di Paolo Michelotto
la storica giornata della democrazia di Parma sta arrivando. In quel giorno i 500 cittadini di Parma potranno decidere quali e quanti strumenti di partecipazione e di democrazia diretta proporre ed inserire nello statuto della propria città e per gestire i quartieri. Una cosa del genere non è MAI avvenuta in Italia finora.
Domenica 29-09-13 sarà possibile seguire in diretta l’evento sul blog www.ilquartierechevorrei.it ci saranno foto, video in streaming, documenti, proposte e alla fine le raccomandazioni finali dei cittadini.
Qui alcuni link con gli ultimi aggiornamenti:
Ultima prova generale prima de “La Giornata della Democrazia” del 29-09-13
Le proposte fatte finora dai cittadini alle domande nella sezione “Proposte dei Cittadini”
Ecco il video del dibattito tv Tele Ducato Parma su “La Giornata della Democrazia”
Chi vuole venire come osservatore (che non partecipa ai tavoli, non vota e deve essere autonomo per il pranzo) può farlo segnalando la propria presenza qui:
di Paolo Michelotto
alle ore 21 di martedì 24/09/2013 ci sarà un videodibattito in diretta su Tele Ducato Parma su “La Giornata della Democrazia” del 29 settembre 2013. Saranno ospiti il Vice Sindaco Nicoletta Paci e il Presidente del Consiglio Comunale Marco Vagnozzi.
Qui il link della TV
http://www.teleducato.it/pagine/97-Streaming-Parma
di Paolo Michelotto
Lunedì 23 settembre dalle 11.30 alle 13.30 c’è stato un incontro preparatorio con tutto il personale del comune che sarà impegnato durante “La Giornata della Democrazia”. Più di 40 persone, tra cui 10 supervisori, 2 tecnici ai computer, le 5 persone preposte all’accoglimento al Palasport, il dirigente Avanzi, il Vice Sindaco Paci, collaboratori dei vari uffici in varia maniera coinvolti nell’evento e Paolo Michelotto che sarà il facilitatore della Giornata. Si sono ritrovati nella splendida cornice della Sala Consiliare e per 2 ore hanno esaminato ogni fase della giornata, assegnato gli incarichi, risolto problemi, stabilito i ruoli e chiarito i dubbi. I tavoli dei cittadini saranno alla fine 34 più uno centrale, ci sarà uno schermo gigante in cui i cittadini vedranno proiettate le presentazioni all’inizio della giornata, e poi le tabelle con le proposte e i risultati delle votazioni e il timer (probabilmente cool timer programma gratuito per pc) utilizzato per tenere i tempi degli interventi. Sono state decise le modalità con cui verranno votate le proposte, per alzata di mano, con i supervisori che riporteranno le votazioni di ogni tavolo sui fogli elettronici proiettati in sala e inseriti anche nella pagina del blog dell’evento. Sono state decise le modalità del pranzo riservato ai 500 partecipanti. Dato interessante, tra i 500 ci saranno anche più di 35 stranieri (o meglio “nuovi cittadini) residenti a Parma. Alla fine della giornata verrà consegnato da compilare, a tutti i partecipanti, un questionario per la valutazione dell’evento, creato da un ricercatore dell’università di Roma – Tor Vergata in collaborazione con l’Univ. di Parma i cui dati saranno elaborati e inseriti nel blog www.ilquartierechevorrei.it appena disponibili.
Si preannuncia una GRANDE Giornata della Democrazia!
di Paolo Michelotto
il Segretario Generale dott. Giuseppe Di Giorgio mi ha cortesemente mandato il testo ufficiale della Delibera n°24 e i suoi tempi di attuazione. Questo quanto mi ha scritto:
La deliberazione approvata martedì scorso dal Consiglio comunale – registrata con il n. 24 e qui allegata – è stata pubblicata oggi – 19 settembre 2013 - all’albo pretorio informatico del Comune (sul sito in area istituzionale).
La deliberazione rimarrà in pubblicazione per 10 giorni e quindi fino al 29 settembre 2013 per divenire esecutiva il 30 settembre 2013.
Da tale data sarà “valida ” a tutti gli effetti la modifica del regolamento, a cui stiamo lavorando e provvederemo ad aggiornare il testo che sarà visibile sul sito del Comune.
Qui il testo della delibera in formato pdf:
Mercoledì prossimo 25 settembre 2013 ore 20 due dei promotori dei referendum del 2009 (Paolo Fabris e Paolo Michelotto) invitano tutti i cittadini ed associazioni interessate all’utilizzo e al miglioramento degli strumenti di democrazia diretta a Rovereto, presso l’ingresso della Biblioteca Comunale per decidere se e come organizzarci per cogliere questa opportunità.
Vieni anche tu!
di Paolo Michelotto
ieri sera 17 settembre 2013 il Consiglio Comunale ha approvato la mozione del Vice Presidente del Consiglio Comunale Mario Airoldi che prevede l’abbinamento dei referendum comunali di Rovereto alle votazioni nazionali ed europee dell’anno.
Nei prossimi giorni, appena pubblicata dal comune, inserirò il testo della mozione approvata anche su questo blog. La differenza tra quella approvata e quella proposta è solo sul fatto che ai cittadini sarà mandata informazione del referendum con Notiziario Comunale (se presente) oppure con invio postale se il Notiziario non dovesse più esistere in un futuro. Purtroppo la webcam del comune era disattivata perchè siamo in prossimità delle elezioni provinciali. E non potevo neppure riprendere e trasmettere online il dibattito.
L’approvazione di questa mozione apre nuovi spazi di democrazia a Rovereto per il 2014, anno di votazioni europee.
Infatti in base a quanto approvato ieri sera, se fossero organizzati dei referendum nella prima metà del 2014, essi dovrebbero essere abbinati alle votazioni per le elezioni del Parlamento Europeo che si terranno il 22-25 maggio 2014 e quindi con altissima probabilità supererebbero il quorum e sarebbero considerati validi.
I due documenti da consultare per chi vuole organizzare un referendum a Rovereto, oltre alla modifica votata ieri, sono:
Rovereto Regolamento per l’esercizio dei diritti di informazione e partecipazione
Nello Statuto Comunale si parla di Referendum solo nell’art. 10
Nel Regolamento si parla di Referendum negli art. 21 fino all’art. 41
Alcuni punti da sottolineare:
1. il quorum oggi a Rovereto è fissato solo sul Regolamento nell’art 30 comma 4 e non sullo Statuto e dice:
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la
maggioranza dei votanti alla elezione del consiglio comunale in carica e se è raggiunta
la maggioranza dei voti validamente espressi.
