di Paolo Michelotto
nell’ultimo incontro skype, molto numeroso, c’erano difficoltà tecniche non indifferenti. Quindi alla fine abbiamo deciso di rinviare ogni dcisione all’incontro del 3 ottobre a Rovereto dalle 10,30 alle 17.30 in luogo che verrà comunicato nei prossimi giorni. Abbiamo anche stabilito di scrivere la bozza 008 in cui fosse formulato meglio il percorso finora effettuato, gli articoli in cui tutti siamo d’accordo e quelli ancora da discutere.
Ecco la bozza nel formato rtf, doc e pdf per soddisfare tutti i palati. Se in rtf e doc vi si apre stranamente formattato, quello che fa fede è la versione pdf.
All’incontro del 3 ottobre sono invitati tutti coloro seriamente interessati alla democrazia. Unico requisito un’attenta lettura della bozza 008 e della proposta di legge Peterlini, su cui molto della bozza 008 si basa.
qui la bozza 008 messa in forma estesa: (continua…)
di Paolo Michelotto
il 19 settembre 2011 ci siamo ritrovati su skype dalle 20,30 alle 22,30 e abbiamo continuato l’esame della bozza degli articoli da inserire nella inziativa di legge popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di DD. Questi incontri sono estremamente interessanti dal mio punto di vista, perchè ogni volta arriviamo ognuno con idee diverse e poi dopo la discussione giungiamo ad una sintesi che è sempre migliore delle singole partenze. Una dimostrazione continua che l’intelligenza collettiva è migliore di quella del più illuminato singolo.
Gli articoli 67, 69 e 70 rimangono gli stessi scritti le volte precedenti.
Ieri abbiamo toccato l’art. 71.
Articolo nella costituzione in vigore
Art. 71.
L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.
Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.
Diventa:
Art. 71. – L’iniziativa delle leggi appartiene ai cittadini elettori, a ciascun membro delle Camere, al Governo ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.
I cittadini elettori esercitano l’iniziativa delle leggi mediante la proposta di un progetto redatto in articoli secondo le modalità previste dall’art. xx (quello che descrive l’iniziativa, probabilmente il 74 bis, ma verrà deciso in futuro).
Poi abbiamo formulato l’art. 74 ter che in precedenza chiamavamo art. 71 bis. Ci siamo accorti che la sua posizione ideale nella costituzione non è dopo l’art. 71 esistente, ma probabilmente, ma verà deciso nella prossima riunione dopo l’art. 74. E quindi l’abbiamo chiamato provvisoriamente 74 ter.
La numerazione sarà comunque sistemata una volta scritti tutti gli articoli da modificare.
Articolo nuovo
Verrà inserito dopo l’art. che discute l’iniziativa popolare probabilmente si chiamerà 74 ter
art 74 ter
La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge popolare a livello locale o nazionale, può avvenire su supporto cartaceo e/od elettronico-informatico.
ed infine hanno definito anche l’art. 74 quater (che per le stesse ragione di sopra, finora avevamo chiamato 71 ter):
Articolo nuovo
probabilmente si chiamerà 74 quater (deve venire dopo l’art. della iniziativa popolare)
art. 74 quater
Gli strumenti di democrazia diretta sono applicabili a tutta la materia legislativa già di competenza dei rappresentanti eletti dal popolo e non possono in alcun caso confliggere né con le disposizioni inderogabili del diritto internazionale, né con i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, né con il dettato della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Ciascuna proposta di legge o di referendum deve rispettare il principio dell’unità della forma e della materia.
Chi vuole partecipare può farlo, basta che mi invii il suo nome skype al mio indirizzo paolorove@gmail.com
Qui c’è l’attuale costituzione esistente:
http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html
Questa la bozza della legge di iniziativa popolare versione 007 con le modifiche fatte fino al 19-09-11 negli incontri e sul forum, formato ppt:
Qui la stessa versione 007 in formato pdf
Qui il forum in cui stiamo discutendo questa legge:
http://quorum.forumattivo.it/f11-fase-4-dalle-idee-al-testo-finale
di Paolo Michelotto
il percorso procede. La riunione skype tra chi era interessato, ieri è stata molto profiqua. Abbiamo discusso di come procedere, del fatto che alla fine tutto dovrà essere approvato da una assemblea plenaria aperta a tutti gli interessati, abbiamo fissato le prossime riunioni su skype e dal vivo ed abbiamo esaminato alcuni articoli della bozza.
Ma andiamo per ordine:
1. abbiamo deciso che i presenti ad ogni riunione possono decidere ogni volta su quanto fatto. Per cui anche su articoli “esaminati” nel passato possiamo fare proposte e se tutti d’accordo variare la forma del testo. Ogni volta partendo dall’ultima versione del testo. Quindi non esistono articoli “deliberati” ed immutabili, tutto è discutibile finchè non arriveremo all’ultimo incontro dal vivo dove voteremo articolo per articolo la forma da tenere.
