di Paolo Michelotto
sarò lontano dal blog alcune settimane.
Per chi vuole nel frattempo pensare alle legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta, ci sono alcune possibilità:
1. andare sul forum e leggere e commentare quanto scritto finora:
2. considerare la nuova idea di fissare l’indennità dei parlamentari con un referendum:
http://quorum.forumattivo.it/t98-art-69-indennita-dei-parlamentari-e-approvata-dal-popolo
di Paolo Michelotto
ho scoperto una piccola cosa, forse già nota a molti, ma che è in ogni caso fondamentale. Come molti sapevano, dal 1 Aprile 2012 entrerà in vigore l’Iniziativa dei Cittadini Europea (ICE). Con questo strumento i cittadini europei potranno fare delle proposte di legge alla Commissione Europea, che dovrà discuterla e votarla.
Questo l’articolo del Trattato di Lisbona che la prevede:
Articolo 11, paragrafo 4, del Trattato sull’Unione europea (TUE).
Cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati.
C’è un aspetto particolarmente interessante:
Il milione di firme dei cittadini europei, può essere raccolto nel metodo tradizionale cartaceo, ma anche tramite internet.
Il regolamento ICE prevede, per la raccolta delle dichiarazioni di sostegno con quest’ultima modalità, un quadro giuridico e un sistema elettronico del tutto nuovi. La Commissione, infatti, sta sviluppando un software con codice sorgente aperto per raccogliere le “firme” online, che sarà messo gratuitamente a disposizione degli organizzatori, i quali sono peraltro liberi di sviluppare a tal fine, se lo desiderano, un loro sistema.
In ogni caso, gli organizzatori dovranno ottenere la certificazione del loro sistema di raccolta online da parte di uno Stato membro di loro scelta. Ciascuno Stato membro avrà infatti indicato un’autorità competente a rilasciare tale certificazione previa verifica della conformità del sistema a tutte le specifiche tecniche e a tutte le garanzie di protezione dei dati personali. La verifica dovrebbe avvenire nel giro di un mese.
Questo significa che anche l’Italia, entro il 1 aprile 2012 dovrà permettere la raccolta di firme via internet, quindi senza autenticatore come previsto oggi per referendum e iniziative di legge popolare. Almeno per quanto riguarda l’iniziativa europea. Ma se viene introdotta questa procedura elettronica per questo strumento di democrazia diretta europeo, primo o poi dovrà essere introdotta anche per gli strumenti di democrazia diretta italiani.
Intanto, per accelerare e spingere questa idea, si potrebbe introdurre questa procedura elettronica anche nella iniziativa di legge popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta.
Si potrebbe scrivere un art. della Costituzione di questo tipo:
art 71 bis
Le firme per i referendum e le iniziative popolari sono raccolte su carta o tramite mezzi elettronici e/o informatici con le procedure previste per gli strumenti di democrazia diretta dell’Unione Europea.
Chi vuole discutere questa idea, l’ho riportata anche sul forum qui:
di Paolo Michelotto
ho ricevuto un aggiornamento dagli amici di Formigine (MO). Hanno incontrato il difensore civico Giuseppe Ferorelli (nella foto). Ecco l’email di Rocco:
Ciao Paolo,
oggi come detto siamo andati dal Difensore Civico.
L’incontro è stato diciamo più che altro un pro forma per ufficializzare e comunicare al Sindaco di Formigine che siamo decisi a raggiungere il nostro obiettivo.
Nel pomeriggio il Difensore ci ha detto che avrebbe mandato una lettere di sollecito affinchè il Consiglio Comunale si attivi e metta in agenda il punto del “Regolamento per il Referendum”.
Il punto è… ok lo metteranno senz’altro in agenda… ma come convincerli o attivarsi affinchè il “Regolamento” che definiranno NON sia come sempre volto ad auto tutelare il potere di chi governa i Comuni escludendo i Cittadini?.
Grazie per il prezioso supporto.
Allego bozza definitiva che proporremo a Formigine (e con le opportune modifiche nei comuni limitrofi).
Se reputi che possa servire da esempio fanne pure l’uso che meglio credi.
Rocco ed i ragazzi di Formigine
Ecco il regolamento per i referendum proposto a Formigine:
FORMIGINE – Bozza_Regolamento_Referendum Versione 2.0 20072011
Questa la mia email di risposta:
Il modo è il solito, trasformando questa vostra esigenza di 15 persone in esigenza di 5000 persone.
Un percorso possibile è quello che avete già pensato di realizzare, ossia una iniziativa popolare, che chieda i referendum propositivi e abrogativi senza quorum e raccogliere molte firme, anche più del necessario.
