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    A Bolzano i cittadini non ci stanno e stanno lanciando una nuova iniziativa e un referendum sulla brutta legge sulla Democrazia Diretta creata dalla SVP

    25 Giugno 2013 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    bolzano democrazia diretta

    bolzano democrazia diretta

    a Bolzano il partito di maggioranza da sempre, la SVP ha creato la legge provinciale sulla Democrazia Diretta a pochi mesi dalle elezioni provinciali con i soli propri voti. Ed è stato un ulteriore esempio di come un partito al potere (in questo caso in Italia, ma ovunque nel mondo è così) riesce ad aggirare la volontà popolare, presentando una legge che apparentemente va nella direzione auspicata dai cittadini, ma che invece riesce a mantenere il potere nelle mani di chi già ce l’ha.

    Ma a Bolzano fortunamente c’è un gruppo di cittadini “Iniziativa Più Democrazia” che dal 1995 si batte per avere gli strumenti di democrazia diretta funzionanti come in Svizzera, che prosegue nella sua battaglia.

    Ora vogliono utilizzare lo strumento del referendum confermativo per abrogare la “brutta” legge sulla democrazia diretta e contemporaneamente usare “la legge di iniziativa popolare” per proporre una buona legge sulla democrazia diretta.

    Ecco il testo inviato dal coordinatore storico del gruppo, Stephan Lausch, che molto lucidamente ripercorre i passi effettuati e propone i passi futuri. E’ un esempio per tutti noi della determinazione che occorre avere per ottenere questi strumenti. Come del resto era accaduto in Svizzera nel 1800, in USA ad inizio 1900 e in Baviera nel 1995. Nulla si ottiene per caso, specie quando si tratta del potere di gestione della cosa pubblica e di tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico.

    Si parte

    verso il primo referendum confermativo contro una legge provinciale inaccettabile!
    “Ora decidono i cittadini!”
    e lanciano una nuova iniziativa popolare per fare della proposta dei cittadini sulla democrazia diretta finalmente la base per una nuova e valida regolamentazione!

    Vi invitiamo a partecipare al Comitato dei promotori

    Cari compagni, care compagne di lotta per una regolamentazione valida sulla partecipazione politica dei cittadini in Alto Adige!

    Abbiamo un lungo cammino alle spalle.

    • È iniziato nel lontano 1995 con una proposta di legge di iniziativa popolare che è stata addiritura accolta dal Consiglio regionale grazie ai voti di tre ribelli all’interno della SVP. La legge poi però, e probabilmente su pressione della stessa SVP, è stata respinta dal Governo italiano per una presunta incompatibilità con lo Statuto di Autonomia.

    • Nel 2003, potendoci questa volta rifare al nel frattempo riformato Statuto di Autonomia con il quale il Consiglio provinciale ha avuto la competenza di legiferare sui nostri diritti politici, abbiamo spinto con una nuova iniziativa popolare il Consiglio a varare la legge provinciale nr. 11, 2005 “iniziativa popolare e referendum”.

    • Nel 2007 abbiamo potuto lanciare sulla base di tale legge il primo referendum propositivo e dare con il sostegno di 26.000 firme a tutti i cittadini la possibilità di esprimersi nel voto referendario sulla nostra proposta di regolamentazione della democrazia diretta.

    • Nella votazione poi del 25 ottobre 2009 ben 114.884 cittadini e cioè quasi un terzo degli aventi diritto al voto hanno votato a favore della nostra proposta. Il referendum stesso è stato invalidato per ca. 7.000 schede mancanti per il raggiungimento del quorum del 40%;

    • Nel 2010 volevamo sollecitare il Consiglio provinciale con un nuovo referendum propositivo a realizzare quelle pur minime modifiche per rendere la legge del 2005 praticabile. Già allora abbiamo dovuto costatare che non ci potevamo aspettare dal disegno di legge elaborato dal consigliere Arnold Schuler una riforma accettabile della materia. Per la prima volta poi una richiesta referendaria su una tale materia è stata dichierata inammissibile da una commissione in base ad una interpretazione restrittiva dello Statuto di Autonomia;

    • Nel 2011 con 12.600 firme raccolte abbiamo così presentato nuovamente in Consiglio la nostra proposta che era stata votata dai cittadini nel 2009, proposta migliorata in alcuni punti in base all’esperienza fatta al voto referendario (prevedendo per esempio una particolare tutela delle minoranze etniche quando vanno al voto questioni di sensibilità etnica, un comitato redazionale indipendente responsabile per la stesura del opuscolo referendario istituzionale ed altro);

    • Nel 2012 abbiamo chiesto che i cittadini possano scegliere tra la nostra e la proposta SVP in un referendum consultivo. Tale richiesta è stata respinta dalla SVP così come essa ha affossato la nostra proposta di legge con i soli propri voti.

    • Ora, il 7 giugno 2013 con i soli voti dei propri consiglieri il gruppo consiliare SVP ha varato la propria legge.

    Con questa legge della SVP è stato si cancellato il quorum di partecipazione ed è stato introdotto il referendum su atti amministrativi, ma di riscontro è stata introdotta la doppia raccolta delle firme quadruplicando il numero delle firme rispetto al numero richiesto p.e. ora per il referendum confermativo (8.000), non prevedendo affatto proprio questo referendum che costituisce la metà della democrazia diretta (quella di controllo) ed altri strumenti importanti, dando inoltre a commissioni e ai rappresentanti politici la possibilità di evitare la votazione referendaria e a far naufragare la votazione facendo si che i SI vadino in minoranza suddividendosi su alternative fasulle. Questi sono solo le manchevolezze e le strategie di impedimento più evidenti di tale legge.

    Soprattutto però questa legge stabilisce ora in modo esplicito che sulle regole della democrazia in futuro dovrà deliberare solo il Consiglio provinciale!
    Tutto ciò è inaccettabile! Fin dalla primavera 2011 abbiamo fatto notare ai responsabili di tale legge in colloqui diretti queste manchevolezze. Non è servito a nulla! Hanno affermato che attualmente questo è il massimo concedibile ma che se ne potrà parlare nuovamente nell’era post-Durnwalder. Stiamo però attenti! Escludendo per legge i cittadini da ogni possibilità di presentare al voto referendario loro stessi delle proposte sul ordinamento democratico questi rimangono totalmente in balia della rappresentanza politica. Questa non sarà tenuta di prendere sul serio noi cittadini!
    A lungo andare sarebbe la morte della democrazia!

    Soprattutto anche per questo motivo ora lanciamo il referendum contro tale legge utilizzando così uno strumento che per fortuna ci spetta in base allo Statuto di Autonomia indipendentemente dal ordinamento provinciale della democrazia diretta (referendum che è stato previsto dal Parlamento italiano e non concesso da parte del potere politico locale!).

