di Paolo Michelotto
lo strumento di iniziativa popolare (chiamata anche mozione popolare oppure proposta popolare oppure proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare) esiste in tutti i comuni italiani. I regolamenti sono diversi, ma quasi tutti permettono a un gruppo di cittadini di scrivere una proposta da discutere in consiglio comunale, farla firmare da un numero previsto dal regolamento, di concittadini e di presentarla al Segretario Comunale perchè venga inserita all’ordine del giorno del consiglio comunale.
Ora poi ci sono anche in tutta Italia dei consiglieri comunali molto sensibili alle tematiche della democrazia diretta. Ognuno di loro può presentare una mozione in consiglio comunale, anche se fa parte della minoranza.
Si possono mettere assieme le due cose per ottenere una forza maggiore.
Quindi un gruppo di cittadini può scrivere una Iniziativa Più Democrazia, raccogliere le firme (magari con l’aiuto dei consiglieri sopra citati, se servono firme autenticate), depositare la richiesta presso la Segreteria del Comune. Se non viene discussa la proposta dei cittadini, i consiglieri sensibili alla DD, possono fare proprio il testo della iniziativa popolare e presentarla sotto forma di propria mozione. Con maggiore speranza che venga discussa.
Qualche consigliere comunale e qualche gruppo di cittadini mi ha chiesto se davo una mano nella realizzazione di un possibile testo di iniziativa. Questo che segue è il testo che io presenterei, ricavato direttamente dal Dossier Diritti di Partecipazione dei cittadini nei comuni (scaricabile gratis qui) Per approfondire i contenuti, utile anche il libro: Più democrazia nella politica comunale, scaricabile gratis qui. Da questo dossier, se serve, si può ricavare anche una presentazione agli articoli della iniziativa, con un semplice copia incolla. Se qualcuno utilizza o modifica questo testo, me lo scriva, così lo inserisco qui come esempio per gli altri.
Qui il documento nei formati .doc .odt .pdf
iniziativa popolare più democrazia a livello comunale.doc
iniziativa popolare più democrazia a livello comunale.odt
iniziativa popolare più democrazia a livello comunale.pdf
Qui di seguito il testo:
Iniziativa popolare Più Democrazia
Io cittadina/o iscritta/o alle liste elettorali del Comune di YYY, chiedo che gli art. xx – xxx – xxxx dello Statuto comunale di YYY vengano sostituiti dai seguenti articoli.
Strumenti di partecipazione non decidenti: (continua…)
di Paolo Michelotto
era qualche anno che ci pensavo, ma non trovavo soluzioni. Il Testo Unico Enti Locali (TUEL) descrive minuziosamente come vengono eletti e come decadono i sindaci e gli assessori. E purtroppo non permette, indirettamente ma in maniera chiara, la revoca degli eletti, ossia quello strumento in mano ai cittadini analogo al Recall americano (e tedesco e polacco e venezuelano e boliviano e svizzero) che da la possibilità ai cittadini di fare un “referendum” per mandare a casa anzitempo un rappresentante che essi reputano indegno a continuare.
Una via che avevo pensato era quella di cambiare il TUEL, ma per cambiare una legge nazionale, occorre una maggioranza in parlamento, e in questo momento le maggioranze fluttuanti in quel luogo, hanno ben altre priorità che quelle di dare maggiore potere ai cittadini.
Altro possibile percorso era quello di introdurre una revoca all’acqua di rose, ossia una mozione di sfiducia di iniziativa popolare. Ma era veramente uno strumento diluito e probabilmente poco efficace in mano ai cittadini.
Alla fine sono giunto ad una intuizione, forse anche un po’ banale, ma che potrebbe essere un escamotage efficace per avere uno strumento “quasi” della forza della revoca, pur rimanendo compatibile con le disposizioni del TUEL. Un po’ di democrazia creativa a fin di bene (dei cittadini).
Prima lo scrivo come è stato riportato nel dossier “Diritti di partecipazione dei cittadini nei comuni” e poi lo commento:
Referendum consultivo revocatorio
È indetto referendum consultivo revocatorio sul Sindaco, o sugli assessori quando lo richiedano almeno il 5% degli elettori. La proposta soggetta a referendum, se raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi, obbliga il consiglio comunale alla discussione e alla votazione di una mozione di sfiducia nei confronti dei soggetti del referendum, con la massima urgenza.
Praticamente si tratta di dare ai cittadini uno strumento il cui scopo sia quello di obbligare il consiglio comunale ad attivare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco o degli assessori.
Da ricordare che lo strumento “mozione di sfiducia” esiste già in tutti gli statuti comunali. Ma è uno strumento attivabile oggi solo dal Consiglio Comunale.
Con lo strumento che propongo, ossia il “Referendum consultivo revocatorio” (chiamato quasi alla stessa maniera di uno strumento che già tutti i comuni hanno, ossia il referendum consultivo), i cittadini raccogliendo il 5% delle firme, obbligano il Consiglio Comunale, composto dai consiglieri comunali eletti, a votare una mozione di sfiducia nei confronti del soggetto del referendum.
Formalmente il TUEL viene rispettato, perchè chi vota la mozione di sfiducia è il consiglio comunale. Ma questa votazione avviene dopo un referendum consultivo nel quale i cittadini si sono già espressi a maggioranza a favore della sfiducia. È vero, i consiglieri comunali possono votare contro la sfiducia. Ma così facendo dichiarano esplicitamente che votano contro la maggioranza dei cittadini e li sfidano apertamente.
Facciamo un esempio concreto. Esiste questo strumento, che non ha quorum. Siamo in una città di 100.000 abitanti e 80.000 elettori. Una città è indignata verso un suo sindaco (ad esempio è appena avvenuta una alluvione dove gli ingenti danni sono stati provocati dalla mancanza di gestione corretta del fiume della città di cui molti incolpano l’amministrazione). Un comitato di cittadini vuole mandare a casa il sindaco. Raccoglie il 5% delle firme degli elettori, ossia 80.000 x 5%= 4000 firme. Si va al voto. Vanno a votare il 40% degli elettori aventi il diritto (ossia 32.000 cittadini) (media plausibile in una votazione dove ci saranno due campagne molto forti a favore – gli indignati - e contro la revoca – il sindaco e i suoi sostenitori – e guardando le affluenze alle votazioni referendarie svizzere). La maggioranza dei votanti, supponiamo il 60% si dice a favore della mozione di sfiducia.
Alcuni giorni dopo si va al voto della mozione di sfiducia in consiglio comunale, sotto lo sguardo attento e numeroso dei cittadini che hanno appena votato a maggioranza a favore. I consiglieri comunali possono teoricamente votare contro il volere dei loro concittadini, ma probabilmente non lo faranno.
Come esempio concreto di quanto possa fare la pressione dei cittadini, cito Carrara, dove, dopo l’alluvione del 2014, e con il presidio permamente dei cittadini nella sala di rappresentanza del comune, in pochi giorni, su pressione popolare, hanno votato a favore dell’adozione del Bilancio Partecipativo, quando il progetto era fermo da mesi e mesi.
Sarebbe più efficace lo strumento della revoca come esiste nelle altre parti del mondo? Certamente sì, ma finchè non viene modificato il TUEL, questo è il massimo a cui sono giunto, e non è comunque poco.
Ovviamente per introdurre questo strumento nello statuto comunale occorre una maggioranza che lo voglia fare. Ed ho fiducia che da qualche parte in Italia ci siano amministrazioni che si attivino (la prima città potrebbe essere ad esempio Vignola). L’importante è capire che ciò è legalmente possibile. Potrebbero anche essere singoli consiglieri comunali anche di opposizione a fare propria questa proposta come mozione e non è detto che ovunque venga sempre bocciata. Decine di comuni in tutta Italia con quorum zero, testimoniano che ci sono anche dei buoni ed attenti amministratori.
Se qualcuno ha qualche altra intuizione, la condivida.
di Paolo Michelotto
in questo dossier “Diritti di partecipazione dei cittadini nei comuni”, Thomas Benedikter ed io abbiamo cercato in maniera molto schematica di elencare tutti gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa che dovrebbero essere introdotti negli statuti dei comuni per renderli pienamente democratici. Non utopie, ma esempi concreti presi da altre parti del mondo o d’Italia.
Questo fascicolo di 28 pagine può servire a tutti coloro, cittadini, consiglieri ed amministratori, vogliono introdurre questi strumenti nel loro comune. Può essere come un vademecum a cui fare riferimento.
Speriamo anche possa servire per la prossima “La Giornata della democrazia” di Vignola (MO) del 1 marzo 2015 e per tutti i 333 comuni del trentino alto adige, che grazie a una nuova legge regionale approvata nel dicembre 2014 su proposta del m5s regionale, dovranno aggiornare i loro statuti comunali, mettendo quorum più basso, numero firme più basse per iniziare i referendum, e nuovi tipi di referendum come quello confermativo statutario. Visto che tutti devono obbligatoriamente mettere mano ai loro statuti entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge regionale, cioè entro dicembre 2015, magari qualche amministrazione più lungimirante, può accogliere anche qualcuna delle nostre proposte, o meglio ancora, consultare i loro cittadini e chiedere loro cosa come vorrebbero modificare lo statuto.
Inoltre viene per la prima volta proposto il referendum consultivo statutario e referendum consultivo revocatorio. Sono due temi su cui è impossibile utilizzare il referendum tradizionale, poichè ciò non è permesso dalla Testo Unico Enti Locali n° 267 (TUEL). Ma qui abbiamo proposto un escamotage che permette ai cittadini di votare sull’argomento, lasciando però la decisione finale all’amministrazione come previsto dal TUEL. Ma ne parlerò più ampiamente in un successivo post.
