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    Come fare per ottenere gli strumenti di democrazia diretta nei comuni. Proposta per cambiare il TUEL D.L. 267

    10 Dicembre 2014 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    la democrazia diretta progredisce quasi sempre grazie alle spinte dal basso dei cittadini, ma a volte anche grazie a provvedimenti dall’alto di rappresentanti “lungimiranti”.

    nelson mandela

    C’è un modo per introdurre in un solo atto migliori strumenti di democrazia diretta in tutti i comuni italiani (esclusi quelli delle regioni a statuto speciale che dipendono dalle leggi regionali), cambiare alcuni articoli del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali il D.L. 267.

    Questa legge nazionale riguarda moltissimi aspetti dei comuni italiani.

    Alcune cose sono proibite. Ad esempio la Revoca degli Eletti non è possibile finchè è vigente questa legge, così come qualsiasi referendum su Statuto comunale o sue modifiche.

    Ecco le modifiche che farei a questa legge. Spero che qualche rappresentante lungimirante la faccia sua e la porti in Parlamento. Poi lì a volte accadono miracoli (vedi la recente legge regionale del Trentino con cui sono stati introdotti strumenti migliori di democrazia a livello locale).

    1. per introdurre il referendum obbligatorio sullo statuto e la possibilità per i cittadini di indire un referendum per cambiare lo statuto o una parte di esso (come in Svizzera).

    Situazione attuale: Articolo 6
    Statuti comunali e provinciali

    4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione e’ ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto e’ approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie.

    5. Dopo l’espletamento, del controllo da parte del competente. organo regionale, lo statuto e’ pubblicato nel bollettino ufficiale della regione, affisso all’albo pretorio dell’ente per trenta giorni consecutivi ed inviato al Ministero dell’interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti. Lo statuto entra in vigore decorsi trenta giorni dalla sua affissione all’albo pretorio dell’ente.

    Proposta modifica: Articolo 6
    Statuti comunali e provinciali

    4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione e’ ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto e’ approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Lo statuto entra in vigore solo se ottiene anche l’approvazione della maggioranza dei votanti nel successivo referendum obbligatorio sullo statuto, indetto entro 1 mese dall’approvazione in consiglio comunale. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie. I cittadini possono proporre modifiche totali o parziali allo statuto tramite referendum propositivo senza quorum.

    5. Dopo l’espletamento, del controllo da parte del competente. organo regionale, lo statuto e’ pubblicato nel bollettino ufficiale della regione, affisso all’albo pretorio dell’ente per trenta giorni consecutivi ed inviato al Ministero dell’interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti. Lo statuto entra in vigore decorsi trenta giorni dalla sua affissione all’albo pretorio dell’ente.

    2. per introdurre i referendum propositivi, abrogativi e confermativi vincolanti senza quorum, con obbligo abbinamento votazioni nazionali ed europee e introduzione libretto informativo e voto postale, elettronico e via internet (come in Svizzera, ma anche nel comune di Malles (BZ).


    Situazione attuale: Articolo 8
    Partecipazione popolare

    1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale. I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.

    2. Nel procedimento relativo, all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalita’ stabilite dallo statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241.

    3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonche’ procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresi’, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.

    4. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali.

    5. Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti.

    Proposta modifica: Articolo 8
    Partecipazione popolare

    1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale. I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.

    2. Nel procedimento relativo, all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalita’ stabilite dallo statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241.

    3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonche’ procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame entro 2 mesi. Possono essere, altresi’, previsti referendum propositivi, abrogativi, confermativi degli atti amministrativi, sulle modifiche totali o parziali allo statuto, con valore vincolante per l’amministrazione senza quorum di partecipazione su richiesta di un adeguato numero di cittadini, sempre inferiore al 5% degli aventi diritto. Queste consultazioni sono effettuate con modalità miste per via postale, con voto elettronico, via internet e nel seggio elettorale. I cittadini in occasione dei referendum riceveranno a casa un libretto informativo, dove saranno esposte le tesi dei proponenti e quelle dell’amministrazione o del comitato che si oppone, con parità di spazio.

