di Paolo Michelotto
certo che ai nostri amministratori, avvinghiati con le unghie al potere la fantasia e una certa dose di sadismo non manca.
A Gorizia il 12 giugno 2011, sono al voto, insieme ai referendum nazionali anche i referendum comunali, tra i quali quello importantissimo che chiede di abolire il quorum. Tutto bene? Eh, le apparenze spesso ingannano. Ecco come descrive la situazione paradossale Stefano Santarossa:
Il sindaco di Gorizia Romoli:
A Gorizia il Sindaco Romoli ha deciso di restringere i tempi per il voto ai referendum goriziani per la sola giornata di domenica 12 giugno dalle 8 alle 20. Infatti, diversamente da quanto accade per i referendum nazionali per i quali il voto è previsto dalle 8 alle 22, e lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15. A questo si aggiunge la paadossale situazione per cui i seggi non si trovano nelle stesse stanze. Oggi l’elettore goriziano non è a conoscenza di quando e dove potrà votare.
Nulla l’amministrazione comunale ha fatto per permettere ai cittadini di conoscere i contenuti dei referendum ma ciò che è più grave è di aver ostacolato il cittadino nella possibilità di esercitare il voto nelle due giornate come aviene per i quattro referendum nazionali.
Come ha affermato oggi Emma Bonino “mancano solo i fili spinati per impedire ai goriziani di avvicinarsi ai seggi elettorali”.
Autore:
Stefano Santarossa – Presidente Associazione Radicali Friulani
Qui ci sono i tre importanti quesiti al voto:
di Paolo Michelotto
Gorizia votera’ il 12 giugno prossimo – ma non il 13 – anche per tre quesiti referendari locali, a fianco di quelli nazionali. Questo abbinamento è importante per la partecipazione al voto, che sicuramente sarà maggiore che non nel caso di votazione solitaria. Questo è permesso dalla legge italiana, e già attuato ad esempio nel comune di Milano, proprio il 12 giugno 2011.
Il sindaco, Ettore Romoli, ha firmato il 27 aprile 2011 il decreto di indizione di tre referendum comunali, che riguardano l’istituzione della Delibera di iniziativa popolare, l’abolizione del quorum per i referendum consultivi comunali e la modifica della costituzione del Comitato dei garanti.
Per che cosa voteranno i cittadini? Sono tre i quesiti refendari, dopo la bocciatura del referendum per l’istituzione del registro dei testamenti biologici.
Il primo riguarda la ridefinizione della composizione del Comitato dei garanti. Il quesito propone che sia composto da un rappresentante del Comune, da un rappresentante indicato dal Comitato promotore dei referendum e dal difensore civico con funzioni di presidente.
“Volete che il Comitato dei Garanti sia composto da un rappresentante del Comune, un rappresentante indicato dal Comitato Promotore del referendum comunale e dal Difensore Civico con funzioni di presidente?”
Il secondo quesito chiede l’abolizione del quorum per la validità dell’esito referendario: ovvero la preferenza espressa dai cittadini conterà comunque anche se andrà alle urne meno del 50% dei goriziani aventi diritto al voto.
“Volete che il referendum consultivo (art. 77 Statuto Comune di Gorizia) sia valido qualunque sia il numero di elettori che vi partecipi?”
Il terzo quesito, infine, concerne l’inserimento della delibera d’iniziativa popolare fra gli istituti di consultazione previsti dallo statuto comunale. Tutti i cittadini potranno così sottoporre all’attenzione delle assise civiche le loro proposte.
“Volete che tra gli istituti di consultazione popolare previsti dallo Statuto del Comune di Gorizia venga introdotta la delibera di iniziativa popolare?”
Il Comitato promotore dei referendum è riuscito a ottenere tre vittorie: la riammissione dei due vecchi quesiti referendari, la sottoscrizione delle 1.500 firme necessarie per tutti e tre i quesiti, l’indizione della data del referendum day da parte del consiglio comunale.
ancora grazie a Diego Galli, che mi ha fornito il link con i testi dei quesiti referendari. Nello loro semplicità, sono rivoluzionari. La democrazia non deve per forza essere cervellotica…
http://www.radicalifvg.it/quesiti_gorizia.pdf
Li riporto qui per comodità:
Dopo la sentenza del Tribunale di Gorizia che ha dato ragione al Comitato promotore dei Referendum composta da Verdi del Giorno e Radicali goriziani riparte la campagna referendaria sui due quesiti riammessi e su altri due nuovi.
I quesiti riammessi sono:
“volete che il referendum consultivo (art.77 Comune di Gorizia) sia valido qualunque sia il numero di elettori che vi partecipi?”
“Volete che tra gli istituti di consultazione popolare previsti dallo Statuto del Comune di Gorizia venga introdotta la delibera di iniziativa popolare?”