Nel 2010 l’affluenza fu del 68,37% con 19813 votanti. Quindi il referendum comunale del 2014 sarà valido se si recheranno a votare il 34,185% (9907 votanti) – in realtà la percentuale sarà più bassa perchè ai referendum comunali vanno a votare anche i maggiori di 16 anni, alle europee solo i maggiori di 18 anni. Nel 2009 nelle ultime elezioni europee si recarono a votare il 61,7% quindi immaginando che l’affluenza sia simile, circa il 60% dei cittadini di Rovereto andrà a votare anche alle elezioni europee del 2014. Dalle esperienze delle località dove l’abbinamento referendum – votazioni è già esistente, si è visto che praticamente tutti coloro che vanno a votare per una cosa votano anche per l’altra. Quindi se nel 2014 ci fossero dei referendum comunali, essi con altissima probabilità supererebbero il quorum previsto e sarebbero quindi validi. I primi referendum validi della storia di Rovereto!
2. in base al regolamento, art 21, può essere indetto un referendum abrogativo per togliere il quorum dal regolamento stesso.
3. in base al regolamento, art 24, il referendum può essere indetto anche da 4 consigli circoscrizionali
4. in base al regolamento, art 22, possono essere indetti al massimo 4 referendum ogni anno.
5. le firme autenticate da raccogliere sono il 5% degli aventi diritto al voto, ossia un po’ più di 1500.
Mercoledì prossimo 25 settembre 2013 ore 20 due dei promotori dei referendum del 2009 (Paolo Fabris e Paolo Michelotto) invitano tutti i cittadini ed associazioni interessate all’utilizzo e al miglioramento degli strumenti di democrazia diretta a Rovereto, presso l’ingresso della Biblioteca Comunale per decidere se e come organizzarci per cogliere questa opportunità.
Vieni anche tu!
di Paolo Michelotto
ho racchiuso in questo fascicolo di 31 pagine varie proposte di partecipazione e democrazia diretta che potrebbero essere introdotte a livello comunale, scritte dal punto di vista del cittadino, della facilità d’utilizzo e del risultato concreto. Sono un’esempio, non sicuramente tutto il possibile. Ci sono anche riferimenti di altri testi per avere altri spunti sull’argomento.
Questi i contenuti:
Proposte di Partecipazione
Proposte di Democrazia Diretta
Si può scaricare qui:
Edit 4-12-13 Attenzione per quanto riguarda la revoca a livello comunale leggi qui:
di Paolo Michelotto
sembra finalmente arrivato il momento in cui sarà discusso in Consiglio Comunale di Rovereto la mozione per abbinare i referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee. Oggi ho sentito il Vice Presidente del Consiglio Comunale Mario Airoldi e mi ha assicurato che la mozione a suo nome che chiede l’abbinamento dei referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee, sarà discussa domani martedì 17 settembre 2013, probabilmente dalle 20 in poi. Prima ci sono alcune domande di attualità.
Questa mozione che sembra un tecnicismo, in realtà permetterà all’amministrazione comunale di risparmiare soldi in occasione di referendum, ai cittadini sarà risparmiata fatica di votare in momenti diversi, alla città permetterà finalmente di vedere referendum con affluenza sufficiente a superare lo sbarramento del quorum e quindi validi.
Farò la diretta video domani sera dalle 20 in poi su questo blog.
Qui il testo completo della mozione:
Questi gli articoli apparsi sui quotidiani il 12 e il 13 settembre. Cliccare qualche volta sull’immagine per vederla grande.
A Parma in 500 per la Giornata della Democrazia
(partecipazione.regione.emilia-romagna.it) scarica il pdf
Giornata della Democrazia, nominati i 500 partecipanti
(www.parmaquotidiano.info) scarica il pdf
Giornata della democrazia: la parola ai cittadini
(www.parmadaily.it)
Giornata della Democrazia: incarico gratuito a Paolo Michelotto
(www.Parmatoday)
Giornata della Democrazia, si scaldano i motori (www.parmaonline.it)
Giornata della democrazia: oltre 600 adesioni (parma.repubblica.it)
Parma, M5S: oltre 600 adesioni per l’esperimento di democrazia diretta (Il Fatto Quotidiano)
“Giornata della Democrazia”: 383 autocandidati e 296 estratti a sorte (La Gazzetta di Parma)
di Paolo Michelotto
ho avuto la fortuna di leggere la bozza provvisoria del libro completo “La democrazia diretta vista da vicino” e l’ho trovato entusiasmante. È scritto con linguaggio semplice il funzionamento della democrazia Svizzera, vista con gli occhi di un cittadino italiano, Leo Zaquini che vive e lavora da tanti anni in un piccolo comune svizzero, lotta per avere il diritto di voto per gli stranieri e lo ottiene, lotta per avere il diritto di poter fare il consigliere nel comune che lo ospita ed ottiene anche questo diritto.
Entrambe le cose utilizzando gli strumenti di democrazia diretta disponibili e quindi appellandosi al voto dei cittadini svizzeri. Alla fine diviene consigliere comunale del suo comune e vede dall’interno come ragionano i rappresentanti svizzeri, come si rapportano con gli strumenti di democrazia diretta estremamente forti in mano ai cittadini, e la sana paura di fondo che se agiscono in maniera non consona a quanto i cittadini desiderano venga attivato un referendum contro le loro decisioni.
Stupisce la naturalezza con cui tutto ciò sembra funzionare, come appartenesse alle normali leggi di natura. Tutti trovano assolutamente normale che l’ultima decisione fondamentale spetti al popolo SOVRANO. Ho trovato la lettura appassionante dalla prima all’ultima pagina, perchè io invece conosco la realtà italiana, so come i rappresentanti agiscono e si comportano nei comuni in cui ho vissuto. Sembrano realtà lontane anni luce, invece ci separano solo poche decine di km.
Ma anche in Svizzera fino a 2 secoli le cose funzionavano come da noi e questo fornisce la speranza di poter cambiare. In fondo è quello che sta accadendo per esempio in questi giorni a Parma con “La Giornata della Democrazia”.
Nell’attesa di poter avere disponibile l’intero testo (cartaceo o digitale) che è in valutazione presso un editore e quindi per ora non divulgabile, l’autore ha deciso di farne una sintesi digitale, di qualche decina di pagine, come contributo alla crescita della consapevolezza di come funziona la democrazia dove il popolo ha reale potere decisionale.
Chi è interessato a sapere quando uscirà il volume completo gli scriva mettendo come oggetto “Democrazia Diretta” a leozaquini@bluewin.ch e quando disponibile sarà informato dall’autore.
Scarica qui gli estratti del libro in formato pdf
Il documento si trova originariamente a questo link (l’ho inserito anche in questo blog, nel caso il link esterno in futuro si scolleghi per qualche motivo)
http://files.meetup.com/1091850/DD-vista_da-vicino-vs8-ESTRATTI.pdf
di Paolo Michelotto
Dopo un lungo lavoro di preparazione, grazie al lavoro dei tecnici comunali, è online lo spazio riservato ai cittadini per cominciare a discutere, votare, proporre e commentare le idee che saranno dibattute il 29 settembre 2013 a “La Giornata della Democrazia”.
