di Paolo Michelotto
bel documentario che racconta cos’è Wikileaks. Ottimo lo sforzo fatto da Il Fatto Quotidiano per tradurlo e renderlo disponibile anche a noi cittadini italiani. Cose già note, ma viste raccontare dai protagonisti rende tutto più nitido. Complimenti Assange e tutti i suoi amici che ci permettono di avere notizie che i nostri “rappresentanti” non vorrebbero farci avere. La democrazia comincia dall’informazione e dalla trasparenza.
Qui la seconda parte
riporto un interessante articolo apparso oggi sul Corriere. Interessante anche per la distanza abissale che ormai separa l’Italia dal resto del mondo in fatto di democrazia. Ma tutto sommato anche una iniezione di fiducia. Non saranno singole persone a fermare il cammino della democrazia nel mondo. Potranno fare danni a livello locale e purtroppo in Italia, ma il trend di sviluppo mondiale è ben chiaro.
In discussione la riforma PER DARE PIU’ VOCE AGLI ELETTORI
Inghilterra: le leggi le sceglie il pubblico”, come in X Factor
“E-petizioni” sul Web potranno indicare i temi da trattare in Parlamento. Le critiche: scelta rischiosa e populista
MILANO – I progetti di leggi del Parlamento britannico scelti e votati dal pubblico come i concorrenti di X Factor. L’idea di creare una sorta di democrazia diretta grazie alle nuove tecnologie e di avvicinare i cittadini alla politica di tutti i giorni non è affatto nuova, ma è stata pensata sin dagli albori di Internet. Ma
David Cameron
come racconta un recente articolo del Guardian di Londra il governo inglese potrebbe essere il primo in Occidente a tradurre questo possibilità in realtà: in questi giorni il primo ministro David Cameron sta pensando di dedicare alcune pagine del sito web governativo esclusivamente alle petizioni pubbliche. Le più votate dovrebbero essere discusse in Parlamento e successivamente potrebbero diventare leggi dello Stato.
E-PETIZIONI – Secondo il progetto del governo le e-petizioni sottoscritte da almeno 100.000 votanti saranno sempre discusse alla Camera dei Comuni, mentre sullo stesso sito web dovrebbe essere pubblicati svariati progetti di leggi: saranno proprio gli utenti-elettori a giudicare quali sono quelli prioritari e necessari al paese e la loro decisione porterà le proposte più velocemente all’esame in Parlamento. Il governo sta pensando di far conoscere il meccanismo delle e-petizioni anche a coloro che frequentano abitualmente i più popolari social network. Ad esempio gli utenti di Facebook che sostengono una certa causa o una campagna politica, potrebbero rimanere in contatto tra loro e discutere per mesi la proposta di legge prima di pubblicarle sul sito del governo.
APPROVAZIONE – George Young, leader della Camera dei Comuni, ha confessato al quotidiano di Londra che la riforma sulle e-petizioni potrebbe essere portata avanti già all’inizio del nuovo anno. Naturalmente nessuna tra le petizioni votate dagli utenti-elettori otterrà automaticamente il sostegno del governo. L’iniziale proposta di tradurre direttamente in legge le e-petizioni che supererebbero il milione di sostenitori è stata sonoramente bocciata dal governo. Alla fine sarà sempre il Parlamento a decidere se tradurre in legge le proposte degli elettori. In passato già Tony Blair aveva provato ad avvicinare i cittadini alla politica quotidiana creando il sito web del Primo Ministro (http://www.number10.gov.uk/) attraverso il quale tentava un colloquio diretto e interattivo con gli utenti-elettori. Adesso questo principio dovrebbe essere ampliato ed esteso a tutti i dicasteri.