2. prossimi due riunioni su skype sono lunedì 19 settembre 2011 ore 20,30 e martedì 27 settembre 2011 ore 20,30. Chi vuole partecipare può farlo liberamente. I requisiti sono: avere skype installato sul proprio pc, una cuffia e microfono, comunicare il nome skype a me (paolo) scrivendo a paolorove@gmail.com, così verrà invitato alla riunione il giorno stabilito.
3. prossima riunione dal vivo sarà lunedì 3 ottobre 2011 ore 10,30 a Rovereto in una sala che comunicheremo nei prossimi giorni.
4. abbiamo messo in forma migliore l’art. 67 dove prima diceva “…l’1% dell’insieme nazionale…” abbiamo scritto “… l’1% dell’intero corpo elettorale nazionale…”
5. abbiamo modificato l’art. 69. Nella versione 005 avevamo scritto “Art. 69. I membri del Parlamento ricevono un’indennità determinata dai cittadini al momento del voto in un intervallo compreso tra il – 50% e il + 50% della media europea.” abbiamo pensato di scollegare l’indennità dalla media europea e invece paragonarla al reddito medio italiano e così è diventata nella versione 006 : “Art. 69. I membri del Parlamento ricevono un’indennità determinata dai cittadini al momento del voto scelta tra i multipli da 1 a 10 del reddito medio pro capite dei cittadini italiani.”
6. l’art. 70 nella versione 005 era: “Art. 70. – La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere e dal popolo sovrano ogni volta che almeno il 2% di elettori ne faccia richiesta.” abbiamo pensato di togliere la percentuale del 2% perchè in realtà essa varia per l’iniziativa e per il referendum opzionale. Quindi il testo diventa nella versione 006: “Art. 70. – La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere o dal popolo sovrano ogni qualvolta ne faccia richiesta un numero di elettori stabilito dagli articoli successivi della Costituzione.”
Questo il testo 006 nel formato ppt e pdf
Qui il forum in cui stiamo discutendo la forma finale della legge e in cui puoi scrivere anche tu la tua opinione.
http://quorum.forumattivo.it/f11-fase-4-dalle-idee-al-testo-finale
di Paolo Michelotto
in preparazione dell’incontro del 5 settembre a Bolzano nella sede di Più Democrazia e con gli amici interessati, ho condensato in questa presentazione slide il percorso fatto finora e il testo finora emerso dalle discussioni e presente nel forum:
Qui la presentazione con la bozza 004
di Paolo
poichè chi desidera partecipare alla riunione skype ha scelto a maggioranza giovedì 18 e venerdì 19 agosto, facciamo la riunione il venerdì 19 agosto ore 21.00 così intanto abbiamo tempo di guardare le proposte emerse sul forum qui:
http://quorum.forumattivo.it/f11-fase-4-dalle-idee-al-testo-finale
Chi vuole aggiungersi, è benvenuto. Basta andare qui e scrivere il proprio nominativo e nome skype
di Paolo Michelotto
ho ricevuto un aggiornamento dagli amici di Formigine (MO). Hanno incontrato il difensore civico Giuseppe Ferorelli (nella foto). Ecco l’email di Rocco:
Ciao Paolo,
oggi come detto siamo andati dal Difensore Civico.
L’incontro è stato diciamo più che altro un pro forma per ufficializzare e comunicare al Sindaco di Formigine che siamo decisi a raggiungere il nostro obiettivo.
Nel pomeriggio il Difensore ci ha detto che avrebbe mandato una lettere di sollecito affinchè il Consiglio Comunale si attivi e metta in agenda il punto del “Regolamento per il Referendum”.
Il punto è… ok lo metteranno senz’altro in agenda… ma come convincerli o attivarsi affinchè il “Regolamento” che definiranno NON sia come sempre volto ad auto tutelare il potere di chi governa i Comuni escludendo i Cittadini?.
Grazie per il prezioso supporto.
Allego bozza definitiva che proporremo a Formigine (e con le opportune modifiche nei comuni limitrofi).
Se reputi che possa servire da esempio fanne pure l’uso che meglio credi.
Rocco ed i ragazzi di Formigine
Ecco il regolamento per i referendum proposto a Formigine:
FORMIGINE – Bozza_Regolamento_Referendum Versione 2.0 20072011
Questa la mia email di risposta:
Il modo è il solito, trasformando questa vostra esigenza di 15 persone in esigenza di 5000 persone.
Un percorso possibile è quello che avete già pensato di realizzare, ossia una iniziativa popolare, che chieda i referendum propositivi e abrogativi senza quorum e raccogliere molte firme, anche più del necessario.
Contemporaneamente alla stessa iniziativa per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta, che porteremo avanti a livello nazionale.
di Paolo Michelotto
da più di un mese stiamo discutendo e ci stiamo impegnando a realizzare la legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare la democrazia diretta. Ma poi, dopo avere scritto la versione definitiva e aver raccolto le firme e aver depositato il tutto nel parlamento, cosa succede?
Praticamente nulla. Ecco cosa dice il Sen Carlo Vizzini, presidente della 1° Commissione permanente affari costituzionali legislatura XVI.
E allora perchè proseguire?
