di Paolo Michelotto
Il 4 maggio 2016 ero stato invitato a Vignola (MO) a parlare di uno strumento di partecipazione molto noto il Bilancio Partecipativo e del Referendum Finanziario. In realtà, ho presentato un nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA che raccoglie il meglio di quello che offriva il Bilancio Partecipativo, ma superava anche i suoi aspetti negativi. Questa proposta è stata inserita nel nuovo statuto comunale di Vignola. Primo in Italia. In fondo riporto il testo dell’articolo dello statuto. Ma prima spiego cos’è questo nuovo strumento di partecipazione.
Ecco il testo della mia proposta di quella sera.
Dal Bilancio Partecipativo alla Scelta Partecipata
Il Bilancio Partecipativo, un metodo partecipativo con cui i cittadini possono proporre, discutere, votare e decidere parte del Bilancio Comunale, nato a Porto Alegre in Brasile nel 1989, è stato applicato da allora in centinaia di città in tutto il mondo, ma da alcuni anni sta vivendo difficoltà.
Questo metodo ha permesso almeno parzialmente, di realizzare il sogno della democrazia diretta. Dove è stato applicato ha dato ai cittadini la possibilità di decidere su temi ed argomenti di solito lasciati in esclusiva agli amministratori e alle lobby.
Ma molte città dove è stato applicato, un po’ alla volta hanno smesso di farlo oppure continuano ad attuarlo ancora come una formalità consultiva, ma con fatica e senza l’entusiasmo dei suoi primi anni.
Infatti il Bilancio Partecipativo ha alcuni importanti aspetti negativi:
- richiede molto tempo ed energie agli amministratori, ai dipendenti comunali che si occupano del processo e ai cittadini;
- si discute quasi solo sul bilancio comunale;
- si discute quasi solo su quello che vogliono gli amministratori e su una cifra economica da loro stabilita in partenza;
- il valore spesso è consultivo e la sua attuazione finale dipende dalla buona volontà degli amministratori;
- è un processo attivato dall’alto, ossia dagli amministratori, sia che i cittadini siano interessati, sia che non lo siano;
- è un metodo spesso macchinoso, con regole scritte dagli amministratori, che non sempre tengono conto dei tempi e delle energie che i cittadini hanno possibilità e voglia di dedicare;
- il metodo ha un brutto nome, che dà idea che si discuta solo di numeri e che occorra essere esperti di economia per poter capire e partecipare.
Ecco alcune proposte per superare gli aspetti negativi del Bilancio Partecipativo.
- Il processo deve essere attivato solo dal basso, se richiesto da un numero minimo prestabilito di cittadini e non dall’amministrazione e prosegue solo se ad ogni incontro partecipa un numero minimo di cittadini stabilito dal regolamento, ad esempio la metà del numero che ha richiesto l’attivazione del processo.
- Rapidità. Il percorso deve essere il più rapido possibile, non possono trascorrere mesi o addirittura anni per arrivare ad un risultato. Molti cittadini hanno poco tempo e poche energie da dedicare. Prima di attivare lo strumento, il comitato proponente si incontra con gli esperti del comune responsabili dell’attuazione e stabiliscono assieme il percorso, il numero di incontri, in conformità al regolamento.
- Grande risultato. Deve avere un risultato importante, sicuro, in tempi certi e questo deve essere noto a tutti, prima che il processo inizi. Bisogna sapere quando inizia, come si svolge, quando finisce e cosa succede alle raccomandazioni finali elaborate dai cittadini.
- Struttura snella. Devono essere necessarie poche energie e pochi incontri per arrivare al massimo risultato.
- Appoggio esperti comune. Il processo deve avere il pieno appoggio di strutture ed esperti del comune. I cittadini che lo propongono devono poter avvalersi dei tecnici dell’amministrazione comunale, nei tempi e modi previsti, come farebbe un assessore o consigliere comunale, ancora nei momenti di preparazione alla richiesta di utilizzo del processo.
