• Archive for Ottobre, 2014

    Comune di Parma si discute Nuovo Statuto con Quorum Zero e referendum propositivo e abrogativo

    28 Ottobre 2014 // Nessun commento »

    di Paolo Michelottoparma

    oggi alle 15 si comincia la discussione del nuovo Statuto Comunale, che accoglie molte delle idee emerse durante “La Giornata della Democrazia” che si è tenuta il 20 settembre 2013.

    Tra queste il Quorum Zero e l’introduzione dei Referendum Abrogativi e Propositivi.

    Qui la diretta:

    http://www.comune.parma.it/comune/news/Convocazione-Consiglio-Comunale-20.aspx

    Poi nei prossimi giorni metterò il link alla discussione registrata.

    Postato in quorum, referendum

    Democrazia Diretta a Montecitorio in 1^ Commissione Camera il 20 ottobre 2014

    25 Ottobre 2014 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    democrazia diretta montecitorio

    non è uno scherzo. Il lunedì 20 ottobre 2014 sono stato ascoltato insieme ad altri 12 esperti su approfondimenti riguardanti la modifica della Costituzione che dovrà essere discussa a breve alla Camera, dopo essere già stata approvata in Senato.

    Questo il video, realizzato prendendo la diretta web realizzata dalla camera, e aggiungendo le immagini della presentazione per rendere più chiaro ciò di cui parlavo.

    Io naturalmente ho parlato di democrazia diretta. Ero stato preavvisato 2-3 settimane prima che il deputato Riccardo Fraccaro del M5S mi aveva proposto in qualità di suo “esperto” sulle modifiche della Costituzione. Ed avevo dato la mia disponibilità di massima. Poi giovedì 16 ottobre sono stato chiamato dal segretario della commissione per dirmi che mi aspettavano lunedì 20 ottobre. Essendo il mio giorno libero dal lavoro, ho accettato e a mie spese ho fatto 1000 km e sono andato a Roma per parlare di democrazia diretta 10 minuti davanti alla 1^ Commissione, quella competente sulle modifiche alla Costituzione.

    I membri presenti erano veramente pochi, forse 1/3 di quelli ufficiali. L’interesse su questo argomento non mi è stato manifestato in nessun modo, tranne che dal deputato del M5S Riccardo Fraccaro, che mi aveva invitato e che mi ha fatto l’unica domanda.

    Alcuni degli altri esperti presenti erano molto interessati. Comunque positivo che qualche informazione dettagliata su referendum propositivo, quorum, revoca siano entrate in Commissione. Certo il tema avrebbe richiesto qualche giornata di discussione e non solo 10 minuti.

    Servirà? Vedremo. Intanto un altro piccolissimo passo l’abbiamo fatto.

    In Svizzera dopo 2 anni che viene depositata una iniziativa in parlamento, si sarebbe già arrivati al voto popolare.

    Ma loro hanno iniziato 150 anni prima di noi. Ci arriveremo anche noi, e forse non servirà così tanto tempo…

    Questo il file della presentazione utilizzata (che è una sintesi di quelle che di solito faccio negli incontri con i cittadini):

    montecitorio 20-10-14.ppt

    montecitorio 20-10-14.pdf

    Un grande grazie a Riccardo Fraccaro, deputato del M5S per aver permesso alla democrazia diretta di affacciarsi in 1^ Commissione.

    Postato in democrazia diretta

    Cavallino Treporti (VE) approvato Quorum Zero su Referendum comunali (15 ottobre 2014)

    24 Ottobre 2014 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    riporto l’articolo scritto dagli amici Giorgia e Federico che da qualche anno stanno impegnando moltissime loro energie per ottenere strumenti di democrazia diretta più efficaci nei comuni dove abitano.

    lpiu-demo-cavallino

    http://piudemocraziacavallinotreporti.wordpress.com/2014/10/16/cavallino-treporti-approvato-il-quorum-zero-nei-referendum/

    Il Comune di Cavallino-Treporti ha approvato all’unanimità la modifica dello Statuto nella parte riguardante gli strumenti di democrazia partecipata, inserendo  il “quorum zero” per la validità dei referendum. Un risultato storico arrivato dopo un percorso durato 1 anno, frutto di un lavoro fatto tra maggioranza, opposizione e cittadini che ha permesso di avere un documento condiviso da tutti.

