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    L’incredibile caso della proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare non discutibile a Rovereto.

    10 Novembre 2012 // 3 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    democrazia-diretta1

    giovedì 15 novembre alle ore 20,30 presso la saletta degli Eco e Verdi messa a disposizione da Ruggero Pozzer in via Setaioli 24 abbiamo organizzato un incontro aperto a tutti i cittadini sensibili alla democrazia di Rovereto.

    Discuteremo dell’inverosimile caso della proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia sostenuto da più di 200 firme AUTENTICATE di cittadini roveretani, che NON è stato discusso in Consiglio Comunale e delle iniziative da intraprendere.

    Questi i fatti:

    contemporaneamente a iniziative analoghe prese in altre parti d’Italia, anche a Rovereto nella primavera – estate del 2012 abbiamo presentato una proposta dei cittadini che chiedeva al consiglio comunale di discutere di togliere il quorum dai referendum comunali e di abbinarli alle elezioni nazionali ed europee per risparmiare risorse pubbliche e favorire la partecipazione al voto.

    C’era una simile iniziativa portata avanti nel comune di Trento, nella provincia di Trento, nel comune di Rovereto e a livello nazionale Italiano.

    Abbiamo raccolto più di 200 firme autenticate come previsto dal regolamento e depositato la proposta di atto amministrativo presso il Segretario Comunale durante l’estate.

    La stessa cosa è stata fatta e le proposte hanno cominciato il loro percorso di discussione nel Comune di Trento, nella Provincia di Trento e nel Parlamento Italiano. Senza NESSUN intoppo.

    Ma a Rovereto si è riunito il Comitato dei Garanti che ha deciso che tale tema non può essere discusso dal Consiglio Comunale.

    Quindi si è verificato l’inverosimile caso in cui il consiglio comunale ha eletto 3 persone, i Garanti, che hanno deliberato che il Consiglio non è competente a discutere un argomento di competenza del Consiglio Comunale, proposto da più di 200 cittadini.

    Tale situazione ridicola ed offensiva per la democrazia, per i cittadini roveretani e per i loro rappresentanti si è verificata solo a Rovereto. A Trento (Comune e Provincia) e nel Parlamento Italiano, proposte pressochè identiche sono invece state depositate ed hanno iniziato il loro percorso di discussione, nello stesso periodo.

    Questo giovedì 15 novembre 2012 ore 20,30 in via Setaioli 24, invitiamo tutti i cittadini sensibili alla democrazia a partecipare e a discutere assieme come andare oltre a questa situazione surreale.

    Ecco il documenti per farsi un’idea di quanto detto sopra:

    modello firme Proposta di Atto Amministrativo Quorum Zero e Più Democrazia

    1^ Comunicazione del Segretario Comunale che indica i tempi di discussione

    2^ Comunicazione del Segretario Comunale che comunica la “cassatura”

    Verbale Riunione del Comitato dei Garanti

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    Il PD vuole porre ostacoli alla raccolta firme per i referendum: paura dei cittadini?

    19 Dicembre 2011 // 5 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    nell’aprile 2011 il capogruppo del PD Franceschini (non quindi un deputato qualunque, ma colui che rappresenta tutti i deputati del PD e quindi il loro pensiero), ha presentato una assurda legge che vuole rendere più difficili le già difficili procedure per la raccolta delle firme per i referendum.

    franceschini dario-thumb

    Mentre in Svizzera chiunque può raccogliere le firme, che poi vengono verificate tutte a campione dagli uffici elettorali confrontandole agli appositi registri firme, addirittura pubblicano il modulo sui giornali su una pagina fronte retro e ai cittadini basta ritagliarla e compilarla con le firme, e in California le petizioni per le raccolte firme per le revoche e i referendum vengono raccolte anche mandando le schede via internet, e la verifica viene fatta a posteriori e mentre in Europa (e quindi anche in Italia) per la Iniziativa dei Cittadini Europei – ICE – dal 2012 sarà prevista anche la raccolta via internet con procedure certificate, mentre tutto questo avviene nel mondo, Franceschini, capogruppo del PD propone misure più restrittive.