La registrazione può essere effettuata solo dai residenti nel Comune di Parma e può avvenire in qualsiasi momento partendo dall’apposito link. Questo impedisce a chi non è residente di intervenire nel dibattito di una città non sua, obbliga tutti a partecipare in maniera trasparente con il proprio nome e cognome, limita l’azione di troll e impedisce utenze multiple e votazioni scorrette e “truccate”.
Nella pagina “Proposte sulla Partecipazione” i cittadini possono leggere le proposte elaborate dal Vice Sindaco Nicoletta Paci riguardanti le modalità di partecipazione nei quartieri, sulla base dei risultati degli incontri tenuti nei mesi scorsi sul tema “Il Quartiere che Vorrei” e poi passare alla pagina delle votazioni.
Nella pagina “Proposte per il Referendum Comunale” i cittadini possono leggere la proposta elaborata dal Presidente Consiglio Comunale Marco Vagnozzi riguardante le modifiche da fare al Referendum Comunale e poi passare alla pagina delle votazioni.
Nella pagina “Proposte dei Cittadini” i cittadini possono votare e fare proposte su tematiche suggerite e fare proposte sui modelli di partecipazione nei quartieri (oltre ai due proposti dall’amministrazione), sugli strumenti di partecipazione riguardanti tutto il comune e sugli strumenti di democrazia diretta da migliorare o da introdurre nello Statuto Comunale
Si potrà proporre, votare, discutere e commentare fino al 29 settembre 2013. Le proposte dei cittadini che emergeranno non saranno portate automaticamente all’incontro dal vivo de “La Giornata della Democrazia”, ma i 500 cittadini presenti fisicamente potranno portare le proposte emerse e dibattute online ai tavoli di discussione e se sostenute dai cittadini presenti, farle arrivare fino alle raccomandazioni finali.
Questo perchè una grande percentuale di cittadini ancora non utilizza internet e non devono essere discriminati nella scelta dei temi in discussione. Il 29 settembre 2013 tutti i 500 partecipanti potranno fare liberamente proposte ai loro tavoli. Quindi chi deciderà di portare le proposte emerse online potrà farlo e la stessa cosa sarà garantita a chi vorrà suggerire tematiche non discusse online.
Qui la newsletter inviata il 12/09/13 agli oltre 2500 cittadini già registrati del sito del comune di Parma:
newsletter comune di parma 12-09-13.pdf
newsletter comune di parma 12-09-13.odt
Chi vuol ricevere aggiornamenti dal Comune di Parma (residente e non residente) , può iscriversi alla newsletter qui:
di Paolo Michelotto
In Svizzera, che è il paese con più antica pratica degli strumenti di democrazia diretta, dalla metà del 1800, esistono sostanzialmente due tipi di strumenti: l’iniziativa a voto popolare, di cui ho già parlato e il referendum, inteso come strumento di veto a decisioni prese dai rappresentanti, PRIMA che esse divengano effettive. In Italia esiste il referendum abrogativo per cassare una scelta presa magari 10 – 20 anni prima. In Svizzera invece esiste il referendum opzionale (chiamato anche confermativo) con cui i cittadini possono dire SI oppure NO a un provvedimento elaborato dai rappresentanti, PRIMA che esso entri in vigore. In questo senso il referendum opzionale (confermativo) è molto più forte del referendum abrogativo italiano. Se la legge è osteggiata dalla popolazione e rifiutata con un referendum, essa non entra neppure in vigore. Nella Costituzione del Cantone Zurigo esiste la forma ancora più evoluta di Referendum Confermativo con Controproposta formulata dai cittadini, che nello stesso giorno della votazione, possono bocciare il testo dei loro rappresentanti e approvarne uno alternativo. Inoltre esiste il Referendum Obbligatorio per una varietà di tematiche importanti, come ad esempio per approvare ogni cambiamento della Costituzione Cantonale. Mentre in Italia questo è proibito dal comma 4 dell’art 6 del Tuel (Testo Unico Enti Locali) che dice:
Gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni e lo statuto è approvato se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie.
Quindi in realtà i cittadini non possono fare referendum per proporre lo statuto o il cambiamento di qualche articolo dello statuto. Rimane da valutare e le opinioni sono divergenti, se questo comma impedisce che i cittadini facciano un referendum confermativo sui cambiamenti dello Statuto, dopo l’approvazione del Consiglio Comunale.
In alcuni cantoni svizzeri esiste anche il Referendum sul Bilancio e quelli Finanziari che possono essere obbligatori o facoltativi. Nello Statuto del Comune di Villa Lagarina (TN) esiste il Referendum Frazionale, che interessa una parte del comune e richiede firme e votazioni solo di quella parte.
Esiste in parecchi stati americani tra cui la California, il Referendum Propositivo, che lì viene chiamato Iniziativa, ma diversamente dalla Iniziativa svizzera, quella californiana non passa attraverso l’organo legislativo, perchè va direttamente e in tempi rapidi al voto popolare.
Visto che gran parte di questi strumenti mancano nell’esperienza italiana, e che ciascuno ha dei pregi e caratteristiche peculiari, nulla ci vieta di pensare di adottare i più importanti tra quelli citati, in quanto espressione della parte migliore dell’esperienza democratica di vari paesi, maturata in decine e centinaia di anni.
Ecco come si potrebbero scrivere gli articoli su tutti questi tipi di referendum da inserire negli Statuti Comunali delle città italiane, alcuni basati sulla Legge di Iniziativa Popolare “Quorum Zero e Più Democrazia”.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Referendum confermativo
È sospesa l’entrata in vigore di un atto amministrativo, quando lo richieda, entro 10 giorni dall’avvenuta approvazione, un comitato composto da 11 cittadini sostenuto dalle firme di almeno lo 0,2% degli elettori. In seguito alla richiesta di sospensione è indetto il referendum confermativo se, entro tre mesi dall’avvenuta approvazione in Consiglio Comunale dell’atto amministrativo, tale richiesta viene sostenuta dalle firme di almeno il 2% degli elettori. La proposta di atto amministrativo sottoposta a referendum confermativo entra comunque in vigore se la richiesta di referendum confermativo non raccoglie il numero minimo di firme in sostegno.
L’atto amministrativo entra in vigore quando la maggioranza dei voti validamente espressi nel referendum confermativo si esprime a favore.
Il regolamento determina le modalità di attuazione del referendum confermativo.
Se il referendum confermativo dà esito sfavorevole all’atto amministrativo, esso viene abrogato e non può più essere ripresentato prima di 5 anni.
Gli atti amministrativi sottoposti a voto popolare entrano in vigore il giorno dopo l’esito favorevole del referendum.
