di Paolo
sicuramente per il neo ministro della democrazia diretta Riccardo Fraccaro, la vita non dev’essere facile all’interno del suo palazzo. Per cui riuscire a realizzare un primo passo, a costo zero, in direzione di quello che sarà il suo percorso di 5 anni è stato un fatto importante, significativo e molto più importante di quello che appare.
Ora per raccogliere firme per i referendum non occorreranno più costosi bolli che rappresentavano una vera e propria tassa sulla democrazia, particolarmente odiosa perchè i comitati referendari dei cittadini sono per definizione sempre a corto di fondi.
Ulteriore passo ora è quello di permettere di raccogliere firme seguendo il modello svizzero e californiano, ossia senza bisogno di pubblici ufficiali al seguito, ma semplicemente compilando un modulo, che in Svizzera può essere addirittura stampato nei giornali, compilato con la propria firma e quella dei propri amici ed inviato al comitato referendario. Altro passo poi sarà adottare il sistema utilizzato per l’iniziativa dei cittadini europei, per cui basta compilare un modulo online nel sito del parlamento europeo dedicato alla specifica iniziativa, con le informazioni della propria carta d’identità, per aggiungere legalmente la propria firma ad una iniziativa in corso, che se supera il milione di firme viene discussa nel parlamento europeo.
Quindi seguiamo l’esempio Svizzero, Californiano e dell’Unione Europea e introduciamo questi nuovi sistemi per raccogliere firme in maniera efficace, legale, economica e democratica.
Qui il documento dell’Agenzia delle Entrate che chiarisce che non sarà più necessario pagare il bollo.
Usa termini legali ma è interessante capire come questo provvedimento in realtà era molto semplice e immediato, non occorreva fare una legge o un decreto, bastava solo la buona volontà politica. Che ora finalmente c’è.
Ecco quanto scrive il Ministro Fraccaro nel presentare la proposta:
di Riccardo Fraccaro, ministro dei rapporti con il Parlamento e della democrazia diretta
Ciao a tutti. Oggi sono felice di darvi una bellissima notizia: ho deciso di abolire la tassa sulla democrazia. Molti di voi organizzano banchetti per la raccolta di firme a sostegno di referendum, petizioni o leggi popolari. È un impegno che serve a favorire la partecipazione e andrebbe incoraggiato. Invece per queste attività è previsto il pagamento di un’imposta di bollo per occupazione di suolo pubblico.
È un tributo che si paga in tantissimi Comuni e spesso viene applicato sia sull’istanza che sulla autorizzazione ai banchetti. Una tassa a carico dei cittadini che arriva fino a 32 euro a richiesta solo per poter partecipare alla vita politica e alla formazione delle decisioni pubbliche.
È una grave ingiustizia, un paradosso inaccettabile che ho deciso di sanare. Ho voluto che il mio primo atto ufficiale da ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta fosse quello di cancellare l’imposta sulla raccolta firme per dare un segnale chiaro. Abbiamo il dovere di incentivare la partecipazione, rendendola sempre più semplice, accessibile ed efficace perché solo così possiamo migliorare la nostra comunità.
Per questo ho interpellato l’Agenzia delle entrate in merito all’ambigua interpretazione da parte delle amministrazioni locali della legge in materia. Ho chiesto espressamente di stabilire, una volta per tutte, che gli strumenti di democrazia diretta siano esenti da imposta. Da oggi questa tassa che esisteva per ogni richiesta di raccolta firme non si pagherà più. Abbiamo azzerare i costi a carico dei cittadini per presentare referendum, leggi di iniziativa popolare, istanze e petizioni.
Da oggi sarà più facile esprimere e veder rispettata la volontà popolare: è questo il cambiamento che il MoVimento 5 Stelle ha portato al Governo. Tutto attraverso l’opzione zero, cioè senza nemmeno ricorrere ad una nuova legge ma con un semplice atto interno.