Contemporaneamente alla stessa iniziativa per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta, che porteremo avanti a livello nazionale.
di Paolo Michelotto
oggi la commissione che sta modificando lo Statuto Comunale di Vicenza, ha sentito il Comitato Più Democrazia e Partecipazione. Questo comitato aveva promosso nel 2006 il referendum Più Democrazia in cui chiedeva di introdurre il ref. Propositivo e Abrogativo con quorum del 10% (inizialmente chiedeva quorum zero, ma il comitato dei garanti per approvare il quesito aveva “suggerito” di cambiare il testo in 10%).
Annamaria Macripò, insieme ad altri del comitato che hanno partecipato alla riunione, ha letto il seguente testo che ben descrive perchè è necessario togliere il quorum e non innalzare troppo il numero delle firme.
Qui lo metto sotto forma di documento allegato.
E qui per esteso. Il testo è molto bello e può essere sicuramente utile ad altri che stanno facendo un percorso simile in Italia.
Relazione del Comitato Più Democrazia convocato dalla Commissione Statuto
Vicenza, 18 luglio 2011
Il Comitato Più Democrazia e Partecipazione ringrazia il Presidente e i membri della Commissione Statuto per questo incontro e si augura che possa essere il primo non di una lunga serie, perché chiaramente l’augurio principale è che il nuovo Statuto possa essere introdotto quanto prima, ma l’inizio di un confronto fra di noi e pubblico che porti i cittadini a conoscenza della bozza della nuova carta comunale vicentina in una forma condivisa e partecipata prima della sua approvazione definitiva.
In quanto promotori del referendum comunale del 2006, abbiamo particolarmente a cuore le sorti dei nuovi strumenti di democrazia diretta che verranno introdotti nel nuovo Statuto e le caratteristiche che ne determineranno il reale utilizzo da parte della popolazione vicentina.
Ricordiamo che il referendum del 2006 fu il primo referendum celebrato nella città di Vicenza e il primo in assoluto in Italia a richiedere dal basso strumenti di partecipazione più forti, quali il referendum propositivo e abrogativo. Da qui consegue il nostro impegno affinché sia rispettato il volere dei cittadini che si espressero a favore: 90,45% degli 11.701 vicentini che andarono a votare dissero sì all’introduzione del referendum propositivo, abrogativo e alla combinazione dei due con il 2% delle firme e il 10% di quorum. (continua…)
di Paolo Michelotto
da più di un mese stiamo discutendo e ci stiamo impegnando a realizzare la legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare la democrazia diretta. Ma poi, dopo avere scritto la versione definitiva e aver raccolto le firme e aver depositato il tutto nel parlamento, cosa succede?
Praticamente nulla. Ecco cosa dice il Sen Carlo Vizzini, presidente della 1° Commissione permanente affari costituzionali legislatura XVI.
E allora perchè proseguire?
1. perchè non sempre nella storia le cose proseguono nelle maniere previste e con tempi costanti. E a volte essere al posto giusto nel momento giusto con una proposta di legge già firmata e depositata, magari in un periodo di turbolenza politica o finanziaria, può farla diventare realtà. L’Argentina, l’Islanda, la Bolivia e molti altri paesi ci mostrano che a volte le speranze più impossibili diventano realtà quando meno lo si aspetta. E l’Italia nei prossimi mesi vivrà momenti drammatici, con esigenze drammatiche. Se ci fossero delle proposte già ben chiare e delineate, delle vie di uscita verso una situazione di speranza, potrebbero essere intraprese.
2. perchè se raccogliamo tante firme più delle 50.000 previste, immaginiamo e non è impossibile, dato il clima politico, qualche milione, farebbero molta più fatica ad ignorare noi cittadini
3. perchè intanto introduciamo nell’agenda politica di questo parlamento e dei partiti italiani che sosterranno questa legge i temi della democrazia diretta, dell’abolizione del quorum, della revoca degli eletti.
4. perchè così ci contiamo e creiamo rete tra noi cittadini.
5. perchè come disse Martin Luther King “I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci.”