Nel link qui sotto puoi scaricare gratis il dossier in formato PDF (e quindi stampabile a piacere):
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di Paolo Michelotto
mancano 4 settimane a La giornata della democrazia di Vignola dell’1 marzo 2015 e lunedì sono stati estratte a sorte le 500 persone che riceveranno a casa l’invito a partecipare insieme al libro “Più democrazia nella politica comunale”.
Sono stati invitati a presenziare all’estrazione il segretario comunale, il presidente del consiglio comunale ed i capigruppo consiliari, ma per vari motivi molti di loro non sono stati presenti. Così erano presenti l’Assessore, il Segretario Comunale ed un Consigliere comunale.
È stato redatto un verbale con le modalità dell’estrazione. Interessante per i futuri amministratori che volessero ripetere l’esperienza di estrarre casualmente cittadini dalle liste delle anagrafi, sapere che esiste un generatore di numeri casuali presso il sito della regione emilia romagna.
Qui il verbale del sorteggio:
Le buste da inviare a tutti i cittadini sono già state preparate nella giornata di martedì 3 febbraio 2015 e spedite entro 2 giorni da quella data.
Sono già appesi i manifesti 70 x 100 cm negli appositi tabelloni del comune.
Qui il manifesto in pdf adatto per la stampa in grande formato:
È stato stampato l’opuscolo informativo ed è in via di diffusione nella città, che spiega la giornata con qualche dettaglio in più e le modalità per iscriversi e partecipare.
Qui l’opuscolo in formato pdf adatto per la stampa:
opuscolo giornata della democrazia.pdf
L’ufficio alla partecipazione sta inviando email informative alle associazioni di volontariato, culturali, sportive, scuole, centro famiglie, servizi sociali, ASL, biblioteca, …
Qui infine il comunicato stampa che il responsabile comunicazioni, Antonio, ha inviato a tutti i media della zona.
di Paolo Michelotto
riporto un aggiornamento di quello che è successo finora a Sesto San Giovanni (MI) dove l’associazione Più Democrazia si sta battendo da alcuni anni per avere gli strumenti di democrazia diretta. La fatica è tanta, ma sembra che qualche risultato stia arrivando. E riporto quanto succede a Sesto S.G. come esempio per tutti noi cittadini. Serve molta pazienza e perseveranza per ottenere qualche risultato. Spesso servono anni di impegno, ma se si lavora con metodo e convinzione, poi qualcosa si ottiene.
Queste parole sono di Dario Rinco, promotore dell’ass. Più Democrazia a Sesto S. Giovanni.
a Sesto S.G. dopo aver presentato, in data 18/1/2013, la proposta di iniziativa popolare quorum zero e più democrazia:
https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2012/12/11/11122012-proposta-di-iniziativa-popolare-qurom-zero-e-piu-democrazia/
il Consiglio comunale, in data 8/7/2013, ha votato così:
https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2013/07/09/09072103-consiglio-comunale-in-data-08-luglio-2013-votazione-delliniziativa-popolare-quorum-zero/
e, dopo aver ricevuto solleciti da parte del Difensore Civico della Regione Lombardia e dal prefetto di Milano, il Comune ha finalmente iniziato, in data 21/1/2015, a discutere in 1a Commissione consiliare, affari istituzionali e legali, la modifica dello Statuto. A tale commissione siamo invitati come “cittadini” e stiamo preparando in questi giorni i nostri emendamenti alle proposte di modifica statutaria del Sindaco. La 1a Commisione proseguirà i lavori per tutto il mese di febbraio.
Finora sono state accolte le seguenti nostre proposte:
- abbassamento delle firme per richiedere un referendum dal 5% al 3% (proponevamo il 2%);
- abbassamento del quorum di partecipazione ai referendum dal 50% al 30% (proponevamo “zero”, ma stiamo analizzando la proposta del Sindaco e crediamo possa venire recepito un abbassamento al 25% con obbligo di recepire l’esito referendario e al 15% con obbligo di recepire l’esito referendario se il Consiglio comunale non ottiene i 2/3 nella votazione di rifiuto della consultazione popolare;
Abbiamo la buone speranze che possano essere accolti i seguenti emendamenti:
- accorpamento delle votazioni referendarie alle eventuali elezioni regionali, politiche e/o europee;
- inserimento dell’iniziativa popolare (o referendum propositivo).
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Per chi pensa che le proposte fatte dagli amministratori a Dario siano tutto sommato buone e vuole approfondire perchè è necessario il quorum zero perchè i referendum funzionino, può leggere questo post che fa riferimento a cosa succede nelle città della baviera che hanno un quorum apparentemente basso, del 10 – 15 -20 % a seconda della dimensione. Fino al 40% dei referendum viene comunque invalidato…
Molto interessanti anche le risposte di alcuni sindaci che hanno tolto il quorum. Da quello di Villalagarina (TN) del Pd a quello di Lagundo (BZ) del SVP. Che bello se gli amministratori di Sesto potessero sentirli…
di Paolo Michelotto
ho ricevuto un interessante aggiornamento dall’assessore alla Democrazia e Partecipazione di Vignola, Monica Maisani, riguardante l’esito della serata partecipativa “La Parola ai Cittadini” che si era svolta il 4 dicembre 2014 e su alcuni dettagli organizzativi riguardanti La Giornata della Democrazia che sta organizzando per il 1 Marzo 2015. Riporto qui una parte della sua lettera:
…
1. Durante la Parola ai cittadini di dicembre , sono emerse diverse proposte tra le quali le più votate sono state : Individuazione di uno Spazio per mostre permanenti, Museo della ciliegia e Destinazione di una somma in bilancio per avviare un progetto di sostegno al lavoro tramite i c.d. voucher. Bene, vi informo che per il primo progetto si stanno concretizzando delle possibilità in accordo con la Fondazione di Vignola, per il secondo sta per essere concluso un accordo con l’università di Bologna e la Fondazione per la realizzazione di un campo sperimentale sul ciliegio e la ristrutturazione di edifici rurali finalizzati alla ricerca e anche ad uno scopo divulgativo (Museo), per il terzo progetto la Giunta ha approvato martedi scorso lo schema di bilancio in cui compare anche la somma di 20.000 euro per i Voucher. Stiamo quindi mantenedo le promesse!!!
2) per quanto riguarda la Giornata della democrazia, abbiamo mandato in stampa il libro (Più democrazia nella politica comunale) e la pubblicità, lunedi prossimo (2 febbraio 2015) procediamo al sorteggio dei 500 (ma più probabilmente 1000) cittadini invitati, dopodichè dal giorno successivo (3 febbraio 2015) partiranno le lettere di invito, l’affissione dei manifesti e la distribuzione dei pieghevoli. Per quanto si riferisce al blog e all’informazione sul sito , stiamo arrivando alla meta.
3) Vi informo anche che stiamo organizzando molti incontri pubblici che sono sempre molto partecipati. Ieri sera abbiamo incontrato i residenti e i commercianti del Centro storico, la sera precedente si è tenuto un Consiglio comunale aperto sull’Ospedale a Vignola. In entrambi i casi la Sala Consiliare era pienissima!!!
Per quanto riguarda il sorteggio dei cittadini da invitare…
… abbiamo deliberato in Giunta la procedura e invitato il Segretario generale , il presidente del Consiglio comunale e i capigruppo consiliari...
di Paolo Michelotto
Se una amministrazione vuole introdurre strumenti di democrazia diretta e di partecipazione come a Vignola (MO), qual è il metodo migliore? Calare dall’alto queste scelte? Ovvio che no. La partecipazione si nutre di partecipazione e la democrazia diretta si può far nascere solo con la democrazia diretta. Quindi è stata organizzata “La Giornata della Democrazia” di Vignola il 1 Marzo 2015. Saranno i cittadini di Vignola a decidere direttamente quali strumenti vogliono nella loro comunità. È la sesta volta che viene organizzata una giornata del genere in Italia, ma solo la seconda da una amministrazione (la prima è stata Parma nel 2013).
Nel 2009 è stata organizzata a Rovereto (TN).
Nel 2011 a Ferrara.
Nel 2011 a Rimini.
Nel 2013 a Parma.
Nel 2013 ad Acireale (CT).
Nel 2015 a Vignola (MO).
Ogni volta il metodo si è evoluto, si sono tolte sbavature, migliorati i meccanismi, ottimizzato le energie ed ottenuto risultati migliori.
A Vignola la Giornata della Democrazia sarà focalizzata sulla discussione degli strumenti di democrazia diretta e partecipativa da migliorare (se esistenti) e da introdurre (se nuovi) nello Statuto Comunale.
L’assessore alla Democrazia e Partecipazione Monica Maisani ha provveduto a far stampare 2000 copie cartacee del libro “Più democrazia nella politica comunale” (scaricabile gratis qui) che saranno inviate ai cittadini di Vignola sorteggiati per partecipare e a tutti quelli che si iscriveranno da soli.
Il sindaco Mauro Smeraldi e l’assessore alla Democrazia e Partecipazione Monica Maisani, grandi sostenitori di questo metodo, ed entusiasti sperimentatori degli strumenti di partecipazione (già fatte 3 Parola ai Cittadini a Vignola e altri processi partecipativi in pochi mesi…), mi hanno invitato a Vignola per aiutarli ad organizzare questo evento (come le altre volte, la mia collaborazione è gratuita e il mio compenso sarà vedere i cittadini scegliere quali strumenti di democrazia vogliono introdurre nella loro città) saranno presenti tutto il giorno e garantiranno che le scelte proposte, discusse e votate dai cittadini vengano portate nei mesi successivi in Consiglio Comunale per essere introdotte nello Statuto.
