• Archive for Giugno, 2009

    Cap 5 -5 Democrazia dei Cittadini. La revoca degli eletti.

    28 Giugno 2009 // Nessun commento »

    paolo michelotto

    paolo michelotto

    di Paolo Michelotto

    ecco la lettura della quinta parte del 5° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Revoca degli Eletti.

    La revoca è uno strumento di democrazia diretta pressocché sconosciuto in Italia, che permette di iniziare un referendum per revocare il mandato di una persona eletta. Di solito è più complesso di un normale referendum e richiede un numero di firme molto più alto. Esiste da centinaia d’anni ed è attuato migliaia di volte ogni anno negli Stati Uniti a livello cittadino, di contea e di stato (il più famoso è stato il governatore della California, Davis, revocato nel 2003), in Venezuela (revoca contro Chavez nel 2004, vinta da lui), in Bolivia (revoca contro Evo Morales vinta da lui nel 2008), in Canada, in Germania a livello di comune. E’ previsto, ma applicato molto raramente a causa della forza degli altri strumenti di democrazia diretta, anche in Svizzera.

    Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:

    La votazione del 6 ottobre

    Considerazioni sulla revoca in California

    Storia della revoca in California

    Buon ascolto e ogni commento è benvenuto.

    Scarica il file MP3 qui di seguito, cliccando tasto destro “Salva destinazione con nome”:

    cap-5-5-democrazia-dei-cittadini

    Oppure ascoltalo qui:

     

    Postato in democrazia dei cittadini, podcast, revoca degli eletti

    A Morciano (RN) nasce un gruppo per avere maggiore democrazia

    27 Giugno 2009 // 2 Commenti »

    morciano_in_comune

    morciano_in_comune

    di Paolo Michelotto

    in tutta Italia nascono gruppi che vogliono estendere la democrazia, far partecipare i cittadini, limitare lo strapotere della elite politica dominante. E’ un trend naturale, positivo, spontaneo e necessario. Spesso però non ne siamo a conoscenza e pensiamo di lottare da soli ognuno nella propria zona. E a volte siamo scoraggiati, mentre invece siamo noi la maggioranza, ma nessuno ne parla e quindi non lo sappiamo. Per questo inauguro una nuova categoria di post “Democrazia dal basso in Italia” per segnalare gruppi, comitati e associazioni che portano avanti l’idea nobile della democrazia come “potere della gente”. A Morciano (Rn) esiste il gruppo “Morciano in Comune” che è nato di recente e che ha iniziato facendo dibattere i candidati sindaci prima delle recenti elezioni e che si prefigge di affrontare le tematiche di democrazia diretta e partecipativa.  Il loro sito si trova all’indirizzo http://www.morcianoincomune.it/ (tra l’altro è interessante anche il sistema di Google Site da loro usato). In maniera trasparente c’è tutto ciò che fanno, che organizzano, gli esiti, le lettere inviate. Un ottimo inizio.

    Postato in democrazia dal basso in Italia, democrazia diretta, link recensiti, partecipazione

    Dresda, la democrazia vince e decide il ponte anche se ciò la fa cancellare dalla lista dei Patrimoni dell’Umanità

    26 Giugno 2009 // 4 Commenti »

    dresda

    dresda

    di Paolo Michelotto

    Dresda era città riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Poi è stato fatto il progetto per costruire un nuovo ponte per la città di mezzo milione di abitanti per migliorare la viabilità. L’Unesco aveva avvisato le autorità: se fate il ponte, la città verrà tolta dalla lista delle località “Patrimonio dellìUmanità”. Bene ci sono state due referendum cittadini e gli abitanti hanno deciso che preferiscono una città più vivibile con il nuovo ponte, piuttosto che una città sulla lista Unesco con traffico insostenibile.

    La notizia sta nella banalità della cosa. Un progetto controverso con pro e contro, tutte motivazioni rispettabili e che meritavano di essere prese in considerazione, a Dresda, in Germania è stato deciso dai cittadini. Come dovrebbe succedere in tutti i sistemi di governo che pomposamente si autodefiniscono “democrazie”. Come dovrebbe avvenire anche in Italia, dove i cittadini non sono mai ascoltati tranne quando devono segnare una crocetta su un partito piuttosto che un altro.

    La scelta Il collegamento che deturperebbe la valle dell’ Elba è voluto dal 57% dei cittadini
    Dresda, sì al ponte brutto e utile E perde la tutela dell’ Unesco

    Via dalla lista dei patrimoni dell’ umanità. «Ma migliorerà il traffico»

    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO – Grandezza della democrazia. Ieri, la città di Dresda ha gettato alle ortiche il brand dell’ Unesco, cioè delle Nazioni Unite, di World Heritage Site, Sito patrimonio dell’ umanità. Perché vuole un ponte in più sul fiume Elba che alleggerisca il traffico ma che potrebbe turbare il paesaggio. E perché, testarda, la maggioranza dei cittadini non ha voluto farsi imporre scelte dalle élite cultural-turistiche che dicono di saperla più lunga. Si può vivere senza il marchio di garanzia, ma si soffre se la città è congestionata, hanno stabilito gli abitanti senza dare retta alle mode dominanti. La questione, oggetto di un gran dibattito in Germania, nasce nel 2004, quando la Valle dell’ Elba all’ altezza di Dresda viene dichiarata Patrimonio mondiale – assieme ad altri 878 posti – per la bellezza del paesaggio che corre lungo il fiume, compresi i palazzi e le chiese del centro della città ricostruiti dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Un bel titolo, uno dei 33 detenuti dalla Germania. L’ anno dopo, però, gli urbanisti di Dresda dicono che serve un ponte in più sull’ Elba, per collegare meglio la città vecchia a quella nuova: ce ne sono già quattro, ma la crescita economica, finite le ristrettezze patite negli anni della Germania Est, è notevole e dunque occorrono infrastrutture per mantenere il passo e non costringere i cittadini a una vita d’ inferno. (continua…)