1. perchè non sempre nella storia le cose proseguono nelle maniere previste e con tempi costanti. E a volte essere al posto giusto nel momento giusto con una proposta di legge già firmata e depositata, magari in un periodo di turbolenza politica o finanziaria, può farla diventare realtà. L’Argentina, l’Islanda, la Bolivia e molti altri paesi ci mostrano che a volte le speranze più impossibili diventano realtà quando meno lo si aspetta. E l’Italia nei prossimi mesi vivrà momenti drammatici, con esigenze drammatiche. Se ci fossero delle proposte già ben chiare e delineate, delle vie di uscita verso una situazione di speranza, potrebbero essere intraprese.
2. perchè se raccogliamo tante firme più delle 50.000 previste, immaginiamo e non è impossibile, dato il clima politico, qualche milione, farebbero molta più fatica ad ignorare noi cittadini
3. perchè intanto introduciamo nell’agenda politica di questo parlamento e dei partiti italiani che sosterranno questa legge i temi della democrazia diretta, dell’abolizione del quorum, della revoca degli eletti.
4. perchè così ci contiamo e creiamo rete tra noi cittadini.
5. perchè come disse Martin Luther King “I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci.”
Ricordo che la prossima riunione skype aperta a tutti coloro sono interessati a discutere i contenuti della legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta sarà dopo il 15 agosto 2011. Qui puoi indicare la tua presenza e la preferenza per la data esatta.
http://doodle.com/fq8fsuq662rpnv2k
Ricordati di indicare il tuo nome skype nei commenti del sondaggio doodle, altrimenti non sarai chiamata/o.
di Paolo Michelotto
riporto qui come aggiornamento cosa sta succedendo a Morciano (RN). Non c’è il regolamento dei referendum, da parecchi anni. Da alcuni anni gli amici di “Morciano in Comune” hanno prima richiesto amichevolmente che il Consiglio Comunale provvedesse. Poi durante un Consiglio Comunale Aperto lo hanno richiesto ufficialmente e presentato anche un esempio di Regolamento completo, rifiutato sdegnosamente dagli amministratori, perchè era una cosa di loro competenza, e non di cittadini “comuni” anche se si erano avvalsi della consulenza di un valente avvocato. Passato un anno, il gruppo di cittadini si è rivolto il 21 giugno 2011 al Difensore Civico. Ora aspetteranno il 21 luglio 2011 per vedere cosa verrà risposto alla sollecitazione del Difensore Civico inviata agli amministratori. Sembra che gli amministratori e non solo a Morciano, abbiano paura della democrazia e dei cittadini.
Riporto qui l’email inviata dall’amico Fabio Bartolini di Morciano.
Ciao Paolo, ti aggiorno da Morciano per quanto riguarda lo stato dell’istanza presentata al Difensore civico regionale per veder finalmente regolamentato a Morciano l’istituto referendario. Ho raggiunto personalmente colui che segue per conto del difensore la nostra pratica e questi mi ha dato lettura della lettera inviata al municipio laddove si ‘ invitava’ Sindaco e Consiglio a provvedere . La lettera e’ stata trasmessa il 21 Giugno ed ancora nota in risposta da parte del Municipio non e’ pervenuta; attendiamo il 21 del corrente mese (30gg) per sapere quali altri azioni intraprendera’ il Difensore civico. Al momento non ho altre notizie. Attendiamo tale ultima data per poi inviare ufficiale richiesta a tutti gli altre 26 Comuni della Provincia di Rimini perche’ regolamentino gli istituti della partecipazione. Un caro saluto. Fabio
di Paolo Michelotto
Roberto Brambilla (consigliere di lista civica) mi ha inviato il testo esatto della mozione che lui ha presentato in Consiglio Comunale di Concorezzo (MB) il 25 maggio 2011. E che riporto qui in allegato e in esteso.
È stata scritta in collaborazione con Dario Rinco ed è un buon esempio anche per altri comuni italiani. Era stata anche inserita nel libro “Vivere meglio con Più Democrazia” che si può scaricare qui.
Finora non è stata minimamente presa in esame dal consiglio comunale, per cui Roberto sta pensando di percorrere altre strade, visto che il Regolamento sui Referendum manca da 10 anni e si potrebbe configurare il reato di Omissione d’Atti d’Ufficio. Ma mi aggiornerà presto sulle decisioni prese. Tra le altre cose sostiene con forza l’idea di fare una legge di iniziativa popolare nazionale per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta e non esclude di portare avanti una iniziativa analoga a livello locale nel suo comune, contemporaneamente.
2011-02 Bozza regolamento referendum Concorezzo vers 4
Proposta di modifica dello statuto comunale Concorezzo vers. 1.0
Ecco i testi estesi:
Proposta di cambiamento dello statuto comunale agg. 20 maggio 2011 (continua…)
di Paolo Michelotto
gli amici di M5S di Formigine e di Castelvetro e di Fiorano si stanno attivando per capire come poter togliere il quorum dai referendum comunali delle loro città. Il martedì 19 luglio hanno appuntamento con il Difensore Civico provinciale per capire come stanno esattamente le cose e come poter attivarsi.
