di Paolo Michelotto
niente da fare. I nostri amministratori non sono stati capaci di farci un bel regalo di Natale togliendo il quorum dai referendum comunali.
La serata infatti è stata dedicata quasi completamente alla discussione sulla votazione del Presidente del Consiglio. E non era una scusa per rinviare, erano veramente accalorati e impegnati in questa discussione.
Dopo le 23, quando ormai era impossibile cominciare la discussione (tra l’altro le minoranze erano uscite dall’aula in segno di protesta per la votazione precedente), la nuovamente riconfermata Presidente del Consiglio Comunale di Rovereto Avv. Barbara Lorenzi, mi ha raggiunto fuori dall’aula per dirmi che avrebbe chiesto la discussione della iniziativa quorum zero nella prima riunione di gennaio. E che dovrebbe essere il primo punto in discussione. Quindi l’8 o il 9 gennaio 2013.
Ha detto che mi verrà comunicata la decisione. Appena riceverò il testo lo inserirò su questo blog.
di Paolo Michelotto
Qui il link per vedere la webcam del consiglio comunale di Rovereto in diretta dalle 19 in poi:
http://www.comune.rovereto.tn.it/webtv_live.jsp?ID_LINK=1501&area=139&area=96&id_context=8065
trascrivo qui l’email appena ricevuta dal Pres. Consiglio Comunale Avv. Barbara Lorenzi:
Egregio signor Paolo Michelotto
p.c.
Ai Capigruppo consiliari
In relazione ai lavori del Consiglio comunale programmato per questa sera, sono a comunicare quanto segue.
L’ordine dei lavori sarà quello indicato nell’ordine del giorno, senza alcuna inversione, stante la necessità di procedere urgentemente alla discussione della delibera proposta dalla giunta relativa alla convenzione con la comunità di valle attinente al dirigente unico.
I lavori del consiglio si svolgeranno quindi secondo la seguente scaletta: elezione del presidente del consiglio, elezione del vicepresidente del consiglio, delibera sulla convenzione con la comunità di valle, delibera sul quorum zero.
Cordiali saluti
La Presidente del Consiglio comunale
Barbara Lorenzi
Edit delle ore 24.00 la discussione non ha affrontato la delibera sul quorum zero, che però sarà discussa al primo consiglio comunale probabilmente l’8 o il 9 gennaio 2013. Così mi è stato detto dal Presidente del Consiglio Comunale. E questa volta dovrebbe essere il primo argomento in discussione.
di Paolo Michelotto
ho ricevuto la comunicazione ufficiale della convocazione del Consiglio Comunale, che si può leggere qui sopra.
Mercoledì 19 Dicembre 2012 dalle ore 19 in poi il Consiglio Comunale di Rovereto discuterà della Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia (essendo l’11^ proposta mi hanno detto che non sarà discussa nella prima giornata il martedì, ma la seconda, il mercoledì 19 dicembre).
È una proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare richiesto da 220 cittadini questa estate. I punti fondamentali della proposta sono:
1. quorum zero nei referendum comunali
2. invio dell’opuscolo informativo a tutte le famiglie come in Svizzera
3. abbinamento dei referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee
4. rendere vincolante referendum propositivo
5. numero di firme dal 5% al 2% (come nel 2009)
Qui si trova l’intera proposta con la descrizione.
Mercoledì 19 dicembre 2012 avrò 20 minuti di tempo per illustrare i contenuti della proposta ai consiglieri.
Lo farò con una proiezione di slide e alcuni minuti di video di sindaci italiani che hanno tolto il quorum nel loro comune (ce ne sono già 10 in Italia, tra cui Villa Lagarina).
È un momento importante per la democrazia e per i cittadini di Rovereto. Presentammo una iniziativa sullo stesso argomento nel 2008, ma non venne mai discussa. Organizzammo un referendum nel 2009 per togliere il quorum e l’82% dei cittadini votanti si espresse a favore dell’abolizione.
Mercoledì 19 dicembre 2012 dalle 19 in poi nella sala del Consiglio Comunale in Piazza Potestà, si discuterà di nuovo di questa proposta in Consiglio Comunale. Tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia e la possibilità di avere strumenti per far sentire concretamente la propria voce nelle scelte per la città, sono invitati a partecipare, la seduta è pubblica.
