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    Seminario: Io Decido a Venezia

    20 Febbraio 2011 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    su segnalazione di Tiziana Plebani del coordinamento Io Decido, molto volentieri riporto le informazioni di questa attività propedeutica all’apertura del processo partecipativo sulla mobilità-sublagunare che hanno richiesto e che sta partendo, che si svolgerà sabato 26 febbraio 2011 a Mestre.

    logo

    Ecco il testo:

    qui il documento in formato doc: Io Decido seminario

    Questo il sito di riferimento: iodecido.blogspot.com

    Coordinamento.io.decido@gmail.com

    Dalla parte di chi partecipa: coinvolgere, comunicare e informare.

    La partecipazione alla prova dei fatti: presupposti, obiettivi e limiti di un’esperienza da cui poter apprendere. Il caso di Udine”

    Seminario di formazione condotto da Anna Paola Peratoner

    Sabato 26 febbraio Centro Civico di Via Sernaglia n. 43 – 30171 Mestre/Ve, ore 16-19

    LA TRACCIA di riflessione:

    1. lettura del territorio

    2. emersione di ciò che muove la gente: occorre un’emozione condivisa per muovere la gente

    3. campagna di comunicazione forte

    4. lavoro capillare e dal basso

    5. centralità della volontà politica degli amministratori = messa a disposizione di risorse umane (dipendenti) ed economiche (previsione di investimenti soprattutto nella comunicazione)

    I GRUPPI DI LAVORO

    1) IL “METODO”: quale lettura del territorio per quale lavoro politico? cosa significa creare una rete di relazioni?

    2) LE “PAROLE”: quale linguaggio e quali informazioni per quale comunicazione?

    3) LA “POLITICA”: quale rapporto con i partiti politici e con le istituzioni?

    Variabile trasversale ai 3 gruppi: la variabile “TEMPO” come centrale nella discussione dei 3 gruppi = il suo bisogno versus la “fretta” delle decisioni politiche.

    Quali passi e strumenti per riuscire a essere informati, a informare e a fare/diventare massa critica senza perdere tempo?

    Postato in democrazia dal basso in Italia, informazione

    amo il mio paese e la democrazia: questo è il mio piccolo atto di resistenza

    19 Febbraio 2011 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    la democrazia in Italia potrà sopravvivere solo se TUTTI noi ci impegneremo a realizzare un PICCOLO ATTO DI RESISTENZA.

    Ad esempio con uno striscione dal balcone. In questo video ho messo alcune foto di striscioni appesi in giro per l’Italia. Nulla è inutile, ogni piccola cosa che possiamo fare, può servire. Non possiamo permetterci di rimanere a guardare e basta.

    Questo è il testo che ho letto:

    amo l’Italia, non voglio un primo ministro iscritto alla loggia massonica eversiva Propaganda 2

    amo l’informazione, non voglio un governante che con la corruzione e la forza ha il monopolio totale delle tv private

    amo il servizio pubblico, non voglio un primo ministro che imbottisce le istituzioni di servi, pregiudicati e prostitute

    amo la cultura, non voglio un primo ministro che corrompendo alcuni giudici ha arraffato più grande casa editrice italiana, la Mondadori

    amo lo stato moderno, non voglio un capo del governo che pretende di comandare la giustizia

    amo l’onestà, non voglio un politico che diventa primo ministro grazie ai soldi, la corruzione, la menzogna e allo strapotere dei suoi media

    amo l’uguaglianza di fronte alla legge, non voglio un primo ministro che si crea più di 80 leggi create per se stesso e per sfuggire alla giustizia e per fare ancora più soldi, contro l’interesse collettivo

    amo la possibilità di scegliere e non voglio un primo ministro che mi ha rubato la possibilità di decidere chi mandare in parlamento

    amo la divisione dei poteri, fondamenta degli stati moderni da 300 anni e non voglio un primo ministro che pretende di governare e allo stesso tempo di fare le leggi

    amo la sincerità e non voglio come mio governante un bugiardo davanti ai giudici, al parlamento, alla stampa e ai cittadini

    amo la giustizia e non voglio come mio governante uno che aveva come dipendente un capo mafioso, Mangano da lui indicato come eroe e che ha come braccio destro e co-fondatore di partito un condannato per mafia, come Dell’Utri

    amo la storia e non mi piace pensare che il mio governante possa essere stato, come sempre più pentiti affermano, il mandante delle stragi di mafia del 1992-93

    amo e rispetto le donne e non mi piace essere governato da uno che compra il sesso anche da minorenni

    amo la libertà degli altri e non sopporto un primo ministro che offende gli omosessuali, gli ebrei, chi ha il colore della pelle più abbronzato

    ho rispetto per me stesso e mi offende che un simile uomo dica che tutti noi italiani siamo come lui

    amo i cittadini quando scelgono con la propria testa e non mi piace un prepotente che rovescia le scelte dei referendum

    amo il mio paese e per continuare ad avere rispetto di me stesso, urlo con tutto il mio cuore: “Dimettiti!”

