di Paolo Michelotto
dal libro “Democrazia dei Cittadini” pag 297.
Senso civico, democrazia e nimby
Nimby è un acronimo ricavato dalle iniziali delle parole inglesi “Not In My BackYard”, che significa: non nel mio cortile.
E’ un termine usato per indicare il fenomeno che riguarda le comunità che non accettano che una determinata struttura sorga nel loro territorio. Una struttura che tutti considerano necessaria, come aeroporti, centri di accoglienza per stranieri, depositi di scorie nucleari, ma che non vogliono vicino alla loro casa.
Di solito queste decisioni sono imposte dall’alto dal governo, spesso accompagnate da compensazioni economiche.
In Svizzera si verificò un caso interessante, perché le comunità hanno diritto di veto tramite referendum o nell’assemblea pubblica. Nel 1993 venne chiesto agli abitanti di 4 villaggi cosa ne pensassero del fatto che potesse essere costruito un deposito di scorie nucleari nelle loro prossimità. Questo sito era stato scelto dal Servizio Geologico Svizzero come quello più adatto. Le risposte date sarebbero state molto importanti poiché si era molto vicini alla decisione finale.
Il risultato del sondaggio fu che il 50,8% dei cittadini era favorevole e il 44,9% contro.
Un fatto interessante fu che quando venne offerta una compensazione economica annuale variabile dai 1500 ai 4500 euro, il consenso crollò dal 50,8% al 24,6%. Meno della metà. La percentuale rimase la stessa anche quando fu offerta una ricompensa più alta.
L’indagine mostrò che la correttezza e la trasparenza nelle procedure di decisione giocarono un ruolo fondamentale nella percezione dei cittadini.
L’offerta di compensazione economica cambiò il modo con cui essi vedevano la scelta.
L’appello non era più al loro senso civico e il messaggio implicito diventava che erano stati persuasi per un calcolo economico personale. La gente sentiva la sensazione di essere stata imbrogliata.
di Paolo Michelotto
dal libro “Democrazia dei Cittadini” pag. 295
Fiducia tra i cittadini
Ricerche di Putnam hanno dimostrato che c’è una forte relazione tra senso civico, risultati economici ed efficienza nella pubblica amministrazione. Nelle aree dove il senso civico è più alto, l’economia prospera e l’amministrazione è più efficiente.
Putnam propone degli indicatori per valutare il livello di senso civico:
Un numero di ricerche comparative tra diversi paesi ha mostrato che non è la cultura civica che determina la qualità della democrazia, ma piuttosto il contrario.
Muller e Seligson ad esempio affermano che: “la fiducia interpersonale appare chiaramente essere un effetto piuttosto che la causa della democrazia.”
La democrazia crea fiducia tra le persone e tra le persone e le istituzioni dello stato. Ricerche mostrano che coloro che guardano molto la tv mostrano una forte tendenza a prendere meno parte alla vita sociale e a sviluppare una percezione negativa dei loro simili (per esempio sovrastimando l’impatto del crimine sulla società).
Nel 1960 il 58% degli americani credevano ci si potesse fidare della maggior parte della gente. Nel 1993 la percentuale era scesa al 37%.
Miller e Ratner (1998) affermano che si è diffusa una cultura di reciproca sfiducia basata sulla biologia evolutiva, sull’economia neoclassica, sul comportamentismo e sulla teoria psicoanalitica che tutte assieme affermano che le persone singolarmente ricercano attivamente il loro proprio interesse. Mentre ricerche sperimentali sempre più numerose affermano una storia molto diversa.
Per esempio si è scoperto che le persone:
Le persone sono molto meno concentrate sui loro interessi personali di ciò che le teorie proclamano.
Ma allo stesso tempo queste teorie “egoistiche” hanno attecchito in profondità nella percezione comune.
Così la maggior parte delle persone considerano se stesse più altruistiche che il resto dei loro simili.
Un esperimento significativo condotto da Miller e Ratner indagava sulla disponibilità delle persone a donare il sangue gratuitamente o con ricompensa. Il 63% delle persone intervistate dichiarò la loro disponibilità a donare sangue gratuitamente. Quando venne offerta una ricompensa di 15 USD la percentuale aumentò al 73%. Un’offerta di denaro convinse quindi una percentuale di persone relativamente modesto: il 10%.