Questo è il testo che ho inviato a tutti i Consiglieri Comunali, che illustra alcune motivazioni per togliere il quorum.
ragioni per quorum zero 14-12-12
Questa è la presentazione delle slide già usata il 5 dicembre e su cui mi baserò mercoledì 19 dicembre:
di Paolo Michelotto
ecco il video, spezzato in 3 parti di 10 minuti ciascuna con la presentazione con cui cercavo di spiegare cos’è il quorum e perchè è necessario toglierlo.
Mercoledì 19 dicembre si discuterà di questo tema in Consiglio Comunale a Rovereto, farò un intervento di 20 minuti, diverso da questo e con qualche sorpresa. La seduta è pubblica e tutti i cittadini sono invitati.
Togliere il quorum 1
Togliere il quorum 2
Togliere il quorum 3
di Paolo Michelotto
ripubblico qui le considerazioni dell’amico Matteo Rigotti rispetto alla votazione avvenuta nel Consiglio Comunale di Trento il 5-12-12. Hanno abbassato il quorum dei referendum comunali al 30% e aumentato le firme al 5%.
Hanno come al solito preso in giro i cittadini facendo anche bella figura di quelli che vengono incontro alle loro istanze. Avere il 30% o il 50% è esattamente identico. Visto che la media dei votanti in un paese evoluto come la Svizzera nei referendum senza quorum è del 42% (ed è ovvio perchè si vota su un solo argomento, mentre nelle votazioni comunali ci sono magari 200 candidati ognuno che promuove se stesso e centinaia di migliaia di euro spesi per le campagne per farsi eleggere), significa che solo un 12 % di cittadini propensi per il no, aggiunti ai normali astenuti, fanno invalidare il referendum. E quindi vince il No facile, come quando c’è il 50%. Questi rappresentanti sarebbero stati meno ipocriti se avessero lasciato il 50%
La cosa però estremamente positiva è che non pochi cittadini sono venuti a conoscenza di questa gabola. E un passo dopo l’altro essa dovrà essere tolta, perchè diventerà l’opinione maggioritaria. Proseguiamo. Il 18-19 Dicembre tocca al Consiglio Comunale di Rovereto discutere questa proposta!
E’ nato il “Porcellum Tridentinum”. Nella fredda notte del 5 dicembre dell’anno 2012, mentre la città di Trento sonnecchiava pensando ai mercatini di Natale, è stata approvata la delibera che rende praticamente irraggiungibile la possibilità di richiesta di referendum da parte di comuni cittadini.
I cittadini chiedono un’apertura verso gli strumenti di partecipazione, proponendo l’eliminazione del quorum dai referendum comunali, e il Consiglio abbassa il quorum di 20 punti percentuali aumentando del 125% le firme da raccogliere.
Questa delibera è stata definita da alcuni quotidiani locali, citando probabilmente le proverbiali parole di alcuni consiglieri, una delibera di “mediazione”. A casa nostra la mediazione tra 50% e 0 è 25% (e basta). Un quorum del 25% avrebbe dato al Comune la tanto cercata “quiete” mantenendo abbastanza garanzie (ma garanzie da cosa?…dalla partecipazione??) . No. Si è scelto di arrivare ad un quorum del 30% (inutile ripetere che è il concetto di quorum a dover essere eliminato), spacciandolo addirittura con un “venire incontro ai cittadini”, dicendo che però va bilanciato portando le firme da raccogliere per presentare richiesta di referendum al 5% degli elettori (non vi è comunque traccia di legge che vincoli il quorum al numero di sottoscrizioni da raccogliere).
Questo “innocuo” 5% citato blandamente dai quotidiani è in realtà un +125% rispetto alla situazione attuale! Si passerebbe dalle 2000 firme di oggi (il 2,3% degli elettori, cioè più del doppio dell’1% richiesto a livello nazionale), a circa 4500 firme. Detta così potrebbe anche non fare effetto…ma sì, magari le firme erano basse prima, è giusto alzarle adesso… in realtà le 2000 firme non sono poche, abbiamo già detto che sono più del doppio di quanto si richiede a livello nazionale, inoltre questo numero di firme ha portato a 2 soli quesiti referendari comunali in 15 anni.