    Dimostro il mio amore per l’Italia, per la giustizia, per la democrazia con un sistema semplice uno striscione appeso al mio balcone.

    Quando dai balconi saranno appesi migliaia e migliaia e milioni di inviti a dimetterti, caro Berlusconi,

    Non potrai più ignorarci.

    Le tue dimissioni saranno inevitabili, perchè tutti rideranno di te

    Quando gli striscioni saranno migliaia e migliaia e milioni, anche noi cittadini ci renderemo finalmente conto di essere la maggioranza e capiremo che tutti i tuoi sondaggi erano tristi bugie

    Questo è un piccolo passo che tutti possiamo compiere

    Nessuna iniziativa è inutile.

    E’ il nostro Piccolo Atto di Resistenza

    L’unica cosa che non possiamo fare è rimanere a guardare.

    Torniamo ad essere orgogliosi di noi stessi.

    Fare uno striscione costa poca fatica, è divertente, poi ti sentirai più leggero.

    Metti anche tu uno striscione nel tuo balcone e manda la foto su questi siti e ai maggiori giornali:

    Micromega

    Indignati.org

    Il Fatto Quotidiano

    Repubblica

    La Stampa

    Oppure cerca su FaceBook “Striscione dal balcone” e “Lenzuolo dal Balcone

    oppure mandali al mio blog www.paolomichelotto.it

    e li farò girare io.

    Appendi uno striscione, fai una foto e manda questo video a tutti i tuoi amici

    Torniamo ad avere orgoglio in noi, mettiamo tutti uno striscione sul nostro balcone

    Berlusconi: dimettiti!


    P.S. dopo aver realizzato il video ho scoperto anche questo sito, che promuove l’appello striscioni dai balconi:

    donne della realtà

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    il ruolo sempre più grande di internet nelle rivolte per avere democrazia

    14 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    tunisiadi Paolo Michelotto

    forse dalla rivolta tunisina sta emergendo che i nuovi strumenti forniti dai social network e da internet permettono ai cittadini di collegarsi tra di loro e di fare emergere e coordinare le loro esigenze. Nonostante la repressione del potere. Sembra di assistere ad una situazione nuova di pericoloso equilibrio. Ci sono stati come la Cina e Iran dove riescono a censurare la rete, altri dove non hanno ancora le capacità per farlo, altri come l’Islanda dove invece questa libertà è tutelata con cura dalla legge. Forse stiamo assistendo a un nuovo sviluppo della democrazia, una strada senza ritorno per la creazione di un sistema politico che tenga davvero conto delle esigenze dei cittadini. Sarebbe proprio un paradosso, nato da uno strumento concepito dai militari… Ma anche il bello dell’imprevidibilità della storia del genere umano.

    Ecco una interessante analisi de Il Sole 24 Ore

    La cyber rivolta 2.0 dei giovani tunisini in dieci punti

    La rivolta dei giovani disoccupati tunisini ha superato il blocco della censure attraverso le autostrade della rete. Ecco in dieci punti una ricostruzione di quello che è accaduto nelle ultime settimane.

    1 Mohamed si dà fuoco

    La rivolta in Tunisia ha inizio il 17 dicembre quando Mohamed Bouaziz, un giovane diplomato di 26 anni si dà fuoco a Sidi Bouzid, capo luogo della regione del centro ovest, tra le più depresse del paese. Mohamed protesta contro la polizia che gli ha sequestrato il chiosco di di frutta e verdura con cui fa vivere la sua famiglia. E’ morto il 4 gennaio, la sera. La sua morte diffusa via Facebook, sms e Twitter è la miccia che accende gli scontri

    2 Il via da Facebook

    Dai social network come Facebook e Twitter la notizia della morte di Mohamed Bouaziz si diffonde rapidamente in tutta la Tunisia. Cominciano in diverse città le proteste in strada dei giovani contro il governo Ben Ali.

    3 Rivolta in tempo reale

    Un po’ come è accaduto in Italia durante le proteste degli studenti universitari che sui social network annunciavano le occupazioni della Torre di Pisa, del Colosseo, anticipando la polizia, la rete è servita da grancassa ai giovani della Tunisia per quella che è stata battezzata come la “rivolta dei gelsomini”. Su 12 milioni di tunisini, 3,6 milioni hanno seguito dallo schermo del loro computer, minuto per minuto, gli avvenimenti avvenuti ad una ventina di giorni a questa parte in tutto il paese. .

    4 I blog e i video contro la censura

    I blogger sono stati in prima linea per riprendere con le loro telecamere gli scontri nelle banlieu di Tunisi e delle altre città. Zouheir Makhlouf, blogger di Tunisi, è diventato un mito nella rete. Con la sua telecamerina ha ripreso tutto, le cariche della polizia, le gomme bruciate, le auto girate in mezzo alla strada, i morti. I video sono commentati dalla sua voce: «Dappertutto lo stesso scenario, un serpente a mille strade ha invaso le strade scandndo lo slogana “Ben Ali barra barra”, Ben Ali vai via». I video sono condivisi e scambiati, fanno il giro del paese in un attimo attraverso i social network. L’indignazione aumenta.

