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  • La tua guida all’iniziativa dei cittadini europei: la guida in italiano alla ICE

    2 Settembre 2011

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    Postato in: democrazia diretta, europa, iniziativa di legge popolare

    di Paolo Michelotto

    Bruno Kaufmann mi ha mandato il link dove si può scaricare la guida in pdf in italiano (e in tutte le altre lingue europee) su come usare l’unico strumento di democrazia diretta previsto dal Trattato di Lisbona a livello europeo. E’ importante per noi italiani per vari motivi. Il primo è che con questo strumento gruppi europei possono richiedere strumenti di democrazia diretta migliori per tutta l’Europa e poi anche i nostri rappresentanti dovranno volenti o nolenti adeguare le leggi. Secondo, fissa degli standard nuovi per quanto riguarda l’Italia. Ad esempio la raccolta di firme elettronica dovrà essere recepita anche dall’Italia entro il 2012. Questo vuol dire maggiore facilità di firmare il sostegno a proposte di leggi, rispetto alla trafila macchinosa di oggi dei banchetti con l’autenticatore al fianco. Anche l’Italia quindi come la California e la Svizzera. Terzo, per chi cercando di elaborare una nuova proposta di legge per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta in Italia, questa è una strada già tracciata e da imitare (bastano ad esempio 7 presentatori per 7 stati per lanciare una iniziativa europea e 1 milione di firme sui 495 milioni di abitanti dell’UE, di cui l’Italia ne deve fornire almeno 54.000. Ossia come oggi, ma raccolte in via elettronica e con sicurezza di discussione della proposta di legge in parlamento).

    copertina La tua guida all’iniziativa dei cittadini europei-1

    Scarica qui la guida 15 pagine in pdf

    La tua guida all’iniziativa dei cittadini europei (7831)

    Qui il link al sito dove si trova il documento in tutte le lingue europee.

    http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.publications.18960

    E qui per comodità riporto tutto il testo della guida, ma leggerla nell’impaginato è sicuramente più piacevole. Inoltre il testo è accompagnato da grafici e illustrazioni.

    La tua guida all’iniziativa dei cittadini europei

    Caro lettore,
    dall’aprile 2012, con l’entrata in vigore del regolamento riguardante l’iniziativa dei cittadini europei, questi potranno esercitare un nuovo diritto che darà loro una voce più forte nelle questioni dell’Unione europea. Da quel momento in poi, infatti, i cittadini potranno esprimere le loro richieste in un modo nuovo, mai consentito prima di allora a livello europeo: raccogliendo un milione di firme in tutta Europa, potranno chiedere alla Commissione europea di presentare una proposta volta a modificare norme dell’UE o ad introdurne di nuove. In questo modo, i cittadini potranno porre una questione all’ordine del giorno dell’UE e diventare così parti attive sulla scena europea.
    Mentre alcuni cittadini godono già di diritti analoghi a livello locale, regionale o persino statale, è la prima volta che un meccanismo di questo tipo verrà utilizzato su scala transnazionale. Tuttavia, raccogliere un milione di firme tra 500 milioni di europei, in 27 Stati membri dove si parlano lingue diverse, non sarà un’impresa facile. Saranno necessari molto duro lavoro, molta dedizione e molta cooperazione da parte di cittadini di ogni parte d’Europa animati da interessi comuni.
    Questa guida si propone appunto di fornirti alcune informazioni di base sui modi di lanciare o sostenere un’iniziativa di questo tipo. In nove tappe, essa spiega quali passi dovranno fare gli organizzatori di un’iniziativa dei cittadini europei e quando dovranno compierli, quali saranno gli ostacoli da superare e le procedure da seguire: dalla prima idea dell’iniziativa alla sua registrazione fino alla raccolta delle firme e, si spera, alla presentazione del milione di firme raccolto alla Commissione europea.
    Il Comitato economico e sociale europeo è, sin dall’avvio del grande progetto europeo, la voce istituzionale della società civile e un convinto sostenitore del diritto dei cittadini di partecipare a questo progetto. Abbiamo appoggiato fin dall’inizio l’idea dell’iniziativa dei cittadini e ci siamo battuti affinché essa fosse disciplinata da norme semplici e comprensibili a tutti, convinti come siamo che cittadini consapevoli e impegnati possano cambiare il mondo.
    Desideriamo che i cittadini facciano ampio uso di questo loro nuovo diritto, si impegnino attivamente su questioni europee da cui dipendono tanti aspetti della loro vita di ogni giorno, e iniettino nuova linfa nell’agenda europea. Speriamo che questa guida possa esserti utile in tal senso. Buona fortuna!
    Staffan Nilsson – Presidente del CESE