Tuttavia, e qui c’è il risultato interessante dell’indagine, agli intervistati venne chiesta una stima di come avrebbero risposto. Ciò che pensavano era che il 62% delle persone avrebbe offerto sangue se ricompensate con denaro e solo il 33% lo avrebbe donato gratuitamente. Così le persone sovrastimarono il ruolo del denaro nel motivare le scelte dei loro simili.
Un’altra indagine di Miller e Ratner riguardò il fumo. Venne chiesto chi approvasse restrizioni al fumo sugli aerei. Il 100% dei non fumatori approvò l’idea e l’85% dei fumatori idem. Agli stessi venne chiesto che stime facessero e si scoprì che le persone pensavano che il 93% dei non fumatori avrebbe approvato e solo il 35% dei fumatori avrebbe fatto altrettanto.
Quindi le persone sovrastimarono il ruolo che il proprio interesse avrebbe giocato nelle scelte dei fumatori.
I due autori scoprirono anche che l’80% dei fumatori era a favore di restrizioni al fumo nei luoghi ad alto rischio di fumo passivo (ristoranti, luoghi di lavoro, mezzi di trasporto) mentre la percezione tra le persone era che sarebbero stati favorevoli a tali restrizioni solo dal 25% al 35% dei fumatori.
di Paolo Michelotto
i cittadini sono egoisti e pensano solo a ciò che succede vicino a loro e si disinteressano dei problemi degli altri? Se fosse vera questa tesi, allora avrebbero ragione gli esponenti della elite che ci governa, che dicono che loro non ci ascoltano noi cittadini, perchè loro sanno meglio di noi cos’è meglio per noi.
Ma per fortuna NON E’ COSì!
Qui riporto alcuni spunti per non farci prendere in giro quando ci dicono che noi soffriamo di sindrome Nimby.
dal sito ecoalfabeta
Ormai tutti conoscono la cosiddetta sindrome NIMBY, Not In My Back Yard; ovvero costruite centrali nucleari, inceneritori, tangenziali, rigassificatori, expo ecc da un’altra parte.
I media (che difendono sempre in modo un po’ troppo solerte i grandi progetti) dicono che la sindrome NIMBY è effetto di egoismo, particolarismo e provincialismo, di chi vuole le comodità senza pagarne i costi.
Seguendo (ma a rovescio) la logica di Garrett Harding, i cantori dello sviluppo argomentano più o meno così: i vantaggi (di solito dati per scontati) di una grande opera sono per tutta la collettività, mentre gli svantaggi (mai documentati però) sono per un piccolo numero, quindi l’opera deve essere realizzata.
Se fossero più onesti forse scriverebbero così:
* i grandi vantaggi sono per un piccolissimo gruppo (costruttori, appaltatori, banche);
* la maggioranza ha vantaggi modesti o nulli;
* mentre una minoranza (di solito marginale, con minore potere contrattuale ecc) si becca gli svantaggi che di solito si chiamano inquinamento, malattie e morte.
Ecco allora che salta fuori il meno conosciuto NIABY, Not In Anyone’s Back Yard; se un’opera consuma risorse naturali e ha un impatto ambientale devastante, non deve essere fatta in nessun luogo!
La coalizione dei vari NIMBY d’Italia sta in effetti portando ad affermare questo principio: NOTAV, NoDalMolin, ChiaiaNOdiscarica, NoExpo, notangenziale, NOInceneritori ecc non sono espressioni di egoismi locali, ma opposizioni di cittadini attivi a una visione novecentesca e inquinante dello sviluppo. Partendo ad esempio dall’opposizione all’inceneritore che vorrebbero costruire sotto casa, si passa a ragionare sull’insostenibilità di questi grandi progetti. (continua…)
finalmente. Una vera democrazia non può esistere senza una informazione libera. Nasce finalmente un quotidiano che si annuncia una rivoluzione per l’Italia. Una rivoluzione perchè sarà finanziato dai lettori, non riceverà finanziamenti dallo Stato o dai partiti, non avrà grandi gruppi industriali e di pressione. Si annuncia bene, Travaglio è una garanzia, che questo annuncio non nasconde operazioni bluff. E che io sicuramente comprerò. Almeno finchè lui rimarrà. Non condivido tutto ciò che dice e come a volte lo dice, ma sono sicuro che un quotidiano che nasce da lui sarà il massimo possibile dal punto di vista dell’obiettività, della completezza e dell’imparzialità
Testo di Marco Travaglio:
Ci siamo. Il conto alla rovescia è cominciato. A settembre, finalmente, avremo un giornale nuovo, libero, tutto nostro. Un giornale eccentrico, rispetto agli altri. Un fatto nuovo. Perché?
