di Paolo Michelotto
ricevo da Thomas Benedikter e volentieri pubblico un approfondimento sul referendum con voto postale che si è tenuto a Mals/Malles (BZ) a fine agosto 2014 per una durata di 2 settimane.
Malles: un voto referendario innovativo
Il Comune di Malles (Val Venosta, Alto Adige) nelle ultime due settimane di agosto ha vissuto un nuovo tipo di referendum, sia nel quesito sia nel metodo. Per la prima volta gli elettori di un comune di questa provincia si sono potuti esprimere sull’uso dei pesticidi nell’agricoltura, specie nelle piantagioni di meli, accogliendo con grande maggioranza (75,68%) la proposta dei promotori, cioè quella di introdurre un regime più severo per l’utilizzo degli anticrittogamici sul territorio di Malles.
E per la prima volta i cittadini di un comune sudtirolese si sono avvallati del voto postale, cioè potevano votare in un arco di due settimane servendosi dell’apposita scheda e busta di votazione recapitata da parte dell’ufficio elettorale. Questo metodo, già assodato in vari altri paesi, non solo ha consentito ai cittadini di occuparsi tranquillamente del voto a casa, dopo la lettura dell’opuscolo di informazione inviato dal Comune, ma in pratica ha consentito a più persone di votare, tant’è vero che la partecipazione ha sfiorato il 70%.
Le innovazioni di questa tornata referendaria di Malles non si fermano qui, ma vanno menzionate, oltre il voto postale, altre sei:
Le votazioni referendarie a Malles, secondo lo statuto, sono tutte a effetto vincolante, cioè l’amministrazione è obbligata ad applicare la decisione dei cittadini. In altri comuni della provincia tuttora si continua a svolgere referendum “consultivi” non vincolanti.
Il Comune di Malles ai suoi cittadini ha riconosciuto entrambi i diritti referendari principali: l’iniziativa popolare e il referendum confermativo. L’iniziativa per votare su una proposta promossa dai cittadini, il referendum confermativo per decidere sull’entrata in vigore di una delibera presa o dalla Giunta o dal Consiglio comunale.
Il quorum di partecipazione è stato ridotto al 20%, soglia piuttosto innocua che non si presta ad eventuali campagne di boicottaggio.
Le firme per un’iniziativa popolare possono essere raccolte liberamente, cioè non devono essere autenticate da un ufficiale pubblico o da un rappresentante politico, basta invece la delega da parte del sindaco di un semplice cittadino.
Tutti gli aventi diritto al voto referendario (inclusi i 16enni) assieme ai documenti di voto hanno ricevuto l’opuscolo ufficiale di votazione, in cui sono spiegati il quesito, le informazioni utili e il vademecum della votazione. Inoltre sia i promotori (www.hollawint.com) sia gli oppositori del divieto dell’impiego di pesticidi (federazione degli agricoltori convenzionali) hanno avuto due pagine per illustrare le proprie ragioni. La redazione di questo opuscolo è stata curata dalla Commissione per lo svolgimento dei referendum.
Infine il Consiglio comunale avrebbe anche avuto la possibilità di portare a votazione una sua controproposta. Se l’avesse fatto, i cittadini avrebbero potuto scegliere fra due proposte alternative.
Tutto sommato Malles con il suo giovane sindaco Ulrich Veith (SVP) si presenta come un comune aperto ad un nuovo tipo di partecipazione dei cittadini che considera un buon regolamento dei referendum comunali come condizione essenziale per far funzionare la democrazia diretta.
Per approfondire lo statuto comunale di Malles:
di Paolo Michelotto
il referendum popolare che si è tenuto a Mals/Malles (BZ) dal 22 agosto al 5 settembre (esatto, per una durata di 15 giorni) usando per la prima volta in Italia il metodo del voto postale (diffuso da anni in Svizzera insieme al voto tradizionale al seggio ed esclusivo da anni in Oregon – USA) si è concluso con una partecipazione molto alta il 69%.
Il metodo di voto usato è quello postale, che finora non è stato adottato da nessun altro comune in Italia. Ed è un peccato, visto l’affluenza ottenuta e il molto probabile risparmio dovuto alla non necessità di allestire i seggi e di pagare il personale per una intera giornata. Prossimamente cercherò maggiori dettagli e notizie. Questo è un fatto storico per l’Italia, innumerevoli volte gli amministratori si sono lamentati che i referendum costerebbero troppo. Ecco la risposta concreta, introdurre il voto postale e togliere il quorum (a Malles è ancora al 20%). L’affluenza è stata quindi del 69%.
A mia memoria non c’è mai stata una partecipazione al voto così alta in qualche comune italiano.
Il tema a votazione era l’abolizione dei fitofarmaci e dei pesticidi a Mals/Malles.
Il 75% dei votanti ha deciso di toglierli.
Quindi ulteriore buona notizia all’interno di una buona notizia!
Riassumendo, l’esempio di Mals/Malles ci dice che per risparmiare soldi dei contribuenti ed aumentare l’affluenza la voto occorre:
1. togliere il quorum (o abbassarlo al massimo)
2. introdurre il voto postale
Gli amministratori e cittadini italiani dovrebbero studiare ed applicare questo esempio.
Qui ulteriori dettagli sullo Statuto, sul Regolamento dei Referendum e sul Libretto Illustrativo inviato nelle case di tutti i cittadini con diritto al voto.
di Paolo Michelotto
grazie alla segnalazione dell’amico Emanuele Sarto, riporto sul blog la bella notizia di questo Referendum Popolare che si tiene a Mals / Malles (BZ) (5000 abitanti) in questi giorni. La bella notizia è:
- il tema del referendum “divieto di prodotti fitosanitari fito sintetici” importantissimo in quelle zone a forte vocazione alla frutticultura (mele albicocche, fragole, frutti di bosco).
- il fatto che votano i maggiori di 16 anni
- il fatto che votano per posta e questo segna un precedente storico per l’Italia. Molte amministrazioni mi avevano detto che dopo aver sentito esperti e prefetti avevano stabilito che ciò non era possibile. Ma se l’ha fatto il comune di Mals, allora è possibile in tutti i comuni Italiani. Invito quindi questi amministratori a prendere visione del regolamento di Mals /Malles oppure a telefonare agli amminstratori di quel comune per capire come fare.
scarica qui lo Statuto Comune Malles (1060)
scarica qui il Regolamento Referendum Popolare Comune Malles (991)
- il fatto che si vota per 15 giorni, dal 22 agosto al 5 settembre 2014. Anche questo un precedente in Italia.
- il fatto che il quorum è del 20%, purtroppo ancora presente, ma molto basso, rispetto alla situazione normale dell’Italia dove il quorum nei comuni è del 50%. Questo significa alta probabilità di successo del referendum.
- il fatto che il referendum è vincolante. Ossia è un referendum propositivo.
- il fatto che a tutte le famiglie è stato mandato l’opuscolo informativo con chiare spiegazioni su come votare e le ragioni del SI e del NO.
scarica qui l’Opuscolo Informativo Referendum Popolare Malles 2014 (1047)
Insomma un bell’esempio da studiare e replicare il prima possibile nel resto d’Italia. (Magari portando il quorum zero, queste le ragioni).
