mentre la sentenza del tribunale di Palermo che ha condannato il fondatore di Forza Italia e braccio destro di Berlusconi per rapporti con mafiosi, riporto un articolo di Umberto Eco e ricordo che domani 1 luglio 2010 c’è la manifestazione nazionale contro l’ennesima legge che tutela i pochi e va contro gli interessi dei molti, la legge Bavaglio.
Umberto Eco: “A piccoli passi verso il regime”
Le norme sulle intercettazioni. Il controllo dei tg della tv pubblica. E prima il lodo Alfano, i tagli alla scuola… Berlusconi trasforma le istituzioni un passo dopo l’altro, con lentezza.
Perché i cittadini assorbano i cambiamenti come naturali. Così al colpo di Stato si è sostituito lo struscio di Stato.
È nota la definizione della democrazia come sistema pieno di difetti ma di cui non si è ancora trovato nulla di meglio. Da questa ragionevole assunzione discende, per la maggior parte della gente, la convinzione errata che la democrazia (il migliore o il meno peggio dei sistemi di governo) sia quello per cui la maggioranza ha sempre ragione. Nulla di più falso. La democrazia è il sistema per cui, visto che è difficile definire in termini qualitativi chi abbia più ragione degli altri, si ricorre a un sistema bassamente quantitativo, ma oggettivamente controllabile: in democrazia governa chi prende più consensi. E se qualcuno ritiene che la maggioranza abbia torto, peggio per lui: se ha accettato i principi democratici deve accettare che governi una maggioranza che si sbaglia.
Una delle funzioni delle opposizioni è quella di dimostrare alla maggioranza che si era sbagliata. E se non ce la fa? Allora abbiamo, oltre a una cattiva maggioranza, anche una cattiva opposizione. Quante volte la maggioranza può sbagliarsi? Per millenni la maggioranza degli uomini ha creduto che il sole girasse intorno alla terra (e, considerando le vaste aree poco alfabetizzate del mondo, e il fatto che sondaggi fatti nei paesi più avanzati hanno dimostrato che moltissimi occidentali ancora credono che il sole giri) ecco un bel caso in cui la maggioranza non solo si è sbagliata ma si sbaglia ancora. Le maggioranze si sono sbagliate a ritenere Beethoven inascoltabile o Picasso inguardabile, la maggioranza a Gerusalemme si è sbagliata a preferire Barabba a Gesù, la maggioranza degli americani sbaglia a credere che due uova con pancetta tutte le mattine e una bella bistecca a pasto siano garanzie di buona salute, la maggioranza si sbagliava a preferire gli orsi a Terenzio e (forse) si sbaglia ancora a preferire “La pupa e il secchione” a Sofocle. Per secoli la maggioranza della gente ha ritenuto che esistessero le streghe e che fosse giusto bruciarle, nel Seicento la maggioranza dei milanesi credeva che la peste fosse provocata dagli untori, l’enorme maggioranza degli occidentali, compreso Voltaire, riteneva legittima e naturale la schiavitù, la maggioranza degli europei credeva che fosse nobile e sacrosanto colonizzare l’Africa.
In politica Hitler non è andato al potere per un colpo di Stato ma è stato eletto dalla maggioranza, Mussolini ha instaurato la dittatura dopo l’assassinio di Matteotti ma prima godeva di una maggioranza parlamentare, anche se disprezzava quell’aula «sorda e grigia». Sarebbe ingiusto giocare di paradossi e dire dunque che la maggioranza è quella che sbaglia sempre, ma è certo che non sempre ha ragione. In politica l’appello alla volontà popolare ha soltanto valore legale (”Ho diritto a governare perché ho ricevuto più voti”) ma non permette che da questo dato quantitativo si traggano conseguenze teoriche ed etiche (”Ho la maggioranza dei consensi e dunque sono il migliore”).
In certe aree della Sicilia e della Campania i mafiosi e i camorristi hanno la maggioranza dei consensi ma sarebbe difficile concluderne che siano pertanto i migliori rappresentati di quelle nobilissime popolazioni. Recentemente leggevo un giornalista governativo (ma non era il solo ad usare quell’argomento) che, nell’ironizzare sul caso Santoro (bersaglio ormai felicemente bipartisan), diceva che costui aveva la curiosa persuasione che la maggioranza degli italiani si fosse piegata di buon grado a essere sodomizzata da Berlusconi. Ora non credo che Berlusconi abbia mai sodomizzato qualcuno, ma è certo che una consistente quantità di italiani consente con lui senza accorgersi che il loro beniamino sta lentamente erodendo le loro libertà. Erodere le libertà di un paese significa di solito mettere in atto un colpo di Stato e instaurare violentemente una dittatura. Se questo avviene, gli elettori se ne accorgono e, se pure non hanno la forza di azione di colpo di Stato che è con lui cambiata. Al colpo di Stato si è sostituito lo struscio di Stato.
All’idea di una trasformazione delle strutture dello Stato attraverso l’azione violenta il genio di Berlusconi è stato ed è quello di attuarle con estrema lentezza, passettino per passettino, in modo estremamente lubrificato.
Pensate alla inutile violenza con cui il fascismo, per fare tacere la voce scomoda di Matteotti, ha dovuto farlo ammazzare. Cose da medioevo. Non sarebbe bastato pagargli una buona uscita megagalattica (e tra l’altro non con i soldi del governo ma con quelli dei cittadini che pagano il canone)? Mussolini era davvero uomo rozzissimo. Quando una trasformazione delle istituzioni del Paese avviene passo per passo, e cioè per dosi omeopatiche, è difficile dire che ciascuna, presa di per sé, prefiguri una dittatura – e infatti quando qualche cassandra lo fa viene sbertucciata. Il fatto è che per un nuovo populismo mediatico la stessa dittatura è un sistema antiquato che non serve a nulla. Si possono modificare le strutture dello Stato a proprio piacere e secondo il proprio interesse senza instaurare alcuna dittatura.