    Ricordo qui solo gli elementi più importanti che caratterizzano questo cosiddetto referendum confermativo che in Alto Adige fin ora non è mai stato utilizzato mentre a livello statale ciò avvenne solo due volte (2001 und 2006):

    • Questa forma di referendum prevista dall’ art. 47 dello Statuto di Autonomia come strumento di controllo limitato alla formazione delle leggi sulla forma di governo, ovvero le leggi con le quali si stabiliscono le regole sul funzionamento della democrazia rispecchia perfettamente il referendum costituzionale attuabile solo sulle modifiche della Costituzione decise dal Parlamento;

    • Leggi che possono essere sottoposte a tale referendum non entrano in vigore per tre mesi a partire dalla loro pubblicazione sul bollettino;

    • Se entro questi tre mesi almeno sette consiglieri (se la legge è stata varata solo a maggioranza assoluta) e/o 1/50 degli aventi diritto al voto (ca. 8.000 firme da raccogliere nel nostro caso entro ca. metà settembre) chiedono con la propria firma il referendum, la legge entra solo in vigore se viene accolta a maggioranza nel voto. Il referendum è valido comunque, in esso decidono coloro che vanno alle urne!

    • Si passa al voto entro al massimo sette mesi dopo la pubblicazione della legge, nel nostro caso probabilmente allora in gennaio 2014.

    Contemporaneamente vogliamo ripresentare in Consiglio provinciale la nostra proposta di legge che nella votazione referendaria 2009 è stata accolta dal 83% dei votanti, dicendo

    NO alla legge impraticabile della SVP sulla “partecipazione” (con il REFERENDUM)

    SI alla legge dei cittadini sulla democrazia diretta (con L’INIZIATIVA POPOLARE)


    La legge 10/2002 chiede che siano almeno 30 promotori a presentare la richiesta di referendum confermativo. Fin ora hanno dato la loro disponibilità 25 persone che in maggior parte rappresentano organizzazioni che sostengono la nostra iniziativa.
    Sarebbe un messaggio forte se i due comitati promotori si presentassero come per l’iniziativa legislativa popolare nel 2010 con 50-60 persone!
    Rivolgiamo così a Voi l’invito di partecipare ai due comitati promotori!
    Tutti sono benvenuti a farne parte (esclusi candidati alle elezioni provinciali dei quali speriamo di ricevere poi il sostegno nella nuova legislatura del Consiglio provinciale).

    La legge rende d’obbligo che tutti i promotori siano materialmente presenti all’atto protocollare che si svolgerà presso il Consiglio provinciale. Abbiamo stabilito che questo avverrà

    giovedì 4 luglio, ore 9.15

    1. Fateci per cortesia sapere al più presto rispondendoci come risposta a questa mail o al massimo entro giovedì 27 luglio se siete disponibili a presentarVi come promotori/promotrici.
      È il modo più incisivo di esprimere ed esercitare la propria volontà che siano i cittadini stessi a decidere se questa legge debba entrare in vigore o meno e che il Consiglio provinciale prenda in seguito aI sperato rifiuto della legge SVP la nostra proposta come base di trattazione per una nuova e valida regolamentazione.
      Anche consiglieri provinciali sia dell’opposizione che della SVP (!) hanno annunciato di voler presentare una richiesta di referendum sulla legge varata.
      Riteniamo però determinante che sia presente prima del voto anche la nostra voce e ciò sarà possibile solo se si costituisce anche un comitato di promotori civico;

    2. Mandateci prego l’indirizzo del Vostro domicilio. Di questo hanno bisogno nel ufficio di presidenza per preparare l’atto di richiesta;

    3. Procuratevi prego presso il Vostro comune il certificato sull’iscrizione nella lista elettorale per l’elezione del Consiglio provinciale. Questo va presentato quando firmerete la richiesta referendaria in Consiglio provinciale.

    Cari compagni, care compagne di lotta!
    Speriamo profondamente e siamo fiduciosi che questo sarà l’ultimo sforzo necessario per giungere finalmente ad una veramente valida regolamentazione dei nostri diritti politici di partecipazione diretta alla politica in Alto Adige. Stiamo già lottando per troppo tempo su questo fronte.
    Vi chiediamo di poter fare insieme a Voi questo ultimo scorcio di strada.

    Un cordiale saluto
    Stephan Lausch

    Postato in bolzano, democrazia diretta

    Comuni (e altri enti locali) con quorum zero in Italia

    17 Giugno 2013 // 3 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    QUORUM ZERO

    QUORUM ZERO

    rispondo pubblicamente alla richiesta di Rocco e del M5S di Formigine (MO) che chiedono quali siano i comuni in Italia con quorum zero, perchè può interessare altri.

    Ciao Paolo,

    come anticipato non essendo a Formigine (MO) regolamentati i Referendum Propositivi ed Abrogativi,  abbiamo raccolto le firme necessarie per presentare una nostra proposta (premetto che NON abbiamo Consiglieri M5S eletti, le elezioni per rinnovare la Giunta avranno luogo il prossimo anno).

    Ci è stato comunicato che potevamo seguire la strada della “Mozione” oppure quella della “Proposta di Delibera”.

    Abbiamo optato per la seconda essendo essa vincolante per il Consiglio Comunale, infatti lo obbliga a mettere in ODG la discussione della Proposta ed a seguito della discussione il Consiglio deve votare definendo così come intende procedere.

    Venerdì 14 giugno abbiamo incontrato l’Assessore che ha la delega sulla Partecipazione ed il Presidente del Consiglio Comunale.

    La Proposta verrà fatta esaminare dalla Commissione, si aprirà il confronto e finalmente ci dirigeremo verso l’epilogo.

    Alle Commissioni i Cittadini possono partecipare come Uditori e lo faremo!

    Venerdì l’Assessore ci ha chiesto se in Italia esiste qualche Comune che ha già tolto il Quorum ai propri Referendum, sai darmi qualche informazione precisa a riguardo?

    Abbiamo appreso con piacere che la provincia di Bolzano ha messo quorum ZERO nei referendum provinciali, qualcosa finalmente inizia a muoversi!

    Ti ringrazio anticipatamente per la disponibilità e ti porgo Cordiali Saluti.

    Rocco e i ragazzi del MoVimento 5 Stelle Formigine

    Questa è la situazione dei comuni con referendum propositivo e abrogativo con quorum zero o quasi. Ci sono altri comuni con referendum consultivo senza quorum, ma il referendum consultivo è uno strumento debole che può venire  tranquillamente ignorato dagli amministratori (ad esempio gli amministratori di Vicenza nel 2006 e nel 2008 lo hanno fatto) e quindi non è efficacemente usabile dai cittadini. Chi conosce altri comuni con referendum forti (propositivo e abrogativo) senza quorum me lo faccia sapere, terrò continuamente aggiornato questo post.