    Propone che solo i Sindaci e i funzionari comunali nominati da loro possano legalmente raccogliere firme (oltre a Notai, Segretari Comunali e Cancellieri dei Tribunali che notoriamente non partecipano MAI alla raccolta firme). E la cosa più VERGOGNOSA è che dice che la motivazione è quella di impedire abusi nella presentazione delle liste elettorali. E dimentica la soluzione più banale: obbligare a un controllo a posteriori, aumentare la pena per chi imbroglia, oggi inesistente e soprattutto il carattere di urgenza dell’esame e dell’eventuale processo (il Piemonte oggi è governato dal centro destra grazie a una lista che si è presentata con firme false – l’esito del processo avverrà a fine mandato, ossia dopo più di 5 anni).

    Chi ha mai raccolto firme per referendum sa che ciò distruggerà per sempre la possibilità di usare questo strumento.

    Mi torna in mente il caso di Rovereto, dove dopo aver raccolto con notevole fatica le firme per 4 referendum comunali, tutti i partiti – escluso i verdi – , tra cui il PD, improvvisamente aumentarono quasi triplicando il numero delle firme necessarie per attivare i referendum, con la motivazione che nel futuro avrebbero abbassato il quorum. Questo nel 2009. Il quorum nel frattempo è rimasto com’era al 50% mentre le firme sono triplicate.

    Questa è PAURA DEI CITTADINI, PAURA DELLA DEMOCRAZIA, il resto sono chiacchere.

    Questa è la vergognosa proposta di legge FRANCESCHINI:

    proposta di legge Franceschini

    E condivido quanto scritto da Antonio Di Pietro:

    Zitto zitto, il capogruppo del Pd Dario Franceschini ha presentato alla commissione Affari costituzionali della Camera una legge fatta apposta per togliere un altro po’ di democrazia e di potere ai cittadini . Se verrà approvata, il compito di verificare l’autenticità delle firme per i referendum non sarà più dei consiglieri comunali e provinciali ma solo dei sindaci e dei funzionari da loro delegati.
    Anche i bambini capiscono che in questo modo il potere dei partiti sulla possibilità di indire referendum si moltiplicherà. I quesiti che non piacciono né al Pd né al Pdl verranno semplicemente fucilati dai primi cittadini. E di quesiti di quel genere ce ne sono tanti anche in tempi normali, quando non stanno come adesso nella stessa maggioranza.
    Altra logica dietro la presentazione di questa legge non ci può essere. Perché mai affidare il potere di convalidare le firme solo ai sindaci dovrebbe garantire un miglior controllo, infatti, lo sa solo Franceschini.
    Così in realtà si toglie la principale caratteristica alla raccolta di firme: il volontariato. Infatti sono perloppiù volontari i cittadini che si adoperano per spiegare i quesiti e chiedere le firme, e lo fanno per senso civico e passione politica. I sindaci non potranno stare appresso a tutti i banchetti e i funzionari vorranno essere pagati per gli straordinari. Da chi? Dai Comuni che sono senza risorse? Dai volontari promotori? Anche se fossero solo 15 euro a banchetto si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro che nessun comitato promotore formato solo da cittadini sarebbe in grado di pagare.
    Qualche giornale ha scritto che questo è un dispetto all’Italia dei Valori. Non è vero. La norma ammazza-referendum è un dispetto fatto proprio a quei cittadini che grazie alla raccolta firme referendaria hanno bocciato il nucleare, difeso l’acqua e i beni pubblici, affondato le leggi ad personam, chiesto di poter votare con una legge elettorale democratica.
    Non sono tutti elettori dell’IdV. Sono di tutti i partiti, moltissimi del Pd ma molti anche del Pdl. Senza contare coloro, e sono numerosissimi, che non si sentono rappresentati da nessun partito. E’ a tutti loro che il capogruppo democratico vuol fare non un dispetto ma un gravissimo torto.
    A loro e alla democrazia, di cui in questo Paese tutti i partiti parlano ma sembra che pochi la sopportino. Prima si sono fatti una legge elettorale che riempie il Parlamento di nominati invece che di eletti dal popolo. Ci vorrebbero non più di due settimane per cambiarla e ripristinare, per prima cosa, le preferenze. Diciamo le cose come stanno: se non lo si fa è perché a quasi tutti i partiti il potere di nominare i parlamentari va benissimo.
    Poi è arrivato un governo composto da persone anche loro nominate e non elette da nessuno. Quindi quel governo ha imposto una manovra pesantissima, che cambia la vita di milioni di italiani, praticamente senza passare per il Parlamento. Adesso vogliono togliere anche quel poco di democrazia diretta che c’è grazie ai referendum.
    Io non voglio fare troppa polemica, ma mi permetto di dire a Dario Franceschini che non è così che si salva l’Italia. Così, amici del Pd, la si condanna.

