritti nelle liste per l’elezione del Consiglio provinciale. Le sottoscrizioni sono raccolte con le modalità stabilite per le iniziative popolari dalla legge provinciale sulla democrazia diretta.”.
Quindi a livello comunale non si può introdurre la revoca finchè la normativa nazionale non viene cambiata, MA si puà introdurre uno strumento che assomiglia alla revoca, ossia una iniziativa popolare per chiedere una mozione di sfiducia nei confronti di un rappresentante eletto. I cittadini non potranno esprimersi direttamente, perchè la discussione e il voto sarà in mano ai loro rappresentanti, ma potranno mandare un chiaro messaggio.
Interessante notare che la legge di iniziativa popolare trentina è stata depositata dopo la raccolta firme nell’agosto 2012. Nell’agosto 2014, dopo 24 mesi, la legge provinciale vigente stabilisce che se essa non è stata discussa (e mancano 8 mesi) essa diventerà automaticamente il testo di un referendum propositivo che tutti i cittadini trentini potranno votare.
di Paolo Michelotto
ecco una video intervista di 14 minuti sui temi della democrazia diretta, che ho fatto al candidato del m5s per la carica di Presidente della Provincia di Trento.
Pochi altri candidati sicuramente parlano come lui sui referendum, sullo stipendio, sulla revoca degli eletti, sul quorum.
di Paolo Michelotto
questo giovedì 12 gennaio 2012 alle ore 18.30 Roberto Bombarda, Alex Marini, Stefano Longano, Riccardo Fraccaro e il sottoscritto hanno organizzato un incontro tra chi è interessato a far parte del comitato per l’Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia nel Trentino. L’incontro è aperto a tutti.
Ci incontreremo presso il Centro per la Pace di Rovereto in Via Vicenza 5 (50 m in salita da Piazza Podestà, la sede del Municipio di Rovereto) alle ore 18.30. L’idea è di cominciare a creare il comitato, quali le idee da introdurre nella Iniziativa di legge popolare e cominciare ad organizzarsi.
Una possibile base di partenza su cui stiamo lavorando è l’adattamento della Iniziativa Più Democrazia presentata a Bolzano qualche anno fa a referendum provinciale (lì è possibile presentare un referendum su un argomento del genere, in trentino questo è vietato dalla legge provinciale sui referendum).
Qui allego la bozza su cui stiamo lavorando, che è l’adattamento trentino della iniziativa sudtirolese.
Chi ha qualche interesse ad ottenere strumenti perchè i cittadini abbiano più voce nelle scelte pubbliche, è invitato. A qualunque orientamento o non-orientamento politico appartenga. Vogliamo che venga tolto il quorum ai referendum, che siano introdotti strumenti di democrazia diretta funzionanti, che venga introdotta la revoca degli eletti.
Vieni anche tu.
Centro per la Pace – Via Vicenza 5 – Rovereto (TN) – Giovedì 12-01-12 ore 18.30
di Paolo Michelotto
non sono pazzo, ma oggi avevo alcune ore a disposizione e mi sono dedicato a riflettere sulla Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia nel Trentino.
Ci siamo ritrovati il 30 dicembre a una cena con altri che vogliono fare questo percorso, tra cui Alex, Francesca, Gianni, Riccardo, Cristiano, Maria e Ilario. Avevamo pensato di partire dalla proposta di legge scritta dal gruppo di Bolzano “Iniziativa Più Democrazia” perchè è una proposta di legge scritta molto bene, con l’ausilio di esperti. Ovviamente facendo delle modifiche per introdurre temi importanti per noi come il quorum zero, la revoca degli eletti, il numero max di mandati e rendendola “trentina”.
Alex nei giorni scorsi aveva creato un documento condiviso con il testo italiano della proposta sudtirolese. E mettendo alcune sue considerazioni. Io oggi l’ho suddivisa in tre colonne e in blocchi per ogni articolo. Così su una colonna c’è la versione originale, sulla seconda la mia “Trentinizzazione”, e sulla terza colonna lo spazio per i commenti.
E poi l’ho congelata nella prima versione 01 che si trova qui (può essere di esempio anche fuori dal trentino):
iniziativa PAT quorum zero e più democrazia 01
La base sudtirolese è molto bella. Si vede che è scritta dai cittadini per i cittadini. Bella la parte in cui autenticatori sono i cittadini che ne fanno richiesta dai sindaci e il fatto che se non si riesce a raccogliere un numero adeguato di firme per il referendum si può convertire il quesito in iniziativa popolare e se non si supera anche quel numero di firme può essere convertito in petizione e così non si perde la fatica della raccolta firme, sia se ha grande riscontro che piccolo.
Ovvio è solo la prima versione. Aspetto commenti e migliorie. Ma bisognava partire da qualche parte…
Nei giorni scorsi abbiamo scoperto che non possiamo fare il referendum abrogativo sul quorum. Ok, ma se imitassimo gli amici della Valle D’Aosta e della Puglia?