    5 Cyber resistenza…

    Attraverso i video e le informazioni che giravano sulla rete si è alimentata la rete informativa delle agenzie di stampa. Facebook è stato dentro al cuore degli avvenimenti. «Facebook ha rotto l’immagine di una tnisia che balla e danza, Abbiamo mostrato una Tunisia che urla, che brucia», dice Abdel Ghazala, un altro blogger tunisino. Negli ultimi 30 giorni la Tunisia è stato il terzo paese al mondo il termine Facebook è stato il più cercato nella rete, anche se conta appena 12 milioni di abitanti.

    6 …E cyber polizia

    La polizia tunisina ha cercato di riprendere in questi giorni il controllo della rete. Si sono riuniti a Cartagine il 5 gennaio per mettere a punto una controffensiva al fine di frenare la guerriglia 2.0. Tra le proposte che stanno cercando di mettere in atto ci sono il rallentamento dei pc, il blocco delle reti di telefonia mobile, l’hackeraggio dei codici di accesso delle pagine Facebook e soprattutto l’arresto dei leader della rivolta sulla rete.

    7 Hacker occidentali in aiuto

    A fianco della rivolta dei giovani tunisini,in rete in queste settimane si sono schierati gli hacker di mezzo mondo. Per aiutarli a dribblare la censura e l’oscuramento dei siti. Hanno spiegato come difendersi con i virus, come aggirare la censura attraverso server alternativi come Hotspold Shield.

    8 Guerriglia invisibile

    Il collettivo hacker Anonymous nell’operazione Tunisia è riuscito seppur per poco tempo a entrare e mettere fuori servizio il sito del governo, i siti dei ministeri, il sito della Banca Zotouna di proprietà del genero di Ben Ali, Sakhr Materi. Sul video di questi siti è apparsa una scritta che ha scaldato il cuore degli internauti tunisini. «Voi avete unilateralmente dichiarato la guerra alla libertà di espressione, alla democrazia e al vostro popolo. Anonymous aiuta il popolo tunisino nella sua lotta contro l’oppressione».

    9 I messaggi istantanei

    Twitter e gli sms hanno giocato un ruolo fondamentale nella guerriglia urbana di questi giorni. L’invio di piccoli messaggi, di video e di informazioni o di foto ha permesso a un piccolo gruppo di rimanere in contatto con milioni di persone che volevano informarsi sull’evoluzione del movimento in corso. Anche i forum sono stati una piazza virtuale dove si sono scambiate le opinioni. La rete isomma ha creato una forma vuova di resistenza e solidarietà collettiva. .

    10 La resistenza sul web

    Ben Ali per il popolo della rete è Zaba (Zine El-Abidine Ben Ali). El general, rapper autore del brano “Ascoltami signor presidente” ne ha cantato le gesta, con parole di protesta e di invito ad aprire gli occhi rivolto ai giovani del suo paese. Per la polizia è difficile contrastare il flusso di notizie anti regime che circola sulla rete, sulle chat e i social network. La velocità della comunicazione, l’anomimato che offre la rete e la rapidità hanno permesso ai giovani di anticiparla in molti casi o di ritirarsi all’avvicinarsi dell’esercito nelle strade.

    Postato in esempi virtuosi, informazione

    documentario su Wikileaks

    29 Dicembre 2010 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    bel documentario che racconta cos’è Wikileaks. Ottimo lo sforzo fatto da Il Fatto Quotidiano per tradurlo e renderlo disponibile anche a noi cittadini italiani. Cose già note, ma viste raccontare dai protagonisti rende tutto più nitido. Complimenti Assange e tutti i suoi amici che ci permettono di avere notizie che i nostri “rappresentanti” non vorrebbero farci avere. La democrazia comincia dall’informazione e dalla trasparenza.

    Qui la seconda parte

    Postato in esempi virtuosi, informazione

    nel tanfo generale c’è ancora qualcuno che si distingue, in peggio…

    4 Novembre 2010 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    bisogna ascoltare questo video per farsi un’idea chiara di chi è Bertolaso, il capo della protezione civile italiana. Mancano le parole…

    Postato in democrazia tradita, informazione, italia

    Vicenza: i cittadini chiedono democrazia dal 2006

    5 Ottobre 2010 // Nessun commento »

    cittadini in attesadi Paolo Michelotto

    nel 2006 si è tenuto a Vicenza un referendum che chiedeva all’amministrazione di inserire gli strumenti del referendum propositivo e abrogativo con quorum al 10% nello Statuto Comunale. L’unico obbligo che aveva l’amministrazione, dopo quel voto, era di discutere in Consiglio Comunale l’argomento. Visto che era stato usato l’unico triste strumento a disposizione dei cittadini, ossia il referendum Consultivo.

    Bene a distanza di 4 anni l’amministrazione non ha ancora adempiuto al suo dovere.

