• Primo passo importante del Ministro per la Democrazia Diretta Fraccaro

    20 Luglio 2018 // Nessun commento »

    di Paolo

    riccardo fraccaro

    sicuramente per il neo ministro della democrazia diretta Riccardo Fraccaro, la vita non dev’essere facile all’interno del suo palazzo. Per cui riuscire a realizzare un primo passo, a costo zero, in direzione di quello che sarà il suo percorso di 5 anni è stato un fatto importante, significativo e molto più importante di quello che appare.

    Ora per raccogliere firme per i referendum non occorreranno più costosi bolli che rappresentavano una vera e propria tassa sulla democrazia, particolarmente odiosa perchè i comitati referendari dei cittadini sono per definizione sempre a corto di fondi.

    Ulteriore passo ora è quello di permettere di raccogliere firme seguendo il modello svizzero e californiano, ossia senza bisogno di pubblici ufficiali al seguito, ma semplicemente compilando un modulo, che in Svizzera può essere addirittura stampato nei giornali, compilato con la propria firma e quella dei propri amici ed inviato al comitato referendario. Altro passo poi sarà adottare il sistema utilizzato per l’iniziativa dei cittadini europei, per cui basta compilare un modulo online nel sito del parlamento europeo dedicato alla specifica iniziativa, con le informazioni della propria carta d’identità, per aggiungere legalmente la propria firma ad una iniziativa in corso, che se supera il milione di firme viene discussa nel parlamento europeo.

    Quindi seguiamo l’esempio Svizzero, Californiano e dell’Unione Europea e introduciamo questi nuovi sistemi per raccogliere firme in maniera efficace, legale, economica e democratica.

    Qui il documento dell’Agenzia delle Entrate che chiarisce che non sarà più necessario pagare il bollo.

    Usa termini legali ma è interessante capire come questo provvedimento in realtà era molto semplice e immediato, non occorreva fare una legge o un decreto, bastava solo la buona volontà politica. Che ora finalmente c’è.

    https://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/nsilib/nsi/normativa+e+prassi/risoluzioni/archivio+risoluzioni/risoluzioni+2018/luglio+2018+risoluzioni/risoluzione+n+56+del+18+luglio+2018/RISOLUZIONE+n.56+del+18072018.pdf

    Ecco quanto scrive il Ministro Fraccaro nel presentare la proposta:

    di Riccardo Fraccaro, ministro dei rapporti con il Parlamento e della democrazia diretta

    Ciao a tutti. Oggi sono felice di darvi una bellissima notizia: ho deciso di abolire la tassa sulla democrazia. Molti di voi organizzano banchetti per la raccolta di firme a sostegno di referendum, petizioni o leggi popolari. È un impegno che serve a favorire la partecipazione e andrebbe incoraggiato. Invece per queste attività è previsto il pagamento di un’imposta di bollo per occupazione di suolo pubblico.

    È un tributo che si paga in tantissimi Comuni e spesso viene applicato sia sull’istanza che sulla autorizzazione ai banchetti. Una tassa a carico dei cittadini che arriva fino a 32 euro a richiesta solo per poter partecipare alla vita politica e alla formazione delle decisioni pubbliche.

    È una grave ingiustizia, un paradosso inaccettabile che ho deciso di sanare. Ho voluto che il mio primo atto ufficiale da ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta fosse quello di cancellare l’imposta sulla raccolta firme per dare un segnale chiaro. Abbiamo il dovere di incentivare la partecipazione, rendendola sempre più semplice, accessibile ed efficace perché solo così possiamo migliorare la nostra comunità.

    Per questo ho interpellato l’Agenzia delle entrate in merito all’ambigua interpretazione da parte delle amministrazioni locali della legge in materia. Ho chiesto espressamente di stabilire, una volta per tutte, che gli strumenti di democrazia diretta siano esenti da imposta. Da oggi questa tassa che esisteva per ogni richiesta di raccolta firme non si pagherà più. Abbiamo azzerare i costi a carico dei cittadini per presentare referendum, leggi di iniziativa popolare, istanze e petizioni.

    Da oggi sarà più facile esprimere e veder rispettata la volontà popolare: è questo il cambiamento che il MoVimento 5 Stelle ha portato al Governo. Tutto attraverso l’opzione zero, cioè senza nemmeno ricorrere ad una nuova legge ma con un semplice atto interno.

    Con la nostra rivoluzione gentile vogliamo semplificare e migliorare la qualità della vita dei cittadini con atti concreti, a partire dall’aspetto più fondamentale di tutti: il libero esercizio dei diritti democratici. La democrazia si può rigenerare solo valorizzando la partecipazione, affrancandola da costi e adempimenti che ne scoraggiano l’esercizio.

    Altri hanno cercato di frenare le iniziative democratiche dal basso, inasprendo gli obblighi per far valere i propri diritti e ostacolando in ogni modo la partecipazione.

    Noi invece vogliamo che i cittadini siano liberi di partecipare alla vita democratica del Paese, liberi di decidere direttamente del proprio futuro, liberi di esprimere la propria visione della comunità senza dover pagare per questo. Da oggi c’è una tassa in meno per tutti i cittadini che vogliono partecipare. Per noi la democrazia non ha prezzo. Benvenuti nella Terza Repubblica.

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    Proposte per il nuovo ministro della Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro

    8 Giugno 2018 // 1 Commento »

    Di Paolo Michelotto

    ho enorme stima del nuovo ministro della Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro, che reputo molto competente sull’argomento e soprattutto sinceramente motivato a introdurre gli strumenti di cui parla. È un momento storico, sottostimato da chi non conosce le potenzialità che la democrazia diretta ha di far crescere umanamente, culturalmente ed economicamente un paese e che credevo avrei visto molto più in là negli anni, per cui non posso che ringraziare chi ci ha creduto ed ha continuato a lottare su questi temi.

    Qui un intervento di qualche anno fa, quando Riccardo Fraccaro era un semplice deputato.

    Ecco alcune idee che propongo, per iniziare (oltre a quelle di introdurre il referendum propositivo e abrogativo senza quorum, come già stabilito nel Programma del Cambiamento):

    1. Innanzitutto il sito del ministero della Democrazia Diretta, dovrebbe essere completamente ripensato. Dovrebbe diventare esempio esso stesso di democrazia diretta in funzione. Un esempio per i cittadini, ma anche per tutti gli altri ministeri. Quindi uno spazio dove il ministro ogni giorno carica un video dove illustra ciò che ha fatto sul tema quel giorno. Un video diario. Poi uno spazio per i commenti dei cittadini italiani sul suo operato. E soprattutto uno spazio dove i cittadini possano fare proposte, discuterle, votarle, dar loro priorità. Poi magari una volta al mese o più spesso, il ministro prende l’idea più votata e la discute a sua volta in una diretta web con domande e risposte. Rendere questo appuntamento un’abitudine. E se è una proposta che si può attuare, la fa votare agli iscritti al sito istituzionale del ministero (cioè potenzialmente tutti i cittadini italiani) e la porta sotto forma di proposta al consiglio dei ministri e poi in parlamento.
    2. Bisognerebbe studiare modalità per portare gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa all’interno di tutte le scuole italiane. Le buone pratiche imparate fin da bambini poi rimangono tutta la vita e rimarrebbero un sapere prezioso nelle menti dei cittadini (e bene conosce queste regole McDonald e tutte le religioni organizzate che si rivolgono proprio ai bambini per avere i clienti adulti del futuro). Quindi nelle scuole elementari, medie, superiori, Università. Come fare concretamente? I ragazzi dovrebbero studiare gli strumenti di democrazia diretta che esistono nel mondo e in Italia, ma anche applicarli in prima persona, viverli, ad esempio con il metodo de “La parola ai cittadini” per prendere decisioni concrete che li riguardano da vicino. Questo per abituarli che in democrazia si discute in maniera organizzata, con determinate regole e poi si vota e si arriva ad un risultato con massimo risultato e con minimo sforzo. Si dovrebbero organizzare corsi di aggiornamento sulla democrazia diretta per insegnanti. Ad esempio 3 gg tutto spesato in località attraenti, con esperti internazionali e con insegnanti scelti tra i più motivati e che arrivino da tutta Italia, curando che ci sia almeno un insegnante che fa questo corso per ogni città. Bisognerebbe creare un comitato di esperti internazionali, assistiti da scrittori/giornalisti divulgatori e da abili illustratori, per creare un testo universitario molto completo, un testo adatto alle superiori e un testo sufficientemente facile e attraente che possa essere letto anche nelle elementari. Si dovrebbe creare corsi universitari sulla democrazia diretta e sugli strumenti di partecipazione che entrino nei curriculum dei futuri insegnanti.
    3. Istituzione di iniziative e premi per città più democratica d’Italia, per lo strumento più innovativo di partecipazione creato, per il gruppo o per il cittadino che si è distinto in maniera particolare in questo campo.
    4. Creare un premio economico per i migliori film/documentari creati su questi argomenti. Con trasmissione dei migliori nelle tv nazionali.
    5. Modificare decreto legislativo enti locali n° 267 del 2000 (la legge che stabilisce ciò che deve o non deve essere scritto dentro gli statuti comunali) in modo da permettere alle amministrazioni più virtuose di introdurre strumenti di democrazia diretta e partecipativa molto avanzati.
    6. Creare una legge che premia con trasferimenti economici maggiori le città che introducono ed utilizzano più strumenti di democrazia diretta e partecipativa, rispetto alle città che non li introducono e non li utilizzano.
    7. Modificare la legge per autenticare le firme, in modo che sia più facile raccogliere le firme per i referendum sull’esempio della Svizzera e della California e con la firma digitale come già avviene oggi per l’Iniziativa dei Cittadini Europei per presentare proposte al Parlamento Europeo.
    8. Creare la petizione online come in UK e Scozia e le proposte avanzate dai cittadini, discusse da loro e votate da loro, se superano determinati requisiti fissati, vengono discusse in Parlamento. Chiedere, che se il cittadino proponente lo desidera, porti lui stesso la proposta nelle apposite commissioni e in parlamento al voto finale.
    9. Utilizzare i media più utilizzati, e quindi creare un reality show televisivo sulla democrazia diretta, con possibilità di interagire anche via web, che abbia regole precise, ma che sia accattivante e di esempio sul metodo utilizzato, in cui l’idea che vince viene alla fine portata in parlamento, per esempio per opera del ministro alla Democrazia Diretta, se non è portata avanti da altri parlamentari in maniera autonoma.
    10. Creare un programma televisivo settimanale sui canali pubblici, che illustri le migliori pratiche di democrazia diretta e partecipativa nel mondo.
    11. Creazione di un gruppo di esperti di tutto il mondo, una volta all’anno che suggerisca strumenti e metodi e idee e miglioramenti da introdurre nell’anno in corso. E ogni anno rinnovare l’incontro per giudicare e migliorare quanto fatto e proporre nuove idee da implementare. Non solo professori universitari o autori che hanno studiato la democrazia diretta nei suoi aspetti teorici, ma anche semplici cittadini che si sono battuti per questi strumenti e che hanno vissuto le difficoltà concrete e potrebbero avere idee efficaci per migliorare la situazione.

