di Paolo Michelotto
traduzione di Emilio Piccoli
Parlamento e referendum
Perciò il sistema rappresentativo puro non può essere considerato come veramente democratico. Tale sistema necessita, a priori, l’impiego di un processo decisionale d’élite e apre la possibilità d’introdurre leggi contrarie alla volontà popolare.
Ciò nonostante, il sistema rappresentativo può funzionare ragionevolmente bene in una situazione particolare. Quando la grande maggioranza degli elettori approva un sistema rappresentativo puro e se, inoltre, la maggioranza dei cittadini si identifica principalmente con uno dei partiti politici esistenti, il sistema rappresentativa puro è ragionevolmente legittimo (perché esso è desiderato dai cittadini). Questa situazione si è forse verificata in misura più o meno grande in molti paesi occidentali fino a al 1960 circa.
Ma i tempi sono cambianti. La maggioranza dei cittadini vuole i referendum e la maggiore parte delle persone non si identifica più espressamente con un partito politico o l’altro (cfr. riquadro 1). Il sistema del processo decisionale politico resta invariato, ma il deficit democratico è ancora notevolmente in aumento, perché in questo sistema la capacità della gente di esprimere le proprie convinzioni sociali continua ad essere erosa.
Ciò può essere risolto solo con l’introduzione del referendum obbligatorio di iniziativa dei cittadini. Insieme al sistema rappresentativo, il referendum obbligatorio di iniziativa dei cittadini è in grado di produrre un sistema che, da un lato, contiene le caratteristiche essenziali della pubblica assemblea (uguaglianza, diritto di iniziativa, regola maggioritaria, principio di mandato) e, dall’altro , è ancora utilizzabile in una società moderna. Però poi dobbiamo introdurre alcuni nuovi principi che stabiliscano come i processi decisionali rappresentativi e diretto-democratici interagiscono reciprocamene. In particolare, se vogliamo mantenere il vantaggio essenziale della democrazia rappresentativa (voto popolare non su ogni questione), i cittadini devono essere tenuti a dimostrare un interesse attivo nel processo decisionale diretto. Il Parlamento, o l’organo rappresentativo, verrebbe considerato in possesso di un mandato per tutte quelle questioni sulle quali i cittadini non rendono attivamente manifesto il loro desiderio per il processo decisionale diretto.
Pertanto, se un gruppo di cittadini vuole ottenere un referendum su una certa questione, essi devono dimostrare che effettivamente esiste tra la gente un chiaro desiderio per il processo decisionale diretto. In pratica, questa prova è fornita mediante la raccolta di firme per richiedere un referendum. In Svizzera, per esempio, si tiene un referendum a livello federale se il 2% degli elettori ne fa richiesta.
Gerarchia delle leggi
Una legge che viene approvata con un referendum deve essere superiore nella gerarchia giuridica alle leggi approvate dal Parlamento. C’è una disposizione supplementare che una legge approvata direttamente dal popolo non può essere successivamente buttata via dal Parlamento. Dopo tutto, se si tiene un referendum, ciò significa che le persone vogliono esprimere le proprie opinioni in merito alla questione in esame. Con il referendum il mandato democratico è quindi posto nelle mani degli elettori e non in quelle dei membri del Parlamento.
In Svizzera questa superiorità della legge del popolo è disciplinata a livello federale includendo la legge popolare come parte della Costituzione. Poiché la Costituzione svizzera può essere modificata solo attraverso un referendum, ciò significa che una decisione del popolo non può essere abolita che da un’altra decisione del popolo. C’è lo svantaggio però che la Costituzione svizzera si è sviluppata in uno strano miscuglio di disposizioni generali (come quelli che di solito tendono a comparire in una costituzione) e disposizioni molto specifiche (che sono normalmente regolate con leggi ordinarie).
Che possano sorgere gravi problemi su questo punto è dimostrato con l’esempio dell’Oregon. In questo Stato USA esiste il referendum obbligatorio di iniziativa dei cittadini ma con maggioranza semplice il Parlamento statale può abolire le leggi che sono fatte con un referendum. Questo è accaduto realmente. Nel 1988, per esempio, fu portata un’iniziativa popolare che prevedeva una pena detentiva più lunga per i criminali violenti. Questa legge è stata successivamente abrogata dalle Camere legislative.
Un iniziativa popolare è stata lanciata in seguito (misura 33), nel tentativo di prevenire questo genere di evento. Essa proponeva quanto segue:
- le leggi create sulla base di una iniziativa popolare possono essere cambiate solo nei primi cinque anni da un’altra iniziativa popolare;
- dopo cinque anni, un cambiamento può essere fatto solo se ottiene almeno il 60% dei voti in entrambe le Camere legislative (Senato e Camera dei Rappresentanti).
Tuttavia la proposta venne respinta con un solo stretto margine nel novembre del 1996.
Questa è la pubblicazione a puntate della traduzione in Italiano del libro Democrazia Diretta di Verhulst Nijeboer. Puoi aiutare il Emilio effettuando le eventuali correzioni e inviandole a piccoliemilio@gmail.com
La versione in inglese che sta traducendo si trova qui:
http://www.paolomichelotto.it/blog/2008/11/04/democrazia-diretta-un-testo-fondamentale/
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