riporto qui l’intervista realizzata dall’amica Denise durante “Il Cittadino Partecipa – Idee per riattivare la democrazia nel Trentino” 20 Settembre 2009 – Rovereto
alcuni giorni fa l’amico Emilio aveva postato questo articolo sul sito www.ilcittadinopartecipa.it Era così bello che ho deciso di riportarlo pari pari:
Cari amici, anche io, Cristiano, finalmente mi sono deciso di accettare l’invito di Marina a scrivere sul suo blog. E mi sono deciso di scrivervi circa una delle cose più interessanti che il New England, la regione degli Usa dove stiamo vivendo, possa offrire: i town meetings (incontri della città, assemblee cittadine). Facciamo un passo indietro, prima di partire per l’America mi ero incuriosito nel leggere qualcosa sulla rivoluzione americana e sull’intento degli americani di mettere insieme nella vita politica e civile il desiderio di un buon governo e il desiderio di essere liberi. Mi hanno consigliato di leggere un classico della storia degli Usa dal titolo La democrazia in America di Toqueville. Qui l’autore descrive come gli americani provarono a mettere insieme questi due desideri. Dico provarono, perché il libro fu scritto all’inizio del 1800 poco dopo la rivoluzione che li ha staccati dagli Inglesi.
Dopo questa bella lettura sono partito per gli Usa curioso di cosa fosse rimasto di quelle vecchie tradizioni, un po’ come venire in Italia a cercare tracce dei vecchi comuni dopo tanti secoli, speranzoso di trovare nomi, qualche usanza, monumenti e lapidi.
Ebbene quello che ho trovato è che nei piccoli municipi come quello in cui viviamo io e Mari, le cose funzionano più o meno come 200 anni fa!!! Ma non sto parlando di anticaglie ma di cose vive…
Ed eccoci alla foto di sopra che vi spiegherà tutto. (continua…)
Ieri l’evento è stata stupendo per noi che l’abbiamo organizzato, spero anche per chi ha partecipato. Sarebbe bello che chi era presente ci mandasse una sua impressione o un commento a questo post scrivendo almeno:
1. una cosa bella da evidenziare
2. una cosa brutta o da migliorere
Questo per permetterci di fare le cose meglio la prossima volta.
stephan lausch sulla svizzera 20092009
Ieri sera tutti i componenti del gruppo si sono trasformati in uomini e donne di fatica e abbiamo smontato tutto in tempo di record. Stamattina abbiamo riconsegnato i tavoli, le sedie, i rotoli di tappeti e le attrezzature usate a chi ne era proprietario. E pagato il dovuto. Nei prossimi giorni mettiamo il bilancio economico dell’evento.
Intanto oggi metto una scheda con le proposte più votate (realizzata da Andrea B.), in fondo al post ci sono gli articoli apparsi sui due quotidiani e qualche foto fatte con il mio cel per dare un’idea di cosa è accaduto. Stasera la parte del gruppo organizzatore di Rovereto, tra cui io, siamo impegnati nell’affissione dei 252 manifesti della campagna referendaria. Nei prossimi giorni maggiori informazioni, resoconti, foto e video (avevamo 2 fotografi e un videoperatore in gamba, ma il lavoro è enorme, ma metteremo tutto online).
cittadini ai tavoli 20092009cittadini all’opera 20092009
altra fase di discussione 20092009ancora una fase 20092009
lavorio cerebrale dei cittadini dall’alto 20092009
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Proposta effettuata da:
Titolo:
Voti:
Ruggero P.
Assemblee di confronto tra amministrazione e cittadini
52
Emilio P.
Abolizione quorum tutte consultazioni referendarie
49
Ezio F.
Acqua gestita in maniera pubblica (gas naturali)
42
Sebastiano M.
Comune dia ai cittadini i terreni per coltivare
42
Miriam G.
Voto agli immigranti
40
Simonetta G.
Partecipazione dei cittadini sulla scelta di progetti ad impatto ambientale
40
Carlo D.
Sei d’accordo per una mobilitazione popolare in merito alla strategia sullo smaltimento dei rifiuti inceneritore compreso
37
Sandro A.