Si prevedono circa 250 adesioni, metà tra cittadini estratti a sorte negli elenchi dell’anagrafe e metà autoconvocati (ossia che risponderanno ai volantini distribuiti, ai manifesti appesi e agli annunci tramite i media).
Nella mattinata ci sarà una mia presentazione sugli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo, mentre Thomas Benedikter presenterà gli strumenti di partecipazione che ha descritto nel libro sopra citato.
Dopo la conferenza stampa dei prossimi giorni, verranno pubblicati tutti i dettagli. Che io riporterò su questo blog, come esempio futuro per altre associazioni o amministrazioni illuminate.
Ecco quanto scritto nel sito del comune di Vignola. Maggiori dettagli nei prossimi giorni.
La Giornata della Democrazia è un appuntamento dedicato a come migliorare o introdurre nuovi strumenti riguardanti la partecipazione e la democrazia all’interno dello Statuto comunale.
Utilizzando diversi metodi partecipativi, con momenti di lavoro in piccoli gruppi e in seduta plenaria, organizzati in modo da far discutere tra loro quanti più cittadini possibile e far emergere le loro proposte, la Giornata della Democrazia vuole coinvolgere i Vignolesi nella creazione o modifica di quegli strumenti che possono permettere lor di incidere direttamente nelle scelte del loro comune.
di Paolo Michelotto
riporto, con il suo permesso la lettera di Mario Gallù, che racconta come anche nel suo comune San Stino di Livenza (VE) c’è un gruppo di attivisti che sta studiando gli strumenti di democrazia diretta da introdurre nel suo comune. E’ importanta sapere che in varie parti d’Italia siamo in tanti ad essere interessati a questo percorso.
Ciao Paolo,
mi chiamo Mario Gallù e ti scrivo dalla provincia di Venezia.
Sono un attivista del M5S nel quale mi sto occupando di democrazia diretta.
Una visione della democrazia, per me che sono ormai negli “anta”, nata poco tempo fa quasi per gioco.
Durante un convegno la relatrice accennò alla democrazia diretta e alle discussioni che questa comporta,
portando a titolo d’esempio ciò che avveniva nel cartone animato della famiglia Simpson.
Cartoon del quale io sono stato sempre innamorato.
Lì nacque la mia passione per la D.D. che, oggi, grazie a te e al tuo meraviglioso sito e alle moltissime informazioni
in esso contenute (i libri da soli non bastano anche se sono indispensabili) sto approfondendo.
Ti informo che, attualmente, nel comune di Santo Stino di Livenza (provincia di Venezia) unitamente agli
altri attivisti stiamo redigendo un” Regolamento sulla partecipazione” nel quale viene, finalmente (sic!), disciplinata la partecipazione popolare all’attività istituzionale del Comune (istanze, petizioni, consulte e referendum abrogativi, modificativi, propositivi).
Stiamo proponendo anche una mozione per cambiare lo Statuto affinchè venga accettato il quorum zero nel Referendum.
E’ una battaglia dura, il nostro paese è governato da vecchie cariatidi fautori, ovviamente, della democrazia rappresentativa, ma non disperiamo
Piccoli passi per arrivare al Bilancio Partecipativo e, soprattutto, per convincere le persone, i cittadini, che la nostra è una democrazia incompleta e che loro possono essere parte attiva della vita politica.
Grazie,
per l’attenzione accordatami,
per il lavoro che svolgi,
per la conoscenza che offri.
Mario Gallù
Di Paolo Michelotto
Così vicini, eppure così lontani. Un presidente che scende dal bus, che dura in carica un anno, che fa il discorso dal mercato che frequenta, che non ha scorta e corazzieri al seguito e che elogia la democrazia diretta. Un presidente così E’ IL RISULTATO della democrazia diretta.
qui il video
http://www.rsi.ch/news/svizzera/Elogio-alla-democrazia-diretta-3428842.html
Di seguito, l’allocuzione completa di Simonetta Sommaruga:
“Care concittadine, Cari concittadini,
da molti anni faccio la spesa proprio qui, al mercato in Piazza federale. Compro frutta e verdura, ma anche piantine per il mio giardino. E continuerò a farlo anche durante il mio anno di presidenza.
Perché andare al mercato è un’esperienza così particolare? In fin dei conti potremmo ordinare tutto su Internet, senza nemmeno uscire di casa. Per me la risposta è chiara e penso che siamo in molti a pensarla così.
Mi piace andare al mercato perché conosco le bancarelle e le persone che ci lavorano, so chi vende il formaggio migliore e i fiori più belli. Incontro amici e conoscenti e alcune volte posso scambiare quattro chiacchiere. Per me il mercato significa familiarità e vicinanza.
La familiarità e la vicinanza sono anche caratteristiche della nostra democrazia diretta.
In nessun altro Paese i cittadini hanno così tanto potere e responsabilità. Ed è proprio questo che mi piace della nostra democrazia: il suo coraggio e la grande fiducia che ha in noi.
Alcuni pensano che la democrazia diretta non sia un sistema al passo coi tempi: ritengono che nel mondo interconnesso di oggi la popolazione non è più in grado di decidere su temi molto complessi. È un’opinione che non condivido per nulla.
Anzi, sono convinta che il nostro sistema politico sia particolarmente adatto alla nostra epoca. Da noi, infatti, le responsabilità sono assunte non soltanto dal Consiglio federale e dal Parlamento, ma anche dalle cittadine e dai cittadini che possono esercitare la loro influenza e partecipare alle decisioni. È proprio questa partecipazione che crea vicinanza e fonda la nostra identità. Ed è proprio questo di cui abbiamo bisogno.
È sempre stato così e continua ad esserlo oggi più che mai, nell’era della globalizzazione.
Il nostro Paese nel ventunesimo secolo assomiglia a un mercato come questo, dove la globalizzazione già da tempo fa sentire i suoi effetti. Il tonno del pescivendolo non è stato pescato nel lago di Thun, il mango non è stato raccolto sulle rive dell’Aar.
Oggi, nei nostri mercati, la frutta esotica e altri prodotti da tutto il mondo sono venduti insieme alle mele e alle insalate delle nostre campagne.
E ciò nonostante – o forse proprio per questo – qui ci sentiamo a casa. Un mercato è un luogo aperto a tutti. Un luogo di scambio. Un luogo in cui tutto il mondo si ritrova. Un luogo dove proviamo un senso di vicinanza e dove abbiamo le nostre radici.
Care concittadine, cari concittadini, cosa rende particolare il nostro Paese? Cosa forma la nostra identità? La nostra tradizione, le nostre radici? Oppure la nostra apertura, i nostri legami con il mondo, la nostra solidarietà?
Non c’è una sola risposta, ma valgono entrambe: le nostre radici e i nostri legami con il mondo.
Care concittadine, cari concittadini, l’anno che sta per iniziare di certo non sarà facile. Ma sono convinta che può essere un buon anno.
Auguro di cuore a tutti voi e ai vostri cari forza, salute e ogni bene per il nuovo anno”.
di Paolo Michelotto
giovedì 18 dicembre 2014 durante il quarantesimo giorni di occupazione permanente (40 giorni…) dopo la terza alluvione in 10 anni, dopo tre ore di discussione per decidere i prossimi passi, alle 21 erano presenti circa 50 persone per sentire, proporre e discutere idee sulla democrazia diretta. Poichè volevo lasciare più tempo alla discussione finale, ho ristretto il consueto spazio riservato a “La parola ai cittadini” a 6 proposte:
0 | Nome | Titolo proposta | Voti | Presenti | Voti % |
3 | luca | assemblea cittadini sfida il sindaco alla revoca – recall | 38 | 46 | 82,61% |
4 | daniele | inserire nello statuto ex carta pisa – avviso al pubblico | 37 | 47 | 78,72% |
6 | antonella | regolamento agri marmiferi | 34 | 45 | 75,56% |
1 | paolo | osservatorio sul marmo | 30 | 44 | 68,18% |
2 | daria | adesione piattaforma open polis | 30 | 46 | 65,22% |
5 | siro | contratti di fiume 1 possibilità per il carione | 12 | 44 | 27,27% |
Qui il file di foglio elettronico con tutte le proposte (in formato aperto ed excel):
Poi ho illustrato gli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo e cosa si potrebbe introdurre a Carrara (formato aperto e powerpoint):
presentazione DD carrara 18-12-14.odp
presentazione DD carrara 18-12-14.ppt
Questo l’audio trasmesso in diretta streaming e poi registrato, della serata:
http://www.ustream.tv/recorded/56622746
1. scaricarsi e leggere il libro gratuito “Più democrazia nella politica comunale” dove sono riportati moltissimi strumenti di democrazia diretta e partecipativa. Si trova gratis qui.
2. scaricare e leggere lo statuto comunale e in particolare l’art. 57 proposte e l’art. 64 e 65 referendum, che si trova qui:
3. scaricare il regolamento attuativo degli strumenti di partecipazione e del referendum che si trova qui:
http://trasparenza.comune.carrara.ms.gov.it/archivio19_regolamenti-e-documentazione_0_4092_39_1.html
Seguire passo passo quanto prescritto dal regolamento per iniziare una (o più) “Proposta” e un (o più max 3) “Referendum”
4. utilizzare, per risparmiare energie e ottenere il massimo risultato, entrambi gli strumenti della proposta e del referendum, contemporaneamente sullo stesso tema. Su uno stesso banchetto si raccolgono le firme su vari fogli, su uno o più proposte e su uno o più referendum (max 3 in un anno è scritto nel regolamento).