    Anne-Marie Sigmund – Relatrice sull’iniziativa dei cittadini

    Sommario:

    Verso una democrazia partecipativa transeuropea
    Partecipazione e rappresentanza: le due facce della democrazia moderna Il CESE, un punto focale della democrazia partecipativa transnazionale Il Trattato di Lisbona: una finestra di opportunità
    La tua guida all’iniziativa dei cittadini europei (ICE)
    Un nuovo strumento transnazionale per definire l’agenda dell’Unione europea
    Guida pratica: L’iniziativa dei cittadini europei tappa per tappa
    La fase iniziale: in principio c’è un’idea La fase preparatoria: una tappa cruciale Sette persone, sette Stati, cento caratteri di stampa La registrazione dell’iniziativa: un primo esame da superare La raccolta delle firme: la fase preliminare L’iniziativa dei cittadini europei in sintesi La raccolta delle firme: la fase operativa La verifica delle firme: un secondo esame da superare Un milione di firme… E poi? E il lavoro continua…
    Il contributo del CESE
    Glossario essenziale
    Link e documenti utili
    Commissione europea Altri indirizzi utili

    Verso una democrazia partecipativa transeuropea

    Partecipazione e rappresentanza: le due facce della democrazia moderna
    La democrazia, il potere del popolo, può esprimersi in modi diversi. In una moderna democrazia rappresentativa come l’Unione europea, i cittadini hanno a disposizione modi sia diretti che indiretti di fissare l’ordine del giorno e partecipare al processo decisionale. Mentre la democrazia rappresentativa si esprime attraverso istituzioni elettive come il Parlamento europeo, la democrazia partecipativa ha ora trovato espressione nei Trattati europei nella forma di nuovi strumenti come l’iniziativa dei cittadini europei. È importante sottolineare che, in una democrazia moderna, la democrazia partecipativa non deve né può sostituire quella rappresentativa: i canali democratici diretti ed indiretti si completano a vicenda, a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale.
    Il CESE, un punto focale della democrazia partecipativa transnazionale
    Sin dall’inizio del processo di integrazione europea negli anni cinquanta, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha svolto una funzione di ponte tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni dell’UE. Anche molto prima che la democrazia partecipativa trovasse espressione formale nel Trattato UE, il Comitato svolgeva già una funzione di forum della democrazia partecipativa europea, consentendo ai cittadini e alle loro organizzazioni rappresentative di tutta Europa di far udire la loro voce in merito alle decisioni di loro interesse.
    In quanto organo consultivo indipendente delle istituzioni dell’UE, il Comitato ha permesso alla società civile di esprimere punti di vista e pareri e di incidere sulla legislazione europea. I suoi 344 membri provenienti dai 27 Stati membri dell’UE rappresentano un gran numero di organizzazioni in campo socioeconomico, professionale, civile e culturale.
    Il Trattato di Lisbona: una finestra di opportunità
    Ci è voluto mezzo secolo di integrazione europea prima che i cittadini dell’Unione avessero accesso diretto alla democrazia transnazionale. L’articolo 11 del Trattato sull’Unione europea è un’innovazione rivoluzionaria, in quanto offre ben quattro strumenti di partecipazione transnazionale: informazione, consultazione, dialogo e definizione dell’agenda sono i concetti chiave che aprono molte nuove opportunità.
    I cittadini e le associazioni rappresentative dovrebbero avere la possibilità di far conoscere e di scambiare le loro opinioni in tutti i settori di azione dell’Unione. Inoltre, il concetto di “dialogo civile” è ormai recepito nel Trattato, e ciò impone a tutte le istituzioni di mantenere un dialogo aperto, trasparente e regolare con la società civile. In particolare la Commissione è anche tenuta a procedere ad ampie consultazioni delle parti interessate al fine di assicurare la coerenza e la trasparenza delle azioni dell’Unione. Infine, l’articolo 11 TUE attribuisce ai cittadini un diritto di iniziativa.
    Il CESE svolge un ruolo cruciale in tutti questi processi in quanto ponte tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni UE, offrendo un forum di consultazione e informazione e un’arena in cui esse possono esprimere i loro punti di vista, come prescritto nei Trattati.

