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    come è andata la serata a Mantova: La Parola ai Cittadini 27-01-11

    28 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    serata molto intensa, il pubblico suddiviso equamente tra amministratori, rappresentanti eletti e cittadini, era molto interessato al tema. Qualcuno per conoscenza, altri per portare alcune proposte all’interno del Consiglio Comunale dove operano. Ha introdotto la serata Giuseppe Chiericati, e ha fatto una introduzione sulla democrazia diretta Matteo. Poi, come consueto ho dedicato la prima parte della serata a una sperimentazione del metodo partecipativo “La Parola ai Cittadini”. Queste le foto, scattate da Marco Rossi, tranne la 09, scattata da me, che si riferiscono a quel momento.

    Ho limitato gli interventi a 7 appositamente, per lasciare più spazio all’apporfondimento successivo.

    Qui la tabella con gli interventi (si apre con OpenOffice):

    domande-cittadini-mantova 27-01-11

    Qui il link al programmino timer (per tenere i tempi), scaricabile gratuitamente Cool Timer

    I tempi sono stati per tutti di 1 minuto.

    Alla fine di questa fase ho chiesto quanti avessero mai visto consigli comunali dal vivo, e quasi tutti hanno alzato la mano. Ho quindi chiesto loro che differenze vedevano. Sono uscite molte opinioni. Queste quelle che ricordo

    - maggiore vivacità

    - più argomenti trattati e con più efficacia

    - votazioni non partigiane e schierate, ma fatte in base a quello che davvero pensavano fosse la proposta migliore

    - maggiore competenza dei cittadini, rispetto a quella dei consiglieri

    - maggiore rispetto per le tesi e le argomentazioni di tutti

    - nessun voto “contro” qualche persona

    Poi è iniziata la presentazione video. Qui il file utilizzato:

    presentazione-mantova-27-gennaio-2011

    E’ più lungo di quello che utilizzo di consueto, perchè ACM che organizzava mi aveva chiesto di parlare sia degli strumenti di democrazia diretta e partecipativa presenti nel mondo, sia dei metodi per poter introdurre questi strumenti a livello locale. E quindi sono sceso abbastanza nel dettaglio.

    Nel complesso ottima serata, credo che più di qualcuno abbia portato a casa qualcosa su cui riflettere ed impegnarsi nel futuro. Grazie ad ACM che ha organizzato.

    Postato in parola ai cittadini

    Democrazia dei Cittadini a Mantova – giovedì 27 gennaio 2010

    24 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    gli amici di Associazione Civica Mantovana hanno organizzato una serata a Mantova per presentare il libro “Democrazia dei Cittadini” e soprattutto per parlare degli strumenti di democrazia diretta e partecipativa che possono essere introdotti a livello locale. Realizzeremo anche una “La Parola ai Cittadini” per mostrare un metodo rapido, economico ed efficace di democrazia diretta a disposizione subito anche ai gruppi di cittadini.

    cartolina 2

    Ecco il comunicato ufficiale:

    L’Associazione Civica Mantovana presenta il libro “Democrazia dei cittadini” di Paolo Michelotto ed. Troll giovedì 27 gennaio alle ore 20,30 presso l’aula Magna “Isabella d’Este”, via G. Romano a Mantova.

    LAutore darà l’occasione di conoscere meglio gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa sugli esempi concreti che esistono nel mondo: la Svizzera, la Baviera, Amburgo, la California e 23 Stati USA, la legge sulla partecipazione diretta in Toscana, il Debat Public per le grandi opere in Francia, la scrittura ex novo da parte dei cittadini di uno statuto comunale a Chelsea (USA), la lunga marcia di “Piu’ democrazia a Bolzano” per realizzare una legge per una democrazia piu’ vicina alle esigenze dei cittadini.

    invitoMichelotto2

    Attraverso una dimostrazione pratica, la “Parola ai Cittadini”, si potrà far capire che esistono strumenti efficaci, a partire dai Comuni, affinchè i cittadini e le cittadine possano esercitare la sovranià che appartiene loro, attraverso una partecipazione effettiva alla scelte delle amministrazioni locali.

    Iniziativa popolare, referendum propositivo e confermativo, abolizione del quorum per responsabilizzare maggiormente i cittadini, luoghi di dibattito e formazione dell’opinione pubblica: sono alcuni dei temi che verranno affrontati per far conoscere gli aspetti positivi della Democrazia Diretta vista come integrazione migliorativa della Democrazia Rappresentativa e comunque sempre nell’ambito dei diritti e doveri costituzionali.