    4. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale senza esclusioni e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali, ma quando in presenza di votazioni regionali, nazionali, europee nello stesso periodo, vengono effettuate nella stessa giornata e con gli stessi orari.

    5. Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti.

    2. per introdurre la revoca degli eletti (come in Svizzera e in California).

    Situazione attuale: Articolo 46
    Elezione del sindaco e del presidente della provincia – Nomina della giunta

    1. Il sindaco e il presidente della provincia sono eletti dai cittadini a suffragio universale e diretto secondo le disposizioni dettate dalla legge e sono membri dei rispettivi consigli.

    2. Il sindaco e il presidente della provincia nominano i componenti della giunta, tra cui un vicesindaco e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione.

    3. Entro il termine fissato dallo statuto, il sindaco o il presidente della provincia, sentita la giunta, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.

    4. Il sindaco e il presidente della provincia possono revocare uno o piu’ assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio.

    Proposta modifica: Articolo 46
    Elezione del sindaco e del presidente della provincia – Nomina della giunta

    1. Il sindaco e il presidente della provincia sono eletti dai cittadini a suffragio universale e diretto secondo le disposizioni dettate dalla legge e sono membri dei rispettivi consigli.

    2. Il sindaco e il presidente della provincia nominano i componenti della giunta, tra cui un vicesindaco e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione.

    3. Entro il termine fissato dallo statuto, il sindaco o il presidente della provincia, sentita la giunta, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.

    4. Il sindaco e il presidente della provincia possono revocare uno o piu’ assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio.

    5. I cittadini possono indire un referendum revocatorio senza quorum nei confronti del sindaco e della sua giunta, raccogliendo fino al 10% di firme degli aventi diritto. In caso di esito positivo di questa consultazione, il sindaco e la giunta e il consiglio comunale decadono dalle loro funzioni e vengono indette nel più breve tempo possibile nuove elezioni.

    Edit 16-12-14:

    L’amico Dario Rinco mi ha mancato questo interessante commento, utile per migliorare questa proposta:

    Caro Paolo

    leggo sempre con interesse gli articoli del tuo sito e vorrei farti meditare su quello che hai scritto.

    Mi riferisco a questo passaggio:
    http://www.paolomichelotto.it/blog/2014/12/10/come-fare-per-ottenere-gli-strumenti-di-democrazia-diretta-nei-comuni-proposta-per-cambiare-il-tuel-d-l-267/

    devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame entro 2 mesi

    Purtoppo anche se il DLGS 267/2000 venisse modificato come sopra citato, si presenterebbe sempre il problema dell’eventuale mancata risposta da parte dell’amministrazione comunale.

    Come da noi sperimentato, purtroppo, nei casi in cui l’amministrazione facesse spallucce delle varie petizioni, istanze e referendum depositati neppure il prefetto ha potere coercitivo nei confronti dell’amministrazione inadempiente.

    Diverso sarebbe se fosse prevista una sanzione a carico del Sindaco per mancata risposta (magari arrivando a ipotizzare anche il commissariamento del Comune).

    Per i casi nei quali non venisse data risposta di ammissibilità dei quesiti referendari entro x giorni, si potrebbe ipotizzare il silenzio assenso in modo che il comitato referendario possa iniziare la raccolta firme in caso di non risposta alla richiesta di valutazione del quesito referendario.

    Per scoprire meglio tutte le inadempienze di Sesto S.G. ti segnalo questo:
    http://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2014/10/27/28102014-a-sesto-s-g-e-possibile-esercitare-la-partecipazione-popolare/

    Ciao
    Dario

    Postato in democrazia diretta, quorum, referendum, revoca degli eletti, voto elettronico, voto postale

    Malles (BZ): un voto referendario innovativo

    17 Settembre 2014 // 2 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    ricevo da Thomas Benedikter e volentieri pubblico un approfondimento sul referendum con voto postale che si è tenuto a Mals/Malles (BZ) a fine agosto 2014 per una durata di 2 settimane.

    refemalles

    Malles: un voto referendario innovativo

    Il Comune di Malles (Val Venosta, Alto Adige) nelle ultime due settimane di agosto ha vissuto un nuovo tipo di referendum, sia nel quesito sia nel metodo. Per la prima volta gli elettori di un comune di questa provincia si sono potuti esprimere sull’uso dei pesticidi nell’agricoltura, specie nelle piantagioni di meli, accogliendo con grande maggioranza (75,68%) la proposta dei promotori, cioè quella di introdurre un regime più severo per l’utilizzo degli anticrittogamici sul territorio di Malles.