    Postato in democrazia diretta, democrazia diretta germania, referendum

    colloquio con Sindaco Ortisei (BZ) – Ewald Moroder

    25 Giugno 2009 // Nessun commento »

    ewald moroder

    ewald moroder

    di Paolo Michelotto

    finalmente sono riuscito a parlare al telefono al sindaco di Ortisei (BZ) Ewald Moroder, in centro nella foto.

    Perchè avete tolto il quorum dal referendum comunale?
    Perchè riteniamo che chi partecipa debba scegliere, come in Svizzera dove in alcuni comuni le decisioni vengono prese in piazza per alzata di mano e chi c’è decide.

    L’ho invitato a fare una relazione sul perchè il comune di Ortisei ha scelto nel 2006 con il nuovo statuto comunale di togliere il quorum dai referendum, per il 20 settembre 2009 a Rovereto durante “Il cittadino partecipa”. Mi saprà dire nei prossimi giorni.

    Qui maggiori notizie sul primo comune de-quorumizzato d’Italia, Ortisei.

    http://www.paolomichelotto.it/blog/2009/05/31/ortisei-il-primo-comune-italiano-senza-quorum-nei-referendum/

    Postato in quorum, referendum

    Il referendum non ha fallito: la classe politica lo ha reso inutilizzabile. Occorre una riforma dal basso!

    22 Giugno 2009 // 1 Commento »

    manifesto_referendum2

    manifesto_referendum2

    di Paolo Michelotto

    dopo l’inevitabile mancato raggiungimento del quorum nel referendum nazionale del 21 giugno 2009 i commenti fuori luogo degli esponenti della classe politica si sprecano:

    Fini: il cittadino non crede più allo strumento referendario

    Chiti: bene il mancato raggiungimento del quorum

    Casini: referendum fallito miseramente e spreco di denaro pubblico

    Calderoli: vittoria della Lega

    L’unico che dice per ora una cosa condivisibile è D’Alema: “eliminare il quorum”, ma subito viene colto dal panico dei cittadini e la controbilancia con una tutela per la classe politica “innalzare il numero delle firme”.

    Invece non è il referendum uno strumento che ha fallito, ma il modo con cui è stato introdotto dalla nostra classe politica in Italia, che non funziona:

    1. il quorum del 50% (che non esiste in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Svizzera, California) stimola appunto chi governa a fare appello all’astensionismo per boicottare il referendum invalidandolo e così facendo prevalere la sua parte con minima fatica contando gli astenuti come voti NO.

    2. Berlusconi ha sabotato la partecipazione al referendum mettendolo 2 settimane dopo il voto delle europee in una domenica estiva. Negli altri stati europei e in USA al contrario, per stimolare la partecipazione fanno appositamente l’abbinamento elezioni – referendum.

    3. in Italia esiste solo il referendum per abrogare una legge già entrata in vigore. In Svizzera e in Baviera esiste invece il referendum opzionale o confermativo, che funziona così: ogni volta che il parlamento pubblica una legge, c’è un periodo di 100 giorni in cui i cittadini contrari possono raccogliere 50.000 firme (1% degli aventi diritto al voto). Se riescono nell’impresa, nella prima data utile riservata ai referendum (ci sono 3-4 domeniche all’anno già prefissate per i referendum) i cittadini sono chiamati al voto, se i cittadini dicono di SI la legge entra subito in vigore, altrimenti non entra in vigore.

    4. poi esiste in Svizzera, Baviera e California anche la possibilità di proporre qualcosa tramite referendum, e questo strumento viene chiamato Iniziativa (in Italia, Referendum Propositivo). Con esso i cittadini previa raccolta di 100.000 firme (2 % degli aventi diritto) possono chiedere ai loro concittadini se vogliono introdurre una nuova norma. Se alla votazione la maggioranza dice SI, essa viene introdotta. Senza modifiche. Inoltre è possibile mettere a referendum un quesito semplice e lasciare che venga poi normato dal parlamento, oppure una legge completa di articoli e commi.

    Se questi due strumenti, che dove esistono in Svizzera, in California non hanno il quorum e in Baviera dal 10 al 15%, esistessero in Italia, cosa sarebbe successo nel caso della legge elettorale “porcata”?

    1. appena Calderoli avesso pubblicato la legge, i cittadini avrebbero raccolto le firme per il referendum opzionale, e la legge sarebbe stata promulgata solo se i cittadini l’avessero approvata. Il tutto in 100 giorni per le firme – un paio di mesi per il referendum, in 5 mesi tutto sarebbe stato deciso. Tempi rapidi e soluzioni condivise. Inverno – Primavera 2006 la legge “porcata” era stata promulgata, entro estate i cittadini avrebbero potuto dire SI oppure NO.

