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    Martedì 9 giugno 2015 a Gemona del Friuli (UD) serata su Democrazia Diretta e presentazione mozioni dei consiglieri M5S

    27 Maggio 2015 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    dd Gemona

    i 2 consiglieri comunali del M5S di Gemona del Friuli (UD) insieme ai consiglieri M5S di Osoppo (UD) e Tolmezzo (UD), hanno organizzato il martedì 9 giugno 2015 una serata dedicata alla democrazia diretta in cui sarò presente anch’io. Si svolgerà con il consueto metodo “La Parola ai Cittadini” durante la prima parte, poi saranno illustrati gli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo ed infine il dibattito con i cittadini. Dopo questa parte i consiglieri presenti illustreranno le mozioni sugli strumenti di democrazia diretta che hanno presentato nei loro tre comuni.

    Qui la mozione presentata, per chi vuole usarla come esempio nel suo comune:

    20150409-mozione-referendum-senza-quorum.doc

    Qui riporto il testo della mozione Introduzione di referendum propositivi, consultivi, confermativi, abrogativi e deliberativi senza quorum”:

    Alla cortese attenzione del Sindaco di Gemona del Friuli

    del Presidente del Consiglio Comunale di Gemona del Friuli

    PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO

    Oggetto : Introduzione di referendum propositivi, consultivi, confermativi, abrogativi e deliberativi senza quorum (continua…)

    Postato in democrazia diretta, parola ai cittadini

    Giovedì 28 maggio 2015 su Radio Radicale, Dario Rinco parla di democrazia diretta

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    di Paolo Michelotto

    radio-radicale

    giovedì sera 28 maggio 2015, ore 21:00, Dario Rinco sarà ospite di Radio Radicale per parlare di Democrazia Diretta e Partecipata. Maggiori dettagli qui:
    https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2015/05/24/24052015-evento-in-diretta-su-radio-radicale-giovedi-28052015-ore-2100/

    Dopo essere stati ospiti della rubrica “Pane al Pane” di Radio Lombardia il 20/01/2014 (https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2014/01/26/26012014-video-di-radio-lombardia/) con il Sindaco Alessandro Lorenzano del comune di S. Giuliano Milanese ecco che un’altra radio organizza un incontro sul tema della Democrazia Diretta. Infatti e confermata per giovedì 28 maggio ore 21:00 su Radio Radicale la nostra partecipazione a un incontro sul tema  Democrazia Diretta e Democrazia Partecipativa. L’evento si svolgerà presso l’associazione Enzo Tortora Radicali Milano in via Sebastiano Del Piombo 11, Milano.

    I relatori saranno:
    Dario Rinco, dell’Associazione Più Democrazia a Sesto San Giovanni, e Anna Fazi, facilitatrice del tavolo partecipazione comitati per Milano.

    Per partecipare all’evento potete iscrivervi qui: https://www.facebook.com/events/637555983010883/ oppure potete ascoltare la diretta su Radio Radicale (Frequenza radio per la zona di Milano: 97.9 e 96.8, per le altre zone consulta: http://www.radioradicale.it/pagine/come-ascoltarci e digita il nome del tuo comune per avere la frequenza FM).

    E’ possibile ascoltare Radio Radicale anche su internet qui: http://www.radioradicale.it/dirette.

    Avrete la possibilità di intervenire in diretta per porre le vostre domande/osservazioni al numero di telefono che verrà comunicato durante la trasmissione.

    Postato in democrazia diretta

    A Vicenza approvato il nuovo regolamento attuativo per i referendum con quorum zero

    7 Maggio 2015 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    banner vicenza

    Il 5 maggio 2015 il consiglio comunale di Vicenza ha approvato il nuovo regolamento attuativo sui referendum con quorum zero. Anche se è un regolamento tra i più avanzati in Italia (infatti i referendum hanno quorum zero) NON è però un buon regolamento dal punto di vista dei cittadini. E’ prevista la raccolta di 5000 firme in 90 giorni (è una enormità per dei cittadini e io lo so perchè nel 2006 ho collaborato a raccoglierne 4000 per il referendum Più Democrazia a Vicenza), il comitato dei garanti è di nomina politica (il segretario comunale che è assunto direttamente dal sindaco, un rappresentante della maggioranza e uno della minoranza) e potranno giudicare se un quesito è ammissibile oppure no, i referendum si potranno tenere solo in concomitanza delle votazioni nazionali od europee, quindi potrebbero passare anche 2-3 anni dalla presentazione delle firme al voto e numerose materie su cui non si possono fare le firme.

