di Paolo Michelotto
il 21 giugno 2016, solstizio d’estate, con una sala del Consiglio Comunale gremita di cittadini, è stato approvato il nuovo Statuto Comunale. Un lungo applauso dei presenti ha coronato un percorso partecipato durato più di 6 mesi.
Il nuovo Statuto Comunale, fortemente voluto dall’amministrazione della lista civica del sindaco Mauro Smeraldi, grazie all’impegno dell’assessore alla cultura e democrazia Monica Maisani (con il grande aiuto della responsabile ufficio partecipazione Dott.ssa Elisa Quartieri e del Segretario Comunale Dott. Giovanni Sapienza e della Dirigente Dott.ssa Elisabetta Pesci), ha introdotto strumenti di partecipazione e di democrazia diretta fortemente innovativi.
Vignola è diventata così non solo la capitale della democrazia diretta e partecipata in Italia, ma nell’intero mondo. Sembra un’esagerazione, ma non c’è in questo momento una sola città Svizzera, Bavarese, Europea, Brasiliana, Neozelandese o Statunitense che abbia così tanti e così vari strumenti tutti insieme. C’è chi si distingue per uno strumento, chi per un altro. Chi ne mette insieme alcuni. Vignola ha saputo prendere il meglio che c’era nel mondo e fonderlo insieme.
Ecco la lista degli strumenti inseriti, che suscitano così tanto il mio entusiasmo e a seguire l’intero Statuto Comunale:
- petizione elettronica su uno spazio web del comune. Risposta obbligata del sindaco entro 60 giorni.
- la parola al cittadino - primo comune in Italia e nel mondo - (serata partecipativa in cui tutti i cittadini possono proporre, discutere, votare – le 3 proposte più votate vanno in consiglio comunale nella prima seduta utile);
- la giornata della democrazia - primo comune in Italia e nel mondo – (un’intera giornata dedicata alla partecipazione di cittadini autoconvocati e scelti ad estrazione nelle liste elettorali su temi cittadini il cui esito è poi portato nelle commissioni del consiglio comunale direttamente dai cittadini – qui per capire meglio cos’è);
- scelta partecipata – primo comune in Italia e nel mondo – (un nuovo percorso partecipato qui spiegato in dettaglio che permette, se i cittadini ne hanno il desiderio e le energie di attivare il bilancio partecipato, ma non solo. Il percorso può riguardare qualsiasi argomento di competenza comunale e la sua ampliezza è decisa dai cittadini stessi – se l’amministrazione non approva quanto proposto dai cittadini con questo percorso, essi possono, raccogliendo metà firme di quelle necessarie per i referendum, attivare una votazione popolare vincolante sulla proposta da loro formulata);
- consiglio comunale aperto con proposte dei cittadini votate dai consiglieri – primo comune in Italia - (dove i cittadini possono partecipare e dove anche le loro proposte possono essere messe al voto dei consiglieri)
- iniziativa popolare a voto consiliare con discussione entro 3 mesi;
- iniziativa popolare a voto popolare – primo comune in Italia – questo è il modello della iniziativa svizzera. La proposta dei cittadini, dopo la raccolta di firme va in consiglio comunale. Questo lo discute in tempi precisi e se non lo accetta, si va al voto popolare. Senza quorum.
- possibilità di controproposta consiliare – primo comune in Italia. Quando i cittadini creano un quesito, se non viene accettato dagli amministratori, essi possono formulare una controproposta. I cittadini alla fine sono chiamati a votare la proposta originale dei cittadini, la controproposta o il mantenimento dello status quo.
- quorum zero su tutti gli strumenti referendari e tutti hanno esito vincolante.
- gli amministratori non possono disattendere i risultati del referendum per tutta la durata del loro mandato elettorale.
- referendum confermativo senza quorum vincolante – prima volta in Italia. Questo è lo strumento più utilizzato dai cittadini in Svizzara. Quando un atto amministrativo è votato dagli amministratori, prima che entri in vigore i cittadini possono raccogliere 1000 firme e chiedere il voto di tutti i cittadini. Esso entra in vigore solo se la maggioranza vota SI.
- referendum abrogativo senza quorum.
Qui il nuovo Statuto Comunale del Comune di Vignola approvato il 21-06-2016.
Qui la presentazione del percorso partecipato che ha portato al nuovo statuto.
UNO STATUTO A MISURA DI CITTADINO PRESENTAZIONE pdf
Ora devono essere approvati i regolamenti attuativi. L’assessore Monica Maisani mi ha detto che il loro obiettivo è di approvarli entro dicembre 2016.
Da oggi i cittadini italiani che sognano una piena democrazia possono dire: “Vogliamo gli stessi strumenti che hanno introdotto a Vignola”.
Questo il sito del comune di Vignola dedicato alla partecipazione:
E dal regolamento attuativo sono sicuro usciranno altri interessanti sviluppi nella raccolta firme innovativa rispetto a quella attuale, nella modalità di voto (elettronico, postale) ed in altri aspetti ancora.