    L’Associazione Civica Mantovana che da tempo sta portando avanti sul territorio provinciale attività di promozione della partecipazione diretta dei cittadini alla dimensione civica del bene pubblico auspica che all’incontro siano presenti anche gli amministratori locali.

    L’evento è patrocinato dal Comune di Mantova.

    Grazie anticipatamente per la partecipazione.

    Lara Benazzi

    Associazione Civica Mantovana

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    come è andata al Liceo Rosmini – Trento

    23 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    IMG_0049

    un bell’incontro, era una classe del corso serale del Liceo Rosmini di Trento e ci siamo ritrovati nella biblioteca. Il giorno prima erano andati ad assistere a una seduta del consiglio comunale di Trento e mentre mi preparavo avevano cominciato a parlarne. Con me c’era anche Milena Bertagnin che mi ha aiutato nella gestione della serata. Ho iniziato con una simulazione de “La Parola ai Cittadini”. Sono uscite 9 proposte per la città di Trento (avevo posto io il limite di 9 per il poco tempo a disposizione, due ore scolastiche), che hanno discusso con competenza e passione. 9 i proponenti, 27 gli interventi di chi ascoltava, votazioni immediate. In meno di 1 ora abbiamo stabilito le priorità del microcosmo di cittadini presenti. Poi ho chiesto le differenze tra la sera precedente e la loro simulazione e sono usciti commenti estremamente interessanti, e qualcuno ha rilevato che la qualità delle discussioni di loro normali cittadini non era affatto inferiore (anzi) alla qualità degli interventi dei consiglieri comunali sentiti il giorno prima.  Allego il file con le votazioni e la presentazione sugli esempi di democrazia diretta, fatta subito dopo. Si aprono facilmente con OpenOffice. Un grande grazie all’insegnante Antonella Valer per aver permesso questo incontro.

    presentazione-trento-20-01-11

    domande-cittadini trento

    qui il link al programmino timer scaricabile gratuitamente Cool Timer

    Giovedì 27 gennaio sarò a Mantova a parlare di democrazia diretta con una associazione presente nel consiglio comunale della città. Appena avrò il manifestino lo inserirò qui.

    Postato in parola ai cittadini

    incontro sulla Democrazia Diretta nel Liceo Rosmini a Trento

    17 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    liceo rosmini

    di Paolo Michelotto

    questo giovedì 20 gennaio 2011 sarò a Trento presso il Liceo Rosmini, invitato a parlare di Democrazia Diretta da una classe serale (dalle 18.45 alle 20.25)

    Realizzerò una simulazione di “La Parola ai Cittadini” e poi una presentazione video e infine la fase delle domande e risposte.

    Postato in Senza categoria, democrazia diretta, parola ai cittadini

    il ruolo sempre più grande di internet nelle rivolte per avere democrazia

    14 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    tunisiadi Paolo Michelotto

    forse dalla rivolta tunisina sta emergendo che i nuovi strumenti forniti dai social network e da internet permettono ai cittadini di collegarsi tra di loro e di fare emergere e coordinare le loro esigenze. Nonostante la repressione del potere. Sembra di assistere ad una situazione nuova di pericoloso equilibrio. Ci sono stati come la Cina e Iran dove riescono a censurare la rete, altri dove non hanno ancora le capacità per farlo, altri come l’Islanda dove invece questa libertà è tutelata con cura dalla legge. Forse stiamo assistendo a un nuovo sviluppo della democrazia, una strada senza ritorno per la creazione di un sistema politico che tenga davvero conto delle esigenze dei cittadini. Sarebbe proprio un paradosso, nato da uno strumento concepito dai militari… Ma anche il bello dell’imprevidibilità della storia del genere umano.

    Ecco una interessante analisi de Il Sole 24 Ore

    La cyber rivolta 2.0 dei giovani tunisini in dieci punti

    La rivolta dei giovani disoccupati tunisini ha superato il blocco della censure attraverso le autostrade della rete. Ecco in dieci punti una ricostruzione di quello che è accaduto nelle ultime settimane.

    1 Mohamed si dà fuoco

    La rivolta in Tunisia ha inizio il 17 dicembre quando Mohamed Bouaziz, un giovane diplomato di 26 anni si dà fuoco a Sidi Bouzid, capo luogo della regione del centro ovest, tra le più depresse del paese. Mohamed protesta contro la polizia che gli ha sequestrato il chiosco di di frutta e verdura con cui fa vivere la sua famiglia. E’ morto il 4 gennaio, la sera. La sua morte diffusa via Facebook, sms e Twitter è la miccia che accende gli scontri

    2 Il via da Facebook

    Dai social network come Facebook e Twitter la notizia della morte di Mohamed Bouaziz si diffonde rapidamente in tutta la Tunisia. Cominciano in diverse città le proteste in strada dei giovani contro il governo Ben Ali.