Mals / Malles (BZ) dista 10 km dalla Svizzera… e il suo sindaco ha lavorato parecchi anni in Svizzera e conosce bene gli strumenti di democrazia diretta lì usati…
nella provincia di Bolzano a pochi mesi dalle elezioni provinciali dell’autunno 2013, la SVP ha approvato con la sua sola maggioranza e senza tenere conto delle richieste dei cittadini, una brutta nuova legge sulla democrazia diretta. Le ragioni per cui è una brutta legge sono riportate alla fine del post (doppia raccolta firme 8000 + 26000 firme – non si possono fare referendum su tasse e tributi, su stipendio degli amministratori, sugli atti della giunta etc).
Però sono interessanti 2 novità uniche nel panorama italiano che possono essere copiate anche da altri enti locali:
1. Quorum zero nei referendum provinciali
2. La possibilità di raccogliere online le firme per iniziare il referendum
Su questo secondo innovativo punto, nella legge provinciale “Partecipazione civica in Alto Adige” nell’art 11 è scritto:
Art. 11
Sistema di raccolta delle firme di sostegno on-line
1. La Provincia autonoma di Bolzano promuove l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche per rafforzare la partecipazione dei cittadini e delle cittadine ai processi decisionali democratici nonché l’esercizio dei diritti politici e civili, sia individuali che collettivi, in ogni caso nel rispetto degli standard di sicurezza in- ternazionali relativi alle suddette tecnologie informatiche atte a tutelare l’ordinamento democratico e la personalità dei cittadini e delle cittadine nell’ambito dell’elaborazione automatica dei dati personali nonché la sfera privata in internet.
2. Il sistema di raccolta delle firme on-line fa riferimento, per quanto riguarda gli aspetti giuridici, operativi e tecnici, alla raccomandazione del Consiglio d’Europa Rec (2004) 11 e ai relativi allegati.
3. La Giunta provinciale emana, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, un regolamento di esecuzione con cui viene istituito in Alto Adige un sistema di raccolta delle firme on-line per la partecipazione dei cittadini, allo scopo di rendere il sistema di raccolta delle firme nel suo complesso più sicuro, più efficiente e più trasparente.
Questo testo piccolo pezzo della legge potrebbe essere preso d’esempio e studiato dal resto d’Italia.
Queste le ragioni per rifiutare tutto il resto della legge
No alla legge SVP, perché (di Stephan Lausch)
non prevede proprio questo strumento centrale della democrazia diretta: il diritto dei cittadini di respingere una legge prima che entri in vigore attraverso un voto referendario
prevede un numero di firme pressoché irragiungibile e addirittura una doppia soglia per acquisire il diritto al voto referendario
(8.000 + 26.000 firme).
Art. 10.2 e 13.4
decide la maggioranza di governo il periodo nel quale, entro brevissimo tempo, di debbano raccogliere le firme (26.000 firme p.e. in dicembre o in agosto.)
una commissione decide se la modifica di una proposta popolare da parte della maggioranza governativa rende superflua una votazione referendaria. Art. 13.3
con una controproposta la maggioranza governativa può impedire che una delle due proposte ottenga più voti di quanti sono quelli che respingerebbero entrambe: i voti a favore, infatti, così si distribuirebbero sulle due proposte. Art. 16.2.
la maggioranza di una rappresentanza etnica nel Consiglio può impedire una votazione referendaria chiedendo il voto separato dei gruppi etnici in Consiglio. Art. 13.9a
la Giunta provinciale potrà anche in futuro, come ha già fatto in occasione del referendum 2009, manipolare l’informazione istitutionale (opuscolo referendario), visto che questa compete ad un ufficio che sottostà ad essa. Art. 19.1
il referendum propositivo è escluso sulle leggi più importanti: quelle che riguardano l’esercizio dei diritti politici nonché le leggi con le quali vengono stabiliti gli stipendi dei politici e le tasse. Art. 13.9b e Art. 6. 2ab
non possono essere svolte votazioni referendarie su delibere della Giunta solo in quei comuni che sono effettivamente interessate dalla decisione.
Questa la legge della SVP
legge svp democrazia diretta
Questa invece la legge che vorrebbero i cittadini
legge pensata dai cittadini sulla democrazia diretta
su segnalazione dell’amico Thomas Benedikter riporto qui sotto il nuovo statuto comunale di Malles (BZ) 5000 abitanti circa, divenuto effettivo nel luglio 2012. È molto interessante per le cose innovative che introduce sul tema della democrazia diretta e della partecipazione, quasi sconosciute nel resto d’Italia.
Ma prima di iniziare dalle virtù, elenco almeno 2 punti negativi.
1. Per iniziare un referendum occorre il 6% di firme (cifra comunque accettabile per Malles dove ci saranno circa 4000 elettori e quindi le firme necessarie sono circa 240)
2. Il quorum dei votanti fissato al 20% invece che zero ( ma anche qui, se i votanti sono circa 4000 persone, significa 800 voti)
Insomma due punti negativi ma almeno in parte giustificati dalla piccola dimensione del comune.
Invece i punti positivi sono parecchi:
1. Art. 37 dice che il cittadino può fare interrogazioni al sindaco e deve avere risposta entro 30 giorni.
2. Art. 38 parla di Assemblee dei Cittadini convocate almeno 1 volta l’anno dall’amministrazione. Se poi i cittadini ne vogliono una su un tema a loro caro basta che raccolgano 50 firme e l’amministrazione deve organizzarla entro 30 giorni.
3. Art. 39 è dedicato alle forme innovative di partecipazione. Istituisce un forum internet dove i cittadini possono discutere con l’amministrazione, 50 cittadini possono proporre una petizione che va discussa al primo consiglio comunale utile, viene introdotto il bilancio partecipativo.
4. Art. 40 sui referendum, dice che l’esito del referendum è vincolante, non può essere cambiato per almeno 3 anni, può essere circoscritto ad una parte di comune, si può fare sullo statuto, viene introdotto il referendum confermativo, il ref propositivo, l’amministrazione può fare una controproposta che viene votata lo stesso giorno del quesito formulato dal comitato referendario, viene introdotto il voto dei 16 enni.
Un ottimo statuto. Migliorabile ( mettere quorum zero, togliere alcune materie non referendabili es imposte, abbassare le firme al 2%, introdurre il voto postale, il voto agli stranieri residenti, abbinamento alle votazioni nazionali ed europee), ma già così forse il più democratico e partecipativo d’Italia.
Assolutamente da leggere da parte dei cittadini appassionati di democrazia diretta e dagli amministratori sensibili.
Qui puoi scaricare l’intero statuto in PDF (leggi gli articoli 37-38-39-40)
http://www.gemeinde.mals.bz.it/gemeindeamt/download/malles_venosta_1.pdf
Edit 10-09-13
Come dice Stefano in un commento all’articolo, non si può effettuare il referendum sullo Statuto, in base alla legge regionale.
Questo per Malles (BZ) dove grazie allo statuto dell’autonomia vale la legge regionale, per tutto il resto d’Italia vale il Tuel (Testo Unico Enti Locali) che all’art. 6 comma 4 dice:
4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie.
Quindi in realtà i cittadini non possono fare referendum per proporre lo statuto o il cambiamento di qualche articolo. Rimane da valutare se questo comma impedisce che i cittadini facciano un referendum confermativo dopo l’approvazione del Consiglio Comunale.
di Paolo Michelotto
a Bolzano il partito di maggioranza da sempre, la SVP ha creato la legge provinciale sulla Democrazia Diretta a pochi mesi dalle elezioni provinciali con i soli propri voti. Ed è stato un ulteriore esempio di come un partito al potere (in questo caso in Italia, ma ovunque nel mondo è così) riesce ad aggirare la volontà popolare, presentando una legge che apparentemente va nella direzione auspicata dai cittadini, ma che invece riesce a mantenere il potere nelle mani di chi già ce l’ha.