C’è da dire altro. Queste 4500 firme sono da raccogliere in non più di 90 giorni.
Facendo finta che tutti i 90 giorni siano “disponibili” e che non sia necessario tenersi le ultime 2 settimane (almeno) per le operazioni di “certificazione” delle sottoscrizioni, significherebbe dover raccogliere almeno 50 firme al giorno, ogni singolo giorno possibile (praticamente quella che è stata la nostra media giornaliera durante le raccolte per “Quorum Zero”).
Considerato che è fisicamente impossibile essere presenti ogni giorno, raccogliendo le firme a giorni alterni bisognerebbe raccoglierne 100 al giorno. Vuol dire essere almeno 4-5 persone, volantinare e avere qualcuno che si occupa di recuperare man mano i certificati.
Facendo 3 banchetti alla settimana, forse ipotesi più probabile per dei normali cittadini e non dei “raccoglitori di firme”, si dovrebbero raccogliere almeno 125 firme ogni volta. Ovviamente il tutto ha un costo, ad esempio le occupazioni di suolo pubblico, marche da bollo, volantini, oltre al tempo da dedicare totalmente all’attività.
C’è altro. Durante la raccolta firme (di soli cittadini iscritti alle liste elettorali del Comune di Trento…non basta il primo che passa), sarà necessario avere al proprio fianco un consigliere comunale (sì …proprio uno di quelli che hanno votato questa delibera!). Infatti per legge le firme devono essere apposte in presenza di determinati soggetti. Potrebbe essere il Sindaco o il presidente della Regione (non scherziamo…), o anche un notaio (chiaramente non viene gratis), potrebbero essere dei “funzionari comunali” delegati dal Sindaco (ma alla nostra richiesta di avere l’elenco dei funzionari che potrebbero svolgere questa funzione è stato risposto che “non si ritiene opportuno fornire una lista del personale abilitato”), o i Consiglieri comunali (ad una nostra richiesta scritta di “aiuto istituzionale” ha risposto un consigliere su 50 e un assessore non ci ha restituito un modulo con le firme).
Supponiamo che un gruppo di cittadini riesca nell’impresa raccogliere le 4500 firme nelle modalità sopra indicate e riuscendo in tempo a certificare tutte le firme. Ora il quesito referendario dovrebbe diventare “patrimonio” della collettività e il Comune collaborare a informare i cittadini sull’opportunità di esprimersi in merito. Di fatto questo non accade e i cittadini dovranno tornare nuovamente in piazza per garantire almeno una minima informazione, nel silenzio delle istituzioni.
Superato anche questo frustrante momento si arriva al giorno del referendum che magari non supera il quorum. Ma noi siamo positivi…e facciamo finta che il neo-quorum del 30% sia superato. Magari non alla grande, ma ad esempio con una partecipazione del 34%. Il referendum è valido e il comitato stappa lo spumante. Ora il Comune ha un obbligo di “esprimersi” o “pronunciarsi” entro 3 mesi. Non c’è scritto come in alcuni Comuni (non svizzeri, ma italiani) che l’esito del referendum è vincolante per il Comune, che delibera o promulga la legge entro un tempo determinato. Volendo il signor Sindaco potrebbe raccontarci che visto che non vi è stata una poi così ampia partecipazione non ritiene opportuno deliberare quanto stabilito dal risultato referendario.
Riassumendo: scelto il quesito referendario schivando le materie non referendabili, ottenuta l’approvazione dei garanti, raccolto il numero sproporzionato di firme necessarie, superato il vincolo arbitrario stabilito dal Comune in un 30%… non è detto che tutto questo si concretizzi.
Questo in estrema sintesi è il “venire incontro ai cittadini” del Comune di Trento.
Questa è la stima nei confronti dei cittadini, che quando è il momento del voto vengono cercati casa per casa perché il loro voto è importante, quando invece potrebbero esprimersi magari su un inceneritore (l’incubo ricorrente del consigliere Merler) o su temi che li riguardano, non sarebbero in grado di farlo, oppure assumerebbero le sembianze di una sparuta “minoranza” che addirittura potrebbe sovvertire l’ordine costituito dai rappresentanti eletti.
