1,426 views
  • 020 Democrazia Diretta cap 3 Federalismo, sussidiarietà e capitale sociale – La Chiesa e la democrazia: il principio di sussidiarietà

    14 Agosto 2009

    Tags:
    Postato in: Democrazia Diretta Verhulst

    direct-democracy-verhulst

    direct-democracy-verhulst

    di Paolo Michelotto

    traduzione di Edoardo

    La Chiesa e la democrazia: il principio di sussidiarietà

    La Chiesa Cattolica non ha mai amato la democrazia. Fino al ventesimo secolo inoltrato, i leader cattolici difesero il concetto che lo stato divino della Chiesa le desse il diritto e l’obbligo di essere coinvolta nel plasmare l’attività politica. In particolare, ci si aspettava che i politici democratici cristiani si attenessero alle direttive di Roma. Per esempio, Papa Pio X in “Fin dalla prima nostra enciclica” nel 1903, scrisse: “Nel rispondere alle proprie responsabilità la democrazia Cristiana ha il più profondo dovere di dipendenza dall’autorità religiosa ed è soggetta e deve obbedienza ai vescovi e a chiunque li rappresenti. Non è né diligenza encomiabile né sincera devozione intraprendere qualcosa che è veramente bello e buono, ma che non è stato approvato da un rappresentante autorizzato della Chiesa”.

    Comunque la Chiesa domandava obbedienza alla società intera. Nella lettera enciclica “Immortale Dei” (1885) Papa Leone XIII affermò che era sbagliato porre le varie forme di culto divino sullo stesso piano della vera religione. La Chiesa è sempre stata molto determinata su questo punto. Come si era auto nominata guardiana della verità assoluta, era molto difficile fare altro. L’esperienza ha dimostrato in Polonia, in Irlanda e in Italia che la Chiesa prova anche ad imporre i suoi punti di vista all’intera società attraverso i governi, se sente di essere nella posizione per farlo. Fino al 1944, con la lettera enciclica “Già per la Sesta Volta” (Pio XII), la Chiesa non prese una posizione di principio favorevole alla democrazia (Woldring, 1996). L’avversione della Chiesa agli ideali democratici spiega perché i politici cattolici hanno così strenuamente resistito all’introduzione del suffragio universale (contro il quale, casualmente, usarono più o meno gli stessi argomenti che sono attualmente usati contro la democrazia diretta).

    Dovremmo quindi avere qualche cautela nel considerare l’affermazione che anche la Chiesa Cattolica abbia formulato una teoria di governo basata sul concetto di sussidiarietà. L’enciclica “Quadragesimo Anno” (1931) formulava ciò come segue: “…È vero certamente e ben dimostrato dalla storia, che, per la mutazione delle circostanze, molte cose non si possono più compiere se non da grandi associazioni, laddove prima si eseguivano anche delle piccole. Ma deve tuttavia restare saldo il principio importantissimo nella filosofa sociale: che siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare. (…)Perciò è necessario che l’autorità suprema dello stato, rimetta ad associazioni minori e inferiori il disbrigo degli affari e delle cure di minor momento, dalle quali essa del resto sarebbe più che mai distratta ; e allora essa potrà eseguire con più libertà, con più forza ed efficacia le parti che a lei solo spettano, perché essa sola può compierle; di direzione cioè, di vigilanza di incitamento, di repressione, a seconda dei casi e delle necessità. Si persuadano dunque fermamente gli uomini di governo, che quanto più perfettamente sarà mantenuto l’ordine gerarchico tra le diverse associazioni, conforme al principio della funzione suppletiva dell’attività sociale, tanto più forte riuscirà l’autorità e la potenza sociale, e perciò anche più felice e più prospera la condizione dello Stato stesso.”

    “Sussidiarietà” è un concetto chiave nell’ideologia cristiano-democratica. L’idea di base è che i livelli “più alti” deleghino il maggior numero possibile di compiti ai livelli “più bassi” in modo da sollevare se stessi dal lavoro meno importante, che per lo più può essere fatto più efficientemente dai livelli più bassi. Un’ulteriore assunto è che i livelli più bassi, giù fino ai singoli individui, sono trattati ingiustamente se non c’è delega. Comunque l’iniziativa di delega è di tipo alto-basso. E’ il livello più alto che decide quanto spazio di manovra riceveranno i livelli più bassi e quando e se la loro libertà d’azione sarà annullata. Ciò è espresso anche dal termine stesso. “Sussidiario” significa “riserva” o “ausiliario” (come per i militari); i livelli più bassi sono effettivamente i soldati ausiliari dei livelli più alti.

    Questa è la pubblicazione a puntate della traduzione in Italiano del libro Democrazia Diretta di Verhulst Nijeboer. Puoi aiutare Edoardo e Emilio Piccoli che stanno effettuando gratuitamente la traduzione in Italiano effettuando le eventuali correzioni e inviandole a piccoliemilio@gmail.com

    La versione in inglese che stanno traducendo si trova qui:

    http://www.paolomichelotto.it/blog/2008/11/04/democrazia-diretta-un-testo-fondamentale/

  • Scrivi un commento

    Email (non verrà pubblicata) (obbligatorio)