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    Vignola (MO) ha il nuovo regolamento sulla Democrazia Diretta – Il più avanzato in Italia

    25 Aprile 2017 // Nessun commento »

    Di Paolo Michelotto

    consegna di 300o firme al commissario Scognamillo

    consegna di 300o firme no-coop al commissario Scognamillo

    è giunta la bellissima notizia che a Vignola (MO) è stato approvato il nuovo regolamento comunale sugli strumenti di democrazia diretta.

    È una notizia ancora più significativa perchè in gennaio 2017 la maggioranza dei consiglieri comunali si era dimessa. Per cui l’amministrazione che aveva approvato le modifiche allo Statuto Comunale (molte delle quali riguardavano gli strumenti di democrazia diretta) era decaduta. In febbraio 2017 era stato nominato il commissario Dott. Bruno Scognamillo fino alle nuove elezioni comunali del giugno 2017.

    Sembrava quindi che l’approvazione del regolamento attuativo, che era a buon punto di scrittura, fosse rinviato a dopo le elezioni.

    Invece, grazie alla lungimiranza del commissario, al lavoro della dott. Elisa Quartieri (dell’ufficio Partecipazione), agli incontri di Monica Maisani (ex ass alla democrazia) e all’interessamento di vari cittadini di Vignola, il nuovo regolamento è stato approvato il 21 aprile 2017.

    Grazie a Maurizio Tonelli che mi ha mandato il pdf del testo finale firmato, ora lo posso condividere anche nel mio blog. Eccolo:

    Regolamento sugli Istituti di Partecipazione e Democrazia Diretta - Vignola (MO) (3465)

    Qui di seguito l’articolo di approfondimento sullo statuto comunale di Vignola dove vengono anche spiegati i nuovi strumenti adottati:


    http://www.paolomichelotto.it/blog/2016/06/22/nuovo-statuto-comune-di-vignola-mo-un-inno-alla-democrazia-diretta-e-alla-partecipazione/


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    Verso la Democrazia Partecipativa – La parola ai Cittadini – Pinerolo (TO) 27 Aprile 2017

    12 Aprile 2017 // Nessun commento »

    di Paolo

    Sono stato invitato dall’ass. Martino Laurenti a partecipare a una delle 3 serate dedicate dall’amministrazione Cinque Stelle di Pinerolo (TO) per presentare ai cittadini le modifiche allo Statuto che porteranno alla Democrazia Partecipativa a Pinerolo.

    Io sarò presente il 27 Aprile 2017 e la serata sarà divisa in 2 parti, la prima dedicata al metodo partecipativo “La Parola ai Cittadini” in cui saranno i cittadini presenti i protagonisti. La seconda parte della serata sarà dedicata ad illustrare gli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo.

    Edit 29-04-2017

    La serata è stata molto interessante. Grazie per l’ospitalità all’assessore Martino Laurenti e alla presenza del Sindaco e vari altri amministratori.

    Queste le proposte emerse durante La Parola ai Cittadini:

    Nome Titolo proposta Voti Presenti Voti %
    iole mobilità sostenibile 25 28 89,29%
    davide Orari nelle fermate dell’autobus 25 29 86,21%
    luigi Sponsor che adottino una rotatoria 24 29 82,76%
    graziano miglioramento verde pubblico 23 28 82,14%
    francesca più aree pedonali 23 29 79,31%
    corrado Conoscere mansionario e far lavorare di più i vigili 23 29 79,31%
    carlo pinerolo tra dieci anni 20 27 74,07%
    enzo miglioriamo la rete piste ciclabili 22 30 73,33%
    giosuè adottiamo il quartiere 17 27 62,96%

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    dal Bilancio Partecipativo alla Scelta Partecipata

    22 Giugno 2016 // 2 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    scelta partecipata

    Il 4 maggio 2016 ero stato invitato a Vignola (MO) a parlare di uno strumento di partecipazione molto noto il Bilancio Partecipativo e del Referendum Finanziario. In realtà, ho presentato un nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA che raccoglie il meglio di quello che offriva il Bilancio Partecipativo, ma superava anche i suoi aspetti negativi. Questa proposta è stata inserita nel nuovo statuto comunale di Vignola. Primo in Italia. In fondo riporto il testo dell’articolo dello statuto. Ma prima spiego cos’è questo nuovo strumento di partecipazione.

    Ecco il testo della mia proposta di quella sera.

    Dal Bilancio Partecipativo alla Scelta Partecipata

    Il Bilancio Partecipativo, un metodo partecipativo con cui i cittadini possono proporre, discutere, votare e decidere parte del Bilancio Comunale, nato a Porto Alegre in Brasile nel 1989, è stato applicato da allora in centinaia di città in tutto il mondo, ma da alcuni anni sta vivendo difficoltà.

    Questo metodo ha permesso almeno parzialmente, di realizzare il sogno della democrazia diretta. Dove è stato applicato ha dato ai cittadini la possibilità di decidere su temi ed argomenti di solito lasciati in esclusiva agli amministratori e alle lobby.

    Ma molte città dove è stato applicato, un po’ alla volta hanno smesso di farlo oppure continuano ad attuarlo ancora come una formalità consultiva, ma con fatica e senza l’entusiasmo dei suoi primi anni.

    Infatti il Bilancio Partecipativo ha alcuni importanti aspetti negativi:

    - richiede molto tempo ed energie agli amministratori, ai dipendenti comunali che si occupano del processo e ai cittadini;

    - si discute quasi solo sul bilancio comunale;

    - si discute quasi solo su quello che vogliono gli amministratori e su una cifra economica da loro stabilita in partenza;

    - il valore spesso è consultivo e la sua attuazione finale dipende dalla buona volontà degli amministratori;

    - è un processo attivato dall’alto, ossia dagli amministratori, sia che i cittadini siano interessati, sia che non lo siano;

    - è un metodo spesso macchinoso, con regole scritte dagli amministratori, che non sempre tengono conto dei tempi e delle energie che i cittadini hanno possibilità e voglia di dedicare;

    - il metodo ha un brutto nome, che dà idea che si discuta solo di numeri e che occorra essere esperti di economia per poter capire e partecipare.

    Ecco alcune proposte per superare gli aspetti negativi del Bilancio Partecipativo.

    - Il processo deve essere attivato solo dal basso, se richiesto da un numero minimo prestabilito di cittadini e non dall’amministrazione e prosegue solo se ad ogni incontro partecipa un numero minimo di cittadini stabilito dal regolamento, ad esempio la metà del numero che ha richiesto l’attivazione del processo.

    - Rapidità. Il percorso deve essere il più rapido possibile, non possono trascorrere mesi o addirittura anni per arrivare ad un risultato. Molti cittadini hanno poco tempo e poche energie da dedicare. Prima di attivare lo strumento, il comitato proponente si incontra con gli esperti del comune responsabili dell’attuazione e stabiliscono assieme il percorso, il numero di incontri, in conformità al regolamento.

    - Grande risultato. Deve avere un risultato importante, sicuro, in tempi certi e questo deve essere noto a tutti, prima che il processo inizi. Bisogna sapere quando inizia, come si svolge, quando finisce e cosa succede alle raccomandazioni finali elaborate dai cittadini.

    - Struttura snella. Devono essere necessarie poche energie e pochi incontri per arrivare al massimo risultato.

    - Appoggio esperti comune. Il processo deve avere il pieno appoggio di strutture ed esperti del comune. I cittadini che lo propongono devono poter avvalersi dei tecnici dell’amministrazione comunale, nei tempi e modi previsti, come farebbe un assessore o consigliere comunale, ancora nei momenti di preparazione alla richiesta di utilizzo del processo.