Edit del 29-06-2016
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Questa è la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta e partecipazione che mi ha inviato l’assessora Monica Maisani.
UNO STATUTO A MISURA DI CITTADINO PRESENTAZIONE pdf
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Questo è il comunicato stampa mandato da Roberto Brambilla:
Buon pomeriggio! E’ con grande gioia che ti invio questo comunicato. Dopo tanti anni di impegno per la democrazia diretta finalmente un caso esemplare a Vignola. Ti invito a fare il possibile per farlo conoscere perché non ci sono più alibi per le amministrazioni! Se hai un profilo Facebook vai qui e condividi più che puoi.
La democrazia diretta è uno strumento potente per riavvicinare i cittadini alla gestione della cosa pubblica: diffondiamola!
Sul sito www.listacivicaitaliana.org trovi anche l’intervista esclusiva all’Assessora alla partecipazione Monica Maisani e al Sindaco di Vignola Mauro Smeraldi.
Grazie e a presto!
Roberto B.
Comunicato Stampa del 24 giugno 2016
L’amministrazione comunale di Vignola con il nuovo statuto scrive una pagina storica per la democrazia italiana. E il PD…si oppone!
Il 21 giugno a Vignola (Modena) – comune di 25.250 abitanti amministrato dalle tre Liste civiche Vignola Cambia, Vignola per Tutti e Città di Vignola – il consiglio comunale ha approvato il nuovo statuto che dà ai cittadini avanzatissimi strumenti di democrazia diretta per esercitare a livello comunale la “sovranità”.
In questo modo il comune di Vignola diventa la punta più avanzata nel settore della democrazia diretta in Italia e probabilmente in Europa.
“Il nuovo Statuto – ricorda Monica Maisani – Assessora alla democrazia e alla partecipazione – prevede numerosi istituti, alcuni assai innovativi come “La parola al cittadino”, “La giornata della Democrazia” e “la Scelta Partecipata”, altri già presenti in alcuni Statuti comunali, ma non tutti assieme, come le diverse tipologie di Referendum (confermativo, consultivo e abrogativo), l’iniziativa popolare a voto popolare e l’iniziativa popolare a voto consiliare. Sono presenti anche le istanze e le petizioni, per queste ultime abbiamo previsto la petizione elettronica e l’opportunità di presentarle anche da parte dei non residenti che studino o lavorino in città e dei sedicenni. Per dare un’idea, nel vecchio Statuto le norme che si riferivano agli istituti di partecipazione erano 4, nel nuovo Statuto sono 18.”
Tutti questi istituti sono a quorum zero: una regola che obbliga a discutere sul merito delle proposte sia i favorevoli che i contrari; chi non partecipa delega a chi partecipa la decisione.
“Questi strumenti – dice il sindaco di Vignola Mauro Smeraldi – sono i canali attraverso i quali i cittadini potranno esercitare la loro partecipazione, non sono un risultato quanto piuttosto un mezzo. Sono nati attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto direttamente i cittadini nella sua stesura. Questo dimostra che già il senso civico è in fase di crescita e sviluppo nella comunità. E’ un fatto che dove si sono messi in atto strumenti di democrazia diretta avanzati le cose funzionano: le amministrazioni diventano più attente già prima di avviare un percorso decisionale e i cittadini si sentono parte delle scelte, tendendo quindi a collaborare (certo talvolta anche con modifiche sostanziali e cambi di direzione) anziché necessariamente a contrapporsi in uno sterile confronto che finisce solo per ledere maggiormente i rapporti. Inoltre gli strumenti di democrazia diretta richiedono organizzazione e responsabilità per essere portati avanti. Il pericolo di blocco della macchina comunale non esiste. Quando infatti si raggiungono i numeri che fanno scattare questi strumenti vuole dire che ci troviamo davanti all’espressione di una porzione importante della popolazione, che sarebbe sotto ogni profilo sbagliato non tenere in considerazione. Recentemente anche uno studio di Gallup ha fatto emergere come i cittadini che hanno a disposizione strumenti partecipativi diretti sono anche cittadini più felici.”
L’aspetto tragicomico di questa bella operazione è che il PD locale – all’opposizione – ha votato contro adducendo il pretesto che gli istituti inseriti nello statuto potrebbero avere un impatto negativo sull’amministrazione, rallentandone e bloccandone, in alcuni casi, l’attività.
Lo statuto è il risultato di un percorso iniziato nel marzo del 2015 sostenuto dalla determinazione dell’amministrazione comunale e dall’esperienza di Paolo Michelotto, uno dei massimi esperti di democrazia diretta in Italia.
Si tratta del frutto di un seme gettato da Dario Rinco a Milano ben 7 anni fa che il 18 ottobre 2009 organizzò l’incontro “Le liste civiche e la democrazia partecipativa” rivolto alle liste civiche e agli attivisti provenienti da tutta Italia.