Ma a Bolzano fortunamente c’è un gruppo di cittadini “Iniziativa Più Democrazia” che dal 1995 si batte per avere gli strumenti di democrazia diretta funzionanti come in Svizzera, che prosegue nella sua battaglia.
Ora vogliono utilizzare lo strumento del referendum confermativo per abrogare la “brutta” legge sulla democrazia diretta e contemporaneamente usare “la legge di iniziativa popolare” per proporre una buona legge sulla democrazia diretta.
Ecco il testo inviato dal coordinatore storico del gruppo, Stephan Lausch, che molto lucidamente ripercorre i passi effettuati e propone i passi futuri. E’ un esempio per tutti noi della determinazione che occorre avere per ottenere questi strumenti. Come del resto era accaduto in Svizzera nel 1800, in USA ad inizio 1900 e in Baviera nel 1995. Nulla si ottiene per caso, specie quando si tratta del potere di gestione della cosa pubblica e di tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico.
Si parte
verso il primo referendum confermativo contro una legge provinciale inaccettabile!
“Ora decidono i cittadini!”
e lanciano una nuova iniziativa popolare per fare della proposta dei cittadini sulla democrazia diretta finalmente la base per una nuova e valida regolamentazione!
Vi invitiamo a partecipare al Comitato dei promotori
Cari compagni, care compagne di lotta per una regolamentazione valida sulla partecipazione politica dei cittadini in Alto Adige!
Abbiamo un lungo cammino alle spalle.
È iniziato nel lontano 1995 con una proposta di legge di iniziativa popolare che è stata addiritura accolta dal Consiglio regionale grazie ai voti di tre ribelli all’interno della SVP. La legge poi però, e probabilmente su pressione della stessa SVP, è stata respinta dal Governo italiano per una presunta incompatibilità con lo Statuto di Autonomia.
Nel 2003, potendoci questa volta rifare al nel frattempo riformato Statuto di Autonomia con il quale il Consiglio provinciale ha avuto la competenza di legiferare sui nostri diritti politici, abbiamo spinto con una nuova iniziativa popolare il Consiglio a varare la legge provinciale nr. 11, 2005 “iniziativa popolare e referendum”.
Nel 2007 abbiamo potuto lanciare sulla base di tale legge il primo referendum propositivo e dare con il sostegno di 26.000 firme a tutti i cittadini la possibilità di esprimersi nel voto referendario sulla nostra proposta di regolamentazione della democrazia diretta.
Nella votazione poi del 25 ottobre 2009 ben 114.884 cittadini e cioè quasi un terzo degli aventi diritto al voto hanno votato a favore della nostra proposta. Il referendum stesso è stato invalidato per ca. 7.000 schede mancanti per il raggiungimento del quorum del 40%;
Nel 2010 volevamo sollecitare il Consiglio provinciale con un nuovo referendum propositivo a realizzare quelle pur minime modifiche per rendere la legge del 2005 praticabile. Già allora abbiamo dovuto costatare che non ci potevamo aspettare dal disegno di legge elaborato dal consigliere Arnold Schuler una riforma accettabile della materia. Per la prima volta poi una richiesta referendaria su una tale materia è stata dichierata inammissibile da una commissione in base ad una interpretazione restrittiva dello Statuto di Autonomia;
Nel 2011 con 12.600 firme raccolte abbiamo così presentato nuovamente in Consiglio la nostra proposta che era stata votata dai cittadini nel 2009, proposta migliorata in alcuni punti in base all’esperienza fatta al voto referendario (prevedendo per esempio una particolare tutela delle minoranze etniche quando vanno al voto questioni di sensibilità etnica, un comitato redazionale indipendente responsabile per la stesura del opuscolo referendario istituzionale ed altro);
Nel 2012 abbiamo chiesto che i cittadini possano scegliere tra la nostra e la proposta SVP in un referendum consultivo. Tale richiesta è stata respinta dalla SVP così come essa ha affossato la nostra proposta di legge con i soli propri voti.
Con questa legge della SVP è stato si cancellato il quorum di partecipazione ed è stato introdotto il referendum su atti amministrativi, ma di riscontro è stata introdotta la doppia raccolta delle firme quadruplicando il numero delle firme rispetto al numero richiesto p.e. ora per il referendum confermativo (8.000), non prevedendo affatto proprio questo referendum che costituisce la metà della democrazia diretta (quella di controllo) ed altri strumenti importanti, dando inoltre a commissioni e ai rappresentanti politici la possibilità di evitare la votazione referendaria e a far naufragare la votazione facendo si che i SI vadino in minoranza suddividendosi su alternative fasulle. Questi sono solo le manchevolezze e le strategie di impedimento più evidenti di tale legge.
Soprattutto però questa legge stabilisce ora in modo esplicito che sulle regole della democrazia in futuro dovrà deliberare solo il Consiglio provinciale!
Tutto ciò è inaccettabile! Fin dalla primavera 2011 abbiamo fatto notare ai responsabili di tale legge in colloqui diretti queste manchevolezze. Non è servito a nulla! Hanno affermato che attualmente questo è il massimo concedibile ma che se ne potrà parlare nuovamente nell’era post-Durnwalder. Stiamo però attenti! Escludendo per legge i cittadini da ogni possibilità di presentare al voto referendario loro stessi delle proposte sul ordinamento democratico questi rimangono totalmente in balia della rappresentanza politica. Questa non sarà tenuta di prendere sul serio noi cittadini!
A lungo andare sarebbe la morte della democrazia!
Soprattutto anche per questo motivo ora lanciamo il referendum contro tale legge utilizzando così uno strumento che per fortuna ci spetta in base allo Statuto di Autonomia indipendentemente dal ordinamento provinciale della democrazia diretta (referendum che è stato previsto dal Parlamento italiano e non concesso da parte del potere politico locale!).
Ricordo qui solo gli elementi più importanti che caratterizzano questo cosiddetto referendum confermativo che in Alto Adige fin ora non è mai stato utilizzato mentre a livello statale ciò avvenne solo due volte (2001 und 2006):
Questa forma di referendum prevista dall’ art. 47 dello Statuto di Autonomia come strumento di controllo limitato alla formazione delle leggi sulla forma di governo, ovvero le leggi con le quali si stabiliscono le regole sul funzionamento della democrazia rispecchia perfettamente il referendum costituzionale attuabile solo sulle modifiche della Costituzione decise dal Parlamento;
Leggi che possono essere sottoposte a tale referendum non entrano in vigore per tre mesi a partire dalla loro pubblicazione sul bollettino;
Se entro questi tre mesi almeno sette consiglieri (se la legge è stata varata solo a maggioranza assoluta) e/o 1/50 degli aventi diritto al voto (ca. 8.000 firme da raccogliere nel nostro caso entro ca. metà settembre) chiedono con la propria firma il referendum, la legge entra solo in vigore se viene accolta a maggioranza nel voto. Il referendum è valido comunque, in esso decidono coloro che vanno alle urne!
Si passa al voto entro al massimo sette mesi dopo la pubblicazione della legge, nel nostro caso probabilmente allora in gennaio 2014.