Il Consiglio Comunale non può modificare o eludere l’esito del voto popolare, per tutta la durata del suo mandato.
Si procede obbligatoriamente a referendum confermativo per ogni modifica dello Statuto Comunale.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Referendum confermativo con controprogetto popolare
Il comitato promotore del referendum confermativo può presentare un controprogetto elaborato entro 30 giorni dalla pubblicazione ufficiale del testo osteggiato.
Il Comitato dei Garanti si pronuncia sull’ammissibilità del controprogetto.
La proposta del Consiglio Comunale e la controproposta del comitato referendario sono sottoposte al voto popolare.
Gli elettori possono votare a favore della proposta del Consiglio Comunale o della controproposta del comitato referendario, oppure contro entrambe per mantenere lo status quo.
Nel caso che la proposta e la controproposta raccolgano insieme la maggioranza dei voti, viene approvata l’opzione delle due che ha ottenuto più voti.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Referendum propositivo
È indetto referendum popolare propositivo per deliberare in tutto od in parte un nuovo atto amministrativo oppure per deliberare la modifica di un analogo provvedimento vigente, quando lo richiedono il 3% degli elettori.
La proposta soggetta a referendum è approvata se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
In caso di esito positivo, il Consiglio Comunale è tenuto a dare attuazione all’esito del referendum entro 90 giorni dallo spoglio delle schede. Il Consiglio Comunale non può modificare o derogare il risultato del referendum propositivo prima che siano trascorsi 10 anni dalla sua entrata in vigore. Il risultato del referendum propositivo è modificabile o derogabile da un altro referendum in qualsiasi momento.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Referendum abrogativo
È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di un atto amministrativo quando lo richiedano almeno il 2% degli elettori.
La proposta soggetta a referendum è approvata se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
Il regolamento determina le modalità di attuazione del referendum.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Referendum e iniziative riguardanti parti del Comune
Il Comitato dei Garanti su richiesta del Comitato Referendario decide se un quesito di una iniziativa o di un referendum affronta problemi di interesse generale, ma di rilevanza peculiare delle singole parti del Comune. Se il Comitato dei Garanti decide di effettuare la votazione popolare in parte del Comune, la raccolta firme e la votazione finale coinvolgono solamente i cittadini residenti.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Raccolta delle Firme
La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative popolari, possono avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.
Alla certificazione delle firme in forma cartacea sono abilitati, sull’intero territorio nazionale, anche i cittadini che ne fanno richiesta scritta agli uffici preposti dei Comuni. Essi esercitano una funzione pubblica e sono quindi soggetti alle norme, doveri e responsabilità penali valide per l’esercizio di dette funzioni.
Il regolamento attuativo definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Applicabilità degli strumenti di democrazia diretta
Gli strumenti di democrazia diretta sono applicabili a tutte le materie di competenza del Consiglio Comunale e non possono in alcun caso confliggere né con le disposizioni inderogabili del diritto internazionale, né con i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, né con il dettato della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, né con il catalogo dei diritti fondamentali contenuto nei Trattati dell’Unione Europea.
Ciascuna iniziativo o referendum deve rispettare il principio dell’unità della forma e della materia.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Libretto informativo
Viene assicurata la corretta informazione riguardo le proposte referendarie ed iniziative popolari tramite un apposito libretto informativo disponibile entro 3 settimane dalla data del voto. In esso vengono descritti per capitoli: il problema in breve, gli argomenti redatti dal comitato promotore e gli argomenti redatti dalle parti che si oppongono. Tale libretto viene inviato, a cura dell’amministrazione, ad ogni elettore in forma cartacea e/o elettronica, e pubblicizzato opportumente sui media locali.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Diritto al voto referendario e delle iniziative popolari
Hanno diritto a partecipare ai referendum e alle iniziative popolari i cittadini iscritti nelle liste elettorali; i cittadini che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età; gli apolidi e gli stranieri domiciliati nel territorio comunale, che abbiano pure compiuto il sedicesimo anno di età.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Voto postale e tramite nuovi media
L’amministrazione comunale si impegna a studiare, sperimentare ed implementare quando possibile, nuovi metodi di votazione, tra cui quello postale, informatico e con altri mezzi di comunicazione esistenti.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Scrutatori volontari
L’amministrazione comunale al fine di ottimizzare le risorse di cui dispone, si avvale quando possibile, di scrutatori volontari non retribuiti per le votazioni popolari.
Statuto Comunale – Articolo XXX
Abbinamento referendum comunali a votazioni nazionali ed europee
I referendum e le iniziative a voto popolare sono abbinate quando possibile alle votazioni nazionali ed europee. In questo caso i seggi dei referendum comunali ed iniziative a voto popolare, sono aperti per la stessa durata delle votazioni nazionali ed europee.
di Paolo Michelotto
Iniziativa popolare a voto consiliare e a voto popolare
Il termine “iniziativa” ha nei Comuni italiani il significato di una proposta di atto amministrativo formulata da un comitato di cittadini, che raccoglie il sostegno di una determinata percentuale (dallo 0,5% all’1% a volte di più) di elettori e che viene depositata in Consiglio Comunale perchè sia lì discussa, generalmente senza tempi massimi previsti per la sua discussione e senza vincoli di una sua accettazione.
In Svizzera invece si intende per “Iniziativa” una proposta formulata dai cittadini, sostenuta dai cittadini, che passa per l’organo legislativo e che se non viene accettata va al voto popolare. In Svizzera l’organo legislativo ha diritto in questo caso di fare una controproposta, negli USA invece l’iniziativa va direttamente al voto. È chiaro che lo strumento “Iniziativa” usato in Svizzera e negli USA è molto più forte di quello usato in Italia. Nel Cantone Zurigo esiste anche l’iniziativa individuale, una proposta di un singolo cittadino, che diventa una iniziativa effettiva se sostenuta da un certo numero di Consiglieri. Il gruppo di studio che nel 2011-2012 aveva creato il testo della Legge di Iniziativa Popolare Quorum Zero e Più Democrazia (depositata in Parlamento con 52000 firme il 24 agosto 2012 e finora non discussa) aveva pensato di mantenere lo strumento con il significato italiano e quello con il significato svizzero semplicemente scrivendo nella sua definizione chi avrebbe dovuto votarlo. Così sono nati:
Iniziativa popolare a voto consiliare
Iniziativa popolare a voto popolare
Nel caso degli Statuti Comunali possono assumere questa forma:
Statuto Comunale art. XXX
Iniziativa popolare a voto consiliare
I cittadini possono esercitare l’iniziativa degli atti amministrativi mediante la proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare a voto consiliare.
I promotori di una iniziativa popolare a voto consiliare devono costituirsi in comitato composto da almeno 11 cittadini elettori.