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    vado anch’io a Roma il 10 settembre 2011 per la democrazia in Italia

    15 Agosto 2011 // Nessun commento »

    di Paolo

    sembrava pochi giorni fa, ma era l’8 settembre 2007 in cui abbiamo raccolto le firme Parlamento Pulito. Nella mia città, Rovereto, ne abbiamo raccolte 2000. In un solo giorno. Un evento eccezionale.

    http://www.cittadinirovereto.it/discussione/index.php?topic=646.0

    parlamento-pulito

    E così in tutta Italia, 350.000 firme raccolte in un solo giorno. E da allora, sono passati 4 anni e quella proposta non è mai stata discussa in parlamento.

    E’ indegno in una democrazia, dove il popolo è SOVRANO, non i loro rappresentanti…

    Quindi il 10 settembre 2011 andrò a Roma in gita, ad aiutare Beppe Grillo a ricordare ai nostri indegni rappresentanti, di ascoltare gli unici titolari del potere nelle democrazie, il popolo.

    Qui l’organizzazione di un bus dal trentino alto adige

    Chi vuole partecipare dal trentino mi contatti

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    Gorizia: il 12 giugno referendum sulla democrazia diretta, sabotato dall’amministrazione

    10 Giugno 2011 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    certo che ai nostri amministratori, avvinghiati con le unghie al potere la fantasia e una certa dose di sadismo non manca.

    A Gorizia il 12 giugno 2011, sono al voto, insieme ai referendum nazionali anche i referendum comunali, tra i quali quello importantissimo che chiede di abolire il quorum. Tutto bene? Eh, le apparenze spesso ingannano. Ecco come descrive la situazione paradossale Stefano Santarossa:

    Il sindaco di Gorizia Romoli:

    ettore-romoli

    A Gorizia il Sindaco Romoli ha deciso di restringere i tempi per il voto ai referendum goriziani per la sola giornata di domenica 12 giugno dalle 8 alle 20. Infatti, diversamente da quanto accade per i referendum nazionali per i quali il voto è previsto dalle 8 alle 22, e lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15. A questo si aggiunge la paadossale situazione per cui i seggi non si trovano nelle stesse stanze. Oggi l’elettore goriziano non è a conoscenza di quando e dove potrà votare.

    Nulla l’amministrazione comunale ha fatto per permettere ai cittadini di conoscere i contenuti dei referendum ma ciò che è più grave è di aver ostacolato il cittadino nella possibilità di esercitare il voto nelle due giornate come aviene per i quattro referendum nazionali.

    Come ha affermato oggi Emma Bonino “mancano solo i fili spinati per impedire ai goriziani di avvicinarsi ai seggi elettorali”.

    Autore:

    Stefano Santarossa – Presidente Associazione Radicali Friulani

    Qui ci sono i tre importanti quesiti al voto:

    http://www.paolomichelotto.it/blog/2011/04/28/referendum-comunali-per-avere-strumenti-di-democrazia-diretta-a-gorizia-abbinati-ai-referendum-nazionali-del-12-giugno-2011/

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    uno striscione da ogni balcone: Berlusconi dimettiti!

    7 Febbraio 2011 // 6 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    dimettiti

    Berlusconi è un enorme problema per la democrazia in Italia.

    1. è stato membro della loggia massonica P2 che aveva come scopo proprio quello di sovvertire la democrazia in Italia;

    2. ha ottenuto il monopolio della tv e quindi sull’informazione di massa (più del 90% degli italiani si informa solo con la tv), corrompendo con il denaro Craxi – in nessun stato democratico del mondo esiste un monopolio dei media e in nessun stato democratico un leader politico ha una tv – lui le ha tutte;

    3. ha preso il più grande gruppo editoriale italiano, la Mondadori, corrompendo i giudici, come dimostra il caso Mills;

    4. mina uno dei principi fondamentali degli stati moderni, quello della divisione dei poteri, attaccando ogni giorno il potere giudiziario, togliendo fondi, creando leggi che lo indeboliscono, delegittimandolo;

    5. ha mostrato che il potere del denaro riesce a prendere il potere politico;

    6. si è creato più di 80 leggi ad personam, che vanno contro l’interesse collettivo;

    7. ha fatto eleggere servi e serve fedeli con il miraggio del potere e dei soldi, ma che non rappresentano minimamente il popolo italiano – ha tolto con la legge elettorale agli italiani la possibilità di indicare i candidati da eleggere e ora tutti i mille parlamentari sono indicati dai 6-7 segretari di partito;

    8. ha distrutto la divisione dei poteri esecutivo e legislativo che ora sono tutti strettamente nelle sue uniche mani;

    9. mente ogni giorno agli italiani, ai giudici, e dà un terribile esempio che durerà anni;

    10. grazie alla propria forza economica decide completamente da solo e per i propri interessi personali economici e giudiziari.

