di Paolo Michelotto
ho creato una petizione su Change.org che chiede che la nuova legge elettorale sia creata da una assemblea di cittadini estratti a sorte. Sotto il testo completo. Se condividi l’idea, firma la petizione e mandala ai tuoi amici. Qui il link per firmare:
Qui il testo:
Il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum, quindi ora è necessario scrivere una nuova legge elettorale.
Qualsiasi forza politica o coalizione dentro o fuori il Parlamento è in forte conflitto d’interessi quando deve scrivere una legge elettorale.
Scriverà infatti la migliore legge elettorale per il paese e i suoi cittadini oppure la migliore legge dal suo punto di vista, ossia quello di ottenere maggiori chance di vincere le elezioni e poter governare?
Purtroppo la storia italiana e quella di quasi tutti gli altri paesi democratici del mondo è piena di esempi in cui la legge elettorale viene creata ad hoc per avvantaggiare le forze politiche che la scrivono ed approvano e non per dare il maggior beneficio al paese.
Ma esiste una soluzione a questa contraddizione. In vari paesi la stesura di una nuova legge elettorale è stata affidata ad una assemblea di cittadini estratti a sorte.
Un’assemblea di cittadini estratti a sorte con potere deliberativo è un metodo usato fin dalle origini della democrazia, nei tempi antichi, nell’età comunale e in età contemporanea.
La Bulé, l’assemblea di 500 cittadini che governava Atene nel V sec AC fa era estratta a sorte tra tutti i cittadini maschi di Atene.
Composizione e funzionamento della Bulé di Atene
Nell’età comunale il Sorteggio fu utilizzato in Italia per governare Firenze, Orvieto, Siena, Pistoia, Perugia e Lucca. E a Venezia per scegliere i Dogi.
la “Tratta” a Firenze
scelta dei Dogi a Venezia
Nel British Columbia, provincia del Canada, nel 2004 un’assemblea di 160 cittadini fu estratta a sorte per scrivere la nuova legge elettorale che poi fu sottoposta a referendum.
Citizens’ Assembly on Electoral Reform British Columbia
Nell’Ontario, altra provincia del Canada, nel 2007 un’assemblea di 103 cittadini fu estratta a sorte per scrivere la nuova legge elettorale che poi fu sottoposta a referendum.
Citizens’ Assembly on Electoral Reform Ontario
In Australia nel 2009 un’assemblea di 2009 cittadini estratti a sorte elaborò una serie di raccomandazioni sul tema “Come può il sistema politico australiano essere rinforzato per servirci meglio?” consegnate poi al Parlamento Australiano.
Parlamento dei Cittadini Australia
Nel Comune di Capannori (Lu) nel 2011 e poi nel 2012-13 il Bilancio Socio Partecipativo è stato elaborato da 90 cittadini estratti a sorte.
Bilancio Socio Partecipativo Capannori
A Parma nel settembre 2013, La Giornata della Democrazia che ha elaborato 23 proposte che verranno portate in Consiglio Comunale nel 2014, ha visto la presenza di 335 cittadini, metà estratti a sorte tra le liste elettorali e l’altra metà estratti a sorte tra chi si era presentato spontaneamente per partecipare all’evento.
sito dell’evento “La Giornata della Democrazia” di Parma
Alla luce di questi esempi, proponiamo che:
- venga costituita un’assemblea deliberativa di 500 cittadini italiani estratti a sorte tra le liste elettorali in modo che tutti gli strati demografici della popolazione siano presenti;
- vengano forniti ai cittadini di tale assemblea strumenti, metodi partecipativi, luoghi ed esperti legislativi indicati da tutti i partiti e richiesti dall’assemblea stessa;
- i cittadini partecipanti ottengano un equo rimborso spese e indennità per il loro tempo impiegato;
- questa assemblea sia riunita permanentemente finché avrà approvato a maggioranza una nuova legge elettorale per il paese;
- tutto il processo sia pubblico, trasparente, inclusivo, disponibile online, trasmesso integralmente dalle radio e tv pubbliche;
- i cittadini non facenti parte dell’assemblea possano poter esprimere commenti, critiche e suggerimenti, online, dal vivo e telefonicamente;
- la nuova legge elettorale così scritta ed approvata dall’assemblea venga sottoposta a referendum confermativo senza quorum.
