il 6-9 febbraio 2009, in Australia è stato realizzato il primo parlamento dei cittadini, i cui partecipanti erano stati estratti a sorte. Non eletti, ma estratti a sorte, come nelle Giurie Popolari dei tribunali dei paesi Anglosassoni, o come avveniva nell’antica Atene, nella Boulè. L’estrazione a sorte dei rappresentanti, in realtà ha una storia più vasta, non solo nel mondo antico, o medioevale, ma anche recente. Comunque questo evento realizzato in Australia aveva caratteristiche uniche che lo differenziavano dai precedenti. Aveva una parte online, dove i cittadini avevano potuto dibattere in maniera organizzata sui temi, aveva un’agenda aperta, ossia i partecipanti potevano parlare praticamente di tutto e decidere gli argomenti di discussione, era stato organizzato da enti ed università. Ora è disponibile il manuale su come è stato organizzato l’evento, che serve a chi vuole saperne di più e a chi vuole organizzarne uno simile. E nelle appendici ci sono tutti i documenti inviati ai cittadini e una miniera di altre informazioni.
E’ sicuramente una lettura utile, piacevole e stimolante per tutti noi cittadini interessati. Chissà mai che simili eventi non siano sempre più frequenti anche da noi.
Scaricati qui il manuale completo, in Inglese.
Manuale "Australia's First Citizens' Parliament" (2137)Noi a Rovereto il 20 settembre 2009 avevamo organizzato con pochissimi soldi una cosa simile, a livello provinciale.
giovanni gualtiero ha scritto
1un parlamento creato con estrazione di un campione casuale rappresentativo tra i cittadini elettori è una mia vecchia idea già te la proposi molti anni fa.
ora ti so anche dire che con 385 persone estratte a caso si raggiunge la probabilità di centrare la media reale tra destra e sinistra nel 95% delle estrazioni con una forchetta del 10%. (matematica).
credo che il risultato sia decisamente migliore di quello ottenuto con elezioni dove si raccolgono mercenari a destra e a sinistra senza nessuna garanzia che non salteranno il fosso.
resto convinto come lo ero allora che il referendum vada benissimo per risolvere controversie semplici e ben determinate dove il pubblico si appassiona e sui interessa del conflitto.
discutiamone
giovanni gualtiero
08/21/10 1:44 PM | Comment Link
paolo michelotto ha scritto
2Ciao Giovanni, mi ricordo di quella tua idea, a cui ti risposi che nell’antica Atene facevano appunto così. Sto anch’io approfondendo con attenzione questo argomento. Ma gli esempi che hanno funzionato sono innumerevoli, a partire dall’antica Atene, passando per Venezia, Firenze e attualmente gli arrondissement di Parigi e i quartieri di Berlino. Non si tratta insomma di speculazioni filosofiche ma di studiare esperienze concrete e funzionanti.
08/21/10 8:43 PM | Comment Link
Gennaro Esposito ha scritto
3Ottimo metodo. Bisogna vedere se il campione è all’altezza del compito, nel senso se risulta omogeneo per caratteristiche demografiche, sociali, culturali, etc. Sui referendum anche qui in Campania lanciai l’idea l’anno scorso in piu’ di un occasione per l’abolizione del quorum. Lo strumento referendario andrebbe utilizzato per questioni importanti che coinvolgono la maggior parte dei cittadini, non per quelle ordinarie.
08/28/10 2:35 PM | Comment Link