Il comitato deve rendere conto pubblicamente, con criteri di massima trasparenza, di tutti i movimenti di denaro relativi all’iniziativa, pena la decadenza della stessa.
Il numero di firme da raccogliere a sostegno di una iniziativa popolare a voto consiliare deve essere almeno pari allo 0,5% del numero degli elettori del Comune. Il tempo per la raccolta di firme è di massimo 180 giorni.
Il testo della proposta di iniziativa popolare a voto consiliare deve essere consegnato alla Segreteria Generale.
Una iniziativa popolare a voto consiliare, in seguito alla raccolta delle firme valide nei tempi prescritti, viene discussa nel primo Consiglio Comunale utile.
La discussione può avere un tempo massimo di 3 mesi dalla data di presentazione delle firme alla Segreteria Generale.
In mancanza di voto consiliare la iniziativa sarà sottoposta a voto popolare, previa dichiarazione di ammissibilità da parte del Comitato dei Garanti.
Statuto Comunale art. YYY
Iniziativa popolare a voto popolare
I cittadini possono esercitare l’iniziativa degli atti amministrativi mediante la proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare a voto consiliare.
I promotori di una iniziativa popolare a voto popolare devono costituirsi in comitato composto da almeno 11 cittadini elettori.
Il comitato deve rendere conto pubblicamente, con criteri di massima trasparenza, di tutti i movimenti di denaro relativi all’iniziativa, pena la decadenza della stessa.
Il numero di firme da raccogliere a sostegno di una legge di iniziativa popolare a voto popolare deve essere almeno pari all’1% del numero degli elettori del Comune. Il tempo per la raccolta di firme è di massimo 180 giorni.
Il testo della proposta di iniziativa popolare a voto popolare deve essere consegnato alla Segreteria Generale.
Una iniziativa popolare a voto popolare, in seguito alla raccolta delle firme valide nei tempi prescritti, viene discussa nel primo Consiglio Comunale utile.
Il Consiglio Comunale può prendere in esame la proposta di iniziativa popolare a voto popolare ed ha il diritto di proporre al comitato di iniziativa popolare a voto popolare emendamenti, nel rispetto dello spirito originario della proposta di atto amministrativo, che possono essere accettati o rifiutati dal comitato stesso.
In caso che il Consiglio Comunale approvi l’atto amministrativo con gli eventuali emendamenti accettati dal comitato non si procede al voto popolare.
Il Consiglio Comunale può elaborare una controproposta di atto amministrativo.
La proposta popolare e la controproposta consiliare sono sottoposte al voto popolare.
Se l’atto amministrativo non è stato approvato dal Consiglio Comunale entro 12 mesi dalla presentazione al Segretario Comunale, la iniziativa popolare e l’eventuale controproposta consiliare, devono essere sottoposte a voto popolare, previa dichiarazione di ammissibilità da parte del Comitato dei Garanti, in una data da fissarsi non prima di 14 e non oltre 18 mesi dalla presentazione alla Segreteria Generale.
Se esiste una controproposta consiliare, gli elettori potranno votare a favore della iniziativa popolare o a favore della controproposta consiliare, oppure contro entrambe per mantenere lo status quo.
Nel caso che la proposta e la controproposta raccolgano insieme la maggioranza dei voti, viene approvata l’opzione delle due che ha ottenuto più voti.
Il Consiglio Comunale non può modificare la iniziativa popolare a voto popolare approvata dai cittadini, per tutta la durata del suo mandato.
Esempio di come viene trattato il diritto di iniziativa nella Costituzione del Cantone Zurigo (Svizzera) (continua…)
di Paolo Michelotto
Sul bilancio partecipativo si sono scritti innumerevoli documenti e libri, molti dei quali facilmente reperibili online. Ad esempio il mio libro “Democrazia dei Cittadini” cap. 18 che si può scaricare gratuitamente qui. Il suo funzionamento è diverso da città a città, ma si tratta sostanzialmente di far decidere ai cittadini tramite un percorso partecipativo più o meno lungo come destinare una parte dei fondi del bilancio comunale. In alcune città come Porto Alegre dove nacque nel 1989, erano arrivati a destinare l’intera quota destinata agli investimenti del Bilancio Comunale al processo del Bilancio Partecipativo, in Italia, molto più spesso, gli amministratori assegnano una somma prestabilita da loro stessi, all’inizio del percorso. E’ un metodo partecipativo molto impegnativo dal punto di vista dei cittadini e degli amministratori perchè sono necessarie molte riunioni, molto tempo e molte energie prima di arrivare al risultato finale. Inoltre funziona un po’ come il matrimonio, se entrambi i partner collaborano funziona a bene e a lungo con risultati straordinari, altrimenti fallisce.
Alcuni comuni hanno inserito questo strumento partecipativo all’interno dello Statuto Comunale, come Malles (BZ), altri invece lo praticano senza averlo inserito nello Statuto.
Visto l’impegno richiesto da questo strumento la mia proposta è che il Bilancio Partecipativo sia attivato solo se ne viene fatta richiesta da un numero significativo di cittadini.
Ecco come potrebbe essere scritto l’articolo dello Statuto Comunale.
Statuto Comunale – Art. XXX
Bilancio Partecipativo
1. Il bilancio partecipativo è introdotto come una forma pubblica di partecipazione relativa all’impostazione del bilancio di previsione comunale ed alle sue priorità. Tramite tale forma di partecipazione l’amministrazione comunale promuove la trasparenza e l’assunzione di responsabilità tanto per le spese pubbliche quanto per le possibilità di risparmio.
2. L’attivazione del processo avviene tramite richiesta effettuata dal 2% dei cittadini. Il Bilancio Partecipativo ha durata annuale. Per attivare nuovamente il processo, deve essere effettuata una nuova richiesta dal 2% dei cittadini.
3. Il regolamento attuativo viene scritto da una commissione di 50 cittadini estratti a sorte tra i residenti, che si possono avvalere della consulenza di esperti su richiesta della commissione o consigliati dall’amministrazione. Tale regolamento deve essere confermato oppure modificato da una commissione di 50 cittadini estratti a sorte, ogni volta che viene richiesta l’attivazione del Bilanco Partecipativo.
4. Quanto deciso dal Bilancio Partecipativo ha valore vincolante e l’amministrazione comunale deve attuare tale volontà popolare, senza indugi.
di Paolo Michelotto
Istanze e petizioni
Questi strumenti di democrazia apparentemente minori e normalmente poco conosciuti ed usati dai cittadini, devono avere termini certi per essere funzionanti. Generalmente sono descritti male e molto sinteticamente negli statuti comunali. Ecco invece la mia proposta per Istanze e petizioni, basata sulla chiara proposta fatta a Cavallino – Treporti (VE) dal comitato Più Democrazia nella loro proposta di regolamento sugli strumenti di democrazia diretta.
http://piudemocraziacavallinotreporti.wordpress.com/testo-legge/
Statuto Comunale Art. XXX
Istanze
1.Le istanze sono volte a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione comunale in determinate materie e concernono questioni di carattere specifico e particolare, pur non essendo necessariamente dirette ad ottenere un provvedimento amministrativo determinato.