Sul sito di Lista Civica Italiana www.listacivicaitaliana.org si può:
leggere l’intervista esclusiva al sindaco Mauro Smeraldi e alla Assessora alla partecipazione Monica Maisani
scaricare le presentazioni relative al percorso che ha portato allo Statuto e i contenuti dello statuto
Per contattare l’amministrazione comunale rivolgersi a
segreteriasindaco@comune.vignola.mo.it
partecipazione@comune.vignola.mo.it
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Qui l’intervista realizzata da Roberto Brambilla all’assessora Monica Maisani e sindaco Mauro Smeraldi
Intervista esclusiva agli amministratori che si trova qui:
Ieri sera a Vignola (Modena) – comune di 25.250 abitanti amministrato dalle tre Liste civiche (vere!) Vignola Cambia, Vignola per Tutti e Città di Vignola – il consiglio comunale ha approvato il nuovo statuto che dà ai cittadini ottimi strumenti di democrazia diretta per esercitare a livello comunale la “sovranità” citata dall’articolo 1 della nostra Costituzione. In questo modo il comune di Vignola diventa la punta più avanzata nel settore della democrazia diretta in Italia e probabilmente in Europa.
Si tratta del frutto di un seme gettato ben 7 anni fa con l’incontro del 18 ottobre 2009 a Milano con Paolo Michelotto – uno dei più attivi promotori della democrazia diretta in Italia – organizzato da Dario Rinco per le liste civiche e e gli attivisti provenienti da tutta Italia.
Chiediamo a Monica Maisani, Assessora alla democrazia e alla partecipazione, di spiegarci i dettagli di questa rivoluzionaria iniziativa.
Quali strumenti di democrazia diretta prevede lo statuto?
Il nuovo Statuto prevede numerosi istituti, alcuni estremamente innovativi come La parola al cittadino, La giornata della Democrazia e la Scelta Partecipata, altri già presenti in alcuni Statuti comunali, ma non tutti assieme, come le diverse tipologie di Referendum (confermativo, consultivo e abrogativo), l’iniziativa popolare a voto popolare e l’iniziativa popolare a voto consiliare. Sono presenti anche le istanze e le petizioni, per queste ultime abbiamo previsto la petizione elettronica e l’opportunità di presentarle anche da parte dei non residenti che studino o lavorino in città e dei sedicenni. Per dare un’idea, nel vecchio Statuto le norme che si riferivano agli istituti di partecipazione erano 4, nel nuovo Statuto sono 18.
Siete riusciti ad abbassare il quorum che di solito viene tenuto alto dalle amministrazioni?
Tutti i referendum sono senza quorum.
Quante firme occorrono per far indire i referendum?
Occorrono mille firme, pari a circa il 6% degli aventi diritto al voto.
Come è stato l’iter che ha preceduto l’approvazione da parte del consiglio comunale di ieri sera?
A seguito della Giornata della democrazia organizzata dalla nostra Amministrazione il 1 marzo 2015, in cui sono state presentate e discusse dai cittadini delle proposte di modifica dello Statuto comunale, come il quorum zero, la partecipazione informata e il voto elettronico, abbiamo costituito un tavolo tecnico che ha elaborato una bozza secondo le indicazioni emerse nella giornata del 1 marzo e secondo quelle presenti nelle linee programmatiche della nuova Amministrazione. A dicembre 2015 – conformemente alla legge regionale 3 sulla partecipazione – abbiamo attivato un percorso partecipato che ha coinvolto la prima commissione consiliare e un tavolo di negoziazione costituito da 20 membri, cittadini e rappresentanti di enti e associazioni, e che ha lavorato parallelamente sulla bozza di nuovo Statuto. Il 16 giugno 2016 in una riunione plenaria la Commissione e il Tavolo di negoziazione hanno condiviso un Documento di proposta partecipata che è stato presentato in Consiglio il 21 giugno.
Come hanno votato le forze all’opposizione e come hanno motivato il loro voto?
La Consigliera del Movimento Cinquestelle ha votato a favore del nuovo Statuto, avendo tra l’altro partecipato attivamente ai lavori della Commissione e all’organizzazione di una serata pubblica di approfondimento con l’Amministrazione di Parma che ha uno Statuto simile al nostro, il Pd ha votato contro il nuovo Statuto motivando la sua scelta con la contrarietà di principio alla democrazia diretta e in particolare agli istituti che abbiamo inserito in quanto potrebbero avere un impatto negativo sull’amministrazione, rallentandone e bloccandone, in alcuni casi, l’attività.
Come sono stati coinvolti i cittadini?
Come ho già detto, li abbiamo coinvolti attraverso un percorso partecipato e, cioè, abbiamo scritto insieme le norme del nuovo Statuto. Inoltre, abbiamo organizzato tre serate di informazione e approfondimento. Abbiamo, sin dall’inizio del percorso, pubblicato tutti i materiali di lavoro, compresi i verbali delle sedute, sul blog Partecipattiva.
