di Paolo Michelotto
dal 2006 in Venezuela sono nati i Consejos Comunales. Sono assemblee orizzontali di cittadini (fino a 400 famiglie), riconosciuti da una apposita legge statale, che gestiscono fondi che lo stato fornisce per lo sviluppo locale. Quindi i cittadini sono molto stimolati a partecipare, poichè dall’esito di questi incontri ci saranno per loro e per il loro quartiere ricadute economiche importanti e tangibili. In molte zone richiamano molta partecipazione, in altre meno. In questo articolo sono evidenziati aspetti positivi e zone grigie del progetto, calato dall’alto per volere del presidente Chavez, ma che mobilita una buona percentuale di cittadini in incontri, discussioni e decisioni democratiche. Come esperimento, è ancora in fase iniziale, ma i lati positivi di scuola di democrazia, di partecipazione, di senso civico e di comprensione delle problematiche cittadine sono notevoli.
La democrazia diretta dei Consejos Comunales?
di Stefano Boni
fonte: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/
Elementi di autogestione o mera articolazione del potere centrale? Un’analisi sul campo del ruolo delle strutture del potere locale nel regime “bolivariano” di Chavez.
El proceso chavista, la rivoluzione che – nelle intenzioni del governo – porterà il Venezuela ad elaborare il socialismo del secolo XXI, genera reazioni polarizzate: una adesione entusiasta, quasi fideistica, in molti degli ambienti politici rimasti marxisti o una contrarietà, a tratti feroce, sia da parte dei settori neoliberisti sia di quelli anarchici che, seppur da punti di vista diversi, non vedono nel proceso venezuelano un cammino liberatorio o progressista. Questa contrapposizione netta riguarda sia chi assiste alle trasformazioni venezuelane dall’estero, sia gli stessi venezuelani: chi oppone il governo chiama i militanti socialisti, soprattutto quelli più agguerriti talibánes, talebani, mentre questi ultimi chiamano i sostenitori della opposizione escuálidos, squallidi. Da un lato i critici del governo ricordano l’occupazione della televisione; l’infiltrazione capillare del partito nello stato, fino a occuparne o a mettere sotto il proprio controllo tutti principali organi; un assistenzialismo mal gestito che genera consumismo più che comunismo. Dall’altro i sostenitori replicano citando l’attivismo politico e la mobilitazione di massa dei quartieri poveri che hanno assunto un ruolo politico senza precedenti; l’innovazione dei programmi sociali nella forma di offerta di sussidi (ad invalidi, studenti, donne incinte, poveri, etc.) e di una più ampia e capillare distribuzione dei servizi in campo alimentare, educativo, culturale, della salute e della solidarietà mediante le misiones; e, il tema di cui mi occuperò, una riforma istituzionale che prevede che il potere politico non sia amministrato solo dagli organi eletti ma direttamente dai cittadini mediante i Consejos Comunales, in cui decide il vicinato in assemblea. (continua…)
di Paolo Michelotto
due analisi interessanti del voto referendario tenutosi il 25 gennaio 2009 in Bolivia. E’ stato un referendum contrastato, dove la maggioranza dei cittadini e la maggioranza dei dipartimenti ha votato a favore della sua approvazione. Eppure ci sono zone d’ombra. Alcune province, le più ricche, vogliono l’indipendenza dal resto del paese. La grandezza della nuova costituzione e del suo presidente Evo Morales si vedrà anche da come affronterà questa volontà, senza ricorrere alla forza. Comunque una dimostrazione di forza democratica, prima con l’elezione dell’assemblea costituente che nel corso di 2 anni ha elaborato la costituzione, poi con il referendum che ha chiesto l’approvazione della costituzione a tutto il popolo. Sembra ovvio, ma ricordo che in Italia, ad esempio, la costituzione non è mai stata approvata dal popolo italiano, ma solo dall’Assemblea Costituente.