    11. ha sempre avuto forti collegamenti con la mafia. Aveva un capo mafioso alle sue dipendenze ad Arcore:  Mangano. Il Co-Fondatore di Forza Italia Dell’Utri e suo braccio destro è stato condannato in secondo grado per mafia, numerosi pentiti di mafia lo indicano come referente della mafia dal 1993. Alcuni addirittura lo indicano come mandante delle stragi di mafia del 92-93.

    12. ed ora nella sua parabola discendente come uomo e come statista, commette anche reati comuni minori, come la concussione e lo sfruttamento di prostitute minorenni, rivendicando il suo essere sopra le leggi.

    Questi sono alcuni dei motivi per cui chi ha a cuore una democrazia migliore e più compiuta, deve urlare con tutto il proprio cuore: “Dimettiti!”

    Anche con uno striscione. Quando dai balconi saranno appesi migliaia, milioni di inviti a dimettersi, non potrà più ignorarci. Le sue dimissioni verranno solo se noi cittadini oseremo farci sentire, tutti insieme. Questo è un piccolo passo che tutti possiamo compiere, nessuna iniziativa è inutile. L’unica cosa che non possiamo fare è rimanere solo spettatori.

    Condividi la tua foto in questi link:

    http://temi.repubblica.it/micromega-online/contagio-democratico/?com=16107

    http://www.indignati.org/

    http://www.facebook.com/event.php?eid=106585336083031

    http://www.facebook.com/home.php?sk=group_168306996548480

    http://www.facebook.com/event.php?eid=186905734664700

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    i “rappresentanti” votano quasi all’unanimità per mantenersi il vitalizio

    10 Novembre 2010 // 1 Commento »

    antonio borghesidi Paolo Michelotto

    è accaduta una cosa interessante, se riusciamo a guardarla con occhio distaccato.

    La domanda che a volte ci siamo tutti posti era: “i nostri rappresentanti rappresentano davvero gli interessi dei cittadini?“. Finora ci potevano essere varie opinioni a riguardo, ma erano appunto opinioni.

    Ora è emerso un fatto, ottenuto da un “esperimento”, che se fosse stato organizzato da un gruppo di sociologi interessati a trovare scientificamente la risposta, non avrebbe potuto risultare più chiaro ed univoco.

    L’esito è brutale. I nostri “rappresentanti” in realtà al 94,8% pensano ai loro interessi privati e non a quelli dei cittadini che li hanno eletti. Ossia i nostri “rappresentanti” non sono PER NIENTE nostri rappresentanti.

    Ecco “l’esperimento scientifico”. Il 21 settembre 2010 alla Camera dei Deputati, il Deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori (onore al merito) ha proposto l’abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, considerato “iniquo” rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. Presenti: 525; Votanti: 520; Astenuti: 5; Maggioranza: 261. Hanno votato “sì” in 22; hanno votato “no” in 498.

    498 diviso 525 uguale 94.8% dei deputati ha votato per mantenersi il privilegio contro gli interessi del popolo dei cittadini che li ha eletti.

    Gli unici ad aver votato SI sono i 22 deputati dell’Italia dei Valori.

    Qui le votazioni complete con tutti i nomi dei votanti (ricordiamoci i loro nomi, è facile sono tutti meno i 22 dell’IDV):

    http://parlamento.openpolis.it/votazione/index/id/33629/sf_highlight/vitalizio

    Qui il testo della proposta di legge dell’onorevole Antonio Borghesi, con il video e con le risposte di altri parlamentari

    http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=314&Itemid=35

    Qui ci sono altri dati molto interessanti sui privilegi dei vitalizi dei parlamentari

    http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=29493

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    woodstock, la speranza e la democrazia