Ricordo che la prossima riunione skype aperta a tutti coloro sono interessati a discutere i contenuti della legge di iniziativa popolare per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta sarà dopo il 15 agosto 2011. Qui puoi indicare la tua presenza e la preferenza per la data esatta.
http://doodle.com/fq8fsuq662rpnv2k
Ricordati di indicare il tuo nome skype nei commenti del sondaggio doodle, altrimenti non sarai chiamata/o.
di Paolo Michelotto
riporto qui come aggiornamento cosa sta succedendo a Morciano (RN). Non c’è il regolamento dei referendum, da parecchi anni. Da alcuni anni gli amici di “Morciano in Comune” hanno prima richiesto amichevolmente che il Consiglio Comunale provvedesse. Poi durante un Consiglio Comunale Aperto lo hanno richiesto ufficialmente e presentato anche un esempio di Regolamento completo, rifiutato sdegnosamente dagli amministratori, perchè era una cosa di loro competenza, e non di cittadini “comuni” anche se si erano avvalsi della consulenza di un valente avvocato. Passato un anno, il gruppo di cittadini si è rivolto il 21 giugno 2011 al Difensore Civico. Ora aspetteranno il 21 luglio 2011 per vedere cosa verrà risposto alla sollecitazione del Difensore Civico inviata agli amministratori. Sembra che gli amministratori e non solo a Morciano, abbiano paura della democrazia e dei cittadini.
Riporto qui l’email inviata dall’amico Fabio Bartolini di Morciano.
Ciao Paolo, ti aggiorno da Morciano per quanto riguarda lo stato dell’istanza presentata al Difensore civico regionale per veder finalmente regolamentato a Morciano l’istituto referendario. Ho raggiunto personalmente colui che segue per conto del difensore la nostra pratica e questi mi ha dato lettura della lettera inviata al municipio laddove si ‘ invitava’ Sindaco e Consiglio a provvedere . La lettera e’ stata trasmessa il 21 Giugno ed ancora nota in risposta da parte del Municipio non e’ pervenuta; attendiamo il 21 del corrente mese (30gg) per sapere quali altri azioni intraprendera’ il Difensore civico. Al momento non ho altre notizie. Attendiamo tale ultima data per poi inviare ufficiale richiesta a tutti gli altre 26 Comuni della Provincia di Rimini perche’ regolamentino gli istituti della partecipazione. Un caro saluto. Fabio
di Paolo Michelotto
Roberto Brambilla (consigliere di lista civica) mi ha inviato il testo esatto della mozione che lui ha presentato in Consiglio Comunale di Concorezzo (MB) il 25 maggio 2011. E che riporto qui in allegato e in esteso.
È stata scritta in collaborazione con Dario Rinco ed è un buon esempio anche per altri comuni italiani. Era stata anche inserita nel libro “Vivere meglio con Più Democrazia” che si può scaricare qui.
Finora non è stata minimamente presa in esame dal consiglio comunale, per cui Roberto sta pensando di percorrere altre strade, visto che il Regolamento sui Referendum manca da 10 anni e si potrebbe configurare il reato di Omissione d’Atti d’Ufficio. Ma mi aggiornerà presto sulle decisioni prese. Tra le altre cose sostiene con forza l’idea di fare una legge di iniziativa popolare nazionale per togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta e non esclude di portare avanti una iniziativa analoga a livello locale nel suo comune, contemporaneamente.
2011-02 Bozza regolamento referendum Concorezzo vers 4
Proposta di modifica dello statuto comunale Concorezzo vers. 1.0
Ecco i testi estesi:
Proposta di cambiamento dello statuto comunale agg. 20 maggio 2011 (continua…)
di Paolo Michelotto
gli amici di M5S di Formigine e di Castelvetro e di Fiorano si stanno attivando per capire come poter togliere il quorum dai referendum comunali delle loro città. Il martedì 19 luglio hanno appuntamento con il Difensore Civico provinciale per capire come stanno esattamente le cose e come poter attivarsi.
Ecco l’email inviata da Michele di Formigine (MO), che pubblico anche qui, perchè è un esempio che qualcosa si sta muovendo e che qualcosa si può fare.
hola!
di Paolo Michelotto
la domanda è legittima. Fino a dove possiamo spingerci nell’idea di modificare la Costituzione italiana con una legge di iniziativa popolare e quali strumenti di democrazia diretta introdurre? Fulvio Rebesani qualche giorno fa aveva mandato una articolata lettera in cui evidenziava tutti i limiti, secondo lui, facendo la proposta di cosa trattare senza stravolgere il senso della Costituzione.
Che si può leggere qui (e che riporto anche al termine di questo post).
Ecco oggi la risposta di Thomas Benedikter alle tesi di Fulvio Rebesani (Benedikter-commento a Rebesani):
Avendo letto le osservazioni assai interessanti di F. Rebesani, mi permetto di commentare quanto segue sotto. Vorrei premettere che ho pieno rispetto del valore della Costituzione – ci mancherebbe altro – ma come tutte le carte redatte da un determinato giro di persone in un determinato momento storico anche questo testo è suscettibile di modifiche maturate nel tempo con il cambiamento della società, dei cittadini, del modo di far politica, delle circostanze politiche generali. In più i padri – furono quasi tutti maschi – della Costituzione ebbero una visione troppo elitaria della politica e troppo limitativa dei diritti di partecipazione di cittadini. Due generazioni più tardi siamo chiamati a ri-equilibrare i poteri attribuiti ai rappresentanti politici da una parte, e ai cittadini sovrani dall’altra, per il bene della democrazia.