- Scalabile. Deve essere un processo scalabile per ampiezza, partecipazione e durata e queste caratteristiche devono essere decise dai cittadini proponenti insieme all’amministrazione, in conformità al regolamento, prima dell’inizio. Il tutto in proporzione a quanti cittadini sono interessati. Se i proponenti sono il numero minimo richiesto, si potrà solo realizzare un numero basso di incontri e il tempo totale dedicato al processo sarà breve e l’esito meno forte. Se i proponenti sono in numero estremamente alto, allora si possono pianificare molti incontri e i tempi possono essere dilatati per permettere una maggiore discussione. Inutile fare 10 incontri in 10 sale cittadine, se lo scopo è decidere come risistemare un parco cittadino. I cittadini proponenti insieme agli amministratori, decidono all’inizio del processo che esso consisterà di un certo numero di incontri in un certo numero di sale. Si va da un minimo di 1 incontro in 1 sala a un massimo di incontri e di mesi dedicati in base a quanti sono i cittadini richiedenti l’attivazione dello strumento. L’esito deve essere diverso in base a quanta partecipazione c’è stata. Partecipazione più numerosa e per più tempo, esito più forte.
- Esito certo e proporzionato all’impegno. Se la partecipazione è stata il minimo previsto dal regolamento, le raccomandazioni finali espresse dal processo vanno in consiglio comunale come fosse una iniziativa popolare a voto popolare. Esse possono essere approvate, oppure se il testo non viene recepito dagli amministratori, si procede a referendum senza quorum, dove decide la popolazione sul testo delle raccomandazioni finali e sull’eventuale controproposta degli amministratori. Se la partecipazione è stata molto alta (e ciò viene quantificato nel regolamento) allora l’esito è più forte e rapido. Le raccomandazioni finali espresse dal processo devono essere attuate dagli amministratori in un tempo massimo stabilito dal regolamento, senza il passaggio referendario.
- Su tutti gli argomenti su cui ha competenza un comune. Il processo deve poter essere realizzato su tutti gli argomenti che interessano ai cittadini, e su cui un comune ha competenza. Per esempio sulle modifiche da fare allo statuto, sul piano del territorio, sulle scuole comunali, sulla cultura, sullo sport, sul bilancio del comune, sulle tasse e imposte, sulle spese di un determinato settore, sulla visione della città per il futuro, sulle scelte strategiche di sviluppo.
Esempio di testo da inserire nello Statuto per una città grande come Vignola (MO) – 25.000 abitanti – 17.500 elettori:
Art. XX – SCELTA PARTECIPATA:
1 – Un comitato promotore di 10 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 100 cittadini, può presentare una richiesta di Scelta Partecipata.
2 – L’oggetto della Scelta Partecipata deve essere un tema di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta su cui i cittadini vogliono attivare un percorso partecipato.
3 – L’ammissibilità dell’oggetto e l’opportunità di attivare un percorso partecipato anziché altri strumenti previsti dallo statuto, viene decisa dal comitato dei garanti per i referendum.
4 – I cittadini possono consultare, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, esperti dell’ufficio partecipazione e tecnici comunali competenti sulla materia discussa, nella fase di preparazione del progetto di Scelta Partecipata.
5 – Il progetto di Scelta Partecipata deve spiegare chiaramente l’oggetto di discussione, il numero di incontri programmati e i tempi di loro realizzo, la logistica necessaria, quale ausilio di personale qualificato del Comune è necessario.
6 – Gli incontri sono pubblici, tutta la cittadinanza è informata e invitata a partecipare e si tengono con metodi partecipativi, con regole e modalità stabilite dal regolamento. Possono partecipare anche consiglieri e assessori. Ad ogni partecipante deve essere garantita pari libertà di proposta, discussione e voto. La partecipazione è libera per tutti i residenti del Comune di Vignola maggiori di 16 anni.
7 – Il processo inizia e prosegue se almeno 50 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.