    Un piccolo passo per il nostro Comune, un salto da gigante per avere Più Democrazia!

    .
    Il nostro comitato è assolutamente soddisfatto del risultato raggiunto, che ha permesso così alla nostra cittadina di mettersi in linea con i paesi democratici più avanzati, così come altri comuni italiani che negli ultimi 5 anni hanno rinnovato i propri strumenti di democrazia diretta e partecipata. Per questo vogliamo ringraziare pubblicamente maggioranza e opposizione per l’ottimo lavoro svolto ed il dialogo continuo che ci ha permesso di lavorare insieme in maniera propositiva per raggiungere il traguardo.
    .
    Tra le altre novità inserite nel nuovo statuto vogliamo ricordare il voto allargato a chi, avendo compiuto 16 anni, sia residente oppure lavora o studia nel comune , l’inserimento della “proposta di delibera popolare”, dei referendum consultivi o propositivi col 5% di firme e dei referendum abrogativi con il 10% di firme , la verifica della validità legale del referendum prima della raccolta firme, l’ampliamento delle consulte, i tempi certi per avere risposte alle istanze/petizioni/proposte.
    .
    Adesso per completare il lavoro serve solo approvare il regolamento attuativo, dove saranno descritte in dettaglio tutte la varie fasi, come ad esempio le modalità di raccolta firme, di autentica, di svolgimento del voto e di informazione. Da parte nostra siamo pronti a portare le nostre proposte, che riguarderanno soprattutto l’uso degli strumenti web, il numero di firme necessarie per le petizioni e le proposte e per snellire la burocrazia il più possibile.
    ” La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo. “
    Qui di seguito il video del consiglio comunale con l’approvazione delle modifiche (dal minuto 42:04):

    Postato in democrazia diretta, quorum

    Domande frequenti sulla democrazia diretta e risposte (di Emanuele Sarto)

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    di Paolo Michelotto

    domande e risposte

    riporto qui una interessante raccolta di domande sulla democrazia diretta, trascritte dall’amico Emanuele Sarto (esperto sulle tematiche della democrazia diretta) e le risposte che lui da durante gli incontri che tiene. Sono argomentazioni molto sensate e sincere, che meritano di essere lette e diffuse.

    Possibili obiezioni alla democrazia diretta.

    a) L’incompetenza: in una società moderna i problemi sono troppo complessi per lasciare prendere decisioni ben ponderate all’uomo della strada
    In parlamento come nei consigli comunali si vota troppo spesso come indica il capogruppo senza nemmeno aver letto l’oggetto. I cittadini che potessero votare su una consultazione che essi stessi hanno chiesto, sarebbero in uno scenario ben diverso. Individuato il tema si dovrebbero raccogliere le firme sufficienti. Fatto questo si stabilirebbe la data della consultazione. Senza quorum tutti saprebbero che alla scadenza la decisione verrebbe presa. Nei mesi, dal completamento della raccolta firme alla data della consultazione, tutte le tesi in campo avrebbero motivo di dare il meglio di se per essere il più chiare e convincenti. Si potrebbero fare le domande più diverse proprio per approfondire piuttosto che per confliggere. Chi risponde cercherebbe di farlo in maniera esaustiva. Avremmo così cittadini informati e consapevoli per una decisione condivisa, certa e di buon senso.