Pubblicheremo a breve il video della seduta del Consiglio comunale in modo che ognuno possa farsi un’idea personale, e i voti dati alle due proposte, cioè la delibera “Quorum Zero a Trento” e l’ordine del giorno dei capigruppo.
Possiamo già dire che l’obiettivo propositivo di questa iniziativa è stato letteralmente annullato dalle direttive di partito, cioè il Consiglio comunale ha meramente ratificato quanto deciso dalla “conferenza dei capigruppo”, che a quanto pare è l’entità che di fatto prende le decisioni. La dignità dell’iniziativa popolare è stata lesa anche dai vari “giochini” tra partiti, come ad esempio alcuni consiglieri del Pdl che (dopo essersi dichiarati per il quorum zero e per la partecipazione popolare) hanno presentato un emendamento per portare le firme dal 5% “concordato” con il Pd al 4%, salvo poi votare favorevolmente o astenersi nei confronti della proposta popolare e poi votare favorevolmente anche per l’ordine del giorno dei capigruppo.
Prendiamo atto di questa “negoziazione” sulla pelle dei cittadini. Molto più onorevole sarebbe stato convocare un referendum consultivo e chiedere ai cittadini se preferivano una o l’altra ipotesi… visto che tutti si sono offerti come paladini della volontà popolare.
di Paolo Michelotto
ieri sera 5 dicembre 2012 la serata conoscitiva sulla proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare è stata molto interessante per vari motivi. La presenza di 9 consiglieri comunali su 40, del Sindaco Andrea Miorandi, del Presidente del Consiglio Comunale Barbara Lorenzi, di vari capigruppo del Consiglio e di cittadini interessati. All’inizio serata un’ottimo annuncio. La Conferenza dei Capigruppo ossia chi decide l’agenda di discussione del Consiglio Comunale, ha deciso di parlare della proposta di atto amministrativo di iniziativa popolare “Quorum Zero e Più Democrazia” all’interno del Consiglio Comunale il 18 e 19 dicembre 2012. (invito già da ora tutti i cittadini ad essere presenti!).
E a fine serata hanno annunciato l’intenzione di invitare uno dei primi firmatari ad esporre l’argomento (nei tempi e modi previsti dal Regolamento del Consiglio Comunale) all’interno del Consiglio all’inizio della discussione.
Ho iniziato ad illustrare la presentazione (qui sotto ci sono tutte le slide):
presentazione quorum zero 5-12-12
Poi mostrato l’intervista realizzata al Sindaco Alessio Manica (PD) di Villa Lagarina (TN) unico comune del trentino ad avere quorum zero.
Poi è seguita la discussione con intervento finale del Sindaco Andrea Miorandi, che si detto non contrario alla abolizione del quorum.
Prossimo appuntamento il 18 e 19 dicembre 2012 in Consiglio Comunale a Rovereto.
Qui a seguire il testo scritto dell’intervento che mi era preparato per la serata:
Quorum, cos’è e perché va abolito
di Paolo Michelotto (continua…)
di Paolo Michelotto
Ecco il riquadro sul quorum zero, a fianco dell’articolo apparso sul Corriere della Sera nell’inserto Veneto. Clicca sull’immagine per vederla grande.
A Vicenza, si è sempre più vicini al quorum zero. Anche se i consiglieri vogliono introdurre il “curioso” obbligo di abbinamento alle votazioni regionali e nazionali. Quindi se per tre anni non si vota a quel livello, anche un referendum comunale rimane bloccato. La fantasia per mettere i bastoni tra le ruota ai cittadini ai nostri amministratori non manca mai. Giustificata con la spending review. Ossia la colpa è di Monti o forse della Merkel.
Questo l’articolo a piena pagina.