5. creare un comitato referendario di 5 persone con 300 sottoscrizioni (come scritto nel regolamento) per presentare 1 o più (fino a 3) quesiti referendari e varie “Proposte”.
Esempio di temi per la Proposta Più democrazia a Carrara:
- togliere quorum dai referendum (cambiare art 64 comma 7 statuto):
7. Il referendum è valido se ha partecipato alla consultazione almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto.
in
7. Il referendum è valido qualsiasi sia il numero di partecipanti al voto.
- referendum propositivo che diventi vincolante (togliere dallo statuto il comma 2 art. 56
2. Il mancato recepimento delle indicazioni referendarie, relative ai referendum consultivi e propositivi, deve essere deliberato, con adeguate motivazioni, dai due terzi dei consiglieri assegnati al Comune.
- abbinamento votazioni regionali nazionali ed europee
- raccolta firme facilitata con modalità elettronica come EU e con autenticatori membri del comitato autorizzati dal sindaco
- invio libretto informativo con le ragione del comitato e dell’amministrazione
- voto postale – come a Malles (BZ) e in Svizzera e in Oregon
I quesiti dei referendum Più democrazia a Carrara potrebbero essere (non è possibile oggi purtroppo fare un referendum per cambiare lo statuto, perchè ciò è vietato nell’art 64 comma 2 dello statuto stesso):
- abbinamento votazioni regionali nazionali ed europee
- raccolta firme facilitata con modalità elettronica come EU e con autenticatori membri del comitato autorizzati dal sindaco
- invio libretto informativo con le ragione del comitato e dell’amministrazione
- voto postale – come a Malles (BZ) e in Svizzera e in Oregon
di Paolo Michelotto
il portavoce deputato del m5s Riccardo Fraccaro siede nella prima commissione affari istituzionali, quella che in teoria si occupa delle riforme della costituzione (in realtà tutto è già stato deciso fuori, e li fingono di vagliare e di ascoltare esperti). Sono stato un pomeriggio in quella commissione, per parlare 10 minuti di democrazia diretta, 1 mese fa. Nei giorni scorsi Fraccaro ha pronunciato questo intervento nella seduta plenaria. Immagino che l’aula fosse vuota ed è un peccato. Questo testo ha un valore storico e di testimonianza morale altissima. Mi sono commosso. Ho sentito la passione di una persona vera che racconta come persone attente solo al loro rendiconto personale ci stanno distruggendo la democrazia che abbiamo, dove un capo deciderà tutto, dalle tasse alla guerra, anche con una percentuale del 20%. Un cittadino che ha studiato e si è appassionato alle migliori ricerche sociologiche al mondo che dimostrano che implementare gli strumenti di democrazia diretta (quorum zero, ref. propositivo) porta maggiore felicità e ricchezza e speranza tra i cittadini. Un cittadino che promette che la sua battaglia e quella dei suoi colleghi sarà dura, durissima, che farà tutto quello che è nel suo potere e anche di più, per far in modo che non ci tolgano quel poco che i nostri genitori e nonni hanno ottenuto. E il suo appello perchè anche noi fuori facciamo la nostra parte.
Facciamo ascoltare le sue parole a tutte le persone che hanno a cuore il bene comune. Prima che sia troppo tardi.
di Paolo Michelotto
giovedì 18 dicembre 2014 sarò a Carrara dove nella Sala ddi Rappresentanza del Comune, presenterò una serata dedicata alla democrazia diretta. Questo il volantino diffuso nei giorni scorsi.
Qui il volantino in formato pdf:
volantino incontro Carrara 18-12-14.pdf
Il testo dell’invito su FB:
La serie di eventi proposti dall’Assemblea Permanente, prosegue giovedì 18 in sala di rappresentanza del Comune alle ore 20,30, con l’incontro sugli strumenti di democrazia diretta nel mondo. La serata sarà presentata da Paolo Michelotto esperto sull’argomento e promotore di iniziative volte a sviluppare la conoscenza e la voglia di partecipare alla gestione pubblica. La serata si svolge in quattro parti: s’inizia con ‘la parola ai cittadini’, esempio di metodo partecipativo, dove sono i presenti a proporre, discutere e votare, si continua con la presentazione teorica degli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo, segue dibattito con i presenti, a chiudere, presentazione di un possibile percorso per introdurre questi strumenti nel nostro comune. Riteniamo giusto,che i cittadini abbiano voce diretta nella gestione della propria città per contribuire con la propria competenza, conoscenza del territorio, buon senso, incorruttibilità a migliorare la qualità della vita.
Qui il link dell’evento su FB
https://www.facebook.com/events/883788305005099/permalink/883788471671749/
di Paolo Michelotto
la democrazia diretta progredisce quasi sempre grazie alle spinte dal basso dei cittadini, ma a volte anche grazie a provvedimenti dall’alto di rappresentanti “lungimiranti”.
C’è un modo per introdurre in un solo atto migliori strumenti di democrazia diretta in tutti i comuni italiani (esclusi quelli delle regioni a statuto speciale che dipendono dalle leggi regionali), cambiare alcuni articoli del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali il D.L. 267.
Questa legge nazionale riguarda moltissimi aspetti dei comuni italiani.
Alcune cose sono proibite. Ad esempio la Revoca degli Eletti non è possibile finchè è vigente questa legge, così come qualsiasi referendum su Statuto comunale o sue modifiche.
Ecco le modifiche che farei a questa legge. Spero che qualche rappresentante lungimirante la faccia sua e la porti in Parlamento. Poi lì a volte accadono miracoli (vedi la recente legge regionale del Trentino con cui sono stati introdotti strumenti migliori di democrazia a livello locale).
1. per introdurre il referendum obbligatorio sullo statuto e la possibilità per i cittadini di indire un referendum per cambiare lo statuto o una parte di esso (come in Svizzera).
Situazione attuale: Articolo 6
Statuti comunali e provinciali
…
4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione e’ ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto e’ approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie.
5. Dopo l’espletamento, del controllo da parte del competente. organo regionale, lo statuto e’ pubblicato nel bollettino ufficiale della regione, affisso all’albo pretorio dell’ente per trenta giorni consecutivi ed inviato al Ministero dell’interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti. Lo statuto entra in vigore decorsi trenta giorni dalla sua affissione all’albo pretorio dell’ente.
…
Proposta modifica: Articolo 6
Statuti comunali e provinciali
…
4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione e’ ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto e’ approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Lo statuto entra in vigore solo se ottiene anche l’approvazione della maggioranza dei votanti nel successivo referendum obbligatorio sullo statuto, indetto entro 1 mese dall’approvazione in consiglio comunale. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie. I cittadini possono proporre modifiche totali o parziali allo statuto tramite referendum propositivo senza quorum.
5. Dopo l’espletamento, del controllo da parte del competente. organo regionale, lo statuto e’ pubblicato nel bollettino ufficiale della regione, affisso all’albo pretorio dell’ente per trenta giorni consecutivi ed inviato al Ministero dell’interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti. Lo statuto entra in vigore decorsi trenta giorni dalla sua affissione all’albo pretorio dell’ente.
…
2. per introdurre i referendum propositivi, abrogativi e confermativi vincolanti senza quorum, con obbligo abbinamento votazioni nazionali ed europee e introduzione libretto informativo e voto postale, elettronico e via internet (come in Svizzera, ma anche nel comune di Malles (BZ).
Situazione attuale: Articolo 8
Partecipazione popolare
1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale. I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.
2. Nel procedimento relativo, all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalita’ stabilite dallo statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241.
3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonche’ procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresi’, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.
4. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali.
5. Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti.
Proposta modifica: Articolo 8
Partecipazione popolare
1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale. I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.
2. Nel procedimento relativo, all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalita’ stabilite dallo statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241.
3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonche’ procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame entro 2 mesi. Possono essere, altresi’, previsti referendum propositivi, abrogativi, confermativi degli atti amministrativi, sulle modifiche totali o parziali allo statuto, con valore vincolante per l’amministrazione senza quorum di partecipazione su richiesta di un adeguato numero di cittadini, sempre inferiore al 5% degli aventi diritto. Queste consultazioni sono effettuate con modalità miste per via postale, con voto elettronico, via internet e nel seggio elettorale. I cittadini in occasione dei referendum riceveranno a casa un libretto informativo, dove saranno esposte le tesi dei proponenti e quelle dell’amministrazione o del comitato che si oppone, con parità di spazio.
4. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale senza esclusioni e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali, ma quando in presenza di votazioni regionali, nazionali, europee nello stesso periodo, vengono effettuate nella stessa giornata e con gli stessi orari.
5. Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti.
2. per introdurre la revoca degli eletti (come in Svizzera e in California).
Situazione attuale: Articolo 46
Elezione del sindaco e del presidente della provincia – Nomina della giunta
1. Il sindaco e il presidente della provincia sono eletti dai cittadini a suffragio universale e diretto secondo le disposizioni dettate dalla legge e sono membri dei rispettivi consigli.
2. Il sindaco e il presidente della provincia nominano i componenti della giunta, tra cui un vicesindaco e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione.
3. Entro il termine fissato dallo statuto, il sindaco o il presidente della provincia, sentita la giunta, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.
4. Il sindaco e il presidente della provincia possono revocare uno o piu’ assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio.
Proposta modifica: Articolo 46
Elezione del sindaco e del presidente della provincia – Nomina della giunta
1. Il sindaco e il presidente della provincia sono eletti dai cittadini a suffragio universale e diretto secondo le disposizioni dettate dalla legge e sono membri dei rispettivi consigli.
2. Il sindaco e il presidente della provincia nominano i componenti della giunta, tra cui un vicesindaco e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione.