B: Impostazione generale
Nel caso di questa bozza di pdlip-dd non si tratta di una „proposta eterogenea e incoerente, per mettere dentro quanto più possibile di democrazia diretta“, ma di una revisione organica degli articoli 70-75 e 138 della Costituzione, per istituire più efficacemente la partecipazione popolare nella funzione legislativa all’interno dell’ordinamento dello Stato italiano.
La bozza pdlip-dd presente equivale all’80% ad un testo già presentato e discusso nella Commissione affari costituzionale del Senato, da parte del Sen. Peterlini e altri otto onorevoli del PD.
Del resto, tutta una serie di proposte già presentate durante il funzionamento della Bicamerale degli anni 1990 hanno avuto lo stesso approccio, cioè la riforma di tutto questo titolo della Costituzione (sono riportate nel libro „Democrazia diretta – Più potere ai cittadini“, SONDA 2008).
Se la Corte costituzionale accettasse, come quesito ammissibile a referendum, solo la modifica di un unico articolo della Costituzione, la nostra proposta non avrebbe senso, certo. Ma nel caso di pdlip non valgono le stesse regole applicate al referendum abrogativo, pur rispettando l’unità della materia. Occorre tener presente, infine, la duplice finalità di questa pdlip-dd: far pressione sul Parlamento affinché si occupi seriamente della „Proposta Peterlini“, già sul tavolo della Commissione competente da due anni, nonché quella di sensibilizzare i cittadini sulla necessità di introdurre un sistema organico e ampliato di partecipazione diretta.
C: aspetti singoli
Condivido l’obiezione che il diritto del Capo dello Stato di promulgare le leggi rimanga intatto. Nella proposta Peterlini questa norma è rimasta invariata (all’art. 75 però).
Infatti, il concetto fondamentale dell’iniziativa popolare è quello di conferire ad un “gruppo minimo di cittadini” (per es 1 milione) il diritto di proporre una nuova norma su cui il Parlamento deve esprimersi. Se non accettasse la proposta popolare, la proposta passa al vaglio popolare, eventualmente accompagnato dalla proposta alternativa della maggioranza del parlamento (cosiddetta “controproposta”).
Improprio dire „referendum legislativo“, perché a livello nazionale si tratta comunque del diritto dei cittadini di esprimersi su delle leggi, o con l’iniziativa popolare (i cittadini propongono) o con il referendum confermativo (i cittadini esprimono un veto su una legge approvata dal Parlamento, non ancora entrata in vigore).
Con tutta questa pdlip-dd non si punta a cambiare la struttura istituzionale, come afferma Rebesani, che mantiene le sue prerogative principali, ma si punta ad integrare le procedure legislative con facoltà attribuite ai cittadini ed applicare concretamente il dettato costituzionale (art. 70) che il popolo partecipa alla funzione legislativa.
Con il nuovo testo dell’art. 138, in piena coerenza con tutto il resto delle innovazioni proposte, effettivamente si tratta di attribuire all’insieme dei cittadini la facoltà di modificare la Costituzione. Fino oggi non solo le leggi costituzionali sono state votate solo dal Parlamento, ma anche la Costituzione stessa non fu mai formalmente approvata dall’insieme dei cittadini in un referendum confermativo, come è il caso in molto altri paesi. Si tratta di attribuire al popolo la sovranità costituzionale (che può però essere limitata a parti della carta costituzionale).
Quì non si tratta di introdurre una „concorrenza contestuale con il Parlamento“, ma di dotare i cittadini sovrani dell’ultima parola. Il parlamento sono i rappresentanti a tempo limitato delegati dai cittadini alla funzione legislativa e all’elezione del Governo. Ogni qualvolta i cittadini desiderano riappropriarsi di questo diritto, legittimando tale richiesta con un gran numero di altri cittadini, devono poterlo fare. Non parliamo di concorrenza, ma di revoca eccezionale di un mandato da parte del mandante, limitato ad un determinato argomento.
Non si tratta poi di una procedura farraginosa, ma ciò che Rebesani due righe prima, riferito al Parlamento, chiama „procedura particolarmente rigorosa“.