2. Modalità di presentazione:
1. Le istanze vanno indirizzate al Sindaco.
2. Sono sottoscritte, senza formalità di autenticazione, dal presentatore o dai presentatori, che dovranno essere comunque identificati.
3. All’atto della presentazione, l’Ufficio Protocollo generale rilascia una ricevuta.
3. Esito e comunicazioni:
1. Il Sindaco provvede direttamente sulle istanze tramite gli Uffici e Servizi comunali competenti.
2. Un funzionario appositamente incaricato dal Segretario Generale assume la responsabilità dei procedimenti relativi alle istanze.
3. In esito all’istanza, nel termine di 30 giorni dalla presentazione, viene data risposta scritta in merito al provvedimento adottato, ovvero esplicita le motivazioni in merito alla mancata adozione di un provvedimento determinato.
Statuto Comunale Art. ZZZ
Petizioni
1. Le petizioni sono intese a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione comunale per la migliore tutela di interessi collettivi o diffusi in materie determinate o per questioni specifiche e particolari. La loro presentazione è soggetta alle formalità previste negli articoli seguenti e vengono esaminate dalla Giunta o dal Consiglio, secondo la rispettiva competenza.
2. Presentazione e Raccolta delle firme
1. Chiunque, anche se non residente nel territorio comunale, può presentare petizioni agli organi dell’Amministrazione Comunale.
2. La raccolta di adesioni può avvenire senza formalità di sorta in calce al testo comprendente le richieste che sono rivolte all’Amministrazione e indica nome e indirizzo del soggetto cui indirizzare la risposta.
3. Per ogni sottoscrittore deve essere chiaramente riportato il cognome ed il nome, il luogo e la data di nascita e la residenza.
3. Deposito della petizione ed esame ai fini dell’ammissibilità:
1. A cura dei promotori, la petizione viene depositata mediante consegna presso l’Ufficio Protocollo generale, il quale ne rilascia ricevuta, ovvero viene presentata a mezzo del servizio postale, ovvero viene presentata mediante invio a mezzo posta elettronica certificata (PEC). In quest’ultimo caso ai promotori è fatto obbligo di conservare la documentazione autentica e ad esibirla su richiesta delle autorità preposte.
2. Il Segretario Generale, od un funzionario appositamente delegato, effettua l’esame di ammissibilità della petizione, accertandone la riferibilità alle funzioni del Comune.
3. La petizione viene pubblicata sulla bacheca comunale e sul sito internet comunale per un periodo prefissato di 180 giorni dalla dichiarazione di ammissibilità.
4. Nel periodo di pubblicazione è concessa la sottoscrizione della petizione da parte di qualsiasi soggetto tramite deposito della firma sugli appositi moduli presenti nella sede comunale ovvero tramite deposito della firma presso i punti di raccolta organizzati dai promotori nell’ambito di eventi pubblici correlati all’iniziativa o nei luoghi pubblici appositamente individuati per la propaganda elettorale e referendaria, oppure tramite procedura di sottoscrizione della petizione online all’interno del sito internet Comunale
4. Trattazione della petizione:
1.Qualora la petizione sia presentata con meno di 30 firme o non raggiunga la quota di 30 firme entro i 180 giorni dalla data di pubblicazione:
a) il sindaco è tenuto a dare risposta scritta al soggetto o comitato proponente specificando nel testo le valutazioni in merito alla petizione
b) la risposta dovrà essere pubblicata nell’apposito link sul sito internet comunale
2. Qualora la petizione sia presentata con almeno 30 firme o raggiunga la quota di 30 firme entro i 180 giorni dalla data della pubblicazione:
a) il proponente è invitato ad illustrare la petizione al consiglio comunale entro i successivi 30 giorni.
b) la petizione segue l’iter dell’interrogazione a risposta scritta
di Paolo Michelotto
L’Istruttoria Pubblica è uno strumento di partecipazione previsto in alcuni comuni italiani tra cui Bologna, Modena, Jesi (AN), Vicenza. Viene effettuata su un determinato argomento, con sedute pubbliche a cui può partecipare la cittadinanza, con diritto di intervento, possono essere depositati documenti, sentiti esperti. Alla fine viene redatto un verbale con le conclusioni della istruttoria pubblica e dato ai Consiglieri Comunali come base per la loro discussione in aula di questo argomento.
È interessante il fatto che può essere richiesta anche dai cittadini raccogliendo un determinato numero di firme.
Come strumento è interessante, perchè fornisce la possibilità ai cittadini di far effettuare una discussione pubblica su un determinato argomento a cuore ai cittadini. Il risultato non è però vincolante per gli amministratori, ma fornisce solo una base informativa su cui discutere in Consiglio Comunale. Per questo ultimo aspetto, non dovrebbe essere richiesto un gran numero di firme per attivare la “Istruttoria Pubblica”. A Bologna vengono richieste 2000 firme con una popolazione di 381.000 persone, ovvero lo 0,5 %. Inoltre ci devono essere tempi rapidi di attivazione (30 giorni), tempi lunghi per la raccolta firme (180 giorni), tempi rapidi per lo svolgimento (30 giorni), risultato certo.
Ecco la mia proposta di articolo da introdurre di uno Statuto Comunale, basato sugli esempi, ottimizzati dal punto di vista dei cittadini, delle città dove questo strumento è presente.
Statuto Comunale – Art XXX
Istruttoria Pubblica
1. Nei procedimenti amministrativi concernenti la formazione di regolamenti o di atti amministrativi di carattere generale, l’adozione del provvedimento finale può essere preceduta da istruttoria pubblica, secondo le modalità stabilite dal regolamento.
2. Sull’indizione dell’istruttoria decide il Consiglio comunale quando è su proposta della Giunta, di due capigruppo del Consiglio, di un Consiglio di Quartiere. L’istruttoria deve essere indetta altresì quando ne faccia richiesta almeno lo 0,05% della popolazione.
3. La richiesta deve essere presentata da un comitato promotore composto da non meno di dieci cittadini.
4. I cittadini di cui al precedente comma devono provvedere alla raccolta delle firme entro 180 giorni dalla presentazione della richiesta di istruttoria alla Segreteria Generale.
5. L’istruttoria deve essere indetta entro trenta giorni dal deposito presso la Segreteria Generale delle firme richieste.
6. L’istruttoria si svolge nella forma di pubblico contraddittorio, cui possono partecipare, per il tramite di un esperto, oltre alla Giunta e ai gruppi consiliari, associazioni, comitati, gruppi di cittadini portatori di un interesse a carattere non individuale e singoli cittadini.
