ho enorme stima del nuovo ministro della Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro, che reputo molto competente sull’argomento e soprattutto sinceramente motivato a introdurre gli strumenti di cui parla. È un momento storico, sottostimato da chi non conosce le potenzialità che la democrazia diretta ha di far crescere umanamente, culturalmente ed economicamente un paese e che credevo avrei visto molto più in là negli anni, per cui non posso che ringraziare chi ci ha creduto ed ha continuato a lottare su questi temi.
Qui un intervento di qualche anno fa, quando Riccardo Fraccaro era un semplice deputato.
Ecco alcune idee che propongo, per iniziare (oltre a quelle di introdurre il referendum propositivo e abrogativo senza quorum, come già stabilito nel Programma del Cambiamento):
Innanzitutto il sito del ministero della Democrazia Diretta, dovrebbe essere completamente ripensato. Dovrebbe diventare esempio esso stesso di democrazia diretta in funzione. Un esempio per i cittadini, ma anche per tutti gli altri ministeri. Quindi uno spazio dove il ministro ogni giorno carica un video dove illustra ciò che ha fatto sul tema quel giorno. Un video diario. Poi uno spazio per i commenti dei cittadini italiani sul suo operato. E soprattutto uno spazio dove i cittadini possano fare proposte, discuterle, votarle, dar loro priorità. Poi magari una volta al mese o più spesso, il ministro prende l’idea più votata e la discute a sua volta in una diretta web con domande e risposte. Rendere questo appuntamento un’abitudine. E se è una proposta che si può attuare, la fa votare agli iscritti al sito istituzionale del ministero (cioè potenzialmente tutti i cittadini italiani) e la porta sotto forma di proposta al consiglio dei ministri e poi in parlamento.
Bisognerebbe studiare modalità per portare gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa all’interno di tutte le scuole italiane. Le buone pratiche imparate fin da bambini poi rimangono tutta la vita e rimarrebbero un sapere prezioso nelle menti dei cittadini (e bene conosce queste regole McDonald e tutte le religioni organizzate che si rivolgono proprio ai bambini per avere i clienti adulti del futuro). Quindi nelle scuole elementari, medie, superiori, Università. Come fare concretamente? I ragazzi dovrebbero studiare gli strumenti di democrazia diretta che esistono nel mondo e in Italia, ma anche applicarli in prima persona, viverli, ad esempio con il metodo de “La parola ai cittadini” per prendere decisioni concrete che li riguardano da vicino. Questo per abituarli che in democrazia si discute in maniera organizzata, con determinate regole e poi si vota e si arriva ad un risultato con massimo risultato e con minimo sforzo. Si dovrebbero organizzare corsi di aggiornamento sulla democrazia diretta per insegnanti. Ad esempio 3 gg tutto spesato in località attraenti, con esperti internazionali e con insegnanti scelti tra i più motivati e che arrivino da tutta Italia, curando che ci sia almeno un insegnante che fa questo corso per ogni città. Bisognerebbe creare un comitato di esperti internazionali, assistiti da scrittori/giornalisti divulgatori e da abili illustratori, per creare un testo universitario molto completo, un testo adatto alle superiori e un testo sufficientemente facile e attraente che possa essere letto anche nelle elementari. Si dovrebbe creare corsi universitari sulla democrazia diretta e sugli strumenti di partecipazione che entrino nei curriculum dei futuri insegnanti.
Istituzione di iniziative e premi per città più democratica d’Italia, per lo strumento più innovativo di partecipazione creato, per il gruppo o per il cittadino che si è distinto in maniera particolare in questo campo.
Creare un premio economico per i migliori film/documentari creati su questi argomenti. Con trasmissione dei migliori nelle tv nazionali.
Modificare decreto legislativo enti locali n° 267 del 2000 (la legge che stabilisce ciò che deve o non deve essere scritto dentro gli statuti comunali) in modo da permettere alle amministrazioni più virtuose di introdurre strumenti di democrazia diretta e partecipativa molto avanzati.
Creare una legge che premia con trasferimenti economici maggiori le città che introducono ed utilizzano più strumenti di democrazia diretta e partecipativa, rispetto alle città che non li introducono e non li utilizzano.
Modificare la legge per autenticare le firme, in modo che sia più facile raccogliere le firme per i referendum sull’esempio della Svizzera e della California e con la firma digitale come già avviene oggi per l’Iniziativa dei Cittadini Europei per presentare proposte al Parlamento Europeo.
Creare la petizione online come in UK e Scozia e le proposte avanzate dai cittadini, discusse da loro e votate da loro, se superano determinati requisiti fissati, vengono discusse in Parlamento. Chiedere, che se il cittadino proponente lo desidera, porti lui stesso la proposta nelle apposite commissioni e in parlamento al voto finale.
Utilizzare i media più utilizzati, e quindi creare un reality show televisivo sulla democrazia diretta, con possibilità di interagire anche via web, che abbia regole precise, ma che sia accattivante e di esempio sul metodo utilizzato, in cui l’idea che vince viene alla fine portata in parlamento, per esempio per opera del ministro alla Democrazia Diretta, se non è portata avanti da altri parlamentari in maniera autonoma.
Creare un programma televisivo settimanale sui canali pubblici, che illustri le migliori pratiche di democrazia diretta e partecipativa nel mondo.