In fase di progettazione urbanistica offrire opzioni tra cui scegliere
35
Irene M.
Educazione civica nelle scuole
31
Francesca M.
Democratizzare il processo referendario in trentino
29
Simonetta F.
Valutazione d’impatto di genere dei provvedimenti amministrativi
14
adige 21-09-09
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Clicca sull’immagine dell’articolo del L’Adige a fianco a sinistra, per ingrandirla
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Il Trentino:
Pagina 19 – Provincia
Al convegno di ieri confronto e applicazione di nuovi metodi di condivisione delle scelte sociali
Una democrazia da rianimare
In provincia la partecipazione vive più nelle associazioni che in politica
Le cooperative come modello oggi ancora valido
ROVERETO. La democrazia “istituzionale” trentina non sta molto bene, in compenso quella “associativa” resiste nel tempo e si propone come esempio, pur scontando qualche pecca e qualche lacuna. Che si possa fare meglio, dunque, non c’è dubbio e qualcuno ci prova.
Il convegno proposto ieri con lo scopo di trovare qualche idea per “riattivare la democrazia in Trentino” non ha raccolto spalti gremiti, ma ha avuto il merito di affrontare un argomento difficile e inesauribile. Ha dato forfait il presidente Giovanni Kessler – impegnato altrove – ma i tanti relatori non hanno comunque deluso le aspettative di chi cercava spunti per avviare il dibattito e il successivo lavoro svolto a gruppi nel pomeriggio. Già un piccolo assaggio di democrazia s’è visto nell’organizzazione del tempo: sette minuti inderogabili per ciascun relatore. Mancando Kessler è forse mancata l’interpretazione di democrazia da parte dei politici “di professione”, però è emerso piuttosto chiaro che la visione di partecipazione alle decisioni da parte delle istituzioni sta mostrando la corda: «non sta benissimo», tanto per citare Andrea Iannuzzi, vicedirettore del Trentino.
«Spesso – ha detto Monari della Uil – la democrazia è contrabbandata come tale, ma in realtà la presenza di parlamenti sovradimensionati serve solo per la gestione del potere, quando le scelte in realtà sono già state prese altrove e la presenza capillare di amministrazioni e consigli non serve ad altro che a legittimare tali scelte».
Una palestra di democrazia sarebbe invece quella della cooperazione che in Trentino ha sviluppato delle caratteristiche buone oggi come 150 anni fa quando nacque. «E’ la democrazia che conta un voto per ogni testa – ha spiegato Giorgio Fiorini, presidente Sait – indipendentemente dall’apporto o dall’importanza del socio». Anche Dalfovo ha portato l’esempio delle Acli, dove il riferimento costante è la persona, mentre altrove si è passati dal considerare gli altri solo sotto la lente della razza, della classe o del mercato. Una polemica strigliata è arrivata dal direttore di Questotrenino, Paris, che ha escluso la possibilità che ci sia democrazia nel Pdl per Dna storico; mentre ha stroncato la democrazia del Pd applicata alle primarie comunali di Trento.
grazie al sostegno tecnico di FUTUR3 e LUNA WEB TV, e all’impegno di Andrea Bisegna che seguirà la ripresa, dalle 9,30 di domenica 20 settembre 2009, ci sarà la diretta video con la webcam presente nella sala della Palestra Damiano Chiesa.
Per vedere il video e audio, clicca sull’immagine oppure vai a questo indirizzo.
Siamo giunti alla data dell’evento “Il Cittadino Partecipa – Idee per riattivare la democrazia nel trentino”, domenica 20 settembre saremo in 184 partecipanti (senza contare chi si iscriverà il giorno stesso).
Il gruppo di cittadini che da gennaio 2009 si ritrova bisettimanalmente per organizzare questo evento, augura a tutti i partecipanti una splendida esperienza democratica e partecipativa.
Alcune informazioni finali:
1. questa data non è la fine di un percorso durato quasi un anno, ma l’inizio di un cammino verso una democrazia più compiuta nel Trentino. Questo è il primo passo.