3. Entro il termine fissato dallo statuto, il sindaco o il presidente della provincia, sentita la giunta, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.
4. Il sindaco e il presidente della provincia possono revocare uno o piu’ assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio.
5. I cittadini possono indire un referendum revocatorio senza quorum nei confronti del sindaco e della sua giunta, raccogliendo fino al 10% di firme degli aventi diritto. In caso di esito positivo di questa consultazione, il sindaco e la giunta e il consiglio comunale decadono dalle loro funzioni e vengono indette nel più breve tempo possibile nuove elezioni.
Edit 16-12-14:
L’amico Dario Rinco mi ha mancato questo interessante commento, utile per migliorare questa proposta:
leggo sempre con interesse gli articoli del tuo sito e vorrei farti meditare su quello che hai scritto.
Mi riferisco a questo passaggio:
http://www.paolomichelotto.it/blog/2014/12/10/come-fare-per-ottenere-gli-strumenti-di-democrazia-diretta-nei-comuni-proposta-per-cambiare-il-tuel-d-l-267/
devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame entro 2 mesi
Purtoppo anche se il DLGS 267/2000 venisse modificato come sopra citato, si presenterebbe sempre il problema dell’eventuale mancata risposta da parte dell’amministrazione comunale.
Come da noi sperimentato, purtroppo, nei casi in cui l’amministrazione facesse spallucce delle varie petizioni, istanze e referendum depositati neppure il prefetto ha potere coercitivo nei confronti dell’amministrazione inadempiente.
Diverso sarebbe se fosse prevista una sanzione a carico del Sindaco per mancata risposta (magari arrivando a ipotizzare anche il commissariamento del Comune).
Per i casi nei quali non venisse data risposta di ammissibilità dei quesiti referendari entro x giorni, si potrebbe ipotizzare il silenzio assenso in modo che il comitato referendario possa iniziare la raccolta firme in caso di non risposta alla richiesta di valutazione del quesito referendario.
Per scoprire meglio tutte le inadempienze di Sesto S.G. ti segnalo questo:
http://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2014/10/27/28102014-a-sesto-s-g-e-possibile-esercitare-la-partecipazione-popolare/
Ciao
Dario
di Paolo Michelotto
con grande piacere riporto l’articolo apparso sul sito www.riccardofraccaro.it . Il portavoce Riccardo Fraccaro (M5S) ha spiegato in Commissione Affari istituzionali della Camera il suo emendamento in cui chiede di togliere il quorum dai referendum.La democrazia diretta continua a bussare in parlamento. I cittadini verranno ascoltati?
Dal blog www.riccardofraccaro.it
L’abolizione del quorum è il primo passo indispensabile per consentire ai cittadini di concorrere attivamente al processo decisionale democratico. Con l’abolizione del quorum si avrebbe il sicuro effetto di vedere sbocciare la democrazia diretta accanto a quella rappresentativa determinando l’indispensabile evoluzione verso la democrazia integrale. Il 5 dicembre sono intervenuto in commissione affari costituzionali per illustrare un mio emendamento alla proposta di legge di riforma istituzionale per l’eliminazione del quorum di partecipazione nei referendum. Nell’intervento ho illustrato come l’emendamento sia stato il frutto della proposta dell’iniziativa popolare «Quorum zero, più democrazia»presentata in Parlamento da 50 mila elettori ed ho rilevato le ragioni a sostegno dell’azzeramento del quorum, la cui azione è giustificata dal fatto che i cittadini che si disinteressano dei contenuti delle proposte referendarie e che non si recano ad esprimere il proprio voto condizionano l’esito dei referendum. Ho articolato le 13 ragioni per le quali il quorum è un evidente snaturamento dell’istituto referendario ispirandomi alla sintesi di Paolo Michelotto sulla pubblicazione “Vivere meglio con più democrazia”.
Le ragioni del NO:
1. I sostenitori del No vincono facilmente
2. I sostenitori del Sì partono già svantaggiati
3. Bastone tra le ruote della democrazia
4. Meno dibattito e meno informazione
5. Premio a chi non partecipa
6. Non c’è più il segreto del voto
7. Allontanamento delle persone dal voto
8. Se il quorum valesse anche nelle elezioni, molte sarebbero state invalidate
9. La Costituzione permette referendum locali senza quorum
10. I cittadini non vogliono il quorum
11. Distruzione della fiducia dei cittadini nello strumento del referendum
12. Potere sproporzionato di piccoli partiti
13. Evoluzione verso una piena democrazia
di Paolo Michelotto
nei giorni scorsi il Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige ha approvato una legge regionale che prevede che tutti i comuni della regione abbiano nuovi strumenti di democrazia diretta e migliorano quelli esistenti (abbassando il quorum – abbassando il numero di firme, che saranno raccolte in 180 giorni invece che 90 – inviando l’opuscolo informativo). Tutto questo grazie alla proposta dei 2 consiglieri del M5S (Filippo Degasperi e Paul Koellensperger) e dei vari esperti che li hanno aiutati (Thomas Benedikter, Alex Marini, Stefano Longano) che hanno convinto i colleghi ad appoggiarli su questo tema. Ma ora come scrive Stefano Longano “.. che sappiano che ora questo è il minimo sindacale, e che se vogliono parlare di partecipazione, devono concretamente proporre qualcosa di più. Come per esempio rendere vincolanti i referendum propositivi, dare a qualunque cittadino la possibilità di autenticare le firme, e infine avere il coraggio di togliere totalmente il quorum.”
Comunque ad esempio a Trento e a Rovereto, il quorum dovrà essere abbassato al 25% e ci sarà il referendum confermativo statutale con quorum 0% e raccolta firme che dura 180 giorni (6 mesi) invece che 90 giorni. Ottimo passo avanti. La democrazia diretta si ottiene passo dopo passo e ogni tanto c’è qualche passetto in avanti che viene dal basso (il quorum abbassato a Trento e a Rovereto negli anni scorsi grazie ad iniziative popolari) i referendum a Rovereto e a Bolzano, l’azione di Iniziativa Più Democrazia nel Trentino e di Iniziativa Più Democrazia in Alto Adige, l’azione di Stephan Lausch e di Thomas Benediker e di molti altri, e qualche passo che viene dal livello superiore.
I comuni della regione sono 333. Ora avranno 1 anno per adeguare lo Statuto alla nuova legge. Mi auguro che qualche comune sia ancora più coraggioso e vada oltre queste prescrizioni minime, imitando per esmpio quanto fatto dal comune di Malles (BZ). Molto dipenderà dai nuovi eletti della primavera prossima e dalla spinta dei cittadini.
Nei prossimi giorni la legge verrá pubblicata sul BUR. Per essere compresa fino in fondo però bisognerebbe leggerla nel testo unico che verrá predisposto ipoteticamente dopo l’accorpamento in un’unica norma nei prossimi mesi.
Ecco il post scritto da Alex Marini che appare sul portale www.trentino5stelle.it/
Durante gli odierni lavori del Consiglio regionale, dopo l’approvazione a maggioranza dell’aula di entrambi gli ordini del giorno dei portavoce Degasperi e Koellensperger, l’impegno del M5S si è concentrato sul cercare di infondere nuovo senso a quello che dovrebbe essere il “governo del popolo”.
Il ddl 17 (“Disposizioni in materia di enti locali”) ha portato al voto in aula anche aspetti essenziali di regolamentazione degli strumenti di democrazia diretta a livello comunale. Le proposte uscite dalla maggioranza erano insufficienti e relegavano i cittadini al solito ruolo di elettori coinvolti al massimo una volta ogni cinque anni. Per questi motivi il M5S doveva sfruttare l’opportunità di migliorare questo disegno di legge anche a costo di procedere con un serrato ostruzionismo. La maggioranza, di fronte al merito dei emendamenti, ha accettato di dialogare con noi e, coinvolgendo altre forze politiche, siamo riusciti a ottenere un consenso trasversale sulla rilevanza dei temi affrontati dalle nostre proposte. Gli emendamenti condivisi e sottoscritti porteranno all’introduzione nell’ordinamento regionale dei comuni:
Non è stata una trattativa semplice, ma grazie al coinvolgimento di tutti siamo riusciti a modificare, migliorandolo, la status quo. Si poteva fare di più e meglio, ma siamo comunque soddisfatti: da oggi i cittadini della nostra regione hanno a disposizione nuovi e concreti strumenti di partecipazione politica.
di Paolo Michelotto
straordinaria serata ieri a Vignola.
Alla presenza di 66 cittadini e di 6-7 assessori + Sindaco + Vicesindaco si è svolta la prima “La Parola ai Cittadini” organizzata da una amministrazione in Italia.
E questo è il primo risultato già di per sè eccezionale.
Nella splendida sala consigliare appena inaugurata 2 giorni prima, che contiene 100 sedie per i cittadini di fronte ai tavoli del consiglio comunale (dove altro c’è una situazione del genere in Italia?), sono stati presentati 20 temi alla discussione. Uno poi è stato accorpato ad un precedente, uno era in realtà una domanda più che una proposta, per cui non lo abbiamo votato ed un altro era già stato attuato dall’amministrazione proprio in questi giorni.