    27 Settembre 2010 // 1 Commento »

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    di Paolo Michelotto

    per usare una parola ripetuta decine di volte da Beppe Grillo, i due giorni di Cesena del 25 e 26 settembre 2010,  sono stati STRAORDINARI. Musica di ottimo livello per tutti i palati, dai più raffinati ai più giovanili e arrabbiati. Una organizzazione impeccabile, con raccolta differenziata spinta di tutti i rifiuti, un’autobotte con acqua gratuita pubblica, il parco che ci ospitava splendido e grande il giusto, lo spazio caravan ottimale e lo spazio tende grandissimo. Il presentatore d’eccezione era Beppe, che alternava interventi musicali, con interventi di premi Nobel, improvvisazioni canore sue assieme ai gruppi (tra l’altro ha una buona capacità canora alla Joe Cocker) blues e rock, duetti su pianoforte con vari artisti. Anche il clima meteo ha aiutato e non ha piovuto per entrambi i giorni, nonostante le previsioni dei giorni precedenti. I volontari erano tantissimi, le persone arrivate da tutta Italia, una marea. Beppe ha parlato di 70.000 persone, Il Fatto Quotidiano di 100.000, la questura di 2900 persone (e quando Beppe ci diceva i dati della questura, c’erano boati di risate). Tante proposte, tante famiglie, tantissimi bambini, tante energie, tante speranze. Da questo MoVimento può nascere una speranza per la democrazia, le energie e le emozioni ci sono. Le cose da migliorare sono la democrazia interna. Per ora tutto è deciso dal leader carismatico Beppe Grillo, anche se pubblicamente lui nega questo suo ruolo. Il luogo della manifestazione, le date, gli artisti che si esibivano, gli interventi degli ospiti, i temi di cui si è parlato, lo statuto del MoVimento, la Carta di Firenze. Tutto era stato deciso da lui e dai suoi stretti collaboratori. Tutti temi che tutti i presenti condividevano, ma a cui non è stata chiesta l’opinione. Ma questo MoVimento, con tutti i suoi limiti di giovinezza ed improvvisazione, è ancora il più democratico movimento politico in Italia (tra le sue proposte i referendum propositivi e abrogativi senza quorum), c’è la possibilità e la speranza che germogli al suo interno la vera democrazia. Intanto c’è stata una iniezione di divertimento e speranza.

    Qui le foto dell’amica Milena Bertagnin scattate nell’arco dei due giorni.

    http://gallery.me.com/milenabertagnin#100194

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    Il potere al popolo: libro di Yves Sintomer

    3 Agosto 2010 // Nessun commento »

    il potere al popolodi Paolo Michelotto

    ho letto in questi giorni l’ultimo libro pubblicato in Italia di Yves Sintomer. Questo professore di Sociologia dell’università di Parigi VIII, ha scritto saggi sui Bilanci Partecipativi in Europa, sul BP di Porto Alegre e molti altri sulla democrazia partecipativa. Ma in questo libro fa un passo ulteriore. Parla sistematicamente delle assemblee di cittadini estratti a sorte.

    Inizia facendo un’analisi dettagliata della crisi del sistema rappresentativo. Poi racconta come il sorteggio sia stato usato nella storia per selezionare i governanti di città e paesi. Partendo da Atene dove il sorteggio era consuetudinario sia nella scelta dei “parlamentari”, che nella scelta dei “governanti”. Il percorso prosegue a Firenze e a Venezia dove si alternava il sorteggio all’elezione, con meccanismi complicati, ma che assicuravano che il potere fosse distribuito sia per merito che per “sorte”. Sintomer poi racconta come sia nata la consuetudine dei giurati dei tribunali, quali siano le motivazioni per questa scelta di rottura con il passato, prima in Gran Bretagna, poi in USA, poi in Francia e in altri paesi.

    Il capitolo migliore e più sviluppato è quello dove l’autore racconta le esperienze che conosce molto bene per averle vissute direttamente delle giurie dei cittadini, del sondaggi deliberativi americani e britannici, delle assemblee cittadine del Canada e delle consensus conferences danesi. Vengono anche raccontate le esperienze berlinesi dove cittadini estratti a sorte hanno deciso a livello di quartiere i progetti da finanziare e solo accennate purtroppo alle esperienze dell’arrondissement 20 di Parigi dove 1/3 dei rappresentanti viene eletto, 1/3 è costituito da membri di associazioni, e 1/3 è costituito da cittadini estratti a sorte.