7. Il documento finale della istruttoria pubblica diventa la base del dibattito relativo all’oggetto dell’istruttoria in Consiglio Comunale. Il provvedimento finale è motivato con riferimento alle risultanze istruttorie.
8. Il regolamento disciplina le modalità di raccolta delle firme per la richiesta, le forme di pubblicità, le modalità di svolgimento dell’istruttoria, che deve essere conclusa entro trenta giorni dall’inizio.
9. Sono fatte salve le forme di partecipazione ai procedimenti di amministrazione giuridica generale previste dalla legislazione vigente.
Qui gli esempi esistenti in Italia (continua…)
di Paolo Michelotto
Ecco come si svolgerà La Giornata della Democrazia del 29 Settembre 2013 a Parma
8.00 – 9.00 accoglienza degli iscritti alla giornata, registrazione della loro presenza, assegnazione dei tavoli.
9.00 – 9.20 Saluto (Sindaco Federico Pizzarotti) e relazione sul percorso finora effettuato e su quanto ci si aspetta dai partecipanti dalla giornata (Vice Sindaco Nicoletta Paci)
9.20 – 9.40 relazione sugli strumenti della democrazia diretta e partecipativa che esistono nel mondo (Paolo Michelotto)
9.40 – 10.00 relazione di Pres. Cons. Com. Marco Vagnozzi sulla proposta da lui elaborata sugli strumenti di democrazia diretta da inserire a Parma
10.00 – 10.30 Domande e risposte (Pizzarotti, Paci, Vagnozzi, Michelotto)
10.30 – 10.40 Spiegazione su come funziona la fase successiva e dei ruoli del facilitatore e del segretario del tavolo (Paolo Michelotto)
10.40 – 12.30 Discussione ai tavoli con metodo “La Parola ai Cittadini”, ogni tavolo sarà composto da 15 persone. Ogni tavolo gestirà autonomamente gli argomenti su cui vuole discutere e nominerà un facilitatore e un segretario. Il facilitatore avrà il compito di far rispettare le regole basilari. 1. ci si prenota alzando la mano 2. si parla per 1 minuto al massimo 3. si rispetta sempre il tempo degli altri. Dopo aver finito di discutere la proposta, la si vota per alzata di mano. Ogni tavolo dopo queste 2 ore circa di discussione avrà una lista di argomenti discussi e votati che saranno le priorità del gruppo dei 15.
12.40 – 14.00 Interruzione per il pranzo
14.00 – 15.00 “Parola ai cittadini” con assemblea plenaria. (Facilitatore Paolo Michelotto). Ogni tavolo presenta la sua proposta discussa che ha preso più voti. Alla fine si mettono in ordine tutte le proposte in ordine di priorità. Questa fase serve per stabilire gli argomenti che dovranno essere discussi ognuno su un tavolo nella fase successiva.
15.00 – 16.00 “Open Space Technology” sui temi più votati. Le proposte emerse nella fase precedente vengono assegnate una ad ogni tavolo. Ogni persona può spostarsi nel tavolo della proposta che preferisce discutere. Ogni proposta viene discussa in profondità e vengono formulate le idee che poi verranno portate in assemblea plenaria. Alla fine il tavolo nomina una persona che porterà quanto emerso all’assemblea plenaria. Questa fase serve per discutere nel dettaglio le singole proposte che poi saranno presentate all’assemblea plenaria per essere votate ed accettate o rifiutate.
16.00 – 18.00 “Assemblea plenaria”. Tutte le proposte dei tavoli vengono spiegate con almeno 3 minuti (il tempo assegnato dipenderà dal numero di tavoli in cui si discute una proposta, ma minimo 3 minuti). Vengono votate. In tempo reale si conosce la votazione dell’intera assemblea. Se essa non supera la metà più uno dei presenti, la proposta non viene inserita nelle raccomandazioni finali. Durante tutta la giornata sarà presente il Segretario comunale con lo scopo di tradurre in bozza di articoli di statuto e di regolamento le proposte votate dai cittadini.
18.00 fine della “Giornata della Democrazia” con bozza degli articoli scritti dal Segretario Comunale che viene inserita nel web nello spazio apposito del sito del comune.
Durante tutta la giornata ci sarà la presenza del Sindaco e dei consiglieri che lo desiderano.
Nelle due settimane successive le raccomandazioni finali dei cittadini verranno ulteriormente discusse e migliorate nel forum costruito appositamente, dopo di che verranno portate all’interno del Consiglio Comunale nelle commissioni competenti e seguiranno l’iter previsto dal regolamento per essere approvate, con l’appoggio dell’amministrazione.
di Paolo Michelotto
Oggi 6 settembre 2013 abbiamo raggiunto 630 adesioni totali a “La Giornata della Democrazia” così suddivise:
265 sorteggiati (tra tutte le adesioni che perverranno, il 10 settembre verranno sorteggiati 250 nomi)
350 autocandidati (tra tutte le adesioni che perverranno, il 10 settembre verranno sorteggiati 250 nomi) per un totale tra le due categorie, di 500 partecipanti.
15 osservatori
La Giornata della Democrazia del 29 settembre 2013 a Parma, parte quindi sotto i migliori auspici. Come ben sa chi si occupa di organizzare eventi partecipativi, un numero del genere è indice di altissimo interesse tra i cittadini. Ad esempio le prime riunioni partecipative a Porto Alegre per decidere come destinare i soldi del Bilancio Partecipativo, città da 1.400.000 abitanti non superavano le 500 unità. Ma Parma ha 190.000 abitanti…
Il 10 settembre 2013 è il termine ultimo per segnalare la propria adesione scrivendo a partecipazione@comune.parma.it o telefonando a 0521.218207
di Paolo Michelotto
il Comune di Parma ha prodotto in proprio questo spot video per pubblicizzare La Giornata della Democrazia.
Nel frattempo si sono superate le 542 adesioni di cittadini, di cui 211 tra i sorteggiati (alla fine saranno 250) e 331 tra gli autoconvocati (tra cui alla fine verranno sorteggiati in 250). Il termine ultimo per iscriversi è il 10 settembre 2013.
Nei prossimi giorni sarà online il forum di discussione in preparazione all’evento.
Questo il blog dell’evento, dove ogni giorno vengono riportate le novità su “La Giornata della Democrazia”
di Paolo Michelotto
interessante convegno a Milano il 13-14-15 settembre “I Codici (software) della democrazia”
Piattaforme web per una nuova politica.
Che differenza c’è tra LiquidFeedback e Airesis? e tra Tu Parlamento promosso da Laura Puppato e il Parlamento Elettronico di cui il Movimento 5 Stelle ha avviato la sperimentazione? come sono state progettate e gestite le consultazioni promosse prima dal Governo Monti e ora dal
governo Letta? con quali risultati? e soprattutto: riuscirà l’uso di questi strumenti, a migliorare l’esercizio della democrazia nel nostro Paese?