1) Racconterà i fatti, fin dalla sua testata. Darà la notizie, le analisi e i commenti che gli altri non danno, o nascondono. Parlerà dei temi che gli altri ignorano.
2) Non avrà padroni: la società editoriale è composta da alcuni piccoli soci, compresi noi giornalisti, che partecipano con quote equivalenti a un progetto comune: un quotidiano fatto solo per i suoi lettori. Senza vincoli né sudditanze ai poteri forti, politici, finanziari e industriali, che usano i giornali per i loro interessi.
3) Non chiederà né avrà finanziamenti pubblici concessi da questo o quel partito.
4) Nascerà solo se avrà dei lettori interessati ad acquistarlo, e a leggerlo. Nel paese dei giornali senza lettori, mantenuti in vita dai contribuenti, anche e soprattutto da quelli che non li comprerebbero mai, noi faremo il nostro giornale soltanto se avremo un numero di lettori sufficiente per mantenerlo in vita. (continua…)
di Paolo Michelotto
il sabato 23 maggio 2009 a Trento c’è un interessante incontro sulla democrazia e partecipazione. Parlerò anch’io per 7 minuti delle esperienze di democrazia diretta e del percorso referendario di Rovereto.
Democrazia e Partecipazione /a livello locale
In che modo oggi i cittadini partecipano ai processi decisionali?
SABATO 23 MAGGIO 2009
Ore 17.00
Sala Rappresentanza Regione – Piazza Dante, 16 – TRENTO
Conferenza con contraddittorio
Intervengono:
Donata Borgonovo Re, Difensore civico per la Provincia Autonoma di Trento. E’ avvocata
e ricercatrice di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Trento.
Marco Brunazzo, Ricercatore di Scienza Politica presso la Facoltà di Sociologia
dell’Università di Trento. Ha contribuito nel maggio 2008 alla stesura del 1° rapporto sulla qualità della democrazia in Trentino con la ricerca “Sindaci, consigli comunali e leggi elettorali. Uno studio sul caso trentino”.
Giovanni Kessler, Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. Magistrato
dal 1985, nel 1995-96 ha prestato servizio presso la direzione distrettuale antimafia di Caltanisetta. Ha successivamente
svolto numerosi incarichi internazionali in particolare a servizio dell’OCSE.
Piergiorgio Cattani, Scrittore ed editorialista del quotidiano Il Trentino. Autore nel 2002 del
provocatorio libro “Ho un sogno popolare: il racconto di un’esperienza politica in Trentino tra il PPI e la Margherita”. Dal
2006 è Presidente dell’Associazione culturale Oscar Romero.
Federico Zappini, Attivista del Centro Sociale Bruno. Da anni impegnato sui temi dell’inclusione
sociale e della militarizzazione della società.
Rodolfo Borga, Consigliere provinciale PDL. Avvocato libero professionista. Dal 1995 al 2000
consigliere dell’opposizione del Comune di Mezzolombardo e successivamente 2000-2008 Sindaco rieletto col 77% dei voti.
Paolo Michelotto, socio dell’associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto.
Autore nel 2008 del libro “Democrazia dei cittadini: gli esempi reali e di successo dove i cittadini decidono”.
Moderatore:
Fabrizio Franchi, Presidente dell’ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige.
Glocal / Spazio d’interdipendenza tra locale e globale
Associazione di promozione sociale
Via Missioni Africane, 7
38100 – TRENTO
info@glocalproject.org
di Paolo Michelotto
un inno alla democrazia e alla partecipazione
Se sei musicista, cantante o corista e vuoi aiutare, contattami per realizzare insieme la prossima versione.
Qui sotto il testo
Quando Gandhi, cominciò a parlare di non violenza tra la sua gente (continua…)
di Paolo Michelotto
per chi è interessato ad approfondire di tematiche di democrazia soprattutto dal punto di vista della partecipazione e della deliberazione (curiosamente assente gli esempi di democrazia diretta) il 22-26 aprile a Torino si apre la Biennale della Democrazia.