    Insomma un regolamento che NON E’ ASSOLUTAMENTE da imitare. Se si vuole dare sinceramente un buon strumento di democrazia in mano ai cittadini. Semmai è da leggere con attenzione come caso da manuale per vedere come i rappresentanti eletti riescono a rendere quasi inutilizzabile uno strumento di democrazia diretta.

    Ma lascio spiegare meglio a Annamaria Macripò, coordinatrice del comitato Più Democrazia e Partecipazione che dal 2003 (12 anni!!) si batte per avere migliori strumenti di democrazia diretta a Vicenza.

    Fonte: http://www.piudemocrazia.it/?p=224

    I MUTANTI DELLA DEMOCRAZIA

    Il Comitato Più Democrazia e Partecipazione di Vicenza aveva festeggiato già due anni fa, quando, a otto anni di distanza dal referendum comunale del 2006, che aveva richiesto l’inserimento dei referendum propositivi e abrogativi nello Statuto comunale (fu il primo referendum comunale vicentino e il primo in Italia a chiedere questi strumenti ‘dal basso’), l’amministrazione guidata dal sindaco Variati approvò il nuovo Statuto comunale con i suddetti referendum a quorum zero.

    Un incredibile successo per il comitato, che in tutti quegli anni non aveva mai smesso di credere nell’obiettivo da raggiungere, e un punto d’orgoglio per l’amministrazione cittadina che poteva fregiarsi del titolo di ‘prima città capoluogo de-quorumizzata d’Italia’!

    Ci sono poi voluti altri due anni affinché quello che era stato conquistato a fatica sulla carta diventasse effettivo; sì, perché il Regolamento degli Istituti di Partecipazione, il corrispettivo di un decreto attuativo, è stato approvato solo ieri, 5 maggio 2015.

    Un totale di circa 10 anni per consegnare alla cittadinanza il diritto di partecipare attivamente.

    I festeggiamenti riprendono, quindi, anche se in tono più pacato perché certamente in quest’ultima fase si poteva fare di meglio.

    Ci tacciano di ‘incontentabili’. Sì, il Comitato Più Democrazia e Partecipazione non è facile a concedere elogi e anche in questo caso non si smentisce. Ma si tratta tutto sommato di rimanere fedeli al principio di realtà.

    È vero, ora i cittadini di Vicenza possono costituirsi in comitato referendario e attivare questi strumenti di democrazia diretta: il referendum propositivo, che dà agli elettori la possibilità di esprimere la loro creatività politica proponendo un atto amministrativo da sottoporre al voto dei propri concittadini (in genere una tematica riguardante il bene comune che l’amministrazione per vari motivi non ha affrontato), e il referendum abrogativo che va a cassare un atto approvato dal Consiglio comunale o dalla Giunta.

    Però, e c’è più di un però…

    Questi diritti e strumenti referendari che, vale la pena di ricordare, sono previsti dalla Costituzione, sono praticabili solo ed esclusivamente in presenza di regole di applicazione semplici e soprattutto che non contengano percorsi a ostacoli. E questo purtroppo non si può certo dire che sia una caratteristica del Regolamento approvato ieri dal Consiglio comunale vicentino.

    Nel momento in cui si adottano strumenti referendari vanno presi in considerazione una serie di fattori importanti quali la valutazione di ammissibilità, i tempi e le modalità di raccolta delle firme, l’informazione, l’agenda delle votazioni referendarie.

    Sono le regole di applicazione che definiscono una democrazia diretta compiuta.

    Ecco a Vicenza, la sensazione è che si sia persa l’occasione per ottenere il ‘bollino di qualità’ della democrazia diretta cittadina visto che:

    • il cosiddetto ‘collegio degli esperti’ che valuta l’ammissibilità del quesito in questo caso sarà formato da tre soli membri: il segretario comunale, un membro nominato dalla maggioranza e uno dalla minoranza. È evidente l’inopportunità di tale decisione dato che gli ‘arbitri’ non dovrebbero essere scelti dagli amministratori che sono una delle parti in causa (l’altra è il comitato referendario). In questo caso non sono garantiti i criteri minimi di terzietà dell’organo stesso che con tale composizione difficilmente sarà immune da influenze politiche.
    • il tempo per la raccolta delle firme (che, ricordiamo, serve anche a fare informazione e avviare il dibattito sul quesito referendario e non è a carico del comune) è stato ridotto al lumicino, ovvero 90 giorni per raccogliere 5000 firme autenticate (pari al 5,7% della popolazione avente diritto al voto) contro i 150 richiesti dal Comitato, tenuto anche conto che il precedente Regolamento ne prevedeva 90 per la raccolta di 4000 firma – mille in meno! Invece, in Trentino, regione all’avanguardia sull’argomento, si registra una tendenza all’ampliamento di queste tempistiche.