8 – Se il comitato promotore presenta il progetto di Scelta Partecipata con più di 500 firme di cittadini a sostegno e ad ogni incontro partecipano almeno 300 cittadini per almeno 4 incontri, le raccomandazioni finali, vengono attuate dall’amministrazione entro 3 mesi dal loro deposito. Le raccomandazioni finali sono soggette a referendum confermativo, se esso viene richiesto dai cittadini nelle modalità previste dallo Statuto. In questo caso l’amministrazione e/o i cittadini che richiedono il referendum confermativo possono presentare una controproposta.
9 – Se il numero di firme a sostegno del progetto di Scelta Partecipata è compreso tra 100 e 500, le raccomandazioni finali vengono depositate presso il Consiglio Comunale che le discute con carattere di urgenza. Il Consiglio Comunale può recepirle senza modifiche oppure integrarle con accordo dei partecipanti. Se il testo non viene approvato dal Consiglio Comunale oppure viene approvato con modifiche non accettate dai promotori, si procede a referendum propositivo, con eventuale controproposta del consiglio comunale.
Quella proposta è diventata realtà.
Nel nuovo statuto comunale di Vignola, approvato il 21 giugno 2016, e quindi entrato in vigore, il nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA è stato inserito nell’art. 13.
ART. 13 SCELTA PARTECIPATA
1. Un comitato promotore di 20 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 250 cittadini, o l’Amministrazione Comunale possono presentare un progetto di scelta partecipata, attraverso l’avvio di un percorso di confronto tra Amministrazione Comunale e cittadini su un tema di competenza del Comune che abbia interesse generale.
2. Il progetto di scelta partecipata può riguardare anche il bilancio di previsione e le decisioni sugli stanziamenti sia nella parte delle entrate che delle spese.
3. Nella preparazione del progetto i cittadini possono avvalersi, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, dei dipendenti comunali esperti sulle materie in discussione.
4. Successivamente alla presentazione del progetto, Amministrazione e comitato promotore definiscono tempi e modalità del percorso finalizzato alla stesura del testo definitivo della scelta partecipata da sottoporre all’Amministrazione Comunale.
5. Nel caso di indizione su istanza dei cittadini, il processo inizia e prosegue se almeno 20 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.
6. In caso di mancata approvazione da parte del Consiglio Comunale il Comitato promotore può presentare un’iniziativa popolare a voto popolare, previa la raccolta di 500 firme.
di Paolo Michelotto
mi hanno chiesto una proposta di come strutturare l’evento del 3-4 marzo a Rimini dove dovrebbero arrivare simpatizzanti del M5S da tutta Italia. Io ho mandato queste idee.
informazioni basilari:
circa 200-300 persone
la grande maggioranza sta 2 giorni
sono gia state individuate 6 macroaree
sono già stati votati online gli argomenti di ciascuna macroarea e la votazione e la possibilità di introdurre argomenti (credo) proseguirà fino alla prossimità dell’incontro
disponibilità di sale
disponibilità da parte del gruppo di Rimini di tecnologie ed esperti informatici
risultati richiesti:
incontro tra simpatizzanti m5s di tutta Italia
creazione rete
discussione approfondita tematiche
creazione di un documento condiviso con tutte le proposte più votate alla fine dell’evento
soddisfazione per il metodo e i risultati
Proposta di Paolo:
organizzazione uguale delle due giornate (così chi partecipa ad un giorno sa che il metodo è uguale a quello del giorno mancante, sa cosa viene discusso il giorno della sua presenza, consulta su internet i video i testi e le decisioni prese durante il giorno della sua assenza e comunque il giorno che lui era presente sono state prese decisioni finali sui temi a cui anche lui ha discusso).
ogni giornata affronta 3 macroaree (la prima macroarea discussa è quella dove ci sono stati più voti sui singoli argomenti e così a seguire)
10 – 12 macroarea A
12 – 13 pausa pranzo
13 – 15 macroarea B
15 – 15,30 pausa pomeridiana
15,30 – 17,30 macroarea C
Ideale sarebbe avere uno spazio grande (una grande palestra, con gradinate, in modo che i gruppi si possano distanziare in modo da non disturbarsi, ma che possano vedersi l’un l’altro e le persone possano girare da uno all’altro se lo ritengono opportuno)
La discussione della macroarea A comincia con la creazione di x tavoli (virtuali, fatti con sedie a cerchio), per ogni argomento esposto online prima dell’evento. Se sono 7 i temi proposti online, si fanno 7 tavoli.