    La tua guida all’iniziativa dei cittadini europei (ICE)

    Un nuovo strumento transnazionale per definire l’agenda dell’Unione europea
    L’iniziativa dei cittadini europei è un aspetto di cruciale importanza della sezione del Trattato di Lisbona dedicata alla democrazia partecipativa. Questo nuovo strumento conferisce a un milione di cittadini dell’UE di almeno sette Stati membri il diritto di chiedere alla Commissione di proporre una nuova normativa europea. L’ICE ha la funzione di fissare l’agenda dell’Unione europea: i cittadini possono individuare un problema e chiedere che l’UE intervenga nel merito. Essa non è quindi né una petizione (diritto, questo, già adesso esercitabile dai cittadini europei, sia individualmente che in forma associata) né uno strumento decisionale diretto dei cittadini a livello europeo come il referendum.
    L’ICE è spesso considerata l’equivalente del diritto del Parlamento europeo e del Consiglio di chiedere alla Commissione di proporre nuove norme UE. Ricevuta l’iniziativa, infatti, la Commissione è tenuta a considerare seriamente se e quali azioni intraprendere e a motivare la sua decisione per agire o meno in tal senso. In sintesi, avendo un carattere transnazionale e fissando l’agenda europea, l’ICE è per i cittadini un modo nuovo di partecipare alla moderna democrazia, che apre la strada sia al dialogo tra cittadini di tutta Europa che alla comunicazione “dal basso” dei cittadini con le istituzioni dell’UE. La prima iniziativa dei cittadini europei potrà essere registrata presso la Commissione europea il 1° aprile 2012.
    In quanto cittadino, hai già adesso il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo (www.europarl.europa.eu/parliament/public/staticDisplay.do?language=IT&id=49) o, in caso di cattiva amministrazione da parte dell’UE, di rivolgerti al Mediatore europeo (www.ombudsman. europa.eu).
    Articolo 11, paragrafo 4, del Trattato sull’Unione europea (TUE).
    Cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati.

    Guida pratica: L’iniziativa dei cittadini europei tappa per tappa

    La fase iniziale: in principio c’è un’idea
    Innanzitutto deve esservi un’idea in merito a un problema di rilievo europeo che possa richiedere una soluzione a livello europeo.
    Già in questa fase iniziale sarà importante considerare con attenzione la procedura da seguire e più in generale l’intera trafila necessaria per mettere in atto l’iniziativa, al fine di stabilire se l’ICE è davvero lo strumento più adatto per conseguire lo scopo che ci si prefigge. Un cittadino, infatti, potrebbe utilizzare altri strumenti, più semplici dell’ICE, per rivolgersi alle istituzioni europee: ad esempio contatti personali con europarlamentari o con le stesse istituzioni, attività di lobbying o una vera e propria petizione.
    Scegliere di ricorrere a un’ICE significa invece scegliere lo strumento più potente per rivolgersi all’Unione europea, ma anche quello più complesso e che richiede più tempo.
    La fase preparatoria: una tappa cruciale
    Prima di mettere in atto un primo tentativo di elaborazione e registrazione di un’iniziativa dei cittadini europei, gli organizzatori devono raccogliere una notevole quantità di informazioni. Bisogna tener presente, infatti, che, non appena l’iniziativa è stata registrata e pubblicata
    ufficialmente, inizia a decorrere il termine per la raccolta delle firme.
    Reperire e raccogliere tutte le informazioni necessarie sulla procedura, ma anche e soprattutto sulla questione sostanziale oggetto dell’iniziativa, richiede tempo. In particolare occorrerà chiedersi:
    • esiste già una normativa UE in materia? • quali norme dei Trattati dovranno fungere da base giuridica per la proposta? • la questione rientra nella sfera di competenza dell’Unione europea?
    La prima da cosa da fare, quindi, è valutare se la proposta è “ammissibile”. Ciò significa che essa deve rientrare nelle competenze della Commissione europea e non deve essere in contrasto con alcuno dei requisiti posti dal regolamento UE riguardante l’iniziativa dei cittadini europei (il “regolamento ICE”). Per esempio, l’iniziativa deve essere compatibile con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
    Dato che l’iniziativa avrà successo soltanto se riuscirà a convincere almeno un milione di cittadini europei di almeno sette Stati membri, prima di chiederne la registrazione è necessario definire anche una strategia di comunicazione sostenibile. Già in questa fase iniziale sarà di vitale importanza stabilire contatti con potenziali partner in altri Stati membri e iniziare a creare una rete di cittadini disposti a unirsi all’iniziativa e a darvi il loro contributo. In breve, qualsiasi attività preparatoria svolta già prima della registrazione farà guadagnare tempo per il lavoro vero e proprio da svolgere in seguito.
    Inoltre, occorre considerare che organizzare un’iniziativa dei cittadini richiederà mezzi finanziari e altre risorse. Se è vero che una parte del lavoro potrà essere svolta da volontari, è probabile che gli organizzatori abbiano comunque bisogno di sponsor e sostenitori. Conservare la documentazione di questo sostegno finanziario è di vitale importanza, dato che dovrà essere esibita all’atto della registrazione.