Bolivia. La nuova costituzione: democrazia, giustizia e ricchezze da condividere
di Pasquale Esposito
Nell’estate del 2006 i boliviani si recarono alle urne per eleggere i rappresentanti dell’Assemblea costituente attraverso un processo democratico voluto dal presidente Morales. Il Mas (Movimento al socialismo) e i partiti vicini a Morales non ottennero la maggioranza qualificata [1]necessaria per poter approvare velocemente e senza ostacoli le leggi come invece immaginato – e promesso – durante la campagna elettorale. Il processo fu avviato e dopo lunghi dibattiti, ma anche contestazioni furibonde sfociate in scontri violenti che hanno provocato quattro vittime, il quindici dicembre scorso a La Paz veniva “esibita” la nuova Costituzione. Più esattamente si tratta di una bozza che sarà sottoposta a referendum e che è stata votata, in ultima istanza, da un Assemblea dove i rappresentanti dell’opposizione si erano ritirati [2]. (continua…)
di Paolo Michelotto
questo titolo è un interessante documento scritto da Luigi Bobbio e Gianfranco Pomatto dell’Univ. di Torino su incarico della provincia di Trento. Non credo che poi gli amministratori attuali del trentino l’abbiano effettivamente letto, o almeno non hanno mostrato nessun segno di questo. Però l’hanno commissionato e il documento è scritto bene e traccia una buona analisi dei metodi partecipativi che si possono adottare per far decidere i cittadini. Per una volta soldi dei contribuenti sono serviti almeno a dare qualcosa che serve ai contribuenti stessi. Sono 37 pagine dense, aggiornate al 2008, ottime da leggere. Sulla partecipazione.
Si trova qui:
di Paolo Michelotto
ecco la lettura della seconda parte del 4° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Democrazia Diretta in USA.
E’ un capitolo che illustra le applicazioni a livello municipale e dei singoli stati della Democrazia Diretta negli USA. Da più di un secolo questi strumenti molto evoluti (referendum, iniziativa, revoca, primarie, elezioni di consigli scolastici e dei giudici, giuria di cittadini nei processi) si estendono e si ampliano, ma curiosamente, non sono ancora riusciti ad imporsi a livello nazionale. Per cui gli USA rimangono uno dei pochi paesi al mondo a non avere un referendum nazionale, anche se 26 stati lo hanno introdotto nelle loro costituzioni.
Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:
Democrazia diretta e California
Storia della Democrazia diretta in California
Caratteristiche della Democrazia diretta in California
Utilizzo dei referendum in California
Proposition 13
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cap-4-2-democrazia-dei-cittadini
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Un esempio che il quorum ammazza i referendum e l’assenza del quorum li rende partecipati, si ha anche in Italia. La motivazione è ovvia. Non essendoci il quorum tutte le parti lottano all’ultimo sangue per assicurarsi il voto, perchè sanno che qualunque affluenza ci sarà, il risultato sarà comunque valido. E quindi tutte le parti fanno pubblicità, spot, volantini, lettere, convegni, assemblee, manifestazioni. E la gente così viene a sapere del referendum, discute dell’argomento e di conseguenza va a votare.
7. In Italia non è previsto il quorum nel referendum confermativo facoltativo relativo alle leggi costituzionali (art. 138, 2° comma Costituzione) e nel caso delle leggi sulla forma di governo (leggi elettorali e di democrazia diretta) a livello regionale. Interessante notare che negli ultimi referendum nazionali senza quorum, l’affluenza elettorale è stata maggiore di quelli con il quorum.
Ad esempio il referendum confermativo del 25-26 giugno 2006, ha visto l’affluenza del 52,3%. Era dal referendum nazionale del 11 giugno 1995 che non si superava un’affluenza del 50%, la media delle ultime 5 tornate di voto referendario con quorum dal 1997 al 2005 era stata del 32,78%
di Paolo Michelotto
Diego Galli mi ha segnalato la disponiilità di questo video che sintetizza in 10 minuti le giornate de “Esperimenti Democratici”. Molti interventi, tante esperienza, gente venuta da tutta Italia a dimostrazione che il tema della democrazia o meglio della sua mancanza, è estremamente sentito.
http://www.fainotizia.it/video/barcamp-esperimenti-democratici-il-video
di Paolo Michelotto
ecco la lettura della prima parte del 4° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Democrazia Diretta in USA.
E’ un capitolo che illustra le applicazioni a livello municipale e dei singoli stati della Democrazia Diretta negli USA. Da più di un secolo questi strumenti molto evoluti (referendum, iniziativa, revoca, primarie, elezioni di consigli scolastici e dei giudici, giuria di cittadini nei processi) si estendono e si ampliano, ma curiosamente, non sono ancora riusciti ad imporsi a livello nazionale. Per cui gli USA rimangono uno dei pochi paesi al mondo a non avere un referendum nazionale, anche se 26 stati lo hanno introdotto nelle loro costituzioni.
Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:
Nascita della democrazia diretta negli USA
La situazione attuale
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cap-4-1-democrazia-dei-cittadini
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di Paolo Michelotto
6. La presenza del quorum e i conseguenti inviti al boicottaggio della campagna per il NO, fanno sì che vadano a votare quasi solo i favorevoli, coloro che esprimeranno un SI. E quindi il diritto alla segretezza del voto, viene meno, perché tutti coloro che si recano alle urne, vengono riconosciuti ed etichettati come votanti per il SI.
di Paolo Michelotto
negli ultimi giorni abbiamo avuto un grande impegno da terminare: la consegna delle firme raccolte quest’inverno per realizzare i quattro referendum comunali. Abbiamo consegnato il tutto lunedì mattina e subito alla sera c’era un incontro organizzato dal sindaco su uno dei temi messi a referendum. L’inceneritore che l’azienda Sandoz vuole aprire per bruciare i propri rifiuti industriali (solventi organici).
Adesso si parte. Nei prossimi mesi verranno controllate le firme e stabilita la data della consultazione. Noi chiediamo che venga effettuata in concomitanza con le elezioni europee, per risparmiare soldi e per avere maggior partecipazione dei cittadini e quindi superare più agevolmente la soglia del quorum oggi esistente.
Questi i quesiti
1. Referendum Propositivo per la determinazione del quorum di validità dei referendum comunali
Vuoi che le consultazioni referendarie siano valide qualsiasi sia il numero di elettori che vi prendono parte?
2. Referendum Propositivo per realizzare il Piano Regolatore Generale Comunale con la partecipazione dei cittadini.
Vuoi che il Piano Regolatore Comunale di Rovereto, che stabilirà il futuro della città e dei suoi abitanti, quanti spazi assegnare al verde pubblico, alle aree edificabili, alle aree commerciali, artigianali e industriali, alle aree coltivabili, ai servizi per la popolazione, venga progettato nel corso del 2009 coinvolgendo i cittadini con un percorso partecipativo coordinato da un esperto qualificato del settore, riconosciuto a livello nazionale?
3. Referendum propositivo per la Riqualificazione Piazzale Ex-Stazione Corriere
Vuoi che la riqualificazione dell’edificio ex stazione corriere e relativa piazza venga progettata coinvolgendo i cittadini con un percorso partecipativo coordinato da un esperto qualificato del settore, riconosciuto a livello nazionale?
4. Referendum per non consentire l’apertura del nuovo inceneritore della Sandoz
Vuoi che il comune esprima parere negativo alle richieste di Sandoz spa e di qualsiasi altra azienda per la realizzazione, sul territorio comunale, di impianti che aggravino l’attuale grado di inquinamento atmosferico con le loro emissioni?
di Paolo Michelotto
ecco la lettura della undicesima parte del 3° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Democrazia Diretta in Svizzera
E’ un capitolo abbastanza lungo, perchè è fondamentale per capire come funziona la democrazia diretta nel paese che la applica da più lungo tempo, con successo, al mondo.
Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:
Democrazia nei municipi
Effetti della democrazia diretta
Risultati economici
Efficienza dell’amministrazione pubblica
Gli effetti economici dell’uso della democrazia diretta
Debito pubblico
Spesa pubblica
Conoscenza politica dei cittadini
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cap-3-11-democrazia-dei-cittadini
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5. Il quorum premia chi invita all’astensione e chi accetta il boicottaggio rimanendo a casa, cioè chi non vuole impegnarsi direttamente o preferisce scorciatoie scorrette pur di far vincere la sua posizione. Chi si informa e chi va a votare, viene punito. Ciò crea un sempre maggiore distacco e disillusione dei cittadini dalla politica attiva. Esattamente quello che invece preferiscono i governanti, ossia non essere disturbati nelle loro scelte di governo.
di Paolo Michelotto
a Rovereto (TN) si sta realizzando un evento straordinario. Un gruppo di cittadini, di cui faccio parte con orgoglio (PartecipAzione Cittadini Rovereto) ha quasi terminato la raccolta di firme necessarie per attivare 4 referendum comunali. Abbiamo impiegato quasi un anno a percorrere questo burocratico gioco dell’oca che è la procedura referendaria. Abbiamo raccolto le firme in primavera, in estate, in autunno e in inverno. Ce le hanno annullate una volta, messo innumerevoli bastoni tra le ruota, ma siamo arrivati alla fine. Probabilmente consegneremo le firme lunedì 19 gennaio 2009 mattino al segretario comunale.