    Ecco il testo dignitoso scritto da Annamaria Macripò, coordinatrice dell’assoc. Più Democrazia e Partecipazione a Vicenza. I cittadini mostrano dignità. Gli amministratori di Vicenza invece non ne hanno.

    Convocazione I Commissione Affari Istituzionali – 5 ottobre 2010

    L’ultima volta che questa commissione ha incontrato i rappresentanti del comitato referendario è stato il 23 febbraio scorso.

    Oggi io sono qui in veste di presentatrice della delibera d’iniziativa popolare, presentata lo scorso 21 aprile, ma l’argomento è invariato: la realizzazione del quesito referendario tenutosi in Vicenza il 10 settembre 2006.

    Cosa è cambiato in questi mesi e cosa dovrebbe cambiare affinché anche questa non sia una riunione pro-forma?

    Il comitato referendario, vista l’immobilità da parte dell’amministrazione su questo argomento, che giaceva al primo posto dell’odg da ben due anni, ha ritenuto di dover utilizzare un altro strumento di partecipazione dei cittadini prevista dallo statuto per chiedere attenzione sull’argomento. Con il sostegno di altri comitati cittadini sensibili alla partecipazione, è stato dunque avviato l’iter per la proposta di delibera d’iniziativa popolare, anche a seguito di una mancata conclusione dei lavori della presente commissione che ha ritenuto di delegare alla Conferenza dei Capigruppo una qualunque decisione in merito.

    Improvvisamente però la situazione si sblocca e il 6 giugno scorso i capigruppo in consiglio comunale e il sindaco pongono alla trattazione il referendum. Questa improvvisa solerzia però ha avuto come esito un ennesimo procrastinare la decisione sull’introduzione dei referendum appaltandola ai lavori di una commissione che dovrà occuparsi delle modifiche dello statuto e che, per diretta ammissione dello stesso presidente Poletto, prevedrà tempi molto lunghi, concludendo il proprio compito, nella migliore delle ipotesi, quando l’attuale amministrazione cesserà il proprio mandato. (continua…)

    Postato in democrazia dal basso in Italia, informazione, quorum, referendum

    il sindaco Miorandi risponde in diretta video ai cittadini

    28 Settembre 2010 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    Chat di LiveStream

    Per scrivere sulla chat, inserisci la tua frase in basso, clicca “SAY” e poi inserisci il tuo nickname (nome con cui vuoi apparire) nella finestrella che si apre e infine premi il pulsante verde “SAVE CHANGES”. Questo serve solo la prima volta che scrivi qualcosa. Dopo basta scrivere e premere “SAY”

    Postato in informazione

    martedì 28 settembre ore 20,30 webcam con il Sindaco Miorandi (Rovereto -TN): prepariamo le nostre domande

    24 Settembre 2010 // Nessun commento »

    incontro_Miorandi_Valduga_50di Paolo Michelotto

    come già preannunciato questo martedì durante “La Parola ai Cittadini”, martedì prossimo 28 settembre ore 20,30 sul blog www.cittadinirovereto.it ci sarà la diretta webcam del Sindaco Andrea Miorandi.

    Quest’evento era già stato programmato per il 7 settembre, ma poi era saltato per la concomitanza del Consiglio Comunale fissato all’ultimo momento.

    Perchè è importante questo esperimento? Perchè per la prima volta, a mia conoscenza, in Italia, un Sindaco si metterà davanti alla webcam del proprio computer, e risponderà in diretta alle domande che noi cittadini liberamente e senza censure vorremo fargli sullo spazio chat sempre sul blog www.cittadinirovereto.it . Ossia noi scriveremo le domande e lui se vorrà potrà rispondere. Sarà libero ovviamente di rispondere, di non rispondere o di essere superficiale o evasivo. Ma tutti noi saremo liberi di guardarlo in faccia, di ripetergli la domanda, di richiedere chiarimenti e approfondimenti.

    Inoltre se ci sembrerà che ci prenda in giro, potremo scriverlo come commento, in diretta, in tempo reale, proprio mentre lui parlerà.E potremo commentare tra di noi quanto dirà.

    Se riflettiamo, proprio qui sta l’eccezionalità della serata. Lui sarà davanti a tutti noi, e noi avremo il potere di fargli domande e di commentare quanto dice. Da pari a pari senza nessuna soggezione.

    E’ un esperimento, apparentemente banale (quanti di noi utilizzano quotidianamente Skype…), senza nessun costo, che abbiamo chiesto per 4 anni alla passata amministrazione senza nessun esito e che martedì 28 settembre finalmente, si concretizzerà.

    Un primo passo, usato oggi in un momento di tranquillità politica e sociale cittadina, ma immaginiamo che a un certo punto nella nostra città emerga un tema molto controverso. Ecco, se questo esperimento funziona ora, e diventasse una consuetudine, potremo usarlo in futuro.

    Un ulteriore piccolo passo in direzione di una democrazia più compiuta.