    Sette persone, sette Stati, cento caratteri di stampa
    Compiuto il lavoro preparatorio di base, viene il momento di gettare le fondamenta dell’ICE vera e propria. Si tratta di istituire un “comitato dei cittadini” (i cosiddetti “organizzatori”) che deve essere composto da almeno sette persone, residenti in almeno sette diversi Stati membri, le quali devono scegliere tra loro un rappresentante e un supplente (le “persone di contatto”).
    Questo è inoltre il momento di redigere e mettere a punto il testo scritto dell’iniziativa, che deve soddisfare determinati requisiti formali indicati nei moduli ufficiali. I titoli dell’iniziativa non possono superare i 100 caratteri, la descrizione della proposta non può superare i 200 caratteri e le note esplicative, che riguardano gli obiettivi dell’ICE, non possono superare i 500 caratteri.
    Infine, gli organizzatori devono fornire informazioni sulle loro fonti di sostegno e di finanziamento. Tali informazioni dovranno essere aggiornate regolarmente nel corso della procedura sul sito web creato dalla Commissione appositamente per l’ICE (vedi il paragrafo successivo).

    La registrazione dell’iniziativa: un primo esame da superare
    Registrare ufficialmente un’ICE presso la Commissione europea è molto semplice. La Commissione metterà infatti a disposizione un apposito sito web (formalmente denominato “registro”) in cui gli organizzatori potranno chiedere la registrazione della loro iniziativa fornendo per via elettronica le necessarie informazioni. Ciò darà luogo a un primo atto formale da parte della Commissione: la conferma dell’avvenuta registrazione dell’iniziativa.
    La Commissione istituisce inoltre un “punto di contatto” cui gli organizzatori possono rivolgersi per ricevere informazioni e assistenza in caso di problemi.
    La palla passa quindi alla Commissione, che dovrà valutare l’ammissibilità dell’ICE proposta per la registrazione: si instaura così un primo dialogo e si crea un canale di comunicazione tra le due parti.
    Entro due mesi dalla data di trasmissione delle informazioni relative all’ICE, gli organizzatori ricevono una risposta formale dalla Commissione. L’iniziativa viene così registrata ufficialmente e pubblicata sul sito web (il “registro”), facendo così decorrere il termine per la raccolta delle firme, oppure la sua registrazione viene respinta per motivi legali. Quest’ultima ipotesi si verifica se, ad esempio, la Commissione ritiene di non essere competente nel campo oggetto dell’iniziativa, che rientra nella competenza esclusiva degli Stati membri, o reputa che l’iniziativa violi la Carta dei diritti fondamentali.
    In caso di diniego della registrazione, gli organizzatori avranno naturalmente il diritto di appellarsi contro tale decisione, ad esempio ricorrendo al Mediatore europeo oppure impugnando la decisione dinanzi alla Corte di giustizia.