Si può dire che il lodo Alfano prefiguri una tirannia? Sciocchezze. E calmierare le intercettazioni attenta davvero alla libertà d’informazione? Ma suvvia, se qualcuno ha delitto lo sapranno tutti a giudizio avvenuto, e l’evitare di parlare in anticipo di delitti solo presunti rispetta se mai la privatezza di ciascuno di noi. Vi piacerebbe che andasse sui giornali la vostra conversazione con l’amante, così che lo venisse a sapere la vostra signora? No, certo. E se il prezzo da pagare è che non venga intercettata la conversazione di un potente corrotto o di un mafioso in servizio permanente effettivo, ebbene, la nostra privatezza avrà bene un prezzo. Vi pare nazifascismo ridurre i fondi per la scuola pubblica? Ma dobbiamo risparmiare tutti, e bisogna pur dare l’esempio a cominciare dalle spese collettive. E se questo consegna il paese alle scuole private? Non sarà la fine del mondo, ce ne sono delle buonissime. È stalinismo rendere inguardabili i telegiornali delle reti pubbliche? No, se mai le vecchie dittature facevano di tutto per rendere la radio affettuosissima. Ma se questo va a favore delle reti private? Beh, vi risulta che Stalin abbia mai favorito le televisioni private?
Ecco, la funzione dei colpi di Stato striscianti è che le modificazioni costituzionali non vengono quasi percepite, o sono avvertite come irrilevanti. E quando la loro somma avrà prodotto non la seconda ma la terza Repubblica, sarà troppo tardi. Non perché non si potrebbe tornare indietro, ma perché la maggioranza avrà assorbito i cambiamenti come naturali e si sarà, per così dire, mitridatizzata. Un nuovo Malaparte potrebbe scrivere un trattato superbo su questa nuova tecnica dello struscio di Stato. Anche perché di fronte a essa ogni protesta e ogni denuncia perde valore provocatorio e sembra che chi si lamenta dia corpo alle ombre.
Pessimismo globale, dunque? No, fiducia nell’azione benigna del tempo e della sua erosione continua. Una trasformazione delle istituzioni che procede a piccoli passi può non avere tempo per compiersi del tutto, a metà strada possono avvenire smandrappamenti, stanchezze, cadute di tensione, incidenti di percorso. È un poco come la barzelletta sulla differenza tra inferno tedesco e inferno italiano. In entrambi bagno nella benzina bollente al mattino, sedia elettrica a mezzogiorno, squartamento a sera.
Salvo che nell’inferno italiano un giorno la benzina non arriva, un altro la centrale elettrica è in sciopero, un altro ancora il boia si è dato malato… Tagliare la testa al re o occupare il Palazzo d’Inverno è cosa che si fa in cinque minuti. Avvelenare qualcuno con piccole dosi d’arsenico nella minestra prende molto tempo, e nel frattempo chissà, vedrà chi vivrà.
Per il momento, resistere, resistere, resistere.
Massimo Manduchi mi ha mandato l’interessante resoconto del secondo Town Meeting (La Parola ai Cittadini) realizzato a Rimini. Che riporto molto volentieri, come esempio per tutti noi.
Anche il quartiere n° 2 partecipa e fa proposte
I cittadini del quartiere n°2 hanno partecipato martedì sera al secondo appuntamento con gli incontri organizzati dal Movimento 5 Stelle allo scopo di raccogliere idee e denunce dai cittadini. Anche questa volta la partecipazione è stata buona e la serata è ben presto diventata coinvolgente e piena di interventi. La ricetta è sempre quella: ogni proponente ha 3 minuti per spiegare il problema o proposta che intende esporre all’assemblea, dopodiché gli astanti hanno la possibilità di formulare domande di 1 minuto l’una ed il proponente aha altri 3 minuti per rispondere.
Alla fine si procede ad una votazione per valutare quali fossero i temi più sentiti. Le questioni emerse nella serata di martedì hanno riguardato la viabilità sotto diversi aspetti. Innanzitutto molti sono stati i voti per un ripensamento del sistema di circolazione del traffico riminese (21); si è poi avanzata un’interessante proposta per un’alternativa al TRC (Trasporto Rapido Costiero) sfruttando l’attuale linea ferroviaria e aggiungendo un binario in modo che si abbia una sorta di metropolitana di superficie che colleghi tutta la costa e anche l’entroterra verso San Marino. Un’idea rivoluzionaria riguardava poi la realizzazione di una Ecopolis al posto dell’attuale, incompiuto, Palazzo dei Congressi: interrompere i lavori, cambiare destinazione in parte, farne un centro polifunzionale che innanzitutto funga da “stazione terminale” del traffico, insomma fare cominciare la ZTL dal Palas organizzando da lì vari metodi ecologici di raggiungere il centro e che nella sale più grandi segua la vocazione naturale di ospitare eventi (21 voti). Si è poi parlato di inquinamento da polveri sottili e dei progetti relativi alla viabilità che l’Amministrazione sta portando avanti con la realizzazione della terza corsia autostradale in parallelo con la nuova SS16 (23 voti).