    - Scalabile. Deve essere un processo scalabile per ampiezza, partecipazione e durata e queste caratteristiche devono essere decise dai cittadini proponenti insieme all’amministrazione, in conformità al regolamento, prima dell’inizio. Il tutto in proporzione a quanti cittadini sono interessati. Se i proponenti sono il numero minimo richiesto, si potrà solo realizzare un numero basso di incontri e il tempo totale dedicato al processo sarà breve e l’esito meno forte. Se i proponenti sono in numero estremamente alto, allora si possono pianificare molti incontri e i tempi possono essere dilatati per permettere una maggiore discussione. Inutile fare 10 incontri in 10 sale cittadine, se lo scopo è decidere come risistemare un parco cittadino. I cittadini proponenti insieme agli amministratori, decidono all’inizio del processo che esso consisterà di un certo numero di incontri in un certo numero di sale. Si va da un minimo di 1 incontro in 1 sala a un massimo di incontri e di mesi dedicati in base a quanti sono i cittadini richiedenti l’attivazione dello strumento. L’esito deve essere diverso in base a quanta partecipazione c’è stata. Partecipazione più numerosa e per più tempo, esito più forte.

    - Esito certo e proporzionato all’impegno. Se la partecipazione è stata il minimo previsto dal regolamento, le raccomandazioni finali espresse dal processo vanno in consiglio comunale come fosse una iniziativa popolare a voto popolare. Esse possono essere approvate, oppure se il testo non viene recepito dagli amministratori, si procede a referendum senza quorum, dove decide la popolazione sul testo delle raccomandazioni finali e sull’eventuale controproposta degli amministratori. Se la partecipazione è stata molto alta (e ciò viene quantificato nel regolamento) allora l’esito è più forte e rapido. Le raccomandazioni finali espresse dal processo devono essere attuate dagli amministratori in un tempo massimo stabilito dal regolamento, senza il passaggio referendario.

    - Su tutti gli argomenti su cui ha competenza un comune. Il processo deve poter essere realizzato su tutti gli argomenti che interessano ai cittadini, e su cui un comune ha competenza. Per esempio sulle modifiche da fare allo statuto, sul piano del territorio, sulle scuole comunali, sulla cultura, sullo sport, sul bilancio del comune, sulle tasse e imposte, sulle spese di un determinato settore, sulla visione della città per il futuro, sulle scelte strategiche di sviluppo.

    Esempio di testo da inserire nello Statuto per una città grande come Vignola (MO) – 25.000 abitanti – 17.500 elettori:

    Art. XX – SCELTA PARTECIPATA:

    1 – Un comitato promotore di 10 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 100 cittadini, può presentare una richiesta di Scelta Partecipata.

    2 – L’oggetto della Scelta Partecipata deve essere un tema di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta su cui i cittadini vogliono attivare un percorso partecipato.

    3 – L’ammissibilità dell’oggetto e l’opportunità di attivare un percorso partecipato anziché altri strumenti previsti dallo statuto, viene decisa dal comitato dei garanti per i referendum.

    4 – I cittadini possono consultare, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, esperti dell’ufficio partecipazione e tecnici comunali competenti sulla materia discussa, nella fase di preparazione del progetto di Scelta Partecipata.

    5 – Il progetto di Scelta Partecipata deve spiegare chiaramente l’oggetto di discussione, il numero di incontri programmati e i tempi di loro realizzo, la logistica necessaria, quale ausilio di personale qualificato del Comune è necessario.

    6 – Gli incontri sono pubblici, tutta la cittadinanza è informata e invitata a partecipare e si tengono con metodi partecipativi, con regole e modalità stabilite dal regolamento. Possono partecipare anche consiglieri e assessori. Ad ogni partecipante deve essere garantita pari libertà di proposta, discussione e voto. La partecipazione è libera per tutti i residenti del Comune di Vignola maggiori di 16 anni.

    7 – Il processo inizia e prosegue se almeno 50 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.

    8 – Se il comitato promotore presenta il progetto di Scelta Partecipata con più di 500 firme di cittadini a sostegno e ad ogni incontro partecipano almeno 300 cittadini per almeno 4 incontri, le raccomandazioni finali, vengono attuate dall’amministrazione entro 3 mesi dal loro deposito. Le raccomandazioni finali sono soggette a referendum confermativo, se esso viene richiesto dai cittadini nelle modalità previste dallo Statuto. In questo caso l’amministrazione e/o i cittadini che richiedono il referendum confermativo possono presentare una controproposta.

    9 – Se il numero di firme a sostegno del progetto di Scelta Partecipata è compreso tra 100 e 500, le raccomandazioni finali vengono depositate presso il Consiglio Comunale che le discute con carattere di urgenza. Il Consiglio Comunale può recepirle senza modifiche oppure integrarle con accordo dei partecipanti. Se il testo non viene approvato dal Consiglio Comunale oppure viene approvato con modifiche non accettate dai promotori, si procede a referendum propositivo, con eventuale controproposta del consiglio comunale.

    Quella proposta è diventata realtà.

    Nel nuovo statuto comunale di Vignola, approvato il 21 giugno 2016, e quindi entrato in vigore, il nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA è stato inserito  nell’art. 13.

    ART. 13 SCELTA PARTECIPATA

    1. Un comitato promotore di 20 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 250 cittadini, o l’Amministrazione Comunale possono presentare un progetto di scelta partecipata, attraverso l’avvio di un percorso di confronto tra Amministrazione Comunale e cittadini su un tema di competenza del Comune che abbia interesse generale.

    2. Il progetto di scelta partecipata può riguardare anche il bilancio di previsione e le decisioni sugli stanziamenti sia nella parte delle entrate che delle spese.

    3. Nella preparazione del progetto i cittadini possono avvalersi, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, dei dipendenti comunali esperti sulle materie in discussione.

    4. Successivamente alla presentazione del progetto, Amministrazione e comitato promotore definiscono tempi e modalità del percorso finalizzato alla stesura del testo definitivo della scelta partecipata da sottoporre all’Amministrazione Comunale.

    5. Nel caso di indizione su istanza dei cittadini, il processo inizia e prosegue se almeno 20 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.

    6. In caso di mancata approvazione da parte del Consiglio Comunale il Comitato promotore può presentare un’iniziativa popolare a voto popolare, previa la raccolta di 500 firme.

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    4 Maggio 2016 serata pubblica Più potere ai cittadini – Vignola (MO)

    2 Maggio 2016 // Nessun commento »

    Di Paolo Michelotto

    4-Maggio2016 piu potere ai cittadini vignola-1

    Mercoledì 4 Maggio 2016 sarò a un incontro pubblico che si terrà alle ore 20.30 in Sala Consiliare a Vignola (MO).

    Si tratta dell’incontro di formazione conclusivo nell’ambito del percorso partecipato di modifica dello Statuto Comunale di Vignola.

    Interverrò io e Andrea Morrone, Prof. Ordinario di diritto costituzionale della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna.

    Io parlerò del Referendum Finanziario e farò una proposta per un nuovo strumento di democrazia e di partecipazione, chiamato “Scelta partecipata” pensato con lo scopo di superare i problemi e i lati negativi del Bilancio Partecipativo.

    4-Maggio2016 piu potere ai cittadini vignola-2

    qui il volantino completo in formato pdf

    Flyer partecipattiva-4-Mggio-minime

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    Articolo di Attac Italia sul percorso della democrazia diretta a Vignola(MO)

    16 Febbraio 2016 // Nessun commento »

    riporto un articolo apparso su Attac Italia, scritto da Monica Maisani Ass. alla Democrazia e Partecipazione di Vignola (MO)

    vignola

    DA VIGNOLA (MO)
    Un Comune a misura di cittadino
    di Attac Vignola

    Alle elezioni locali del 2014, per la prima volta in sessant’anni, i cittadini vignolesi sono “diventati Sindaco” scegliendo di essere governati da una coalizione civica.

    Uno dei punti di forza della proposta politica risultata vincente è costituito dalla previsione di una serie di azioni volte all’ampliamento degli spazi di democrazia e di partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano, per ovviare al problema della crescente sfiducia nei rappresentanti eletti e al conseguente disinteresse per la vita politica. D’altra parte, l’allontanamento, in nome della governabilità, dei centri decisionali dai bisogni e dalla vita dei cittadini è una realtà constatabile sia a livello nazionale sia internazionale e il tema del “deficit democratico” si impone con urgenza, in termini critici, anche nel dibattito politico sulla legge elettorale e, ancor di più, sul progetto di revisione della Costituzione approvato in Parlamento.

    In questo primo anno e mezzo abbiamo dimostrato che, almeno a livello locale, si può “resistere” andando controcorrente. Abbiamo già sperimentato il metodo di ascolto e decisione collettiva denominato “La parola ai cittadini” in occasione dell’approvazione del bilancio; abbiamo svolto diversi Consigli Comunali aperti, avviato e concluso percorsi partecipati con i cittadini sulla destinazione culturale di un edificio storico della città e sulla mobilità intorno alle scuole medie.