Riporto qui parte della presentazione che si trova nel sito:
http://www.biennaledemocrazia.it/
Dal 22 al 26 aprile 2009 a Torino si svolgerà la prima edizione di Biennale Democrazia, appuntamento culturale sul tema della democrazia aperto all’adesione e al contributo di tutti i cittadini. Una grande manifestazione internazionale per rispondere al bisogno diffuso di partecipazione e confronto che è alla base di ogni società democratica. Le attività di Biennale Democrazia non si esauriranno nei cinque giorni della manifestazione, ma proseguiranno come laboratorio pubblico permanente: per elaborare i risultati della prima edizione e preparare quella del 2011, nel 150° dell’Unità d’Italia. (continua…)
di Paolo Michelotto
l’incontro a Firenze è stato di grande valore. I relatori, tranne un paio di eccezioni, hanno portato conoscenza, energia e punti su cui riflettere. Le liste civiche 5 stelle in formazione in tante parti d’Italia hanno mostrato che c’è un sacco di voglia di cambiamento, le 2000 persone presenti da tutta Italia hanno instaurato una fitta rete di relazioni e di scambio di contatti.
Petrella, un vero Professore, ha parlato in maniera ispirata dell’acqua. Boschini ha raccontato le tante cose che anche 1 solo consigliere può fare. I due dottori hanno parlato dello scandalo degli inceneritori. Il giornalista di Zero Waste ha raccontato in maniera sconvolgente che l’obiettivo Rifiuti Zero è già attuato o progettato nei posti più evoluti del pianeta. Nella California, in Nuova Zelanda, a Toronto, a Seattle, a San Jose nella Silicon Valley. Grillo è stato un mostro di bravura nella gestione del pubblico, nel suscitare emozioni, nel rendere la giornata speciale. Travaglio ha datto il suo tocco di ironia nel raccontare la Costituzione e le cose che i nuovi amministratori potrebbero fare conoscendo e chiedendo di fare applicare le leggi. L’esperto di Digital Divide ha raccontato come attuare la connessione gratuita e diffusa partendo dai comuni, con il Wi-Fi.
Tutto bello? Rispetto al panorama politico italiano è stato un avvenimento con una energia eccezionale. Le persone presenti erano persone oneste, che credono nella moralità, nel rispetto delle regole, nella giustizia, nell’innovazione. La voglia di cambiamento, le vibrazioni nell’aria, lo spirito condiviso, erano elettrizanti.
Ma, ci sono dei grossi nei.
1. il programma dei 12 punti (tutti belli, tutti condivisibili, tutti di buon senso) è stato distribuito al nostro arrivo alle 9 del mattino. Ossia già pensato e scritto nei giorni scorsi. Da chi? Non certo dai partecipanti. Probabilmente da Beppe e pochi altri.
2. prima si sono sentiti gli esperti, solo dopo i cittadini, che hanno parlato solo nel pomeriggio, con una buona parte dei presenti che si era già incamminata sulla strada del ritorno.
3. l’evento poteva essere organizzato con lo stile di una giornata deliberativa (es come i Town Meeting del 21° secolo) ossia facendo emergere le esigenze, i temi e le priorità condivise tra tutti i presenti. E mettendo in ordine di importanza le proposte per creare una Carta dei Cittadini presenti a Firenze. Un’occasione unica per mostrare a tutti i presenti che si possono organizzare giornate deliberative tra tantissimi presenti (anche fino a 5000) e mandare a casa in tutte le città italiane cittadini con una conoscenza delle tecniche deliberative più avanzate. Un virus della democrazia che poteva infettare l’intera Italia. Invece tutto è stato un po’ calato dall’alto. Con buone intenzioni, ma con poca fiducia nei partecipanti.
Il movimento delle Liste Civiche 5 Stelle ha molte funzioni e pregi. L’aspetto della democrazia e della deliberazione e del coinvolgimento dei cittadini ha ancora grandi margini di miglioramento.
di Paolo Michelotto
io e alcuni amici di Rovereto e di Trento andremo in gita a Firenze. Ad ascoltare, vedere, conoscere e se possibile a proporre il libro “Democrazia dei Cittadini”. Le eventuali offerte andranno a finanziare la campagna referendaria comunale a Rovereto.
le Giunte del Buon Governo sono nate nel 2003 nel Chiapas (Messico). Sono formate da rappresentanti eletti dalle comunità per fare parte delle Giunte. La durata del loro incarico è di 3 anni, non è retribuita, è revocabile dalle assemblee che hanno eletto questi rappresentanti. All’interno delle Giunte si presta servizio continuo per 1 settimana, 10 giorni o 1 mese a seconda della zona e dopo c’è rotazione. Quindi centinaia di persone, giovani, donne e anziani stanno facendo esperienza di governo. Le Giunte del Buon Governo sono gli strumenti di democrazia utilizzati nel Chiapas e nello stesso momento anche scuole di democrazia. Il concetto che sta alla base è che qualunque cittadino può anche diventare amministratore, senza requisiti di studio particolari o esperienze politiche. E’ democrazia diretta? Forse non ancora, almeno per gli standard europei. Però è molto più della democrazia rappresentativa, che convive negli stessi luoghi e che negli stessi luoghi non funziona.