Se vuoi firmare vai qui:
di Paolo Michelotto
splendida Sicilia, grandissima ospitalità, generosa partecipazione, sincero interesse dei partecipanti, completo aiuto degli eletti m5s. Insomma una grandissima giornata per la democrazia.
Questi i bei commenti dei partecipanti alla fine della giornata, scansionati da Luca Lo Presti il giorno dopo.
Schede_Valutazione_8 dicembre 2013 pdf
Qui il video della presentazione delle proposte di legge sulla democrazia diretta pensate da Giancarlo Cancelleri (circa 15 minuti).
Qui il video con la mia presentazione sulla Democrazia Diretta
Qui le bozze con le proposte di legge presentate da Giancarlo Cancelleri:
DDL raccolta firme elettronica
Qui la presentazione sulla democrazia diretta che ho proiettato all’inizio del pomeriggio:
presentazione DD Acireale (CT) 08-12-13 pdf
presentazione DD Acireale (CT) 08-12-13 ppt
Qui il post dove c’erano i fogli scritti ai singoli tavoli e l’evento Live:
Qui il foglio complessivo di tutti i singoli tavoli presenti nel link della riga precedente, dove si è discusso:
appunti complessivi dei tavoli
Questi le raccomandazioni finali delle votazioni che Giancarlo Cancelleri ha promesso farà sue e porterà sotto forma di integrazione alle sue proposte oppure nuove proposte, all’interno dell’ARS.
Tav n° – Nome proponente | Titolo proposta | Votazione finale | |
tav 8 – 2 | referendum finanziario (100 milioni non spezzettati) | 49 | 58 |
tav 3 | revoca mandato | 45 | |
tav 7 | firma elettronica | 41 | |
tav 9 | consiglio comunale aperto in tutti i comuni | 40 | |
tav 4 | proposte per cambiare legge sui ref propositivi | 21 |
Qui inserisco le foto che ho scattato con il cel.
Qui le foto inserite in FB di un partecipante, Enrico Leotta
Questo il link al post su www.sicilia5stelle.it il cui testo riporto sotto.
http://www.sicilia5stelle.it/2013/12/cittadini-e-deputati-5-stelle-assieme-per-scrivere-le-leggi/
All’ordine del giorno della manifestazione di domenica scorsa due proposte di legge sull’istituzione del referendum regionale propositivo senza quorum e sulla regolamentazione della raccolta firme per via elettronica. A dirigere i lavori Paolo Michelotto, uno dei massimi esperti di democrazia diretta. Cancelleri: “Ottima esperienza, ne faremo altre”.
Partita ad Acireale la prima esperienza di democrazia diretta
Deputati e cittadini assieme per scrivere disegni di legge da portare a Sala d’Ercole. Il primo esperimento di democrazia partecipativa che mira a proiettare cittadini dentro le istituzioni, targato Movimento Cinque Stelle, è stato archiviato con successo domenica ad Acireale
Erano un un centinaio, e molto soddisfatti, i partecipanti alla “Giornata della democrazia siciliana”, il primo “Town Meeting” a porte aperte in terra di Sicilia progettato dal M5Stelle Sicilia per consentire a semplici cittadini di contribuire alla redazione di proposte di legge destinate a Sala d’Ercole. La manifestazione, tenutasi al Grande albergo Maugeri di Acireale, ha visto la presenza, tra gli altri, dei parlamentari Cinquestelle Giancarlo Cancelleri,Gianina Ciancio, Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Salvatore Siragusa e Giorgio Ciaccio. L’evento è stato coordinato da Paolo Michelotto, uno dei massimi esperti in materia di strumenti di partecipazione e democrazia diretta in Italia.
All’ordine del giorno della manifestazione c’erano due proposte di legge, ancora in fase di redazione e completamento, sull’istituzione del referendum regionale propositivo senza quorum e sulla regolamentazione della raccolta firme per via elettronica.
“Siamo venuti qui con due proposte di legge ancora abbozzate – ha affermato a conclusione dei lavori Cancelleri – e stiamo uscendo con moltissimi importanti contributi. Siamo molto soddisfatti dell’esito di questo esperimento. Chi, fino a qualche tempo fa, si sarebbe sognato di sedere accanto ad un deputato regionale per scrivere assieme a lui un disegno di legge? Continua la rivoluzione culturale che porterà i cittadini sempre più dentro le istituzioni. Ripeteremo giornate del genere perché la partecipazione è un’abitudine; i cittadini siciliani devono abituarsi a prendere scelte che li riguardano direttamente“.