Dopo 2 ore e mezza questi sono stati i risultati:
0 | Nome | Titolo proposta | Voti | Presenti | Voti % |
20 | Ivo Gnudi | Sala espositiva permanente per opere d’arte | 32 | 39 | 82,05% |
1 | Giulia Bazzani | Voucher | 50 | 63 | 79,37% |
14 | Maurizio Tonelli | Museo della ciliegia | 42 | 54 | 77,78% |
11 | Mara Cristoni | Tenere ospedale in funzione a Vignola | 44 | 61 | 72,13% |
3 | Mirco Neri | Valorizzazione sito naturalistico fiume Panaro 15000 euro | 44 | 65 | 67,69% |
7 | Rosanna Sirotti | Rastrelliere bici + gancio alto 5000 euro | 40 | 60 | 66,67% |
10 | Stefano Corazza | Sistemazione zona Accesso piscina | 39 | 61 | 63,93% |
13 | Simona Plessi | Adottiamo un’aiuola x impegno amministrazione x organizzare i cittadini | 34 | 55 | 61,82% |
19 | Giovanni Bazzani | Campi gioco e palestre per bambini | 23 | 40 | 57,50% |
8 | Guarino Bortolotti | Bici Grill sul ponte Muratori | 31 | 60 | 51,67% |
5 | Giorgio Malaguti | Forum pre e post consiglio comunale 500 | 34 | 66 | 51,52% |
6 | Sophie Bardiau | Calendario rifiuti Più leggibile + chiaro + lingue | 32 | 66 | 48,48% |
15 | Maria Vicini | Miglioramento fogne area Via Vittorio Veneto | 24 | 53 | 45,28% |
12 | Mauro Ferri | Miglioramento luci stradali nelle basse | 16 | 61 | 26,23% |
9 | Daniela Piani | Scuola – Polo scolastico superiori anche con intervento privati | 15 | 61 | 24,59% |
2 | Carlo Marinelli | Aumento punti raccolta rifiuti in tutta la città | 11 | 65 | 16,92% |
17 | Fabrizio Migliori | Soprappasso Area verde zona coop | 6 | 41 | 14,63% |
4 | Renato Berselli | Mettere segnaletica museo civico – Già fatto – Non votato | 0 | 0 | |
16 | Maria Violi | Strada via modenese a senso unico con ciclabile – Non votato | 0 | 0 |
Tutte proposte come al solito, intelligenti e sensate.
All’inizio della serata il Sindaco Mauro Smeraldi ha promesso di portare le 3 proposte più votate all’interno del bilancio se prevedevano spese oppure in consiglio comunale se non prevedevano spese.
A fine serata il Sindaco ha ribadito che la prima e la terza proposta saranno portate in Consiglio Comunale mentre la seconda, riguardante i Voucher sarà inserita nel Bilancio che verrà presentato già il 18 dicembre prossimo.
E questo è stato il secondo grosso risultato della serata. Nello spazio di 2 ore e mezza, dare la possibilità a tutti i cittadini di fare una loro proposta, di discuterla, di sentire l’opinione degli amministratori, di votarla e di sapere che le 3 proposte più votate (ma qualche assessore ha promesso che porterà avanti anche altre proposte di questa lista) saranno implementate al più presto.
Una procedura democratica semplice, ovvia, quasi offensivamente banale, ma che finora non era mai successa in Italia.
Ovviamente io seguirò attentamente il percorso e riferirò i prossimi passi effettuati dall’amministrazione, su questo blog.
Infine il terzo risultato. Ancora più grandioso dei già grandi risultati di questa serata. Nel clima di grande soddisfazione reciproca che aleggiava nella sala, l’amministrazione ha affermato più volte per voce del sindaco Mauro Smeraldi e dell’ass. alla democrazia Monica Maisani che questo è solo un ulteriore passo nel loro percorso verso una maggiore democrazia.
1. Vogliono ripetere “La Parola ai Cittadini” come routine, almeno 2-3 volte l’anno.
2. Ma inoltre, vogliono organizzare al più presto “La Giornata della Democrazia” (quindi i primi mesi del 2015) sullo stile di quella organizzata a Parma il 20 Settembre 2013 per permettere ai cittadini di Vignola di proporre, discutere e decidere gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa da introdurre nella loro città.
Ho visto un sincero interesse sia da parte del sindaco, che degli assessori presenti, che dei cittadini a percorrere una strada che porti Vignola a diventare la Capitale della Democrazia, come da loro affermato nel programma elettorale.
E a diventare un esempio da seguire per il resto d’Italia. Non ho dubbi che nessun strumento di democrazia e di partecipazione sarà escluso a priori dalla loro valutazione e tutti saranno studiati attentamente per poterli introdurre a Vignola.
Ma terrò aggiornato il blog su tutte le prossime, succose novità che verranno da Vignola.
Nei prossimi giorni inserirò le foto, che l’attivissimo addetto stampa del Sindaco, Antonio, mi ha promesso
Grazie a Carla e a Marilena (le future facilitatrici delle prossime serate partecipative) per aver sostenuto e collaborato per organizzare questo evento.
Edit 6-12-14: Inserisco 4 foto che mi ha gentilmente inviato Antonio.
Edit 8-12-2014:
Inserisco le foto dei due quotidiani “Il Resto del Carlino” e la “Gazzetta di Modena” che hanno dedicato all’evento un articolo e che l’ass. Monica Maisani mi ha inviato. Clicca sopra 2 volte per vederle più grandi.
E qui inserisco i file dei fogli di calcolo utilizzati per la serata. Sono diversi dai precedenti finora utilizzati, perchè hanno per la prima volta, una colonna aggiuntiva, dove viene calcolata la percentuale dei voti a favore, sul totale dei presenti in quel momento. E l’ordine finale è stato fatto con questa percentuale. Non sui voti assoluti. Questo è importante, perchè i cittadini variavano da votazione a votazione. Qualcuno entrava, qualcuno usciva.
proposte vignola 04-12-14 (file ods – standard aperto)
proposte vignola 04-12-14 (file xls – standard Excel)
Edit del 31-01-2015
L’esito di questa serata si trova qui:
di Paolo Michelotto
sarò a Vignola (MO) il 4 Dicembre 2014, dove per la prima volta in Italia l’amministrazione, il sindaco Mauro Smeraldi e l’ass. alla Democrazia e Partecipazione Monica Maisani, organizzano “La Parola ai Cittadini“, aperta a tutti i residenti, nella nuova sede molto più spaziosa del Consiglio Comunale (che viene inaugurata il 2 dicembre 2014) in via Bellucci 1, dalle ore 20.30. Le 3 proposte formulate e discusse dai cittadini, che otterranno più voti dei presenti, se prevedono spese verranno inserite nel Bilancio Comunale se non prevedono spese verranno discusse nel primo consiglio comunale utile.
È la prima volta in Italia, che una amministrazione usa questo metodo per portare la voce dei cittadini direttamente all’interno delle istituzioni, saltando le procedure lunghe e farragginose previste nello statuto.
Nell’arco di un paio d’ore, i cittadini che lo desiderano potranno fare le loro proposte e le proposte più votate dai loro concittadini verranno trasformate in punti del bilancio comunale, che verrà presentato la settimana successiva, se prevedono spese, oppure in un punto dell’ordine del giorno da discutere al primo consiglio comunale utile.
Democrazia diretta, partecipazione, velocità e ottimo rapporto tra fatica e impegno dei cittadini e risultati ottenuti.
Un esempio per il resto d’Italia, innanzitutto, perchè nella sua campagna elettorale dell’estate 2014 il sindaco aveva promesso di introdurre questo metodo se eletto, ed ora mantiene le sue promesse. E poi, perchè praticamente a costo zero, permette ai cittadini di far sentire la loro voce e far emergere le loro proposte e i risultati applicati in maniera molto veloce e concreta.
di Paolo Michelotto
riporto qui un interessante articolo di Guglielmo Piombini apparso su http://www.libreriadelponte.com/ dove parla del libro Conoscere la Svizzera. Il segreto del suo successo” (Dadò editore). Il segreto è l’utilizzo sano ed ampio che i cittadini fanno degli strumenti di democrazia diretta che si sono conquistati passo dopo passo e con fatica nel corso degli ultimi 150 anni.
Così in tutte le scelte pubbliche l’ultima parola spetta sempre al Sovrano (si definiscono proprio così nella loro Costituzione Federale), il popolo svizzero.
di Guglielmo Piombini
La Svizzera sta vivendo un periodo di grande prosperità economica, soprattutto se confrontata con i paesi vicini. La disoccupazione, anche tra i giovani, è praticamente inesistente. Gli stipendi nel Canton Ticino sono mediamente il doppio di quelli italiani, mentre nella Svizzera tedesca sono il triplo. In particolare Zurigo vanta il primo posto al mondo per i salari più alti, davanti a New York, Tokio, Londra, Stoccolma e Parigi (a Zurigo si guadagna il doppio rispetto alla capitale francese). Gli svizzeri hanno di recente respinto con un referendum il salario minimo legale, ma di fatto non esistono impieghi pagati meno di 2000 franchi svizzeri al mese (1850 euro); il 96,3 per cento degli svizzeri, infatti, guadagna più di questa cifra. La tassazione è molto più bassa rispetto all’Italia e agli altri paesi europei, però il costo della vita è più alto del 30-40 per cento, e inoltre vi sono alcune spese obbligatorie abbastanza rilevanti, a partire dall’assicurazione sanitaria privata. Ad ogni modo, secondo l’Ufficio Federale di Statistica nel 2011 il reddito disponibile medio per famiglia, una volta dedotte tutte le imposte e le assicurazioni obbligatorie, è stato di 6750 franchi al mese, ossia 5500 euro. Rispetto al 2006 il reddito medio mensile di ogni famiglia svizzera è cresciuto di 650 franchi (533 euro).