Ancora una volta si è parlato di piste ciclabili pericolose e mal organizzate (28 voti) e di manutenzione e tempistica dei semafori a volte troppo veloce per permettere anche a chi ha problemi di deambulazione di attraversare le strade (25). Altri temi trattati sono stati la mancanza di spiagge libere a Rimini (28 voti) e la necessità di considerare l’ampliamento dei cimiteri (15 voti). Un capitolo è stato dedicato all’edilizia di Rimini che dovrebbe permettere ai proprietari di piccoli terreni di edificare case di piccoli dimensioni invece di concedere sempre a grandi costruttori di erigere palazzine magari espropriando i suddetti terreni (? voti), cosa che permetterebbe anche un maggior rispetto dell’estetica dei quartieri dove al posto di villette uni o bifamiliari crescono ovunque palazzine di 4 – 5 piani (26 voti). Le questioni più votate sono state la mancanza a Rimini di impianti sportivi pubblici ed in particolare di una piscina, sempre promessa e mai realizzata (30 voti) ed una questione scottante: l’inadeguatezza del sistema fognario riminese che necessita di un radicale intervento cominciando ad operare la separazione delle acque, costi quel che costi e a prescindere da quanto potrà dover durare la realizzazione. Con 31 voti questa è stata vista come la priorità per Rimini, per la sua vocazione turistica e per la sostenibilità della città stessa. Questo è quello che pensano i cittadini del quartiere n°2, questo è quello che a volte hanno tentato di dire agli amministratori non ricevendo spesso neppure ascolto. Questo è quello che invece interessa al Movimento 5 Stelle e molti di questi temi verranno sicuramente messi nel programma politico per le elezioni del 2011. Attenzione signori Amministratori, i cittadini si stanno svegliando, e si stanno organizzando….
Ufficio Stampa Rimini 5 Stelle <stampa@rimini5stelle.it>
dal 30 luglio al 4 agosto 2010 si terrà il Global Forum on Direct Democracy. E’ un incontro che si tiene ogni anno in una nazione differente, lo scorso anno in Korea del Sud. Quest’anno il paese ospitante è la California, uno degli stati USA che usa con maggiore intensità gli strumenti di democrazia diretta quali il referendum propositivo, il referendum abrogativo e la revoca degli eletti.
Molto interessante il programma e gli oratori che sono i maggiori esperti di democrazia del mondo. Spero che come negli anni scorsi, i testi degli interventi verranno raccolti in un unico volume.
Qui il sito di riferimento per saperne di più (e per consultare ottimi libri online sull’argomento):
Aldo Giannuli è ricercatore di Storia Contemporanea nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano ed è stato consulente parlamentare per le stragi dal 1994 al 2001 e sul caso Mitrokhin. Dal 1996 al 2008 è stato consulente giudiziario in molti processi per stragi tra cui quella su piazza Fontana, piazza della Loggia, il caso Enrico Mattei. Oltre a essere giornalista e scrittore. Insomma si intende approfonditamente della materia su cui ha scritto il libro. Ha consultato gli archivi dei servizi segreti, non parla per sentito dire.
E traccia un quadro completo su come funzionano davvero i servizi. Non solo quelli italiani, ma in generale quelli di tutto il mondo. Come selezionano gli informatori, gli agenti, quali sono le strutture, quali gli incarichi, come agiscono e perchè.
E man mano che si avanza nella lettura del libro, ci si rende conto che viviamo in un mondo che pensiamo di conoscere e che invece è la rappresentazione di quello che i servizi vogliono farci conoscere. Che non esistono servizi deviati, perchè tutti i servizi devono agire in base al loro mandato con tecniche illegali.
Interessanti i capitoli sulle guerre di informazione e sulle guerre psicologiche. E se qualcuno pensava che qualcosa non tornasse nel funzionamento di queste nostre democrazie rappresentative, capirà perchè.
Scritto bene, chiaro, si legge tutto d’un fiato.
L’autore Aldo Giannuli ha anche un interessante blog: www.aldogiannuli.it
pag 391 euro 15 Editore Ponte alle Grazie
la webcam è stato un successo da vari punti di vista.
1. tecnico: abbiamo usato tre metodi diversi per saggiare le qualità e risultati e avere la sicurezza di un risultato. Almeno uno, l’iPhone + Ustream ha funzionato egregiamente. La webcam + chiavetta internet è migliorabile con una webcam migliore. La rete Luna wifi purtroppo proprio ieri sera non ha funzionato.
2. di informazione. In vari momenti si sono raggiunti gli 80 utenti collegati con il computer da casa a vedere l’evento. La trasparenza e l’informazione migliorano la democrazia. Questo sito www.cittadinirovereto.it ieri ha avuto un picco di 1144 visitatori.
3. di partecipazione. Molti sono entrati in chat a scambiarsi le opinioni, a fare domande, considerazioni, a commentare le decisioni prese.
4. di prospettive. Il Sindaco nel suo discorso ha citato positivamente la presenza della webcam e manifestato l’intenzione della sua amministrazione di fare un collegamento permanente. L’assessore Frisinghelli è venuto personalmente per dirmi che ha intenzione di attivarsi presto per realizzarla e siamo rimasti che ci saremmo incontrati al più presto per uno scambio di opinioni. Vari consiglieri hanno scritto su questo blog dicendosi interessati a portare avanti l’iniziativa. (Francesco Volani, Marco Laezza, Ezio Vanzo), qualcuno l’ha detto anche ieri in consiglio comunale.
5. di democrazia. Un primo passo è stato fatto ed è beneaugurante per il percorso di questa nuova amministrazione. Abbiamo mostrato la fattibilità della cosa, il costo zero necessario per attivarla, l’apprezzamento dei cittadini, l’interesse della nuova amministrazione e di alcuni consiglieri.
Sono molte a cominciare da:
- il video trasmesso online deve essere quello già disponibile ed utilizzato sullo schermo che si vede nella saletta dei cittadini. Esso inquadra chi parla e le fa vedere in primo piano con un ottimo audio. A questo dovrebbe essere aggiunta una veduta d’insieme del lato consiglieri e una veduta d’insieme del lato assessori, per quando nessuno utilizza i microfoni e il segnale video quindi si disattiva.
- la chat deve essere presente perchè è stata ampiamente utilizzata. Non deve prevedere l’obbligo di registrarsi, esattamente come quella di ieri, così è più facile ed amichevole da utilizzare dai cittadini. Inoltre deve registrare i messaggi e archiviarli e renderli disponibili per il futuro. Purtroppo la chat che abbiamo usato ieri noi non teneva in memoria i messaggi.