Ad inizio dei lavori Cancelleri ha spiegato ai cittadini le due proposte di legge alle quali gli intervenuti erano chiamati ad offrire i loro contributi. Michelotto ha invece fatto una panoramica degli esempi di democrazia partecipativa nel mondo. Casi di eccellenza si trovano i Svizzera, negli Usa, in Baviera ed in Sudamerica. Si è discusso principalmente delle opportunità che offre la democrazia partecipata: referendum propositivi, referendum finanziari, bilancio partecipato, raccolta firme digitali, revoca del mandato elettorale.
Nella seconda fase del pomeriggio sono nati cinque tavoli tecnici in cui sono state discusse tematiche diverse: dal referendum finanziario, alla revoca del mandato, alla firma elettronica.
Molto dibattuta è stata anche l’idea di togliere il quorum. Michelotto ha spiegato che al momento si hanno tre scelte: “si”, “no” e l’astensione. Quest’ultima opzione è sintomo di disinteressamento o di posizioni politiche deleterie, pertanto l’unica soluzione sarebbe l’eliminazione del quorum. Toglierlo significherebbe maggiore responsabilità da parte dell’elettore e maggiore presa di coscienza dei quesiti referendari.
di Paolo Michelotto
domenica 8 dicembre 2013 dal pomeriggio, questa pagina sarà aggiornata in tempo reale con i documenti scritti ai tavoli e le foto e il video della diretta streaming.
Questa la presentazione che illustrerò all’inizio dell’evento ossia circa alle 15.
presentazione DD Acireale (CT) 08-12-13 pdf
presentazione DD Acireale (CT) 08-12-13 ppt
Questi sono i documenti visibili online da tutti, ma modificabili solo dal segretario del tavolo specifico, in cui verranno inserite le proposte, le discussioni e le votazioni, durante la fase “La Parola ai Cittadini” e durante la fase “Open Space Technology”.
Questo il foglio di calcolo in cui verranno messe tutte le proposte discusse durante la fase dell’open space technology e i voti conclusivi che decideranno le raccomandazioni finali che verranno portate all’ARS.
di Paolo Michelotto
La revoca si può introdurre a livello regionale, ma non a livello comunale. Però si può introdurre la mozione di sfiducia di iniziativa popolare. Che ora spiego.
A Parma il 29 Settembre 2013, durante “La Giornata della Democrazia” i cittadini votarono tra le proposte finali quella di creare la Revoca Amministratore con Referendum con Quorum.
Qui si trova quella proposta:
Il Segretario Generale scrisse:
Fattibilità tecnica: NO
La proposta contrasta con le disposizioni di legge vigenti che non consentono di revocare gli amministratori.
Per accogliere questa proposta sarebbe necessario una modifica a livello di legislazione nazionale. Per questo motivo al momento non è possibile inserirla all’interno del nostro Statuto.
Allora io mandai un commento al gestore di quello spazio web del comune di Parma, che fu inserito in quella discussione a nome del ViceSindaco che diceva così:
Nessuna città italiana ha ancora introdotto la revoca, nè individuale nè collettiva.
Nel TUEL (testo unico enti locali) art.38 e successivi viene indicato precisamente come viene eletto il consiglio comunale e provinciale e viene detto nel comma 1:
1. L’elezione dei consigli comunali e provinciali, la loro durata in carica, il numero dei consiglieri e la loro posizione giuridica sono regolati dal presente testo unico.
Essendo questa una legge nazionale, essa ha forza maggiore di un atto amministrativo comunale.
Quindi finchè non viene cambiato il TUEL (cerca con google l’intera legge), che è una legge nazionale, i comuni e le province non possono introdurre la revoca, sia essa individuale che collettiva.
Ma nulla viene detto per quanto riguarda le Regioni nel TUEL.