Inoltre viene data la possibilità di creare altri tavoli aggiuntivi su temi non proposti in precedenza, ma emersi tra i presenti. Senza limite.
Si procede con il sistema della Open Space Technology, ossia ognuno va al tavolo che preferisce e se ritiene opportuno si sposta ad un altro liberamente.
Ogni tavolo utilizza il metodo di discussione che il tavolo preferisce. Io consiglio quello di nominare un facilitatore, e che ognuno parli per 1 minuto, alzando la mano per prenotarsi.
Dopo 1 ora di discussione ai singoli tavoli, ciascun tavolo nomina un proprio portavoce e si ritorna in assemblea plenaria.
Nell’ora plenaria, si utilizza la tecnica de La Parola ai Cittadini, suddividendo il tempo per ciascuna proposta, in maniera uguale. Esempio se ci sono stati 10 tavoli, si dedicano 5 minuti a proposta. Se sono stati 7 tavoli, 7 minuti a proposta, se 20 tavoli 2 ½ a proposta. Questi minuti sono suddivisi in 2 minuti per esposizione della proposta elaborata ai tavoli da parte del portavoce, e i restanti per la discussione. Dopo ogni presentazione segue la votazione per alzata di mano (deve essere organizzata molto bene, con massimo 20 persone per contatore, con contatore centrale e calcolatrice a portata di mano in modo che si impieghi poco tempo per ogni votazione). Le proposte che ottengono più del 50% dei voti rispetto ai presenti (che vengono contati all’inizio), entrano nella relazione finale delle due giornate.
Si procede alla stessa maniera per tutte e 6 le macroaree.
Dopo le 17,30 del sabato, si dovrebbe organizzare la serata in maniera piacevole e rilassante, per staccare dai temi impegnativi della giornata, per socializzare e per ricaricarsi per il giorno dopo. Quindi cena, musica, giochi per creare gruppo ma anche per divertirsi (esperti di queste cose credo che a Rimini non ne manchino…).
Tutto quanto avviene, può essere trasmesso in streaming online, documenti, foto e video. Così come le votazioni.
Per l’organizzazione penso che il risultato migliore si ottenga se le decisioni vengono prese in maniera condivisa tra tutti coloro che hanno pensato e lavorato e reso possibile questo evento. E se tutti possono collaborare.
Se ci sono già dei facilitatori per le giornate io sono felice. Ma se ritenete opportuno il mio aiuto, io posso essere disponibile la giornata del sabato 3 marzo. Ma devo sapere in anticipo la vostra decisione, perché il sabato abitualmente lavoro e mi devo organizzare.
Se pensate di fare in maniera diversa da quanto io vi ho proposto, nessun problema.
Ciao e complimenti per l’impegno che tutti avete messo in questo progetto.
Luigi Bobbio è intervenuto per una settimana nel forum www.filosofiaecittadinanza.org nell’interessante esperimento di discutere online su un forum su un tema specifico, in questo caso “La democrazia deliberativa: quando i cittadini discutono per davvero“.
La discussione è stata proficua, ha interessato molte persone e si ripeterà prossimamente con altre tematiche.
Questa prima discussione si è avvalsa anche di un documento messo a disposizione dal prof. L. Bobbio, che si intitola “Democrazia e nuove forme di Partecipazione”.
In questo saggio che sarà pubblicato in un libro prossimamente, l’autore esamina tre tipologie di partecipazione:
1. i bilanci partecipativi
2. i debat public
3. il sorteggio casuale dei cittadini
E oltre a delinearne storia, applicazioni e metodi, trae anche delle conclusioni sui loro pregi e difetti.