    Postato in informazione

    Il sindaco di Rovereto, risponderà in diretta video alle domande dei cittadini il 7-09-10 ore 20,30

    3 Settembre 2010 // Nessun commento »

    mioranditvdi Paolo Michelotto

    ho contattato il tecnico del comune di Rovereto,  Simoncelli per fare il test al canale video che lui ha creato su Ustream per il Sindaco Miorandi. Ha funzionato perfettamente. La diretta video con la webcam e con il computer che userà il sindaco era molto buona. Le immagini di ottima qualità, l’audio pure. Tutto è pronto per questo evento solo apparentemente minore, ma che segna una piccola rivoluzione.

    Per quanto ne so, in Italia nessun Sindaco risponde in diretta video alle domande scritte in diretta dai propri concittadini.

    E’ una grande opportunità, che se avrà successo potrebbe diventare una consuetudine. Dipende da noi cittadini.

    Quindi martedì 7 settembre ore 20,30, mettiamoci tutti davanti ai nostri computer sull’homepage di questo sito www.cittadinirovereto.it  e guardiamo e ascoltiamo il nostro sindaco mentre risponderà alle nostre domande. Possiamo vedere se ne salterà qualcuna, o se darà enfasi ad altre. Tutto sotto gli occhi di tutti. Potremo farne a volontà, senza limiti e censure. E potremo anche commentare quanto sentiamo, vediamo e leggiamo.

    Insomma un nuovo modo di rapportarsi con la persona che abbiamo eletto ad amministrare la nostra città.

    A martedì 7/09/10 ore 20,30 sul blog: www.cittadinirovereto.it

    Postato in democrazia dal basso in Italia, informazione

    1 luglio 2010 – NO Legge Bavaglio – A piccoli passi verso il regime

    30 Giugno 2010 // 1 Commento »

    no legge bavagliodi Paolo Michelotto

    mentre la sentenza del tribunale di Palermo che ha condannato il fondatore di Forza Italia e braccio destro di Berlusconi per rapporti con mafiosi, riporto un articolo di Umberto Eco e ricordo che domani 1 luglio 2010 c’è la manifestazione nazionale contro l’ennesima legge che tutela i pochi e va contro gli interessi dei molti, la legge Bavaglio.

    Umberto Eco: “A piccoli passi verso il regime”

    Le norme sulle intercettazioni. Il controllo dei tg della tv pubblica. E prima il lodo Alfano, i tagli alla scuola… Berlusconi trasforma le istituzioni un passo dopo l’altro, con lentezza.

    Perché i cittadini assorbano i cambiamenti come naturali. Così al colpo di Stato si è sostituito lo struscio di Stato.

    È nota la definizione della democrazia come sistema pieno di difetti ma di cui non si è ancora trovato nulla di meglio. Da questa ragionevole assunzione discende, per la maggior parte della gente, la convinzione errata che la democrazia (il migliore o il meno peggio dei sistemi di governo) sia quello per cui la maggioranza ha sempre ragione. Nulla di più falso. La democrazia è il sistema per cui, visto che è difficile definire in termini qualitativi chi abbia più ragione degli altri, si ricorre a un sistema bassamente quantitativo, ma oggettivamente controllabile: in democrazia governa chi prende più consensi. E se qualcuno ritiene che la maggioranza abbia torto, peggio per lui: se ha accettato i principi democratici deve accettare che governi una maggioranza che si sbaglia.

    Una delle funzioni delle opposizioni è quella di dimostrare alla maggioranza che si era sbagliata. E se non ce la fa? Allora abbiamo, oltre a una cattiva maggioranza, anche una cattiva opposizione. Quante volte la maggioranza può sbagliarsi? Per millenni la maggioranza degli uomini ha creduto che il sole girasse intorno alla terra (e, considerando le vaste aree poco alfabetizzate del mondo, e il fatto che sondaggi fatti nei paesi più avanzati hanno dimostrato che moltissimi occidentali ancora credono che il sole giri) ecco un bel caso in cui la maggioranza non solo si è sbagliata ma si sbaglia ancora. Le maggioranze si sono sbagliate a ritenere Beethoven inascoltabile o Picasso inguardabile, la maggioranza a Gerusalemme si è sbagliata a preferire Barabba a Gesù, la maggioranza degli americani sbaglia a credere che due uova con pancetta tutte le mattine e una bella bistecca a pasto siano garanzie di buona salute, la maggioranza si sbagliava a preferire gli orsi a Terenzio e (forse) si sbaglia ancora a preferire “La pupa e il secchione” a Sofocle. Per secoli la maggioranza della gente ha ritenuto che esistessero le streghe e che fosse giusto bruciarle, nel Seicento la maggioranza dei milanesi credeva che la peste fosse provocata dagli untori, l’enorme maggioranza degli occidentali, compreso Voltaire, riteneva legittima e naturale la schiavitù, la maggioranza degli europei credeva che fosse nobile e sacrosanto colonizzare l’Africa.