Creazione di un gruppo di esperti di tutto il mondo, una volta all’anno che suggerisca strumenti e metodi e idee e miglioramenti da introdurre nell’anno in corso. E ogni anno rinnovare l’incontro per giudicare e migliorare quanto fatto e proporre nuove idee da implementare. Non solo professori universitari o autori che hanno studiato la democrazia diretta nei suoi aspetti teorici, ma anche semplici cittadini che si sono battuti per questi strumenti e che hanno vissuto le difficoltà concrete e potrebbero avere idee efficaci per migliorare la situazione.
se c’è una cosa su cui sono d’accordo tutte le elites di tutti i paesi, è che sulla creazione della moneta, i cittadini meno sanno e meglio è. Poi è fuori discussione non non possono decidere nulla sull’argomento.
Invece in Svizzera il 10 giugno 2018 sarà il popolo a votare, dopo aver discusso ed essersi informato, su chi deve avere il diritto di stampare moneta.
Questo grazie allo strumento di democrazia diretta chiamato Iniziativa, che noi in Italia chiamiamo referendum propositivo. Il testo delle iniziative svizzere è scritto da cittadini fuori dal parlamento, vengono raccolte le firme previste e dopo una discussione in Parlamento, se non viene approvato, viene posto al voto di tutti i cittadini. Vero è che storicamente i cittadini svizzeri sono molto restii ad approvare le iniziative, solo 1 su 10 è stata approvata in passato. Ma il fatto di essere messa al voto, crea informazione e consapevolezza sul tema e spesso dopo qualche anno vengono comunque approvate leggi che vanno in direzione di quanto richiesto dai cittadini.
Qui un interessante articolo, che riporto integralmente:
Referendum in Svizzera su Iniziativa Moneta Intera
Nel più totale silenzio dei media nazionali, impegnati a spargere fumo e polemiche sul nascente Governo Lega- M5S, si voterà domenica 10 giugno in Svizzera un referendum popolare per far si che i franchi svizzeri possano essere creati solo ed esclusivamente dalla Banca Centrale Svizzera.
Si tratta di un evento eccezionale, poiché per la prima volta nel mondo un popolo è chiamato a votare un sostanziale cambiamento dell’attuale sistema di creazione del denaro.
Oggi infatti, in Svizzera come anche in Italia, in Europa e nel mondo, la moneta viene creata solo per una piccolissima parte dallo Stato (sono le monete metalliche che rappresentano appena lo 0,3% del totale in circolazione) e un’altra piccola parte dalla Banca Centrale (sono le banconote che costituiscono circa il 7% del totale), mentre il restante più del 90% del denaro viene creato dalle banche commerciali mediante i prestiti.
Le principali conseguenze di un sistema così strutturato in Italia sono che:
Se le banche smettessero di fare prestiti la moneta scomparirebbe dal sistema economico reale;
Su tutta la moneta in circolazione la comunità paga interessi che ad oggi sono pari al 12% del PIL.
Per renderci conto di quanto sia fallimentare un sistema di creazione monetario come quello attuale, basta considerare il fatto che l’Italia, nonostante abbia realizzato Avanzi primari di bilancio dal 1990 ad oggi di circa 750 miliardi di euro, ha visto il proprio debito pubblico crescere senza sosta a causa degli interessi pagati sullo stesso, che dal 1980 ammontano ad oltre 3.500 miliardi ( ben più del debito pubblico che è oggi di 2.300 miliardi).
L’unica soluzione per interrompere questa follia, attraverso la quale vi è un costante e crescente trasferimento di ricchezza nelle mani di pochi privilegiati (rentier li chiamava Keynes) a discapito della comunità intera, è quello di far si che la moneta venga creata solo dallo Stato, unico titolare della Sovranità Monetaria.
L’iniziativa Moneta intera fa sì che tutto il denaro, monete metalliche, banconote o moneta scritturale elettronica, sia sempre costituito da franchi svizzeri sicuri perché emessi non più da soggetti privati, ma dalla Banca Nazionale Svizzera. Già nel 1891 il Popolo elvetico decise di attribuire alla sola Banca nazionale il diritto di emettere banconote. L’iniziativa Moneta intera estende ora questa soluzione collaudata alla moneta bancaria, oggi predominante, facendone «contante elettronico. L’utile derivante dall’emissione di moneta da parte della BNS tornerà ovviamente allo Stato e dunque andrà a vantaggio della collettività.
Alle banche commerciali resterà la possibilità di concedere prestiti e regolare i conti dei clienti, ma non potranno più creare moneta attraverso il meccanismo del prestito.
Si tratta di una rivoluzione epocale, che va oltre le solite diatribe di casa nostra, euro-si od euro-no; è una visione della società radicalmente differente in cui si afferma che è la moneta al servizio della comunità e non il contrario come purtroppo avviene oggi.
Moneta Intera in Svizzera, come anche Moneta Positiva in Italia, sono membri dell’International Movement for Monetary Reform che vanta associazioni simili in n.28 paesi al mondo. https://internationalmoneyreform.org/
Speriamo che presto, anche in Italia attraverso la campagna Moneta Positiva, si possa avviare a più livelli un discorso serio e rigoroso, al fine di giungere ad un radicale cambiamento del sistema di creazione della moneta, concorrendo a realizzare un mondo più giusto e solidale.
Ma la moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
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