Chiediamo infine il commento del Sindaco di Vignola Mauro Smeraldi.
Perché le Liste civiche “Vignola Cambia, Vignola per tutti e Città di Vignola credono nella democrazia diretta? Ci sono partiti “nascosti” nella lista?
L’unione delle nostre liste è nata intorno ad un programma che mette al centro la partecipazione. Nel momento in cui il nostro progetto politico è nato ogni appartenenza partitica è esplicitamente rimasta fuori. Che i cittadini abbiano vissuto un processo di allontanamento dalla vita politica è una realtà (ce lo dicono anche le percentuali sempre più basse di coloro che si recano al voto) e il nostro obiettivo è quello di ridare fiducia e strumenti concreti per tornare a vivere la cosa pubblica.
Pensa che questi nuovi strumenti possano aiutare a far crescere il senso civico dei cittadini?
Questi strumenti sono i canali attraverso i quali i cittadini potranno esercitare la loro partecipazione, non sono un risultato quanto piuttosto un mezzo. Ciò che è particolarmente significativo è che tali strumenti sono nati attraverso un percorso partecipato, percorso che ha coinvolto direttamente i cittadini nella sua stesura. Questo dimostra che già il senso civico è in fase di crescita e sviluppo nella comunità.
Questi strumenti di democrazia diretta potrebbero ritorcersi contro l’amministrazione?
E’ un fatto che dove si sono messi in atto strumenti di democrazia diretta avanzati le cose funzionano: le amministrazioni diventano più attente già prima di avviare un percorso decisionale e i cittadini si sentono parte delle scelte, tendendo quindi a collaborare (certo talvolta anche con modifiche sostanziali e cambi di direzione) anziché necessariamente a contrapporsi in uno sterile confronto che finisce solo per ledere maggiormente i rapporti. Inoltre gli strumenti di democrazia diretta richiedono comunque organizzazione e responsabilità per essere portati avanti. Non è possibile per individui o piccoli gruppi isolati, che magari agiscono proprio con l’intento di bloccare la macchina decisionale, portare avanti in modo deliberato questi tentativi. Quando si raggiungono i numeri che fanno scattare questi strumenti vuole dire che ci troviamo davanti all’espressione di una porzione importante della popolazione, che sarebbe sotto ogni profilo sbagliato non tenere in considerazione. Recentemente anche uno studio di Gallup ha fatto emergere come i cittadini che hanno a disposizione strumenti partecipativi diretti sono anche cittadini più felici.
Cosa consiglia ai suoi colleghi sindaci italiani?
Il mio consiglio non può essere altro che quello di intraprendere percorsi analoghi, coinvolgendo da subito i loro concittadini, che, lo ricordo, sono una risorsa, non un problema per chi amministra. Gli amministratori non devono poi sentirsi soli in questo percorso. Per noi è stato ad esempio fondamentale il contributo apportato da Paolo Michelotto, così come il confronto coni il Professor Andrea Morrone, Docente della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Anche la Regione Emilia Romagna per noi è stata una risorsa importante.
Il comune di Vignola sarà disponibile a esportare questa esperienza in altri comuni?
Beh, non è che possiamo invadere altri comuni con la nostra polizia municipale per “esportare la democrazia”, non sarebbe di certo una scelta partecipata, no? Di certo saremo felici di condividere la nostra esperienza con chiunque voglia approfondire il percorso che abbiamo fatto. Il Comune di Vignola ha tratto enorme vantaggio dal conoscere e approfondire le esperienze portate avanti in altre realtà grazie alla disponibilità di altri amministratori e animatori di percorsi analoghi. Siamo certamente disponibili oggi a fare lo stesso per gli altri.
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Questo l’articolo scritto per il giornale online bilingue del SudTirol “Il Salto” da Thomas Benedikter
http://www.salto.bz/article/28062016/italiens-neue-hauptstadt-der-buergerbeteiligung
Was im Einzelnen wird die Demokratie in Vignola so offen für die Mitbestimmung von unten machen? Hier nur das Wichtigste:
Wie die treibenden Kräfte dieser Reform, Stadträtin Monica Maisani und Bürgermeister Smeraldi, versichern, sollen die Durchführungsordnungen zur neuen Satzung der Gemeinde Vignola bis zum Jahresende stehen und weitere Innovationen bringen. Vorbildlich ist nicht nur das Resultat, vorbildlich war auch der ganze partizipative Prozess, der zu dieser Reform geführt hat (www.partecipattiva.it). In Südtirol werden in Sachen Bürgerbeteiligung immer wieder Mals und Kurtatsch zitiert. Vignola geht weit darüber hinaus und macht klar, wie wenig insgesamt die Südtiroler Gemeinden den von der Gemeindeautonomie gebotenen Spielraum an Bürgerbeteiligung nutzen (vgl. auch das POLITiS-Dossier Nr.5/2015). Es wird auch klar, dass ein wohlmeinender Bürgermeister allein nicht ausreicht, wenn er von Parteien abhängt, die bei der Bürgerbeteiligung auf der Bremse stehen, wie in Meran 2015 geschehen. Vignola zeigt auf, wie es anders geht. Bürgerinitiativen für mehr direkte Beteiligung haben jetzt einen klaren Bezugspunkt in Italien: eine Satzung wie Vignola.
di Paolo Michelotto
il 4 maggio 2016 a Vignola (MO) oltre che di Scelta Partecipata avevo parlato anche del Referendum Finanziario, su esplicito invito del sindaco di Vignola, Mauro Smeraldi, molto interessato a questo strumento. Alla fine, comunque, almeno per il momento, non è stato introdotto nel nuovo statuto comunale di Vignola approvato il 21 Giugno 2016.