    Infine il capitolo conclusivo “Rinnovare la democrazia” fa una sintesi delle possibilità offerte dal sorteggio per rinnovare, rinforzare, legittimare la democrazia e restituirle quel significato originario che aveva “il potere al popolo”.

    Termina una ricca bibliografia su cui continuare la propria ricerca su questi argomenti.

    Libro innovativo, da leggere con attenzione. Edizioni Dedalo 16 Euro, 220 pagine.

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    Gli amministratori di Rovereto votano per rendere più difficili i referendum

    8 Maggio 2009 // Nessun commento »

    democracy_challenge

    democracy_challenge

    di Paolo Michelotto

    gli amministratori cominciano ad aver paura dei cittadini. l’11 ottobre 2009 i cittadini di Rovereto voteranno 4 referendum comunali per chiedere maggiore democrazia. Gli amministratori hanno già iniziato a tutelarsi per il futuro.

    Infatti la prossima settimana i consiglieri di Rovereto voteranno per alzare il numero di firme necessarie per iniziare un referendum. Dalle attuali 600 passeranno al 6%.
    Sembra un innocente modifica di poco conto, invece si passerà dal 2% degli elettori agli altre 1800
    Questi amministratori voteranno per triplicare la fatica dei cittadini che vogliono poter dare voce ai loro concittadini.

    Ricordiamo che per presentare una lista alle elezioni comunali, ossia per loro stessi, i partiti e le liste civiche devono raccogliere solo 250 firme.
    E poi governano per 5 anni e amministrano 133 milioni di euro l’anno.
    Ma ai cittadini che chiedono di consultare gli altri cittadini su un solo unico tema, chiedono 7 volte tanta fatica e impegno.

    Qui maggiori dettagli:

    http://www.cittadinirovereto.it/diario/i-consiglieri-comunali-votano-per-triplicare-le-firme-necessarie-per-i-referendum/

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    buzzurri al potere:posso palpare un po’ la signora?

    5 Maggio 2009 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    la casta politica italiana, ha perso ogni contatto con la realtà. Cose così non sarebbero tollerate se i cittadini avessero voce reale nel governo del nostro paese. Obama e Sarkozy avessero detto così sarebbero già stati dimissionati a furor di popolo e ancor prima sarebbero stati demoliti dai media. Ma serve informazione libera (fa onore ai trentini che il video sia di TCA) e strumenti che diano forza ai cittadini. I nostri rappresentanti non ci rappresentano più. Berlusconi è il caso più eclatante, più pagliaccesco, ma moltissimi amministratori si comportano come lui, pensano di essere al di sopra della moralità e delle regole civiche. Ma non rassegnamoci, è proprio quello che vogliono. A Rovereto con il Referendum Day dell’11 ottobre 2009 partiamo dal basso a riformare la nostra democrazia, proponiamo di abolire il quorum, e così facendo spalanchiamo la porta della democrazia, quella vera. 10 – 100 – 1000 Referendum Day come a Rovereto. E a Bolzano il 25 ottobre 2009 accade una cosa analoga

    Postato in crisi dem. rappresentativa

    Meno casta più democrazia: le cifre di uno scandalo italiano

    8 Febbraio 2009 // 2 Commenti »

    fabbrini

    fabbrini

    di Paolo Michelotto

    riporto un articolo apparso oggi su L’Adige e scritto da Sergio Fabbrini (tra i maggiori studiosi europei della politica americana, è professore di scienza politica e direttore della Scuola di studi internazionali all’Università di Trento, direttore della “Rivista italiana di scienza politica” e visiting Professor alla University of California di Berkeley).