„Giudizio di Dio“, per carità: si tratta di un referendum popolare a cui ogni cittadino è invitato a partecipare. Nella democrazia per quanto riguarda il potere legittimante non c’è organo superiore all’insieme dei cittadini (definito popolo in altri passaggi).
Referendum confermativo non si tratta di mille cittadini, ma di un numero da definire con legge dello Stato, notevolmente maggiore.
In riguardo al nuovo testo dell’art. 74 del pdlip-dd è comunque discutibile se tale forma di referendum possa essere richiesto anche da soli 5 consigli regionali. Nel caso del referendum confermativo costituzionale questa facoltà è data solo se la modifica è approvata da meno dei due terzi del Parlamento. Quindi perché non dovrebbe essere possibile anche nel caso di leggi di rango minore, cioè leggi ordinarie dello Stato? Al limite anche quì occorrerebbe introdurre la distinzione fra norme volute da una maggioranza qualificata del Parlamento (2/3) e da leggi volute solo da una maggioranza semplice del Parlamento. Il discorso del ruolo delle Regioni è anche legato al futuro ruolo e ai poteri poteri del „Senato delle Regioni“, se mai dovesse essere istituito.
Certo, va lasciata l’impostazione originaria di attribuire al Capo dello Stato di promulgare le leggi (vedi sopra, punto 1).
Tutto sommato, non si tratta di una proposta eversiva (Rebesani), bensí di una proposta organica e coerente, estesa ad una questione riguardante la rappresentanza politica, cioè la revoca. Semmai è questa norma che esula dall’impianto della riforma dei diritti referendari, ma comunque si tratta di una proposta valida. Il fulcro della proposta è un’estensione dei diritti deliberativi (referendari) dei cittadini, un sistema che integra la politica rappresentativa e già funziona bene in altri Stati. Fra i supremi organi dello Stato, ricordo, figura anche il cittadino.
Introdurre solo il referendum propositivo (legislativo), cioè la classica iniziativa popolare, non invece il referendum propositivo costituzionale (nell’art. 138) sarebbe contraddittorio. Perché non dare al sovrano la facoltà di definire una regola fondamentale in prima persona? La legittimità derivante da una votazione popolare è decisamente maggiore a quella della maggioranza del Parlamento.
Togliere il quorum e innalzare come contropartita la soglia di firme al 2% oppure ad 1 milione mi sembra una proposta già largamente condivisa.
Thomas Benedikter
di Paolo Michelotto
visto che la mancanza di un regolamento dei referendum non è rara in Italia, ne parlo qui sul blog anzichè con una risposta individuale. Sperando che serva ad altri in Italia.
Rocco mi ha scritto questa email:
Ciao Paolo, sono Rocco,
ti scrivo da Formigine per metterti al corrente di questa situazione e per ricevere se possibile un po’ di supporto tecnico.
Allego lo statuto del nostro Comune – CLICCA QUI
Nello statuto comunale di Formigine, l’unico riferimento al referendum comunale è questo:
“Art. 10 Referendum Il Sindaco indice referendum consultivi, propositivi, abrogativi con le modalità ed i criteri fissati nel regolamento per i referendum.”
Ma rimane un mistero a quale “regolamento per i referendum” si faccia riferimento, dato che non è citato in nessun’altra parte dello statuto.
In poche parole non si sa quante firme devono raccogliere i cittadini per proporre un referendum, e non si sa quant’è il quorum.
Probabilmente al momento della stesura dello statuto non è stato previsto che un giorno qualche cittadino si sarebbe posto il problema. Infatti, ad eccezione di quella generica frase, le modalità del referendum non sono menzionate.
Come lista civica Formigine 5 stelle, chiediamo che venga al più presto inserita una modifica nello statuto comunale, che indichi un numero congruo di firme da raccogliere per indire un referendum popolare (ad esempio il 5% degli aventi diritto al voto ?), ed essendo inoltre a favore dell’abolizione del quorum, che venga esplicitata la sua assenza.
Come consigli di muoverci?
Secondo te ci sono gli estremi per una Denuncia del nostro Comune alla Magistratura?
Restiamo in attesa di tuo riscontro.
Grazie per il supporto tecnico.