    2. se i cittadini avessero accettato la legge porcata nel 2006 quando era stata “creata”, per i più disparati motivi (colpo di sole collettivo, influenza cerebrale, mancanza di informazione vera, mancanza di opposizione, convergenza di interessi di tutti i partiti più grossi PD e PDL) e avessero ritenuto che la legge “porcata” era da cambiare solamente 3 anni dopo, ossia oggi nel 2009, e avessero avuto gli strumenti Svizzeri, Californiani e Bavaresi, avrebbero potuto iniziare la raccolta firme per l’Iniziativa (Referendum Propositivo) per una nuova legge elettorale. L’avrebbero messa la voto di tutti i cittadini e poichè non esiste il quorum, chi fosse andato al voto avrebbe deciso.

    La nostra democrazia italiana è una democrazia bloccata, formale, apparente, dove poche persone decidono per 60 milioni. Per trasformarla in democrazia vera, dobbiamo noi cittadini esigere che venga tolto il quorum, che venga introdotto il referendum opzionale e il referendum propositivo. E lo potremo esigere quando in molti sapremo che questi strumenti esistono, ad esempio a pochi chilometri dal nostro confine.

    Per migliorare la nostra democrazia, diffondiamo questa notizia!

    A Rovereto (TN) ci stiamo impegnando da 2 anni per questo motivo: togliere il quorum dai referendum comunali. L’11 ottobre 2009 i cittadini roveretani saranno chiamati alle urne per dire SI ed eliminare il quorum.

    http://www.cittadinirovereto.it/diario/i-quattro-quesiti-referendari/

    Postato in newsletter inviate, quorum, referendum

    008 Democrazia Diretta 1 – inserto 1.3 Potere politico e democrazia diretta

    21 Giugno 2009 // Nessun commento »

    direct-democracy-verhulst

    direct-democracy-verhulst

    di Paolo Michelotto

    traduzione di Emilio Piccoli

    1- 3: Potere politico e democrazia diretta

    Quello che molti politici pensano riguardo a se e in che misura i referendum siano auspicabili è molto legato alla loro propria vicinanza al potere politico. Più potere hanno acquisito in un sistema rappresentativo, più sembrano opporsi alla democrazia diretta. Seguono alcuni esempi su questo.
    In Svezia, nel corso del XX secolo si sono tenuti solo cinque referendum in totale. Le posizioni dei più importanti partiti svedesi – il partito socialista e il partito conservatore – variavano a seconda se erano o no al potere in quel momento. Prima della Seconda Guerra Mondiale il partito conservatore svedese era rigorosamente contro il referendum; dopo la guerra, quando questo partito fu all’opposizione per decenni, è diventato un fautore dei referendum. Nel partito socialista svedese, le cose si sono sviluppate esattamente nella direzione opposta: questo partito ha cominciato a rifiutare referendum dal momento in cui guadagnato la maggioranza assoluta al ‘Rikstag’ svedese. Ruin (1996, p. 173) riassume come segue: “i partiti che appartengono all’opposizione o hanno una posizione subordinata manifestano la tendenza a difendere il referendum. Partiti che siedono al governo o che hanno una posizione esecutiva tendono a mostrare un atteggiamento sprezzante”.

    Nel Baden-Württemberg, i cristiano-democratici (CDU), approdarono all’opposizione dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quando la costituzione di questo Stato tedesco era in fase di elaborazione nel 1952-1953, la CDU argomentava per l’introduzione del referendum. La maggioranza governativa in quel momento, di cui i socialisti SPD erano il partner più importante, tuttavia, si era opposta all’introduzione. Nel 1972, la situazione era cambiata: il Baden-Württemberg era ora governato da una coalizione di liberali e cristiano democratici. Quando venne prospettata una modifica alla Costituzione, la Spd prese l’iniziativa per introdurre anche i referendum. Ciò creò una forte opposizione da parte della CDU. Emerse la particolare situazione in cui la SPD e CDU ora adottavano le stesse posizioni che avevano tenuto venti anni prima i loro avversari.

    Alla fine vi fu un compromesso: il referendum fu introdotto come principio, ma con una soglia gigantesca. Al fine di indire un referendum, un sesto degli elettori del Baden-Württemberg devono registrare le loro firme nei municipi o negli uffici comunali entro un periodo di due settimane. Com’era prevedibile, ovviamente, non un solo referendum si è svolto nel decennio successivo. Nel 1994, uno gruppo di cittadini ha scritto molto educatamente: “Purtroppo, in considerazione di questa mutevole posizione, non si può fare a meno di pensare che se un partito è stato pro o contro i referendum in passato era dipeso in primo luogo dal fatto che il partito considerasse la questione da una prospettiva governativa o da una prospettiva di opposizione “. (Stuttgarter memorandum, 1994, p. 23).

    Non è solo la divisione tra i partiti di opposizione e di governo a giocare un ruolo. Nel sondaggio d’opinione belga condotto nel 1998 dall’Instituut voor Plaatselijke Socialistische Actie, menzionato sopra, appariva che i politici locali con un mandato esecutivo (assessori e sindaci) consideravano il referendum anche meno favorevolmente rispetto ai politici con un mandato rappresentativo (consiglieri comunali), indipendentemente dal fatto che quest’ultimo appartenesse all’opposizione o alla coalizione di governo. (De Morgen giornale, il 31 gennaio 1998)