- il sistema che verrà realizzato dal comune non deve obbligare di utilizzare solo il sito del comune, ma permettere di inserire (embed) il video anche nei blog dei cittadini, come ad esempio questo blog. Meglio se si usano due sistemi di ripresa online (ad esempio Ustream e LiveStream)
- bisognerebbe dotare la sala anche di un sistema di votazione elettronico, con i risultati che appaiano all’interno della sala, all’esterno nella sala dei cittadini e archiviati per consultazione futura nel sito del comune per vedere chi ha votato e come, su un determinato argomento. E che appaia nel video mandato online, al momento del voto.
Intanto ecco i video archiviati di tutta la serata e consultabili online, quello più in alto è il primo in ordine temporale:
Video trasmesso da Milena Bertagnin (iPhone + Ustream + archivio YouTube)
Chat di LiveStream
Per scrivere sulla chat, inserisci la tua frase in basso, clicca “SAY” e poi inserisci il tuo nickname (nome con cui vuoi apparire) nella finestrella che si apre e infine premi il pulsante verde “SAVE CHANGES”. Questo serve solo la prima volta che scrivi qualcosa. Dopo basta scrivere e premere “SAY”
Video trasmesso da Athos Gualazzi (pc portatile + webcam del computer + chiavetta internet + LiveStream)
l’amico Carlo Reggiani mi ha mandato un video in cui il sondaggista di Porta a Porta e del Corriere, Mannheimer dice che sarebbe meglio fare un sondaggio piuttosto di un costoso referendum. E chiede la mia opinione.
Guardatevi intanto il video e poi se volete, il mio commento.
Il sondaggio è una somma delle risposte ottenute da cittadini che non hanno tempo di pensare a questioni complesse, che vengono facilmente manipolati dalla forma con cui viene posta la domanda e che vengono sollecitati a rispondere in fretta e che comunque sanno che i risultati non avranno nessuna influenza sulle decisioni.
I referendum sono strumenti di democrazia diretta, attivati con enorme fatica dai cittadini, ostacolati dalla istituzioni, in cui vanno a rispondere solo i cittadini interessati (e perché bisogna far decidere a chi non interessa nulla? In una assemblea condominiale decide chi partecipa, non chi non va), dopo aver ascoltato le varie opinioni a favore e contro e dopo essersi confrontati con altri cittadini e mezzi di stampa. L’affluenza bassa in Italia, ai referendum è un effetto della presenza del quorum, ostacolo pensato dagli amministratori per poter invalidare sistematicamente i referendum con l’invito all’astensione. Dove non c’è il quorum come in Svizzera, in California, in Baviera (al 15%) l’affluenza è significativamente più alta.
Si potrebbe informare i cittadini anche prima dei sondaggi, come dice Mannheimer, ma non c’è un solo caso al mondo dove questa ipotesi teorica sia stata fatta, tranne nei Sondaggi Deliberativi, che però sono tutt’altra cosa di quelli che vuole fare Mannheimer. Al contrario l’uso distorto e manipolatorio che Berlusconi e prima di lui Bush e Blair ad esempio hanno fatto con i sondaggi realizzati da aziende attente al denaro dei committenti più del risultato scientifico, dimostra che i sondaggi possono essere pericolosi strumenti che rafforzano il potere di chi già ce l’ha.
Se il problema è il costo per la democrazia per realizzare un referendum, basta realizzarlo per via postale come avviene all’80% a Zurigo o come avviene al 100% nell’Oregon. La verità è che dietro la motivazione che i referendum costano, la classe politica che ci amministra che non ha nessuna remora di spendere per rimpinguare le casse dei propri partiti e le proprie personali, nasconde ipocritamente la paura che uno strumento di democrazia diretta troppo efficace nella mano dei cittadini, mostri che in realtà i cittadini non amano i provvedimenti che gli amministratori attuano.
con entusiasmo riporto la notizia mandatami da Massimo Manduchi (che con orgoglio ricordo era anche candidato a Rovereto con la lista Più Democrazia a Rovereto) che racconta che a Rimini il Movimento 5 Stelle sta costruendo il proprio programma per le comunali del 2011, tramite serate partecipative che chiamano Town Meeting che funzionano con i tempi de La Parola ai Cittadini, e che fanno emergere le idee e le proposte dei cittadini. E la buona notizia è che la partecipazione c’è. I cittadini fanno proposte concrete e di buon senso. Anche noi a Rovereto tra dicembre 2009 e febbraio 2010 avevamo fatto un percorso molto simile, con gli stessi risultati positivi. Comunque vada poi alle elezioni, questi centinaia di cittadini coinvolti avranno assaggiato un metodo partecipativo che funziona e poi lo richiederanno ancora e ancora. Avanti così!
Ecco il comunicato ufficiale. A seguire la scheda con le domande data da compilare nella serata e disponibile anche nel sito ufficiale del Movimento 5 Stelle di Rimini.