Fanno un referendum sugli inceneritori.
Se ne era già parlato in passato, ma la situazione oggi con i referendum già in atto sulla comunità di valle è cambiata. Si potrebbe passare il quorum.
Inoltre su suggerimento di Fabio Z. da Vicenza, perchè non usiamo il referendum consultivo?
E’ vero che esso non ha potere vincolante, ma immaginate se più del 50% degli elettori va a dire di togliere il quorum, con quale faccia il Consiglio Provinciale potrebbe far finta di niente?
Per cui la proposta è questa, procedere con:
1 – proposta di legge dd presentata dal consigliere provinciale Bombarda
2 – iniziativa di legge provinciale Quorum Zero e Più Democrazia
3 – referendum consultivo Quorum Zero e Più Democrazia
4 – referendum propositivo Raccolta Differenziata Spinta – Non Inceneritori
5 – iniziativa nazionale Quorum Zero e Più Democrazia
E ciascuno nel proprio comune:
iniziativa comunale Trento Quorum Zero e Più Democrazia
iniziativa comunale Rovereto Quorum Zero e Più Democrazia
Sono 5 firme e sembrano tante. Ma in Sardegna hanno raccolto 30.000 firme in meno di un mese su 10 quesiti.
Edit del 02-01-12
Come ha segnalato Alex, il referendum consultivo non è attivabile dai cittadini.
Io davo per scontato che lo fosse, perchè se un referendum non è attivabile dai cittadini tecnicamente non è un referendum, ma un plebiscito.
Ma i nostri rappresentanti provinciali sono riusciti anche a fare questo…
Paolo
commento di Alex:
Ciao, purtroppo a livello provinciale la legge 3 del 5 marzo 2003 prevede che il referendum consultivo nella Provincia di Trento possa essere promosso solo da soggetti che legati solo indirettamente al corpo elettorale.
Art. 17
Promotori del referendum consultivo
1. Sulle questioni indicate all’articolo 1 è indetto referendum consultivo quando è
richiesto:
a) dal Consiglio provinciale, con deliberazione assunta a maggioranza dei suoi
componenti;
b) da almeno dieci consigli comunali, che rappresentino almeno il cinque per cento dei
residenti nella provincia di Trento;
c) dalla Giunta provinciale;
d) dal Consiglio delle autonomie, se costituito.
E’ evidente come i rappresentanti politici con questa norma si siano tutelati dalle proposte provenienti dal corpo elettorale.
di Paolo Michelotto
dopo l’incontro del 13 dicembre 2011, visto che c’era un concreto interesse da parte della trentina di presenti, è stato deciso di costruire un googlegroup per tenerci in contatto facilmente. Chi vuole essere iscritto a questo gruppo di discussione ed essere al corrente di tutto il percorso che faremo, scriva a Alex Marini l’amministratore del gruppo, a questo indirizzo alex.marini1977chiocciolagmail.com (mettendo @ al posto della parola chiocciola).
Inoltre Alex ha creato il forum Legge Democrazia Diretta Trentino
Qui anche tu puoi aggiungere le tue idee che vorresti vedere scritte nella legge della democrazia diretta.
Il forum è stato attivato oggi, ed ha appunto una sezione dedicata al brainstorming di idee, qui:
Dopo che avremo raccolto le idee, le metteremo al voto. Le proposte più votate entreranno nella proposta di legge sulla democrazia diretta che stiamo elaborando. Proviamo tutti a collaborare.
Nei prossimi giorni probabilmente nascerà anche un blog che diventerà un po’ il diario di questo percorso. Se il percorso non è troppo lungo, si potrebbe realizzare qualche sinergia con altre iniziative per la democrazia diretta nazionali (la iniziativa quorum zero e più democrazia parte a breve) e l’analoga iniziativa comunale (sia a Trento che a Rovereto vogliamo far partire una iniziativa per la democrazia diretta a livello locale). Raccogliere le firme contemporaneamente, sarebbe un grande risparmio energetico e si otterrebbero risultati migliori.
di Paolo Michelotto
martedì si preannuncia essere un buon inizio per un percorso serio per ottenere migliori strumenti di democrazia diretta. L’Adige ha gentilmente riportato la notizia dell’incontro, ecco il riquadro dedicato (che mi ha mandato Alex Marini):
Su invito di Alex martedì sarà presente anche Stephan Lausch che è il coordinatore di Iniziativa Più Democrazia che da 16 anni sta portando avanti la richiesta di avere maggiori strumenti di democrazia diretta nel Sudtirol e che proprio in questi giorni vede la sua proposta dibattuta in consiglio provinciale.
Così ci potrà raccontare il loro percorso e se vorremo, darci qualche consiglio per intraprendere il nostro e per evitare errori.
Sembra che ci sia un altro consigliere provinciale interessato alla proposta di legge sulla democrazia diretta. Ho chiesto a Roberto Bombarda di invitarlo a partecipare all’incontro di martedì.