    3 Rivolta in tempo reale

    Un po’ come è accaduto in Italia durante le proteste degli studenti universitari che sui social network annunciavano le occupazioni della Torre di Pisa, del Colosseo, anticipando la polizia, la rete è servita da grancassa ai giovani della Tunisia per quella che è stata battezzata come la “rivolta dei gelsomini”. Su 12 milioni di tunisini, 3,6 milioni hanno seguito dallo schermo del loro computer, minuto per minuto, gli avvenimenti avvenuti ad una ventina di giorni a questa parte in tutto il paese. .

    4 I blog e i video contro la censura

    I blogger sono stati in prima linea per riprendere con le loro telecamere gli scontri nelle banlieu di Tunisi e delle altre città. Zouheir Makhlouf, blogger di Tunisi, è diventato un mito nella rete. Con la sua telecamerina ha ripreso tutto, le cariche della polizia, le gomme bruciate, le auto girate in mezzo alla strada, i morti. I video sono commentati dalla sua voce: «Dappertutto lo stesso scenario, un serpente a mille strade ha invaso le strade scandndo lo slogana “Ben Ali barra barra”, Ben Ali vai via». I video sono condivisi e scambiati, fanno il giro del paese in un attimo attraverso i social network. L’indignazione aumenta.

    5 Cyber resistenza…

    Attraverso i video e le informazioni che giravano sulla rete si è alimentata la rete informativa delle agenzie di stampa. Facebook è stato dentro al cuore degli avvenimenti. «Facebook ha rotto l’immagine di una tnisia che balla e danza, Abbiamo mostrato una Tunisia che urla, che brucia», dice Abdel Ghazala, un altro blogger tunisino. Negli ultimi 30 giorni la Tunisia è stato il terzo paese al mondo il termine Facebook è stato il più cercato nella rete, anche se conta appena 12 milioni di abitanti.

    6 …E cyber polizia

    La polizia tunisina ha cercato di riprendere in questi giorni il controllo della rete. Si sono riuniti a Cartagine il 5 gennaio per mettere a punto una controffensiva al fine di frenare la guerriglia 2.0. Tra le proposte che stanno cercando di mettere in atto ci sono il rallentamento dei pc, il blocco delle reti di telefonia mobile, l’hackeraggio dei codici di accesso delle pagine Facebook e soprattutto l’arresto dei leader della rivolta sulla rete.

    7 Hacker occidentali in aiuto

    A fianco della rivolta dei giovani tunisini,in rete in queste settimane si sono schierati gli hacker di mezzo mondo. Per aiutarli a dribblare la censura e l’oscuramento dei siti. Hanno spiegato come difendersi con i virus, come aggirare la censura attraverso server alternativi come Hotspold Shield.

    8 Guerriglia invisibile

    Il collettivo hacker Anonymous nell’operazione Tunisia è riuscito seppur per poco tempo a entrare e mettere fuori servizio il sito del governo, i siti dei ministeri, il sito della Banca Zotouna di proprietà del genero di Ben Ali, Sakhr Materi. Sul video di questi siti è apparsa una scritta che ha scaldato il cuore degli internauti tunisini. «Voi avete unilateralmente dichiarato la guerra alla libertà di espressione, alla democrazia e al vostro popolo. Anonymous aiuta il popolo tunisino nella sua lotta contro l’oppressione».

    9 I messaggi istantanei

    Twitter e gli sms hanno giocato un ruolo fondamentale nella guerriglia urbana di questi giorni. L’invio di piccoli messaggi, di video e di informazioni o di foto ha permesso a un piccolo gruppo di rimanere in contatto con milioni di persone che volevano informarsi sull’evoluzione del movimento in corso. Anche i forum sono stati una piazza virtuale dove si sono scambiate le opinioni. La rete isomma ha creato una forma vuova di resistenza e solidarietà collettiva. .

    10 La resistenza sul web

    Ben Ali per il popolo della rete è Zaba (Zine El-Abidine Ben Ali). El general, rapper autore del brano “Ascoltami signor presidente” ne ha cantato le gesta, con parole di protesta e di invito ad aprire gli occhi rivolto ai giovani del suo paese. Per la polizia è difficile contrastare il flusso di notizie anti regime che circola sulla rete, sulle chat e i social network. La velocità della comunicazione, l’anomimato che offre la rete e la rapidità hanno permesso ai giovani di anticiparla in molti casi o di ritirarsi all’avvicinarsi dell’esercito nelle strade.