    Un aspetto importante del processo di allargamento degli spazi di confronto, proposta e decisione pubblica è rappresentato inoltre dalla revisione dello Statuto Comunale e del Regolamento sugli istituti di partecipazione. Durante la “Giornata della democrazia” svoltasi il 1° marzo 2015, i cittadini si sono impegnati a portare le loro idee per cambiare la qualità della vita democratica di Vignola, proponendo modifiche alle norme vigenti, come l’eliminazione del quorum dai referendum, una maggiore informazione e il riconoscimento del principio della partecipazione e del diritto alla gestione condivisa dei beni comuni.

    Sulla base delle proposte emerse, un Gruppo di lavoro tecnico ha elaborato in questi ultimi mesi una proposta di modifica dello Statuto che ora passerà all’esame del Tavolo di negoziazione, organismo costituito secondo la Legge regionale sulla partecipazione, composto dai cittadini e dalle associazioni nonché da rappresentanti dell’amministrazione; allo stesso tempo, la proposta verrà discussa dalla Commissione consiliare.

    Nella bozza in esame vi sono diverse novità e l’introduzione di nuovi strumenti quali: referendum confermativo e propositivo, “La parola al cittadino”, la “Giornata della democrazia”, istruttoria pubblica, bilancio partecipativo, petizione elettronica. Novità che, se approvate, faranno di Vignola la capitale della Democrazia. Gli articoli dedicati agli strumenti di democrazia diretta deliberativa e partecipativa passeranno infatti da 4 a 18.

    Alla fine del percorso, che prevede anche diversi incontri pubblici di formazione e informazione su esperienze simili, il Tavolo di negoziazione presenterà un “Documento di proposta partecipata” di modifica dello Statuto che dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale, presumibilmente in primavera.

    Un paio di esempi direttamente dalla bozza di statuto in esame:

    ART. 13 CONSIGLIO COMUNALE APERTO

    1. Qualora vengano iscritti all’ordine del giorno argomenti di particolare rilevanza politico sociale, il consiglio può essere convocato in seduta aperta, alla quale possono prendere parte i cittadini, con diritto di parola.
    3. Durante le sedute aperte possono essere approvate, mozioni, ordini del giorno e deliberazioni… Il voto spetta ai soli consiglieri comunali. Prima delle votazioni dei consiglieri sullo stesso documento si può mettere al voto il parere dei cittadini presenti (parere consultivo).

    ART. 17 REFERENDUM CONFERMATIVO

    1. I cittadini hanno il diritto al referendum confermativo facoltativo ai fini del controllo dell’operato degli organi eletti.
    2. É sospesa l’entrata in vigore di una deliberazione del consiglio comunale.
    3. In seguito alla richiesta di sospensione è indetto il referendum confermativo se, entro 45 giorni dall’avvenuta pubblicazione in consiglio comunale dell’atto amministrativo, tale richiesta viene sostenuta dal 6% degli elettori.

    http://www.italia.attac.org/joom-attac/granello-di-sabbia/365-articoli-del-granello-di-sabbia/10295-da-modena-e-bologna-riprendiamoci-i-comuni

    Postato in democrazia diretta, referendum

    Un esempio di democrazia dalla Gran Bretagna – da imitare

    9 Agosto 2015 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    petitions

    un ottimo esempio di strumento di democrazia che ci arriva dalla Gran Bretagna e che i rappresentanti italiani potrebbero adottare in pochi giorni se lo volessero. La petizione elettronica di una persona, che raccoglie per via elettronica le firme di sostegno. Superando le 10.000 firme il Governo risponde. Superando 100.000 firme il Parlamento la discute. Basterebbe anche solo una forza politica dentro al parlamento sinceramente interessata, se gli altri non volessero, per realizzarla e poi tramite i propri rappresentanti dentro le istituzioni, fare discutere la proposta.

    Questo un esempio significativo dei giorni scorsi:

    https://petition.parliament.uk/petitions/104349

    James Richard Owen nel luglio 2015 ha depositato la sua mozione per rendere la produzione, la vendita e l’uso della cannabis legale.

    Aveva tempo 6 mesi, ossia fino a 21 gennaio 2016 per raccogliere le firme necessarie.

    Ebbene, oggi 9 agosto ha già raccolto 194.000 firme, quasi il doppio del necessario per far discutere la mozione in Parlamento. Probabilmente già nel mese di settembre questo tema sarà discusso.

    Perchè non possiamo avere un simile strumento nel nostro parlamento?

    In questo momento ci sono 431 petizioni aperte che i cittadini britannici possono sostenere con la loro firma.

    https://petition.parliament.uk/petitions?state=open

    Divertitevi a dare un’occhiata ai temi proposti. Alcuni riguardano anche l’introduzione di strumenti più forti di democrazia. Ad esempio viene chiesta una nuova legge elettorale perchè oggi un partito con il 37% dei voti governa il paese. Ma ci sono anche altre idee intelligenti che sorgono nella mente dei cittadini e che in questo modo hanno una via per essere realizzate, o almeno, considerate e discusse dai rappresentanti. Qui ci sono tutte le spiegazioni su come funziona il sistema, che è stato introdotto nel luglio 2015. Per iniziare una petizione serve 1 idea presentata da un cittadino, per essere pubblicata deve essere sostenuta da altri 5 cittadini ed essere valutata da un apposita commissione. Le regole sono chiare e trasparenti, tutte le mozioni vengono pubblicate, e si sa esattamente cosa succederà a loro. Già 2 mozioni hanno avuto risposta dal Governo. Nessuna è ancora stata esaminata dal Parlamento, anche perchè esso ora è chiuso per 7 settimane per le vacanze estive e il sistema è partito nel luglio 2015. Ma già due hanno superato le 100.000 firme e una terza proposta si sta avvicinando alla soglia. Il tutto in un paio di mesi. In maniera tranquilla, democratica e partecipata.

    Ricordo come paragone con la situazione italiana che per l’Iniziativa di Legge Popolare Più Democrazia e Quorum Zero, abbiamo lavorato quasi 2 anni, per la stesura, l’organizzazione e la raccolta delle necessarie 50.000 firme cartacee autenticate. Depositata al Senato il 24 agosto 2012, non è MAI stata discussa in Parlamento. Solo il parlamentare m5s Fraccaro l’ha presentata nella sua commissione affari costituzionali, per ottenere un rifiuto perfino a discuterla da parte di tutti gli altri rappresentanti coalizzati.

    Nel Regno Unito, un solo cittadino, James Richard Owen, con il sostegno informatico di 200.000 suoi connazionali, nell’arco di 3 mesi, è riuscito nell’intento.

    Chiediamo ai nostri rappresentanti che adottino questo strumento di democrazia. La petizione elettronica al parlamento, con obbligo di discussione se si raccolgono almeno 100.000 firme sulla proposta.

    Manda questo testo a tutti i cittadini e ai rappresentanti che conosci.

    Postato in democrazia diretta, esempi virtuosi

    Il blogger della democrazia diretta in Italia

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    riporto l’articolo di Sonia Fenazzi giornalista svizzera di SwissInfo.ch (un ottimo portale ricco di anche di una sezione dedicata interamente alle notizie riguardanti la democrazia diretta, in Svizzera e anche negli altri paesi del mondo) che di passaggio nel trentino, invitata da Alex Marini, mi ha intervistato un pomeriggio estivo.

    paolo michelotto

    http://www.swissinfo.ch/democraziadiretta/internet-e-cittadinanza-attiva_il-blogger-della-democrazia-diretta-in-italia/41528794

    di Sonia Fenazzi

    06 agosto 2015 – 16:45

    Editore di libri e video, organizzatore di workshop, blogger, militante: il 46enne Paolo Michelotto è tutto questo. Ma il trentino è soprattutto un grande divulgatore della democrazia diretta in Italia. swissinfo.ch lo ha incontrato per ritracciare il suo percorso.

    “Guida alla democrazia diretta – In Svizzera e oltre frontiera”: edito nella Confederazione e pubblicato con il sostegno della Cancelleria federale e di Presenza Svizzera, questo manuale è stato letto da diverse migliaia di italiani, benché nella lingua di Dante ne siano state stampate solo mille copie.

    La sua ampia diffusione nel Belpaese è in gran parte merito di Paolo Michelotto, che ha messo in rete la guida, permettendo a ogni internauta di leggerla e scaricarla gratis. Inoltre il blogger esorta chiunque desideri far conoscere la democrazia diretta, a metterla a sua volta a disposizione su internet. Invito accolto da vari gruppi che rivendicano “più democrazia” in Italia.

    Si tratta di una strategia che l’editore ha applicato per i libri sulla democrazia diretta di cui è coautore, oppure che ha contribuito a far tradurre in italiano, o che ha letto e giudicato interessanti.

    Ma cosa lo avrà spinto ad interessarsi della democrazia diretta in Svizzera e a volerla far conoscere ai suoi connazionali? “Il disagio in un’Italia dove al governo si alternavano Silvio Berlusconi e Romano Prodi”, ci risponde pacatamente Paolo Michelotto, che incontriamo a Rovereto, la città del Trentino in cui abita adesso.

    Cercando un’alternativa

    “Era la fine degli anni ‘90 e io mi sentivo limitato da quella situazione. Perciò cercavo di capire cosa c’era all’estero, come funzionava la democrazia. Dapprima ho scoperto il bilancio partecipativo di Porto Alegre. È già stata una bella sorpresa: a quel momento pensavo che fosse la forma di democrazia più evoluta che ci fosse al mondo”.