    Del resto, l’introduzione della democrazia diretta non è l’unica questione su cui i partiti politici cambiano di abitudine il loro punto di vista a seconda della loro quota di potere. Lo stesso fenomeno vale per la questione della limitazione sul numero di volte che un rappresentante può conservare la stessa carica. Tra gli elettori americani, circa il 75% sostengono la rieliggibilità limitata. Per contro, solo il 18% dei membri dei singoli parlamenti di Stato si sono espressi a favore, con il 76% contrari a qualsiasi restrizione. Tra i lobbisti di professione, non meno del 86% era a favore della rieleggibilità illimitata. Ciò non è sorprendente, perché la rieleggibilità limitata minaccia la ‘old boys network’ che è fondamentale per un buon lobbista. Un lobbista ha anche dichiarato esplicitamente: “I lobbisti concordano con la tesi dei difensori della rieleggibilità limitata : questa misura scinderebbe i legami e interferirebbe con il lavoro dei gruppi di interesse” (O’Keefe1999). Nelle Fiandre, il sistema della rieleggibilità limitata era originariamente parte centrale della dottrina del partito verde Agalev. Questo partito ritieneva che ai titolari del mandato dovrebbe essere consentito di rinnovare il loro mandato solo una sola volta. Quando si venne al dunque, e alcuni pesi massimi elettorale videro le loro posizioni minacciate da questa misura, la posizione del partito fu immediatamente modificata.

    Questa è la pubblicazione a puntate della traduzione in Italiano del libro Democrazia Diretta di Verhulst Nijeboer. Puoi aiutare il Emilio, scaricandoti il capitolo intero tradotto qui direct-democracy-verhulst-1, effettuando le eventuali correzioni con un colore diverso e inviandolo a piccoliemilio@gmail.com

    Postato in Democrazia Diretta Verhulst

    referendum sulla legge porcata 21-giugno 2009

    20 Giugno 2009 // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    qualcuno mi ha chiesto: “ma come mai non parli di questo referendum nazionale italiano?”

    Semplice. Sono indignato e sono in grossissime difficoltà personali a decidere cosa fare. Come posso parlarne?

    1. la legge attuale è una porcata

    2. se vincesse il SI ai referendum la legge si tramuterebbe in GRANDE porcata

    3. se la maggioranza votasse NO poi direbbero “ecco i cittadini vogliono la legge porcata attuale”

    4. ci sarebbe infine la possibilità dell’astensione per invalidare il referendum e lasciare tutto com’è, ma va contro i principi di democrazia diretta e egevolerebbe la casta.

    Insomma ogni decisione possiamo prendere noi cittadini, non va a nostro favore. Ma dell’elitè che ha scritto la “porcata” e che pretendendo di rappresentarci fa solo i suoi “porci” interessi. Quanlunque sia l’esito della votazione lo strumento del referendum (come applicato in Italia) verrà svilito e perderà di prestigio.

    Per cui visto che comunque vada noi perderemo,  il mio invito è: giochiamo per ora al loro gioco, ma prendiamo l’impegno etico di diffondere la conoscenza della democrazia diretta a tutti i livelli. Quando molti di noi cittadini conosceremo le possibilità della democrazia che sono attuate nel mondo, le pretenderemo anche qui nel nostro paese e non ci potranno prendere in giro.

    Quindi: votiamo questa schifezza, ma indignamoci e cominciamo a diffondere la conoscenza della Democrazia Diretta, ognuno con gli strumenti che ha. Io nel limite delle mie possibilità sono disponibile ad andare ovunque a presentare gli “Esempi funzionanti della Democrazia Diretta”. La democrazia di questa elite ha fallito. E’ diventata solo una difesa dei privilegi di casta.

    Cominciamo a pretendere una VERA democrazia, quella dove i cittadini possano gestire davvero il potere che gli compete. In cooperazione con i loro amministratori eletti.

    Postato in referendum

    Senso civico, democrazia e nimby

    14 Giugno 2009 // Nessun commento »

    scorie-nuclearibig

    scorie-nuclearibig

    di Paolo Michelotto

    dal libro “Democrazia dei Cittadini” pag 297.

    Senso civico, democrazia e nimby

    Nimby è un acronimo ricavato dalle iniziali delle parole inglesi “Not In My BackYard”, che significa: non nel mio cortile.
    E’ un termine usato per indicare il fenomeno che riguarda le comunità che non accettano che una determinata struttura sorga nel loro territorio. Una struttura che tutti considerano necessaria, come aeroporti, centri di accoglienza per stranieri, depositi di scorie nucleari, ma che non vogliono vicino alla loro casa.
    Di solito queste decisioni sono imposte dall’alto dal governo, spesso accompagnate da compensazioni economiche.
    In Svizzera si verificò un caso interessante, perché le comunità hanno diritto di veto tramite referendum o nell’assemblea pubblica. Nel 1993 venne chiesto agli abitanti di 4 villaggi cosa ne pensassero del fatto che potesse essere costruito un deposito di scorie nucleari nelle loro prossimità. Questo sito era stato scelto dal Servizio Geologico Svizzero come quello più adatto. Le risposte date sarebbero state molto importanti poiché si era molto vicini alla decisione finale.
    Il risultato del sondaggio fu che il 50,8% dei cittadini era favorevole e il 44,9% contro.
    Un fatto interessante fu che quando venne offerta una compensazione economica annuale variabile dai 1500 ai 4500 euro, il consenso crollò dal 50,8% al 24,6%. Meno della metà. La percentuale rimase la stessa anche quando fu offerta una ricompensa più alta.
    L’indagine mostrò che la correttezza e la trasparenza nelle procedure di decisione giocarono un ruolo fondamentale nella percezione dei cittadini.
    L’offerta di compensazione economica cambiò il modo con cui essi vedevano la scelta.
    L’appello non era più al loro senso civico e il messaggio implicito diventava che erano stati persuasi per un calcolo economico personale. La gente sentiva la sensazione di essere stata imbrogliata.