    In politica Hitler non è andato al potere per un colpo di Stato ma è stato eletto dalla maggioranza, Mussolini ha instaurato la dittatura dopo l’assassinio di Matteotti ma prima godeva di una maggioranza parlamentare, anche se disprezzava quell’aula «sorda e grigia». Sarebbe ingiusto giocare di paradossi e dire dunque che la maggioranza è quella che sbaglia sempre, ma è certo che non sempre ha ragione. In politica l’appello alla volontà popolare ha soltanto valore legale (”Ho diritto a governare perché ho ricevuto più voti”) ma non permette che da questo dato quantitativo si traggano conseguenze teoriche ed etiche (”Ho la maggioranza dei consensi e dunque sono il migliore”).

    In certe aree della Sicilia e della Campania i mafiosi e i camorristi hanno la maggioranza dei consensi ma sarebbe difficile concluderne che siano pertanto i migliori rappresentati di quelle nobilissime popolazioni. Recentemente leggevo un giornalista governativo (ma non era il solo ad usare quell’argomento) che, nell’ironizzare sul caso Santoro (bersaglio ormai felicemente bipartisan), diceva che costui aveva la curiosa persuasione che la maggioranza degli italiani si fosse piegata di buon grado a essere sodomizzata da Berlusconi. Ora non credo che Berlusconi abbia mai sodomizzato qualcuno, ma è certo che una consistente quantità di italiani consente con lui senza accorgersi che il loro beniamino sta lentamente erodendo le loro libertà. Erodere le libertà di un paese significa di solito mettere in atto un colpo di Stato e instaurare violentemente una dittatura. Se questo avviene, gli elettori se ne accorgono e, se pure non hanno la forza di azione di colpo di Stato che è con lui cambiata. Al colpo di Stato si è sostituito lo struscio di Stato.

    All’idea di una trasformazione delle strutture dello Stato attraverso l’azione violenta il genio di Berlusconi è stato ed è quello di attuarle con estrema lentezza, passettino per passettino, in modo estremamente lubrificato.

    Pensate alla inutile violenza con cui il fascismo, per fare tacere la voce scomoda di Matteotti, ha dovuto farlo ammazzare. Cose da medioevo. Non sarebbe bastato pagargli una buona uscita megagalattica (e tra l’altro non con i soldi del governo ma con quelli dei cittadini che pagano il canone)? Mussolini era davvero uomo rozzissimo. Quando una trasformazione delle istituzioni del Paese avviene passo per passo, e cioè per dosi omeopatiche, è difficile dire che ciascuna, presa di per sé, prefiguri una dittatura – e infatti quando qualche cassandra lo fa viene sbertucciata. Il fatto è che per un nuovo populismo mediatico la stessa dittatura è un sistema antiquato che non serve a nulla. Si possono modificare le strutture dello Stato a proprio piacere e secondo il proprio interesse senza instaurare alcuna dittatura.

    Si può dire che il lodo Alfano prefiguri una tirannia? Sciocchezze. E calmierare le intercettazioni attenta davvero alla libertà d’informazione? Ma suvvia, se qualcuno ha delitto lo sapranno tutti a giudizio avvenuto, e l’evitare di parlare in anticipo di delitti solo presunti rispetta se mai la privatezza di ciascuno di noi. Vi piacerebbe che andasse sui giornali la vostra conversazione con l’amante, così che lo venisse a sapere la vostra signora? No, certo. E se il prezzo da pagare è che non venga intercettata la conversazione di un potente corrotto o di un mafioso in servizio permanente effettivo, ebbene, la nostra privatezza avrà bene un prezzo. Vi pare nazifascismo ridurre i fondi per la scuola pubblica? Ma dobbiamo risparmiare tutti, e bisogna pur dare l’esempio a cominciare dalle spese collettive. E se questo consegna il paese alle scuole private? Non sarà la fine del mondo, ce ne sono delle buonissime. È stalinismo rendere inguardabili i telegiornali delle reti pubbliche? No, se mai le vecchie dittature facevano di tutto per rendere la radio affettuosissima. Ma se questo va a favore delle reti private? Beh, vi risulta che Stalin abbia mai favorito le televisioni private?

    Ecco, la funzione dei colpi di Stato striscianti è che le modificazioni costituzionali non vengono quasi percepite, o sono avvertite come irrilevanti. E quando la loro somma avrà prodotto non la seconda ma la terza Repubblica, sarà troppo tardi. Non perché non si potrebbe tornare indietro, ma perché la maggioranza avrà assorbito i cambiamenti come naturali e si sarà, per così dire, mitridatizzata. Un nuovo Malaparte potrebbe scrivere un trattato superbo su questa nuova tecnica dello struscio di Stato. Anche perché di fronte a essa ogni protesta e ogni denuncia perde valore provocatorio e sembra che chi si lamenta dia corpo alle ombre.