    QUORUM 15 %

    A Cortaccia (BZ) dal 2009 il quorum è 15%
    A S. Candido (BZ)  dal 2010 il quorum è 15%

    QUORUM ZERO

    A Verano (BZ) dal 2005 il quorum è 0%
    A Ortisei (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
    A La Val (BZ)  dal 2006 il quorum è 0%
    A Fiè (BZ)  dal 2006 il quorum è 0%
    A Lana (BZ)  dal 2010 il quorum è 0%
    A Varna (BZ)  dal 2010 il quorum è 0%
    A Dobbiaco (BZ)  dal 2010 il quorum è 0%
    A Terento (BZ)  dal 2010 il quorum è 0%
    A Lagundo (BZ) dal 12 -10 – 2012 il quorum è 0%

    Video dove il Sindaco Ulrich Gamper di Lagundo/Algund (BZ) spiega perchè quorum zero

    A Villa Lagarina (TN) dalla fine 2009 il quorum è 0%

    Video dove il Sindaco Alessio Manica di Villa Lagarina (TN) spiega perchè quorum zero

    Vicenza (VI) dal 09-01-2013 il quorum è 0%

    Approfondimenti sul quorum zero nel comune di Vicenza

    Video dove il Sindaco di Vicenza (VI) Achille Variati spiega perchè quorum zero

    La Provincia Autonoma di Bolzano (BZ) ha deliberato il 06-06-2013 il quorum 0% (poi cancellato con successivo referendum)

    Approfondimenti sul quorum zero nella provincia di Bolzano

    Comune di Cavallino – Treporti (VE) il 15-10-2014 – Quorum Zero

    Approfondimenti sul quorum zero nel comune di Cavallino – Treporti

    Comune di PARMA – 06-11-20114 – Quorum Zero

    Approfondimenti sul quorum zero nel comune di Parma

    Postato in democrazia diretta, quorum

    Abbinamento referendum comunali di Rovereto a votazioni nazionali ed europee: buone notizie!

    15 Giugno 2013 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    democrazia come un fiore

    ci sono forti speranze che i referendum comunali di Rovereto vengano abbinati alle votazioni nazionali ed europee e che venga creato l’obbligo di invio di libretto informativo sui referendum a tutte le famiglie, prima del voto.

    Ecco la lettera che mi ha inviato il 14-06-13 il Vice Pres. Consiglio Comunale di Rovereto Mario Airoldi.

    Sign. Paolo e referendari

    innanzi tutto mi scuso se ho lasciato passare mesi prima d’arrivare a formalizzare la proposta che verrà portata in Consiglio comunale, ma come anche voi seguirete dalla cronaca dei giornali, si sono succeduti una serie d’appuntamenti importanti, che hanno tenuto occupato il Consiglio in questi mesi.

    Tornando all’argomento che vi sta a cuore, v’informo che mi sono incontrato in questi giorni con il segretario comunale Di Giorgio, per verificare l’accoglibilità delle proposte che Michelotto mi ha inoltrato.

    Una parte di queste, sono inseribili da subito nell’attuale regolamento (previa accettazione da parte del Consiglio comunale), altre necessitano della modifica dello statuto.

    Fra quelle accoglibili da subito, vi è quella che vi sta più a cuore e cioè l’accorpamento con le elezioni nazionali ed europee.

    Onde non procrastinare ulteriormente i tempi, ho chiesto al segretario di predisporre la proposta con le parti accoglibili da subito (senza porre mano allo statuto). Nel documento allegato sono presenti gli articoli accoglibili.

    Per quanto riguarda i tempi d’approvazione, ho chiesto alla Presidente del Consiglio di portare l’argomento nella prossima riunione dei capigruppo, in modo che si arrivi in Consiglio comunale con una larga intesa fra i gruppi (me lo auguro).

    Per quanto riguarda le parti che necessitano della modifica dello statuto, considerato che quest’ultimo dovrà esssere modificato nei prossimi mesi per l’argomento Circoscrizioni, vedrò se in tale occasione riusciamo a fare inserire anche le vostre proposte.

    Vi terrò aggiornati.
    Cordiali saluti

    Mario Airoldi

    Questi i punti del regolamento considerati accoglibili dal Segretario Comunale.

    Modificare il Regolamento per i diritti di informazione e partecipazione dei cittadini, approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 16 di data 23 marzo 2010, nelle seguenti parti

    b) all’articolo 22, sostituire il comma 2. con il seguente testo: “Le consultazioni referendarie vengono effettuate in una unica tornata annua, riunite in una unica giornata, di domenica, non in coincidenza con altre operazioni di voto a livello comunale e provinciale. La tornata referendaria deve coincidere con le eventuali altre operazioni di voto a rilevanza nazionale ed europea. In questi casi le operazioni di voto si svolgeranno con la stessa durata.

    Accoglibile

    c) al titolo dell’articolo 35 togliere le parole “ a mezzo manifesti”

    Accoglibile

    d) all’articolo 35, comma 8 aggiungere il seguente nuovo testo : “Nel periodo di cui al comma 1 deve essere
    diffuso, a cura e spese dell’Amministrazione comunale, un opuscolo informativo, inviato a ciascuna famiglia, nel quale, assegnando il medesimo spazio di almeno una pagina, vengano rappresentate le ragioni insindacabili dei favorevoli e dei contrari, a condizione che i contenuti non contrastino con norme penali”

    Accoglibile

    e) all’articolo 39 dopo il comma 1 aggiungere il comma 1 bis. Con il seguente testo: “In caso di referendum propositivo con esito positivo, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione.”

    Necessita d’adeguamento dello statuto

    f) all’articolo 39 al comma 2 togliere le parole “o propositivo” all’articolo 39 al comma 3 aggiungere la parola “consultiva”dopo “consultazione referendaria”

    Necessita d’adeguamento dello statuto

    g) all’articolo 39 al comma 4 aggiungere la parola “consultiva”dopo “consultazione referendaria”

    Già presente nel comma 10 dello statutoinutile l’inserimento

    Postato in democrazia diretta, rovereto

    Suggerimenti per gestire democraticamente e con soddisfazione un gruppo

    14 Giugno 2013 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    discussione in gruppo

    colgo l’occasione dal commento scritto da Luca Raiteri ad un mio post precedente sulle “proposte per rafforzare la democrazia diretta e il M5S”, per raccontare come si può gestire bene e produttivamente una discussione in un gruppo

    Ormai diversi anni fà ho partecipato a Marina di Carrara al tua ottima ” La parola al cittadino”, grazie al M5S locale che ti aveva invitato.
    Per me è stato illuminante. Da allora vi seguo sui vostri gruppi F.B. Nazionali e sto cercando insieme ad altri amici di portare la Democrazia DIRETTA a Firenze e in TOSCANA e perciò ho fondato i gruppi F.B. Quorum Zero e Più Democrazia Firenze e Toscana a cui mi sono permesso di invitarti e nei quali sarei felice di avere qualche tuo consiglio.
    Inoltre entrando nella specifica questione ” M5S e DEMOCRAZIA”, trovo che pur essendo il M5S molto più democratico degli altri partiti( è infatti grazie al M5S che ho conosciuto Voi e La D.D.);il problema democrazia interna si pone e vada risolto se il M5S vuole essere coerente con i suoi principi. Quindi trovo utilissimi i tuoi suggerimenti. Anche a livello locale ci può essere lo stesso problema. Ad es. il M5S Firenze di cui faccio parte come attivista, ha delle difficoltà organizzative sia per le riunioni generali spesso troppo caotiche e inconcludenti sia per i gruppi tematici di lavoro alcuni di quali faticano ad arrivare a dei risultati; Così qualcuno degli organizer sta pensando che sia meglio costituire una ” struttura gerarchica” di controllo e che dia la linea politica. Questi “capi”, saranno a tempo , 1 anno e revocabili dalla base. Cosa ne pensi?
    Non sarebbe invece preferibile organizzare le riunioni e i gruppi secondo il metodo ” La parola al cittadino” applicando la democrazia partecipativa in maniera più ordinata e funzionale a dei risultati concreti, evitando così con la scusa della confusione di fare come i maiali nella “Fattoria degli animali” di ORWELL?