    Paolo Michelotto, che si getta a capofitto nello studio di questo tema, nel 2001 pubblica il libro “Vera democrazia”. L’anno seguente, contribuisce alla nascita del Gruppo Bilancio Partecipativo di Vicenza, la città in cui vive all’epoca. “Eravamo dei cittadini senza legami con partiti politici che volevano partecipare alla gestione della cosa pubblica”.

    Ne parlano con i consiglieri comunali, il sindaco, gli esponenti delle istituzioni, ma si scontrano con un rifiuto totale di apertura. “Allora abbiamo cominciato a partire dal basso: abbiamo organizzato delle riunioni per raccontare come funzionava il bilancio partecipativo. Eravamo dai tre ai dieci organizzatori, a seconda dei momenti, e centinaia di partecipanti”.

    Guardando alla Confederazione

    Nel frattempo Paolo Michelotto continua a leggere intensamente e “scopre” la democrazia diretta in Svizzera e in altri paesi. Approfondisce le sue conoscenze, le condivide e, con i colleghi del Gruppo, cerca il modo di portare a Vicenza gli strumenti che i cittadini elvetici utilizzano regolarmente.

    Il processo evolve. Il 2005 è un anno significativo: il Gruppo cambia nome, diventa “Più Democrazia”, crea il proprio sito internet curato da Michelotto, promuove il referendum consultivo (non vincolante) per introdurre i referendum propositivo e abrogativo con quorum molto basso a Vicenza. Da quel momento tutte le attività sono messe in rete e dunque la visibilità si amplifica notevolmente.

    Nel 2007 si trasferisce a Rovereto, dove prosegue l’attivismo. Contribuisce alla nascita di PartecipAzione Cittadini Rovereto, cura il sito del gruppo. L’anno seguente è tra i promotori di quattro referendum comunali per Più Democrazia, pubblica il libro “Democrazia dei Cittadini” e crea il suo blog personale.

    Paolo Michelotto compie un vero e proprio salto in avanti nella propagazione delle conoscenze, mettendo online i libri.

    “In Italia si parlava spesso a vanvera senza sapere nulla, si parlava di utopie senza sapere che invece in paesi come la Svizzera, vale a dire appena dall’altra parte del confine, la democrazia diretta è praticata e funziona bene. Adesso c’è molta più consapevolezza”, rileva.

    La parola ai cittadini

    Le nuove tecnologie di comunicazione sono state uno strumento di divulgazione fondamentale, tanto più che i media tradizionali italiani non trattano questo tema, osserva Paolo Michelotto, che ormai è conosciuto in tutta Italia e viene chiamato in tutte le province per fornire informazioni sulla democrazia diretta e presentare “La parola ai cittadini”.

    “È un metodo che abbiamo creato nel 2003 a Vicenza per fare presentare delle proposte ai cittadini riuniti in assemblea pubblica, discuterle ordinatamente e votarle, per poi trasformarle in mozioni da portare in consiglio comunale”. Da allora, questo metodo è stato utilizzato tante volte in tutti gli ambiti, in giro per l’Italia. Per alcuni anni, Paolo Michelotto lo ha portato anche in un liceo a Trento.

    Le azioni per far conoscere la democrazia diretta in Italia si sono moltiplicate, così come i suoi promotori, che hanno ottenuto dei risultati. In parecchi comuni ora ci sono strumenti di democrazia diretta, il quorum è stato abolito o abbassato.

    Nuove speranze

    Adesso Paolo Michelotto ha allentato un po’ il ritmo. Non dedica più tutto il suo tempo libero esclusivamente alla democrazia diretta. Ha deciso di dare spazio anche alla sua vita familiare. Anche perché è fiducioso.

    “Non c’è più solo l’Iniziativa per più democrazia in Alto Adige. Più democrazia in Trentino si sta battendo con molta energia. Ci sono giovani che fanno altrettanto in Friuli-Venezia Giulia, nel Veneto. Ci sono dei consiglieri comunali che mi avevano chiamato per delle serate informative sulla democrazia diretta quando erano semplici candidati e ora che sono stati eletti la stanno introducendo passo dopo passo”.

    Meno ottimista, Paolo Michelotto è sul piano nazionale. “L’unico partito che potrebbe fare qualcosa per introdurre il referendum è il Movimento 5 Stelle. Ha consiglieri comunali e regionali che portano avanti questi temi con convinzione. Ma a livello nazionale ha ancora grosse difficoltà a digerire bene cos’è la democrazia diretta. Però, a forza di esserci esponenti con il loro simbolo che parlano di democrazia diretta, anche i vertici nazionali del partito si dovranno adeguare alle richieste dei loro elettori”, conclude con un lume di speranza

    Giornate della democrazia

    Tra le manifestazioni di cui è stato promotore Paolo Michelotto vi sono la Settimana della democrazia diretta, svoltasi nel 2011 in una ventina di città italiane, e le Giornate della democrazia (in alcuni casi denominate Democray Day) che si sono tenute a partire dallo stesso anno in svariate località, in collaborazione con le autorità comunali. Le più importanti negli ultimi due anni sono state quelle di Parma (2013) e di Vignola, in provincia di Modena (2015).

    “A Parma ai cittadini era stato promesso che quello che avrebbero deciso e deliberato lì sarebbe poi stato attuato. Alla fine del 2014, l’amministrazione comunale lo ha effettivamente fatto. Per esempio ha introdotto i referendum propositivo e abrogativo senza quorum, il consigliere comunale aggiunto per gli stranieri e altri elementi voluti dai cittadini”, spiega Michelotto, aggiungendo che la stessa cosa sta avvenendo a Vignola.

    Postato in democrazia diretta, la giornata della democrazia, parola ai cittadini

    Serata sulla democrazia diretta a Mori (TN)

    3 Luglio 2015 // Nessun commento »

    imageDi Paolo Michelotto

    gli amici del m5s di Mori mi hanno invitato a gestire la prima serata sulla democrazia diretta nel loro comune dopo la loro elezione in consiglio comunale. Sarà giovedì 16 luglio.

    Edit del 21-07-2015

    Splendida serata, clima caldo, ma pubblico molto interessato.

    Queste le proposte emerse dai presenti:

    0 Nome Titolo proposta Voti Presenti Voti %
    5 Mauro Ciclabile indicazioni percorsi da migliorare 14 15 93,33%
    6 Manuela calendario trattamenti agricoli – derive irrogazioni 14 15 93,33%
    3 Bruno Disincentivare Slot machine presenti 13 14 92,86%
    4 Nicola Isole ecologiche da potenziare 13 15 86,67%
    1 Silvano area cani e parchi pubblici 11 14 78,57%
    2 Ornella Amministraz. dia possibilità spazi verdi gestiti dai cittadini 9 14 64,29%

    Questo il file del foglio di calcolo proiettato:

    proposte mori 16-07-15.ods

    Questo il file della presentazione proiettata:

    presentazione-DD-Mori-16-07-15.odp

    presentazione-DD-Mori-16-07-15.pdf

    Postato in democrazia diretta, democrazia diretta trentino, parola ai cittadini

    Serata a Gemona (UD) sulla Democrazia Diretta del 09-06-2015: risultati e materiali

    15 Giugno 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    martedì 9 giugno 2015 ero a Gemona del Friuli (UD) per una splendida serata sulla democrazia diretta, organizzata dal Consigliere M5S di Gemona, Marco Cargnello e i suoi colleghi dei comuni vicini.

    Gemona (UD) democrazia diretta 09-06-2015

    foto 2

    Durante la prima parte, “La Parola ai Cittadini” sono emersi, come sempre quando sono i cittadini a parlare, temi molto interessanti.

    Queste le 10 proposte fatte, in ordine di voto dei presenti:

    0 Nome Titolo proposta Voti Presenti Voti %
    5 Elena Trovare luoghi per riciclare materiali con buono punti 23 28 82,14%
    3 Renato Qualità viabilità – controllo dove persone hanno sicurezza 22 27 81,48%
    4 Giovanni Incentivazione agricoltura biologica 21 28 75,00%
    8 Daniela Trovare sala x conferenze 18 24 75,00%
    1 Daniela Cinema sociale – mettere a posto poltrone 18 26 69,23%
    9 Daniele Percorso mountain bike 20 29 68,97%
    10 Elena Trovare luogo coperto x adolescenti, autogestito 20 29 68,97%
    7 Nadia Collegare con autobus frazioni 13 25 52,00%
    6 Gianna Individuare luoghi aggregazione famiglie 13 26 50,00%
    2 Teresina Fare alloggiare 3 profughi x comune 7 27 25,93%

    Questa la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo:

    presentazione-DD-Gemona-09-06-15 (formato odp)

    presentazione-DD-Gemona-09-06-15 (formato pdf)

    Dopo di me hanno parlato anche i 3 consiglieri di 3 comuni limitrofi, sul perchè hanno fatto la mozione per avere i vari tipi di referendum e perchè togliere il quorum. Questo il testo molto utile ed interessante che Marco Cargnello ha preparato per l’occasione, e che potrebbe essere utile come spunto per chi vuole presentare una mozione simile (che si trova qui).

    Appunti sull’incontro del 09 giugno 2015 “QUORUM ZERO e PIÙ DEMOCRAZIA” presso la scuola paritaria Santa Maria degli Angeli a Gemona del Friuli (UD).