Comunicato Stampa del 9 giugno 2010
Le prime proposte dal Town Meeting del quartiere n° 1
Si è svolto ieri sera il primo Town Meeting di Rimini. Organizzato dal Movimento 5 Stelle l’incontro era volto a coinvolgere i cittadini del Quartiere n°1 ed a raccogliere idee e problematiche sollevati dagli stessi. La sala provinciale del Buonarrivo era gremita e la partecipazione è stata entusiasmante in un crescendo di interventi. A prova del fatto che, se consultati, i cittadini possono essere una utile risorsa per l’Amministrazione comunale nel trovare idee e soluzioni migliorative per la situazione della città, ieri sera tanti residenti del quartiere n.1 hanno voluto dare il proprio contributo. Ogni proponente aveva 3 minuti per spiegare il problema o proposta che intendeva esporre all’assemblea, dopodiché gli astanti avevano la possibilità di formulare domande di 1 minuto l’una ed il proponente aveva altri 3 minuti per rispondere. Alla fine si procedeva ad una votazione per valutare quali fossero i temi più sentiti. In questo modo si è riusciti ad affrontare molte questioni sottolineando i punti principali ed a tenere vivace il ritmo della serata. I problemi sollevati sono stati i seguenti: razionalizzare la viabilità del centro storico, nuovo progetto per il mercato degli ambulanti, allargare l’isola pedonale, realizzare bagni pubblici nel centro, iniziare ad affrontare la situazione fognaria di Rimini, migliorare le piste ciclabili e i raccordi, ottimizzare i parcheggi legandoli ad un piano di mobilità serio, semplificare lo smaltimento dell’eternit e ridurre lo spreco di acqua dalle fontane. Tutti i proponenti hanno denunciato circostanze che richiederebbero interventi urgenti e tanti hanno fatto anche proposte concrete. Tutte le questioni hanno avuto la massima attenzione dei partecipanti e tutte hanno raggiunto un alto numero di voti. È stata illustrata la proposta degli ambulanti per una nuova dislocazione del mercato settimanale (voti 28), si è parlato di rivedere la ZTL del centro con criteri realmente ecologisti (voti 28), di riqualificare le banchine dell’invaso dal Ponte di Tiberio al Ponte dei Mille (voti 27), di copiare prassi virtuose di altre province nello smaltimento dell’eternit (voti 23) e di porre rimedio allo spreco di acqua da fontane (voti 29). Le più votate sono state le proposte riguardanti il miglioramento e la revisione delle piste ciclabili che ha guadagnato 37 voti, il ripensamento del centro storico come bene culturale e sociale con 32 preferenze a pari merito con la necessità di effettuare investimenti lungimiranti sull’impianto fognario. Il Movimento 5 Stelle crede fermamente che i cittadini possano fornire un grande apporto al governo del territorio e che debbano riappropriarsi dei loro diritti e poteri. Ecco perché tramite questi incontri intende raccogliere idee che saranno studiate ed eventualmente inserite nel programma elettorale per le comunali del 2011. Appuntamento quindi al prossimo Town Meeting tra 2 settimane.
Ufficio Stampa Rimini 5 Stelle MoVimento 5 Stelle – Grilli Pensanti Rimini http://www.rimini5stelle.it/
Qui sotto la scheda da compilare, data ai cittadini.
Fino a questo momento 6 comuni della provincia di Bolzano e 1 della provincia di Trento hanno abolito o notevolmente abbassato (15%) il quorum previsto per i loro referendum comunali. Ed altri stanno proprio in questo periodo discutendo nei consigli comunali se abolire o abbassare il quorum, per cui il numero è destinato ad aumentare.
Questo trend è importante perché nella Regione Trentino Alto Adige una legge regionale ha stabilito che tutti i comuni devono prevedere all’interno del proprio statuto i referendum propositivi e abrogativi. Nel resto d’Italia invece questo è una facoltà non un obbligo. E quindi moltissimi comuni italiani prevedono i referendum nella loro forma più blanda e meno efficace, ossia quella consultiva. I cittadini si esprimono, ma gli amministratori possono tener conto di quanto espresso oppure no a loro piacere. Invece tutti i comuni del Trentino Alto Adige prevedono referendum vincolanti o in cui gli amministratori possono opporsi solo con maggioranze qualificate (di solito i 2/3) al volere espresso dai cittadini.
Dunque questi 7 comuni hanno strumenti di democrazia diretta nella mani dei cittadini, molto forti. Il primo comune a togliere il quorum è stato Voeran – Verano (BZ) che ancora nel 2005 ha eliminato il quorum. A seguire Wengen – La Valle (BZ) e St.Ulrich – Ortisei (BZ) e Voels – Fiè (BZ) che nel 2006 hanno tolto il quorum. Poi Kurtatsch – Cortaccia (BZ) che nel 2009 ha abbassato il quorum al 15%. Villa Lagarina (TN) nel 2009 ha eliminato il quorum e infine San Candido – Innichen (BZ) nel 2010 ha abbassato il quorum al 15%.
Nella provincia di Bolzano dal 1996 opera una associazione chiamata Mehr Demokratie – Più democrazia e che si ispira ad una omologa associazione tedesca attiva dal 1991 che è riuscita a introdurre i referendum senza quorum nella Baviera. Nel suo lavoro ormai quindicinale, Mehr Demokratie di Bolzano è riuscita a fare opera di sensibilizzazione presso molte associazioni e cittadini in tutta la provincia. Grazie alla sua pressione la Provincia di Bolzano ha già il quorum più basso tra tutte le provincia italiane, ossia il 40%. Il 25 ottobre 2009 questa associazione ha portato alla votazione i cittadini della provincia a un referendum per migliorare gli strumenti di democrazia diretta. Per un soffio (mancava poco più dell’1 % dei votanti) il quorum non è riuscito a superare la soglia prevista. Questo a livello complessivo provinciale. Ma in molti comuni questa soglia è stata abbondantemente superata e da allora gli amministratori stanno valutando come hanno fatto Kurtatsch – Cortaccia e Innichen – San Candido, di adeguarsi alla volontà dei cittadini.
Anche a Rovereto (TN) dal 2007 opera una associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto che vuole migliorare gli strumenti di democrazia diretta usufruibili dai cittadini. L’11 ottobre 2009 si è svolto un referendum comunale a Rovereto che chiedeva appunto l’abolizione del quorum. Ma non ha superato il quorum in vigore, del 50%. Nel comune confinante di Villa Lagarina (TN), appena dopo due settimane il referendum comunale di Rovereto, che ha avuto una certa eco nei quotidiani locali, è stato approvato il nuovo statuto, che tra le altre cose prevede l’abolizione del quorum, e l’introduzione del Consiglio Comunale Aperto.