    Postato in democrazia, democrazia dei cittadini

    Iscriviti a “Il Cittadino Partecipa” 20 settembre 2009 – Rovereto

    13 Giugno 2009 // Nessun commento »

    il cittadino partecipa

    il cittadino partecipa

    di Paolo Michelotto

    Il cittadino Partecipa – Idee per riattivare la democrazia in Trentino
    333 cittadini trentini, insieme ad esperti provenienti da tutto il mondo, discuteranno di democrazia, avvalendosi di un metodo partecipativo rigoroso.

    Le loro migliori idee, emerse attraverso la votazione dei partecipanti, saranno proposte ai media, all’amministrazione e a tutti i cittadini perché siano applicate.

    Per saperne di più scaricati le 6 pagine del programma qui:
    http://www.ilcittadinopartecipa.it/wp-content/uploads/2009/05/programma-20-settembre-9-6-9.pdf

    Per iscriverti, se risiedi nelle provincia di Trento,  (gratis – serve per motivi organizzativi per predisporre le sedie, i pranzi etc) vai qui:
    http://www.ilcittadinopartecipa.it/presenti-a-il-cittadino-partecipa-20-09-09/

    Se abiti fuori della provincia di Trento, puoi assistere lo stesso a tutta la giornata, non puoi però partecipare attivamente alla discussione ai tavoli. In questo caso avvisaci che arriverai qui. per pterci organizzare al meglio per l’accoglienza.

    Vieni anche tu a proporre idee per la tua provincia.
    Iscriviti per tempo, lo spazio è tanto, ma non illimitato.

    Domenica 20 settembre 2009
    Palasport di Rovereto (TN)
    ore 9.00 – 19.00

    Postato in deliberazione, democrazia diretta, partecipazione, town meeting

    I cittadini sono egoisti oppure altruisti?

    // Nessun commento »

    fiducia

    fiducia

    di Paolo Michelotto

    dal libro “Democrazia dei Cittadini” pag. 295

    Fiducia tra i cittadini

    Ricerche di Putnam hanno dimostrato che c’è una forte relazione tra senso civico, risultati economici ed efficienza nella pubblica amministrazione. Nelle aree dove il senso civico è più alto, l’economia prospera e l’amministrazione è più efficiente.
    Putnam propone degli indicatori per valutare il livello di senso civico:

    • affluenza ai referendum;
    • numero di quotidiani letti;
    • livello di partecipazione alla vita sociale in club e associazioni.

    Un numero di ricerche comparative tra diversi paesi ha mostrato che non è la cultura civica che determina la qualità della democrazia, ma piuttosto il contrario.
    Muller e Seligson ad esempio affermano che: “la fiducia interpersonale appare chiaramente essere un effetto piuttosto che la causa della democrazia.”
    La democrazia crea fiducia tra le persone e tra le persone e le istituzioni dello stato. Ricerche mostrano che coloro che guardano molto la tv mostrano una forte tendenza a prendere meno parte alla vita sociale e a sviluppare una percezione negativa dei loro simili (per esempio sovrastimando l’impatto del crimine sulla società).
    Nel 1960 il 58% degli americani credevano ci si potesse fidare della maggior parte della gente. Nel 1993 la percentuale era scesa al 37%.
    Miller e Ratner (1998) affermano che si è diffusa una cultura di reciproca sfiducia basata sulla biologia evolutiva, sull’economia neoclassica, sul comportamentismo e sulla teoria psicoanalitica che tutte assieme affermano che le persone singolarmente ricercano attivamente il loro proprio interesse. Mentre ricerche sperimentali sempre più numerose affermano una storia molto diversa.
    Per esempio si è scoperto che le persone:

    • sono molto più attente alla equità delle procedure a cui sono sottoposte che ai risultati concreti di tali procedure;
    • ci tengono molto di più ai guadagni collettivi del loro gruppo che ai loro guadagni personali;
    • hanno atteggiamenti verso le politiche pubbliche modellati dai loro valori e ideologie piuttosto che dall’impatto che queste politiche hanno nel loro benessere materiale.

    Le persone sono molto meno concentrate sui loro interessi personali di ciò che le teorie proclamano.
    Ma allo stesso tempo queste teorie “egoistiche” hanno attecchito in profondità nella percezione comune.
    Così la maggior parte delle persone considerano se stesse più altruistiche che il resto dei loro simili.
    Un esperimento significativo condotto da Miller e Ratner indagava sulla disponibilità delle persone a donare il sangue gratuitamente o con ricompensa. Il 63% delle persone intervistate dichiarò la loro disponibilità a donare sangue gratuitamente. Quando venne offerta una ricompensa di 15 USD la percentuale aumentò al 73%. Un’offerta di denaro convinse quindi una percentuale di persone relativamente modesto: il 10%.
    Tuttavia, e qui c’è il risultato interessante dell’indagine, agli intervistati venne chiesta una stima di come avrebbero risposto. Ciò che pensavano era che il 62% delle persone avrebbe offerto sangue se ricompensate con denaro e solo il 33% lo avrebbe donato gratuitamente. Così le persone sovrastimarono il ruolo del denaro nel motivare le scelte dei loro simili.
    Un’altra indagine di Miller e Ratner riguardò il fumo. Venne chiesto chi approvasse restrizioni al fumo sugli aerei. Il 100% dei non fumatori approvò l’idea e l’85% dei fumatori idem. Agli stessi venne chiesto che stime facessero e si scoprì che le persone pensavano che il 93% dei non fumatori avrebbe approvato e solo il 35% dei fumatori avrebbe fatto altrettanto.
    Quindi le persone sovrastimarono il ruolo che il proprio interesse avrebbe giocato nelle scelte dei fumatori.
    I due autori scoprirono anche che l’80% dei fumatori era a favore di restrizioni al fumo nei luoghi ad alto rischio di fumo passivo (ristoranti, luoghi di lavoro, mezzi di trasporto) mentre la percezione tra le persone era che sarebbero stati favorevoli a tali restrizioni solo dal 25% al 35% dei fumatori.