Ecco l’email inviata da Michele di Formigine (MO), che pubblico anche qui, perchè è un esempio che qualcosa si sta muovendo e che qualcosa si può fare.
hola!
di Thomas Benedikter
Di regola gli argomenti e i risultati di votazioni referendarie in Svizzera e nel Liechtenstein in Italia vengono medialmente percepiti solo quando utilizzabili in chiave contraria alla democrazia diretta. Uno „strabismo politico“ che condanna gli svizzeri quando, dopo un lungo dibattito pubblico e un complesso percorso procedurale, vietano la costruzione di nuovi minareti, ma fa passare in sordina tante iniziative popolari tese a rafforzare i diritti di minoranze e di stranieri. Dei loro immediati vicini, il Liechtenstein, mini-stato pure dotato di un avanzato sistema di democrazia diretta, non si parla neanche. Quindi va bene far uno strappo.
Il 19 giugno scorso, comunque, in un referendum confermativo (cioè ogni legge approvata dal Parlamento può essere sottoposta a votazione popolare se lo richiedono 1000 dei 36.000 cittadini) i cittadini del Liechtenstein con una maggioranza del 70% si sono espressi a favore del rafforzamento dei diritti delle coppie omosessuali. A differenza dell’Italia a partire dal 1 settembre 2011 le coppie gay in questo stato – membro dell’ONU – potranno far registrare il loro stato civile che sarà parificato in termini fiscali, di diritto previdenziale e ereditario. Un’iniziativa popolare di nome „Vox populi“ aveva impugnata la relativa legge, approvata nel marzo 2011, paventando il pericolo di un’erosione della famiglia tradizionale. I Liechtensteinesi, società piuttosto conservatrice, non hanno prestato ascolto alla „Vox populi“ e nel referendum confermativo hanno confermato la legge voluta dal Parlamento di Vaduz.
In generale l’episodio ricorda che i diritti di partecipazione diretta non vanno misurati con il metro dei risultati che producono che sempre riflettono le posizioni diffusi in una società in un determinato storico. Possono piacere o meno, ma non è certamente colpa dello specchio se riflette chi lo guarda. Ci sarà sempre un’élite che giudica „il popolo“ troppo poco maturo per poter decidere direttamente dei problemi che riguardano tutti. È importante invece concepire la democrazia diretta come una procedura necessaria per far partecipare i cittadini alle decisioni. Riconoscendo a tutti la capacità di giudizio su questioni generali iniziative popolari e referendum confermativi dovrebbero entrare nel armamentario normale di ogni democrazia moderna.
di Paolo Michelotto
alcuni neoeletti consiglieri del M5S del piemonte chiedono suggerimenti per iniziative per migliorare gli strumenti di democrazia diretta nei loro comuni. In particolare in un comune dove si sta discutendo di portare il quorum al 30%. Sarebbe un miglioramento? No, il quorum è comunque dannoso e ce lo mostra l’esperienza della Baviera. I comuni con il quorum al 20% hanno il 40% dei referendum invalidati. Ossia quasi 1 referendum su 2 viene invalidato anche con il quorum al 20%.
E la spiegazione è facile. I referendum attirano in tutto il mondo una affluenza di votanti inferiore a quella delle elezioni dei rappresentanti. Infatti si vota su un solo tema su cui ha fatto campagna uno sparuto gruppo di cittadini, mentre nelle elezioni si votano centinaia di candidati ognuno dei quali spende capitali, tempo ed energie per farsi eleggere.
Basta che in presenza del quorum del 20% lo schieramento del NO faccia appello all’astensione per avere una forte probabilità di vincere facile, facendo invalidare il risultato. 4 volte su 10 questo giochetto funziona in Baviera agli schieramenti del NO. E vincono facile risparmiando tempo, energie e i soldi della campagna del NO. Semplicemente dicono ai loro sostenitori “State a casa!”.
Ecco altre considerazioni:
1. è bene chiedere di togliere completamente il quorum, ossia di portarlo al 0%.
Il 30% è un valore troppo alto e per esempio il referendum di Vicenza del 2006 (affluenza 13%), i referendum di Rovereto del 2009 (affluenza 15%) e i referendum di Gorizia del 2011 (affluenza 25%) sarebbero comunque stati invalidati.
Generalmente nel mondo il quorum c’è ed è del 50% oppure non c’è ed è 0%.
Ma c’è un caso molto interessante, quello della Baviera, uno dei Laender più grandi, ricchi e importanti della Germania, dove i referendum comunali hanno dal 1999 un quorum che in apparenza è basso, ossia del 10 -15 – 20% a seconda della grandezza della città.
E cosa succede quando c’è questo quorum?
Riporto qui il paragrafo “Effetti del quorum” tratto dal cap. 7 “La Democrazia Diretta in Baviera” del libro “Democrazia dei Cittadini” scaricabile gratuitamente qui:
http://www.paolomichelotto.it/blog/wp-content/plugins/download-monitor/download.php?id=37
Effetti del quorum
Dal 1999, per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale Bavarese, è stato introdotto il quorum, il cui valore dipende dalla grandezza della città.
fino a 50.000 abitanti il quorum è del 20%;
dai 50.001 ai 100.000 abitanti, il quorum è del 15%;
sopra i 100.001 abitanti, il quorum è del 10%.