Le azioni di pressione che vengono dal basso, dalle associazioni dei cittadini, anche se a volte sembrano non arrivare a nulla, creano comunque una consapevolezza di fondo, grazie alla quale, a volte inaspettatamente avvengono cambiamenti nella direzione desiderata.
altri due comuni nella provincia di Bolzano hanno il quorum zero, sono Voeran-Verano e di La Valle – Wengen. Uno da fine 2005 e l’altro dall’inizio 2006. Hanno entrambi uno statuto molto simile e entrambi dicono
“Il referendum si intende approvato se ottiene il 50% dei voti validi, a prescindere dalla partecipazione al voto.”
Ecco i loro statuti:
Anche il comune di Fiè – Voels (BZ) ha tolto il quorum nei referendum comunali, già nel 2006. Inoltre ha inserito nel suo statuto che possono votare chi ha compiuto 16 anni, una volta l’anno l’amministrazione deve indire un’assemblea pubblica in cui racconta ai cittadini quanto ha fatto, il referendum abrogativo è vincolante e quello propositivo è vincolante se l’azione proposta è finanziabile.
Ecco lo statuto di Fiè – Voels
Ecco il regolamento dei referendum comunali di Fiè – Voels
ho ricevuto da Marco di Vimercate una bella lettera che racconta l’esito de La Parola ai Cittadini di Vimercate del 4 novembre 2009. Era presente l’assessore alla partecipazione Corrado Boccoli, che ha ascoltato con interesse le proposte emerse ed ha invitato i cittadini delle 3 proposte più votate a relazionare davanti alla giunta. Ora alle proposte verrà dato un seguito. Bellissimo esempio di partecipazione dei cittadini e di umiltà e spirito di servizio da parte dell’amministrazione del comune. Ma leggiamo dalle parole di Marco:
con un ritmo non dei più serrati, ma con calma e soprattutto perseveranza stiamo riuscendo a portare avnti l’iniziativa lanciata lo scorso Novembre a Vimercate di democrazia partecipata.
Ti vorrei fare partecipe perché in effetti se abbiamo inziato ed il modo ultilizzato in buona parte lo dobbiamo a te che leggendo il tuo libro e nell’aiutarci a condurre la serata del 4 Novembre scorso ci hai dato le basi di come trattare questo non facile processo di partecipazione.
In sintesi, dopo la sera del 4 Novembre cosa è successo:
- La stessa serata di raccolta proposte è stata replicata anche a Concorezzo con una buona partecipazione ed numero di proposte raccolte. Diciamo per cui che abbiamo iniziato in parallelo il percorsso con i due comuni su cui siamo presenti come GAS: Vimercate e Concorezzo
VIMERCATE:
- a Vimercate, l’assessore di riferimento Corrado Boccoli, ci ha molto supportato tanto che a gennaio i tre cittadini che hanno elaborato le tre proposte più votate sono stati ricevuti dalla Giunta dove hanno potuto ribadire i 3 punti formulati
- il prossimo 9 giugno fremo la cosidetta serata di restituzione in cui i 20 punti formulati assieme verranno ripresi e Sindaco + 2 assessori saranno presenti e punto per punto riprenderemo quanto proposto e sempre con modalità contingentata relazioneranno pubblicamente con quanto fatto e quanto si vuole fare sui vari temi. Modalità contingentata sarà molto simile a quanto fatto la prima serata: 3 minuti all’amministrazione per dire quanto fatto/vuole fare; 3 interventi dal pubblico e risposta finale dell’amministrazione. sotto il comunicato che abbiamo inviato su questa serata. Metto in copia i soci del GAS che stanno aiutando nella realizzazione di questa serata. (continua…)
riporto una bella relazione di una serata partecipativa realizzata a Bassano (VI) con il metodo de “La Parola ai Cittadini”. Ottime le motivazioni e il risultato. La voglia di democrazia cresce in Italia.
ricevo da Thomas Benedikter queste informazioni sul libro che ha appena scritto “Più Democrazia in Europa” e sulle iniziative che sta promuovendo su questo argomento in Europa. Riporto l’appello generale e in fondo l’appello che ha inviato a tutti gli europarlamentari e la scheda in pdf di presentazione del libro.
Il Trattato di Lisbona per la prima volta permette la partecipazione diretta dei cittadini europei:
L’Iniziativa dei cittadini europei: una breccia per più partecipazione alla politica europea
Ultimamente si sono moltiplicate le richieste di referendum europei: i Verdi e Greenpeace hanno invocato una votazione sulla patata geneticamente modificata, autorizzata dalla UE; un gruppo di ONG vuole impedire l’entrata della Turchia nella UE tramite referendum; politici austriaci hanno annunciato la richiesta di un referendum europeo per un’ „imposta europea sulle transazioni finanziarie“. Iniziative precoci, perché lo strumento dell’ “Iniziativa dei cittadini europei” (ICE in breve, previsto dal Trattato di Lisbona, art. 11,4) in mancanza del regolamento di attuazione non è ancora applicabile. Ma anche una volta regolamentata, l’ICE non permetterà una votazione referendaria a livello europeo. La nuova ICE è il primo strumento transnazionale di democrazia diretta in assoluto, ma è solo una „iniziativa di agenda“, cioè simile alla nostra proposta di legge di iniziativa popolare: almeno un milione di cittadini UE potranno sottoporre alla Commissione di adottare una norma europea in uno dei settori di sua competenza. La Commissione deve agire, ma come lo farà resta affare suo. Se non fa sua la proposta dei cittadini o perfino propone un regolamento di contenuto opposto, non seguirà una votazione referendaria europea.