Rocco
Ecco la mia risposta, che vale anche per gli altri comuni:
1. nello statuto si parla di referendum, ma poi si rimanda al regolamento attuativo. Quindi prima di tutto bisogna cercare il regolamento. Questo comincia già ad essere un problema, perchè il nome spesso cambia. Può essere “Regolamento degli Istituti di Partecipazione” come a Vicenza, “Regolamento per l’esercizio dei diritti di informazione e di partecipazione” come a Rovereto (TN) etc. Quasi mai si chiamano “Regolamento dei referendum”, sarebbe stato troppo semplice. Quindi il consiglio è di entrare nel sito del proprio comune, cercare la parola “Regolamento” e leggersi i titoli delle decine di regolamenti finchè si trova qualcosa che potrebbe avere attinenza, e poi aprirlo. Nel caso del comune di Formigine detto regolamento esiste e si chiama “REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI ALLA ATTIVITA’ AMMINISTRATIVA” e si trova qui
2. Torniamo al caso specifico di Formigine. Questo regolamento cita i referendum nell’art. 1 titolo IV e dice:
ART. 1 – La partecipazione all’attività amministrativa
1. In attuazione dei principi stabiliti dall’art. 1 dello Statuto Comunale, la partecipazione dei cittadini in forma singola o associata all’attività amministrativa, si realizza attraverso le Istanze, le Petizioni, le Proposte di Deliberazione, la Consultazione Popolare, il Referendum, le Consulte.
ma poi , non c’è nessun altro articolo che parli di referendum. Ma solo le Istanze, le Petizioni, le Proposte di Deliberazione, la Consultazione Popolare.
3. Altra informazione importante, il regolamento è stato approvato il 09/07/1996 con le ultime modifiche del 3/11/2004. Lo statuto invece è stato approvato il 25/10/2000 con varie modifiche, l’ultima delle quali introdotta nel 2008, ma che non riguardano i referendum.
Questo significa che lo statuto parla di referendum dal 2000, il regolamento è stato modifcato l’ultima volta nel 2004 e sa che il referendum esiste ma non lo regolamenta. Questo può significare incapacità, negligenza o addirittura una omissione d’atti d’ufficio. Come affermato da Donata Borgonovo Re ex-difensore civico di Trento e docente di diritto amministrativo all’Un.Trento, rispondendo a una domanda specifica. Dopo 11 anni dalla promulgazione dello statuto, non può mancare il regolamento attuativo di un articolo che nello Statuto è scritto espressamente che lo richiede.
4. a questo punto io seguirei questi passi uno dopo l’altro dal più semplice al più grave.
a. chiederei appuntamento con il difensore civico della mia città per discutere della cosa e sapere cosa può fare lui.
b. subito dopo, manderei una lettera a tutti i media della mia città e a tutti gli amministratori (consiglieri, assessori, sindaco) informandoli della grave inadempienza e della possibile denuncia per omissione di atti d’ufficio, per non aver realizzato il regolamento dei referendum dal 2000.
c. comincerei ad usare tutti gli strumenti di democrazia diretta attualmente elencati nel regolamento e in particolare nel caso di Formigine la proposta di deliberazione e la consultazione popolare. In particolare nella proposta di deliberazione, proporrei un regolamento scritto a favore dei cittadini, che non preveda il quorum, come per esempio quello proposto dal consigliere di una lista civica Roberto Brambilla di Concorezzo (MI) e presente in dettaglio nel libro “Vivere meglio con più democrazia” a pag. 142
d. visto che stiamo iniziando un percorso nazionale di legge di iniziativa popolare per togliere il quorum, farei la raccolta firme nazionale e comunale contemporaneamente per ottimizzare i tempi e le energie e ottenere risultati migliori e avere più ampia risonanza tra i cittadini. Se la consapevolezza non si diffonde, il percorso sarà molto più difficile. Formigine ad esempio potrebbe essere la 16^ città dove avviene la raccolta firme. La stessa cosa (raccolta firma contemporanea locale e nazionale) stiamo pensando di fare a Rovereto (TN), Trento, Sesto San Giovanni (MI).
e. alla fine di tutto il processo se ancora non si arrivasse all’esito, procederei alla presentazione di un esposto alla magistratura, per omissione di atti d’ufficio. Poi saranno loro a indagare e a vedere se ci sono gli estremi per procedere.
di Paolo Michelotto
gli amici di Mehr Demokratie – Più Democrazia di Bolzano, hanno presentato per la QUARTA volta la proposta di legge sulla Democrazia Diretta. E’ dal 1995 che lavorano per ottenere questo risultato e dopo 16 anni ancora si battono con passione. Ma i risultati stanno cominciando ad arrivare: 10 comuni con quorum eliminato o abbassato al 15%, sostegno e simpatia dei cittadini, dibattito anche all’interno della struttura monolitica del partito da sempre al potere, il SVP. In nessuna provincia italiana si è dibattuto così tanto di democrazia diretta. E ad oggi comunque, anche la pessima legge in vigore a Bolzano, grazie alla loro pressione, è la migliore legge sulla democrazia diretta tra tutte le provincie italiane.