    b) La mancanza di senso di responsabilità: la gente non considera nient’altro che il proprio interesse. Ad esempio, si abolirebbero le tasse senza considerare le conseguenze di un tale provvedimento, oppure si chiederebbero più spese al governo che faranno deragliare il bilancio. Agli uomini politici si può sempre domandare il rendiconto delle loro decisioni, ma nessuno è responsabile della decisione referendaria.
    Solo chi condivide una decisione ne è responsabile e le decisioni condivise oltre che diffondere la responsabilità aumenterebbero significativamente il senso di appartenenza ad una comunità. Per contro gli errori degli eletti ricadono sui cittadini e nessuno è responsabile nemmeno quando si scoprono corruzione e malaffare. Abbiamo poi due esempi reali. 3.3.2013 i cittadini del Canton Ticino respingono una proposta di riduzione aliquote fiscali perché capiscono perfettamente che a minori entrate corrisponderebbero minori servizi. Il 6.11.2012 in California i cittadini, contro ogni pronostico, approvano a quorum zero l’aumento della tassazione sui redditi sopra ai 250.000$ per finanziare la scuola pubblica. Questi sono dati reali e non supposizioni.

    c) Minacce alle minoranze: la democrazia diretta potrebbe essere un mezzo per approvare decisioni che violino i diritti umani e le libertà fondamentali. In questo modo le minoranze sarebbero particolarmente minacciate.
    Tutte le guerre degli ultimi secoli sono state decise da pochissime persone. Quante devastazioni ci saremmo risparmiati se a decidere una guerra ci fosse stata consultazione a suffragio universale? Sono rispettati diritti umani e libertà fondamentali quando si dichiara una guerra?
    Forse state pensando che la risposta sia fuori tema. Avete considerato che i giovani chiamati alle armi sono una minoranza della cittadinanza? Se a prendere la decisione avessero partecipato i giovani stessi e le loro nonne mamme mogli e sorelle con i loro nonni padri e fratelli come sarebbe finita?

    d) In relazione al punto c): nella democrazia diretta i demagoghi hanno la libertà di lanciare proposte rozzamente populiste.
    Il buon senso è la cosa meglio distribuita al mondo. Ciascuno infatti pensa di esserne così ben provvisto che anche coloro che di tutte le altre cose non si contentano mai, di questa son soliti non volerne più di quanto ne abbiano. Cartesio. Chissà, forse qualche banale errore riusciremmo a farlo anche condividendo le scelte importanti ma se davvero accadesse sapremmo porvi rapidamente rimedio. Ricordiamo che un referendum non è un sondaggio. Un’intera comunità che per mesi esplora una questione difficilmente approverebbe proposte rozze e men che utili per l’intera cittadinanza. Molto probabilmente nemmeno andrebbero a voto perché non raggiungerebbero le firme utili. Una comunità che condivide le decisioni ha meno bisogno di figure di spicco perché presta attenzione alle questioni concrete e meno all’istrionismo di  persone anche carismatiche.

    e) Il potere del denaro: gli “interessi particolari” ben finanziati, dominano il dibattito e utilizzano i referendum per i loro propri scopi.
    Per ora abbiamo la prova sia storica che recente, che il potere del denaro domina la classe politica. Al contrario un referendum seguito a un dibattito che dura mesi e al quale tutti possono contribuire con domande e obiezioni non abbiamo riscontro che finisca per danneggiare la comunità stessa.

    f) Impossibilità di affinare e qualificare i quesiti: gli elettori possono dire soltanto ’sì’ o ‘nò’ ad una proposta referendaria; non c’è possibilità per una maggiore differenziazione. Inoltre con i referendum c’è il problema del nesso: tutti i tipi di questione non direttamente collegate all’argomento del referendum giocano un ruolo nella decisione degli elettori.
    Anche in parlamento si dice si o no ad una legge. In occasione di approvare un emendamento si vota pure su un singolo paragrafo se non su una singola parola. Perché non potrebbero farlo i cittadini?
    Il problema del nesso e di tutte le questioni non direttamente collegate all’argomento referendum giocano un ruolo  solo nella decisione degli elettori o è ragionevole pensare che parimenti accada nelle decisioni degli eletti?

    g) Il conflitto con la democrazia rappresentativa: il Parlamento viene screditato dai referendum e viene minato il primato della politica ‘ufficiale’.
    Condividere una scelta importante con gli eletti significa dare valore ad un’intera comunità, ad un’intera nazione. Significa arricchire il senso di appartenenza. Dev’essere chiaro che gli eletti, i rappresentanti, i pubblici amministratori sono INDISPENSABILI. Possiamo scandirlo in-dis-pen-sa-bi-li. Parimenti è altrettanto indispensabile poter condividere con loro le scelte importanti che i cittadini, con apposita raccolta firme, abbiano ritenuto degne dell’attenzione generale. Questo significa essere accanto ai propri eletti altro che sminuirli.

