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  • Come introdurre il referendum statutario nel proprio comune e perchè

    22 Febbraio 2015

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    Postato in: democrazia diretta

    di Paolo Michelotto

    referendum consultivo statutario

    lo Statuto Comunale è l’insieme delle norme più importanti dei nostri comuni, l’equivalente della Costituzione per uno stato. Queste norme non possono essere votate dai cittadini italiani. Eppure la loro vita quotidiana ha a che fare con esse continuamente.  Ma un referendum sullo Statuto comunale non è presente in nessun comune italiano perchè esso è impedito dalle disposizione del Testo Unico Enti Locali (TUEL) dove viene scritto chiaramente nell’art 6 comma 4 che lo statuto è approvato solo dal Consiglio Comunale (e i cittadini quindi non possono intervenire direttamente).

    Art. 6

    4. Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie.

    E quindi come si può fare in modo che i cittadini possano esprimersi su uno statuto comunale oppure su un articolo da introdurre in esso o una sua modifica, se la legge nazionale lo impedisce?

    Si può adottare lo stesso escamotage, pensato per il Referendum Consultivo Revocatorio.

    I cittadini tramite un referendum consultivo, chiedono che il consiglio comunale discuta l’introduzione di un nuovo articolo o la modifica o l’intero Statuto comunale. Se il referendum consultivo ha successo e quindi la maggioranza dei votanti chiedono di introdurre l’articolo proposto (o sua modifica), i consiglieri sono obbligati solo a discutere il testo e sono liberi di dire SI oppure NO alla proposta. Ma è difficile votare NO quando la maggioranza dei votanti chiede una cosa, o meglio, i rappresentanti possono votare NO a una richiesta della maggioranza dei cittadini, consapevoli che così però non sono più rappresentativi dei loro elettori. Comunque ciò che conta è che con questo percorso, il TUEL è formalmente rispettato.

    Ecco un possibile articolo da introdurre nello Statuto Comunale, per permettere il referendum consultivo statutario, tratto dal Dossier: Diritti di partecipazione dei cittadini nei comuni:

    Referendum consultivo statutario

    È indetto referendum consultivo statutario su tutto o parte dello statuto quando lo richiedano almeno il 2% degli elettori. La proposta soggetta a referendum, se raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi, obbliga il consiglio comunale alla discussione e alla votazione in merito, con la massima urgenza.

    Come per il referendum consultivo revocatorio, i cittadini oggi non possono direttamente introdurre questo articolo nello statuto, ma può farlo una maggioranza di Consiglieri Comunali sensibili alla democrazia, magari sollecitati dai cittadini con una mozione di iniziativa popolare, oppure da una giunta che abbia gli strumenti di democrazia diretta tra le sue priorità. E ce ne sono varie in Italia.

  • Commenti recenti

    • Elisabetta Savaglio ha scritto

      1

      A Torino è previsto l’Istituto della Proposta di deliberazione ad iniziativa popolare, tramite la quale 10 cittadini primi firmatari possono richiedere la modifica/integrazione dello Statuto, previa raccolta di almeno 5000 firme. A prima vista mi pare una soluzione più agevole di un referendum, che ne pensi?

      02/22/15 8:33 PM | Comment Link

    • paolo michelotto ha scritto

      2

      è certamente più facile di un referendum. Ma qual è la sua forza? Raccogli 5000 firme su metti 800.000 elettori di Torino, la proposta va in consiglio comunale che è libero di discuterla oppure no. E se la discute, lo può fare con i suoi tempi, di cambiarla e votare allegramente no. Tanto voi siete solo 5000 firmatari su 800.000 che forza rappresentativa avete? Probabilmente qualsiasi consigliere comunale a Torino ha più voti delle vostre firme. A Rovereto ad esempio l’abbiamo utilizzata, dopo quasi un anno l’hanno discussa, tenuto alcune parti poco importanti e cassate quelle che non gli piacevano.

      Se c’è un referendum senza quorum e va a votare una buona percentuale di cittadini, supponiamo il 50% sono 400.000 voti, rispetto a 5000 firme. La forza è sicuramente maggiore ed è meno facile rovesciare poi il risultato.

      02/24/15 9:08 PM | Comment Link

    • Andrea Melani ha scritto

      3

      Scusa mi manca un passaggio. Se non ho capito male, prima che i cittadini possano comunque proporre un referendum consuntivo sul tema, deve essere inserito nel statuto l’articolo che hai tratto dal dossier?
      Ho capito bene?

      08/10/15 10:08 AM | Comment Link

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