      Come motivazione per tale drastica riduzione dei tempi è stata addotta la necessità di creare un “meccanismo sfidante”, con le parole del vice-sindaco Bulgarini. Peccato però che sia stata mal interpretata sia la funzione di questo periodo di raccolta sia questa presunta ‘competizione’ che non ha un avversario da battere, se non il tempo. Ma qui non si tratta di una gara a cronometro, bensì di democrazia diretta effettivamente praticabile.

    • l’informazione: pilastro essenziale dei referendum e della democrazia. L’Amministrazione vicentina ha cassato la norma che prevedeva l’invio di un opuscolo informativo contenente una chiara illustrazione del quesito e delle ragioni del SÌ e del NO. La Giunta non ha addotto adeguate motivazioni a sostegno del taglio se non una vaga allusione ai costi. Ma si sa, la democrazia costa solo quando è a favore del cittadino!
    • l’agenda delle votazioni referendarie a Vicenza è stabilita come da Statuto: esse possono svolgersi solo in concomitanza con altre elezioni nazionali, regionali, europee e referendum popolari nazionali. Dunque già in presenza di un’agenda ‘penalizzante’, si è voluto aggiungere un limite ulteriore: l’iter referendario previsto prima del voto deve essere completato positivamente entro 60 giorni dalla data delle votazioni, altrimenti si passa alla tornata successiva, ovvero, il referendum verrà celebrato a distanza di due-tre anni o forse più dalla raccolta firme con conseguente allontanamento dell’attualità della proposta e ulteriore e sfiancante campagna referendaria per il comitato promotore. Per questo sono state addotte motivazioni organizzative, facendo passare una norma a rischio di legittimità.

    Tutti questi paletti, inseriti in extremis dalla Giunta, snaturando i risultati raggiunti dopo un anno di lavoro dalla I Commissione, hanno lo scopo, dichiarato, di fungere da ‘compensazione’ per il ‘quorum zero’, come a dire: i cittadini hanno ottenuto, sì, l’ambito spazio partecipativo dato dalla mancanza di quorum per la validità dei referendum (decide chi partecipa), ma noi, Amministrazione, tuteliamo le nostre posizioni di potere e rendiamo l’attivazione dei referendum (già in qualche modo arginati dalle materie escluse o ‘non referendabili’ – art. 29 dello Statuto) un percorso a ostacoli che farà del lavoro dei comitati promotori un’impresa al limite delle possibilità; come se i cittadini dovessero ‘pagare pegno’ per attivare il proprio diritto decisionale.

    Uno scivolone imperdonabile, questo, che rende lecito il sospetto che all’Amministrazione ‘illuminata’ di due anni fa, quella che ha concesso il quorum zero, sostanzialmente la stessa di oggi, si sia bruciata qualche lampadina di troppo.

    A ben guardare, però, di aspetti positivi ce ne sono, sempre che li si guardi con la lente della solita logica, tutta italiana del ‘meno peggio’, visto che sia all’interno della stessa maggioranza come in gran parte della minoranza (esclusa quella che ha sostenuto le tesi del Comitato Più Democrazia) si odono ancora commenti eufemisticamente poco entusiastici nei confronti di un ‘quorum zero’ mal digerito. E allora, non ci resta che gioire per l’approvazione del nuovo Regolamento e accettare ancora una volta la sfida: a piccoli passi si migliora il migliorabile.

    Per quanto ci riguarda, possiamo andare fieri di essere portatori di quel DNA mutante della democrazia che, con l’innesto degli strumenti di democrazia diretta, sta cominciando a germogliare.

    Annamaria Macripò

    coordinatrice del Comitato Più Democrazia e Partecipazione

    Vicenza, 6 maggio 2015

    Postato in democrazia diretta

    Serata sulla democrazia diretta a Lavis (TN) 06-05-2015

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    di Paolo Michelotto

    lavis

    a Lavis (TN) si è parlato di democrazia diretta alla presenza dei candidati e dei simpatizzanti della lista M5S che si presentano alle elezioni di domenica 10 maggio 2o15.

    All’inizio c’è stato il mio intervento sugli strumenti di democrazia diretta che esistono nel mondo e di cosa si può fare a livello locale.

    Qui il file proiettato:

    presentazione-DD-Lavis-06-05-15.pdf

    presentazione-DD-Lavis-06-05-15.odp

    Poi Alex Marini, dell’associazione Più Democrazia in Trentino ha raccontato il percorso fatto dall’associazione, e come è riuscito ad ottenere una legge regionale che impone a tutti i comuni trentini il miglioramento degli strumenti di democrazia diretta esistenti.

    Postato in democrazia diretta, democrazia diretta trentino