Con la nostra rivoluzione gentile vogliamo semplificare e migliorare la qualità della vita dei cittadini con atti concreti, a partire dall’aspetto più fondamentale di tutti: il libero esercizio dei diritti democratici. La democrazia si può rigenerare solo valorizzando la partecipazione, affrancandola da costi e adempimenti che ne scoraggiano l’esercizio.
Altri hanno cercato di frenare le iniziative democratiche dal basso, inasprendo gli obblighi per far valere i propri diritti e ostacolando in ogni modo la partecipazione.
Noi invece vogliamo che i cittadini siano liberi di partecipare alla vita democratica del Paese, liberi di decidere direttamente del proprio futuro, liberi di esprimere la propria visione della comunità senza dover pagare per questo. Da oggi c’è una tassa in meno per tutti i cittadini che vogliono partecipare. Per noi la democrazia non ha prezzo. Benvenuti nella Terza Repubblica.
Di Paolo Michelotto
ho enorme stima del nuovo ministro della Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro, che reputo molto competente sull’argomento e soprattutto sinceramente motivato a introdurre gli strumenti di cui parla. È un momento storico, sottostimato da chi non conosce le potenzialità che la democrazia diretta ha di far crescere umanamente, culturalmente ed economicamente un paese e che credevo avrei visto molto più in là negli anni, per cui non posso che ringraziare chi ci ha creduto ed ha continuato a lottare su questi temi.
Qui un intervento di qualche anno fa, quando Riccardo Fraccaro era un semplice deputato.
Ecco alcune idee che propongo, per iniziare (oltre a quelle di introdurre il referendum propositivo e abrogativo senza quorum, come già stabilito nel Programma del Cambiamento):
di Paolo Michelotto
il portavoce deputato del m5s Riccardo Fraccaro siede nella prima commissione affari istituzionali, quella che in teoria si occupa delle riforme della costituzione (in realtà tutto è già stato deciso fuori, e li fingono di vagliare e di ascoltare esperti). Sono stato un pomeriggio in quella commissione, per parlare 10 minuti di democrazia diretta, 1 mese fa. Nei giorni scorsi Fraccaro ha pronunciato questo intervento nella seduta plenaria. Immagino che l’aula fosse vuota ed è un peccato. Questo testo ha un valore storico e di testimonianza morale altissima. Mi sono commosso. Ho sentito la passione di una persona vera che racconta come persone attente solo al loro rendiconto personale ci stanno distruggendo la democrazia che abbiamo, dove un capo deciderà tutto, dalle tasse alla guerra, anche con una percentuale del 20%. Un cittadino che ha studiato e si è appassionato alle migliori ricerche sociologiche al mondo che dimostrano che implementare gli strumenti di democrazia diretta (quorum zero, ref. propositivo) porta maggiore felicità e ricchezza e speranza tra i cittadini. Un cittadino che promette che la sua battaglia e quella dei suoi colleghi sarà dura, durissima, che farà tutto quello che è nel suo potere e anche di più, per far in modo che non ci tolgano quel poco che i nostri genitori e nonni hanno ottenuto. E il suo appello perchè anche noi fuori facciamo la nostra parte.
Facciamo ascoltare le sue parole a tutte le persone che hanno a cuore il bene comune. Prima che sia troppo tardi.
di Paolo Michelotto
con grande piacere riporto l’articolo apparso sul sito www.riccardofraccaro.it . Il portavoce Riccardo Fraccaro (M5S) ha spiegato in Commissione Affari istituzionali della Camera il suo emendamento in cui chiede di togliere il quorum dai referendum.La democrazia diretta continua a bussare in parlamento. I cittadini verranno ascoltati?