Quindi lo strumento è debole, ma comunque per la prima volta la UE ammette la partecipazione diretta dei cittadini, non mediata né dai governi né dal Parlamento o dai partiti. Lo strumento è teso a ravvicinare i cittadini all’ “Europa di Bruxelles”, ma il suo utilizzo concreto dipenderà essenzialmente dal regolamento attuativo che dovrà tener conto del suo carattere transnazionale. La stessa commissaria competente, Cecilia Malmström, affermò: „Il nuovo strumento democratico dev’essere accessibile, trasparente e favorevole ai cittadini.“ Ciò nonostante la Commissione nel marzo 2010 ha presentato una sua proposta che si scosta notevolmente da tali aspettative. Nel regolamento di applicazione si tratta di definire soprattutto
Le ONG sottolineano, che uno strumento di partecipazione transnazionale richiede regole diverse, più generose e speciali rispetto gli strumenti analoghi nazionali. Le distanze geografiche, la pluralità di lingue, la mancanza di uno spazio pubblico comune, e altri fattori rendono un’ICE più dispendiose e complesse, come dimostrato da varie esperienze di campagne transnazionali.. Se tali campagne non saranno facilitate da un regolamento appropriato, tutto lo strumento rischia di essere mortificato già dall’inizio. Dall’altra parte la Commissione ha già ventilato il timore che la nuova ICE, se regolamentata in modo „user-friendly“, potrà provocare un’ondata di richieste dei cittadini. L’esperienza italiana della proposta di legge di iniziativa popolare smentisce tali paure. Con la soglia più bassa che esista in Europa (50.000 firme) dal 1948 al 2005 sono state presentate 213 proposte, cioè solo quattro in media annuale, di cui trasformate in legge solo 29.
Una conquista dei movimenti civici è sicuramente il fatto che la Commissione permetterà le firme elettroniche, con modalità ancora da definire. Per tutta una serie di altre esigenze prevede invece degli ostacoli notevoli: non si prevede il rimborso di una parte delle spese sostenute dai promotori, non c’è il diritto alla traduzione nelle lingue ufficiali dell’UE, la proposta di chiedere firme provenienti da 9 paesi è troppo alta, con sei mesi si lascia troppo tempo alla Commissione per elaborare la sua proposta di normativa, mentre soli 12 mesi sono un termine troppo breve per la raccolta di un milione di firme in nove paesi. Si esclude la verifica di ammissibilità preventiva e la possibilità dei cittadini a proporre emendamenti per i Trattati europei. Tutta una serie di chiusure, protesta il mondo delle ONG, non necessarie giacché comunque si tratta solo di una „iniziativa-agenda“, che non si conclude con un referendum popolare.
Ora la palla passa al Parlamento e al Consiglio europei che entro il 1 dicembre 2010 intendono varare un regolamento attuativo. Ci vorrà notevole impegno anche da parte della società civile organizzata per garantire un regolamento favorevole ai cittadini. A questo scopo l’Iniziativa per più democrazia (Bolzano) e Sovranità popolare (Roma) hanno rivolto un appello a tutti gli europarlamentari italiani di impegnarsi affinché si attuino le miglior regole possibili, come proposto da Democracy International, la federazione delle ONG per più democrazia. “Per colmare il fossato fra cittadini ed istituzioni,” si afferma nell’appello, “per creare uno “spazio politico pubblico” e un impegno politico transnazionale occorrerà introdurre effettivi diritti referendari. Oggi la stragrande maggioranza dei cittadini europei si sente ancora nel ruolo di spettatore del sistema politico europeo, dibattiti a livello europeo scarseggiano e la partecipazione alle elezioni europee dal 1979 non fa che calare. Siamo ancora lontani dall’Europa dei cittadini, spesso invocata, tuttavia l’ICE è un’occasione da non perdere per restituire a noi cittadini un pezzo di sovranità anche a livello europeo.”
Thomas Benedikter
PS (a margine con la copertina)
In un volume appena presentato da Thomas Benedikter („Più democrazia per l’Europa“, ARCA edizioni, Lavis 2010; per la scheda di presentazione vedi www.dirdemdi.org/neu/de/neuigkeiten), non solo si illustra questo nuovo diritto dei cittadini europei, ma si spiega anche di quali strumenti di democrazia diretta i cittadini europei effettivamente avrebbero bisogno e come tutto l’attuale assetto istituzionale dell’UE andrebbe ridisegnato in chiave democratica. Il libro è reperibile presso l’Iniziativa per più democrazia (info@dirdemdi.org), presso l’editore ARCA (info@edizioniarca.it ) oppure nelle librerie.
Benedikter-contributo-DD-Europa-ICE-31-5-10
a Milano sono stati presentati 5 quesiti referendari, su cui si inizierà il percorso per arrivare al voto dei cittadini. Interessanti i temi. Purtroppo si tratta solo di referendum consultivi con il quorum al 30%. Ossia è difficile utilizzare lo strumento, c’è la barriera del quorum da scavalcare e se infine passano, sono consultivi, ossia l’amministrazione può tenerne conto oppure ignorarli a suo piacere. Un esempio della difficoltà che i cittadini hanno di utilizzare gli strumenti di democrazia diretta nelle loro mani, ma anche della loro determinazione ad usarli.
Riporto dal sito di riferimento:
http://referendummilano.blogspot.com/
Milano, 3 giugno 2010
Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione delle proposte referendarie per Milano da parte di Marco Cappato, Edoardo Croci ed Enrico Fedrighini.