Comunque riporto qui il testo presentato quella sera, per chi fosse interessato.
Referendum finanziario
La maggior parte dei Cantoni svizzeri ha il referendum finanziario facoltativo. Più della metà dei Cantoni ha il referendum finanziario obbligatorio.
Dal:
Rapporto della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale
Iniziativa parlamentare – Introduzione di un referendum finanziario
https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2007/7565.pdf
…In effetti, diverse analisi dell’impatto del referendum finanziario nei Cantoni e nei
Comuni forniscono prove empiriche dell’effetto di contenimento della spesa pubbli-
ca di questo strumento. L’analisi di un insieme di dati cantonali (relativi al periodo
1986–1997) e di dati comunali (del 1990 relativi a 134 comuni) ha consentito agli
economisti Lars P. Feld e Gebhard Kirchgässner di constatare che un referendum
finanziario obbligatorio ha per effetto la riduzione sia delle spese sia delle entrate.
Secondo la loro indagine, nei Cantoni che hanno istituito un referendum finanziario
obbligatorio, spese ed entrate pubbliche pro capite sono ampiamente inferiori
(rispettivamente del 7 % e dell’11 %) a quelle degli altri Cantoni. Nei Comuni i
risultati sono ancor più impressionanti, dove vige il referendum finanziario obbliga-
torio le spese e le entrate pubbliche pro capite sono inferiori di circa il 20 per cento
rispetto a quelle degli altri Comuni…
Contenimento spesa pubblica:
riduzione spese e entrate fino al 20% in meno degli altri cantoni dove non c’è questo strumento
Come funziona il Referendum Finanziario Obbligatorio?
Il Referendum Finanziario Obbligatorio prevede che ogni spesa straordinaria superiore ad una certa soglia debba essere approvata dai Cittadini. È previsto questo tipo di strumento anche per spese importanti che impegnano un Comune per molti anni a seguire.
Come funziona il Referendum Finanziario Facoltativo?
Prevede che ogni spesa tra due soglie limite, possa essere soggetta a Referendum Finanziario Facoltativo se i Cittadini raccolgono una percentuale delle firme dell’elettorato.
Esempio Referendum facoltativo del Canton Ticino
Costituzione Canton Ticino – Svizzera (337.000 abitanti)
Aprile 2016 (1 FRS = 0,909 Euro)
https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/index.html
Art. 42 Referendum facoltativo
Sottostanno al voto popolare se richiesto nei quarantacinque giorni dalla pubblicazione nel Foglio ufficiale da almeno settemila cittadini aventi diritto di voto oppure da un quinto dei Comuni:
a) le leggi e i decreti legislativi di carattere obbligatorio generale;
b) gli atti che comportano una spesa unica superiore a fr.1 000 000.- o una spesa annua superiore a
fr. 250 000.- per almeno quattro anni;
c) gli atti di adesione a una convenzione di diritto pubblico di carattere legislativo.
Esempio Cantone Friburgo
Art. 45 Referendum / a. obbligatorio
Referendum
a. obbligatorio
Sottostanno obbligatoriamente al voto del Popolo:
a.la revisione parziale o totale della Costituzione;
b.gli atti del Gran Consiglio che comportino una nuova spesa netta superiore all’1 per cento del totale delle spese dell’ultimo conto di Stato approvato dal Gran Consiglio.
Art. 46 Referendum / b. facoltativo
b. facoltativo
16000 aventi diritto di voto possono chiedere una votazione popolare su:
a.leggi;
b.atti del Gran Consiglio che comportino una nuova spesa netta superiore all’1/4 per cento del totale delle uscite dell’ultimo conto di Stato approvato dal Gran Consiglio o che vertono su crediti di studio d’importanza regionale o cantonale.
2Il termine per la raccolta delle firme è di 90 giorni.