Dal blog www.riccardofraccaro.it
L’abolizione del quorum è il primo passo indispensabile per consentire ai cittadini di concorrere attivamente al processo decisionale democratico. Con l’abolizione del quorum si avrebbe il sicuro effetto di vedere sbocciare la democrazia diretta accanto a quella rappresentativa determinando l’indispensabile evoluzione verso la democrazia integrale. Il 5 dicembre sono intervenuto in commissione affari costituzionali per illustrare un mio emendamento alla proposta di legge di riforma istituzionale per l’eliminazione del quorum di partecipazione nei referendum. Nell’intervento ho illustrato come l’emendamento sia stato il frutto della proposta dell’iniziativa popolare «Quorum zero, più democrazia»presentata in Parlamento da 50 mila elettori ed ho rilevato le ragioni a sostegno dell’azzeramento del quorum, la cui azione è giustificata dal fatto che i cittadini che si disinteressano dei contenuti delle proposte referendarie e che non si recano ad esprimere il proprio voto condizionano l’esito dei referendum. Ho articolato le 13 ragioni per le quali il quorum è un evidente snaturamento dell’istituto referendario ispirandomi alla sintesi di Paolo Michelotto sulla pubblicazione “Vivere meglio con più democrazia”.
Le ragioni del NO:
1. I sostenitori del No vincono facilmente
2. I sostenitori del Sì partono già svantaggiati
3. Bastone tra le ruote della democrazia
4. Meno dibattito e meno informazione
5. Premio a chi non partecipa
6. Non c’è più il segreto del voto
7. Allontanamento delle persone dal voto
8. Se il quorum valesse anche nelle elezioni, molte sarebbero state invalidate
9. La Costituzione permette referendum locali senza quorum
10. I cittadini non vogliono il quorum
11. Distruzione della fiducia dei cittadini nello strumento del referendum
12. Potere sproporzionato di piccoli partiti
13. Evoluzione verso una piena democrazia
di Paolo Michelotto
non è uno scherzo. Il lunedì 20 ottobre 2014 sono stato ascoltato insieme ad altri 12 esperti su approfondimenti riguardanti la modifica della Costituzione che dovrà essere discussa a breve alla Camera, dopo essere già stata approvata in Senato.
Questo il video, realizzato prendendo la diretta web realizzata dalla camera, e aggiungendo le immagini della presentazione per rendere più chiaro ciò di cui parlavo.
Io naturalmente ho parlato di democrazia diretta. Ero stato preavvisato 2-3 settimane prima che il deputato Riccardo Fraccaro del M5S mi aveva proposto in qualità di suo “esperto” sulle modifiche della Costituzione. Ed avevo dato la mia disponibilità di massima. Poi giovedì 16 ottobre sono stato chiamato dal segretario della commissione per dirmi che mi aspettavano lunedì 20 ottobre. Essendo il mio giorno libero dal lavoro, ho accettato e a mie spese ho fatto 1000 km e sono andato a Roma per parlare di democrazia diretta 10 minuti davanti alla 1^ Commissione, quella competente sulle modifiche alla Costituzione.
I membri presenti erano veramente pochi, forse 1/3 di quelli ufficiali. L’interesse su questo argomento non mi è stato manifestato in nessun modo, tranne che dal deputato del M5S Riccardo Fraccaro, che mi aveva invitato e che mi ha fatto l’unica domanda.
Alcuni degli altri esperti presenti erano molto interessati. Comunque positivo che qualche informazione dettagliata su referendum propositivo, quorum, revoca siano entrate in Commissione. Certo il tema avrebbe richiesto qualche giornata di discussione e non solo 10 minuti.
Servirà? Vedremo. Intanto un altro piccolissimo passo l’abbiamo fatto.
In Svizzera dopo 2 anni che viene depositata una iniziativa in parlamento, si sarebbe già arrivati al voto popolare.
Ma loro hanno iniziato 150 anni prima di noi. Ci arriveremo anche noi, e forse non servirà così tanto tempo…
Questo il file della presentazione utilizzata (che è una sintesi di quelle che di solito faccio negli incontri con i cittadini):
Un grande grazie a Riccardo Fraccaro, deputato del M5S per aver permesso alla democrazia diretta di affacciarsi in 1^ Commissione.
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