    Cercherò di avvalorare, in maniera sintetica ed elementare, la nostra richiesta di inserimento nell’ordinamento comunale dei referendum abrogativi, confermativi, deliberativi e propositivi senza quorum di partecipazione degli aventi diritto al voto per la loro validità, oltre a quello consultivo già previsto dal nostro Statuto.

    Cominciamo con quello più datato, che forse è il principale istituto di democrazia diretta previsto dal nostro ordinamento costituzionale, ovvero il referendum abrogativo. (continua…)

    Postato in democrazia diretta, parola ai cittadini, quorum

    Giovedì 28 maggio 2015 su Radio Radicale, Dario Rinco parla di democrazia diretta

    27 Maggio 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    radio-radicale

    giovedì sera 28 maggio 2015, ore 21:00, Dario Rinco sarà ospite di Radio Radicale per parlare di Democrazia Diretta e Partecipata. Maggiori dettagli qui:
    https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2015/05/24/24052015-evento-in-diretta-su-radio-radicale-giovedi-28052015-ore-2100/

    Dopo essere stati ospiti della rubrica “Pane al Pane” di Radio Lombardia il 20/01/2014 (https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2014/01/26/26012014-video-di-radio-lombardia/) con il Sindaco Alessandro Lorenzano del comune di S. Giuliano Milanese ecco che un’altra radio organizza un incontro sul tema della Democrazia Diretta. Infatti e confermata per giovedì 28 maggio ore 21:00 su Radio Radicale la nostra partecipazione a un incontro sul tema  Democrazia Diretta e Democrazia Partecipativa. L’evento si svolgerà presso l’associazione Enzo Tortora Radicali Milano in via Sebastiano Del Piombo 11, Milano.

    I relatori saranno:
    Dario Rinco, dell’Associazione Più Democrazia a Sesto San Giovanni, e Anna Fazi, facilitatrice del tavolo partecipazione comitati per Milano.

    Per partecipare all’evento potete iscrivervi qui: https://www.facebook.com/events/637555983010883/ oppure potete ascoltare la diretta su Radio Radicale (Frequenza radio per la zona di Milano: 97.9 e 96.8, per le altre zone consulta: http://www.radioradicale.it/pagine/come-ascoltarci e digita il nome del tuo comune per avere la frequenza FM).

    E’ possibile ascoltare Radio Radicale anche su internet qui: http://www.radioradicale.it/dirette.

    Avrete la possibilità di intervenire in diretta per porre le vostre domande/osservazioni al numero di telefono che verrà comunicato durante la trasmissione.

    Postato in democrazia diretta

    A Vicenza approvato il nuovo regolamento attuativo per i referendum con quorum zero

    7 Maggio 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    banner vicenza

    Il 5 maggio 2015 il consiglio comunale di Vicenza ha approvato il nuovo regolamento attuativo sui referendum con quorum zero. Anche se è un regolamento tra i più avanzati in Italia (infatti i referendum hanno quorum zero) NON è però un buon regolamento dal punto di vista dei cittadini. E’ prevista la raccolta di 5000 firme in 90 giorni (è una enormità per dei cittadini e io lo so perchè nel 2006 ho collaborato a raccoglierne 4000 per il referendum Più Democrazia a Vicenza), il comitato dei garanti è di nomina politica (il segretario comunale che è assunto direttamente dal sindaco, un rappresentante della maggioranza e uno della minoranza) e potranno giudicare se un quesito è ammissibile oppure no, i referendum si potranno tenere solo in concomitanza delle votazioni nazionali od europee, quindi potrebbero passare anche 2-3 anni dalla presentazione delle firme al voto e numerose materie su cui non si possono fare le firme.

    Insomma un regolamento che NON E’ ASSOLUTAMENTE da imitare. Se si vuole dare sinceramente un buon strumento di democrazia in mano ai cittadini. Semmai è da leggere con attenzione come caso da manuale per vedere come i rappresentanti eletti riescono a rendere quasi inutilizzabile uno strumento di democrazia diretta.

    Ma lascio spiegare meglio a Annamaria Macripò, coordinatrice del comitato Più Democrazia e Partecipazione che dal 2003 (12 anni!!) si batte per avere migliori strumenti di democrazia diretta a Vicenza.

    Fonte: http://www.piudemocrazia.it/?p=224

    I MUTANTI DELLA DEMOCRAZIA

    Il Comitato Più Democrazia e Partecipazione di Vicenza aveva festeggiato già due anni fa, quando, a otto anni di distanza dal referendum comunale del 2006, che aveva richiesto l’inserimento dei referendum propositivi e abrogativi nello Statuto comunale (fu il primo referendum comunale vicentino e il primo in Italia a chiedere questi strumenti ‘dal basso’), l’amministrazione guidata dal sindaco Variati approvò il nuovo Statuto comunale con i suddetti referendum a quorum zero.

    Un incredibile successo per il comitato, che in tutti quegli anni non aveva mai smesso di credere nell’obiettivo da raggiungere, e un punto d’orgoglio per l’amministrazione cittadina che poteva fregiarsi del titolo di ‘prima città capoluogo de-quorumizzata d’Italia’!

    Ci sono poi voluti altri due anni affinché quello che era stato conquistato a fatica sulla carta diventasse effettivo; sì, perché il Regolamento degli Istituti di Partecipazione, il corrispettivo di un decreto attuativo, è stato approvato solo ieri, 5 maggio 2015.

    Un totale di circa 10 anni per consegnare alla cittadinanza il diritto di partecipare attivamente.

    I festeggiamenti riprendono, quindi, anche se in tono più pacato perché certamente in quest’ultima fase si poteva fare di meglio.

    Ci tacciano di ‘incontentabili’. Sì, il Comitato Più Democrazia e Partecipazione non è facile a concedere elogi e anche in questo caso non si smentisce. Ma si tratta tutto sommato di rimanere fedeli al principio di realtà.

    È vero, ora i cittadini di Vicenza possono costituirsi in comitato referendario e attivare questi strumenti di democrazia diretta: il referendum propositivo, che dà agli elettori la possibilità di esprimere la loro creatività politica proponendo un atto amministrativo da sottoporre al voto dei propri concittadini (in genere una tematica riguardante il bene comune che l’amministrazione per vari motivi non ha affrontato), e il referendum abrogativo che va a cassare un atto approvato dal Consiglio comunale o dalla Giunta.

    Però, e c’è più di un però…

    Questi diritti e strumenti referendari che, vale la pena di ricordare, sono previsti dalla Costituzione, sono praticabili solo ed esclusivamente in presenza di regole di applicazione semplici e soprattutto che non contengano percorsi a ostacoli. E questo purtroppo non si può certo dire che sia una caratteristica del Regolamento approvato ieri dal Consiglio comunale vicentino.

    Nel momento in cui si adottano strumenti referendari vanno presi in considerazione una serie di fattori importanti quali la valutazione di ammissibilità, i tempi e le modalità di raccolta delle firme, l’informazione, l’agenda delle votazioni referendarie.

    Sono le regole di applicazione che definiscono una democrazia diretta compiuta.

    Ecco a Vicenza, la sensazione è che si sia persa l’occasione per ottenere il ‘bollino di qualità’ della democrazia diretta cittadina visto che:

    • il cosiddetto ‘collegio degli esperti’ che valuta l’ammissibilità del quesito in questo caso sarà formato da tre soli membri: il segretario comunale, un membro nominato dalla maggioranza e uno dalla minoranza. È evidente l’inopportunità di tale decisione dato che gli ‘arbitri’ non dovrebbero essere scelti dagli amministratori che sono una delle parti in causa (l’altra è il comitato referendario). In questo caso non sono garantiti i criteri minimi di terzietà dell’organo stesso che con tale composizione difficilmente sarà immune da influenze politiche.
    • il tempo per la raccolta delle firme (che, ricordiamo, serve anche a fare informazione e avviare il dibattito sul quesito referendario e non è a carico del comune) è stato ridotto al lumicino, ovvero 90 giorni per raccogliere 5000 firme autenticate (pari al 5,7% della popolazione avente diritto al voto) contro i 150 richiesti dal Comitato, tenuto anche conto che il precedente Regolamento ne prevedeva 90 per la raccolta di 4000 firma – mille in meno! Invece, in Trentino, regione all’avanguardia sull’argomento, si registra una tendenza all’ampliamento di queste tempistiche.

      Come motivazione per tale drastica riduzione dei tempi è stata addotta la necessità di creare un “meccanismo sfidante”, con le parole del vice-sindaco Bulgarini. Peccato però che sia stata mal interpretata sia la funzione di questo periodo di raccolta sia questa presunta ‘competizione’ che non ha un avversario da battere, se non il tempo. Ma qui non si tratta di una gara a cronometro, bensì di democrazia diretta effettivamente praticabile.