    Luca Raiteri

    Nei gruppi a cui ho partecipato abbiamo sempre utilizzato questo metodo, che è una variante di “La Parola ai Cittadini” per  gruppi che si vedono con una certa costanza, con risultati molto efficaci.

    1. si decide chi fa il facilitatore della serata. E la volta successiva si ruota in modo che questo ruolo impegnativo, formativo e gratificante cambi. Il facilitatore dovrebbe essere un elemento il più possibile neutro per quella serata. Può intervenire anche lui con proposte, ma deve seguire le regole di tutti gli altri. Se l’atmosfera si surriscalda il facilitatore deve cercare di riportare la calma facendo focalizzare sul punto di discussione e non sulle persone. Se la discussione si disperde, il facilitatore deve cercare di riportarla sui binari dell’oggetto discusso.

    2. si decide l’orario di fine discussione. Esempio si inizia 20,30 si decide di finire alle 23.00 e si vota per alzata di mano questa scelta.

    3. il facilitatore ha il compito di far parlare gli altri in maniera equa, ordinata e facendo rispettare i tempi. Parla solo chi ha alzato la mano per prenotarsi e a cui il facilitatore cede la parola. Nessuno può sovrapporsi ad un altro quando ha il diritto di parola per il tempo a lui concesso.

    4. emersione idee: il facilitatore chiede chi ha proposte da discutere. E scrive su un foglio il nome del proponente e il titolo della proposta. Raccoglie così tutte le idee che i partecipanti vorrebbero discutere. Possono essere 1-5-10-20 non ha importanza il numero, ma il fatto che tutti i presenti possano suggerire un argomento all’agenda di discussione.

    5. messa in ordine di priorità dell’agenda di discussione. Il facilitatore chiede chi vuole discutere la proposta n° 1, i favorevoli alzano la mano e lui li conta e segna il numero nel foglio a fianco della proposta. Tutti possono votare quante volte vogliono anche per tutte, se lo desiderano. A fianco di ogni proposta il facilitatore ha il numero di voti.

    6. Il facilitatore da la parola al partecipante la cui proposta è stata la più votata. Il tempo deve essere stabilito in anticipo e poi deve essere uguale per tutti. Esempio 3 minuti per spiegare la proposta e 1 minuto per ogni intervento successivo di chiunque voglia parlare. Se si è in pochi i tempi si possono allungare, se si è in tanti meglio tenere 1 minuto per tutti. Tutti possono intervenire sulla proposta, alzando la mano. Il facilitatore da la parola, dando priorità a chi non interviene mai, e tenendo un po’ a freno chi invece vorrebbe parlare sempre. Non c’è un numero max di interventi. Il facilitatore dopo un po’ che si discute, e dopo che tutti gli aspetti sono stati esaminati e qualcuno comincia a ripetersi, tenta una sintesi. Se sente che trova l’accordo di tanti, propone il voto. La proposta passa se la maggioranza dei presenti vota a favore. Ognuno vale uno e nessuno ha la delega di altri. Il facilitatore deve fare il possibile per non cercare di imporre la propria visione sull’argomento, ma deve recepire l’opinione più comune. Importante trovare sempre chi deve portare avanti quanto deciso e come e con quali tempi. Ogni discussione deve essere produttiva, per quanto possibile, ed ottenere una percorso da seguire per raggiungere uno scopo.

    7. Esaurito il primo argomento si continua con i successivi, fino al termine del tempo stabilito assieme, nel nostro esempio le 23.00. Non ci deve essere obbligo di trattare tutti gli argomenti emersi all’inizio dell’incontro. In una serata possono essere trattati anche pochi argomenti, ma ogni argomento deve essere trattato in modo che tutti ritengano essere completo ed esaustivo. Le proposte non discusse possono essere ripresentate la volta successiva, se qualcuno ritiene opportuno ripresentarle, oppure lasciate indiscusse. Comunque la volta successiva si inizia l’intero processo dall’inizio da zero, perchè solo chi è presente può proporre, discutere e decidere.

    Postato in democrazia diretta, partecipazione

    3 nuove proposte di legge di iniziativa popolare da firmare: finanziamento pubblico ai partiti – tetto max pensioni e reddito min garantito – termini per discussione leggi iniziativa popolare

    13 Giugno 2013 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    gruppontrp

    sono in atto le raccolte delle firme per tre nuove interessanti e condivisibili leggi di iniziativa popolare. Ognuno di noi può firmarle nel proprio comune. E se non ci sono i moduli, attivarsi per depositarli. È uno strumento di democrazia diretta che è previsto dalla Costituzione, usiamolo.

    Questo il comunicato ufficiale del gruppo promotore

    Il gruppo “Nun Te Regghe Piu’ ” ha già iniziato una nuova raccolta firme che riguarda ben tre proposte di Legge di iniziativa popolare .
    Il gruppo, assolutamente apartitico, è nato sul social network Facebook il 3 luglio 2011 ed è composto da normali cittadini che credono nella democrazia diretta.
    Nun Te Regghe Piu’ si è già adoperato per una prima raccolta firme che è terminata nel marzo 2012 , raggiungendo ben 120mila firme , e ora la proposta è un Atto della Camera dei Deputati con il n°5105, che in data 6 settembre 2012 ha iniziato il suo iter di discussione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.
    www.camera.it/126?idDocumento=5105
    La nuova legislatura ha attribuito alla legge il numero C.11
    Le nuove proposte sono state depositate in data 7 novembre 2012 presso la Corte Suprema di Cassazione e in data 8 novembre pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale :

    1. “Abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e ai comitati promotori del referendum”.
    2. “Istituzione del tetto massimo per le pensioni e introduzione del reddito minimo garantito”.
    3. “Termini per la discussione delle proposte di legge di iniziativa popolare”.

    qui si possono leggere i testi integrali delle proposte :
    www.gruppontrp.it/blog/2012/10/07/una-nuova-triplice-sfida-per-nun-te-regghe-piu/

    E’ GIA’ POSSIBILE FIRMARE IN MOLTI COMUNI ITALIANI

    Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web www.gruppontrp.it/index.html, sul blog www.gruppontrp.it/blog/, e sulla bacheca del gruppo Facebook “Nun te regghe più”https://www.facebook.com/groups/nunteregghepiu/

    ABBIAMO BISOGNO DELLA FIRMA DI TUTTI GLI ITALIANI. E’ UN NOSTRO DIRITTO, ESERCITIAMOLO CON CONSAPEVOLEZZA.

    Postato in democrazia diretta

    Graticola Day per scegliere il candidato pres. provincia M5S del trentino: giovedì 13 giugno 2013

    12 Giugno 2013 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    graticoladay

    giovedì 13 giugno 2013 gli organizzatori mi hanno chiesto di essere il facilitatore della serata Graticola Day, dedicata alla conoscenza e selezione del candidato Presidente alle elezioni provinciali trentine di questo autunno.

    L’evento si svolgerà all’hotel Adige di Mattarello. Questi alcuni dettagli dell’evento (modalità e tempi sono stati decisi dagli organizzatori).