Contemporaneamente vogliamo ripresentare in Consiglio provinciale la nostra proposta di legge che nella votazione referendaria 2009 è stata accolta dal 83% dei votanti, dicendo
NO alla legge impraticabile della SVP sulla “partecipazione” (con il REFERENDUM)
SI alla legge dei cittadini sulla democrazia diretta (con L’INIZIATIVA POPOLARE)
La legge 10/2002 chiede che siano almeno 30 promotori a presentare la richiesta di referendum confermativo. Fin ora hanno dato la loro disponibilità 25 persone che in maggior parte rappresentano organizzazioni che sostengono la nostra iniziativa.
Sarebbe un messaggio forte se i due comitati promotori si presentassero come per l’iniziativa legislativa popolare nel 2010 con 50-60 persone!
Rivolgiamo così a Voi l’invito di partecipare ai due comitati promotori!
Tutti sono benvenuti a farne parte (esclusi candidati alle elezioni provinciali dei quali speriamo di ricevere poi il sostegno nella nuova legislatura del Consiglio provinciale).
La legge rende d’obbligo che tutti i promotori siano materialmente presenti all’atto protocollare che si svolgerà presso il Consiglio provinciale. Abbiamo stabilito che questo avverrà
giovedì 4 luglio, ore 9.15
Fateci per cortesia sapere al più presto rispondendoci come risposta a questa mail o al massimo entro giovedì 27 luglio se siete disponibili a presentarVi come promotori/promotrici.
È il modo più incisivo di esprimere ed esercitare la propria volontà che siano i cittadini stessi a decidere se questa legge debba entrare in vigore o meno e che il Consiglio provinciale prenda in seguito aI sperato rifiuto della legge SVP la nostra proposta come base di trattazione per una nuova e valida regolamentazione.
Anche consiglieri provinciali sia dell’opposizione che della SVP (!) hanno annunciato di voler presentare una richiesta di referendum sulla legge varata.
Riteniamo però determinante che sia presente prima del voto anche la nostra voce e ciò sarà possibile solo se si costituisce anche un comitato di promotori civico;
Mandateci prego l’indirizzo del Vostro domicilio. Di questo hanno bisogno nel ufficio di presidenza per preparare l’atto di richiesta;
Cari compagni, care compagne di lotta!
Speriamo profondamente e siamo fiduciosi che questo sarà l’ultimo sforzo necessario per giungere finalmente ad una veramente valida regolamentazione dei nostri diritti politici di partecipazione diretta alla politica in Alto Adige. Stiamo già lottando per troppo tempo su questo fronte.
Vi chiediamo di poter fare insieme a Voi questo ultimo scorcio di strada.
Un cordiale saluto
Stephan Lausch
di Paolo Michelotto
la provincia di Bolzano è la prima provincia italiana ad aver introdotto il quorum zero nei referendum provinciali il 6-6-2013. Questo è molto importante perché Bolzano, (Sud Tirol – Alto Adige) è una provincia autonoma, quindi ha poteri molto più forti e vasti delle altre provincie italiane. I suoi atti sono chiamati infatti leggi provinciali. Ed ha un bilancio economico molto significativo. E’ in realtà un ente più forte e ricco ed autonomo di molte regioni italiane. Inoltre tutti i comuni che vi fanno parte ora non potranno più trovare giustificazioni per mantenere il quorum. E quindi ai 10 comuni del Sud Tirol che già oggi hanno quorum zero o al 10%, ben presto se ne aggiungeranno centinaia di nuovi. Diventerà una piccola isola di democrazia in Italia.
Ma non tutto è oro quello che luccica. Quest’ultimo atto della SVP, realizzato a pochi mesi delle elezioni di ottobre 2013, grazie alla pressione costante della Iniziativa Più Democrazia di Bolzano negli ultimi 18 (DICIOTTO) anni, in realtà non è la migliore delle leggi possibili sulla democrazia diretta, ma nasconde insidie significative. Ecco quanto scrive l’amico Thomas Benedikter.
La nuova legge provinciale sulla partecipazione referendaria dei cittadini
È caduto il quorum, ma non la diffidenza della SVP nei cittadini
La nostra provincia ora è la prima realtà territoriale in Italia che si è congedata dal quorum di partecipazione nei referendum. Ciò che sembrava essere regola ferrea, imposta dalla Costituzione, ciò che ha fatto strage fra tante votazioni referendarie a tutti i livelli, è superato. Bisogna darne atto alla SVP che hanno capito che questo meccanismo nefasto mortifica il buon funzionamento della democrazia diretta. Pure occorre riconoscere un’altra innovazione interessante. In base alla nuova legge si potrà firmare le proposte popolari per via elettronica. Ciò non esiste da nessuna parte in Italia, solo per l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE), ma questa in fondo è solo una petizione di massa, che non porta ad un referendum.
Benché ci fossero altri elementi positivi, in generale la SVP con questa legge non è riuscita a fare uno strappo nel suo atteggiamento di diffidenza nei confronti dei cittadini quando osano avviare iniziative autogestite. La democrazia diretta classica si basa su due strumenti principali il referendum propositivo con cui i cittadini possono proporre una loro soluzione al resto dell’elettorato, e il referendum confermativo per porre un veto contro atti voluti dalla Giunta o dal Consiglio che non sembrano accettabili dalla popolazione. La SVP ha peggiorato la praticabilità del primo, e ha semplicemente ignorato il secondo, cioè il referendum confermativo. Quest’ultimo, però, nei sistemi di democrazia diretta più evoluti, è quello più utilizzato dai cittadini che molto più spesso se ne avvalgono con successo. Forse è la paura della SVP che i cittadini possano bloccare con il loro buonsenso la libera gestione del potere da parte della maggioranza SVP, forse è questa strana diffidenza nei confronti dei cittadini e del mondo associazionista non controllato ad aver impedito alla SVP una scelta più coraggiosa e coerente con il suo nome (S-Volks-P).
Nel secondo strumento la SVP ha ripreso un modello di iniziativa popolare esistente in Baviera e altri Länder tedeschi che ha un “pregio”: introducendo due passaggi il referendum propositivo si trasforma in una corsa ad ostacoli estenuante, macchinosa. Una trattativa lunga con il Consiglio provinciale in cui ogni proposta affronterà un muro di gomma o sarà stravolta, ricotta e girata per poter poi essere presentata come meravigliosa soluzione di compromesso per evitare il referendum. Già arrivarci è comunque improbabile per la maggior parte delle istanze legittime. Raccogliere prima 8.000 firme solo per il diritto di poter dialogare con il Consiglio, poi ancora 26.000 firme per poter indire una votazione referendaria in soli due mesi (sommando sono 34.000 firme, quasi il 10% degli aventi diritto al voto) equivale ad una tattica di logoramento per scoraggiare i movimenti civici, non per promuovere la partecipazione.
Non parliamo di altre trappole disseminate nel testo della nuova legge, che rendono il bicchiere neanche mezzo pieno. Riaffermiamo che contro questa legge non c’è altro rimedio che il referendum abrogativo offerto dallo Statuto di autonomia. Sarà promosso sia dall’Iniziativa per più democrazia, sia dai partiti di opposizione. Almeno la SVP ha avuto il coraggio di uscier allo scoperto con questa legge prima della scadenza della legislatura, mantenendo una promessa, e quindi di misurarsi con tutto l’elettorato nel gennaio/febbraio prossimo. Nel dibattito finale al Consiglio la SVP stessa non l’ha presentata come grande conquista, ma come un compromesso: ma da quando i cittadini dovrebbero fare compromessi con i loro rappresentanti: sono avversari, sono nemici?