    • l’informazione: pilastro essenziale dei referendum e della democrazia. L’Amministrazione vicentina ha cassato la norma che prevedeva l’invio di un opuscolo informativo contenente una chiara illustrazione del quesito e delle ragioni del SÌ e del NO. La Giunta non ha addotto adeguate motivazioni a sostegno del taglio se non una vaga allusione ai costi. Ma si sa, la democrazia costa solo quando è a favore del cittadino!
    • l’agenda delle votazioni referendarie a Vicenza è stabilita come da Statuto: esse possono svolgersi solo in concomitanza con altre elezioni nazionali, regionali, europee e referendum popolari nazionali. Dunque già in presenza di un’agenda ‘penalizzante’, si è voluto aggiungere un limite ulteriore: l’iter referendario previsto prima del voto deve essere completato positivamente entro 60 giorni dalla data delle votazioni, altrimenti si passa alla tornata successiva, ovvero, il referendum verrà celebrato a distanza di due-tre anni o forse più dalla raccolta firme con conseguente allontanamento dell’attualità della proposta e ulteriore e sfiancante campagna referendaria per il comitato promotore. Per questo sono state addotte motivazioni organizzative, facendo passare una norma a rischio di legittimità.

    Tutti questi paletti, inseriti in extremis dalla Giunta, snaturando i risultati raggiunti dopo un anno di lavoro dalla I Commissione, hanno lo scopo, dichiarato, di fungere da ‘compensazione’ per il ‘quorum zero’, come a dire: i cittadini hanno ottenuto, sì, l’ambito spazio partecipativo dato dalla mancanza di quorum per la validità dei referendum (decide chi partecipa), ma noi, Amministrazione, tuteliamo le nostre posizioni di potere e rendiamo l’attivazione dei referendum (già in qualche modo arginati dalle materie escluse o ‘non referendabili’ – art. 29 dello Statuto) un percorso a ostacoli che farà del lavoro dei comitati promotori un’impresa al limite delle possibilità; come se i cittadini dovessero ‘pagare pegno’ per attivare il proprio diritto decisionale.

    Uno scivolone imperdonabile, questo, che rende lecito il sospetto che all’Amministrazione ‘illuminata’ di due anni fa, quella che ha concesso il quorum zero, sostanzialmente la stessa di oggi, si sia bruciata qualche lampadina di troppo.

    A ben guardare, però, di aspetti positivi ce ne sono, sempre che li si guardi con la lente della solita logica, tutta italiana del ‘meno peggio’, visto che sia all’interno della stessa maggioranza come in gran parte della minoranza (esclusa quella che ha sostenuto le tesi del Comitato Più Democrazia) si odono ancora commenti eufemisticamente poco entusiastici nei confronti di un ‘quorum zero’ mal digerito. E allora, non ci resta che gioire per l’approvazione del nuovo Regolamento e accettare ancora una volta la sfida: a piccoli passi si migliora il migliorabile.

    Per quanto ci riguarda, possiamo andare fieri di essere portatori di quel DNA mutante della democrazia che, con l’innesto degli strumenti di democrazia diretta, sta cominciando a germogliare.

    Annamaria Macripò

    coordinatrice del Comitato Più Democrazia e Partecipazione

    Vicenza, 6 maggio 2015

    Postato in democrazia diretta

    Serata sulla democrazia diretta a Lavis (TN) 06-05-2015

    // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    lavis

    a Lavis (TN) si è parlato di democrazia diretta alla presenza dei candidati e dei simpatizzanti della lista M5S che si presentano alle elezioni di domenica 10 maggio 2o15.

    All’inizio c’è stato il mio intervento sugli strumenti di democrazia diretta che esistono nel mondo e di cosa si può fare a livello locale.

    Qui il file proiettato:

    presentazione-DD-Lavis-06-05-15.pdf

    presentazione-DD-Lavis-06-05-15.odp

    Poi Alex Marini, dell’associazione Più Democrazia in Trentino ha raccontato il percorso fatto dall’associazione, e come è riuscito ad ottenere una legge regionale che impone a tutti i comuni trentini il miglioramento degli strumenti di democrazia diretta esistenti.

    Postato in democrazia diretta, democrazia diretta trentino

    serata sulla Democrazia Diretta a Rovereto (TN) 24-03-2015

    25 Marzo 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    rovereto

    invitato dagli amici del m5s di Rovereto  e dal capolista m5s Paolo Vergnano, ho partecipato alla serata sulla democrazia diretta da loro organizzata a Rovereto il 24-03-2015.

    Durante la prima parte della serata abbiamo utilizzato il metodo “La Parola ai Cittadini” per mostrare uno strumento efficace per decidere insieme.

    Questi i risultati:

    0 Nome Titolo proposta Voti Presenti Voti %
    1 massimo secchi zona franca e bazaar del sistema rifiuti attuale esempio bologna e barcellona ogni mercoledì tutti mettono in strada e si possono raccogliere a titolo gratuito – a bologna è comunale – vestiti, giocattoli, anche rifiuti industriali etc – in maniera semplificata e non burocratica come fatto già a rovereto senza costi aggiuntivi per il crm 19 19 100,00%
    6 walter tardocchi revisione piano regolatore – concetto riduzione consumo suolo – indice di fabbricazione consentendo altezze più elevate – aumento aree verdi 19 20 95,00%
    4 francesco mirigliano inquinamento zona lizzana 15 18 83,33%
    8 paolo lenner ristudiare tutta la viabilità con studi tecnici adeguati 15 20 75,00%
    2 marco de cecco migliore valorizzazione del centro storico e della città – ragazzi non hanno luoghi di ritrovo – molte piazze sono vuote – mercatino natale più grande e in tutta la città – mercato contadino – estendere i mercatini nelle piazze pedonali ora non usate per dare soluzioni ai cittadini residenti – ci sono pochi posti letti a rovereto 13 18 72,22%
    3 pasquale chionna migliorare la viabilità attraverso trasporto pubblico gratuito potenziare e razionalizzare servizio pubblico – aumentare numero corse e grandezza mezzi rispetto esigenze 13 18 72,22%
    5 mario bianco ridurre tensioni sociali attraverso cultura – come a Boston biblioteca – punto per gli homeless, eventi culturali, corsi di lingua per tutti – fare al mart corsi di italiano, inglese, danza, per extracomunitari e italiani – cambiare programmazione mart – fuori italia il punto centrale è la biblioteca – i ragazzini possono giocare insieme – momenti di allentamento della tensione – trasmetterle e farle sapere 13 20 65,00%
    7 massimo pittui Rimodernizzare gli uffici del comune adibiti alla promozione turistica – sportello informazioni turistiche del comune – Apt – meno soldi e che lavori meglio – non funziona, percepisce 5 milioni di euro 12 20 60,00%

    Qui il file del foglio di calcolo in formato excel:

    proposte rovereto 24-03-15

    Poi a seguire ho mostrato la presentazione video proiettata sugli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo e quelli che si possono introdurre anche nei comuni italiani.

    Qui si può scaricare:

    presentazione-DD-rovereto-24-03-15.pdf

    presentazione-DD-rovereto-24-03-15.odp

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    Serata sulla Democrazia Diretta a Trento 13 marzo 2015

    14 Marzo 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    foto

    il gruppo m5s di Trento, nell’avviare la sua campagna elettorale per le elezioni comunali di Trento, mi ha chiesto di realizzare una Parola ai Cittadini per far emergere proposte da inserire nel loro programma, e di illustrare gli strumenti di democrazia diretta che esistono al mondo. Così questa sera davanti a circa una quarantina di persone, il candidato sindaco Paolo Negroni ha illustrato i risultati di una Parola ai cittadini realizzata il giugno scorso nella stessa sala (LaParolaaiCittadini8giugno2014-.pdf ) e i risultati che essa ha portato e poi abbiamo discusso questa sera 9 proposte, messe in ordine di priorità in circa 1 ora

    Questi sono i risultati.

    0 Nome Titolo proposta Voti Presenti Voti %
    5 andrea demattè illuminazione led – se sono convenienti 25 38 65,79%
    8 massimo pittui wi fi gratuito in tutta la città 24 37 64,86%
    3 mauro direno Pubblicizzare legge 164 e usarla baratto come scambio per evitare di pagare le tasse 24 41 58,54%
    9 bruno lazzari Affrontare problema ferrovia / interramento 21 38 55,26%
    4 roberto campopiano centro d’incontro x piedicastello – zona argini fiume e collegamento centro storico 18 37 48,65%
    7 sonia lievore potenziare colleg. con mezzi pubb. con centro e albere – manca illuminazione, non c’è pista ciclabile, la navetta non fa fermate 17 37 45,95%
    1 andrea maschio rifugi antiaerei / mesiano 16 41 39,02%
    2 tommaso cramerotti zona ritrovo giovani e non solo per la sera 13 41 31,71%
    6 aldo saiani risistemare posteggi che c’erano a Piedicastello 9 38 23,68%

    Qui il foglio elettronico usato:

    proposte trento 13-03-15

    Poi abbiamo proseguito con la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta esistenti nel mondo e quelli che si potrebbero adottare nei comuni italiani.

    Qui la presentazione:

    presentazione-DD-Trento-13-03-15.odp

    presentazione-DD-Trento-13-03-15.pdf

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    Serata sulla democrazia diretta a Riva del Garda (TN) – 5 marzo 2015

    6 Marzo 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    riva

    su invito del gruppo m5s di Riva del Garda (TN) e del candidato sindaco Flavio Prada, ho partecipato alla serata “Democrazia diretta – La parola ai cittadini” presso l’auditorium Sighele.

    Pubblico molto partecipe e attento alle tematiche esposte.