Grazie per l’esempio che date ai cittadini del resto d’Italia!
foto1: Consegna delle firme al Presidente dell Consiglio provinciale Mauro Minniti
Ecco il comunicato ufficiale scritto da Stephan Lausch per l’occasione della consegna delle firme.
Bolzano 5 luglio 2011
12.556 cittadini chiedono con l’iniziativa popolare 2011 al Consiglio provinciale:
Trasformate la proposta sulla democrazia diretta approvata dai cittadini in legge provinciale!
Oggi, 5 luglio, l’Iniziativa per più democrazia consegna la sua proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da 12.556 cittadini, al Consiglio provinciale. Viene posta così all’ordine del giorno del Consiglio provinciale la proposta di legge su cui la popolazione si è espressa nel primo voto referendario in Alto Adige del 25 ottobre 2009. Niente meno che l’83% dei votanti in quell’occasione si sono espressi a favore della legge migliore sulla democrazia diretta.
Le firme per la nostra proposta provengono da quasi tutti i comuni. Sono state raccolte in massima parte da attivisti della nostra associazione in più di mille ore di volontariato, sostenuti attivamente dalle organizzazioni aderenti all’„Alleanza per più democrazia“. Solo una piccola parte delle firme è stata resa negli uffici comunali. Una ragione per cui i cittadini non si sono recati nei Comuni per deporre lì la firma è sicuramente dovuto alla quasi assenza di informazioni su questa iniziativa popolare sui due quotidiani maggiori, il DOLOMITEN e l’ALTO ADIGE.
La nostra proposta di legge è nata senza coinvolgimento dei partiti, ma anche stavolta vari partiti si sono espressi a favore. Tant’è vero che anche in questa campagna di raccolta di firme – oltre i consiglieri provinciali e comunali di altri partiti e liste – si sono impegnati con l’autenticazione delle firme dei sindaci, assessori e consiglieri della SVP.
foto2: conferenza stampa davanti al Consiglio provinciale
La proposta di legge in sostanza è quella approvata da 114.884 cittadini e cittadine nel referendum del 2009, migliorata in qualche dettaglio. È la quarta volta dal 1995 che i cittadini sottopongono in sostanza questa proposta all’attenzione della rappresentanza politica.
Il messaggio e l’incarico dei cittadini rivolto al Consiglio provinciale in questa materia non potrebbe essere più chiaro di così. L’Iniziativa per più democrazia si rivolge in particolare ai Consiglieri della SVP di rendersi conto del significato di questo incarico da parte dell’elettorato. Sono chiamati a rispettare il loro dovere, sancito dalla Costituzione all’art. 67 („Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato“), rifiutando la disciplina di partito in una questa questione sulla quale esiste un chiara espressione di volontà dei cittadini.
È da tanti anni che la società civile della nostra provincia e tante organizzazioni insistono a vedere trasformata questa nostra proposta in legge provinciale, dotando la nostra provincia di un moderno sistema di partecipazione dei cittadini alla politica provinciale. I referendum abrogativi nazionali, appena svolti, confermano l’importanza e la popolarità dei diritti referendari, ma anche un buon regolamento di questi diritti, favorevole alla partecipazione. Questi strumenti però, non possono essere attuabili solo in situazioni eccezionali per evitare il peggio, come è stato il caso nel giugno scorso, ma devono essere ingredienti normali di una democrazia moderna e partecipata. Si tratta di introdurre strumenti referendari così come viene previsto dal nostro disegno di legge. Devono essere disponibili ed utilizzabili dalla società civile in forma preventiva per correggere le scelte politiche non accettate, nonché in forma propositiva per dare spazio creativo a tutti nella soluzione dei problemi.
Le tappe della proposta per una legge migliore sulla democrazia diretta
dal 1995 al 2011
proposta di legge di iniziativa popolare 1995 |
4.800 |
recepita dal Consiglio regionale, |
proposta di legge di iniziativa popolare 2003 |
6.300 |
respinta in Consiglio provinciale, promuove la legge provinciale sulla democrazia diretta |
referendum propositivo |
25.810 |
acquisizione del diritto al voto referendario sulla proposta per una legge migliore sulla democrazia diretta |
referendum propositivo |
114.884 votanti a favore della proposta di legge |
vota il 38,1 % vota a favore l’ 83,2 % quorum mancato per 7.344 voti |
proposta di legge di iniziativa popolare 2011 |
12.556 |
il disegno di legge votato nel referendum deve essere trattato in Consiglio provinciale |
immagini dello svolgimento della conferenza stampa e la consegna delle firme su http://directdemocracydiary.wordpress.com/2011/07/05/12-556/
di Thomas Benedikter
Di regola gli argomenti e i risultati di votazioni referendarie in Svizzera e nel Liechtenstein in Italia vengono medialmente percepiti solo quando utilizzabili in chiave contraria alla democrazia diretta. Uno „strabismo politico“ che condanna gli svizzeri quando, dopo un lungo dibattito pubblico e un complesso percorso procedurale, vietano la costruzione di nuovi minareti, ma fa passare in sordina tante iniziative popolari tese a rafforzare i diritti di minoranze e di stranieri. Dei loro immediati vicini, il Liechtenstein, mini-stato pure dotato di un avanzato sistema di democrazia diretta, non si parla neanche. Quindi va bene far uno strappo.