CRITICHE – La proposta del governo inglese ha già scatenato grandi polemiche perché – affermano i detrattori – petizioni populiste come la reintroduzione della pena di morte o l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea potrebbero ottenere grande sostegno e mettere in seria difficoltà il governo guidato da David Cameron: «Apprezziamo il vecchio principio del sito web di Downing Street – afferma una fonte anonima di Whitehall intervistata dal Guardian- ma questa tecnica di consenso appare poco edificante. Bisognerebbe trovare un modo più efficiente e maturo per impegnare il grande pubblico a interagire con il Governo e il Parlamento». Anche Paul Flynn, deputato laburista ascoltato dal Daily Mail boccia la proposta: «Questa può sembrare un’idea attraente solo a coloro che non hanno mai visto quanto è risultata inutile una riforma del genere nei paesi in cui è stata applicata. La blogosfera non è un luogo dove si può aprire un dibattito complesso e sensibile. Spesso essa è dominata dagli ossessionati e dai fanatici e da qui spesso escono solo idee pazze».
Francesco Tortora
28 dicembre 2010
Ciao a tutti e un grande augurio di Buone Feste!!!
Vi giro una proposta che mi arriva da Stephan Lausch di Mehr Demokratie di Bolzano.
Gli amici di Mehr Demokratie probabilmente da febbraio 2011 (in quella data è previsto che la SVP presenterà una legge per abolire il quorum dai referendum a livello provinciale, ma nel contempo rendendo più difficile ed ardua la raccolta firme – 10% della provincia e doppia raccolta come il modello bavarese) inizieranno una raccolta di firme per presentare una proposta di legge popolare per migliorare gli strumenti di democrazia diretta nella provincia di Bolzano.
Contemporaneamente vogliono anche fare una proposta per ridurre lo stipendio dei Consiglieri Provinciali. Ma essendo questi anche Consiglieri Regionali, devono iniziare un referendum regionale.
E chiedono a noi trentini se siamo disposti a collaborare per quanto riguarda la raccolta delle 15.000 firme necessarie a livello regionale (quindi 7500 per ciascuna delle due provincie).
Sarebbe bello che anche noi trentini facessimo una cosa simile e magari contemporaneamente abbinare una proposta provinciale per migliorare gli strumenti di democrazia diretta del trentino (come hanno fatto a Bolzano nel passato) e anche proposte a livello dei singoli comuni a Trento e a Rovereto e nei comuni dove ci sia qualcuno disposto ad attivarsi.
Ossia migliorare gli strumenti di democrazia diretta in ambito regionale (lo stipendio dei consiglieri) e in ambito provinciale e comunale (abolizione del quorum).
Servono persone che autentichino (consiglieri comunali e provinciali, ma possono autenticare anche semplici dipendenti della provincia – esempio insegnanti superiori – e dei comuni che ne facciano richiesta ai sindaci o presidente della provincia), persone che siano disposte a stare nei banchetti per raccogliere firme e qualsiasi altro tipo di aiuto.
Chi vuole collaborare o commentare può scrivere direttamente un commento sotto al post qui
oppure scrivere un’email a partecipazione@cittadinirovereto.it (riporterò io il commento sotto al post)
E di nuovo Buone Democratiche Feste!!!
Paolo Michelotto
Caro Paolo,
ecco qui come siamo rimasti una breve presentazione dell’intenzione di arrivare ad un referendum sugli stipendi dei politici a livello regionale. Qui in Provincia di Bolzano non abbiamo difficoltà di organizzare la raccolta delle firme che vorremmo svolgere insieme alla raccolta per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla democrazia diretta, proposta che è stata votata con una maggioranza del 83% del 38,2% degli aventi diritto al voto il 25 ottobre 2009, mancando così di poco il quorum del 40%.
So che i tempi sono stretti ma sarebbe bello riuscire a partire con la raccolta delle firme nella seconda metà di febbraio.
Ci sentiamo e intanto Ti mando un caro saluto
Stephan
Gli stipendi dei politici
Detto semplicemente: non si può più tollerare che i nostri politici guadagnino così tanto. Se poi confrontiamo i loro stipendi con quelli di altri paesi e consideriamo pure la scarsa qualità del loro lavoro la cosa risulta veramente inaccettabile: è ora che cambi qualcosa. Non è per invidia o per la necessità di risparmiare: la cosa più preoccupante è che noi affidiamo i compiti più importanti che riguardano l’intera collettività a persone che mirano in primo luogo al vantaggio di stipendi lucrativi. E’ un criterio poco nobile che purtroppo hanno molte persone che ambiscono a questa posizione; proprio coloro che si occupano della cosa pubblica invece dovrebbero essere le persone che maggiormente hanno a cuore non i propri vantaggi ma il bene del popolo.