I quorum non esistono in Svizzera e negli USA, dove c’è una lunga tradizione di democrazia diretta. Il coinvolgimento politico dei cittadini non dovrebbe essere reso più difficile con l’imposizione del quorum. Lo scopo delle procedure di democrazia diretta, dovrebbe essere quello di incoraggiare i cittadini ad essere parte attiva nelle decisioni.
Il 15,9% dei referendum bavaresi viene annullato per mancato raggiungimento del quorum.
Se si guardano i risultati in base della grandezza della città, si vede che nelle città piccole fino a 5000 abitanti, i referendum che non raggiungono il quorum (20%) sono solo il 5,5%. Nelle città da 10.000 a 50.000 abitanti (quorum 20%) invece, il 40,5% dei referendum vengono invalidati. Nelle città da 50.000 a 100.000 abitanti la percentuale scende al 23,5% e nelle città sopra i 100.000 abitanti la percentuale scende ancora al 20%.
Quindi la situazione è particolarmente pesante nelle città medie piccole (10.000 – 50.000 abitanti), dove il 40,5 % dei referendum vengono invalidati.
2. Nel libro “Vivere meglio con più democrazia” scaricabile gratuitamente qui:
http://www.paolomichelotto.it/blog/wp-content/plugins/download-monitor/download.php?id=50
a pag. 137, si trova l’esempio del comune di Concorezzo (MI), dove il consigliere di una lista civica di minoranza, Roberto Brambilla, ha fatto una mozione per chiedere di introdurre il referendum propositivo e abrogativo senza quorum nello statuto ed ha pure proposto il regolamento attuativo per i referendum.
3. qui c’è l’esempio di quello che ha fatto Stefania Garuti, eletta con M5S a Bomporto (MO). Ha chiesto di togliere il quorum con una mozione.
4. sono disponibile per ulteriori approfondimenti. Se inoltre farete qualche mozione riguardante la democrazia diretta nei vostri comuni, mandatemi un link, che lo riporto anche nel mio blog, come esempio da studiare e da seguire per altri in Italia.
di Paolo Michelotto
gli amministratori di Morciano (RN) non vogliono realizzare il regolamento dei referendum e così impediscono ai cittadini di usufruire di questo strumento previsto dal loro stesso comune.
Cosa possono fare i cittadini per ottenere i loro diritti? Ecco l’esempio portato avanti dal Comitato Morciano in Comune:
1. partecipazione al Consiglio Comunale Aperto del 15 /04/10 e consegna di un regolamento completo, scritto gratuitamente dall’avvocato di Rimini Massimo Manduchi
2. nel giugno 2010 un sollecito a tutta l’amministrazione
3. nel dicembre 2010 un ulteriore sollecito all’amministrazione
4. una istanza al Difensore Civico dell’Emilia Romagna (Daniele Lugli – nella foto) consegnata il 01 giugno 2011
Che potete leggere, anzi che consiglio a tutti i cittadini consapevoli di leggere e di scaricarsi come esempio da seguire in tutti i comuni dove gli amministratori si ostinano a non realizzare il regolamento dei referendum.
Eccolo il documento completo, con tutti gli allegati, mandatomi dagli amici di Morciano (ho cancellato solo alcune parti con dati privati dei presentatori dell’istanza):
istanza difensore civico emilia romagna
In questo post il video della serata del Consiglio Comunale Aperto, e la proposta di regolamento dei referendum presentato dai cittadini:
Sono a questo punto molto curioso di sapere gli sviluppi della vicenda, il potere effettivo del difensore civico e se finalmente sarà disponibile il regolamento dei referendum finora negato ai cittadini di Morciano…
E gli ulteriori passi che i cittadini saranno costretti a compiere.
di Paolo Michelotto
chiarisco subito: un esempio mica tanto positivo!
Fabio Bartolini e Daniele Arduni del Comitato Morciano in Comune
http://www.morcianoincomune.it/consigli-comunali/consiglioapertodel15042010
mi hanno inviato un estratto video del primo Consiglio Comunale Aperto tenutosi il 15 aprile 2010. In quell’occasione oltre a varie richieste trattate da altri cittadini, il Comitato Morciano in Comune ha presentato una proposta di Regolamento per l’attuazione dei Referendum comunali. Che era fino a quel momento mancante. E lo è ancora oggi. E quindi ai cittadini è negato un diritto, quello di realizzare referendum comunali, previsto nel loro stesso statuto.
Interessante l’utilizzo dello strumento del Consiglio Comunale Aperto, che è presente in pochi comuni italiani, tra cui a Morciano (RN). Ma questa occasione fortemente voluta dalle associazioni dei cittadini, è stata svilita dalla risposta degli amministratori. Che si sono riservati in esclusiva il compito di redigere il regolamento dei referendum, che colpevolmente non avevano ancora scritto. E tanto hanno pensato e studiato che lo statuto non è ancora, dopo un anno dal Consiglio Comunale Aperto del 15 aprile 2010, realizzato.