Esempio comune di Poschiavo (Cantone Grigioni – Svizzera) 3500 abitanti
Art. 13 Referendum obbligatorio
Le seguenti questioni comunali sottostanno obbligatoriamente al voto del Popolo:
a) l’emanazione e la modifica di disposizioni costituzionali e leggi;
b) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite una tantum superiori a fr. 700′000.–;
c) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite annuali ricorrenti superiori a fr. 70′000.–;
d) la costituzione di fideiussioni e partecipazioni, nonché la concessione di mutui che nel caso singolo superano fr. 700′000.-;
e) gli affari riguardanti l’acquisto, la vendita, la permuta e la costituzione in pegno di proprietà fondiarie, nonché la costituzione e la cancellazione di diritti reali limitati, se la portata finanziaria della decisione supera fr. 700′000.–;
f) il rilascio e la modifica sostanziale di concessioni di sfruttamento idrico, la costituzione di altri speciali diritti di con godimento e l’esercizio del diritto di riversione ai sensi della legislazione sul diritto delle acque;
g) le decisioni della Giunta comunale concernenti le questioni di principio conformemente all’art. 17;
h) gli oggetti che la Giunta comunale vuole porre in votazione con decisione a maggioranza;
i) la decisione sulla creazione di una corporazione comunale o regionale o sulla relativa adesione;
j) la decisione relativa all’aggregazione con altri Comuni.
Art. 14 Referendum facoltativo
1. Su richiesta di almeno 150 aventi diritto di voto sottostanno al voto del Popolo:
a) il consuntivo, il preventivo e la determinazione del tasso fiscale;
b) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite una tantum superiori a fr. 400’000.– e fino a fr. 700′000.–;
c) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite annuali ricorrenti superiori a fr. 40′000.– e fino a fr. 70′000.–;
d) la costituzione di fideiussioni e partecipazioni, nonché la concessione di mutui nel caso singolo superiori a fr. 400′000.– e fino a fr. 700′000.–;
e) gli affari riguardanti l’acquisto, la vendita, la permuta e la costituzione in pegno di proprietà fondiarie, nonché la costituzione e la cancellazione di diritti reali limitati, se la portata finanziaria della decisione risulta superiore a fr. 400′000.–, tuttavia non supera fr. 700′000.–; oppure se l’affare riguarda l’acquisto, la vendita, la permuta e la costituzione in pegno di proprietà fondiarie nonché la costituzione di diritti di superficie di durata superiore a 30 anni di fondi edificabili con una superficie superiore ai 1′000 m2, rispettivamente di fondi non edificabili con una superficie superiore ai 3′000 m2;
f) le decisioni della Giunta comunale su crediti suppletivi se e nella misura in cui in questo modo una voce nel preventivo viene superata di oltre il 20%, tuttavia almeno oltre fr. 150′000.–.
g) le decisioni della Giunta comunale su crediti aggiuntivi se un credito d’impegno viene superato di oltre il 20%, tuttavia almeno oltre fr. 150′000.– .
Art. 15. Procedura per il referendum facoltativo
1. Dopo l’approvazione da parte della Giunta comunale, tutte le decisioni devono essere pubblicate sull’organo di pubblicazione ufficiale del Comune. Il preventivo e il consuntivo devono essere esposti presso la Cancelleria comunale con pubblicazione dell’esposizione sull’organo di pubblicazione ufficiale del Comune.
2. Il termine per il referendum è di 30 giorni dalla pubblicazione.
Nella domanda di votazione concernente il preventivo e il tasso fiscale dev’essere indicato quali voci vanno modificate con l’indicazione di massima di come ciò dovrebbe avvenire. Il referendum sul preventivo non è ammesso per posizioni dovute all’applicazione di disposizioni legali obbligatorie in vigore.
3. La votazione, di regola, deve avvenire entro due mesi dalla scadenza del termine di referendum. La Giunta comunale formula un preavviso agli aventi diritto di voto.
D. Votazioni su varianti e votazioni consultive
Art. 16. Votazione su varianti
1. La Giunta comunale può proporre una variante a un progetto sottoposto a referendum obbligatorio o facoltativo.
2. Se ha luogo una votazione popolare, agli aventi diritto di voto, oltre al progetto principale, deve essere sottoposta anche la variante. Quest’ultima decade se non ha luogo una votazione popolare.
Proposta di testo di Referendum Finanziario da inserire nello Statuto comune Vignola:
Art. xx Referendum finanziario facoltativo
Vengono sottoposti al voto popolare se richiesto nei quarantacinque giorni dalla pubblicazione da almeno 500 cittadini aventi diritto di voto, gli atti che comportano una spesa unica superiore a Euro XX o una spesa annua superiore a Euro YY per almeno quattro anni.
Art. yy Referendum finanziario obbligatorio
Vengono sottoposti al voto popolare gli atti che comportano una spesa unica superiore a Euro XXX o una spesa annua superiore a Euro YYY per almeno quattro anni.
Qui la presentazione in formato pdf e ppt sugli argomenti: Parola ai Cittadini – Scelta partecipata – Referendum Finanziario
di Paolo Michelotto
Il 4 maggio 2016 ero stato invitato a Vignola (MO) a parlare di uno strumento di partecipazione molto noto il Bilancio Partecipativo e del Referendum Finanziario. In realtà, ho presentato un nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA che raccoglie il meglio di quello che offriva il Bilancio Partecipativo, ma superava anche i suoi aspetti negativi. Questa proposta è stata inserita nel nuovo statuto comunale di Vignola. Primo in Italia. In fondo riporto il testo dell’articolo dello statuto. Ma prima spiego cos’è questo nuovo strumento di partecipazione.