La nostra democrazia è malata proprio a causa di questa selezione negativa. Se vogliamo una guarigione della democrazia è necessario che coloro che lavorano in ambito politico siano animati da altre motivazioni e prospettive: non dalla prospettiva di un potere esclusivo e di privilegi strepitosi, non dalla presunzione di non dover imparare, di essere esentati dal dover argomentare le proprie idee, non accettando un distacco tale da non sentirsi in dovere di ricercare per le proprie decisioni il consenso dei cittadinii. Al contrario dovrebbero essere persone che cercono una collaborazione costruttiva e soluzioni ottimali, che sono disponibili a sottoporre le proprie idee all’opinione pubblica, che prendono decisioni a seconda delle proprie convinzioni senza sottostare agli interessi di potere del partito cui sono legati per la propria ricandidatura e per l’ottenimento di privilegi, tra cui quello di una vita assicurata dal punto di vista economico.
Per questi motivi è più che mai necessario rivedere e regolare ex novo gli stipendi dei politici. È data la possibilità di sottoporre al referendum abrogativo parti delle attuali normative che regolano gli stipendi dei politici e di mettere così in discussione lo status del rappresentante politico all’interno della popolazione: deve esercitare il potere sulla popolazione o servire i cittadini?
Dettagli di un possibile referendum abrogativo sugli stipendi dei consiglieri provinciali
Sarebbe utilizzabile lo strumento del referendum abrogativo a livello regionale in quanto dovrebbe essere esercitato su una o più leggi regionali. Esso è regolamentato con leggi regionali unificati nel Testo Unico delle leggi regionali contenenti norme sul referendum abrogativo di leggi regionali e provinciali deliberato con decreto del Presidente della Giunta regionale 23 febbraio 1984, n. 3/L.
Questi sono gli elementi essenziali:
- Il referendum è indetto quando venga presentata richiesta scritta da almeno quindicimila elettori iscritti nelle liste lettorali per l’elezione del Consiglio regionale.
- vige il quorum di partecipazione del 50%
- la richiesta non può essere depositata nell’anno anteriore alla scadenza del Consiglio reg.
- le firme devono essere autenticate da un notaio, da un cancelliere diun ufficio giudiziario della circoscrizione nella quale è compreso il comune dove è iscritto l’elettore, il giudice conciliatore, il segretario del comune o da un funzionario incaricato dal sindaco.
- le firme devono essere raccolte entro quattro mesi dal verbale di presentazione della richiesta;
- accertata la regolarità formale il presidente del Consiglio reg. convoca l’uffico di presidenza del Cons. reg. che delibera all’unamità sulla ammissibilità della richiesta di referendum. Qualora non si raggiunga l’unanimità delibera il Consiglio regionale.
ho ricevuto da Tiziana Plebani una email, che racconta brevemente come è andata la serata del 9 dicemre 2010 (un successo) con una foto e la presentazione che lei ha fatto durante la serata. Ottima presentazione che invito tutti a scaricare e a leggere.
Caro Paolo,
ti ringraziamo di aver dato visibilità alla nostra iniziativa che è stata un successo. Una straordinaria partecipazione e in sala si sentiva un’energia tangibile e positiva. La Cittadinanza sa costruire spazio pubblico condiviso e progettare…. una città migliore. L’Amministrazione saprà accettere la sfida e questa opportunità?
Ti invio una foto dell’incontro e il ppt che ho presentato e che attinge ampiamente alle esperienze di altri così generosi da lasciare in rete documenti, locandine…
Saluti carissimi
Tiziana Plebani
Coordinamento Io Decido
Venezia
ancora grazie a Diego Galli, che mi ha fornito il link con i testi dei quesiti referendari. Nello loro semplicità, sono rivoluzionari. La democrazia non deve per forza essere cervellotica…
http://www.radicalifvg.it/quesiti_gorizia.pdf
Li riporto qui per comodità:
Dopo la sentenza del Tribunale di Gorizia che ha dato ragione al Comitato promotore dei Referendum composta da Verdi del Giorno e Radicali goriziani riparte la campagna referendaria sui due quesiti riammessi e su altri due nuovi.