Thomas Benedikter
Questo il comunicato stampa inviato dall’associazione Iniziativa Più Democrazia di Bolzano
L’Iniziativa per più democrazia rileva con stupore che il gruppo consiliare della SVP ha varato ora, nel ultimo scorcio della legislatura e con i soli propri voti, la propria legge sulla democrazia diretta. Questo è veramente inaccettabile! Qui infatti non abbiamo a che fare con una qualsiasi legge, ma con una legge che stabilisce le norme che regolano l’altrà metà della democrazia, quella diretta: una tale legge richiederebbe un consenso allargato e non dovrebbe esprimere l’idea di un solo partito. Il vertice della SVP da molto tempo sa benissimo che a questa sua proposta non manca solo ogni consenso all’interno del Consiglio ma anche di quella parte della società civile che negli anni passati ha approfondito la materia. Non si capisce inoltre perché l’attuale gruppo consiliare SVP abbia voluto impegnare con tale legge, da difendere nel referendum, la nuova formazione che uscirà dalle elezioni, ben sapendo che, con l’uscita di scena di Luis Durnwalder, si aprirebbero nuove prospettive per affrontare la materia.
L’Iniziativa per più democrazia non nasconde la sua soddisfazione per il fatto che la propria contrarietà al disegno di legge SVP possa aver contribuito alla chiusura totale verso la legge stessa non solo di tutta l’opposizione in Consiglio ma anche del partner di coalizione della SVP. L’Iniziativa considera un atteggiamento ipocrita e di basso profilo la svalutazione che alcuni esponenti del gruppo consiliare SVP hanno fatto sul mancato consenso alla legge da parte di tutti gli altri partiti, giudicato non di contenuto ma già parte della campagna elettorale. In realtà la valutazione dei partiti di opposizione coincide con quella dell’Iniziativa per più democrazia che, in quanto organizzazione di volontariato apartitica, non ha alcun scopo elettorale: essa esprime il suo giudizio negativo basandosi su conoscenze ed esperienze acquisite attraverso la trattazione di tale materia da quasi due decenni! Gli attivisti e sostenitori dell’Iniziativa con il proprio impegno non hanno altro da guadagnare che la certezza di impegnarsi a favore di una politica più sensata e ragionevole e non hanno da “perdere” altro che il loro tempo che si vedono costretti di dover impegnare in questi anni per contrastare l’atteggiamento tanto ostile quanto ottuso e chiuso dell’SVP.
Contro questa legge ora non rimane che promuovere il referendum: questo referendum è un’opportunità data ai cittadini dallo Statuto di Autonomia solo in riferimento alle leggi fondamentali con le quali vengono stabilite le regole della democrazia.
Il voto referendario si svolgerà probabilmente in gennaio del 2014. In questo caso non è previsto un quorum di partecipazione e decideranno coloro che si recheranno alle urne.
Sarà un’ulteriore esperienza importante per i cittadini della nostra provincia poter decidere per la prima volta in assoluta sull’entrata in vigore o meno di una legge varata dal Consiglio. L’Iniziativa da anni si batte affinché ai cittadini sia data tale possibilità, non solo in casi d’eccezione come questo, ma ogni qualvolta essi lo ritengano necessario e quindi di fronte ad una qualsiasi legge varata dal Consiglio o ad una delibera della Giunta con valenza provinciale. Sotto la pressione di un possibile referendum l’attività legislativa sarebbe costretta a tenere maggiormente in considerazione le aspettative dei cittadini e risulterebbe qualitativamente migliore. Ma è proprio questo diritto di controllo diretto che la dirigenza della SVP, con la sua legge, preclude ai cittadini!
Se nel referendum i cittadini respingeranno questa legge nella prossima legislatura l’SVP sarà costretta ad accettare finalmente una regolamentazione della materia che sia veramente praticabile e condivisa. A tale scopo in aprile 2014 l’Iniziativa ripresenterà al voto la propria proposta di legge sulla democrazia diretta, frutto di uno studio approfondito e di un ampio dibattito all’interno della società civile.
Qui il link della provincia di Bolzano sulla Legge Partecipazione Civica in Alto Adige, approvata il 06-06-13
http://www.landtag-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=427707
Qui sotto l’ultimo testo disponibile della legge, quello approvato. La data di inizio discussione è agosto 2011. Due anni dopo, 4 mesi prima delle votazioni provinciali è stata approvata. Qui il testo in pdf.
di Paolo Michelotto
pubblico molto volentieri qui l’articolo di Thomas Benedikter sull’incontro sulla Democrazia in Islanda che si è tenuto a Bolzano alcuni giorni fa.
Conferenza a Bolzano con la presidente del Consiglio costituzionale
Due eventi marcano gli ultimi sviluppi della democrazia islandese: il 28 marzo, nella sua ultima seduta, l’Allthingi, il Parlamento uscente, approva una nuova procedura per modificare la Costituzione. In futuro, se il paese intende emendare la sua carta costituzionale avrà la scelta fra il modo tradizionale (maggioranza semplice del parlamento, poi elezioni, e conferma o meno della modifica da parte del nuovo parlamento) oppure un nuovo iter: una modifica della Costituzione potrà entrare in vigore se approvato dalla maggioranza di due terzi dell’Allthingi e successivamente approvato dal 40% degli elettori in un referendum. Senza dubbi questa regola renderà molto difficile ogni riforma alla Costituzione. Un metodo piuttosto lontano da quello svizzero, in cui la maggioranza dei votanti e del Consiglio dei Cantoni basta per modificare la Costituzione, naturalmente senza quorum.
Un secondo contraccolpo arriva il 27 aprile 2013. Alle elezioni del parlamento gli islandesi assegnano il 51% dei voti al partito di centro-destra (Partito dell’Indipendenza) e al Partito progressista (liberali), entrambi veri responsabili della politica neoliberista che aveva portato alla crisi finanziaria del 2008 nonché avversari del processo costituzionale partecipativo “crowd sourcing”, ammirato da movimenti per più democrazia europei. Sembra un risultato in contraddizione stridente con il referendum del 20-10-2012 in cui gli islandesi, con una maggioranza dei due terzi approvarono la Costituzione uscita dal Consiglio costituzionale eletto dal popolo. “In Islanda non è solo questo processo costituzionale a preoccupare la gente,” afferma Sölver Nordal, presidente del Consiglio costituzionale, in collegamento diretto in una conferenza sull’ “Islanda coraggiosa” a Bolzano il 31 maggio, organizzato dalla Fondazione per il coraggio civile e l’Iniziativa più democrazia, “pesano tanti altri fattori come la politica fiscale del governo rosso-verde, l’imminente domanda di adesione alla UE che tanti non vogliono. Cosí le vecchie cordate politiche hanno riguadagnato terreno.”
Ad un tratto la politica di questo piccolo popolo nordico appare molto più complesso e la sua scelta di cambiare pagina dandosi un sistema politico con forti diritti di controllo e iniziativa dei cittadini appare un mito quasi sfatato. Tanti giornalisti, ATTAC e movimenti per più democrazia furono entusiasti della “rivoluzione partecipativa” dell’Islanda, ma visto da vicino, il processo di democratizzazione è più lento e contraddittorio, afferma lo specialista Beat Kissling, il relatore della conferenza di Bolzano. In due referendum gli islandesi avevano respinto gli accordi del loro Governo per ripagare i debiti alle banche creditori in Gran Bretagna e Olanda. Poi nel 2011 avevano innescato un percorso molto innovativo per rifare la propria Costituzione. Dal giro di 522 candidati 25 furono eletti a comporre un Consiglio costituzionale, presieduto dalla signora Nordal, che con intenso coinvolgimento dei cittadini in soli 4 mesi elaborò una nuova Costituzione con un rafforzamento dei poteri dei cittadini.