Ecco il testo della mia proposta di quella sera.
Dal Bilancio Partecipativo alla Scelta Partecipata
Il Bilancio Partecipativo, un metodo partecipativo con cui i cittadini possono proporre, discutere, votare e decidere parte del Bilancio Comunale, nato a Porto Alegre in Brasile nel 1989, è stato applicato da allora in centinaia di città in tutto il mondo, ma da alcuni anni sta vivendo difficoltà.
Questo metodo ha permesso almeno parzialmente, di realizzare il sogno della democrazia diretta. Dove è stato applicato ha dato ai cittadini la possibilità di decidere su temi ed argomenti di solito lasciati in esclusiva agli amministratori e alle lobby.
Ma molte città dove è stato applicato, un po’ alla volta hanno smesso di farlo oppure continuano ad attuarlo ancora come una formalità consultiva, ma con fatica e senza l’entusiasmo dei suoi primi anni.
Infatti il Bilancio Partecipativo ha alcuni importanti aspetti negativi:
- richiede molto tempo ed energie agli amministratori, ai dipendenti comunali che si occupano del processo e ai cittadini;
- si discute quasi solo sul bilancio comunale;
- si discute quasi solo su quello che vogliono gli amministratori e su una cifra economica da loro stabilita in partenza;
- il valore spesso è consultivo e la sua attuazione finale dipende dalla buona volontà degli amministratori;
- è un processo attivato dall’alto, ossia dagli amministratori, sia che i cittadini siano interessati, sia che non lo siano;
- è un metodo spesso macchinoso, con regole scritte dagli amministratori, che non sempre tengono conto dei tempi e delle energie che i cittadini hanno possibilità e voglia di dedicare;
- il metodo ha un brutto nome, che dà idea che si discuta solo di numeri e che occorra essere esperti di economia per poter capire e partecipare.
Ecco alcune proposte per superare gli aspetti negativi del Bilancio Partecipativo.
- Il processo deve essere attivato solo dal basso, se richiesto da un numero minimo prestabilito di cittadini e non dall’amministrazione e prosegue solo se ad ogni incontro partecipa un numero minimo di cittadini stabilito dal regolamento, ad esempio la metà del numero che ha richiesto l’attivazione del processo.
- Rapidità. Il percorso deve essere il più rapido possibile, non possono trascorrere mesi o addirittura anni per arrivare ad un risultato. Molti cittadini hanno poco tempo e poche energie da dedicare. Prima di attivare lo strumento, il comitato proponente si incontra con gli esperti del comune responsabili dell’attuazione e stabiliscono assieme il percorso, il numero di incontri, in conformità al regolamento.
- Grande risultato. Deve avere un risultato importante, sicuro, in tempi certi e questo deve essere noto a tutti, prima che il processo inizi. Bisogna sapere quando inizia, come si svolge, quando finisce e cosa succede alle raccomandazioni finali elaborate dai cittadini.
- Struttura snella. Devono essere necessarie poche energie e pochi incontri per arrivare al massimo risultato.
- Appoggio esperti comune. Il processo deve avere il pieno appoggio di strutture ed esperti del comune. I cittadini che lo propongono devono poter avvalersi dei tecnici dell’amministrazione comunale, nei tempi e modi previsti, come farebbe un assessore o consigliere comunale, ancora nei momenti di preparazione alla richiesta di utilizzo del processo.
- Scalabile. Deve essere un processo scalabile per ampiezza, partecipazione e durata e queste caratteristiche devono essere decise dai cittadini proponenti insieme all’amministrazione, in conformità al regolamento, prima dell’inizio. Il tutto in proporzione a quanti cittadini sono interessati. Se i proponenti sono il numero minimo richiesto, si potrà solo realizzare un numero basso di incontri e il tempo totale dedicato al processo sarà breve e l’esito meno forte. Se i proponenti sono in numero estremamente alto, allora si possono pianificare molti incontri e i tempi possono essere dilatati per permettere una maggiore discussione. Inutile fare 10 incontri in 10 sale cittadine, se lo scopo è decidere come risistemare un parco cittadino. I cittadini proponenti insieme agli amministratori, decidono all’inizio del processo che esso consisterà di un certo numero di incontri in un certo numero di sale. Si va da un minimo di 1 incontro in 1 sala a un massimo di incontri e di mesi dedicati in base a quanti sono i cittadini richiedenti l’attivazione dello strumento. L’esito deve essere diverso in base a quanta partecipazione c’è stata. Partecipazione più numerosa e per più tempo, esito più forte.