I quesiti riammessi sono:
“volete che il referendum consultivo (art.77 Comune di Gorizia) sia valido qualunque sia il numero di elettori che vi partecipi?”
“Volete che tra gli istituti di consultazione popolare previsti dallo Statuto del Comune di Gorizia venga introdotta la delibera di iniziativa popolare?”
I nuovi quesiti sono:
“Volete che il Comitato dei garanti sia composto da un rappresentante del Comune, un rappresentante indicato dal Comitato Promotore del Referendum comunale e dal Difensore Civico con funzioni di Presidente?”
” Volete che il Comune di Gorizia istituisca un registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) altrimenti conosciuto come Registro dei Testamenti Biologici?”
La raccolta firme inizierà lunedì 6 dicembre 2010 alle ore 20.30 durante l’inaugurazione della nuova sede dell’IDV a Gorizia in via XXIV Maggio e proseguirà con tavoli nei giorni seguenti con calendario che verrà tempestivamente comunicato.
Il PD goriziano, l’Italia dei Valori ed il movimento 5 stelle hanno assicurato la loro adesione.
Lorenzo Cenni
segretario Associazione Radicale
Trasparenza è Partecipazione
Gorizia
alla presenza di una trentina di persone sì è svolto il 2 dicembre 2010 la serata sul tema “Democrazia Diretta” a Torino, organizzata dal Movimento5StelleTorino. Prima di me ha fatto un interessante intervento sulla Crisi Della Democrazia Rappresentativa, Alberto. Gli ho chiesto poi il permesso di riprodurla qui, che forse interessa anche altri.
Metto qui anche il foglio di calcolo usato per raccogliere le idee per la simulazione di serata partecipativa “La Parola ai Cittadini”, (per chi vuole usarlo, basta svuotare tutti i campi, riempirli e poi ordinare la colonna D in ordine decrescente).
domande cittadini torino 02-12-10
Metto anche la presentazione che ho videoproiettato (è la consueta che uso, ma la riposto qui per comodità).
Infine il link al programma Timer, gratuito, che ho usato per tenere i tempi: Cool Timer
Le persone presenti, mi sono sembrate molto interessate ad approfondire la conoscenza degli strumenti di democrazia diretta e sono sicuro che ci saranno sviluppi interessanti. Ci sono state anche domande molto pertinenti, di persone che cercavano il modo per replicare le esperienze mostrate. Insomma un bel momento.
Alla fine c’è stato l’intervento di Helen che ha chiarito i punti programmatici della futura lista civica comunale del Movimento 5 Stelle di Torino e le modalità per raccogliere adesioni di candidati e il percorso futuro da qui al prossimo maggio 2011, data presunta per le elezioni comunali di Torino.
Ecco l’intervento di Alberto, che consiglio di leggere:
La crisi della Democrazia Rappresentativa (qui il file doc: La crisi)
Tratto da “Il futuro della democrazia” di Norberto Bobbio
A paragone della democrazia d’ispirazione rousseauiana, infatti, la partecipazione popolare negli stati democratici reali è in crisi almeno per tre ragioni: a) la partecipazione si risolve nella migliore delle ipotesi nella formazione della volontà della maggioranza parlamentare; ma il parlamento non è più nella società industriale avanzata il centro del potere reale, essendo spesso soltanto una camera di registrazione di decisioni prese altrove; (continua…)
da Gorizia, grazie alla segnalazione di Diego Galli, arriva una bella notizia. I Verdi e i Radicali hanno presentato un referendum per chiedere di togliere il quorum dai referendum comunali. Questa domanda è stata giudicata ammissibile dall’apposito comitato ed ora può iniziare il percorso che terminerà con il voto dei cittadini chiamati ad esprimersi su questo argomento. Clicca sull’immagine per vederla più grande.