Ecco un brano che spiega nel dettaglio le Giunte del Buon Governo
BILANCIO DELLE GIUNTE DI BUON GOVERNO
CHIAPAS: LE ALTERNATIVE ZAPATISTE
MISSIONE DI OSSERVAZIONE DEL GRUPPO PAZ CON DEMOCRACIA
Paz con Democracia, organizzazione civile nata nel contesto del conflitto in Chiapas, ha inviato una missione di osservazione nello stato meridionale. Qui pubblichiamo la prima parte di un rapporto che conferma “la forza del processo autonomistico zapatista“.
Il gruppo conclude che “ad oltre un anno dalla nascita dei Caracoles zapatisti, emerge l’esperienza dei governi che comandano obbedendo rispetto alla crisi di legittimità e credibilità della democrazia formale e della classe politica che la sostiene“. (continua…)
Prima pagina del capitolo 2 del libro Democrazia dei Cittadini
Capitolo 2 Quali caratteristiche ha la democrazia?
Immagina che un gruppo di persone si trasferisca in un luogo disabitato e decida di abitarvi. Esse si riuniscono per discutere e progettare il loro futuro e una delle prime cose che decidono di realizzare è un insieme di regole condivise da tutti. All’inizio del dibattito queste persone decidono che il principio base di queste norme è che tutte le persone adulte devono essere considerate ugualmente in grado di partecipare al processo decisionale, ossia devono essere politicamente uguali.
E quindi stabiliscono quali sono i criteri che queste regole dovranno avere per ottenere l’uguaglianza politica. Essi sono:
Prima che qualunque decisione venga presa, tutte le persone devono avere pari ed effettive opportunità per comunicare agli altri i loro pareri al riguardo.
Quando arriva il momento di decidere, ogni persona ha un voto uguale e dello stesso peso e valore a quello degli altri.
In tempi ragionevoli, ciascuna persona deve avere uguali opportunità di conoscere le principali alternative strategiche e lo loro possibili conseguenze…
Qui puoi ascoltare il capitolo intero.
PUOI ACQUISTARE IL LIBRO QUI, (senza spese postali aggiuntive)
Prima pagina del capitolo 26 del libro Democrazia dei Cittadini
Capitolo 26 La nostra democrazia è un nonsenso
Il processo decisionale politico in tutta Europa avviene oltre l’influenza e spesso oltre la conoscenza dei cittadini.
Il prof. Hans Herbert Von Armin dell’Univ. Speyer in Germania, insegna Diritto Pubblico e Teoria Costituizionale. Ha scritto parecchi libri sulla democrazia. Nel suo “Das System” del 2001, egli afferma che: “Lo stato e le politiche sono nel complesso in una condizione che solo gli ottimisti di professione o gli ipocriti possono affermare sia il risultato della volontà dei cittadini. Ogni tedesco ha la libertà di obbedire a leggi alle quali non ha mai dato il suo assenso; può ammirare la maestà di una costituzione alla quale egli non ha mai garantito legittimità; è libero di onorare politici che nessun cittadino ha mai eletto e di provvedere a loro lautamente, con le sue tasse, sul quale uso egli non è mai stato consultato”.
Von Armin afferma anche che i partiti tedeschi sono divenuti istituzioni monolitiche completamente nelle mani dei leaders di partito. Von Armin accusa il sistema di finanziamento dei partiti con il quale i politici possono decidere quanta parte delle tasse pubbliche possa andare direttamente a delle associazioni private, quali sono i partiti.
In Gran Bretagna organizzazioni sociali hanno costituito un comitato di cittadini e di politici chiamato The Power Inquiry (Inchiesta sul Potere) che aveva come incarico di indagare a livello nazionale sullo stato della democrazia britannica e sul motivo per il quale molti cittadini sembra voltino le spalle alla politica. Nel loro rapporto finale, il comitato scriveva: “Il singolo fattore che causa il disimpegno politico che si ritrova in tutti gli strati della nostra investigazione è il senso molto diffuso …
PUOI ACQUISTARE IL LIBRO QUI, (senza spese postali aggiuntive)
ultimi commenti