    Pessimismo globale, dunque? No, fiducia nell’azione benigna del tempo e della sua erosione continua. Una trasformazione delle istituzioni che procede a piccoli passi può non avere tempo per compiersi del tutto, a metà strada possono avvenire smandrappamenti, stanchezze, cadute di tensione, incidenti di percorso. È un poco come la barzelletta sulla differenza tra inferno tedesco e inferno italiano. In entrambi bagno nella benzina bollente al mattino, sedia elettrica a mezzogiorno, squartamento a sera.

    Salvo che nell’inferno italiano un giorno la benzina non arriva, un altro la centrale elettrica è in sciopero, un altro ancora il boia si è dato malato… Tagliare la testa al re o occupare il Palazzo d’Inverno è cosa che si fa in cinque minuti. Avvelenare qualcuno con piccole dosi d’arsenico nella minestra prende molto tempo, e nel frattempo chissà, vedrà chi vivrà.

    Per il momento, resistere, resistere, resistere.

    Postato in informazione

    inizia il Global Forum sulla Democrazia Diretta 2010, in California

    23 Giugno 2010 // Nessun commento »

    2010 global forumdi Paolo Michelotto

    dal 30 luglio al 4 agosto 2010 si terrà il Global Forum on Direct Democracy. E’ un incontro che si tiene ogni anno in una nazione differente, lo scorso anno in Korea del Sud. Quest’anno il paese ospitante è la California, uno degli stati USA che usa con maggiore intensità gli strumenti di democrazia diretta quali il referendum propositivo, il referendum abrogativo e la revoca degli eletti.

    Molto interessante il programma e gli oratori che sono i maggiori esperti di democrazia del mondo. Spero che come negli anni scorsi, i testi degli interventi verranno raccolti in un unico volume.

    Qui il sito di riferimento per saperne di più (e per consultare ottimi libri online sull’argomento):

    http://www.2010globalforum.com/

    Postato in democrazia diretta, democrazia diretta USA, informazione

    Come funzionano i servizi segreti: libro inchiesta di Aldo Giannuli

    21 Giugno 2010 // Nessun commento »

    servisefgrandedi Paolo Michelotto

    Aldo Giannuli è ricercatore di Storia Contemporanea  nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano ed è stato consulente parlamentare per le stragi dal 1994 al 2001 e sul caso Mitrokhin. Dal 1996 al 2008 è stato consulente giudiziario in molti processi per stragi tra cui quella su piazza Fontana, piazza della Loggia, il caso Enrico Mattei. Oltre a essere giornalista e scrittore. Insomma si intende approfonditamente della materia su cui ha scritto il libro. Ha consultato gli archivi dei servizi segreti, non parla per sentito dire.

    E traccia un quadro completo su come funzionano davvero i servizi. Non solo quelli italiani, ma in generale quelli di tutto il mondo. Come selezionano gli informatori, gli agenti, quali sono le strutture, quali gli incarichi, come agiscono e perchè.

    E man mano che si avanza nella lettura del libro, ci si rende conto che viviamo in un mondo che pensiamo di conoscere e che invece è la rappresentazione di quello che i servizi vogliono farci conoscere. Che non esistono servizi deviati, perchè tutti i servizi devono agire in base al loro mandato con tecniche illegali.

    Interessanti i capitoli sulle guerre di informazione e sulle guerre psicologiche. E se qualcuno pensava che qualcosa non tornasse nel funzionamento di queste nostre democrazie rappresentative, capirà perchè.

    Scritto bene, chiaro, si legge tutto d’un fiato.

    L’autore Aldo Giannuli ha anche un interessante blog: www.aldogiannuli.it

    pag 391 euro 15 Editore Ponte alle Grazie

    Postato in documenti recensiti, informazione

    Webcam in Consiglio Comunale a Rovereto: perchè è stato un successo

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    17062010902di Paolo Michelotto

    la webcam è stato un successo da vari punti di vista.

    1. tecnico: abbiamo usato tre metodi diversi per saggiare le qualità e risultati e avere la sicurezza di un risultato. Almeno uno, l’iPhone + Ustream ha funzionato egregiamente. La webcam + chiavetta internet è migliorabile con una webcam migliore. La rete Luna wifi purtroppo proprio ieri sera non ha funzionato.

    2. di informazione. In vari momenti si sono raggiunti gli 80 utenti collegati con il computer da casa a vedere l’evento. La trasparenza e l’informazione migliorano la democrazia. Questo sito www.cittadinirovereto.it ieri ha avuto un picco di 1144 visitatori.

    3. di partecipazione. Molti sono entrati in chat a scambiarsi le opinioni, a fare domande, considerazioni, a commentare le decisioni prese.

    4. di prospettive. Il Sindaco nel suo discorso ha citato positivamente la presenza della webcam e manifestato l’intenzione della sua amministrazione di fare un collegamento permanente. L’assessore Frisinghelli è venuto personalmente per dirmi che ha intenzione di attivarsi presto per realizzarla e siamo rimasti che ci saremmo incontrati al più presto per uno scambio di opinioni. Vari consiglieri hanno scritto su questo blog dicendosi interessati a portare avanti l’iniziativa. (Francesco Volani, Marco Laezza, Ezio Vanzo), qualcuno l’ha detto anche ieri in consiglio comunale.

