di Paolo Michelotto
una delle accuse che spesso viene fatta da chi non conosce la democrazia diretta è quella sulla presunta incapacità dei cittadini di guardare oltre al proprio immediato interesse, e dare spazio a iniziative contro le minoranze. Fatto smentito innumerevoli volte, in Svizzera, California e in Baviera, basta solo consultare i titoli dei referendum effettuati finora. E smentito ulteriormente da questo referendum organizzato a Como. In cui si cerca di non svendere un’area pubblica ai privati e di destinarla a un ospedale pubblico e ad un’area di alloggio per i senza tetto.
da La Provincia quotidiano di Como online
Sant’Anna, il referendum si farà
Una valanga di firme in Comune
Oltre 4.500 comaschi chiedono la consultazione: no alla svendita ai privati
Il referendum sull’ospedale si farà. E fino all’esito della votazione ogni decisione in merito al destino urbanistico del vecchio Sant’Anna resterà congelata.
Il popolo comasco sarà chiamato alle urne per dire se vuole o no che il nuovo complesso che sorgerà sul vecchio compendio sanitario di via Napoleona riservi il 60% delle volumetrie alla cosiddetta cittadella sanitaria. In occasione della medesima votazione verrà chiesto se si vuole istituire una struttura di ricovero aperta tutto l’anno (e non solo d’inverno) per i senza fissa dimora. La certezza di questo doppio referendum è stata annunciata ieri dal comitato referendario “Sant’Anna ai comaschi e un tetto per tutti”, che ha presentato in una conferenza a Palazzo Cernezzi il bilancio della raccolta firme iniziata il 18 ottobre. Il numero minimo di firme da raccogliere era di 4.210 (il 6% dell’elettorato).
Per il primo quesito ne sono state raccolte 4.588, per il secondo 4.545 . Ora la giunta dovrà stabilire la data in cui dovrà svolgersi questo referendum che in consiglio comunale ha trovato il principale sostegno nel gruppo Paco. Una data che rischia di influenzare pesantemente le tempistiche dell’iter burocratico-amministrativo. Lo statuto di Palazzo Cernezzi, infatti, parla chiaro. L’articolo 18 recita: «Quando il referendum sia stato indetto, il consiglio comunale sospende l’attività deliberativa sul medesimo oggetto salvo che, con deliberazione approvata con le medesime modalità previste per le modifiche statutarie, il consiglio riconosca che sussistono ragioni di particolare necessità e urgenza».
Scrivi un commento