2. tutti gli ospiti al mattino dovranno registrare la loro presenza nei tavoli appositi. Questo serve per la gestione successiva della giornata. In quel momento vengono assegnati i tavoli di discussione. Ci si può registrare dalle 8,20 fino all’inizio.
3. nel sito www.ilcittadinopartecipa.it nella giornata di domenica apparirà il link dove poter vedere la diretta della giornata tramite webcam.
4. a tutti i partecipanti verrà offerto un lauto pranzo a base di un tris di primi freddi (riso, pasta e orzo), verdure alla griglia e frutta di stagione.
Ricordiamo che è possibile iscriversi online fino a sabato e direttamente alla Scuola Damiano Chiesa il 20 settembre mattino dalle 8,20 in poi.
Saranno a disposizione in vendita copie dell’ultimo libro di Giovanni Allegretti “I Bilanci Partecipativi in Europa” e il libro di Thomas Benedikter “Democrazia Diretta”
La presenza del quorum, paradossalmente scoraggia i cittadini ad andare a votare. Infatti i cittadini vanno a votare se sanno dello svolgimento del referendum in una determinata giornata e se pensano di aver capito l’argomento su cui sono invitati ad esprimersi. Ma se la campagna per il NO invita all’astensione e non promuove le proprie argomentazioni, evita di affiggere manifesti, non manda materiale informativo a casa dei votanti, non partecipa a dibattiti, non si fa intervistare dai media, non partecipa ad assemblee informative, i cittadini non vengono a sapere del referendum o ritengono di non saperne abbastanza e non si recano a votare. Ciò è dimostrato dai referendum nazionali italiani con e senza quorum e dall’esempio seguente fornito da due città tedesche negli anni ‘80.
Il laender tedesco del Baden – Wuerttemberg prevede i referendum municipali fin dal 1956 (negli altri laender ciò fu introdotto negli anni ‘90), ma esso ha molte restrizioni. Una delle più gravose è quella che prevede che almeno il 30% degli elettori abbiano votato SI’ al quesito referendario, pena il suo invalidamento. L’effetto distorsivo di questo quorum si vede chiaramente su 3 votazioni effettuate in 3 città vicine sullo stesso argomento.
A. Nel 1986 fu proposto a Reutlingen un referendum contro una decisione della giunta al governo, della CDU, che aveva deciso la costruzione di un rifugio aintiaereo. Il consiglio comunale e la CDU boicottò il referendum non partecipando a nessun dibattito con sistematicità. L’ultima settimana prima del voto, improvvisamente, la CDU ruppe il silenzio con una pubblicità e un fascicolo allegato al giornale locale, firmato tra gli altri anche dal sindaco. Esso diceva: “…le persone professionali e intelligenti, devono agire sensibilmente, non emozionalmente, con un comportamento elettorale intelligente. Così puoi stare a casa la prossima domenica; dopotutto ti viene solo richiesto di votare contro la costruzione di un rifugio. Anche se non voti, esprimerai la tua approvazione della decisione presa dal consiglio comunale. Hai sempre dato la tua fiducia al CDU per molti anni alle elezioni. Puoi darci fiducia su questa questione.” Il risultato fu che 16.784 su 69.932 elettori si recarono alle urne: il 24%. Di questi solo 2126 votarono a favore del rifugio e 14.658 contro. Il quorum del 30% a favore non fu raggiunto e il referendum venne invalidato.
B. A Nurtingen, una città vicina a Reutlingen, ci fu un referendum simile. Questa volta la CDU locale scelse di non boicottare:il risultato fu un’affluenza del 57% di cui il 90% votò contro il rifugio. E il referendum ebbe successo.