    5. di democrazia. Un primo passo è stato fatto ed è beneaugurante per il percorso di questa nuova amministrazione. Abbiamo mostrato la fattibilità della cosa, il costo zero necessario per attivarla, l’apprezzamento dei cittadini, l’interesse della nuova amministrazione e di alcuni consiglieri.

    17062010904Cose da migliorare:

    Sono molte a cominciare da:

    - il video trasmesso online deve essere quello già disponibile ed utilizzato sullo schermo che si vede nella saletta dei cittadini. Esso inquadra chi parla e le fa vedere in primo piano con un ottimo audio. A questo dovrebbe essere aggiunta una veduta d’insieme del lato consiglieri e una veduta d’insieme del lato assessori, per quando nessuno utilizza i microfoni e il segnale video quindi si disattiva.

    - la chat deve essere presente perchè è stata ampiamente utilizzata. Non deve prevedere l’obbligo di registrarsi, esattamente come quella di ieri, così è più facile ed amichevole da utilizzare dai cittadini. Inoltre deve registrare i messaggi e archiviarli e renderli disponibili per il futuro. Purtroppo la chat che abbiamo usato ieri noi non teneva in memoria i messaggi.

    - il sistema che verrà realizzato dal comune non deve obbligare di utilizzare solo il sito del comune, ma permettere di inserire (embed) il video anche nei blog dei cittadini, come ad esempio questo blog. Meglio se si usano due sistemi di ripresa online (ad esempio Ustream e LiveStream)

    - bisognerebbe dotare la sala anche di un sistema di votazione elettronico, con i risultati che appaiano all’interno della sala, all’esterno nella sala dei cittadini e archiviati per consultazione futura nel sito del comune per vedere chi ha votato e come, su un determinato argomento. E che appaia nel video mandato online, al momento del voto.

    Intanto ecco i video archiviati di tutta la serata e consultabili online, quello più in alto è il primo in ordine temporale:

    Postato in democrazia dal basso in Italia, informazione

    Diretta Video dal Consiglio Comunale di Rovereto 17-06-10

    17 Giugno 2010 // Nessun commento »

    Video trasmesso da Milena Bertagnin (iPhone + Ustream + archivio YouTube)

    Live Broadcasting by Ustream

    Chat di LiveStream

    Per scrivere sulla chat, inserisci la tua frase in basso, clicca “SAY” e poi inserisci il tuo nickname (nome con cui vuoi apparire) nella finestrella che si apre e infine premi il pulsante verde “SAVE CHANGES”. Questo serve solo la prima volta che scrivi qualcosa. Dopo basta scrivere e premere “SAY”

    Video trasmesso da Athos Gualazzi (pc portatile + webcam del computer + chiavetta internet + LiveStream)

    Watch live streaming video from tvr at livestream.com
    Video trasmesso da Paolo Michelotto (Pc + rete wifi Luna + webcam esterna usb)

    Watch live video from piudemocraziarove on Justin.tv

    Postato in informazione, rovereto

    Tengo Famiglia: il primo libro d’inchiesta che non vi spiega come ma perchè

    1 Giugno 2010 // Nessun commento »

    INDICEdi Paolo Michelotto

    mi è stato regalato da Ezio di Lomazzo un bel libro scritto da Andrea Palamara. E’ un’ottima sintesi di quello che è accaduto nella vita politica italiana negli ultimi 30 anni. Come è stato possibile che Berlusconi abbia preso il potere in Italia e con quali scopi. Inoltre paragona il piano di “rinascita democratica” ossia il progetto di colpo di stato messo appunto dalla loggia massonica P2 con quanto poi avvenuto. Il confronto rende evidente le somiglianze.

    INDICE

    - premessa, pag. 4

    - introduzione, pag. 5

    - la storia di Silvio Berlusconi, pag.7

    - che cos’è una democrazia, pag.9

    - la Loggia Massonica “PROPAGANDA 2”, pag. 16

    - costruire una dittatura: manuale di montaggio, pag. 24

    - il Cavaliere e la P2, pag. 36

    - il triangolo: P2, la mafia e Forza Italia, pag. 39

    - il papello, pag. 47

    - il papello dei colletti bianchi, pag.49

    - Gelli chiama, Silvio risponde, Riina applaude, pag. 51

    - la televisione, un investimento che non rende (o forse si…), pag. 53

    - come ti svuoto la democrazia, pag. 56

    - il recupero dei valori: noi e loro, pag. 61

    - la metà sinistra del pensiero unico, pag. 64

    - siamo tutti americani, pag. 71

    - conclusioni, pag. 73

    - appendice “il piano di Rinascita Democratica”, pag. 75

    Ho trovato la lettura molto scorrevole, utile e interessante per fare il punto sulla situazione italiana. Ho chiesto all’autore Andrea Palamara se desidera condividere il suo saggio anche con i visitatori di questo blog.

    Clicca qui sotto per scaricarlo:

    tengo famiglia (1504)

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