Amministratori che pensano che la democrazia sia una delega in bianco data nelle loro mani ogni 5 anni e in cui i cittadini non devono immischiarsi. Vedere questo video è tristissimo per chi come noi sa come la democrazia è vissuta in molte zone del mondo, ma anche uno stimolo. Questa che vediamo oggi rappresentata a Morciano, ma in quasi tutta l’Italia, non è democrazia, ma solo la sua parvenza esterna. La democrazia vera, completa, diretta è un nostro diritto, e ovunque in Italia, come hanno fatto e stanno facendo ogni giorno gli amici di Morciano, dobbiamo riconquistarcela, riprendendocela da questa casta isolata e senza futuro, avvinghiata al potere per quanto piccolo esso sia e ai piccoli privilegi che ognuno di loro trae. Democrazia non è dare tutto il potere a 20 – 40 persone che poi decidano a nostro nome per 5 anni. Servono strumenti di democrazia diretta nelle mani dei cittadini, come in Svizzera e in Baviera e in California. Il passo più importante che dobbiamo compiere è togliere il quorum dai referendum.
Per spalancare la porta a tutte le energie che vorranno riprendersi il diritto di decidere come gestire la propria vita comune.
Ma la democrazia potrà svilupparsi solo se noi cittadini lo esigeremo con piena consapevolezza.
Questo è il regolamento dei referendum predisposto gratuitamente dall’avvocato riminese Manduchi Massimo, avanzato in Consiglio da Fabio Bartolini a nome del Comitato Morciano in Comune, più di un anno fa:”
regolamento referendum Morciano
E Fabio e gli amici del Comitato, continuano a lavorare e a battersi su questo tema. Questo è ad esempio quanto stanno programmando di fare nei prossimi mesi, da un’email di Fabio:
Presto invieremo ad ogni comune comunicazione per relizzare il censimento degli istituti di partecipazione in provincia di Rimini che presenteremo poi in autunno. Sempre entro la fine dell’anno iniziera’ il tour che tocchera’ogni comune della nostra provincia e della vicina provincia di pesaro urbino per portare più’ democrazia. Si puo’ fare. Forza Paolo. Parte del merito e’ tuo. Cari saluti. Fabio
di Paolo Michelotto
alla fine de “La Parola ai Cittadini” di Trento del 23 maggio 2011, abbiamo anche presentato le due iniziative di delibera popolare per l’abolizione del quorum e per l’abbinamento dei referendum alle votazioni nazionali ed europee. Abbiamo già iniziato a raccogliere le firme autenticate dei cittadini che erano presenti. Continueremo nei prossimi mesi. L’obbligo previsto dal regolamento degli strumenti di partecipazione del comune di Trento è quello di raccogliere 1000 firme autenticate. Se Beppe Grillo porterà avanti la proposta di referendum sui rimborsi ai partiti, effettueremo la raccolta firme assieme.
Comunque abbiamo iniziato.
Ecco i testi delle due iniziative popolari su cui stiamo raccogliendo le 100o firme:
Dario Rinco, consultando lo Statuto del suo comune nella parte riguardante i referendum e il Regolamento di Attuazione, ha scoperto una differenza notevole. Nello Statuto venivano richieste il 5% delle firme degli aventi diritto al voto per iniziare un referendum, mentre nel Regolamento venivano richieste il 10%. Inoltre nello Statuto si parlava di Referendum Consultivo e Abrogativo, nel Regolamento invece si parlava solo di Referendum Consultivo. Differenze non da poco. Comunque Dario, che abita nel Comune di Sesto San Giovanni (MI) è andato dagli amministratori a chiedere di provvedere a sistemare le cose. Dopo sei mesi di totale mancanza di ascolto e di provvedimenti, si è rivolto al Difensore Civico. Il quale ha mandato la lettera che allego agli amministratori, chiedendo che provvedano alle correzioni.
lettera difensore civico Sesto San Giovanni
Ecco quindi che anche un comune cittadino può ottenere qualcosa se si rivolge alle istituzioni giuste, in questo caso il Difensore Civico. La morale è: non lasciamo perdere quando riteniamo di avere dei diritti non rispettati e facciamoci valere. Se tutti facessimo come Dario, gli amministratori sarebbero più attenti ai loro comportamenti.
nel 2006 si è tenuto a Vicenza un referendum che chiedeva all’amministrazione di inserire gli strumenti del referendum propositivo e abrogativo con quorum al 10% nello Statuto Comunale. L’unico obbligo che aveva l’amministrazione, dopo quel voto, era di discutere in Consiglio Comunale l’argomento. Visto che era stato usato l’unico triste strumento a disposizione dei cittadini, ossia il referendum Consultivo.
Bene a distanza di 4 anni l’amministrazione non ha ancora adempiuto al suo dovere.