    Postato in democrazia, democrazia dei cittadini

    la sindrome Nimby esiste o è una finta spiegazione nata per delegittimare le proteste dei cittadini?

    12 Giugno 2009 // Nessun commento »

    nimby

    nimby

    di Paolo Michelotto

    i cittadini sono egoisti e pensano solo a ciò che succede vicino a loro e si disinteressano dei problemi degli altri? Se fosse vera questa tesi, allora avrebbero ragione gli esponenti della elite che ci governa, che dicono che loro non ci ascoltano noi cittadini, perchè loro sanno meglio di noi cos’è meglio per noi.

    Ma per fortuna NON E’ COSì!

    Qui riporto alcuni spunti per non farci prendere in giro quando ci dicono che noi soffriamo di sindrome Nimby.

    dal sito ecoalfabeta

    Ormai tutti conoscono la cosiddetta sindrome NIMBY, Not In My Back Yard; ovvero costruite centrali nucleari, inceneritori, tangenziali, rigassificatori, expo ecc da un’altra parte.

    I media (che difendono sempre in modo un po’ troppo solerte i grandi progetti) dicono che la sindrome NIMBY è effetto di egoismo, particolarismo e provincialismo, di chi vuole le comodità senza pagarne i costi.

    Seguendo (ma a rovescio) la logica di Garrett Harding, i cantori dello sviluppo argomentano più o meno così: i vantaggi (di solito dati per scontati) di una grande opera sono per tutta la collettività, mentre gli svantaggi (mai documentati però) sono per un piccolo numero, quindi l’opera deve essere realizzata.

    Se fossero più onesti forse scriverebbero così:

    * i grandi vantaggi sono per un piccolissimo gruppo (costruttori, appaltatori, banche);
    * la maggioranza ha vantaggi modesti o nulli;
    * mentre una minoranza (di solito marginale, con minore potere contrattuale ecc) si becca gli svantaggi che di solito si chiamano inquinamento, malattie e morte.

    Ecco allora che salta fuori il meno conosciuto NIABY, Not In Anyone’s Back Yard; se un’opera consuma risorse naturali e ha un impatto ambientale devastante, non deve essere fatta in nessun luogo!

    La coalizione dei vari NIMBY d’Italia sta in effetti portando ad affermare questo principio: NOTAV, NoDalMolin, ChiaiaNOdiscarica, NoExpo, notangenziale, NOInceneritori ecc non sono espressioni di egoismi locali, ma opposizioni di cittadini attivi a una visione novecentesca e inquinante dello sviluppo. Partendo ad esempio dall’opposizione all’inceneritore che vorrebbero costruire sotto casa, si passa a ragionare sull’insostenibilità di questi grandi progetti. (continua…)

    Postato in consultazione, democrazia

    007 Democrazia Diretta 1 – inserto 1.2 L’élite politica vuole la democrazia diretta ?

    10 Giugno 2009 // Nessun commento »

    direct-democracy-verhulst

    direct-democracy-verhulst

    di Paolo Michelotto

    traduzione di Emilio Piccoli

    1-2 : L’élite politica vuole la democrazia diretta ?

    No. Da sondaggi di opinione tenuti tra i politici, in genere appare chiaro che la maggioranza di loro sono avversari della democrazia diretta.
    In Danimarca, ai membri del parlamento nazionale è stato chiesto il loro parere in merito all’affermazione: “Ci dovrebbero essere più referendum in Danimarca”. La grande maggioranza dei membri del parlamento era contraria a questo. Per tre partiti -Socialdemocratici, Liberali di sinistra e Democratici di centro- furono perfino il 100% contro ; inoltre il 96% dei membri della Destra liberale e il 58% dei conservatori erano contro. Solo una (larga) maggioranza dei Socialisti e del Partito popolare danese furono a favore (giornale Jyllands Posten, 30 dicembre 1998).
    Nel 1993, lo scienziato di scienze politiche Tops condusse un un sondaggio d’opinione nei Paesi Bassi tra i membri di consigli comunali. Meno di un quarto erano a favore dell’introduzione del referendum obbligatorio (NG Magazine, 31 dicembre 1993). Un altro sondaggio, condotto dall’Università di Leiden trovò che il 36% di tutti i consiglieri comunali si pronunciarono a favore del l’introduzione del referendum opzionale e il 52% era contro. Consiglieri del VVD (Liberali di destra) e del CDA (Democarici cristiani) erano contro addirittura con una media del 70%. Solo i Verdi di sinistra ed il D66 (Liberali di sinistra) presentavano una maggioranza dei consiglieri a favore del referendum opzionale (Binnenlands, Bestruur periodico del governo locale, 18 febbraio 1994). (continua…)