Se questa nuova Costituzione, come afferma Sölver Nordal, poteva apparire molto “inclusiva” e “partecipativa”, a ben vedere non raggiunge uno standard esemplare a livello internazionale per quanto riguarda i diritti referendari. L’Islanda ha introdotto il referendum confermativo (art. 65) contro norme approvate dal Parlamento e il referendum propositivo (art.66). Il Parlamento in questo caso ha il diritto di presentare una controproposta alla votazione referendaria. Ma non solo il numero di firme è molto alto (10% degli aventi diritto al voto), ma spetta al Parlamento stesso decidere se il voto popolare sia vincolante o meno. Poi, stranamente, gli islandesi non si sono dati il diritto al referendum costituzionale, lasciando al Parlamento l’ultima parola sulla nuova Costituzione e sui futuri emendamenti. Una mancanza di coerenza?
Infatti, l’Islanda nel 2009 ha costretto la vecchia maggioranza conservatore-liberale e lasciare il governo, sostituendolo con un governo dei socialdemocratici insieme ai verdi. Dopo la “kitchenware-revolution” del 2009 nel 2010 e nel 2011 fu questo governo a chiamare alla riforma partecipativa della Costituzione (crowd-sourcing-reform), mentre fu il Presidente ad indire due referendum confermativi sui progetti governativi per l’ICESAVE, il salvataggio delle banche e il risanamento del debito pubblico. Proprio questi due partiti sono stati puniti nell’aprile del 2013, riportando alla carica i conservatori e liberali. Ora l’Islanda neanche sa se il nuovo Parlamento approverà la Costituzione voluta dal popolo nel referendum del 20 ottobre 2012, perché quel voto non fu vincolante e definitivo. Non a caso un noto politico a Reykjavik affermò: “Talvolta tanti europei ci considerano un paese molto più democratico di quanto riusciamo ad essere in realtà.”
Thomas Benedikter
di Paolo Michelotto
riporto qui la bella iniziativa di Più Democrazia di Bolzano per chi vuole approfondire sul percorso democratico in Islanda.
Il Centro per la Pace del Comune di Bolzano invita tutti gli interessati al seguente evento:
COURAGIERTES ISLAND – IL CORAGGIO DELL’ISLANDA
PIU DEMOCRAZIA COME RISPOSTA ALLA CRISI?
incontro con Beat Kissling di Zurigo e in collegamento diretto la Presidente dell’Assemblea Costituente Islandese
Venerdì 31 maggio 2013
a Bolzano, dalle ore 18 alle ore 20 presso la Sala di Rappresentanza di vicolo Gumer 7
ingresso libero e gratuito
Evento organizzato in collaborazione con Iniziativa per più democrazia
Vi aspettiamo numerosi!
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Associazione Pax Christi Punto Pace Bolzano / Pax Christi Treffpunkt Bozen
Sede legale: piazza Gries, 18 – 39100 BOLZANO
Gestione del Centro per la Pace del Comune di Bolzano / Friedenszentrum der Gemeinde Bozen
Palazzo Altmann/ Haus Altmann: Piazza Gries – Grieser Platz 18 – 39100 Bolzano Bozen
Codice fiscale – Steuernummer: 94074690218
Tel.: 0471/402382 – Fax: 0471/404751.
website: peacebz.wordpress.com
facebook: www.facebook.com/peacebz
e-mail: centropacebz@gmail.com
di Paolo Michelotto
È arrivata oggi la convocazione ufficiale. Martedì 15 gennaio 2013 a partire dalle ore 19 in Cons. Comunale di Rovereto si parlerà di Quorum Zero. Sarà il secondo tema dopo l’elezione del Vice Presidente del Cons. Com. ma pare che sarà una formalità.
Qui la convocazione in pdf:
convocazione consiglio 15 gennaio
Qui cosa dice il sindaco di Lagundo (BZ) Ulrich Gamper della SVP sul fatto che il suo comune ha tolto il quorum a fine settembre 2012
di Paolo Michelotto
martedì scorso 20/11/12 i capigruppo dei partiti presenti nel Consiglio Comunale di Rovereto si sono riuniti nella consueta Conferenza dei Capigruppo con la presenza anche del Segretario Comunale.
Hanno discusso anche la proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia che avevamo depositato il 18 Giugno 2012. Su forte sollecitazione di Mauro Previdi, capogruppo dei Verdi, hanno deciso di proporre innanzitutto un incontro pubblico informativo rivolto a tutti i Consiglieri Comunali e a tutti i cittadini, organizzato per il mercoledì 5 dicembre ore 20,30 presso l’Urban Center sul tema quorum zero. Sarà un incontro moderato dal Presidente del Consiglio Comunale e tutti i presenti potranno fare domande ed ottenere risposte.
Il capogruppo PD Fabrizio Gerola, si è incaricato di trovare un esperto che porti le ragioni per sostenere la presenza del quorum nei referendum, mentre io spiegherò le ragioni per toglierlo e per accorpare le date dei referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee.
Questo incontro sarà poi seguito, in una data da fissare, dalla discussione in Consiglio Comunale dello stesso argomento.
L’incontro è aperto a tutti e tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia sono invitati a partecipare.
Nel frattempo a Lagundo (BZ) comune di 4800 abitanti, vicino a Merano, a poco più di 100 km da noi, il 3 ottobre 2012 hanno tolto il quorum dai referendum comunali con voto all’unanimità di tutti i consiglieri comunali.
Ecco l’articolo apparso il 5 ottobre 2012 sul quotidiano Alto Adige
Referendum, a Lagundo fissato il quorum zero
LAGUNDO – Nuove regole nel Comune di Lagundo per la indizione e il verdetto dei referendum popolari sul territorio, varate l’altra sera dal consiglio comunale. Per indire una consultazione popolare sarà necessario che i promotori raccolgano le firme di almeno il 10% degli elettori del Comune. Poi, una volta ottenuto parere di ammissibilità favorevole da parte dell’apposita commissione, l’esito del referendum non sarà inficiato dalla soglia del quorum, fissata a… zero: ovvero qualsiasi sarà l’esito del voto, varrà il parere della maggioranza degli elettori. In sostanza il Comune di Lagundo applica il cosidetto quorum zero, ovvero non sarà necessario che al voto partecipi una soglia minima di elettori, scelta che ha trovato concordi tutti i consiglieri. L’unanimità di intenti invece non c’è stata quando si è trattato di parlare della composizione delle future giunte comunali. Confermando la spaccatura evidenziata dalla commissione nominata proprio per proporre le modifiche allo statuto, il consiglio si è diviso sul numero dei futuri assessori. Alla fine ha prevalso la tesi Svp, ovvero il mantenimento dell’attuale composizione, sei assessori oltre al sindaco, niente “tagli”. (rog)
Lagundo (BZ) si aggiunge a questa lista di comuni che hanno già tolto il quorum dai referendum comunali. Notare il nostro comune confinante Villa Lagarina dove è stato tolto il quorum nel 2009.