    E per la prima volta i cittadini di un comune sudtirolese si sono avvallati del voto postale, cioè potevano votare in un arco di due settimane servendosi dell’apposita scheda e busta di votazione recapitata da parte dell’ufficio elettorale. Questo metodo, già assodato in vari altri paesi, non solo ha consentito ai cittadini di occuparsi tranquillamente del voto a casa, dopo la lettura dell’opuscolo di informazione inviato dal Comune, ma in pratica ha consentito a più persone di votare, tant’è vero che la partecipazione ha sfiorato il 70%.

    Le innovazioni di questa tornata referendaria di Malles non si fermano qui, ma vanno menzionate, oltre il voto postale, altre sei:

    1. Le votazioni referendarie a Malles, secondo lo statuto, sono tutte a effetto vincolante, cioè l’amministrazione è obbligata ad applicare la decisione dei cittadini. In altri comuni della provincia tuttora si continua a svolgere referendum “consultivi” non vincolanti.

    2. Il Comune di Malles ai suoi cittadini ha riconosciuto entrambi i diritti referendari principali: l’iniziativa popolare e il referendum confermativo. L’iniziativa per votare su una proposta promossa dai cittadini, il referendum confermativo per decidere sull’entrata in vigore di una delibera presa o dalla Giunta o dal Consiglio comunale.

    3. Il quorum di partecipazione è stato ridotto al 20%, soglia piuttosto innocua che non si presta ad eventuali campagne di boicottaggio.

    4. Le firme per un’iniziativa popolare possono essere raccolte liberamente, cioè non devono essere autenticate da un ufficiale pubblico o da un rappresentante politico, basta invece la delega da parte del sindaco di un semplice cittadino.

    5. Tutti gli aventi diritto al voto referendario (inclusi i 16enni) assieme ai documenti di voto hanno ricevuto l’opuscolo ufficiale di votazione, in cui sono spiegati il quesito, le informazioni utili e il vademecum della votazione. Inoltre sia i promotori (www.hollawint.com) sia gli oppositori del divieto dell’impiego di pesticidi (federazione degli agricoltori convenzionali) hanno avuto due pagine per illustrare le proprie ragioni. La redazione di questo opuscolo è stata curata dalla Commissione per lo svolgimento dei referendum.

    6. Infine il Consiglio comunale avrebbe anche avuto la possibilità di portare a votazione una sua controproposta. Se l’avesse fatto, i cittadini avrebbero potuto scegliere fra due proposte alternative.

    Tutto sommato Malles con il suo giovane sindaco Ulrich Veith (SVP) si presenta come un comune aperto ad un nuovo tipo di partecipazione dei cittadini che considera un buon regolamento dei referendum comunali come condizione essenziale per far funzionare la democrazia diretta.

    Per approfondire lo statuto comunale di Malles:

    http://www.gemeinde.mals.bz.it/system/web/verordnung.aspx?sprache=3&bezirkonr=0&detailonr=222613427&menuonr=218885883

    oppure http://www.comune.malles.bz.it

    Postato in bolzano, referendum, voto postale

    Mals/Malles (BZ): il referendum popolare con VOTO POSTALE supera l’affluenza del 69% ed è valido. Un esempio per tutti i comuni d’Italia

    7 Settembre 2014 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    pesticidi

    il referendum popolare che si è tenuto a Mals/Malles (BZ) dal 22 agosto al 5 settembre (esatto, per una durata di 15 giorni) usando per la prima volta in Italia il metodo del voto postale (diffuso da anni in Svizzera insieme al voto tradizionale al seggio ed esclusivo da anni in Oregon – USA) si è concluso con una partecipazione molto alta il 69%.