    È importante sapere che gli organizzatori possono registrare l’iniziativa in una qualsiasi delle 23 lingue ufficiali dell’Unione, ma dovranno fornire informazioni anche nelle altre lingue ufficiali dell’UE di loro scelta e potranno raccogliere le firme solo mediante i moduli così registrati. Ricevuta conferma della registrazione, gli organizzatori potranno inserire nel registro altre versioni linguistiche dell’iniziativa proposta. La traduzione della proposta d’iniziativa in altre lingue ufficiali dell’UE sarà responsabilità degli stessi organizzatori, ma la Commissione verificherà che tali traduzioni corrispondano alla versione originale dell’ICE.
    La raccolta delle firme: la fase preliminare
    Èconsigliabile prepararsi a raccogliere le firme (”dichiarazioni di sostegno”) ancor prima di avere ottenuto la registrazione dell’ICE. Le “dichiarazioni di sostegno” si possono raccogliere in due modi: in quello tradizionale, ossia su carta (nel qual caso è necessario apporre la propria firma), oppure per via elettronica (nel qual caso è sufficiente indicare i propri dati di identificazione personale).
    Il regolamento ICE prevede, per la raccolta delle dichiarazioni di sostegno con quest’ultima modalità, un quadro giuridico e un sistema elettronico del tutto nuovi. La Commissione, infatti, sta sviluppando un software con codice sorgente aperto per raccogliere le “firme” online, che sarà messo gratuitamente a disposizione degli organizzatori, i quali sono peraltro liberi di sviluppare a tal fine, se lo desiderano, un loro sistema.
    In ogni caso, gli organizzatori dovranno ottenere la certificazione del loro sistema di raccolta online da parte di uno Stato membro di loro scelta. Ciascuno Stato membro avrà infatti indicato un’autorità competente a rilasciare tale certificazione previa verifica della conformità del sistema a tutte le specifiche tecniche e a tutte le garanzie di protezione dei dati personali. La verifica dovrebbe avvenire nel giro di un mese.

    La raccolta delle firme: la fase operativa
    La raccolta delle firme comporterà di fatto un lavoro molto più impegnativo del semplice rispetto di questi requisiti normativi e tecnici. Gli organizzatori dovranno, fra le altre cose, distribuire e raccogliere i moduli cartacei ed elettronici e seguire da vicino il processo di raccolta delle firme.
    È importante notare che solo i cittadini di uno Stato membro che hanno diritto di voto nelle elezioni del Parlamento europeo possono dichiarare il proprio sostegno a un’ICE. I cittadini di paesi terzi legalmente residenti nell’UE non possono farlo.
    Organizzatori e firmatari dovranno assicurarsi di utilizzare il modulo appropriato per ciascuno Stato membro – dato che, nel modulo di dichiarazione di sostegno, alcuni Stati membri richiedono informazioni molto più ampie di altri – in modo da consentire la successiva verifica delle firme. Infatti, mentre alcuni Stati membri non richiedono l’indicazione di un numero personale d’identità o del numero di un documento d’identità personale, altri richiedono questa indicazione oppure esigono il numero di altri documenti di riconoscimento, ad esempio il passaporto, il permesso di soggiorno o la patente di guida, oppure anche i nomi dei genitori, la data e il luogo di nascita. Per sapere quali informazioni siano richieste dai singoli Stati membri, occorre leggere il regolamento ICE.
    Il regolamento precisa inoltre quante firme debbano essere raccolte in un dato Stato membro per soddisfare il requisito del numero minimo (sette) di paesi UE. Il numero minimo delle firme da raccogliere in ciascun paese è proporzionale a quello dei membri del Parlamento europeo: la raccolta è quindi un po’ più facile negli Stati membri più popolosi, dato che in quelli meno popolosi il numero delle firme necessarie è proporzionalmente maggiore.
    L’esperienza acquisita con le iniziative lanciate a livello nazionale e regionale dimostra peraltro che, all’atto della verifica da parte delle autorità nazionali, non tutte le firme raccolte si rivelano valide. È quindi opportuno che gli organizzatori raccolgano almeno il 10-20 % di firme in più rispetto al numero minimo, in modo da garantirsi un “margine di sicurezza” e non rischiare di non raggiungere il milione di adesioni richiesto soltanto per un paio di firme mancanti.