A Cortaccia (BZ) dal 2009 il quorum è 15%
A S. Candido (BZ) dal 2010 il quorum è 15%
A Verano (BZ) dal 2005 il quorum è 0%
A Ortisei (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
A La Val (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
A Fiè (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
A Villa Lagarina (TN) dalla fine 2009 il quorum è 0%
A Lana (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
A Varna (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
A Dobbiaco (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
A Terento (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
Inoltre coincidenza vuole che molto probabilmente una analoga iniziativa popolare per togliere il quorum venga discussa in Consiglio Comunale di Trento il 4 Dicembre 2012.
Mentre in provincia è già iniziata la discussione della analoga iniziativa di legge popolare Più Democrazia in Trentino già il 6 settembre 2012
Quando riusciremo a discutere dello stesso argomento in Consiglio Comunale a Rovereto?
di Paolo Michelotto
l’amico Thomas Benedikter ha realizzato il fascicolo informativo bilingue in lingua tedesca e italiana, della Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia per spiegare ai suoi concittadini della provincia di Bolzano di lingua tedesca e a quelli di lingua italiana il contenuto della nostra proposta di legge.
Eccolo qui. Molto interessante anche l’impaginazione e l’uso di varie foto illustrative.
Qui il testo completo in pdf:
Ottimo lavoro che spero venga letto e motivi i cittadini della provincia di Bolzano ad andare a firmare.
di Paolo Michelotto
bella serata introdotta da Stephan Lausch, promotore storico dell’Iniziativa Più Democrazia, che ha spiegato la necessità di introdurre strumenti di democrazia diretta migliori. Alla fine la proposta più votata è stata quella di togliere il quorum e i consiglieri del M5S presenti hanno promesso davanti ai cittadini presenti di portare avanti questa idea all’interno del consiglio comunale di Bolzano, con l’aiuto di Stephan.
Queste le proposte formulate con le più votate in alto:
Nome Titolo proposta Voti ottenuti
stephan efficaci strumenti dem. diretta quorum zero 27
paolo alternativa al parkfiume 25
andreas dimezzamento costi politica 25
daniel Perc. + partec. per urb. e problemi quart. 22
teresa bici contromano nei sensi unici 20
flavio inceneritore 19
mirko rivedere servizio autobus pubblici 18
pierluigi bosco al posto di areale ferroviario 17
gerda più orti e meno parchi e parcheggi 13
pietro aprire via trento 9
Questa la presentazione sugli esempi di democrazia diretta che funzionano nel mondo, illustrata nella seconda parte della serata.
Questi i video realizzati:
di Paolo Michelotto
il 25 gennaio 2012, dalle ore 20.30 circa ci sarà lo streaming, ossia la diretta video dell’evento. Utilizzando Ustream, il mio iPhone (è davvero facile e gratuito per tutti realizzare dirette video di eventi). Il tutto ovviamente se ci sarà linea all’interno della sala dell’incontro, organizzato da AltoAdige5Stelle.
Ci sarà il mio canale video e anche il canale video realizzato da Alto Adige5Stelle
di Paolo Michelotto
con grande piacere sono stato invitato a Bolzano dal Movimento 5 Stelle a parlare di Democrazia Diretta. La prima parte della serata sarà dedicata a La Parola ai Cittadini. Nella stessa sera parledà anche Stephan Lausch.
Mercoledì 25 Gennaio 2012 – ore 20.30 - Sala Polifunzionale Ortles – Piazza Anne Frank 21
di Paolo Michelotto
oggi 5 settembre 2011 dalle 11 alle 17,30 abbiamo discusso della legge per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di DD. Eravamo in 9 persone da varie parti d’Italia: Thomas da Caldaro (BZ), Stephan da BZ, Gianni da TN, Enrico da Albignasego (PD), Emanuele di Piove di Sacco (PD), Giuseppe, Marco e Fabrizio da MN e io da Rovereto (TN). Ho vissuto un incontro emozionante, partecipato, onesto, costruittivo, pieno di buon senso e di voglia di contribuire al bene del paese.
Siamo partiti da quanto elaborato in questi mesi nelle riunioni skype e sul forum
Fino alla pausa pranzo alle 15 abbiamo discusso dei temi da introdurre nella bozza della proposta di legge.
In seguito abbiamo cominciato ad affrontare i primi articoli.
Su questo file, versione 005 della bozza di legge, c’è quanto elaborato fino a Pag. 4. e che riporto qui sotto (il resto è la versione 004 da cui partire per le prossime discussioni).
Alla fine abbiamo stabilito di realizzare una nuova riunione skype martedì 13 settambre ore 20.30. La riunione è aperta a tutti.
Per poter partecipare è essenziale inviare il proprio tel (per risolvere eventuali problemi di connessione) e nome skype al mio indirizzo paolorove@gmail.com – chi non fornisce questi dati non potrà partecipare.
Questo il file 005
005 legge quorum dd elaborato a BZ il 5-09-11
Ecco quanto elaborato:
Legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta
Obiettivi votati assieme – incontro a Bolzano 5-09-11
Livello di comune, provincia, città metropolitana, regione
Quorum
Trasparenza
Obbligatorietà seguito iniziative
Referendum obbligatori su modifiche costituzionali e trattati internazionali
Libretto informativo
Iniziative di legge a voto popolare
Raccolta firme senza funzionario
Revoca
Referendum opzionale
DD nella informazione
Firme via internet
Diritto dei cittadini di poter deliberare su tutte le materie di competenza degli eletti a tutti i livelli
Indennità dei parlamentari è approvata dal popolo
Art. 67 – Revoca
Articolo nella costituzione in vigore
Art. 67. Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
(su ispirazione dell’art. 72 cost. Venezuela)
Diventa:
Art. 67. – Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
I membri del parlamento eletti o nominati sono soggetti a revoca. Trascorso un anno del mandato della persona eletta o nominata, un numero di elettori pari ad almeno il 12% degli aventi diritto al voto del collegio elettorale di pertinenza o l’1% dell’insieme nazionale, può presentare una richiesta di votazione per la revoca del mandato. Quando la maggioranza dei votanti si esprime a favore della revoca, il mandato del parlamentare sarà considerato revocato e dovrà essere intrapresa un’azione immediata per ricoprire la posizione vacante, con le modalità previste dalla legge.
Art. 69 – Indennità degli eletti
Articolo nella costituzione in vigore
Art. 69. I membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge.
Diventa:
Art. 69. I membri del Parlamento ricevono un’indennità determinata dai cittadini al momento del voto in un intervallo compreso tra il – 50% e il + 50% della media europea.
Gli altri articoli non sono stati toccati e rimangono quelli della versione 004 da cui partiremo nelle prossime riunioni.
di Paolo Michelotto
in preparazione dell’incontro del 5 settembre a Bolzano nella sede di Più Democrazia e con gli amici interessati, ho condensato in questa presentazione slide il percorso fatto finora e il testo finora emerso dalle discussioni e presente nel forum:
Qui la presentazione con la bozza 004
di Paolo Michelotto
durante l’ultima riunione su Skype (19-08-11) per discutere il testo della proposta di legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta, abbiamo pensato che il modo migliore per arrivare a un buon testo è ancora quello della discussione dal vivo.
Almeno ora che ci siamo fatti delle idee chiare sulla situazione attuale e su dove vogliamo arrivare. Ai presenti andava bene incontrarsi per una volta a Bolzano, Thomas Benedikter e Stephan Lausch hanno accettato e messo a disposizione la saletta che utilizzano per gli incontri di Mehr Demokratie. Quindi ci incontriamo lunedì 5 settembre 2011 ore 11 in Via Argentieri 15 – Bolzano.