La Svizzera: un drago dell’economia
Come ha fatto questo paese di soli otto milioni di abitanti, stretti in un territorio inospitale e montagnoso al 65 per cento, senza sbocchi al mare e senza risorse naturali, a parte le acque delle sue dighe idrauliche, a raggiungere questi risultati economici? A dispetto degli stereotipi, la Svizzera non è soltanto un paradiso fiscale, e del resto lo sarà sempre meno vista la progressiva abolizione del segreto bancario. La Svizzera è prima di tutto una potenza economica, tecnologica e scientifica. Solo il 5,6 per cento della popolazione attiva lavora nel settore bancario e assicurativo, generando però il 15 per cento del pil, a conferma della loro forte produttività. Per il resto la Svizzera ha una industria estremamente competitiva in molti settori ad alto valore aggiunto, come la farmaceutica, la chimica e l’alta tecnologia. La sua forza sono le numerosissime piccole e medie imprese che commerciano con il mondo intero: 138.000 entità che danno lavoro a 2,2 milioni di persone, ossia un’impresa ogni 55 abitanti. I patetici lamenti italici o francesi contro la globalizzazione qui non hanno attecchito. Gli svizzeri si sono inseriti con entusiasmo nell’economia globalizzata, hanno respinto ogni tentazione protezionista e si sono specializzati nei settori dove erano già forti, continuando a guadagnare fette di mercato in un ambiente globale altamente concorrenziale. All’opposto dell’Italia, la Svizzera si è reindustrializzata proprio grazie alla globalizzazione.
Gli abitanti della Confederazione Elvetica dimostrano con i fatti che l’inventiva e il lavoro sono la fonte della prosperità. Questi saggi e indefessi lavoratori hanno sempre bocciato con referendum tutte le reiterate proposte di ridurre per legge l’orario di lavoro. Nel marzo 2012 hanno respinto in maniera massiccia l’iniziativa lanciata dai sindacati per “sei settimane di congedo per tutti”, e hanno continuato a lavorare più degli omologhi europei. Hanno in media solo 29 giorni di riposo all’anno contro, ad esempio, i 40 dei francesi. Inoltre, grazie a regole del mercato del lavoro molto liberali, in Svizzera lavorano tutti, giovani e anziani. La Svizzera conta infatti il 68 per cento di popolazione attiva nella fascia di età tra i 55 anni e i 64 anni: un record europeo. Secondo una recente inchiesta il 96 per cento delle persone sopra i 55 anni si sono dichiarate soddisfatte delle loro condizioni di lavoro.
Il segreto del successo: la concorrenza fiscale
Mentre nell’inferno fiscale e burocratico italiano dal 2007 a oggi gli investimenti esteri sono crollati del 58 per cento, la Svizzera continua ad attirarli come un magnete. Il 59 per cento delle società straniere che hanno insediato il loro quartier generale in Europa, come Hewlett-Packard, Gillette, Procter & Gamble, Ralph Laure, Colgate Palmolive, Cisco o General Motors, hanno scelto la Svizzera. Anche Microsoft e Google hanno stabilito a Zurigo il loro centro di ricerca europeo. Questo fatto fa infuriare i politici europei, che si vedono sfuggire di mano miliardi di imposte a causa della “sleale” concorrenza fiscale svizzera. Nel 2007 un politico socialista francese, Arnaud Montebourg, ebbe un breve periodo di notorietà quando si lanciò in una durissima accusa contro la “mancanza di civismo e la fuga” dei contribuenti francesi più ricchi “nei paradisi fiscali alle porte dell’Europa”. «Fin dove può giungere la nostra tolleranza nei confronti della Svizzera? – tuonò Montebourg – Non sarebbe forse meglio assumere il confronto inevitabile con questi territori, come fece il generale De Gaulle nel 1963 quando decretò il blocco contro il Principato di Monaco, che dovette così piegare la schiena di fronte alle esigenze fiscali francesi?». Il giorno seguente il quotidiano Liberation uscì con questo titolo a grandi caratteri in prima pagina: “Evasione fiscale. Bisogna invadere la Svizzera?”
La risposta degli svizzeri a questo novello Robespierre è stata secca e definitiva: «Non c’è nulla da trattare. Montebourg non conosce il sistema fiscale elvetico». Il governo svizzero non poteva trattare su questioni fiscali con il governo francese neanche se l’avesse voluto, perché la Svizzera è una Confederazione nella quale ciascuno dei 26 cantoni è padrone della propria fiscalità. Non solo: all’interno di ogni singolo cantone la competizione fiscale tra i comuni è ancor più accanita. Al deputato francese sfuggiva inoltre un altro dato fondamentale: la partecipazione decisiva dei contribuenti alla determinazione dei tassi d’imposta. In Svizzera, infatti, sono i cittadini che votano la maggior parte delle aliquote fiscali attraverso la democrazia diretta e i referendum. Per realizzare il suo obiettivo Montebourg avrebbe quindi dovuto fare il giro di tutti i comuni e di tutti i cantoni elvetici, e perorare la sua richiesta di “armonizzazione fiscale” con la Francia davanti ai cittadini riuniti per le votazioni a Obvaldo, Nidvaldo, Glarona o Appenzello. Molto difficilmente però sarebbe riuscito a ottenere il loro consenso, dato che, come spiega l’economista svizzero Beat Kappeler, le istituzioni locali elvetiche «producono un tipo particolare di politico dell’esecutivo, investito della delicata missione di mantenere uno Stato minimale: egli è il delegato del popolo, incaricato di sorvegliare il mostro e non certo di renderlo potente, splendido, seducente».
Gli elvetici, infatti, non hanno nessuna intenzione di rinunciare al loro sistema perché, come spiega l’ex ministro delle finanze della Confederazione Hans-Rudolf Merz, la concorrenza fiscale interna è garanzia di efficienza e di innovazione. Ogni cantone è libero di sperimentare soluzioni inedite e poi, a seconda dei risultati, le soluzioni migliori vengono adottate, mantenute e eventualmente imitate. Nel 2007 il Canton Obvaldo, vero e proprio laboratorio fiscale della Svizzera, fu il primo ad adottare una tassa piatta con aliquota bassissima all’1,8 per cento per tutti i redditi, con esenzione totale sotto i 10.000 franchi. Visti i buoni risultati, questa innovazione fiscale venne copiata l’anno successivo dal Canton Turgovia. Generalmente sono i comuni e i cantoni più depressi o svantaggiati che giocano la carta delle riduzioni fiscali per recuperare un po’ di terreno nei confronti dei comuni o dei cantoni più sviluppati e meglio serviti, che possono permettersi di chiedere aliquote più alte ai propri cittadini. Ad esempio, nel 2007 il comune di Saanen nelle Alpi bernesi concesse degli sgravi fiscali ai residenti con un patrimonio particolarmente elevato. Il cittadino svizzero più ricco, l’imprenditore miliardario Ernesto Bertarelli, proprietario di Alinghi (il team svizzero vincitore di due edizione della Coppa America di vela), decise allora di trasferirsi lì dal Canton Vaud, il quale subì una forte perdita di gettito. Nel 2008, bersagliato dalla concorrenza dei cantoni vicini, anche Zurigo si piegò alla competizione fiscale abbassando le aliquote.
Un modello per l’Europa
La Svizzera appare come un paese ben gestito, ma lo stesso non può dirsi per molti altri paesi europei come l’Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo o la Francia, che hanno accumulato dei debiti pubblici drammatici. Questi bilanci statali disastrati non meritano nessuna compassione. Secondo il professor François Garçon, autore del libro “Conoscere la Svizzera. Il segreto del suo successo” (Dadò editore), gli sperperi enormi che hanno generato questi debiti sono rivelatori della mancanza di civismo della massa di cittadini, per la loro rinuncia al dovere di vigilanza sui propri eletti. Il popolo che scambia i propri eletti per Babbo Natale, ironizza Garçon, viene sempre gabbato. La crisi del debito riflette la noncuranza del popolo sovrano, incapace di prevedere le inevitabili derive cleptomani dei propri dirigenti, e di impedirle. La spiegazione della passività di tanti popoli europei di fronte allo sperpero pubblico e della facilità con la quale gli eletti di qualsivoglia colore politico li hanno raggirati risiede nel fatto che in questo debito, in questa gigantesca depredazione, molti hanno trovato il proprio sporco tornaconto: finti impieghi nell’amministrazione statale, pensioni senza aver versato contributi, e così via. L’accumulo di burocrazia parassitaria e costosa, scrive Garçon, non è la causa, bensì il sintomo del generale putridume.
Mentre gli italiani, i greci, gli spagnoli o i francesi hanno concesso ogni libertà ai loro eletti trasformatisi in predatori, gli svizzeri sono stati vigilanti. Lo sono stati a maggior ragione poiché le istituzioni di cui si sono dotati permettono loro di sorvegliare i propri eletti e di tenerli al guinzaglio. Gli svizzeri in effetti si sono muniti di istituzioni che consentono ai cittadini di far valere in maniera pacifica e civile la loro voce, senza passare dalle violenze di piazza, dai cortei che bloccano le strade, dagli scioperi continui o dalle risse televisive. Da oltre un secolo e mezzo gli svizzeri hanno forgiato degli strumenti politici la cui utilità specifica è quella di ricordare agli eletti che, a differenza di quanto avviene nella pratica di molti paesi a “democrazia rappresentativa” come l’Italia, il mandato di cui dispongono non è assimilabile a un permesso di saccheggio concesso per un periodo di quattro o cinque anni.