    h) Sovraccarico degli elettori: gli elettori non vogliono referendum su tutto, ma vogliono essere lasciati in pace e non essere obbligati ad andare a votare.
    Come si ha contezza di questa affermazione? Noi che ci occupiamo di democrazia possiamo affermare il contrario. Chi avrebbe ragione. Esiste una ricerca su questo tema? Interessante e utile sarebbe un referendum apposito per un conteggio veritiero che dite?

    i) Manipolazione del modo in cui viene posto il quesito: il quesito può essere formulato in modo suggestivo, cosicché gli elettori vengono dirottati su un voto contrario alle proprie reali convinzioni.
    Questo funziona benissimo in un sondaggio. Con un referendum senza quorum non può funzionare per quanto detto prima. I cittadini che potessero votare su una consultazione che essi stessi hanno chiesto, non sono in un sondaggio. Senza quorum tutti saprebbero che alla scadenza la decisione verrebbe presa. Nei mesi, dal completamento della raccolta firme alla data della consultazione, tutte le tesi in campo avrebbero motivo di dare il meglio di se per essere il più chiare e convincenti. Si potrebbero fare le domande più diverse proprio per approfondire piuttosto che per confliggere. Chi risponde cercherebbe di farlo in maniera esaustiva. Avremmo così cittadini informati e consapevoli per una decisione condivisa, certa e di buon senso altro che voto contrario alle proprie idee.

    j) Conservatorismo: il referendum garantisce il blocco delle riforme essenziali, in quanto la gente tende a votare per mantenere lo status quo. Altri affermano l’esatto contrario, cioè che attivisti entusiasti possano impossessarsi della democrazia tramite il referendum, in quanto la maggioranza silenziosa non prende mai parte ai referendum.
    Probabilmente sono vere entrambe le cose. I cittadini sono conservatori e innovatori a seconda di quali siano i loro interessi. Una comunità coesa come ne deriverebbe dalla pratica nelle decisioni condivise, saprebbe modulare al meglio questi aspetti. I cittadini hanno respinto una spesa molto importante per l’acquisto di aerei caccia. Ecco il conservatorismo. Per contro l’ingresso della Svizzera nell’ONU è stato proposto e voluto dai cittadini quando il governo era contrario. Anche l’eliminazione di privilegi senza senso a favore dei top manager delle società quotate è stato voluto dai cittadini con gli amministratori contrari. Cittadini progressisti diremmo.  Pochi esempi reali a conferma che la comunità decide nell’interesse comune e non esclusivamente contro o a favore del nuovo. Quanto alla maggioranza silenziosa che non partecipa è un falso. In Svizzera pur se ad ogni votazione partecipa mediamente il 40% degli aventi diritto, nell’arco di due anni è l’80% dei cittadini che si reca al voto.

    k) I referendum non sono necessari, in quanto ci sono modi migliori per permettere alla gente di discutere e dibattere su questioni politiche.
    È vero che con il débat public in Francia si sono avuti risultati soddisfacenti ma questo strumento esiste solo per le grandi opere. La DD come la intendiamo noi invece, può occuparsi di qualsiasi tema e nulla favorisce maggiormente che  un confronto aperto consapevoli che alla fine la decisione sarà presa.

    l) In alcuni Stati, come il Belgio nel 1950, si è sostenuto che il referendum minacci l’unità del Paese.
    Restare uniti ad ogni costo può essere più problematico che decidere di separarsi come fecero i cechi e gli slovacchi anche se la divisione non avvenne con un referendum. Da sottolineare che in Svizzera ci sono cantoni di 4 lingue diverse e a nessuno passa per la testa di separarsi dagli altri.