Sarà la quarta volta in Italia dopo il referendum di Vicenza del 10 settembre 2006, quello di Rovereto (TN) dell’11 ottobre 2009, e quello della provincia di Bolzano del 25 ottobre 2009 (in realtà a Vicenza si chiedeva il 10% e a Bolzano il 15%, ma il risultato era lo stesso). Ed è un buon segno per lo sviluppo della democrazia. Più voci chiedono una cosa ovvia, alla base del concetto democratico: chi partecipa decide.
Ecco il testo dell’articolo del Messaggero Veneto
Abolizione del quorum, via libera del referendum
L’ha deciso il comitato dei garanti
Pagina 1 – Gorizia – Il Comitato dei garanti ha detto sì, ieri mattina, ai due quesiti referendari presentati dal Comitato promotore, ma la strada per il Referendum day che vorrebbero promuovere Radicali e Verdi la primavera prossima è ancora lunga e non priva di ostacoli. Facendo seguito alla sentenza del Tribunale civile di Gorizia, che il 27 ottobre ha accolto il ricorso presentato dai promotori del referendum (composto dal coordinatore Renato Fiorelli, da Pietro Pipi, dall’avvocato Marzia Paoluzzi, Lorena Vuga e Guido Trani), giudicando ammissibili i due quesiti, i garanti ieri mattina, in municipio, hanno preso atto della situazione e proceduto agli ulteriori adempimenti previsti.
Sono stati ammessi dunque i referendum sull’abolizione del quorum elettorale del 50% più 1, necessario per la validità dell’esito referendario e quello per l’inserimento della delibera di iniziativa popolare all’interno degli strumenti di consultazione popolare previsti dallo Statuto del Comune di Gorizia. Tali quesiti erano stati respinti dall’allora Comitato dei garanti, due anni fa, con la motivazione che avrebbero modificato lo Statuto comunale. Il Tribunale ha affermato che, però, la modifica dello Statuto comunale non rientra fra le cause di inammissibilità, dando ragione al Comitato del referendum.
Ieri mattina il Comitato dei garanti, insieme a due esponenti dei promotori del referendum, ha proceduto all’autenticazione delle firme finora raccolte. Sono state giudicate valide 447 firme sulle 450 consegnate per il quesito sul quorum e 523 su 527 per il quesito sulla delibera di iniziativa popolare. Dall’avvenuta notifica dell’autenticazione, che sarà inoltrata entro questa settimana, il Comitato promotore del referendum avrà 60 giorni di tempo per raccogliere gli autografi mancanti. Servono 1.500 firme per ciascun quesito (alle quali vanno sottratte quelle già autenticate).
Pertanto Verdi e Radicali, in due mesi, dovranno raccogliere ancora 1.053 firme per il primo quesito e 977 per il secondo. Se i promotori riusciranno ad ottenere questo risultato, il consiglio comunale dovrà fissare la data per la consultazione popolare. Altrimenti non sarà indetto il referendum. Dopodiché, visto che non è ancora passato il quesito per l’abolizione del quorum, se alle urne non si presenterà il 50% più uno degli aventi diritto, il referendum non passerà. Non bisogna dimenticare poi che lo strumento referendario ha soltanto valore consultivo, dunque non obbliga il Comune ad assumere una decisione conforme. Insomma, il consiglio comunale sarà sì obbligato a discuterne in aula (nel caso in cui si raggiunga il tetto di elettori), ma poi potrà anche decidere di cestinare le richieste dei cittadini, assumendosi, ovviamente, la responsabilità politica del diniego.
Ilaria Purassanta
Qui altri approfondimenti: (continua…)
giovedì 2 dicembre 2010 sarò a Torino invitato dal Movimento5StelleTorino a parlare di democrazia diretta. In realtà la serata si articolerà in una prima fase pratica di dimostrazione concreta di come può funzionare una serata partecipativa (il metodo La Parola ai Cittadini). Seguirà una seconda fase in cui racconterò con immagini videoproiettate le migliori esperienze di democrazia diretta che sono in atto nel mondo e infine una terza fase riservata alle domande e risposte. Tutti i torinesi interessati all’argomento sono invitati.
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