    • sala diamante
    • posti previsti 70 +all’occorrenza altre 20 sedie
    • WiFi con access point al tavolo con cui verrà realizzato la diretta streaming
    • presenza di videoproiettore per proiezione di timer
    • ci saranno probabilmente 5 candidati
    • nella stessa sala, ci sarà trentino tv
    • inizio serata previsto per le 2030
    • presentazione dei candidati 5 minuti ognuno
    • domande da 1 minuto
    • risposte da 2 minuti ognuno

    Qui la pagina del meetup con tutte le informazioni:

    http://www.meetup.com/meetup-tn/events/123852472/

    Postato in democrazia diretta

    La provincia di Bolzano ha messo quorum ZERO nei referendum provinciali, e si possono firmare le proposte per via elettronica, ma…

    11 Giugno 2013 // 2 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    bozen

    la provincia di Bolzano è la prima provincia italiana ad aver introdotto il quorum zero nei referendum provinciali il 6-6-2013. Questo è molto importante perché Bolzano, (Sud Tirol – Alto Adige) è una provincia autonoma, quindi ha poteri molto più forti e vasti delle altre provincie italiane. I suoi atti sono chiamati infatti leggi provinciali. Ed ha un bilancio economico molto significativo. E’ in realtà un ente più forte e ricco ed autonomo di molte regioni italiane. Inoltre tutti i comuni che vi fanno parte ora non potranno più trovare giustificazioni per mantenere il quorum. E quindi ai 10 comuni del Sud Tirol che già oggi hanno quorum zero o al 10%, ben presto se ne aggiungeranno centinaia di nuovi. Diventerà una piccola isola di democrazia in Italia.

    Ma non tutto è oro quello che luccica. Quest’ultimo atto della SVP, realizzato a pochi mesi delle elezioni di ottobre 2013, grazie alla pressione costante della Iniziativa Più Democrazia di Bolzano negli ultimi 18 (DICIOTTO) anni, in realtà non è la migliore delle leggi possibili sulla democrazia diretta, ma nasconde insidie significative. Ecco quanto scrive l’amico Thomas Benedikter.

    La nuova legge provinciale sulla partecipazione referendaria dei cittadini

    È caduto il quorum, ma non la diffidenza della SVP nei cittadini

    La nostra provincia ora è la prima realtà territoriale in Italia che si è congedata dal quorum di partecipazione nei referendum. Ciò che sembrava essere regola ferrea, imposta dalla Costituzione, ciò che ha fatto strage fra tante votazioni referendarie a tutti i livelli, è superato. Bisogna darne atto alla SVP che hanno capito che questo meccanismo nefasto mortifica il buon funzionamento della democrazia diretta. Pure occorre riconoscere un’altra innovazione interessante. In base alla nuova legge si potrà firmare le proposte popolari per via elettronica. Ciò non esiste da nessuna parte in Italia, solo per l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE), ma questa in fondo è solo una petizione di massa, che non porta ad un referendum.

    Benché ci fossero altri elementi positivi, in generale la SVP con questa legge non è riuscita a fare uno strappo nel suo atteggiamento di diffidenza nei confronti dei cittadini quando osano avviare iniziative autogestite. La democrazia diretta classica si basa su due strumenti principali il referendum propositivo con cui i cittadini possono proporre una loro soluzione al resto dell’elettorato, e il referendum confermativo per porre un veto contro atti voluti dalla Giunta o dal Consiglio che non sembrano accettabili dalla popolazione. La SVP ha peggiorato la praticabilità del primo, e ha semplicemente ignorato il secondo, cioè il referendum confermativo. Quest’ultimo, però, nei sistemi di democrazia diretta più evoluti, è quello più utilizzato dai cittadini che molto più spesso se ne avvalgono con successo. Forse è la paura della SVP che i cittadini possano bloccare con il loro buonsenso la libera gestione del potere da parte della maggioranza SVP, forse è questa strana diffidenza nei confronti dei cittadini e del mondo associazionista non controllato ad aver impedito alla SVP una scelta più coraggiosa e coerente con il suo nome (S-Volks-P).

    Nel secondo strumento la SVP ha ripreso un modello di iniziativa popolare esistente in Baviera e altri Länder tedeschi che ha un “pregio”: introducendo due passaggi il referendum propositivo si trasforma in una corsa ad ostacoli estenuante, macchinosa. Una trattativa lunga con il Consiglio provinciale in cui ogni proposta affronterà un muro di gomma o sarà stravolta, ricotta e girata per poter poi essere presentata come meravigliosa soluzione di compromesso per evitare il referendum. Già arrivarci è comunque improbabile per la maggior parte delle istanze legittime. Raccogliere prima 8.000 firme solo per il diritto di poter dialogare con il Consiglio, poi ancora 26.000 firme per poter indire una votazione referendaria in soli due mesi (sommando sono 34.000 firme, quasi il 10% degli aventi diritto al voto) equivale ad una tattica di logoramento per scoraggiare i movimenti civici, non per promuovere la partecipazione.

    Non parliamo di altre trappole disseminate nel testo della nuova legge, che rendono il bicchiere neanche mezzo pieno. Riaffermiamo che contro questa legge non c’è altro rimedio che il referendum abrogativo offerto dallo Statuto di autonomia. Sarà promosso sia dall’Iniziativa per più democrazia, sia dai partiti di opposizione. Almeno la SVP ha avuto il coraggio di uscier allo scoperto con questa legge prima della scadenza della legislatura, mantenendo una promessa, e quindi di misurarsi con tutto l’elettorato nel gennaio/febbraio prossimo. Nel dibattito finale al Consiglio la SVP stessa non l’ha presentata come grande conquista, ma come un compromesso: ma da quando i cittadini dovrebbero fare compromessi con i loro rappresentanti: sono avversari, sono nemici?

    Thomas Benedikter

    Questo il comunicato stampa inviato dall’associazione Iniziativa Più Democrazia di Bolzano

    Ora via al referendum contro la legge SVP che rende impraticabile la partecipazione:
    è l’ultimo passo verso un buon regolamento della democrazia diretta!


    L’Iniziativa per più democrazia rileva con stupore che il gruppo consiliare della SVP ha varato ora, nel ultimo scorcio della legislatura e con i soli propri voti, la propria legge sulla democrazia diretta. Questo è veramente inaccettabile! Qui infatti non abbiamo a che fare con una qualsiasi legge, ma con una legge che stabilisce le norme che regolano l’altrà metà della democrazia, quella diretta: una tale legge richiederebbe un consenso allargato e non dovrebbe esprimere l’idea di un solo partito. Il vertice della SVP da molto tempo sa benissimo che a questa sua proposta non manca solo ogni consenso all’interno del Consiglio ma anche di quella parte della società civile che negli anni passati ha approfondito la materia. Non si capisce inoltre perché l’attuale gruppo consiliare SVP abbia voluto impegnare con tale legge, da difendere nel referendum, la nuova formazione che uscirà dalle elezioni, ben sapendo che, con l’uscita di scena di Luis Durnwalder, si aprirebbero nuove prospettive per affrontare la materia.