Il Professore Ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Foggia e Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Scienze Giuridiche, Marco Olivetti, nel saggio “Il recall e i nuovi statuti regionali” apparso in Aa.Vv., La potestà statutaria regionale nella riforma della Costituzione, Giuffrè, Milano, 2001, p. 355-378. (scaricabile anche qui: Il recall e i nuovi statuti regionali), dopo una attenta analisi e comparazione tra gli strumenti della revoca in USA, Svizzera, Germania, Polonia, Venezuela e la compatibilità di essi con la Costituzione Italiana dice:
“Al riguardo, sembra si debba distinguere tra la revoca dei singoli membri di una assemblea rappresentativa e la revoca di un intero organo rappresentativo o di organi esecutivi (monocratici o collegiali). A prescindere, per ora, dai problemi sistemici posti da queste ultime forme di revoca popolare, è solo la prima (la revoca di singoli rappresentanti) a porsi in netta antitesi con il principio del libero mandato parlamentare, in quanto essa costituisce un mezzo idoneo a vincolare – mediante l’eventualità del ricorso alla revoca – la libertà del parlamentare. Che il libero mandato parlamentare non sia invece incompatibile con forme di cessazione anticipata del mandato dell’organo legislativo-rappresentativo si può agevolmente dedurre dalla presenza, nell’ordinamento costituzionale statale, di un altro meccanismo istituzionale di questo tipo: lo scioglimento anticipato delle Camere (e dei Consigli regionali).
Esclusa la possibilità di prevedere il recall dei singoli consiglieri regionali, pare allora ammissibile il recall del Consiglio regionale nel suo complesso. Quanto agli altri organi cui tale istituto possa essere esteso, sembra si possa annoverare fra essi il Presidente della Giunta regionale eletto direttamente dal corpo elettorale, mentre non è di per se evidente se si possa ragionare tecnicamente di recall riguardo ad organi non eletti direttamente, quali lo stesso Presidente della Giunta, ove lo statuto regionale preveda per esso l’elezione indiretta, e, in ogni caso, la Giunta regionale e i singoli membri di essa.”
Riassumendo. La revoca in Italia si può fare collettivamente e non singolarmente a livello regionale. Come ad esempio avviene nei Cantoni Svizzeri.
A livello regionale quindi, si può creare lo strumento di revoca o “rinnovazione integrale straordinaria” sull’intero Consiglio Regionale.
Paolo Michelotto
Poi rileggendomi bene la proposta di legge provinciale (TN) di iniziativa popolare Più Democrazia nel Trentino, scritta dagli amici Alex Marini, Stefano Longano e Cristiano Zanella avvalendosi come previsto dalla legge in vigore in Trentino degli esperti di diritto della Provincia, ossia degli stessi esperti che danno consulenze ai Consiglieri Provinciali nella stesura delle loro proposte di legge, ho scoperto che loro avevano suggerito una scappatoia. La revoca è sì proibita dalla normativa nazionale, ma nulla vieta di creare una iniziativa popolare, che non sfoci in un referendum, ma nella discussione di una mozione di sfiducia da essere discussa in Consiglio dai rappresentanti. Ovviamente è uno strumento meno forte della Revoca come viene intesa negli USA o in Venezuela o in Bolivia, ma è sempre molto di più di ciò che oggi un cittadino ha a disposizione, ossia nulla.
Ecco come gli amici di Più Democrazia in Trentino avevano scritto la loro proposta:
Art. 44
Integrazione dell’articolo 7 della legge elettorale provinciale
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 7 della legge elettorale provinciale è inserito il seguente:
“1 bis. Una mozione di sfiducia motivata nei confronti del Presidente della Provincia o di uno o più assessori può essere proposta da cinquemila elettori iscritti nelle liste per l’elezione del Consiglio provinciale. Le sottoscrizioni sono raccolte con le modalità stabilite per le iniziative popolari dalla legge provinciale sulla democrazia diretta.”.
Quindi a livello comunale non si può introdurre la revoca finchè la normativa nazionale non viene cambiata, MA si puà introdurre uno strumento che assomiglia alla revoca, ossia una iniziativa popolare per chiedere una mozione di sfiducia nei confronti di un rappresentante eletto. I cittadini non potranno esprimersi direttamente, perchè la discussione e il voto sarà in mano ai loro rappresentanti, ma potranno mandare un chiaro messaggio.
Interessante notare che la legge di iniziativa popolare trentina è stata depositata dopo la raccolta firme nell’agosto 2012. Nell’agosto 2014, dopo 24 mesi, la legge provinciale vigente stabilisce che se essa non è stata discussa (e mancano 8 mesi) essa diventerà automaticamente il testo di un referendum propositivo che tutti i cittadini trentini potranno votare.
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