- Esito certo e proporzionato all’impegno. Se la partecipazione è stata il minimo previsto dal regolamento, le raccomandazioni finali espresse dal processo vanno in consiglio comunale come fosse una iniziativa popolare a voto popolare. Esse possono essere approvate, oppure se il testo non viene recepito dagli amministratori, si procede a referendum senza quorum, dove decide la popolazione sul testo delle raccomandazioni finali e sull’eventuale controproposta degli amministratori. Se la partecipazione è stata molto alta (e ciò viene quantificato nel regolamento) allora l’esito è più forte e rapido. Le raccomandazioni finali espresse dal processo devono essere attuate dagli amministratori in un tempo massimo stabilito dal regolamento, senza il passaggio referendario.
- Su tutti gli argomenti su cui ha competenza un comune. Il processo deve poter essere realizzato su tutti gli argomenti che interessano ai cittadini, e su cui un comune ha competenza. Per esempio sulle modifiche da fare allo statuto, sul piano del territorio, sulle scuole comunali, sulla cultura, sullo sport, sul bilancio del comune, sulle tasse e imposte, sulle spese di un determinato settore, sulla visione della città per il futuro, sulle scelte strategiche di sviluppo.
Esempio di testo da inserire nello Statuto per una città grande come Vignola (MO) – 25.000 abitanti – 17.500 elettori:
Art. XX – SCELTA PARTECIPATA:
1 – Un comitato promotore di 10 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 100 cittadini, può presentare una richiesta di Scelta Partecipata.
2 – L’oggetto della Scelta Partecipata deve essere un tema di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta su cui i cittadini vogliono attivare un percorso partecipato.
3 – L’ammissibilità dell’oggetto e l’opportunità di attivare un percorso partecipato anziché altri strumenti previsti dallo statuto, viene decisa dal comitato dei garanti per i referendum.
4 – I cittadini possono consultare, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, esperti dell’ufficio partecipazione e tecnici comunali competenti sulla materia discussa, nella fase di preparazione del progetto di Scelta Partecipata.
5 – Il progetto di Scelta Partecipata deve spiegare chiaramente l’oggetto di discussione, il numero di incontri programmati e i tempi di loro realizzo, la logistica necessaria, quale ausilio di personale qualificato del Comune è necessario.
6 – Gli incontri sono pubblici, tutta la cittadinanza è informata e invitata a partecipare e si tengono con metodi partecipativi, con regole e modalità stabilite dal regolamento. Possono partecipare anche consiglieri e assessori. Ad ogni partecipante deve essere garantita pari libertà di proposta, discussione e voto. La partecipazione è libera per tutti i residenti del Comune di Vignola maggiori di 16 anni.
7 – Il processo inizia e prosegue se almeno 50 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.
8 – Se il comitato promotore presenta il progetto di Scelta Partecipata con più di 500 firme di cittadini a sostegno e ad ogni incontro partecipano almeno 300 cittadini per almeno 4 incontri, le raccomandazioni finali, vengono attuate dall’amministrazione entro 3 mesi dal loro deposito. Le raccomandazioni finali sono soggette a referendum confermativo, se esso viene richiesto dai cittadini nelle modalità previste dallo Statuto. In questo caso l’amministrazione e/o i cittadini che richiedono il referendum confermativo possono presentare una controproposta.
9 – Se il numero di firme a sostegno del progetto di Scelta Partecipata è compreso tra 100 e 500, le raccomandazioni finali vengono depositate presso il Consiglio Comunale che le discute con carattere di urgenza. Il Consiglio Comunale può recepirle senza modifiche oppure integrarle con accordo dei partecipanti. Se il testo non viene approvato dal Consiglio Comunale oppure viene approvato con modifiche non accettate dai promotori, si procede a referendum propositivo, con eventuale controproposta del consiglio comunale.
Quella proposta è diventata realtà.
Nel nuovo statuto comunale di Vignola, approvato il 21 giugno 2016, e quindi entrato in vigore, il nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA è stato inserito nell’art. 13.
ART. 13 SCELTA PARTECIPATA
1. Un comitato promotore di 20 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 250 cittadini, o l’Amministrazione Comunale possono presentare un progetto di scelta partecipata, attraverso l’avvio di un percorso di confronto tra Amministrazione Comunale e cittadini su un tema di competenza del Comune che abbia interesse generale.
2. Il progetto di scelta partecipata può riguardare anche il bilancio di previsione e le decisioni sugli stanziamenti sia nella parte delle entrate che delle spese.
3. Nella preparazione del progetto i cittadini possono avvalersi, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, dei dipendenti comunali esperti sulle materie in discussione.
4. Successivamente alla presentazione del progetto, Amministrazione e comitato promotore definiscono tempi e modalità del percorso finalizzato alla stesura del testo definitivo della scelta partecipata da sottoporre all’Amministrazione Comunale.
5. Nel caso di indizione su istanza dei cittadini, il processo inizia e prosegue se almeno 20 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.
6. In caso di mancata approvazione da parte del Consiglio Comunale il Comitato promotore può presentare un’iniziativa popolare a voto popolare, previa la raccolta di 500 firme.
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