Il documento si può scaricare online qui:
di Paolo Michelotto
Il cittadino Partecipa – Idee per riattivare la democrazia in Trentino
333 cittadini trentini, insieme ad esperti provenienti da tutto il mondo, discuteranno di democrazia, avvalendosi di un metodo partecipativo rigoroso.
Le loro migliori idee, emerse attraverso la votazione dei partecipanti, saranno proposte ai media, all’amministrazione e a tutti i cittadini perché siano applicate.
Per saperne di più scaricati le 6 pagine del programma qui:
http://www.ilcittadinopartecipa.it/wp-content/uploads/2009/05/programma-20-settembre-9-6-9.pdf
Per iscriverti, se risiedi nelle provincia di Trento, (gratis – serve per motivi organizzativi per predisporre le sedie, i pranzi etc) vai qui:
http://www.ilcittadinopartecipa.it/presenti-a-il-cittadino-partecipa-20-09-09/
Se abiti fuori della provincia di Trento, puoi assistere lo stesso a tutta la giornata, non puoi però partecipare attivamente alla discussione ai tavoli. In questo caso avvisaci che arriverai qui. per pterci organizzare al meglio per l’accoglienza.
Vieni anche tu a proporre idee per la tua provincia.
Iscriviti per tempo, lo spazio è tanto, ma non illimitato.
Domenica 20 settembre 2009
Palasport di Rovereto (TN)
ore 9.00 – 19.00
di Paolo Michelotto
dopo un percorso durato 6 mesi siamo arrivati a definire quasi in maniera definitiva la Giornata Partecipativa Trentina. Il titolo sarà “Il cittadino partecipa: idee per riattivare la democrazia nel trentino”.
Anche se è focalizzata sul Trentino, ci saranno i maggiori esperti di democrazia diretta e partecipativa italiani e europei. La mattina della domenica 20 settembre 2009 sarà dedicata all’ascolto degli esperti. Il pomeriggio, invece saranno i cittadini a diventare protagonisti, suddivisi in tavoli da 10, discuteranno, delibereranno e voteranno le proposte che riterranno migliori per riattivare la democrazia nel trentino.
Per la prima volta al mondo una giornata partecipativa di così alto livello viene organizzata dal basso, da cittadini senza fondi, ma con molte idee e energia per la propria collettività.
Possono assistere anche cittadini non trentini (è un palasport da 2000 posti). Ma i 333 che siederanno ai tavoli e che faranno emergere le proposte per riattivare la democrazia in trentino, saranno cittadini trentini che si sono pre-iscritti gratuitamente in anticipo, per poterci organizzare.
Alcuni dettagli per chi vuole approfondire.
Qui vedi il progetto aggiornato ad oggi.
http://www.ilcittadinopartecipa.it/wp-content/uploads/2009/05/programma-20-settembre-9-6-9.pdf
Abbiamo creato il sito ad hoc: www.ilcittadinopartecipa.it
Per l’evento del 20 settembre 2009, se vuoi, puoi già pre-iscriverti. I posti sono limitati: solo 333 per motivi organizzativi. Per pre-iscriverti puoi andare qui (se non sei trentino avvisaci lo stesso della tua presenza, per organizzarci meglio)
http://www.ilcittadinopartecipa.it/presenti-a-il-cittadino-partecipa-20-09-09/
Si parla di questo evento su due gruppi FaceBook:
Qui gli incontri preparatori svolti finora.
di Paolo Michelotto
per chi è interessato ad approfondire di tematiche di democrazia soprattutto dal punto di vista della partecipazione e della deliberazione (curiosamente assente gli esempi di democrazia diretta) il 22-26 aprile a Torino si apre la Biennale della Democrazia.