    L’Iniziativa per più democrazia non nasconde la sua soddisfazione per il fatto che la propria contrarietà al disegno di legge SVP possa aver contribuito alla chiusura totale verso la legge stessa non solo di tutta l’opposizione in Consiglio ma anche del partner di coalizione della SVP. L’Iniziativa considera un atteggiamento ipocrita e di basso profilo la svalutazione che alcuni esponenti del gruppo consiliare SVP hanno fatto sul mancato consenso alla legge da parte di tutti gli altri partiti, giudicato non di contenuto ma già parte della campagna elettorale. In realtà la valutazione dei partiti di opposizione coincide con quella dell’Iniziativa per più democrazia che, in quanto organizzazione di volontariato apartitica, non ha alcun scopo elettorale: essa esprime il suo giudizio negativo basandosi su conoscenze ed esperienze acquisite attraverso la trattazione di tale materia da quasi due decenni! Gli attivisti e sostenitori dell’Iniziativa con il proprio impegno non hanno altro da guadagnare che la certezza di impegnarsi a favore di una politica più sensata e ragionevole e non hanno da “perdere” altro che il loro tempo che si vedono costretti di dover impegnare in questi anni per contrastare l’atteggiamento tanto ostile quanto ottuso e chiuso dell’SVP.

    Contro questa legge ora non rimane che promuovere il referendum: questo referendum è un’opportunità data ai cittadini dallo Statuto di Autonomia solo in riferimento alle leggi fondamentali con le quali vengono stabilite le regole della democrazia.
    Il voto referendario si svolgerà probabilmente in gennaio del 2014. In questo caso non è previsto un quorum di partecipazione e decideranno coloro che si recheranno alle urne.
    Sarà un’ulteriore esperienza importante per i cittadini della nostra provincia poter decidere per la prima volta in assoluta sull’entrata in vigore o meno di una legge varata dal Consiglio. L’Iniziativa da anni si batte affinché ai cittadini sia data tale possibilità, non solo in casi d’eccezione come questo, ma ogni qualvolta essi lo ritengano necessario e quindi di fronte ad una qualsiasi legge varata dal Consiglio o ad una delibera della Giunta con valenza provinciale. Sotto la pressione di un possibile referendum l’attività legislativa sarebbe costretta a tenere maggiormente in considerazione le aspettative dei cittadini e risulterebbe qualitativamente migliore. Ma è proprio questo diritto di controllo diretto che la dirigenza della SVP, con la sua legge, preclude ai cittadini!
    Se nel referendum i cittadini respingeranno questa legge nella prossima legislatura l’SVP sarà costretta ad accettare finalmente una regolamentazione della materia che sia veramente praticabile e condivisa. A tale scopo in aprile 2014 l’Iniziativa ripresenterà al voto la propria proposta di legge sulla democrazia diretta, frutto di uno studio approfondito e di un ampio dibattito all’interno della società civile.


    Qui il link della provincia di Bolzano sulla Legge Partecipazione Civica in Alto Adige, approvata il 06-06-13
    http://www.landtag-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=427707

    Qui sotto l’ultimo testo disponibile della legge, quello approvato. La data di inizio discussione è agosto 2011. Due anni dopo, 4 mesi prima delle votazioni provinciali è stata approvata. Qui il testo in pdf.

    legge partecipazione civica in alto adige

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    PROPOSTE PER RAFFORZARE LA DEMOCRAZIA DIRETTA E IL M5S

    // 4 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    idee democrazia diretta

    oggi ho inserito questo commento nel blog di Beppe Grillo “Il Problema è Beppe Grillo” dove si sollecitava un dibattito sul m5s.

    Per me il m5s è una opportunità storica per far introdurre strumenti di democrazia diretta efficaci all’interno delle istituzioni per cui ho fatto queste proposte, spero, costruttive.

    PROPOSTE PER RAFFORZARE IL M5S

    1. MAGGIORE COINVOLGIMENTO DAL BASSO:

    permettI ai cittadini di proporre, discutere e votare idee da portare in parlamento. Sull’esempio delle Quirinarie.

    Puoi iniziare con i metodi già usati dal blog:

    Crei due campi da riempire:

    a – titolo proposta

    b – descrizione proposta (es 500 caratteri)

    Dai la possibilità di partecipare a tre gruppi di persone:

    1. a chi si è certificato prima del 31-12-12

    2. a chi si è certificato dopo il 31-12-12

    3. a tutti coloro che accedono al sito.

    Con il primo turno raccogli le proposte.

    Con il secondo turno le fai votare per metterle in ordine di priorità.

    Con il terzo ed ultimo turno fai votare le prime 10 o 20 idee con il metodo Schulze che è descritto qui:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_Schulze

    Dopo tre turni di votazioni hai:

    1. cosa desiderano gli iscritti più vecchi
    2. cosa desiderano i nuovi iscritti
    3. cosa vogliono i normali utenti del sito, non iscritti.

    La proposta più votata dalle tre categorie, viene portata in parlamento dagli eletti.

    Ripeti 1 volta al mese o più se il metodo viene apprezzato.

    2. MAGGIORE COINVOLGIMENTO DALL’ALTO:

    tutte le proposte dei parlamentari m5s vengono messe nel blog per una settimana per essere discusse dagli utenti. Dopo di che vengono rielaborate dai proponenti tenendo conto dei suggerimenti e critiche e portate in parlamento.

    3. MAGGIORE UTILIZZO DEGLI STRUMENTI DI DEMOCRAZIA ESISTENTI:

    Utilizzare il referendum abrogativo su temi selezionati con il metodo descritto sopra. Ora il m5s è ben strutturato e la raccolta firme sarà più veloce del VDay2.

    4. MIGLIORE COMUNICAZIONE DEL LAVORO FATTO DAGLI ELETTI:

    per seguire le regioni e i comuni e il senato e la camera dei deputati bisogna navigare in centinaia di siti. Serve un blog unico dei rappresentanti (tutti gli eletti a tutti i livelli) dove possano raccontare quello che fanno. Crei le categorie comuni, regioni, camera e senato e tra un po’ europa. In un unico spazio condiviso da tutti.

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    Lettere dei cittadini roveretani al Vice Pres. Cons. Com. Airoldi per l’abbinamento dei referendum comunali alle votazioni nazionali

    10 Giugno 2013 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    ecco le prime lettere dei cittadini roveretani che rispondendo a questo appello hanno scritto al Cons. Mario Airoldi, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Rovereto ed attuale incaricato dalla Giunta delle modifiche da attuare per migliorare gli strumenti referendari a Rovereto.

    cittadini che volano alto

    Buongiorno sig. Airoldi,

    sapendo che Lei è in procinto di farsi portavoce in Comune su questo argomento, Le scrivo come cittadina roveretana a sostegno della richiesta di accorpare le votazioni dei referendum comunali con quelle nazionali ed europee per favorire la maggiora affluenza alle urne e aiutare lo Stato a risparmiare e ad ottimizzare le risorse economiche.

    In attesa di sapere come il Comune intende procedere rispetto questa richiesta, Le porgo distinti saluti.

    Monica Gasperini

    Gentile Sig. Airoldi,

    le scrivo la presente per comunicarle che desidererei che le votazioni dei referendum comunali fossero abbinate a quelle nazionali ed europee.

    La saluto cordialmente,

    Roberto Cosentino


    “Desidero che le votazioni dei referendum comunali siano abbinate a quelle nazionali ed europee”

    Cordialmente.