    Politica e costi
    Meno casta più democrazia – SERGIO FABBRINI

    Bene ha fatto Pierangelo Giovanetti a sollevare il problema dei costi della politica democratica. Ancora meglio hanno fatto i consiglieri provinciali del Partito democratico ad accettare la sua proposta di trasferire l’incremento «automatico» della loro indennità in un fondo di solidarietà. Tuttavia, ciò non basta. Occorre fare molto di più. Contrariamente a ciò che pensano alcuni, sono coloro che amano la democrazia, e non i demagoghi, che rivendicano la necessità di istituire una politica sobria ed essenziale. Costoro sanno che la politica serve. E, per questa ragione, vogliono riformarla per salvarla dal disprezzo populista. Abbiamo bisogno della politica. Ma, ancora di più, abbiamo bisogno di una buona politica. L’autonomia istituzionale dovrebbe servire a questo: perseguire la buona politica, a prescindere da ciò che fanno o ci farebbero fare gli altriP er questo motivo, non basta rinunciare ad un incremento, ma occorre avere il coraggio di riformare l’intero sistema dei costi della politica. Spiego perché. In Italia, molto più che in altri Paesi, la politica ha dato vita ad una vera e propria «casta», insediata nella molteplicità di posizioni pubbliche da cui si prendono decisioni rilevanti collettivamente, finanziata dalla spesa pubblica, generosissima nel sostenere economicamente le proprie attività. Se si considerano i paesi con popolazione comparabile all’Italia, le dimensioni ipertrofiche di tale «industria italiana della politica» appiano subito evidenti. Basti pensare che i rimborsi elettorali in Italia (200 milioni di euro, per una popolazione di 58 milioni di abitanti) sono quasi il doppio di quelli che ricevono i partiti in Germania (133 milioni di euro, per una popolazione di 82 milioni di abitanti), sono quasi tre volte superiori a quelli che ricevono i partiti in Francia (73,4 milioni di euro, per una popolazione di 64 milioni di abitanti), sono più di tre volte più alti di quelli che ricevono i partiti in Spagna (60,7 milioni di euro, per una popolazione di 45 milioni di abitanti), sono incomparabilmente più alti di quelli che ricevono i partiti in Gran Bretagna (9,3 milioni di euro, per una popolazione di 60 milioni di abitanti). Se poi si considerano gli Stati Uniti con i loro 302 milioni di abitanti, si vede che i partiti di quel paese ricevono molto meno (149,6 milioni) di ciò che ricevono i nostri partiti. (continua…)

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    La società sparente: la politica e la corruzione in Calabria

    6 Gennaio 2009 // Nessun commento »

    la societa sparente

    la societa sparente

    di Paolo Michelotto

    riporto qui il libro scaricabile in versione pdf. Non si trova più nelle librerie e l’editore ha deciso così di continuare a farlo leggere. Questo è anche un mio omaggio al coraggio dei due autori. Racconta di come funziona la politica, la ndrangheta, la corruzione in Calabria. E’ una descrizione terribile di come può degenerare una democrazia rappresentativa, in cui una elite di politici, di massoni e di delinquenti si spartisce il potere e ai cittadini non viene lasciato nulla.

    Qui per scaricarlo.

    Download La società sparente Version 1

    Ecco la descrizionedi Massimiliano Sorrento
    19 Dicembre, 2008
    Scaricabile gratis “La società sparente”, libro su De Magistris e l’oscura Catanzaro, la corruzione in Calabria, ‘ndrangheta, politica e massoneria deviata

    Pubblichiamo in pdf il testo della seconda edizione di “La società sparente” (Neftasia Editore), di Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio. Misteriosamente scomparso, il volume, con prefazione di Gianni Vattimo e Angela Napoli, racconta la vicenda dell’ex pm Luigi De Magistris, la Calabria della corruzione, l’impegno dei movimenti civili a favore del magistrato, le indagini a carico dei consiglieri regionali, la sparizione della società calabrese, delitti e omicidi impuniti alla punta dello Stivale italiano. (continua…)

    Postato in crisi dem. rappresentativa, documenti recensiti

    L’election day del 6 giugno 2009 e referendum il 13 giugno 2009: tentativo evidente di far fallire i referendum

    30 Dicembre 2008 // 24 Commenti »

    quorum

    quorum

    di Paolo Michelotto

    i referendum nazionali italiani richiedono il quorum del 50%. In Svizzera non c’è quorum, in 26 stati degli USA non c’è quorum, in Italia sì.

    Questo è un meccanismo introdotto dalla classe politica al momento della nascita della costituzione, per tutelare il proprio potere. Infatti minoranze di no che accolgono l’invito al boicottaggio che sempre chi governa fa, fanno invalidare abitudinalmente i referendum.

    Ecco una lettera di Gianluigi Mannucci inviata al Corriere alla rubrica di Beppe Savergnini, che evidenzia la cosa.