Il progetto referendario mira a realizzare in pochi anni una vera e propria rivoluzione del sistema dei trasporti, dell’energia e dell’abitare che generi un profondo miglioramento della qualità dell’aria, della mobilità, del verde a Milano. Con questi referendum di iniziativa popolare i promotori vogliono coinvolgere i cittadini in un grande e innovativo progetto per una vivibilità urbana oggi compromessa a causa dell’inerzia del ceto politico e del condizionamento esercitato da interessi lontani dalla promozione del bene comune. Il successo degli obiettivi referendari sarebbe determinante per fare di Milano una città all’avanguardia nel mondo sul piano della qualità dell’ambiente e della vita, nella direzione dello spirito originale dell’Expo 2015.
Di seguito una sintesi dei quesiti, aperti all’adesione di personalità, associazioni, forze politiche e sociali, e che saranno finalizzati e depositati nei prossimi giorni in conformità al regolamento comunale, per poter poi avviare la raccolta delle firme necessarie (1,5% degli iscritti alle liste elettorali, pari a circa 15.000 cittadini).
Marco Cappato: “Vogliamo impedire che la Milano dell’Expo diventi la capitale internazionale della speculazione edilizia e dell’inquinamento. I nostri referendum sono lo strumento per imporre a un ceto dirigente inerte l’abbandono del modello basato su auto privata, cemento e fonti di energia inquinanti: un modello che paghiamo sia in termini economici che di vite umane.”
Edoardo Croci: “Vogliamo dare voce ai milanesi per costruire una città più vivibile e con una proiezione internazionale, in un momento in cui la politica non sembra in grado di esprimere una visione lungimirante ed avere il coraggio di assumersi le responsabilità necessarie a contrastare l’inquinamento e a migliorare la qualità dell’ambiente, come dimostra l’incertezza sullo sviluppo di Ecopass e dell’intera strategia per la mobilità sostenibile.”
Enrico Fedrighini: “L’anno che manca alle elezioni sarà contraddistinto dalla totale inerzia delle amministrazioni locali in materia di contrasto al traffico e allo smog. I polmoni dei milanesi non possono permetterselo. Per questo impieghiamo quest’anno per una battaglia civica finalizzata a cambiare il volto di questa città, con il coinvolgimento diretto del popolo inquinato.”
Referendum 1: ECOPASS E MOBILITA’ SOSTENIBILE
per l’estensione di: Ecopass, Metrò, piste ciclabili, aree pedonali
Per dimezzare il traffico, estendere l’Ecopass alla “cerchia ferroviaria”, (continua…)
mi è stato regalato da Ezio di Lomazzo un bel libro scritto da Andrea Palamara. E’ un’ottima sintesi di quello che è accaduto nella vita politica italiana negli ultimi 30 anni. Come è stato possibile che Berlusconi abbia preso il potere in Italia e con quali scopi. Inoltre paragona il piano di “rinascita democratica” ossia il progetto di colpo di stato messo appunto dalla loggia massonica P2 con quanto poi avvenuto. Il confronto rende evidente le somiglianze.
INDICE
- premessa, pag. 4
- introduzione, pag. 5
- la storia di Silvio Berlusconi, pag.7
- che cos’è una democrazia, pag.9
- la Loggia Massonica “PROPAGANDA 2”, pag. 16
- costruire una dittatura: manuale di montaggio, pag. 24
- il Cavaliere e la P2, pag. 36
- il triangolo: P2, la mafia e Forza Italia, pag. 39
- il papello, pag. 47
- il papello dei colletti bianchi, pag.49
- Gelli chiama, Silvio risponde, Riina applaude, pag. 51
- la televisione, un investimento che non rende (o forse si…), pag. 53
- come ti svuoto la democrazia, pag. 56
- il recupero dei valori: noi e loro, pag. 61
- la metà sinistra del pensiero unico, pag. 64
- siamo tutti americani, pag. 71
- conclusioni, pag. 73
- appendice “il piano di Rinascita Democratica”, pag. 75
Ho trovato la lettura molto scorrevole, utile e interessante per fare il punto sulla situazione italiana. Ho chiesto all’autore Andrea Palamara se desidera condividere il suo saggio anche con i visitatori di questo blog.
Clicca qui sotto per scaricarlo:
tengo famiglia (1517)domenica 13 giugno 2010 sarò a Milano ad un convegno organizzato dall’amico Max Gaetano. Io realizzerò “La Parola ai Cittadini” e parlerò della mia esperienza con la creazione della lista civica Più Democrazia a Rovereto.
Milano 13 giugno “Dall’esoterismo all’essoterismo”
Ora: 10.30 – 19.00 – Luogo: Presso la Sala Conferenze della Libreria Esoterica di Milano
Via dell’Unione 1 – angolo piazza Missori - Milano, Italy
DAVID ICKE MEETUP presenta
http://www.meetup.com/davidickeitalia/
Programma della giornata 13 giugno 2010 – Ore 10.30 – 10.40
Presentazione di Massimiliano Gaetano
www.democraticidiretti.org
Ore 10.40 – 11.20 Bilancio Partecipativo di Stefano Stortone
Ore 11.20 – 11.50 Domande e Dibattito
Ore 11.50 – 12.30 Signoraggio, massoneria, bilderberg e di Nando Rossi
www.perilbenecomune.net
Ore 12.30 – 13.00 Domande e Dibattito
Ore 13.00 – 14.40 Pausa Pranzo
Ore 14.40 – 15.05 Filosofia Vegan di Fabio Bersani
www.associazioni.milano.it/apida
Ore 15.05 – 15.20 Domande e Interventi
Ore 15.20 – 16.10 Ipnosi di massa di Solange Manfredi
http://paolofranceschetti.blogspot.com
Ore 16.10 – 16.40 Domande e Dibattito
Ore 16.40 – 16.50 Pausa
Ore 16.50 – 18.10 Esperimento di Democrazia Diretta
Ore 18.10 – 18.40 Creare una lista civica per la Democrazia Diretta a Milano di Paolo Michelotto
Ore 18.40 – 19.00 Domande e Interventi
http://www.meetup.com/davidickeitalia/
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