    La verifica delle firme: un secondo esame da superare
    365 giorni dopo la pubblicazione dell’iniziativa sul registro della Commissione, viene il momento di consegnare le firme e le dichiarazioni di sostegno raccolte alle autorità competenti degli Stati membri. Le firme dei cittadini danesi dovranno essere trasmesse a Copenaghen e quelle dei
    cittadini ciprioti a Nicosia. Le firme su carta e le dichiarazioni di sostegno su supporto elettronico dovranno essere consegnate separatamente.
    Le autorità degli Stati membri avranno tre mesi di tempo per verificare la validità delle dichiarazioni loro consegnate. Esse sono essenzialmente libere quanto ai modi di effettuare questa verifica – se con un controllo a campione o con uno puntuale. Infine, sarà importante soddisfare due requisiti prima di presentare finalmente l’iniziativa alla Commissione: in primo luogo, almeno sette Stati membri devono certificare l’avvenuta raccolta del numero minimo di firme e, in secondo luogo, il numero complessivo delle firme certificate dev’essere di almeno un milione.
    Adempiute anche queste formalità utilizzando i moduli appropriati, la presentazione dell’iniziativa alla Commissione sarà un’operazione semplice: l’invio può essere effettuato via e-mail (con allegati) oppure per posta ordinaria. Naturalmente, nel giorno stesso in cui presentano l’iniziativa alla Commissione, gli organizzatori ne daranno notizia ai media affinché anche il grande pubblico europeo possa conoscere la loro proposta.
    Un milione di firme… E poi?
    Gli organizzatori che saranno riusciti a raccogliere un milione di dichiarazioni di sostegno di cittadini di almeno sette Stati membri avranno contribuito a “fissare l’agenda” dell’Unione europea. Una volta ricevuta un’ICE coronata da successo, la Commissione avrà tre mesi di tempo per esporre le sue conclusioni giuridiche e politiche riguardo all’iniziativa e decidere l’eventuale azione che intende intraprendere e i suoi motivi per agire o meno in tal senso.
    Nel corso del processo di esame dell’ICE da parte della Commissione, gli organizzatori saranno invitati a esporre in dettaglio la loro proposta alle istituzioni europee in un’audizione pubblica.
    A questo punto bisognerà fare un po’ di “pulizia”, dato che i documenti certificati con le dichiarazioni di sostegno dovranno essere distrutti un mese dopo la presentazione dell’iniziativa alla Commissione – o 18 mesi dopo la sua registrazione. Le autorità nazionali che hanno certificato tali dichiarazioni dovranno distruggere la relativa documentazione un mese dopo la data della certificazione.
    E il lavoro continua…
    Se la Commissione sceglie di dar seguito all’ICE elaborando una proposta legislativa formale, per gli organizzatori si prospetta un compito non meno appassionante: quello di “vigilare” sul processo legislativo così avviato. Tuttavia, anche nel caso in cui la Commissione dovesse ritenere
    non necessario, opportuno o utile elaborare una proposta legislativa, il lavoro degli organizzatori potrebbe comunque proseguire: essi potrebbero infatti formulare osservazioni o anche dar corso a nuove azioni o iniziative.
    Qualunque sia la decisione della Commissione, è consigliabile che tutti i soggetti coinvolti “tirino le somme” del lavoro svolto, assicurandosi di lasciarne una documentazione completa ed effettuandone una valutazione ex post. Ciò per consentire a tutti di trarre da questo processo pluriennale degli insegnamenti utili per il futuro.

    Il contributo del CESE

    Applicando i principi della moderna democrazia partecipativa, l’Unione europea invita tutti i cittadini e le organizzazioni della società civile a partecipare attivamente alla definizione transnazionale di un’agenda comune e al processo decisionale. L’articolo 11 del Trattato sull’Unione europea getta le basi di questa nuova relazione tra i cittadini e le istituzioni europee.
    Il Comitato economico e sociale europeo ha il compito istituzionale di agevolare e sostenere questa partecipazione. Oggi esso è pronto a sostenere i cittadini nell’esercizio di questo nuovo diritto di iniziativa, svolgendo il suo ruolo di ponte tra la società civile e le istituzioni europee.
    Il Comitato è parte attiva e catalizzatore delle consultazioni come pure di varie forme di dialogo con le istituzioni dell’UE, e in quanto tale ha istituito un gruppo di contatto con le organizzazioni e le reti della società civile europea. Riguardo all’ICE, il compito del Comitato sarà non solo quello di informare i cittadini e le organizzazioni della società civile interessati, ma anche quello di fungere:
    – da catalizzatore delle iniziative di cittadini europei in preparazione, consentendo agli organizzatori di entrare in contatto fra loro ed eventualmente incontrarsi;
    – da mentore, organizzando audizioni ed elaborando un parere per aiutare la Commissione a valutare se un’ICE è destinata ad avere successo, nella fase in cui l’iniziativa è sottoposta al suo esame e poi in ogni fase del seguito dato ad essa.