Riporto qui parte della presentazione che si trova nel sito:
http://www.biennaledemocrazia.it/
Dal 22 al 26 aprile 2009 a Torino si svolgerà la prima edizione di Biennale Democrazia, appuntamento culturale sul tema della democrazia aperto all’adesione e al contributo di tutti i cittadini. Una grande manifestazione internazionale per rispondere al bisogno diffuso di partecipazione e confronto che è alla base di ogni società democratica. Le attività di Biennale Democrazia non si esauriranno nei cinque giorni della manifestazione, ma proseguiranno come laboratorio pubblico permanente: per elaborare i risultati della prima edizione e preparare quella del 2011, nel 150° dell’Unità d’Italia. (continua…)
di Paolo Michelotto
un incontro molto intenso, svolto durante una nevicata sulla città, con una quarantina di partecipanti. Io e Paolo Fabris abbiamo realizzato una “Parola ai Cittadini”. Sono emerse 20 proposte dai presenti, le abbiamo fatto discutere e messe in ordine di priorità dei cittadini presenti. Non abbiamo parlato molto di democrazia diretta. L’abbiamo fatto praticare o almeno, speriamo di aver dato il sapore di ciò che potrebbe essere. Ecco i risultati.
di Paolo Michelotto
giro una possibilità per apprendere questo metodo partecipativo, che mi è stato mandato da un’amica, Angelica. Alla fine ci sono indicazioni per partecipare al seminario.
di Paolo Michelotto
Town Meeting del 21 ° Secolo
Per dimensioni, innovazioni e tecnologie poste in gioco, questo approccio per far deliberare i cittadini è uno dei più promettenti e interessanti da studiare. E’ stato ideato da AmericaSpeaks. http://www.americaspeaks.org/
Di solito i Town Meeting del 21° secolo durano 1 giorno e coinvolgono da 500 a 5000 cittadini che possono deliberare su argomenti locali, regionali o nazionali.
Uno degli eventi più famosi che utilizzarono questa metodologia fu “Ascoltare la città: Ricostruire Manhattan Bassa” che fu organizzato dopo l’11 settembre 2001 per sentire come la città voleva ricostruire la zona e che attrasse 4500 cittadini.
AmericaSpeaks tenta di combinare la deliberazione faccia a faccia in piccola scala con interazioni a larga scala e decisioni collettive. Per raggiungere questo scopo, vengono utilizzati vari metodi e tecnologie.
Dialoghi fatti in piccoli gruppi, composti da 10-12 cittadini che rispecchiano la diversità demografica della città, con un facilitatore indipendente.
Ogni tavolo ha computer collegati in rete con tutti gli altri della sala per una emersione istantanea di idee e voti da ciascun gruppo.
Individuazione dei temi. Un gruppo dell’organizzazione distilla i commenti dai tavoli e li assembla in temi. Questi possono essere ripresentati alla sala per ulteriori commenti o voti.
Tastierini elettronici. Ciascun cittadino ha un tastierino utilizzato durante la giornata per votare e per fornire dettagli demografici.
Schermi video giganti. Servono per presentare dati, i temi distillati e le informazioni in tempo reale per una retroazione immediata.
Specialisti e parti coinvolte. Esperti forniscono informazioni bilanciate per dare le basi alla deliberazione dei cittadini e sono a disposizione tutto il giorno per rispondere a domande e fornire consigli se richiesti. Fin dall’inizio viene cercato un collegamento con le parti in causa del problema dibattuto e si fa ogni sforzo perché le autorità pubbliche siano presenti durante la giornata. (continua…)
di Paolo Michelotto
Il libro Beyond the Ballot di Graham Smith è una fonte preziosa di tutte quelle innovazioni democratiche che tutti noi vorremmo vedere applicate nelle nostro città o nel nostro stato. E’ un rapporto elaborato dal prof. universitario Smith per una inquiesta sul potere, un comitato di saggi che doveva elaborare una raccomandazione finale al governo inglese sullo stato delle democrazia britannica e sulle possibili innovazioni da adottare. Beyond the Ballot fa un enorme lavoro di suddivisione per categorie dei metodi e ne propone 57 tra i migliori che lui ha selezionato nel mondo. Ci sono innovazioni elettorali, innovazioni nella consultazione, innovazioni deliberative, innovazioni di co-governo, innovazioni di democrazia diretta e e-democrazia. Tantissimo contenuto, molte sintesi, parecchi esempi, tutto magari da approfondire, ma poco pochissimo fumo. Tutto ciò che ha scritto va letto. In inglese.