Ecco il testo dignitoso scritto da Annamaria Macripò, coordinatrice dell’assoc. Più Democrazia e Partecipazione a Vicenza. I cittadini mostrano dignità. Gli amministratori di Vicenza invece non ne hanno.
Convocazione I Commissione Affari Istituzionali – 5 ottobre 2010
L’ultima volta che questa commissione ha incontrato i rappresentanti del comitato referendario è stato il 23 febbraio scorso.
Oggi io sono qui in veste di presentatrice della delibera d’iniziativa popolare, presentata lo scorso 21 aprile, ma l’argomento è invariato: la realizzazione del quesito referendario tenutosi in Vicenza il 10 settembre 2006.
Cosa è cambiato in questi mesi e cosa dovrebbe cambiare affinché anche questa non sia una riunione pro-forma?
Il comitato referendario, vista l’immobilità da parte dell’amministrazione su questo argomento, che giaceva al primo posto dell’odg da ben due anni, ha ritenuto di dover utilizzare un altro strumento di partecipazione dei cittadini prevista dallo statuto per chiedere attenzione sull’argomento. Con il sostegno di altri comitati cittadini sensibili alla partecipazione, è stato dunque avviato l’iter per la proposta di delibera d’iniziativa popolare, anche a seguito di una mancata conclusione dei lavori della presente commissione che ha ritenuto di delegare alla Conferenza dei Capigruppo una qualunque decisione in merito.
Improvvisamente però la situazione si sblocca e il 6 giugno scorso i capigruppo in consiglio comunale e il sindaco pongono alla trattazione il referendum. Questa improvvisa solerzia però ha avuto come esito un ennesimo procrastinare la decisione sull’introduzione dei referendum appaltandola ai lavori di una commissione che dovrà occuparsi delle modifiche dello statuto e che, per diretta ammissione dello stesso presidente Poletto, prevedrà tempi molto lunghi, concludendo il proprio compito, nella migliore delle ipotesi, quando l’attuale amministrazione cesserà il proprio mandato. (continua…)
il 4 luglio 2010 è stata una giornata di referendum a livello del Laender della Baviera e di 25 comuni di quello stesso Laender. A livello di Laender il quorum è zero, e le regole per far partire il referendum molto complesse e difficili da ottemperare per i cittadini. Comunque la partecipazione è stata del 37,7%. A livello dei comuni la partecipazione media è stata del 33% ( a livello comunale il quorum è del 10-15% a seconda della grandezza della città). Sono numeri su cui riflettere. Questi referendum in Baviera sono stati considerati validi. Fossero avvenuti in Italia sarebbero tutti stati invalidati. A livello comunale quasi sempre in Italia il quorum è del 50%, nei comuni e provincie e regioni “illuminate” (Ferrara, Bressanone, Bolzano) si arriva al 40%, in Toscana a livello regionale si arriva al 50% dei votanti delle ultime elezioni regionali (ossia attualmente al 35% degli aventi diritto). Poi ci sono quei 7 comuni davvero all’avanguardia del Trentino Alto Adige che hanno strumenti di democrazia diretta nella mani dei cittadini, molto forti. Il primo comune a togliere il quorum è stato Voeran – Verano (BZ) che ancora nel 2005 ha eliminato il quorum. A seguire Wengen – La Valle (BZ) e St.Ulrich – Ortisei (BZ) e Voels – Fiè (BZ) che nel 2006 hanno tolto il quorum. Poi Kurtatsch – Cortaccia (BZ) che nel 2009 ha abbassato il quorum al 15%. Villa Lagarina (TN) nel 2009 ha eliminato il quorum e infine San Candido – Innichen (BZ) nel 2010 ha abbassato il quorum al 15%.
Ecco il comunicato con maggiori notizie, diramato da Stephan Lausch di Mehr Demokratie di Bolzano.
In Alto Adige, il voto referendario bavarese per “una efficiente protezione dei non-fumatori” non sarebbe stato valido.
Ieri in Baviera il 61 % dei votanti si è espresso a favore del disegno di legge popolare che prevede una efficiente protezione dei non-fumatori. Ha partecipato alla votazione referendaria il 37,7 % degli aventi diritto al voto. Di conseguenza, in Alto Adige questo voto non sarebbe stato valido a causa del qui vigente quorum di partecipazione del 40 %. Considerando la partecipazione referendaria in Baviera, è possibile darsi conto posteriormente, quanto sia stata alta la partecipazione nella prima votazione referendaria in Alto Adige a livello provinciale, alla quale si presentò alle urne il 38,2 % degli aventi diritto al voto.
Nella Baviera non esiste il quorum di partecipazione, dall’altro canto sono in vigore in questo stato ostacoli proibitivi in fase propositiva: il 10 % degli aventi diritto al voto deve firmare nei municipi, entro il termine di due settimane, una proposta di votazione referendaria. Per questo motivo, la suddetta votazione è appena la sesta nella Baviera, da quando questo strumento fu introdotto nel 1946, per cui in media avviene solo una votazione ogni 13 anni. In Germania, nel 1946 la Baviera fu la precursora dell’introduzione della democrazia diretta a livello di stato federale. Risale essenzialmente al fatto che il primo Presidente del governo bavarese, Dr. Wilhelm Hoegner, conobbe la democrazia diretta durante il suo precedente esilio in Svizzera. Nel frattempo la regolamentazione dello strumento referendario permette una migliore applicazione in altri stati federali tedeschi.