I nuovi quesiti sono:
“Volete che il Comitato dei garanti sia composto da un rappresentante del Comune, un rappresentante indicato dal Comitato Promotore del Referendum comunale e dal Difensore Civico con funzioni di Presidente?”
” Volete che il Comune di Gorizia istituisca un registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) altrimenti conosciuto come Registro dei Testamenti Biologici?”
La raccolta firme inizierà lunedì 6 dicembre 2010 alle ore 20.30 durante l’inaugurazione della nuova sede dell’IDV a Gorizia in via XXIV Maggio e proseguirà con tavoli nei giorni seguenti con calendario che verrà tempestivamente comunicato.
Il PD goriziano, l’Italia dei Valori ed il movimento 5 stelle hanno assicurato la loro adesione.
Lorenzo Cenni
segretario Associazione Radicale
Trasparenza è Partecipazione
Gorizia
da Gorizia, grazie alla segnalazione di Diego Galli, arriva una bella notizia. I Verdi e i Radicali hanno presentato un referendum per chiedere di togliere il quorum dai referendum comunali. Questa domanda è stata giudicata ammissibile dall’apposito comitato ed ora può iniziare il percorso che terminerà con il voto dei cittadini chiamati ad esprimersi su questo argomento. Clicca sull’immagine per vederla più grande.
Sarà la quarta volta in Italia dopo il referendum di Vicenza del 10 settembre 2006, quello di Rovereto (TN) dell’11 ottobre 2009, e quello della provincia di Bolzano del 25 ottobre 2009 (in realtà a Vicenza si chiedeva il 10% e a Bolzano il 15%, ma il risultato era lo stesso). Ed è un buon segno per lo sviluppo della democrazia. Più voci chiedono una cosa ovvia, alla base del concetto democratico: chi partecipa decide.
Ecco il testo dell’articolo del Messaggero Veneto
Abolizione del quorum, via libera del referendum
L’ha deciso il comitato dei garanti
Pagina 1 – Gorizia – Il Comitato dei garanti ha detto sì, ieri mattina, ai due quesiti referendari presentati dal Comitato promotore, ma la strada per il Referendum day che vorrebbero promuovere Radicali e Verdi la primavera prossima è ancora lunga e non priva di ostacoli. Facendo seguito alla sentenza del Tribunale civile di Gorizia, che il 27 ottobre ha accolto il ricorso presentato dai promotori del referendum (composto dal coordinatore Renato Fiorelli, da Pietro Pipi, dall’avvocato Marzia Paoluzzi, Lorena Vuga e Guido Trani), giudicando ammissibili i due quesiti, i garanti ieri mattina, in municipio, hanno preso atto della situazione e proceduto agli ulteriori adempimenti previsti.
Sono stati ammessi dunque i referendum sull’abolizione del quorum elettorale del 50% più 1, necessario per la validità dell’esito referendario e quello per l’inserimento della delibera di iniziativa popolare all’interno degli strumenti di consultazione popolare previsti dallo Statuto del Comune di Gorizia. Tali quesiti erano stati respinti dall’allora Comitato dei garanti, due anni fa, con la motivazione che avrebbero modificato lo Statuto comunale. Il Tribunale ha affermato che, però, la modifica dello Statuto comunale non rientra fra le cause di inammissibilità, dando ragione al Comitato del referendum.
Ieri mattina il Comitato dei garanti, insieme a due esponenti dei promotori del referendum, ha proceduto all’autenticazione delle firme finora raccolte. Sono state giudicate valide 447 firme sulle 450 consegnate per il quesito sul quorum e 523 su 527 per il quesito sulla delibera di iniziativa popolare. Dall’avvenuta notifica dell’autenticazione, che sarà inoltrata entro questa settimana, il Comitato promotore del referendum avrà 60 giorni di tempo per raccogliere gli autografi mancanti. Servono 1.500 firme per ciascun quesito (alle quali vanno sottratte quelle già autenticate).
Pertanto Verdi e Radicali, in due mesi, dovranno raccogliere ancora 1.053 firme per il primo quesito e 977 per il secondo. Se i promotori riusciranno ad ottenere questo risultato, il consiglio comunale dovrà fissare la data per la consultazione popolare. Altrimenti non sarà indetto il referendum. Dopodiché, visto che non è ancora passato il quesito per l’abolizione del quorum, se alle urne non si presenterà il 50% più uno degli aventi diritto, il referendum non passerà. Non bisogna dimenticare poi che lo strumento referendario ha soltanto valore consultivo, dunque non obbliga il Comune ad assumere una decisione conforme. Insomma, il consiglio comunale sarà sì obbligato a discuterne in aula (nel caso in cui si raggiunga il tetto di elettori), ma poi potrà anche decidere di cestinare le richieste dei cittadini, assumendosi, ovviamente, la responsabilità politica del diniego.
Ilaria Purassanta
Qui altri approfondimenti: (continua…)
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