    Postato in Democrazia Diretta Verhulst

    è nato il coordinamento referendum deliberativi senza quorum

    9 Giugno 2009 // Nessun commento »

    refdeliberativi

    refdeliberativi

    riporto un messaggio di Fabio Castellucci

    È nato il sito del COORDINAMENTO per i REFERENDUM Deliberativi senza Quorum
    www.refdeliberativi.net
    Vediamo di UNIRE tutte le forze che credono nella Sovranità del Popolo almeno per questa cosa SEMPLICE!
    APPOGGIARE in qualunque modo chi vuole introdurre a tutti i livelli (Comuni – Province – Regioni – Stato) il solo e unico fattore di reale Sovranità Popolare: (continua…)

    Postato in democrazia diretta, quorum, referendum

    Il Cittadino Partecipa: 20 settembre 2009 – Democrazia Diretta e Partecipativa

    // Nessun commento »

    il cittadino partecipa

    il cittadino partecipa

    di Paolo Michelotto

    dopo un percorso durato 6 mesi siamo arrivati a definire quasi in maniera definitiva la Giornata Partecipativa Trentina. Il titolo sarà “Il cittadino partecipa: idee per riattivare la democrazia nel trentino”.

    Anche se è focalizzata sul Trentino, ci saranno i maggiori esperti di democrazia diretta e partecipativa italiani e europei. La mattina della domenica 20 settembre 2009 sarà dedicata all’ascolto degli esperti. Il pomeriggio, invece saranno i cittadini a diventare protagonisti, suddivisi in tavoli da 10, discuteranno, delibereranno e voteranno le proposte che riterranno migliori per riattivare la democrazia nel trentino.

    Per la prima volta al mondo una giornata partecipativa di così alto livello viene organizzata dal basso, da cittadini senza fondi, ma con molte idee e energia per la propria collettività.

    Possono assistere anche cittadini non trentini (è un palasport da 2000 posti). Ma i 333 che siederanno ai tavoli e che faranno emergere le proposte per riattivare la democrazia in trentino, saranno cittadini trentini che si sono pre-iscritti gratuitamente in anticipo, per poterci organizzare.

    Alcuni dettagli per chi vuole approfondire.

    Qui vedi il progetto aggiornato ad oggi.

    http://www.ilcittadinopartecipa.it/wp-content/uploads/2009/05/programma-20-settembre-9-6-9.pdf

    Abbiamo creato il sito ad hoc: www.ilcittadinopartecipa.it

    Per l’evento del 20 settembre 2009, se vuoi, puoi già pre-iscriverti. I posti sono limitati: solo 333 per motivi organizzativi. Per pre-iscriverti puoi andare qui (se non sei trentino avvisaci lo stesso della tua presenza, per organizzarci meglio)

    http://www.ilcittadinopartecipa.it/presenti-a-il-cittadino-partecipa-20-09-09/

    Si parla di questo evento su due gruppi FaceBook:

    Il cittadino partecipa

    TrentoAttiva

    Qui gli incontri preparatori svolti finora.

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    democrazia diretta in Italia e in Europa: Thomas Benedikter

    // 1 Commento »

    di Paolo Michelotto

    l’intervento di Thomas Benedikter (autore del libro “Democrazia Diretta – ed. Sonda 2008) a Rovereto il 30 maggio 2009.

    Postato in bolzano, democrazia diretta

    breve storia dell’iniziativa Più Democrazia di Bolzano

    7 Giugno 2009 // Nessun commento »

    di Paolo Michelotto

    ecco dalla voce di Stephan Lausch, uno dei fondatori del gruppo, in breve la storia di 14 anni dell’Iniziativa Più Democrazia del SudTirol. Passione, cuore, costanza.

    Postato in bolzano, democrazia diretta

    006 Democrazia Diretta 1 – inserto 1.1 La gente vuole la democrazia diretta?

    6 Giugno 2009 // Nessun commento »

    direct-democracy-verhulst

    direct-democracy-verhulst

    di Paolo Michelotto

    traduzione di Emilio Piccoli

    La gente vuole la democrazia diretta?

    Sì. Non c’è praticamente nessun paese occidentale in cui non ci sia una maggioranza del popolo (di solito larga) che vuole la democrazia diretta. Nel 1995, il sondaggio ’stato della Nazione’ mostrò che il 77% dei cittadini britannici credeva che dovesse essere introdotto un sistema “… in cui certe decisioni vengono rimesse al popolo per decidere con referendum popolare” (Prospect Magazine, ottobre 1998). Secondo un sondaggio pubblicato dal Sun (15 marzo 2003), l’84% dei britannici voleva un referendum sulla Costituzione europea. Allo stesso tempo, è apparve un sondaggio sul Daily Telegraph, secondo cui l’83% dei cittadini britannici voleva risolvere questioni di sovranità per mezzo di referendum nazionali; solo il 13% ritieneva che questo fosse competenza del governo. Il Guardian (29 febbraio 2000) pubblicò un sondaggio secondo il quale il 69% dei britannici voleva un referendum sul nuovo sistema elettorale proposto dal Primo Ministro Blair. Ciò dimostra chiaramente che il popolo britannico vuole l’ultima parola in merito all’organizzazione del loro sistema politico. In Germania, più di 4 cittadini su 5 desidera che l’iniziativa del referendum popolare venga introdotta a livello nazionale. Da un sondaggio Emnid nel 2005, divenne chiaro che l’85% dei tedeschi ne erano convinti (Readers Digest, 10 agosto 2005), e dati comparabili sono pervenuti da decine di altri sondaggi. Nel 2004 Emnid chiese anche ai tedeschi se volevano un referendum sulla Costituzione europea; il 79% rispose in senso affermativo. Precedenti sondaggi mostrarono che la preferenza tedesca per la democrazia diretta è trasversale in tutti i partiti: erano sostenitori il 77% degli elettori della SPD, il 68% degli elettori CDU, il 75% degli elettori FDP, il 69% deglii elettori dei Verdi, il 75% degli elettori PDS. (Zeitschrift für Direkte Demokratie 51 (periodici per la democrazia diretta no. 51), 2001, p. 7). Secondo un sondaggio SOFRES, l’82% dei francesi sono a favore dell’iniziativa referendaria popolare; il 15% sono contrari (Lire la politique, il 12 marzo 2003).

