• I Consejos del Venezuela: Il Paradosso del Centro

    5 Settembre 2009 // Nessun commento »

    carora-consejos-comunales

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    ecco un interessante articolo di Jacopo Zannini, che ha conosciuto direttamente l’esperienza dei Consejos del Venezuela e ne racconta funzionamento e criticità:

    IL PARADOSSO DEL CENTRO.
    I limiti degli esperimenti di democrazia diretta nello Stato Sucre del Venezuela.

    di Jacopo Zannini

    Sulle esperienze partecipative dei consejos comunales (consigli di comunità) nello stato Sucre de Venezuela, nate con la promulgazione dell’omonima legge nazionale nel maggio 2006, si possono interessanti riflessioni analizzando le relazioni che si sviluppano fra questi esperimenti di democrazia diretta e le istituzioni statali. Gli strumenti legislativi messi in campo negli ultimi anni stanno tentando di dare concretezza al modello partecipativo che la Magna Carta venezuelana sancisce.
    Le dinamiche fondanti dei consigli di comunità sono i “momenti del comune”: assemblee cittadine costituenti e riunioni interne; li si definisce la capacità di fare comunità del gruppo che privilegia le necessità, i diversi punti di vista e i talenti di chi vive direttamente il territorio. Quando i momenti del comune non funzionano o sono addirittura assenti, il consejo comunal perde la sua potenzialità di espressione e diventa uno strumento utilizzato per arricchimenti personali (sfruttando risorse che sarebbero destinate alle comunità).
    Per realizzare i progetti discussi nelle assemblee cittadine i voceri operano, relazionandosi con fondazioni scuole e altri soggetti statali, dentro a quello che potremmo definire come uno “spazio di frontiera” in cui si confrontano le istanze del nascente poder comunal e le tradizionali istituzioni.
    Differenti e diverse sono le dinamiche che si possono instaurare fra i consejos e gli enti statali: si passa dal dialogo collaborativo, al clientelismo, fino all’aperto conflitto.
    L’innovativa dinamica dei consejos sta nel finanziamento diretto da parte della Comision Nacional Presidenzial Popolar alle esperienze partecipative; senza la discesa di questi fondi i consigli di comunità non riescono a intervenire efficacemente sul territorio.
    Per un mese e mezzo Cumanà, la capitale dello stato Sucre, è stato il territorio in cui ho svolto la mia ricerca. Ho osservato da vicino differenti contesti urbani: il “Parcelamento Miranda” quartiere ricco vicino alla costa dove vive l’alta borghesia chavista nel quale, la presenza di consejos è quasi inesistente; la parrocchia Valentin Valiente in cui ancora tante persone vivono in ranchos (baracche) e dove si possono rilevare contemporaneamente a fasce di povertà estrema e criminalità diffusa anche interessanti esperienze di consigli di comunità.
    Fra queste due realtà socialmente tanto differenti, per decenni (continua…)

    Postato in partecipazione

    Consejos Comunales in Venezuela: una forma di democrazia diretta?

    30 Gennaio 2009 // Nessun commento »

    consejos comunales

    consejos comunales

    di Paolo Michelotto

    dal 2006 in Venezuela sono nati i Consejos Comunales. Sono assemblee orizzontali di cittadini (fino a 400 famiglie), riconosciuti da una apposita legge statale, che gestiscono fondi che lo stato fornisce per lo sviluppo locale. Quindi i cittadini sono molto stimolati a partecipare, poichè dall’esito di questi incontri ci saranno per loro e per il loro quartiere ricadute economiche importanti e tangibili. In molte zone richiamano molta partecipazione, in altre meno. In questo articolo sono evidenziati aspetti positivi e zone grigie del progetto, calato dall’alto per volere del presidente Chavez, ma che mobilita una buona percentuale di cittadini in incontri, discussioni e decisioni democratiche. Come esperimento, è ancora in fase iniziale, ma i lati positivi di scuola di democrazia, di partecipazione, di senso civico e di comprensione delle problematiche cittadine sono notevoli.

    La democrazia diretta dei Consejos Comunales?

    di Stefano Boni

    fonte: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/
    Elementi di autogestione o mera articolazione del potere centrale? Un’analisi sul campo del ruolo delle strutture del potere locale nel regime “bolivariano” di Chavez.

    El proceso chavista, la rivoluzione che – nelle intenzioni del governo – porterà il Venezuela ad elaborare il socialismo del secolo XXI, genera reazioni polarizzate: una adesione entusiasta, quasi fideistica, in molti degli ambienti politici rimasti marxisti o una contrarietà, a tratti feroce, sia da parte dei settori neoliberisti sia di quelli anarchici che, seppur da punti di vista diversi, non vedono nel proceso venezuelano un cammino liberatorio o progressista. Questa contrapposizione netta riguarda sia chi assiste alle trasformazioni venezuelane dall’estero, sia gli stessi venezuelani: chi oppone il governo chiama i militanti socialisti, soprattutto quelli più agguerriti talibánes, talebani, mentre questi ultimi chiamano i sostenitori della opposizione escuálidos, squallidi. Da un lato i critici del governo ricordano l’occupazione della televisione; l’infiltrazione capillare del partito nello stato, fino a occuparne o a mettere sotto il proprio controllo tutti principali organi; un assistenzialismo mal gestito che genera consumismo più che comunismo. Dall’altro i sostenitori replicano citando l’attivismo politico e la mobilitazione di massa dei quartieri poveri che hanno assunto un ruolo politico senza precedenti; l’innovazione dei programmi sociali nella forma di offerta di sussidi (ad invalidi, studenti, donne incinte, poveri, etc.) e di una più ampia e capillare distribuzione dei servizi in campo alimentare, educativo, culturale, della salute e della solidarietà mediante le misiones; e, il tema di cui mi occuperò, una riforma istituzionale che prevede che il potere politico non sia amministrato solo dagli organi eletti ma direttamente dai cittadini mediante i Consejos Comunales, in cui decide il vicinato in assemblea. (continua…)

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