    Questi i punti emersi durante La parola ai cittadini:

    0 Nome Titolo proposta Voti Presenti Voti %
    1 Santoru Lucillo dotare il comune distributore gas metano e colonn. Elett. 22 23 95,65%
    3 Lorenza Colò ridurre indennità sind. Ass. x creare posti lavoro 21 23 91,30%
    7 Porzio Dorina famiglie parco grande a disp, chiuso durante inverno 21 23 91,30%
    8 Publio Magri tutte partecipate che non hanno bil. Positivi 3 anni chiuderle 18 23 78,26%
    4 Andrea Matteotti migliorare piste ciclabili – consulenza ciclisti 17 23 73,91%
    2 Angelo Vernice promuovere prodotti autoctoni trentini con i mercatini domenic. 15 23 65,22%
    6 Gino Claudia locali da ballo x esigenze giovani e meno giovani 15 23 65,22%
    5 Publio Magri riapertura parziale auto inverno centro storico 3 23 13,04%

    Qui il foglio di calcolo videoproiettato.

    proposte riva 05-03-15

    Dopo La parola ai cittadini è seguita la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta più usati nel mondo e sugli strumenti da introdurre a livello comunale.

    Qui la presentazione:

    presentazione-DD-Riva-05-03-15

    In bocca al lupo alla lista m5s che si presenterà alle comunali portando nel suo programma gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa.

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    A Vignola la Giornata della democrazia!

    25 Febbraio 2015 // 1 Commento »

    riporto l’interessante post di Andrea Paltrinieri sul suo blog Amare Vignola riguardante La giornata della democrazia che si effettuerà domenica 1 marzo 2015 a Vignola.

    A Vignola la Giornata della democrazia!

    Domenica 1 marzo si terrà a Vignola la prima Giornata della democrazia (presso la sala parrocchiale di Brodano). Non si tratta della celebrazione cittadina di un aspetto importante della vita contemporanea, ma piuttosto di una vera giornata di confronto e discussione con l’obiettivo di rinnovare gli strumenti di partecipazione dei cittadini alle decisioni dell’amministrazione comunale. Il lavoro che inizierà l’1 marzo andrà dunque a tradursi in modifiche allo statuto comunale o al regolamento di funzionamento del consiglio comunale. Il tema è importante e merita qualche considerazione. L’invito, comunque, è quello di partecipare!

    C_Giornata_partecipazione

    [1] Basta scorrere velocemente il programma (pdf) e si vede subito che si tratta di una vera giornata di lavoro. Certo, i protagonisti sono i cittadini, ma a condurre la giornata (relazioni principali del mattino e coordinamento delle sessioni di dibattito) sono stati chiamati Paolo Michelotto (già noto a diversi vignolesi: vedi) e Thomas Benedikter, entrambi autori di una guida – “Più democrazia nella politica comunale. Strumenti di partecipazione deliberativa e di democrazia diretta a livello comunale” – che l’amministrazione comunale ha opportunamente provveduto a stampare ed a mettere a disposizione dei partecipanti e dei cittadini interessati (una copia può essere richiesta presso l’Ufficio Partecipazione del comune). Molto interessante anche la formula d’invito: 500 cittadini estratti a sorte dalle liste elettorali hanno ricevuto una lettera d’invito per la giornata (pdf). Ma ovviamente chiunque sia interessato può partecipare (previa iscrizione).

    La parola ai cittadini, iniziativa di partecipazione condotta da Paolo Michelotto su invito della nuova amministrazione civica, il 4 dicembre 2014.La parola ai cittadini, iniziativa di partecipazione condotta da Paolo Michelotto su invito della nuova amministrazione civica, il 4 dicembre 2014.

    [2] La prima Giornata della democrazia vignolese sarà dunque dedicata ad uno specifico tema: la partecipazione dei cittadini e gli strumenti che l’istituzione pubblica, il comune, mette loro a disposizione per conoscere e per contribuire ai processi decisionali amministrativi, oppure anche per prendere direttamente quelle decisioni (es. referendum). Qualcuno potrebbe ritenere singolare questa scelta di tema, visto che in fondo anche la democrazia praticata a livello locale è una “democrazia rappresentativa”, in cui cioè il principale atto politico dei cittadini consiste nell’elezione dei propri “rappresentanti” – sono poi questi ultimi (tramite la giunta ed il consiglio comunale) a prendere le decisioni (vedi), sotto forma di atti anche significativamente diversi tra loro per importanza e portata: si va dagli atti di pianificazione territoriale di valenza pluriennale (come il PSC, da noi in corso di redazione da anni: vedi), agli atti di allocazione delle risorse comunali assunti annualmente (come gli atti di bilancio: vedi), ad atti su oggetti assai più puntuali, su scuola, sociale, sport, cultura, ecc. (continua…)

    Postato in democrazia diretta, la giornata della democrazia

    La revoca esiste anche a Taiwan: 14 febbraio 2015 votazione di revoca per il parlamentare Alex Tsai

    23 Febbraio 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    alex tsai

    ci sono vari paesi del mondo dove esiste lo strumento della revoca degli eletti: USA, Venezuela, Bolivia, Canada, Germania, Polonia, Svizzera. Alla lista dobbiamo ora aggiungere anche Taiwan, dove il 14 febbraio 2015 si è svolta una votazione per revocare il parlamentare Alex Tsai.

    L’affluenza è stata del 25%, ma poichè per legge esiste il quorum del 50%, la votazione è stata invalidata ed Alex Tsai è rimasto al suo posto, anche se quasi il 97% dei votanti ha votato per la revoca.

    Ulteriore dimostrazione dell’assurdità della presenza di un quorum nelle votazioni dei cittadini. I contrari sono rimasti a casa per aggiungere i loro voti ai non votanti ed invalidare il referendum, e ci sono riusciti.

    In passato secondo il CEC che è l’istituzione che presiede alle votazioni a Taiwan, dal 1990 al 2011 sono stati revocati un consigliere comunale e un sindaco.

    Qui alcuni link in inglese sulla revoca a Taiwan:

    http://focustaiwan.tw/news/aipl/201502140020.aspx

    http://www.taipeitimes.com/News/taiwan/archives/2015/02/15/2003611622

    http://www.taiwantoday.tw/ct.asp?xitem=227592&CtNode=414

    Ricordo che in Italia a livello nazionale la revoca in base all’attuale Costituzione non è possibile,

    ma a livello regionale è possibile:

    http://www.paolomichelotto.it/blog/2013/08/29/la-revoca-e-ammissibile-anche-in-italia-nella-forma-collettiva-secondo-il-costituzionalista-marco-olivetti/

    Anche a livello comunale è possibile introdurre la revoca:

    http://www.paolomichelotto.it/blog/2015/02/11/si-puo-introdurre-la-revoca-degli-eletti-recall-nei-comuni-italiani-ecco-come/

    Postato in democrazia diretta, revoca degli eletti

    Come introdurre il referendum statutario nel proprio comune e perchè

    22 Febbraio 2015 // 3 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    referendum consultivo statutario

    lo Statuto Comunale è l’insieme delle norme più importanti dei nostri comuni, l’equivalente della Costituzione per uno stato. Queste norme non possono essere votate dai cittadini italiani. Eppure la loro vita quotidiana ha a che fare con esse continuamente.  Ma un referendum sullo Statuto comunale non è presente in nessun comune italiano perchè esso è impedito dalle disposizione del Testo Unico Enti Locali (TUEL) dove viene scritto chiaramente nell’art 6 comma 4 che lo statuto è approvato solo dal Consiglio Comunale (e i cittadini quindi non possono intervenire direttamente).

    Art. 6

    4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie.

    E quindi come si può fare in modo che i cittadini possano esprimersi su uno statuto comunale oppure su un articolo da introdurre in esso o una sua modifica, se la legge nazionale lo impedisce?

    Si può adottare lo stesso escamotage, pensato per il Referendum Consultivo Revocatorio.

    I cittadini tramite un referendum consultivo, chiedono che il consiglio comunale discuta l’introduzione di un nuovo articolo o la modifica o l’intero Statuto comunale. Se il referendum consultivo ha successo e quindi la maggioranza dei votanti chiedono di introdurre l’articolo proposto (o sua modifica), i consiglieri sono obbligati solo a discutere il testo e sono liberi di dire SI oppure NO alla proposta. Ma è difficile votare NO quando la maggioranza dei votanti chiede una cosa, o meglio, i rappresentanti possono votare NO a una richiesta della maggioranza dei cittadini, consapevoli che così però non sono più rappresentativi dei loro elettori. Comunque ciò che conta è che con questo percorso, il TUEL è formalmente rispettato.

    Ecco un possibile articolo da introdurre nello Statuto Comunale, per permettere il referendum consultivo statutario, tratto dal Dossier: Diritti di partecipazione dei cittadini nei comuni:

    Referendum consultivo statutario

    È indetto referendum consultivo statutario su tutto o parte dello statuto quando lo richiedano almeno il 2% degli elettori. La proposta soggetta a referendum, se raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi, obbliga il consiglio comunale alla discussione e alla votazione in merito, con la massima urgenza.

    Come per il referendum consultivo revocatorio, i cittadini oggi non possono direttamente introdurre questo articolo nello statuto, ma può farlo una maggioranza di Consiglieri Comunali sensibili alla democrazia, magari sollecitati dai cittadini con una mozione di iniziativa popolare, oppure da una giunta che abbia gli strumenti di democrazia diretta tra le sue priorità. E ce ne sono varie in Italia.

    Postato in democrazia diretta