C. In una terza città, Schramberg, ci fu un referendum simile. Anche questa volta la CDU scelse la via del boicottaggio. Questa volta il comitato organizzatore venne a conoscenza per tempo del progetto della CDU e quindi riuscì a controbattere. Il giornale locale pubblicò critiche all’idea del boicottaggio. I risultati furono affluenza del 49,25% di cui l’88,5% votò contro il rifugio e quindi il quorum del 30% di voti a favore del referendum fu raggiunto e il referendum ebbe successo.
il quorum esiste in paesi come l’Italia, i paesi dell’est europa (Ungheria, Polonia, Slovenia). Ma in Svizzera, in 23 stati americani su 50, tra cui la California e l’Oregon, non è previsto il quorum nei referendum statali e locali.
non è previsto il quorum del 50% nei referendum nazionali. Tutte queste democrazia sono antidemocratiche o siamo noi italiani abituati a concepire come normale una cosa che normale non è? Ossia la presenza di un quorum nei referendum?
il quindicinale Tera e Aqua disponibile online qui riporta l’intenzione di vari comitati di utilizzare lo strumento del referendum e dell’ìniziativa di legge popolare per consentire ai cittadini di far sentire la loro voce. La decisione finale verrà presa il 20 settembre.
20 Settembre: si decide su inceneritori e nucleare
Non bruciamoci il futuro
Rete Ambiente Veneto propone ai/alle residenti in Veneto (singoli o associati) queste iniziative, da attuare tra fine 2009 e 2010.
La decisione definitiva verrà presa domenica 20 Settembre alle 15 nell’incontro pubblico che Rete Ambiente Veneto ha convocato a Mestre, nei giardini di via Piave, nell’ambito della Fiera di Gaia. NON BRUCIAMO IL NOSTRO FUTURO
1. Legge di iniziativa popolare contro gli inceneritori e per il riciclo totale nel Veneto.
Rete Ambiente Veneto, assieme ai Comitati riuniti Rifiuti Zero e alle Associazioni e Comitati del Veneto che si battono per risolvere il problema rifiuti senza bruciarli, propongono che, contemporaneamente alle
firme per il Referendum locale (che interessa solo un numero limitato di comuni), vengano raccolte anche almeno 5.000 firme di residenti nel Veneto (in particolare, ma non solo, nelle aree minacciate o danneggiaate da inceneritori, come Schio, Verona, Padova e bassa Padovana e l’area tra Treviso e Mestre)
sul seguente testo: (continua…)
tra un mese esatto, l’11 ottobre 2009, ci saranno i referendum comunali nella mia città. Sono passato davanti ai pannelli metallici riservati alla propaganda referendaria ed erano desolatamente grigi. Da oggi si possono affiggere i manifesti. Noi li avremo terminati tra qualche giorno e la settimana prossima cominceremo a girare la città con colla da parati e attrezzature da pittori varie. Sono 252 manifesti, che un grafico molto bravo, Massimo Dalle Vedove, sta completando in questi giorni. E’ anche la fine di un percorso durato 2 anni, da quando a fine 2007 il gruppo di cui faccio parte, PartecipAzione Cittadini Rovereto, decise di portare avanti anche con l’utilizzo degli strumenti referendari i 3 argomenti più votati nella serata partecipativa “La Parola ai Cittadini” realizzata nel gennaio 2008. Da allora è stato un gigantesco e burocratico gioco dell’oca. Raccogli le prime 200 firme, deposita il quesito, raccogli 600 firme. Te le annullano, bisogna ripresentare le 200 firme, ripresentare i quesiti, raccogliere di nuovo 600 firme. Iniziamo in primavera, continuiamo a raccogliere firme in estate, proseguiamo in inverno. 2 anni di passione e di serate dedicate alla democrazia. Ora siamo vicini al giorno del voto. Abbiamo dato una possibilità ai nostri concittadini di migliorare la democrazia nella propria città e di ciò siamo fieri. Comunque vada, un passo avanti è stato fatto. E noi proseguiremo il nostro percorso. Critiche sono piovute da tutte le parti: cercano visibilità, fanno tutto questo solo per presentarsi poi alle elezioni, sono degli esaltati, peggio degli eversori della democrazia. Ma noi proseguiremo, perchè siamo convinti che il miglior sistema di governo sia quello della democrazia vera, la democrazia dove i cittadini hanno diritto a dire l’ultima parola!
Riporto una mail dell’amico Stephan Lausch di Bolzano
Care amiche, cari amici della democrazia diretta !
Per sabato 19 settembre 2009 Viinvitiamo tutti a un incontro del tutto particolare che sarà anche l’avvio vero e proprio e già uno dei momenti di spicco nella nostra campagna verso la votazione referendaria per una legge migliore sulla democrazia diretta.
