• buzzurri al potere:posso palpare un po’ la signora?

    5 Maggio 2009 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    la casta politica italiana, ha perso ogni contatto con la realtà. Cose così non sarebbero tollerate se i cittadini avessero voce reale nel governo del nostro paese. Obama e Sarkozy avessero detto così sarebbero già stati dimissionati a furor di popolo e ancor prima sarebbero stati demoliti dai media. Ma serve informazione libera (fa onore ai trentini che il video sia di TCA) e strumenti che diano forza ai cittadini. I nostri rappresentanti non ci rappresentano più. Berlusconi è il caso più eclatante, più pagliaccesco, ma moltissimi amministratori si comportano come lui, pensano di essere al di sopra della moralità e delle regole civiche. Ma non rassegnamoci, è proprio quello che vogliono. A Rovereto con il Referendum Day dell’11 ottobre 2009 partiamo dal basso a riformare la nostra democrazia, proponiamo di abolire il quorum, e così facendo spalanchiamo la porta della democrazia, quella vera. 10 – 100 – 1000 Referendum Day come a Rovereto. E a Bolzano il 25 ottobre 2009 accade una cosa analoga

    Postato in crisi dem. rappresentativa

    Meno casta più democrazia: le cifre di uno scandalo italiano

    8 Febbraio 2009 // 2 Commenti »

    fabbrini

    fabbrini

    di Paolo Michelotto

    riporto un articolo apparso oggi su L’Adige e scritto da Sergio Fabbrini (tra i maggiori studiosi europei della politica americana, è professore di scienza politica e direttore della Scuola di studi internazionali all’Università di Trento, direttore della “Rivista italiana di scienza politica” e visiting Professor alla University of California di Berkeley).

    Politica e costi
    Meno casta più democrazia – SERGIO FABBRINI

    Bene ha fatto Pierangelo Giovanetti a sollevare il problema dei costi della politica democratica. Ancora meglio hanno fatto i consiglieri provinciali del Partito democratico ad accettare la sua proposta di trasferire l’incremento «automatico» della loro indennità in un fondo di solidarietà. Tuttavia, ciò non basta. Occorre fare molto di più. Contrariamente a ciò che pensano alcuni, sono coloro che amano la democrazia, e non i demagoghi, che rivendicano la necessità di istituire una politica sobria ed essenziale. Costoro sanno che la politica serve. E, per questa ragione, vogliono riformarla per salvarla dal disprezzo populista. Abbiamo bisogno della politica. Ma, ancora di più, abbiamo bisogno di una buona politica. L’autonomia istituzionale dovrebbe servire a questo: perseguire la buona politica, a prescindere da ciò che fanno o ci farebbero fare gli altriP er questo motivo, non basta rinunciare ad un incremento, ma occorre avere il coraggio di riformare l’intero sistema dei costi della politica. Spiego perché. In Italia, molto più che in altri Paesi, la politica ha dato vita ad una vera e propria «casta», insediata nella molteplicità di posizioni pubbliche da cui si prendono decisioni rilevanti collettivamente, finanziata dalla spesa pubblica, generosissima nel sostenere economicamente le proprie attività. Se si considerano i paesi con popolazione comparabile all’Italia, le dimensioni ipertrofiche di tale «industria italiana della politica» appiano subito evidenti. Basti pensare che i rimborsi elettorali in Italia (200 milioni di euro, per una popolazione di 58 milioni di abitanti) sono quasi il doppio di quelli che ricevono i partiti in Germania (133 milioni di euro, per una popolazione di 82 milioni di abitanti), sono quasi tre volte superiori a quelli che ricevono i partiti in Francia (73,4 milioni di euro, per una popolazione di 64 milioni di abitanti), sono più di tre volte più alti di quelli che ricevono i partiti in Spagna (60,7 milioni di euro, per una popolazione di 45 milioni di abitanti), sono incomparabilmente più alti di quelli che ricevono i partiti in Gran Bretagna (9,3 milioni di euro, per una popolazione di 60 milioni di abitanti). Se poi si considerano gli Stati Uniti con i loro 302 milioni di abitanti, si vede che i partiti di quel paese ricevono molto meno (149,6 milioni) di ciò che ricevono i nostri partiti. (continua…)

    Postato in crisi dem. rappresentativa