    L’«election day» scippa il referendum

    Caro Beppe,
    in questi giorni gli organi d’informazione si sono occupati del ministro dell’Interno Roberto Maroni per l’anniversario della fondazione della sua «band» musicale. Forse avrebbero fatto bene a parlare dell’attacco alla democrazia che il predetto sta compiendo per conto di un’altra «band». Il nostro ha infatti deciso un election day per amministrative ed europee il 6 giugno. Ma per il referendum, già rimandato di un anno, la data è il 13 giugno. Che election day è questo, se si va alle urne due volte? Ebbene, il referendum in questione è quello con cui si chiede:
    1) che le preferenze siano date dagli elettori e non dai partiti (che poi sceglieranno persone meritevoli, oppure, guarda caso, affaristi senza scrupoli)
    2) che si metta fine ai governi di coalizione (cioè a quella cosa «italica» che rende possibile a partiti coalizzati con il 2% di far cadere i governi, e alla Lega Nord di imporre a un intero Paese le sue visioni e/o farneticazioni).
    Allora la cosa è chiara: se si va alle urne il 6 giugno, saremo meno propensi a «rivotare» appena una settimana dopo, ciò è dimostrato. Se poi si tratta di un referendum (importantissimo, perché riguarda due punti che affrontano direttamente i problemi etici e politici del Paese), complicato da spiegare (ci vorrebbe una campagna lunga e paziente), la cosa è ultra-chiara: il ministro non vuole che il referendum raggiunga il quorum. Un gioco già riuscito altre volte. Ma stavolta il problema non è solo la spesa inutile per i contribuenti, il danno è soprattutto nell’ennesima mancata riforma di questo Paese.
    Grazie e auguri,

    Postato in crisi dem. rappresentativa, quorum, referendum

    Ecco perché l’Italia non è una democrazia

    15 Dicembre 2008 // Nessun commento »

    assenza di democrazia in italia

    assenza di democrazia in italia

    di Paolo Michelotto

    Margherita Fabbri e Diego Galli con la collaborazione di Valeria Franchitti, Benedetto Motisi e Sara Tescione hanno realizzato un dossier molto accurato sulle disfunzioni della democrazia italiana. Si intitola “Ecco perché l’Italia non è una democrazia.” E’ è scaricabile gratuitamente in forma digitale in questo post. Questo dossier era stato dato a tutti i partecipanti al BarCamp Esperimenti sulla Democrazia, sulla (non) democrazia tenutosi a Roma il 4 ottobre scorso. Sono cose note, affrontate in una moltitudine di libri e di articoli, ma questa è una sintesi chiara, che racchiude i fatti, le citazioni e i casi più significativi. E’ un libro utile per chi affronta lo studio della democrazia diretta, perchè mostra come un paese in cui i cittadini non possono praticamente mai pronunciarsi sulla gestione della vita pubblica, possa gradualmente decadere e ridurre via via la democrazia al suo interno. Mostra che la democrazia rappresentativa in forma quasi pura come in Italia, porta inevitabilmente al fallimento civico. Consiglio la lettura di tutto il libro, io ho particolarmente apprezzato i capitoli sull’informazione, sulla giustizia e sui referendum.

    Download Ecco perché l'Italia non è una democrazia Version 1

    Ecco i capitoli e alcune precisazioni di Margherita, uno degli autori. (continua…)

    Postato in crisi dem. rappresentativa

    Senza uguaglianza la democrazia è un regime

    2 Dicembre 2008 // Nessun commento »

    gustavo zagrebelsky

    gustavo zagrebelsky

    di Paolo Michelotto

    riporto l’articolo scritto da GUSTAVO ZAGREBELSKY ex-presidente della Corte Costituzionale per il quotidiano La Repubblica il 26-11-08. E’ un grido di allarme sul futuro della democrazia in Italia.

    Senza uguaglianza la democrazia è un regime

    Repubblica – 26 novembre 2008 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA
    Regime o non-regime? Un confronto su questo dilemma, pur così tanto determinante rispetto al dovere morale che tutti riguarda, ora come sempre, qui come ovunque, di prendere posizione circa la conduzione politica del paese di cui si è cittadini, non è neppure incominciato. La ragione sta, probabilmente, in un’ associazione di idee. Se il “regime”, inevitabilmente, è quello del ventennio fascista, allora la domanda se in Italia c’ è un regime significa se c’ è “il” o “un” fascismo; oppure, più in generale, se c’ è qualcosa che gli assomigli in autoritarismo, arbitrio, provincialismo, demagogia, manipolazione del consenso, intolleranza, violenza, ecc. Così, una questione seria, anzi cruciale, viene attratta sul terreno, che non si presta all’ analisi, della demonizzazione politica, funzionale all’ isteria e allo scontro. (continua…)

    Postato in crisi dem. rappresentativa