    Postato in esempi virtuosi, informazione

    Le nuove norme per l’Iniziativa Europea

    8 Gennaio 2011 // Nessun commento »

    cittadino europadi Paolo Michelotto

    ricevo questo interessante contributo da Thomas Benedikter e lo condivido con chi è interessato ad approfondire gli strumenti di democrazia diretta che stiamo per avere nell’ambito dell’Unione Europea.

    Il Parlamento europeo approva le norme di applicazione per l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE)

    Luci e ombre del nuovo regolamento dell’ICE

    Dopo le decisioni della Commissione e del Consiglio europeo, il 15 dicembre il Parlamento europeo (PE) ha varato una direttiva per rendere operativo il primo strumento di partecipazione dei cittadini alla politica dell’UE: l’ICE, istituita dal Trattato di Lisbona (Art. 11,4). Non si tratta ancora di una strumento referendario vero e proprio, ma di una „iniziativa popolare agenda“, in Italia paragonabile alla proposta di legge di iniziativa popolare. Almeno un milione di cittadini UE, provenienti da un numero minimo di paesi membri, hanno il diritto di invitare la commissione europea ad avviare un’iniziativa legislativa, giacché è la Commissione l’organo che origina le norme europee. La proposta dei cittadini deve essere trattata dagli organi comunitari, ma se la Commissione decidesse di accantonarla, non seguirà nessun tipo di referendum europeo.

    In breve, i punti di forza di questa direttiva, stando al giudizio di „Mehr Demokratie“ sono questi:

    • La raccolta delle firme sarà possibile anche online. A questo scopo la Commissione UE mette a disposizione die promotori software open source.

    • Una volta raccolto il numero necessario di firme, i promotori ottengono il diritto di essere sentiti in audizione pubblica dal PE, in presenza di un rappresentante della Commissione;

    • Per la raccolta delle firme vale il principio della proporzionalità degressiva, cioè nei paesi membri più piccoli devono essere raccolti relativamente più firme, nei paesi più grandi meno firme.

    • I promotori di un’ICE devono rendere pubbliche le loro fonti di finanziamento.

    I lati deboli, per contro, si questa direttiva sull’ICE sono i seguenti:

    • L’ICE non viene registrata se in palese contrasto con i valori fondamentali dell’UE, oppure se il quesito non rientra nelle competenze della Commissione, oppure palesemente poco seria. Queste regole sono troppo vaghe e consentono alla Commissione di bloccare un’ICE senza che ci fosse una verifica legale e approfondita in un momento precedente alla raccolta di tutto il milione di firme.

    • Si prevede che la verifica definitiva dell’oggetto dell’ICE avvenga solo dopo la raccolta del milione di firme richiesto. Perciò, il rischio che un’ICE non venga ritenuta ammissibile, ricade interamente sui promotori.

    • Si prevede che l’ICE sarà attuabile solo a partire dall’inizio del 2012, siccome i paesi membri hanno ancora un anno di tempo per adattare provvedimenti di attuazione.

    • 18 su 27 paesi membri richiedono l’indicazione del numero della carta d’identità o del passaporto per poter validamente firmare un’ICE. In Italia questo numero va indicato per poter firmare ogni tipo di richiesta di referendum.

    • Le firme (1 milione) devono provenire da una quarto dei paesi membri (attualmente 7 su 27). Il PE e Democracy International avevano proposto un quinto.

    • A differenza della proposta del PE sull’ICE non c’è un termine perentorio per l’applicazione di un’ICE, dopo essere stata favorevolmente accolta dalla Commissione.

    Tutto sommato, le prospettive sono non troppo promettenti. A parte il rinvio dell’applicabilità concreta – le prime ICE potranno partire solo nel 2012 – l’ICE servirà per pubblicizzare intenti politici fortemente sentiti dalla cittadinanza europea, ma non per portare un quesito urgente al referendum europeo. Quindi a questo nuovo diritto europeo mancano ancora le punte per poter spronare gli organi comunitari di sentire la voce e di adeguarsi alla volontà dei cittadini.

    Thomas Benedikter

    (Illustrazioni più estese sulla democrazia diretta in Europa e su come democratizzare l’UE si trovano sulla pubblicazione „Più democrazia per l’Europa“, scaricabile qui)

    Postato in democrazia, europa