Stranieri, la consulta slitta di un anno
Formisano: frenati dai limiti di spesa
Nuovo statuto, nel testo definitivo c’è il Consiglio-migranti ma non la disciplina. Il capogruppo Pd: «La spending review non permette nuove assemblee»
VICENZA - A parole, rimane. Nei fatti, però, il Consiglio degli stranieri che già dal prossimo anno avrebbe dovuto insediarsi in città, potrà essere ridisegnato, ma di certo subirà un rinvio. Almeno di un anno. Tempo di scrivere il regolamento per funzioni e composizione dell’organo di rappresentanza. Ma, soprattutto, tempo per tentare di superare gli ostacoli della spending review che impedisce ai Comuni di istituire nuovi organismi. E’ quanto emerso lunedì durante la riunione della commissione speciale per la revisione dello Statuto e del regolamento comunale, che ha licenziato – all’unanimità – l’ultima versione del documento cardine – lo Statuto – di sala Bernarda con alcune novità anche sui referendum popolari (quorum a zero ma accorpamento alle elezioni politiche), e con l’eliminazione della possibilità per i cittadini di presentare interrogazioni al Consiglio comunale.
Tutte le modifiche sono state presentate dalla maggioranza che, nelle scorse settimane, ha tenuto due incontri per compattarsi dietro una linea comune. Gli ostacoli erano dettati dalla spending review del Governo, che ha impedito la creazione di nuovi organismi da parte degli enti locali e hanno rivisto tutti i capitoli di spesa dei Comuni. Nelle maglie del decreto è finito il Consiglio degli stranieri, l’ente che, per la prima volta in città, il Comune si appresta a inserire nel nuovo Statuto comunale. Mentre, infatti, il Consiglio di rappresentanza degli immigrati è un nuovo organo creato dal Comune, «le norme inserite nel decreto della spending review da parte del Governo – spiega il capogruppo del Pd in Comune, Federico Formisano – impedisce agli enti locali di istituire nuovi organismi». Questo, almeno, è quanto i consiglieri hanno ascoltato dal segretario generale Antonio Caporrino.
E così, lunedì, la maggioranza, forte anche della presenza del sindaco Achille Variati, ha portato in commissione la propria tesi per superare gli ostacoli del decreto statale. Il Consiglio degli stranieri – tra le maggiori novità inserite nel nuovo Statuto – rimane scritto nero su bianco nel documento. Slitta, però, il regolamento che ne disciplina l’elezione, le modalità di svolgimento, il numero dei componenti e la loro elezione. E slitta, dunque, anche la prima seduta del Consiglio. La nuova bozza specifica che «entro un anno dall’approvazione dello Statuto» viene approvato un regolamento che «disciplina funzionamento ed elezione o designazione dei componenti» di quell’organo. «Nel frattempo – afferma Formisano – speriamo cambino le norme di legge». Una prima soluzione, un mese fa, era stata proposta dal presidente del Consiglio comunale, Luigi Poletto, che aveva ottenuto di far funzionare l’ente senza oneri per l’amministrazione.
Ma quella soluzione non è bastata, e così si è arrivati alle novità di ieri, durante la riunione dove anche il Pdl ha presentato alcune modifiche al testo del nuovo Statuto. «Mancano del tutto i riferimenti ai giovani» ha detto il coordinatore cittadino del Pdl, Nereo Galvanin, presentando le proposte di modifica dello Statuto comunale. Fra queste, quella di istituire la «Consulta dei giovani», per cittadini under 24, e quella di poter chiedere la presenza degli assessori in determinati momenti del Consiglio comunale. Ora, il percorso di Statuto e regolamento comunale prevede la discussione in commissione Istituzionale, in programma entro Natale, e poi il voto in sala Bernarda a maggioranza qualificata (due terzi dei consiglieri) o con due votazioni a maggioranza semplice, previste, con tutta probabilità, i prossimi 8 e 9 gennaio.
Gian Maria Collicelli
04 dicembre 2012
di Paolo Michelotto
il 5 dicembre 2012 ci sarà la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare quorum zero presso l’Urban Center di Rovereto. L’appuntamento è alle ore 20.30. La moderatrice della serata sarà la Presidente del Consiglio Comunale Barbara Lorenzi.
Ci sarà una presentazione a favore dell’idea di abolire il quorum (fatta da me) e una a favore del suo mantenimento (fatta da un esperto di diritto invitato dal capogruppo del PD). A cui seguiranno domande e risposte di tutti i presenti.
L’incontro è stato proposto dal Capogruppo dei Verdi Mauro Previdi ed è rivolto a tutti i consiglieri comunali e a tutti i cittadini per chiarirsi le idee sull’argomento, in vista di una sua prossima discussione in Consiglio Comunale.
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