    Lorenzo Leoni

    Desidero che le votazioni dei referendum comunali siano abbinate a quelle nazionali ed europee

    Paolo Iezzi


    “Desidero che le votazioni dei referendum comunali siano abbinate a quelle nazionali ed europee”

    Significherebbe rispetto per i cittadini, diminuzione degli sprechi, maggiore democrazia, e mai come ora buon senso e possibilità di riavvicinamento deicittadini a questa assurda politica ( tutti i patiti e non partiti compresi) che mal ci rappresenta.

    Grazie

    Mario Liberali Rovereto

    Postato in democrazia diretta, rovereto

    Martedì 11 giugno 2013 è una data importante per Rovereto, per la democrazia e per i cittadini

    7 Giugno 2013 // 2 Commenti »

    di Paolo Michelotto

    fate cortesemente girare questa lettera.

    democrazia

    democrazia

    Martedì 11 giugno 2013 il Vice Presidente del Consiglio Comunale di Rovereto, Mario Airoldi, si incontrerà con il Segretario Comunale per verificare se e come presentare la modifica al Regolamento per l’esercizio dei diritti di informazione e di partecipazione, (il regolamento dei referendum) per permettere di abbinare la votazione dei referendum comunali di Rovereto alle votazioni nazionali ed europee.

    Questo, che sembra un piccolo cambiamento burocratico, potrebbe invece permettere ai cittadini di Rovereto di avere finalmente voce nelle scelte della propria città. Visto che i nostri amministratori non vogliono togliere il quorum, l’unico modo realistico perchè lo strumento referendario funzioni nella città di Rovereto, è di abbinare la sua votazione ad un’altra votazione nazionale od europea che abbia una normale affluenza. È possibile farlo, nessuna legge lo vieta, è solo una scelta politica e di buon senso. Altri in Italia lo hanno già fatto: Milano e Gorizia nel giugno 2011 hanno votato referendum comunali nella stessa giornata del referendum nazionale.

    Ma ecco un riassunto degli eventi per permettere a tutti di capire.

    Nell’estate del 2012 vengono raccolte le firme per l’atto amministrativo di iniziativa popolare, “Più Democrazia a Rovereto” (Qui si trova l’intera proposta con la descrizione) per opera di tre promotori Paolo Fabris, Ruggero Pozzer ed io. In esso c’è la richiesta di togliere il quorum dai referendum comunali, di abbinare i referendum comunali alle votazioni nazionali e di rendere vincolante l’esito del referendum propositivo e altri punti minori.

    Il 15 gennaio 2013 il Consiglio comunale di Rovereto discute una intera serata la proposta e poi la boccia a grande maggioranza. Il quorum tolto a Villalagarina nel 2009 e a Vicenza nel gennaio 2013, a Rovereto deve restare. Ma in quel momento, la Giunta ed il Sindaco, fanno la promessa di fare propri alcuni punti, come l’abbinamento dei referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee.

    Passano i mesi.

    Il 2 maggio 2013 ho chiesto aggiornamenti alla Segreteria Comunale che mi ha riferito che la persona che si occupa di attuare la promessa fatta ai cittadini è il Vice Pres. Consiglio Com. Mario Airoldi.

    Gli ho scritto ottenendo la conferma che avrebbe affrontato la questione con il Segretario Comunale entro pochi giorni.

    A fine maggio gli ho telefonato e mi ha detto che l’incontro era stato fissato il 28 maggio.

    Il 7 giugno gli ho ritelefonato e mi ha detto che il 28 maggio il Consiglio Comunale era stato rinviato all’11 giugno e che in quest’ultima data avrebbe incontrato il Segretario Comunale.

    Ecco cosa gli avevo scritto il 2 maggio:

    “Gentile Cons. Mario Airoldi,

    la Segretaria del Sindaco dott.ssa Ferrari, a cui ho chiesto notizie su come procedesse la delibera per migliorare gli strumenti referendari a Rovereto, mi ha detto che ora Lei segue la questione.

    Come si ricorderà la proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare fu bocciata il 15 gennaio 2013 dal Consiglio Comunale. Ma fu fatta la promessa che l’amministrazione avrebbe fatto propri almeno alcuni punti della proposta. Tra i quali l’abbinamento dei referendum alle elezioni nazionali ed europee e il Sindaco Miorandi parlò anche di estendere gli argomenti su cui si poteva fare un referendum.

    La dott.ssa Ferrari mi ha accennato al fatto che volete fare una modifica dello Statuto e quindi raggruppare anche questi punti a quella data futura.

    MA, visto che sono possibili nuove elezioni nazionali anche prima della scadenza naturale del 2018 e che nel 2014 ci sono le elezioni Europee, Le chiedo se non è possibile modificare rapidamente, prima quindi della più lenta riforma dello Statuto, almeno due punti del “Regolamento per i diritti di informazione e partecipazione dei cittadini”. L’abbinamento dei referendum comunali alle elezioni nazionali e europee e l’invio dell’opuscolo informativo.

    Per fare questa modifica non occorre una maggioranza qualificata e visto che la maggioranza che governa Rovereto era già d’accordo il 15 gennaio 2013, i tempi sarebbero rapidissimi.

    L’abbinamento dei referendum comunali alle elezioni nazionali ha vari vantaggi:

    1. aumenta la partecipazione ai referendum

    2. diminuisce il costo dei referendum dei 2/3 (questo ci era stato confermato dall’ufficio elettorale di Rovereto nel 2009) perchè alcuni costi sono sostenuti da chi organizza le elezioni nazionali ed europee

    3. diminuisce la fatica degli elettori, che invece che recarsi a votare in due occasioni diverse, concentrano il loro impegno in un’unica mezzo’ora.

    Le riporto qui i punti della nostra proposta che potrebbero essere inseriti subito nel Regolamento. Il punto B è quello riguardante l’abbinamento, il punto D è quello relativo all’opuscolo informativo il punto E chiede che il referendum propositivo venga attuato entro 60 giorni e gli altri punti sono correzioni minori che avevamo visto con il Segretario Comunale.

    Modificare il Regolamento per i diritti di informazione e partecipazione dei cittadini, approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 16 di data 23 marzo 2010, nelle seguenti parti

    b) all’articolo 22, sostituire il comma 2. con il seguente testo: “Le consultazioni referendarie vengono effettuate in una unica tornata annua, riunite in una unica giornata, di domenica, non in coincidenza con altre operazioni di voto a livello comunale e provinciale. La tornata referendaria deve coincidere con le eventuali altre operazioni di voto a rilevanza nazionale ed europea. In questi casi le operazioni di voto si svolgeranno con la stessa durata.

    c) al titolo dell’articolo 35 togliere le parole “ a mezzo manifesti”

    d) all’articolo 35, comma 8 aggiungere il seguente nuovo testo : “Nel periodo di cui al comma 1 deve essere

    diffuso, a cura e spese dell’Amministrazione comunale, un opuscolo informativo, inviato a ciascuna famiglia, nel quale, assegnando il medesimo spazio di almeno una pagina, vengano rappresentate le ragioni insindacabili dei favorevoli e dei contrari, a condizione che i contenuti non contrastino con norme penali”

    e) all’articolo 39 dopo il comma 1 aggiungere il comma 1 bis. Con il seguente testo: “In caso di referendum propositivo con esito positivo, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione.”

    f) all’articolo 39 al comma 2 togliere le parole “o propositivo” all’articolo 39 al comma 3 aggiungere la parola “consultiva”dopo “consultazione referendaria”

    g) all’articolo 39 al comma 4 aggiungere la parola “consultiva”dopo “consultazione referendaria”

    Ed ora un appello ai cittadini roveretani che ritengono che sia giusto avere più voce nelle scelte pubbliche.