    Il metodo di voto usato è quello postale, che finora non è stato adottato da nessun altro comune in Italia. Ed è un peccato, visto l’affluenza ottenuta e il molto probabile risparmio dovuto alla non necessità di allestire i seggi e di pagare il personale per una intera giornata. Prossimamente cercherò maggiori dettagli e notizie. Questo è un fatto storico per l’Italia, innumerevoli volte gli amministratori si sono lamentati che i referendum costerebbero troppo. Ecco la risposta concreta, introdurre il voto postale e togliere il quorum (a Malles è ancora al 20%). L’affluenza è stata quindi del 69%.

    A mia memoria non c’è mai stata una partecipazione al voto così alta in qualche comune italiano.

    Il tema a votazione era l’abolizione dei fitofarmaci e dei pesticidi a Mals/Malles.

    Il 75% dei votanti ha deciso di toglierli.

    Quindi ulteriore buona notizia all’interno di una buona notizia!

    Riassumendo, l’esempio di Mals/Malles ci dice che per risparmiare soldi dei contribuenti ed aumentare l’affluenza la voto occorre:

    1. togliere il quorum (o abbassarlo al massimo)

    2. introdurre il voto postale

    Gli amministratori e cittadini italiani dovrebbero studiare ed applicare questo esempio.

    Qui ulteriori dettagli sullo Statuto, sul Regolamento dei Referendum e sul Libretto Illustrativo inviato nelle case di tutti i cittadini con diritto al voto.

    Postato in bolzano, democrazia diretta, voto postale

    Referendum Popolare vincolante a Malles (BZ) con voto postale, per maggiori 16 anni, si vota per 2 settimane, quorum 20%

    3 Settembre 2014 // 3 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    mals

    grazie alla segnalazione dell’amico Emanuele Sarto, riporto sul blog la bella notizia di questo Referendum Popolare che si tiene a Mals / Malles (BZ) (5000 abitanti) in questi giorni. La bella notizia è:

    - il tema del referendum “divieto di prodotti fitosanitari fito sintetici” importantissimo in quelle zone a forte vocazione alla frutticultura (mele albicocche, fragole, frutti di bosco).

    referendum mals

    - il fatto che votano i maggiori di 16 anni

    - il fatto che votano per posta e questo segna un precedente storico per l’Italia. Molte amministrazioni mi avevano detto che dopo aver sentito esperti e prefetti avevano stabilito che ciò non era possibile. Ma se l’ha fatto il comune di Mals, allora è possibile in tutti i comuni Italiani. Invito quindi questi amministratori a prendere visione del regolamento di Mals /Malles oppure a telefonare agli amminstratori di quel comune per capire come fare.

    scarica qui lo Statuto Comune Malles (1085)

    scarica qui il Regolamento Referendum Popolare Comune Malles (1014)

    - il fatto che si vota per 15 giorni, dal 22 agosto al 5 settembre 2014. Anche questo un precedente in Italia.

    - il fatto che il quorum è del 20%, purtroppo ancora presente, ma molto basso, rispetto alla situazione normale dell’Italia dove il quorum nei comuni è del 50%. Questo significa alta probabilità di successo del referendum.

    - il fatto che il referendum è vincolante. Ossia è un referendum propositivo.

    - il fatto che a tutte le famiglie è stato mandato l’opuscolo informativo con chiare spiegazioni su come votare e le ragioni del SI e del NO.

    scarica qui l’Opuscolo Informativo Referendum Popolare Malles 2014 (1082)

    Insomma un bell’esempio da studiare e replicare il prima possibile nel resto d’Italia. (Magari portando il quorum zero, queste le ragioni).

    Mals / Malles (BZ) dista 10 km dalla Svizzera… e il suo sindaco ha lavorato parecchi anni in Svizzera e conosce bene gli strumenti di democrazia diretta lì usati…

    Postato in bolzano, democrazia diretta, esempi virtuosi, quorum, referendum, voto postale

    i sondaggi al posto dei referendum? La strana opinione di Mannheimer.