La Svizzera ci mostra quindi le virtù di un sistema basato sullo stato leggero, la decentralizzazione nelle decisioni di spesa per evitare gli sperperi, il federalismo concorrenziale, la sorveglianza degli eletti, i referendum su questioni fiscali, e il diritto d’iniziativa, che permette alla popolazione di intromettersi in ogni momento in ciò che la riguarda, canalizzando i malcontenti e dando responsabilità ai cittadini. I popoli europei dovrebbero trarre importanti lezioni da questo superiore modello di organizzazione politica.
di Paolo Michelotto
Qui il link alla pagina del Sindaco Pizzarotti che annuncia il voto:
https://www.facebook.com/f.pizzarotti
oggi 6 novembre 2014, il comune di Parma, capoluogo di provincia con circa 200.000 abitanti, amministrazione del M5S, è diventato uno dei pochi comuni italiani a quorum zero.
Infatti questa sera è stato approvato in via definitiva dal Consiglio Comunale il nuovo Statuto Comunale, che ha al suo interno molte delle richieste formulate con un percorso partecipativo dai cittadini di Parma e culminate in “La Giornata della Democrazia” del 20 settembre 2013. Tra queste richieste anche il referendum propositivo e abrogativo con quorum zero.
Questo il testo del nuovo Statuto Comunale che è stato approvato questa sera:
Nuovo Statuto Comunale di Parma.pdf
Qui sotto la parte riguardante i referendum.
Da notare che è stato introdotto il referendum propositivo e abrogativo, entrambi con quorum zero. Possono andare a votare anche gli stranieri e per il consultivo e propositivo l’età dei votanti è stata abbassata a 16 anni. Sono richieste 10.000 firme, ossia circa il 5% degli elettori. È stata esclusa la concomitanza con il voto comunale, ma ciò significa che è possibile la concomitanza al voto regionale, nazionale ed europeo. Il comitato dei garanti, ossia quelle persone che decidono se un quesito è referendabile, è scelto al di fuori dei partiti, ossia, il Presidente del Consiglio, un esperto proposto dall’università e uno dall’ordine degli avvocati. Purtroppo non è stato introdotto un vero referendum propositivo, perchè l’esito non è vincolante, ma il Consiglio Comunale può votare anche in maniera difforme da quanto richiesto dal voto dei cittadini. Spero che in fase di scrittura del Regolamento, venga introdotto questo vincolo. Invece il referendum abrogativo con quorum zero ha validità dal giorno successivo alla proclamazione dei risultati.
Quindi ottimo lavoro, in fase di scrittura del Regolamento, occorrerà migliorare i punti deboli riguardanti il referendum propositivo.
Art. 59 – Referendum
1. L’istituto referendario è volto ad agevolare il rapporto tra i cittadini e gli organi elettivi.
2. Il referendum consultivo e quello propositivo sono indetti su richiesta di almeno cinquemila cittadini residenti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età, mentre il referendum abrogativo è indetto su richiesta di almeno diecimila cittadini residenti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Il referendum consultivo, inoltre, è indetto anche su determinazione del Consiglio Comunale adottata con il voto favorevole di almeno due terzi dei componenti assegnati.
3. Nel referendum consultivo ed in quello propositivo esercitano il diritto di voto i residenti nel territorio comunale che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età. A tal fine, il Comune assicura la tenuta di una speciale lista elettorale. Nel referendum abrogativo invece esercitano il diritto di voto i residenti nel territorio comunale che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età.
4. I referendum possono essere richiesti su tutte le materie sulle quali il Consiglio Comunale ha competenza deliberativa, fatta eccezione per:
a) bilanci, finanze, tributi e relative tariffe;
b) attività vincolata di esecuzione di norme statali, regionali, o statutarie e di convenzioni in essere;
c) atti di elezione, nomina, designazione, revoca;
d) disciplina del personale del Comune e delle sue Aziende ed Istituzioni;
e) gli atti inerenti la tutela dei diritti delle minoranze.
5. Ciascun referendum deve avere per oggetto un solo quesito che deve essere formulato con brevità e chiarezza ed in modo univoco.
6. Il referendum avente ad oggetto lo stesso quesito non può essere ripetuto nell’arco della durata in carica del medesimo Consiglio Comunale e, comunque, nell’arco di un triennio dallo svolgimento di una precedente consultazione.
7. I referendum non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali comunali.
Art. 60 – Richiesta di referendum
1. La proposta referendaria deve essere presentata da un comitato promotore, costituito con atto pubblico o scrittura privata autenticata, e composto da almeno cinquanta cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune. La proposta, prima della raccolta delle firme, che deve avvenire nel tempo massimo di novanta giorni dalla data di deposito della proposta referendaria presso la struttura competente, è sottoposta al giudizio di ammissibilità da parte della Commissione dei Garanti per i referendum.
2. Tale Commissione è formata dal Segretario Comunale, o suo delegato, con funzioni di Presidente, da un iscritto all’Ordine degli Avvocati di Parma e da un membro dell’Università degli Studi di Parma competenti in materie giuridiche, nonché da due dirigenti dell’Ente. A tal fine, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati ed il Rettore dell’Università forniranno al Segretario Generale ciascuno un’ampia rosa di nominativi fra i quali saranno sorteggiati, con le modalità previste nel regolamento, gli altri due componenti. Per l’esercizio dell’attività svolta ai componenti della Commissione non spetta alcun compenso.
3. Le decisioni sono assunte con la presenza di tutti i componenti della Commissione e le funzioni di segretario della Commissione sono svolte da un funzionario comunale nominato dal Segretario Generale.
Art. 61 – Indizione referendum
1. Il referendum è indetto dal Sindaco e deve svolgersi entro sei mesi dalla data di ammissibilità della proposta, con l’eccezione prevista dal terzo comma successivo.
2. In caso di pluralità di referendum, il Sindaco è tenuto a fissare una unica data di svolgimento.
3. Nessuna tornata referendaria può essere indetta nell’anno di normale scadenza di mandato amministrativo del Consiglio. I referendum che avrebbero dovuto svolgersi in tale anno sono differiti all’anno successivo.
4. Il referendum già indetto si intende automaticamente sospeso in caso di sopravvenuto scioglimento del Consiglio Comunale.
5. Il Sindaco/il Commissario procede alla revoca del referendum già indetto qualora il quesito referendario non sia più proponibile per la sopravvenuta promulgazione di una legge che disciplini ex novo la materia, oppure il Consiglio Comunale abbia deliberato sul quesito oggetto del referendum nel senso dei proponenti lo stesso.
Art. 62 – Effetti del referendum
1. Nel caso di referendum consultivo e propositivo il Sindaco è tenuto a sottoporre al Consiglio Comunale, entro sessanta giorni dalla proclamazione del risultato, la deliberazione sull’oggetto del quesito sottoposto al referendum. La deliberazione terrà conto della partecipazione alla consultazione e dell’esito della stessa. Il Consiglio Comunale è comunque tenuto a motivare le ragioni della deliberazione di cui sopra. Quando sullo stesso oggetto del referendum esistano proposte di deliberazione, interrogazioni o altre istanze di sindacato ispettivo, mozioni, ordini del giorno presentati da Consiglieri ovvero istanze e petizioni, si fa luogo ad un unico dibattito consiliare.
2. Nel caso di referendum abrogativo gli effetti dell’atto deliberativo si intendono cessati a partire dal giorno successivo alla proclamazione del risultato positivo. L’Organo che ha adottato il provvedimento abrogato provvede, entro quindici giorni, a disciplinare e sanare rapporti e situazioni giuridiche o di fatto, eventualmente sospesi, nel rispetto della volontà popolare espressa.
3. La proposta sottoposta a referendum è valida se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi indipendentemente dal numero degli aventi diritto al voto.
di Paolo Michelotto
non è uno scherzo. Il lunedì 20 ottobre 2014 sono stato ascoltato insieme ad altri 12 esperti su approfondimenti riguardanti la modifica della Costituzione che dovrà essere discussa a breve alla Camera, dopo essere già stata approvata in Senato.
Questo il video, realizzato prendendo la diretta web realizzata dalla camera, e aggiungendo le immagini della presentazione per rendere più chiaro ciò di cui parlavo.
Io naturalmente ho parlato di democrazia diretta. Ero stato preavvisato 2-3 settimane prima che il deputato Riccardo Fraccaro del M5S mi aveva proposto in qualità di suo “esperto” sulle modifiche della Costituzione. Ed avevo dato la mia disponibilità di massima. Poi giovedì 16 ottobre sono stato chiamato dal segretario della commissione per dirmi che mi aspettavano lunedì 20 ottobre. Essendo il mio giorno libero dal lavoro, ho accettato e a mie spese ho fatto 1000 km e sono andato a Roma per parlare di democrazia diretta 10 minuti davanti alla 1^ Commissione, quella competente sulle modifiche alla Costituzione.
I membri presenti erano veramente pochi, forse 1/3 di quelli ufficiali. L’interesse su questo argomento non mi è stato manifestato in nessun modo, tranne che dal deputato del M5S Riccardo Fraccaro, che mi aveva invitato e che mi ha fatto l’unica domanda.
Alcuni degli altri esperti presenti erano molto interessati. Comunque positivo che qualche informazione dettagliata su referendum propositivo, quorum, revoca siano entrate in Commissione. Certo il tema avrebbe richiesto qualche giornata di discussione e non solo 10 minuti.
Servirà? Vedremo. Intanto un altro piccolissimo passo l’abbiamo fatto.
In Svizzera dopo 2 anni che viene depositata una iniziativa in parlamento, si sarebbe già arrivati al voto popolare.
Ma loro hanno iniziato 150 anni prima di noi. Ci arriveremo anche noi, e forse non servirà così tanto tempo…
Questo il file della presentazione utilizzata (che è una sintesi di quelle che di solito faccio negli incontri con i cittadini):
Un grande grazie a Riccardo Fraccaro, deputato del M5S per aver permesso alla democrazia diretta di affacciarsi in 1^ Commissione.
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