    Nei Paesi Bassi, secondo un sondaggio SCP del 2002, l’81% degli elettori sostiene (continua…)

    Postato in Democrazia Diretta Verhulst

    Svizzera: caratteristiche del sistema scolastico

    2 Giugno 2009 // 3 Commenti »

    universita-zurigo

    universita-zurigo

    di Paolo Michelotto

    riporto qui un interessante articolo che mi ha inviato Paolo Fabbri (che ha vissuto e insegnato 20 anni in quel paese) sulle caratteristiche della scuola Svizzera. Interessanti le conseguenze della democrazia diretta e del forte federalismo.

    Svizzera: caratteristiche del sistema scolastico

    di PaoloFabbri

    Nella Confederazione elvetica l’istruzione pubblica è caratterizzata da un deciso decentramento amministrativo e finanziario. A livello centrale vengono definiti i principi generali, mentre le linee guida sono stabilite dalle Conferenza dei Direttori scolastici cantonali. Ognuno dei 26 cantoni ha la piena autonomia nella gestione del sistema scolastico. Così succede, ad esempio, che, mentre l’obbligo scolastico è di 9 anni per tutta la Confederazione, ci sono cantoni dove si va a scuola a 7 anni, altri a 5, alcuni in cui la scuola elementare dura 5 anni, altri in cui dura 6 anni. In alcuni cantoni è previsto l’obbligo di frequenza della scuola materna (+2 anni). Anche per quanto riguarda le ferie, mentre è generale il principio di distribuire le vacanze durante tutto l’anno (praticamente in ogni stagione dell’anno c’è un periodo di vacanze), ogni cantone predispone un suo proprio calendario scolastico.
    Soprattutto per eliminare i disagi di chi cambia cantone, il 21 maggio 2006 si è svolto un referendum, in base al quale gli Svizzeri si sono pronunciati a favore della progressiva armonizzazione dei sistemi scolastici cantonali.

    I singoli Comuni gestiscono il funzionamento delle scuole dell’obbligo, mentre le scuole secondarie sono amministrate direttamente dai Cantoni. Nel settore postobbligatorio (ginnasi, formazione professionale e scuole universitarie) le competenze del sistema educativo pubblico sono invece ripartite tra Confederazione e Cantoni.
    La scuola è completamente gratuita, ciò vuol dire che libri, quaderni e materiale vario sono messi a disposizione dall’ente locale di riferimento. Tutte le spese scolastiche, compresi gli stipendi dei docenti, dipendono da Comuni e Cantoni; sono perciò sotto il controllo dei cittadini che, attraverso le consultazioni popolari, decidono di volta in volta gli interventi da effettuare per i miglioramenti strutturali proposti. C’è da dire, a questo proposito, che la quasi totalità delle imposte dirette va ai Cantoni e ai Comuni.
    Dato che oltre il 95% della popolazione scolastica frequenta il sistema di istruzione pubblica, si può ben dire che la scuola svolge un importante ruolo di integrazione fra alunni che provengono da background sociali, culturali, linguistici molto diversi, in un paese dove gli stranieri sono il 22% degli abitanti! (continua…)

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    Secondo Forum Globale sulla Democrazia Diretta Seoul Naju 14-16 settembre 2009

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    Microsoft Word - Global Forum on Direct Democracy 2009

    Microsoft Word - Global Forum on Direct Democracy 2009

    di Paolo Michelotto

    quest’anno si tiene il Secondo Forum Globale sulla Democrazia Diretta dal 14-16 settembre 2009. La città ospitante è Seoul Naju in Corea del Sud. E’ un Forum importante per chi si occupa di democrazia diretta, il tema della prima giornata sarà “Il mondo della democrazia diretta nei tempi della crisi finanziaria globale”.

    Il Forum è organizzato da Initiative and Referendum Institute Europe in collaborazione con la Korea Democracy Foundation, IRI US dell’Università della California del Sud, IRI Asia, il Consiglio d’Europa, la Confederazione Svizzera e l’Unione Europea.

    Nel 2008 il primo Forum Globale sulla Democrazia Diretta si tenne tenuto ad Aarau in Svizzera

    Qui sotto il fascicolo con le spiegazioni, le informazioni, l’agenda e informazioni utili sul Secondo Forum Globale sulla Democrazia Diretta

    Download The Second Global Forum on Direct Democracy Version 1.0

    Postato in democrazia diretta