    Glossario essenziale

    Iniziativa dei cittadini europei
    Il diritto di un milione di cittadini di tutta Europa di invitare la Commissione a proporre una nuova normativa UE.
    Organizzatore
    Il comitato organizzatore (”comitato dei cittadini”) di un’ICE, composto da almeno sette persone residenti in almeno sette Stati membri.


    Dichiarazione di sostegno

    Firma apposta su carta o dichiarazione raccolta per via elettronica a sostegno di un’iniziativa dei cittadini europei.
    Registrazione
    Fase in cui un’ICE viene trasmessa alla Commissione e, previo superamento di una prima verifica da parte di questa, pubblicata su un apposito “registro” in modo che possa avere inizio la raccolta delle firme.
    Raccolta online
    Sistema in cui le dichiarazioni di sostegno sono raccolte tramite un sito web basato su un software con codice sorgente aperto fornito dalla Commissione e certificato dalle autorità competenti degli Stati membri.


    Presentazione dell’iniziativa

    Trasmissione alla Commissione dei certificati attestanti che un certo numero di cittadini di un certo numero di Stati membri sostiene l’iniziativa.

    Link e documenti utili

    Dato che il regolamento ICE entrerà in vigore il 1° aprile 2012, alla data di pubblicazione di questa Guida dovranno ancora essere precisati alcuni dettagli tecnici: ad esempio quali siano le autorità degli Stati membri incaricate di certificare il software utilizzato per raccogliere online le dichiarazioni
    di sostegno o quelle incaricate della verifica delle firme. Per ricevere informazioni aggiornate, ti invitiamo a contattare il segretariato del CESE:
    Comitato economico e sociale europeo
    Unit for Relations with Civil Society and Constitutional Affairs Rue Belliard/Belliardstraat 99 1040 Bruxelles/Brussel BELGIQUE/BELGIË
    Email: citizensinitiative@eesc.europa.eu
    Informazioni del CESE sull’iniziativa dei cittadini
    www.eesc.europa.eu/eci
    Parere del CESE sul diritto d’iniziativa dei cittadini
    Doc. CESE 993/2010, pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 44 dell’11.2.2011. www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.institutional-reform-opinions-resolutions-opinions.10571
    Parere del CESE sulla democrazia partecipativa e l’iniziativa dei cittadini (articolo 11)
    Doc. CESE 465/2010, pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 354 del 28.12.2010. www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.institutional-reform-opinions-resolutions-opinions.9608
    Sito web del CESE sul Trattato di Lisbona
    www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.institutional-reform
    Informazioni del CESE sulla democrazia partecipativa e la società civile
    www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.civil-society
    Gruppo di contatto del CESE con le organizzazioni e reti europee della società civile www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.liaison-group

    Commissione europea
    Punto di contatto per l’iniziativa dei cittadini
    Dall’aprile 2012 la Commissione fornirà un punto di contatto e un sito web dedicati all’iniziativa dei cittadini europei. Alla data di pubblicazione di questa Guida, sono disponibili le seguenti informazioni:
    Iniziativa dei cittadini europei – Sito web
    http://ec.europa.eu/dgs/secretariat_general/citizens_initiative/index_it.htm
    Testo integrale del regolamento ICE
    http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:L:2011:065:SOM:IT:HTML
    Altri indirizzi utili
    Europe direct
    Tel. 00 800 67 89 10 11 (chiamata gratuita da tutta l’UE) http://europa.eu/europedirect/
    Uffici di rappresentanza della Commissione europea negli Stati membri
    http://ec.europa.eu/represent_it.htm
    Petizioni al Parlamento europeo
    www.europarl.europa.eu/parliament/public/staticDisplay.do?language=IT&id=49
    Mediatore europeo
    www.ombudsman.europa.eu

    Questo opuscolo, a cura di Bruno Kaufmann (giornalista e presidente dell’Initiative and Referendum Institute Europe) offre un’introduzione generale sull’iniziativa dei cittadini europei illustra l’iter da seguire «passo per passo» per lanciare un’iniziativa di questo tipo e rinvia, grazie a una serie di link ipertestuali, ad ulteriori fonti di informazione sull’argomento.

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