Negli ultimi mesi, si è parlato molto sui media di questi temi, non sempre a proposito. Spesso confondendo le piattaforme software, le iniziative di partecipazione che le utilizzano e le piattaforme politiche che (sempre più) ricorrono a tali strumenti di partecipazione e deliberazione online per rispondere alle pressanti richieste di nuove forme di democrazia.
Il rapporto su “I Media Civici in ambito parlamentare” (pubblicato dal Servizio Informatica del Senato della Repubblica e curato da Fondazione <ahref) ha avviato l’analisi, ma ora serve un confronto diretto tra i progettisti delle varie piattaforme software e coloro che hanno avviato e gestito esperienze di consultazione e raccolta di proposte da parte dei cittadini, in un contesto che dia spazio anche a considerazioni “di scenario” internazionale, culturale (dal punto di vista di diverse discipline) e politico. Nella convinzione che l’interazione via rete non può sostituirsi a quella fisica, ma la arricchisce e trasforma fino a incidere, con le scelte fatte nello sviluppo dei software, sulle modalità della partecipazione democratica.
Per questa ragione abbiamo scelto I CODICI (software) DELLA DEMOCRAZIA come titolo del workshop che si terrà a Milano il prossimo 13-14-15 settembre organizzato dal Dipartimento di Informatica e Comunicazione, con la collaborazione di Fondazione RCM ed il patrocinio del Comune di Milano.
Qui maggiori informazioni:
https://www.facebook.com/events/123674434468148/
di Paolo Michelotto
ci sono alcuni fortunati Comuni in Italia che hanno introdotto lo strumento del Consiglio Comunale Aperto. Esso è un Consiglio Comunale in cui i cittadini hanno facoltà di parlare e di essere ascoltati. Le decisioni poi vengono prese solo dai Consiglieri Comunali, ma è comunque uno strumento di partecipazione molto forte e con esiti non sempre scontati.
Questo strumento esiste ad esempio a Cerro al Lambro (MI), Morciano di Romagna (RN), Manta (CN), Saronno (VA), Cortona (AR), Pecetto (TO), Spoleto (PG). Alla fine dell’articolo riporto le parti degli Statuti (dove presente) e dei Regolamenti che lo introducono in alcune città, a titolo di esempio.
Varia molto da località a località, a volte è previsto nello Statuto, a volte solo nel Regolamento Consiglio Comunale. A Cortona ad esempio il Consiglio Comunale Aperto può essere richiesto, oltre che dal Sindaco o da 1/3 dei consiglieri o dalla Conferenza dei capigruppo, anche da 500 cittadini su un argomento scelto da loro. Gli amministratori sono chiamati a partecipare come a un consueto Consiglio comunale, i cittadini possono intervenire con domande e proposte durante il dibattito. A volte il Consiglio Comunale Aperto ha carattere solo consultivo e poi si rimandano per le decisioni ad altro Consiglio Comunale ordinario, a volte invece può prendere decisioni finali sulle mozioni.
Dal punto di vista dei cittadini un buon funzionamento di Consiglio Comunale Aperto si può ottenere prendendo le parti migliori presenti nei vari comuni.
Ecco come potrebbe essere strutturato per funzionare bene:
- il consiglio comunale aperto può essere convocato dal Sindaco, da un certo numero di Consiglieri (esempio 1/3) o da un comitato di cittadini con raccolta di firme (esempio lo stesso numero di quelle necessarie per presentare una lista alle elezioni comunali) su un determinato tema.
- il consiglio comunale aperto permette ai cittadini di prendere la parola. Tutti, consiglieri e cittadini hanno uguale tempo, ad esempio uno o due minuti, per parlare.
- alla fine le proposte emerse vengono votate dai Consiglieri come nei normali Consigli Comunali.
- il Consiglio comunale aperto viene svolto in locali sufficientemente grandi per accogliere i cittadini e non nella sede dell’abituale Consiglio comunale.
- il Consiglio comunale aperto viene pubblicizzato in maniera adeguata dall’amministrazione, con invio di invito scritto a partecipare a tutti i cittadini e con adeguata spiegazione del tema trattato e dell’agenda di discussione, con i punti di vista dei richiedenti e dell’amministrazione, almeno 10 giorni prima dell’evento.
Questo potrebbe essere un esempio di articolo da inserire nello Statuto Comunale
Statuto Comunale
Art. XXX
Consiglio Comunale Aperto ai Cittadini
1. Il Presidente del Consiglio convoca, almeno una volta l’anno, una “seduta aperta ai cittadini” del Consiglio Comunale, nella sua sede abituale o anche in luogo diverso, per rilevanti motivi d’interesse della comunità relativi a bisogni e richieste dei cittadini.
a) Di sua iniziativa, sentita la Conferenza dei capigruppo;
b) Su richiesta di almeno 1/3 dei consiglieri o del Sindaco;
c) Su richiesta di almeno XXX (numero pari alle firme necessarie per presentare una lista elettorale alle elezioni comunali) residenti.
2. Tali sedute hanno carattere straordinario e sono aperte a tutti i residenti nel Comune.
3. In tali particolari sedute il Presidente garantisce la piena libertà di espressione di tutti i presenti. I rappresentanti di coloro che hanno presentato istanza di partecipazione, possono illustrare le proprie richieste anche per orientare il Consiglio Comunale nel merito. Gli interventi non possono avere una durata superiore a 3 minuti, salvo deroga consentita dal Presidente del Consiglio.
4. Le istanze che i cittadini intendono sottoporre al Consiglio Comunale devono essere presentate, almeno quindici giorni prima della seduta, su apposito modulo depositato presso l’ufficio segreteria, nel quale devono essere indicati:
a) generalità del cittadino o dei cittadini che presentano l’istanza;
b) indicazione dei cittadini e/o dei rappresentanti chiamati ad esporre le osservazioni, le proposte, i suggerimenti oggetto dell’istanza, nonché individuazione del soggetto destinatario delle comunicazioni dell’Amministrazione comunale;
c) l’oggetto dell’istanza, che deve riguardare problematiche della collettività del comune;
d) individuazione di una eventuale proposta specifica sull’orientamento dell’Amministrazione comunale.
5. Durante le sedute “aperte ai cittadini” possono essere approvate mozioni, ordini del giorno e deliberazioni su argomenti di competenza del Consiglio Comunale.
6. La data di convocazione del Consiglio comunale “aperto ai cittadini” deve essere portato a conoscenza della cittadinanza almeno trenta giorni prima della data di convocazione
Esempi di Statuti e Regolamenti delle città che hanno il Consiglio Comunale Aperto (continua…)
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