    m) I referendum costano troppo al contribuente. Sono soldi spesi inutilmente.
    L’esercizio della DD sicuramente ha dei costi ma non sono paragonabili a quanto costa la democrazia rappresentativa attuale. Una comunità che condivide le regole non può che essere parsimoniosa e attenta. Noi siamo un Paese che pratica e valorizza il volontariato. Credete sarebbe così difficile costruire un albo per scrutatori volontari? Io penso addirittura ad una leva. Ho fatto il militare e non ci vedrei nulla di male se fossi obbligato a dare qualche giornata del mio tempo per la pratica della democrazia una volta ogni qualche anno. Ai seggi mi è capitato spesso di incontrare gli stessi scrutatori. Sarebbe bellissimo che lo potessimo fare a turno in molti. Anche questo contribuirebbe a farci sentire comunità

    n) tu parli molto della Svizzera ma loro sono una realtà ben più piccola della nostra Italia
    Indubbiamente la Svizzera è più piccola dell’Italia ma è pur sempre più grande del Veneto. Zurigo più grande di Vicenza. Bellinzona ha gli stessi numeri di Piove di Sacco. Gli strumenti della Svizzera non sarebbero utilizzabili in Veneto? Quelli di Zurigo non sarebbero praticabili  a Vicenza? Se ci fossero naturalmente.

    o) Senza quorum potrebbe capitare che si decida in pochissime persone su questioni fondamentali.
    Da un punto di vista teorico questo non possiamo escluderlo ma ad esempio guardando ai referenda in Italia quando la partecipazione è stata bassissima ha votato poco più del 23% degli aventi diritto. Stiamo parlando di oltre 12 milioni di persone. Secondo voi valgono di più 500 parlamentari con i loro privilegi o dodici milioni di cittadini che volontariamente si recano ai seggi? In pratica se da un punto di vista teorico potrebbe accadere che una decisione venga presa da pochissimi nella pratica questo non è mai accaduto se non nella democrazia rappresentativa come avviene regolarmente, costantemente, pervicacemente. Se poi non ci fosse stato il quorum e quindi la certezza della decisione, è molto probabile che sarebbero andati a votare altri cittadini soprattutto quelli che votavano no. Ma l’aspetto più importante è che avremmo avuto approfondimenti maggiori sui diversi temi perchè anche i contrari sarebbero usciti allo scoperto. Il confronto sarebbe stato approfondito e se sai che devi convincere chi ti ascolta e non l’avversario usi toni adatti e cerchi di essere chiaro. Avremmo avuto cittadini informati e decisioni di buon senso. Se una questione è fondamentale la partecipazione sale. Per contro se l’oggetto è complesso il quorum ha la pretesa che tutti partecipino col rischio che chi non ha capito voti a caso o peggio ascoltando il partito di riferimento. Senza quorum invece ci andrebbe solo chi è convinto di aver capito bene e di poter essere un buon decisore. Questo è quello che avviene in Svizzera dove mediamente partecipa il 40% dei cittadini ma oltre l’80% di loro partecipa ad almeno una votazione in un anno.

    p) una testata giornalistica americana attribuì alla DD la colpa del deficit dello Stato della California.
    Anche fosse vero che i problemi di bilancio potessero essere attribuibili esclusivamente a referenda “sbagliati”, quanti sono gli Stati nel mondo che si trovano in difficoltà grazie ai rappresentanti che da soli decidono? La Svizzera ancora una volta è prova che una comunità che ha pratica di democrazia diretta è virtuosa anche in tema di bilancio.

    q) non si rischia una dittatura della maggioranza?
    Alexis de Tocqueville che per primo teorizzò questo pericolo studiò che esistono molti interessi trasversali nella società e questo è un antidoto all’obiezione.
    Quando mi hanno fatto questa domanda però non conoscevo Tocqueville e risposi al signore che me la pose: sicuramente per lei è preferibile che sia una minoranza a decidere. Un’esigua minoranza, esattamente come avviene adesso. Gli eletti sono pochissimi e con la loro delega in bianco decidono per tutti. L’evidenza dei risultati non ha bisogno di commenti. Non capisco bene quale possa essere questa dittatura della maggioranza ma sicuramente per noi è preferibile condividere le scelte importanti con tutta la comunità piuttosto che lasciare che gli eletti facciano quello che preferiscono.