La sede è in Via Argentieri 15 – (5 minuti dalla stazione passando per viale Stazione, oltrepassando in diagonale piazza Walther, salendo il vicolo con a fianco l’albergo Città sbucando in Via Argentieri e girando poi subito a sinistra per arrivare al numero civico 15).
L’incontro è fissato alle ore 11 del mattino. Chiunque sia interessato può partecipare. L’ideale sarebbe leggere prima dell’incontro tutte le proposte che sono state formulate finora e che si trovano qui:
http://quorum.forumattivo.it/f11-fase-4-dalle-idee-al-testo-finale
Chi pensa di venire avvisi sul forum o sul blog. Non sappiamo cosa uscirà, ma sarà ancora una bozza integrabile da chi non è potuto venire.
di Paolo Michelotto
gli amici di Mehr Demokratie – Più Democrazia di Bolzano, hanno presentato per la QUARTA volta la proposta di legge sulla Democrazia Diretta. E’ dal 1995 che lavorano per ottenere questo risultato e dopo 16 anni ancora si battono con passione. Ma i risultati stanno cominciando ad arrivare: 10 comuni con quorum eliminato o abbassato al 15%, sostegno e simpatia dei cittadini, dibattito anche all’interno della struttura monolitica del partito da sempre al potere, il SVP. In nessuna provincia italiana si è dibattuto così tanto di democrazia diretta. E ad oggi comunque, anche la pessima legge in vigore a Bolzano, grazie alla loro pressione, è la migliore legge sulla democrazia diretta tra tutte le provincie italiane.
Grazie per l’esempio che date ai cittadini del resto d’Italia!
foto1: Consegna delle firme al Presidente dell Consiglio provinciale Mauro Minniti
Ecco il comunicato ufficiale scritto da Stephan Lausch per l’occasione della consegna delle firme.
Bolzano 5 luglio 2011
12.556 cittadini chiedono con l’iniziativa popolare 2011 al Consiglio provinciale:
Trasformate la proposta sulla democrazia diretta approvata dai cittadini in legge provinciale!
Oggi, 5 luglio, l’Iniziativa per più democrazia consegna la sua proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da 12.556 cittadini, al Consiglio provinciale. Viene posta così all’ordine del giorno del Consiglio provinciale la proposta di legge su cui la popolazione si è espressa nel primo voto referendario in Alto Adige del 25 ottobre 2009. Niente meno che l’83% dei votanti in quell’occasione si sono espressi a favore della legge migliore sulla democrazia diretta.
Le firme per la nostra proposta provengono da quasi tutti i comuni. Sono state raccolte in massima parte da attivisti della nostra associazione in più di mille ore di volontariato, sostenuti attivamente dalle organizzazioni aderenti all’„Alleanza per più democrazia“. Solo una piccola parte delle firme è stata resa negli uffici comunali. Una ragione per cui i cittadini non si sono recati nei Comuni per deporre lì la firma è sicuramente dovuto alla quasi assenza di informazioni su questa iniziativa popolare sui due quotidiani maggiori, il DOLOMITEN e l’ALTO ADIGE.
La nostra proposta di legge è nata senza coinvolgimento dei partiti, ma anche stavolta vari partiti si sono espressi a favore. Tant’è vero che anche in questa campagna di raccolta di firme – oltre i consiglieri provinciali e comunali di altri partiti e liste – si sono impegnati con l’autenticazione delle firme dei sindaci, assessori e consiglieri della SVP.
foto2: conferenza stampa davanti al Consiglio provinciale
La proposta di legge in sostanza è quella approvata da 114.884 cittadini e cittadine nel referendum del 2009, migliorata in qualche dettaglio. È la quarta volta dal 1995 che i cittadini sottopongono in sostanza questa proposta all’attenzione della rappresentanza politica.
Il messaggio e l’incarico dei cittadini rivolto al Consiglio provinciale in questa materia non potrebbe essere più chiaro di così. L’Iniziativa per più democrazia si rivolge in particolare ai Consiglieri della SVP di rendersi conto del significato di questo incarico da parte dell’elettorato. Sono chiamati a rispettare il loro dovere, sancito dalla Costituzione all’art. 67 („Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato“), rifiutando la disciplina di partito in una questa questione sulla quale esiste un chiara espressione di volontà dei cittadini.
È da tanti anni che la società civile della nostra provincia e tante organizzazioni insistono a vedere trasformata questa nostra proposta in legge provinciale, dotando la nostra provincia di un moderno sistema di partecipazione dei cittadini alla politica provinciale. I referendum abrogativi nazionali, appena svolti, confermano l’importanza e la popolarità dei diritti referendari, ma anche un buon regolamento di questi diritti, favorevole alla partecipazione. Questi strumenti però, non possono essere attuabili solo in situazioni eccezionali per evitare il peggio, come è stato il caso nel giugno scorso, ma devono essere ingredienti normali di una democrazia moderna e partecipata. Si tratta di introdurre strumenti referendari così come viene previsto dal nostro disegno di legge. Devono essere disponibili ed utilizzabili dalla società civile in forma preventiva per correggere le scelte politiche non accettate, nonché in forma propositiva per dare spazio creativo a tutti nella soluzione dei problemi.
Le tappe della proposta per una legge migliore sulla democrazia diretta
dal 1995 al 2011
proposta di legge di iniziativa popolare 1995 |
4.800 |
recepita dal Consiglio regionale, |
proposta di legge di iniziativa popolare 2003 |
6.300 |
respinta in Consiglio provinciale, promuove la legge provinciale sulla democrazia diretta |
referendum propositivo |
25.810 |
acquisizione del diritto al voto referendario sulla proposta per una legge migliore sulla democrazia diretta |
referendum propositivo |
114.884 votanti a favore della proposta di legge |
vota il 38,1 % vota a favore l’ 83,2 % quorum mancato per 7.344 voti |
proposta di legge di iniziativa popolare 2011 |
12.556 |
il disegno di legge votato nel referendum deve essere trattato in Consiglio provinciale |
immagini dello svolgimento della conferenza stampa e la consegna delle firme su http://directdemocracydiary.wordpress.com/2011/07/05/12-556/
di Paolo Michelotto
giro molto volentieri l’interessante incontro organizzato dagli amici di Mehr Demokratie di Bolzano il 7 maggio 2011.
DEMOCRAZIA DIRETTA: SCOPRI COS’È DAVVERO!
Giornata della Democrazia Diretta Bolzano
sabato 7 maggio - ore 15.30 – 22.00
Liceo scientifico Torricelli – via Rovigo, Bolzano
Programma:
15.30 Gita nell’arcipelago della democrazia diretta
laboratorio, workshop, filmati, materiale.
17.00 Che cos’è la democrazia diretta?
Incontro con Enzo Trentin (Accademia degli Uniti – 1551, Venezia).
20.30 Minoranze etniche: devono avere paura della democrazia diretta?
Forum civico, sono invitati al dibattito tutti i partiti presenti nel Consiglio provinciale. Con Thomas Benedikter (esperto autonomie locali e minoranze etniche).
La democrazia diretta è la forma di democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti ma sono anche legislatori aventi il diritto, costituzionalmente garantito, di proporre e votare direttamente le leggi ordinarie e la costituzione attraverso diversi istituti di consultazione popolare e diverse forme di partecipazione popolare.
(Wikipedia)
Il rischio della moderna libertà è che, assorbiti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, rinunciamo con troppa facilità al nostro diritto di partecipazione al potere politico.
Benjamin Constant (1767 – 1830)
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