    11 Giugno 2010 // 2 Commenti »

    mannheimer3ym4di Paolo Michelotto

    l’amico Carlo Reggiani mi ha mandato un video in cui il sondaggista di Porta a Porta e del Corriere, Mannheimer dice che sarebbe meglio fare un sondaggio piuttosto di un costoso referendum.  E chiede la mia opinione.

    Guardatevi intanto il video e poi se volete, il mio commento.

    Il sondaggio è una somma delle risposte ottenute da cittadini che non hanno tempo di pensare a questioni complesse, che vengono facilmente manipolati dalla forma con cui viene posta la domanda  e che vengono sollecitati a rispondere in fretta e che comunque sanno che i risultati non avranno nessuna influenza sulle decisioni.

    I referendum sono strumenti di democrazia diretta, attivati con enorme fatica dai cittadini, ostacolati dalla istituzioni, in cui vanno a rispondere solo i cittadini interessati (e perché bisogna far decidere a chi non interessa nulla? In una assemblea condominiale decide chi partecipa, non chi non va), dopo aver ascoltato le varie opinioni a favore e contro e dopo essersi confrontati con altri cittadini e mezzi di stampa. L’affluenza bassa in Italia, ai referendum è un effetto della presenza del quorum, ostacolo pensato dagli amministratori per poter invalidare sistematicamente i referendum con l’invito all’astensione. Dove non c’è il quorum come in Svizzera, in California, in Baviera (al 15%) l’affluenza è significativamente più alta.

    Si potrebbe informare i cittadini anche prima dei sondaggi, come dice Mannheimer, ma non c’è un solo caso al mondo dove questa ipotesi teorica sia stata fatta, tranne nei Sondaggi Deliberativi, che però sono tutt’altra cosa di quelli che vuole fare Mannheimer. Al contrario l’uso distorto e manipolatorio che Berlusconi e prima di lui Bush e Blair ad esempio hanno fatto con i sondaggi realizzati da aziende attente al denaro dei committenti più del risultato scientifico, dimostra che i sondaggi possono essere pericolosi strumenti che rafforzano il potere di chi già ce l’ha.

    Se il problema è il costo per la democrazia per realizzare un referendum, basta realizzarlo per via postale come avviene all’80% a Zurigo o come avviene al 100% nell’Oregon. La verità è che dietro la motivazione che i referendum costano, la classe politica che ci amministra che non ha nessuna remora di spendere per rimpinguare le casse dei propri partiti e le proprie personali, nasconde ipocritamente la paura che uno strumento di democrazia diretta troppo efficace nella mano dei cittadini, mostri che in realtà i cittadini non amano i provvedimenti  che gli amministratori attuano.

    Postato in consultazione, quorum, referendum, voto postale

    Capitolo 30 Il voto postale

    3 Novembre 2008 // Nessun commento »

    libro-democrazia-dei-cittadini-foto-piccola

    Prima pagina del capitolo 30 del libro Democrazia dei Cittadini

    Capitolo 30 Il voto postale

    C’è molta preoccupazione per il calo generalizzato in tutto il mondo dell’affluenza elettorale e la progressiva diminuzione della fiducia che i cittadini hanno per i loro eletti. Il voto postale è adottato nel mondo per tentare di riavvicinare i cittadini alla politica.

    Questo sistema di votazione è uno strumento utile per avvicinare i cittadini alla gestione del bene pubblico, perché permette di votare con consapevolezza, con poca fatica e con costi relativamente bassi.

    Cos’è il voto postale

    Il voto postale è il metodo di votazione in una consultazione elettorale, dove le schede elettorali sono distribuite per posta ai cittadini elettori, che dopo averle votate le rispediscono ai seggi elettorali per posta o di persona. Inizialmente era un sistema di votazione utilizzato su richiesta del cittadino, nei casi in cui questo fosse stato assente nel giorno della consultazione. Tipico il caso dei militari in missione all’estero.

    Il voto completamente postale (All Postal Voting)

    E’ la variante di voto postale in cui tutti i cittadini ricevono a casa la scheda elettorale e la devono restituire compilata per posta al seggio elettorale o a mano in appositi centri di raccolta. E’ il sistema usato ad esempio in Oregon dal 1998 e in Nuova Zelanda. Anche nel Regno Unito si è sperimentato questo …


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