Ieri ci siamo trovati a un incontro su skype a tre, Alex Marini, Roberto Bombarda e io. Era la prima volta che ci confrontavamo su questa idea. Fino a ieri non avevo mai parlato con Roberto Bombarda. Fino a qualche settimana fa non conoscevo Alex Marini e lui non conosceva Roberto, se non con qualche scambio di opinioni su internet.
Con il permesso di entrambi e nello spirito di massima trasparenza e chiarezza, riporto i contenuti della nostra conversazione. Ci siamo chiariti parecchie cose. A Roberto non importa apparire come partecipante o promotore dell’iniziativa popolare. Anzi è un po’ dubbioso che se il suo nome appare, magari possa allontanare gruppi politici o altri movimenti. Io ho chiarito a lui che dal mio punto di vista di cittadino, non ho nessun problema se lui guadagnasse in visibilità se in cambio ottenessi con più facilità questi strumenti. E poi fin da subito siamo aperti a qualunque gruppo partitico, civico e movimento e a qualsiasi cittadino di buona volontà. Ma lui ha chiarito che questo percorso lo sta facendo perchè ci crede. A fine mandato non proseguirà con l’impegno in provincia, perchè vuole tornare ad esercitare il suo lavoro. Siamo d’accordo su molti punti, sull’abolizione del quorum, sul limite dei mandati, sul referendum confermativo etc. Lui per esempio ha già fatto anche la proposta di legge per l’abolizione del vitalizio e della diaria dei consiglieri. Vorremmo tutti, Roberto, Alex e io sperimentare il sistema del sorteggio come era nell’antica Atene, o nel British Columbia, o in Australia o a Capannori (LU). E studiare il referendum finanziario e quello di bilancio presente in molti cantoni svizzeri. Inoltre siamo d’accordo sulla revoca degli eletti. Pensavamo tutti e tre che per ragioni di praticità e di economia di tempi potremmo tenere come esempio la legge proposta dall’Iniziativa Più Democrazia di Bolzano, che è molto molto dettagliata e ben ponderata e che riporto qui e fare ad essa aggiunte e modifiche:
Volksinitiative07_Besseres_Gesetz_zur_DD_eingereichte_Fassung20.12.06
E tener presente la legge sulla partecipazione fatta nella Regione Toscana e che riporto qui:
legge partecipazione regione toscana
Un interessante libro sull’uso del sorteggio in politica è questo (putroppo solo in Inglese)
random selection in politics (2819)Roberto ha anche chiarito la possibile utilità del fatto che lui presenti una proposta di legge sullo stesso argomento dell’iniziativa. L’utilità è dovuta al fatto che in provincia esiste il principio della programmazione. I capigruppo nella conferenza dei capigruppo, decidono l’ordine del giorno delle commissioni. Se lui presenta una legge sulla democrazia diretta, poi si ha il “trascinamento” dei disegni di legge o delle iniziative simili nella discussione. Quindi in tempi rapidi l’iniziativa in questo modo potrebbe essere discussa.
Inoltre la provincia dispone di giuristi che possono aiutare nella formulazione delle proposte di legge e anche nella formulazione delle inziative. Di cui anche noi cittadini possiamo avvalerci.
Infine un ulteriore punto che volevamo chiarire. Alex Marini (sociologo ed appassionato di partecipazione, di democrazia diretta e di sorteggio dei rappresentanti) ha ricevuto incarico da Roberto Bombarda, per la durata di 3 mesi. Sarà retribuito per lavorare a questo progetto (anche se non in esclusiva). Quindi può impegnarsi quasi a tempo pieno a questo percorso. Io vedo questo fatto come un enorme vantaggio per tutto il percorso. Pensando al tempo necessario per contattare gli interessanti, per andare dai giuristi, negli uffici della provincia, etc che normalmente bisogna svolgere in preparazione di una iniziativa. Quindi io cittadino sono contento che una parte delle mie tasse vada a retribuire una persona competente ed appassionata che potrà così dedicarsi quasi a tempo pieno a tentare di realizzare una legge che poi mi permetterà di avere voce nelle scelte dell’ambiente in cui vivo. Spero che questo mio pensiero sia condiviso anche dagli altri che saranno presenti martedì. Tutti e tre ci tenevamo che fosse una cosa chiara e trasparente a tutti.
Martedì faremo una trasmissione video in streaming in diretta sul blog www.paolomichelotto.it dalle 20,30 circa e poi creeremo una pagina di testo su cui scriveremo gli appunti in diretta di ciò che si discuterà durante la serata. Disponibile in tempo reale su questo blog.
Edit: dopo aver scritto questo articolo Roberto Bombarda mi ha precisato: ” io ed Alex ci conosciamo da alcuni anni, fin dalla sua tesi di laurea. Poi lui se n’è andato un po’ in giro per il mondo e ci siamo ritrovati, tra l’altro con le stesse idee, solo da poco tempo.”
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