Parallelamente a questa votazione, nella Baviera sono stati effettuati 21 voti referendari a livello comunale. Da quando, nel 1995, col voto referendario su un’iniziativa legislativa popolare promossa dall’organizzazione “Mehr Demokratie” le cittadine e i cittadini bavaresi si conferirono il diritto di effettuare proposte e voti referendari a livello comunale, la Baviera è lo stato federale nel quale è stata effettuata la maggior parte dei voti civici (a livello comunale). A detto voto referendario ha partecipato il 33 % degli aventi diritto al voto.
Anche in considerazione di questi fatti l’Iniziativa per più democrazia si chiede, fino a quando la SVP lascerà trascorrere altro tempo prima di presentare la legge sulla Democrazia Diretta che prevede strumenti di maggiore applicabilità e che già da tempo fu promessa.
Stephan Lausch
coordinatore dell’Iniziativa per più democrazia
l’amico Carlo Reggiani mi ha mandato un video in cui il sondaggista di Porta a Porta e del Corriere, Mannheimer dice che sarebbe meglio fare un sondaggio piuttosto di un costoso referendum. E chiede la mia opinione.
Guardatevi intanto il video e poi se volete, il mio commento.
Il sondaggio è una somma delle risposte ottenute da cittadini che non hanno tempo di pensare a questioni complesse, che vengono facilmente manipolati dalla forma con cui viene posta la domanda e che vengono sollecitati a rispondere in fretta e che comunque sanno che i risultati non avranno nessuna influenza sulle decisioni.
I referendum sono strumenti di democrazia diretta, attivati con enorme fatica dai cittadini, ostacolati dalla istituzioni, in cui vanno a rispondere solo i cittadini interessati (e perché bisogna far decidere a chi non interessa nulla? In una assemblea condominiale decide chi partecipa, non chi non va), dopo aver ascoltato le varie opinioni a favore e contro e dopo essersi confrontati con altri cittadini e mezzi di stampa. L’affluenza bassa in Italia, ai referendum è un effetto della presenza del quorum, ostacolo pensato dagli amministratori per poter invalidare sistematicamente i referendum con l’invito all’astensione. Dove non c’è il quorum come in Svizzera, in California, in Baviera (al 15%) l’affluenza è significativamente più alta.
Si potrebbe informare i cittadini anche prima dei sondaggi, come dice Mannheimer, ma non c’è un solo caso al mondo dove questa ipotesi teorica sia stata fatta, tranne nei Sondaggi Deliberativi, che però sono tutt’altra cosa di quelli che vuole fare Mannheimer. Al contrario l’uso distorto e manipolatorio che Berlusconi e prima di lui Bush e Blair ad esempio hanno fatto con i sondaggi realizzati da aziende attente al denaro dei committenti più del risultato scientifico, dimostra che i sondaggi possono essere pericolosi strumenti che rafforzano il potere di chi già ce l’ha.
Se il problema è il costo per la democrazia per realizzare un referendum, basta realizzarlo per via postale come avviene all’80% a Zurigo o come avviene al 100% nell’Oregon. La verità è che dietro la motivazione che i referendum costano, la classe politica che ci amministra che non ha nessuna remora di spendere per rimpinguare le casse dei propri partiti e le proprie personali, nasconde ipocritamente la paura che uno strumento di democrazia diretta troppo efficace nella mano dei cittadini, mostri che in realtà i cittadini non amano i provvedimenti che gli amministratori attuano.
i referendum sono uno strumento molto versatile ed efficace per ottenere cambiamenti.
Il 13 settembre 2009 il piccolo comune di Arenys De Munt vicino a Barcellona sito comune realizzò il primo referendum comunale sulla indipendenza dalla Spagna.
Andarono a votare il 40% degli aventi diritto (in Spagna non esiste il quorum) e il SI vinse con il 96% dei voti, nonostante lo stato centrale spagnolo avesse posto ogni tipo di difficoltà tecnica e burocratica.
Visto l’enorme successo, Uriel Bertran (vedi il suo blog) , il leader di un partito indipendentista catalano, Esquerra Independentista, ha ora affermato che il 13 dicembre 2009 si terranno in 130 comuni (su 978 della Catalogna) referendum per l’indipendenza della Catalogna.
Secondo un sondaggio dell’Istituto Noxa pubblicato alcuni giorni fa da La Vanguardia la maggioranza dei catalani (53%) appoggia la realizzazione del referendum, ma solo il 35% e’ a favore dell’indipendenza.
I simpatizzanti dei partiti catalanisti di sinistra (Erc, di cui fa parte Beltran, 86% a favore; Icv 58%) e di centro (Ciu 60%) vi sono favorevoli, mentre contrari in maggioranza sono i socialisti (48% contrari contro 44% favorevoli) ed i popolari (71%).
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