Probabilmente non esiste altra persona che possa raccontare con altrettanta esperienza alle spalle come
Hans-Urs Wili,
direttore della Sezione diritti politici della Cancelleria Federale svizzera. Sabato, 19 settembre, dalle ore 9 alle 12, presso il Filmclub, Bolzano, via Dr. Streiter
ci parlerà sul tema “L’ABC della democrazia diretta
e le esperienze di un paese che l’ha imparato bene.”
e risponderà alle Vostre domande in un’audizione pubblica.
Presentiamo così un’occasione unica di informazione sul funzionamento della democrazia diretta e del sistema politico svizzero da parte di una persona che ha tutti i titoli per informare oggettivamente: Hans-Urs Wili è il funzionario di più alto rango del Governo svizzero per i diritti politici. Data la divulgazione di informazioni distorte questo incontro ci sembra più che mai importante. (continua…)
ecco un interessante articolo di Jacopo Zannini, che ha conosciuto direttamente l’esperienza dei Consejos del Venezuela e ne racconta funzionamento e criticità:
IL PARADOSSO DEL CENTRO.
I limiti degli esperimenti di democrazia diretta nello Stato Sucre del Venezuela.
di Jacopo Zannini
Sulle esperienze partecipative dei consejos comunales (consigli di comunità) nello stato Sucre de Venezuela, nate con la promulgazione dell’omonima legge nazionale nel maggio 2006, si possono interessanti riflessioni analizzando le relazioni che si sviluppano fra questi esperimenti di democrazia diretta e le istituzioni statali. Gli strumenti legislativi messi in campo negli ultimi anni stanno tentando di dare concretezza al modello partecipativo che la Magna Carta venezuelana sancisce.
Le dinamiche fondanti dei consigli di comunità sono i “momenti del comune”: assemblee cittadine costituenti e riunioni interne; li si definisce la capacità di fare comunità del gruppo che privilegia le necessità, i diversi punti di vista e i talenti di chi vive direttamente il territorio. Quando i momenti del comune non funzionano o sono addirittura assenti, il consejo comunal perde la sua potenzialità di espressione e diventa uno strumento utilizzato per arricchimenti personali (sfruttando risorse che sarebbero destinate alle comunità).
Per realizzare i progetti discussi nelle assemblee cittadine i voceri operano, relazionandosi con fondazioni scuole e altri soggetti statali, dentro a quello che potremmo definire come uno “spazio di frontiera” in cui si confrontano le istanze del nascente poder comunal e le tradizionali istituzioni.
Differenti e diverse sono le dinamiche che si possono instaurare fra i consejos e gli enti statali: si passa dal dialogo collaborativo, al clientelismo, fino all’aperto conflitto.
L’innovativa dinamica dei consejos sta nel finanziamento diretto da parte della Comision Nacional Presidenzial Popolar alle esperienze partecipative; senza la discesa di questi fondi i consigli di comunità non riescono a intervenire efficacemente sul territorio.
Per un mese e mezzo Cumanà, la capitale dello stato Sucre, è stato il territorio in cui ho svolto la mia ricerca. Ho osservato da vicino differenti contesti urbani: il “Parcelamento Miranda” quartiere ricco vicino alla costa dove vive l’alta borghesia chavista nel quale, la presenza di consejos è quasi inesistente; la parrocchia Valentin Valiente in cui ancora tante persone vivono in ranchos (baracche) e dove si possono rilevare contemporaneamente a fasce di povertà estrema e criminalità diffusa anche interessanti esperienze di consigli di comunità.
Fra queste due realtà socialmente tanto differenti, per decenni (continua…)
questa è la nuova versione della brochure dove viene spiegato l’evento “Il Cittadino Partecipa – Idee per riattivare la democrazia nel Trentino”. Nelle intenzioni dovrebbe essere l’ultima, fino al 20 settembre. Contiene l’inserimento dei due nuovi relatori Arrigo Dalfovo e Diego Schelfi, una diversa impaginazione e alcune indicazioni geografiche per raggiungere il luogo dell’evento.
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