Il 19 giugno scorso, comunque, in un referendum confermativo (cioè ogni legge approvata dal Parlamento può essere sottoposta a votazione popolare se lo richiedono 1000 dei 36.000 cittadini) i cittadini del Liechtenstein con una maggioranza del 70% si sono espressi a favore del rafforzamento dei diritti delle coppie omosessuali. A differenza dell’Italia a partire dal 1 settembre 2011 le coppie gay in questo stato – membro dell’ONU – potranno far registrare il loro stato civile che sarà parificato in termini fiscali, di diritto previdenziale e ereditario. Un’iniziativa popolare di nome „Vox populi“ aveva impugnata la relativa legge, approvata nel marzo 2011, paventando il pericolo di un’erosione della famiglia tradizionale. I Liechtensteinesi, società piuttosto conservatrice, non hanno prestato ascolto alla „Vox populi“ e nel referendum confermativo hanno confermato la legge voluta dal Parlamento di Vaduz.
In generale l’episodio ricorda che i diritti di partecipazione diretta non vanno misurati con il metro dei risultati che producono che sempre riflettono le posizioni diffusi in una società in un determinato storico. Possono piacere o meno, ma non è certamente colpa dello specchio se riflette chi lo guarda. Ci sarà sempre un’élite che giudica „il popolo“ troppo poco maturo per poter decidere direttamente dei problemi che riguardano tutti. È importante invece concepire la democrazia diretta come una procedura necessaria per far partecipare i cittadini alle decisioni. Riconoscendo a tutti la capacità di giudizio su questioni generali iniziative popolari e referendum confermativi dovrebbero entrare nel armamentario normale di ogni democrazia moderna.
di Paolo Michelotto
1. la maggioranza dei votanti (12 su 14) ha scelto di incontrarsi per la riunione skype martedì 5 luglio ore 21. Sarà Dario a chiamare tutti. IMPORTANTE lasciare il proprio recapito skype come commento qui: http://doodle.com/ni3h43xuw48fsket altrimenti Dario non potrà contattare.
2. Dario chiede di collegarsi 5 minuti prima per risolvere eventuali problemi di connessione. Quindi alle 20,55 di martedì 5 luglio, dobbiamo attivare skype così Dario ci manda la chiamata
3. Dario ha scoperto che possiamo arrivare a 25 persone con una riunione skype. Per ora gli iscritti alla riunione siamo 12. Quindi altri si possono aggiungere.
4. Ho creato una sezione sul forum chiamata “fase 4: dalle idee al testo finale”. In cui possiamo mettere le nostre idee.
5. Comincio io mettendo la bozza 003 della proposta di legge, che non è altro che la 002 in cui sono state inserite le osservazioni e le correzioni di Dario, fatte la settimana scorsa. Se ci va possiamo usarla come punto di partenza iniziale.
6. l’amico Fulvio Rebesani di Vicenza, laurea in giurisprudenza e impegno sociale, politico e nei sindacati durato una vita, ha mandato un documento molto interessante con le sue valutazioni sulla proposta. Che allego qui PROP LEX INIX POOP VI 011 e metto anche sul forum qui. E’ da leggere con attenzione e da non sottovalutare. Da usare come critica costruttiva per realizzare una proposta migliore.
7. sono 15 per ora le città dove qualcuno, singolo, gruppo, associazione o movimento o partito ha deciso di dare una mano a raccogliere le firme. Le ultime che si sono aggiunte sono Lecce e Mantova. E non c’è ancora un testo…
8. questa è la bozza 003, da cui se vorremo possiamo partire con la discussione. E’ derivata dalla bozza 002 con aggiunte le correzioni e le osservazioni fatte da Dario la settimana scorsa. modifica_costituzionale 03 Le correzioni fatte rispetto alla 002 sono in colore blu.
9. ho inserito nel forum anche alcuni articoli della costituzione della Repubblica Svizzera, riguardanti la democrazia diretta in quel paese, che sono molto interessanti per formulazione e chiarezza.
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