    r) NIMBY not in my back yard. Non nel mio cortile. Con la democrazia diretta ci sarebbe il rischio di non costruire le opere necessarie ad una comunità perché nessuno le vuole nel suo territorio.
    Decidendo insieme, in trasparenza, si prevederà di aiutare chi viene penalizzato proprio perché ci si immedesima in chi “subisce” la decisione e insieme si troverebbero e approverebbero quei correttivi necessari ad un buon compromesso. Nessun potere discrezionale ai pochi eletti. Provo con un esempio immaginario. Se per salvare Padova si decidesse in trasparenza che il male minore è allagare Bovolenta, sarebbero i padovani stessi a pretendere che gli alluvionati non solo venissero risarciti del danno ma anche del disagio subito. In Svizzera dove da secoli praticano le decisioni condivise, hanno tutte le infrastrutture che servono e in perfetta efficienza.

    s) Ci sono altri Stati virtuosi oltre la Svizzera e hanno una democrazia rappresentativa come la nostra che funziona benissimo. La Germania, L’Austria. La Francia, i Paesi Scandinavi. E’ molto probabile che in Italia non funzionerebbe nemmeno la democrazia diretta.

    E’ vero che ogni Paese è una storia a se ma noi parliamo di strumenti. Gli strumenti o li hai o non li hai. Un esempio reale: in Svizzera i militari e gli amministratori vogliono cambiare gli aerei caccia ma l’ultima parola spetta ai cittadini e dicono di no; in Italia i militari e gli amministratori vogliono cambiare gli aerei caccia. I cittadini possono solo fare dimostrazioni, petizioni, raccolta firme, manifestazioni ma il governo, se in Parlamento ha i numeri, fa quello che ritiene giusto. In Svizzera hanno gli strumenti per decidere insieme e dopo gli approfondimenti prendono una decisione. In Italia quegli strumenti non ci sono e non sappiamo come andrebbe se ci fossero.

    t) EMANUELE

    Ho io ora qualche domanda per Voi.

    Quante sono le persone che hanno deciso che questi strumenti non ci siano e quei pochi che ci sono debbano avere il quorum?

    Secondo Voi è corretto che gli amministratori possano  vendere quote delle Municipalizzate senza avere il benestare dei cittadini?

    Sapete che nella società civile il CEO con massimi poteri di una società di capitali non può alienare un ramo d’azienda senza l’approvazione dell’assemblea dei soci?

    Non sarebbe logico che le stesse regole fossero valide anche per i cittadini?

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    Incontro sulla democrazia diretta a Piacenza durante il Festival del Diritto 28 settembre 2014

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    di Paolo Michelotto

    piacenza28-09-14

    domenica 28 settembre 2014 sono stato invitato a parlare di Democrazia Diretta a Piacenza nell’ambito degli incontri del Festival del Diritto. C’erano una cinquantina di persone interessate.

    Ho come consueto organizzato la prima ora il dibattito con il metodo de “La Parola ai Cittadini” incentrata su idee per migliorare l’Italia, visto che i presenti venivano da tutta Italia e non solo da Piacenza.

    Sono emerse queste interessanti proposte:

    Nome Titolo proposta Voti ottenuti
    Mattia Introdurre idea fiscalità dove si produce 48
    Monica Obbligo pannelli solari su tetti dei capannoni e non su terreni 38
    Marzia 2 soli gradi di giudizio e arbitrato 32
    Paola L. Più trasparenza obbligatoria 30
    Paola G. Più partecipazione a temi comuni come es. acqua per tutti 29
    Pietro Istituzione responsabilità civile dei politici 25
    Maria Pia R. Eliminare quorum dai referendum comunali 25
    Ugo C. Informazione oggettiva sui media 23
    Mirta Norme comunitarie uguali per tutti 18
    Marco Dare più importanza alla famiglia 18

    Poi è seguita la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo e un’ultima fase di domande e risposte.

    Questo il file completo utilizzato:

    presentazione DD piacenza 28-09-14.pdf

    presentazione DD piacenza 28-09-14.ppt

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