    Possiamo con garbo e cortesia ricordare al Vice Pres. Consiglio Comunale di Rovereto, Mario Airoldi che desideriamo che i referendum comunali vengano votati assieme alle votazioni nazionali ed europee. È una scelta logica, di buon senso, che fa risparmiare la città e che aumenta l’affluenza al voto.

    Mandiamo prima di martedì 11 giugno 2013 una email al suo indirizzo istituzionale e in copia al mio indirizzo. Io pubblicherò tutte le email inviate sul blog www.cittadinirovereto.it

    Scriviamo le nostre motivazioni o anche semplicemente la frase:

    “Desidero che le votazioni dei referendum comunali siano abbinate a quelle nazionali ed europee”

    Questi sono i due indirizzi a cui inviare l’email:

    airoldimario@comune.rovereto.tn.it

    paolorove@gmail.com

    Un piccolo atto, democratico e poco faticoso, per cercare di ottenere strumenti democratici che diano più voce a tutti i cittadini.

    Postato in democrazia dal basso in Italia, democrazia dei cittadini, democrazia diretta, referendum, rovereto

    La democrazia diretta in Islanda si ferma a metà strada

    3 Giugno 2013 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    pubblico molto volentieri qui l’articolo di Thomas Benedikter sull’incontro sulla Democrazia in Islanda che si è tenuto a Bolzano alcuni giorni fa.

    islanda

    islanda

    Conferenza a Bolzano con la presidente del Consiglio costituzionale

    La democrazia diretta in Islanda si ferma a metà strada

    Due eventi marcano gli ultimi sviluppi della democrazia islandese: il 28 marzo, nella sua ultima seduta, l’Allthingi, il Parlamento uscente, approva una nuova procedura per modificare la Costituzione. In futuro, se il paese intende emendare la sua carta costituzionale avrà la scelta fra il modo tradizionale (maggioranza semplice del parlamento, poi elezioni, e conferma o meno della modifica da parte del nuovo parlamento) oppure un nuovo iter: una modifica della Costituzione potrà entrare in vigore se approvato dalla maggioranza di due terzi dell’Allthingi e successivamente approvato dal 40% degli elettori in un referendum. Senza dubbi questa regola renderà molto difficile ogni riforma alla Costituzione. Un metodo piuttosto lontano da quello svizzero, in cui la maggioranza dei votanti e del Consiglio dei Cantoni basta per modificare la Costituzione, naturalmente senza quorum.

    Un secondo contraccolpo arriva il 27 aprile 2013. Alle elezioni del parlamento gli islandesi assegnano il 51% dei voti al partito di centro-destra (Partito dell’Indipendenza) e al Partito progressista (liberali), entrambi veri responsabili della politica neoliberista che aveva portato alla crisi finanziaria del 2008 nonché avversari del processo costituzionale partecipativo “crowd sourcing”, ammirato da movimenti per più democrazia europei. Sembra un risultato in contraddizione stridente con il referendum del 20-10-2012 in cui gli islandesi, con una maggioranza dei due terzi approvarono la Costituzione uscita dal Consiglio costituzionale eletto dal popolo. “In Islanda non è solo questo processo costituzionale a preoccupare la gente,” afferma Sölver Nordal, presidente del Consiglio costituzionale, in collegamento diretto in una conferenza sull’ “Islanda coraggiosa” a Bolzano il 31 maggio, organizzato dalla Fondazione per il coraggio civile e l’Iniziativa più democrazia, “pesano tanti altri fattori come la politica fiscale del governo rosso-verde, l’imminente domanda di adesione alla UE che tanti non vogliono. Cosí le vecchie cordate politiche hanno riguadagnato terreno.”

    Ad un tratto la politica di questo piccolo popolo nordico appare molto più complesso e la sua scelta di cambiare pagina dandosi un sistema politico con forti diritti di controllo e iniziativa dei cittadini appare un mito quasi sfatato. Tanti giornalisti, ATTAC e movimenti per più democrazia furono entusiasti della “rivoluzione partecipativa” dell’Islanda, ma visto da vicino, il processo di democratizzazione è più lento e contraddittorio, afferma lo specialista Beat Kissling, il relatore della conferenza di Bolzano. In due referendum gli islandesi avevano respinto gli accordi del loro Governo per ripagare i debiti alle banche creditori in Gran Bretagna e Olanda. Poi nel 2011 avevano innescato un percorso molto innovativo per rifare la propria Costituzione. Dal giro di 522 candidati 25 furono eletti a comporre un Consiglio costituzionale, presieduto dalla signora Nordal, che con intenso coinvolgimento dei cittadini in soli 4 mesi elaborò una nuova Costituzione con un rafforzamento dei poteri dei cittadini.

    Salvör Nordal

    Salvör Nordal

    Se questa nuova Costituzione, come afferma Sölver Nordal, poteva apparire molto “inclusiva” e “partecipativa”, a ben vedere non raggiunge uno standard esemplare a livello internazionale per quanto riguarda i diritti referendari. L’Islanda ha introdotto il referendum confermativo (art. 65) contro norme approvate dal Parlamento e il referendum propositivo (art.66). Il Parlamento in questo caso ha il diritto di presentare una controproposta alla votazione referendaria. Ma non solo il numero di firme è molto alto (10% degli aventi diritto al voto), ma spetta al Parlamento stesso decidere se il voto popolare sia vincolante o meno. Poi, stranamente, gli islandesi non si sono dati il diritto al referendum costituzionale, lasciando al Parlamento l’ultima parola sulla nuova Costituzione e sui futuri emendamenti. Una mancanza di coerenza?

    Infatti, l’Islanda nel 2009 ha costretto la vecchia maggioranza conservatore-liberale e lasciare il governo, sostituendolo con un governo dei socialdemocratici insieme ai verdi. Dopo la “kitchenware-revolution” del 2009 nel 2010 e nel 2011 fu questo governo a chiamare alla riforma partecipativa della Costituzione (crowd-sourcing-reform), mentre fu il Presidente ad indire due referendum confermativi sui progetti governativi per l’ICESAVE, il salvataggio delle banche e il risanamento del debito pubblico. Proprio questi due partiti sono stati puniti nell’aprile del 2013, riportando alla carica i conservatori e liberali. Ora l’Islanda neanche sa se il nuovo Parlamento approverà la Costituzione voluta dal popolo nel referendum del 20 ottobre 2012, perché quel voto non fu vincolante e definitivo. Non a caso un noto politico a Reykjavik affermò: “Talvolta tanti europei ci considerano un paese molto più democratico di quanto riusciamo ad essere in realtà.”

    Thomas Benedikter

    Postato in bolzano, democrazia diretta, europa