di Paolo Michelotto
Lyn Carson è una signora australiana che ha passato molti anni della sua vita a studiare, praticare e insegnare la partecipazione e la deliberazione. Ha creato un sito ricco di contenuti sulla deliberazione e sulla partecipazione. www.activedemocracy.net
E’ interessante perchè Lyn lavora nelle università e con gli enti pubblici, ma ha anche un approccio molto pratico e pragmantico. Non esita a studiare e applicare nuovi metodi ed ama sperimentare la commistione di vari sistemi per tentare di arrivare a combinare i tre fattori che lei ritiene fondamentali nella democrazia: influenza, inclusione, deliberazione. Nel suo sito sono inclusi numerosi documenti e casi studio legati soprattutto alla democrazia deliberativa e partecipativa, ma anche alla selezione casuale a sorteggio delle assemblee legislative.
Prima pagina del capitolo 10 del libro Democrazia dei Cittadini
Capitolo 10 Il nuovo Statuto di Chelsea (USA)
Nel 1993 la città di Chelsea nel Massachusetts (USA) era commissariata da 3 anni. I motivi perché era stato preso questo grave provvedimento erano: corruzione dei funzionari comunali, vigili del fuoco che appiccavano incendi per ottenere tangenti sui premi assicurativi, racket delle tangenti, club con gioco d’azzardo, ultimi 3 sindaci arrestati o con problemi con la giustizia. I commissari nominati riuscirono a far nuovamente funzionare la macchina comunale e a far emergere la città dal caos amministrativo. Uno dei compiti assegnati dal governo statale al commissario prima che scadesse il suo mandato consisteva nel creare un nuovo statuto cittadino. Poteva essere utilizzato il sistema tradizionale di incaricare uno o più esperti e di imporre lo statuto così creato alla città, oppure poteva essere sfruttata l’occasione per far fare pratica di autogoverno ai cittadini e fare elaborare ed approvare lo statuto da loro. Il commissario Lewis Spence scelse questa seconda via.
Sembrava che Chelsea non fosse la città adatta per un processo partecipativo. Era un centro di 28.000 abitanti vicino a Boston, che era sempre servito come primo insediamento per gli immigrati. C’erano polacchi, ucraini, russi, ebrei. Appena facevano un po’ di soldi si trasferivano a Boston. Nel 1995 il 40% della popolazione era di origine latino americana, il 15% erano asiatici.
Da sempre Chelsea aveva problemi di convivenza tra le diverse etnie, valori, tradizioni e bisogni. I politici facevano i loro interessi, per trovare lavoro bisognava avere le conoscenze giuste. I cittadini si sentivano estraniati dal governo locale e non avevano nessuna fiducia nella capacità di autogoverno. Chi era…
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Prima pagina del capitolo 33 del libro Democrazia dei Cittadini
Capitolo 33 Innovazioni Deliberative
I teorici della Democrazia Deliberativa da tempo affermano che una piena o forte democrazia è meglio espressa dalla volontà del popolo e che un governo formato da rappresentanti, inevitabilmente crea un deficit democratico.
Nel corso degli ultimi decenni hanno acquisito sempre maggiore legittimità, metodi deliberativi quali le Giurie dei Cittadini, i Town Meeting del 21° secolo, i Sondaggi Informati, che si fondano sul concetto che votare non è abbastanza in una democrazia.
Il deficit democratico del sistema rappresentativo è causato da molti fattori, tra i quali spicca la preselezione non democratica di candidati tra partiti quasi non distinguibili. Al Gore elenca altre cause come:
La democrazia deliberativa cerca di superare i problemi della democrazia puramente rappresentativa. La deliberazione non è un dibattito ed è molto di più di un dialogo. E’ un metodo che fa uso di conversazioni che hanno importanza perché vanno nella direzione di costruire consenso, verso tentativi di trovare un terreno comune, con un occhio verso l’interesse pubblico, invece che verso l’interesse personale. La qualità e la profondità di …
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