Cos’hanno di così importante questi referendum? Sono stati pensati per aprire le porte della farraginosa democrazia comunale. Se essi supereranno il quorum del 50% attuale (e siamo convinti di farcela) e i cittadini diranno a maggioranza SI, aboliremo i quorum dai referendum comunali futuri, faremo il PRG partecipato, progetteremo una piazza centrale in maniera partecipata, e diremo SI o NO a un nuovo inceneritore industriale. E abolendo il quorum realizzeremo la condizione basilare perchè i cittadini contino davvero nelle decisioni della città. Presto seguiranno novità.
di Paolo Michelotto
questo libro pubblicato dalla “Iniziativa per più democrazia” di Bolzano, è scaricabile gratuitamente nel loro sito e da oggi anche qui. E’ stato stampato in versione cartacea nel 2006 e distribuito gratuitamente. 72 pagine con testi in italiano. I 7 capitoli sono: Le ragioni della democrazia partecipativa; Come funziona la democrazia diretta?; Domande che sorgono spontanee sentendo parlare di democrazia diretta; Le esperienze referendarie in Italia; La democrazia partecipativa in altri paesi; la democrazia diretta in Alto Adige; Per una democrazia diretta a livello provinciale “compiuta”. Consiglio la lettura, tutti i capitoli sono sintetici, ma ricchi di informazioni e contenuti. L’ho letto ancora qualche anno fa, ma ricordo con piacere il capitolo sulle esperienze referendarie in Italia e quello sulla democrazia diretta in Alto Adige.
di Paolo Michelotto
una delle accuse che spesso viene fatta da chi non conosce la democrazia diretta è quella sulla presunta incapacità dei cittadini di guardare oltre al proprio immediato interesse, e dare spazio a iniziative contro le minoranze. Fatto smentito innumerevoli volte, in Svizzera, California e in Baviera, basta solo consultare i titoli dei referendum effettuati finora. E smentito ulteriormente da questo referendum organizzato a Como. In cui si cerca di non svendere un’area pubblica ai privati e di destinarla a un ospedale pubblico e ad un’area di alloggio per i senza tetto.
da La Provincia quotidiano di Como online
Sant’Anna, il referendum si farà
Una valanga di firme in Comune
Oltre 4.500 comaschi chiedono la consultazione: no alla svendita ai privati
Il referendum sull’ospedale si farà. E fino all’esito della votazione ogni decisione in merito al destino urbanistico del vecchio Sant’Anna resterà congelata.
Il popolo comasco sarà chiamato alle urne per dire se vuole o no che il nuovo complesso che sorgerà sul vecchio compendio sanitario di via Napoleona riservi il 60% delle volumetrie alla cosiddetta cittadella sanitaria. In occasione della medesima votazione verrà chiesto se si vuole istituire una struttura di ricovero aperta tutto l’anno (e non solo d’inverno) per i senza fissa dimora. La certezza di questo doppio referendum è stata annunciata ieri dal comitato referendario “Sant’Anna ai comaschi e un tetto per tutti”, che ha presentato in una conferenza a Palazzo Cernezzi il bilancio della raccolta firme iniziata il 18 ottobre. Il numero minimo di firme da raccogliere era di 4.210 (il 6% dell’elettorato).
Per il primo quesito ne sono state raccolte 4.588, per il secondo 4.545 . Ora la giunta dovrà stabilire la data in cui dovrà svolgersi questo referendum che in consiglio comunale ha trovato il principale sostegno nel gruppo Paco. Una data che rischia di influenzare pesantemente le tempistiche dell’iter burocratico-amministrativo. Lo statuto di Palazzo Cernezzi, infatti, parla chiaro. L’articolo 18 recita: «Quando il referendum sia stato indetto, il consiglio comunale sospende l’attività deliberativa sul medesimo oggetto salvo che, con deliberazione approvata con le medesime modalità previste per le modifiche statutarie, il consiglio riconosca che sussistono ragioni di particolare necessità e urgenza».
di Paolo Michelotto
aumento della conoscenza e dell’informazione civica
4. Finché ci sarà il quorum nei referendum, la campagna elettorale sarà svolta solo dai promotori del SI, che si focalizzeranno solo sullo spingere i cittadini a partecipare al voto per superare il quorum.
Dove non c’è il quorum, entrambe le campagne per il NO e per il SI possono invece concentrarsi solo sulle loro argomentazioni pro e contro, aumentando la conoscenza dei cittadini e il loro impegno civico.
di Paolo Michelotto
ecco la lettura della decima parte del 3° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Democrazia Diretta in Svizzera
E’ un capitolo abbastanza lungo, perchè è fondamentale per capire come funziona la democrazia diretta nel paese che la applica da più lungo tempo, con successo, al mondo.
Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:
Referendum strumento dinamico
Caratteristiche della democrazia diretta svizzera
Democrazia a livello dei cantoni
Buon ascolto e ogni commento è benvenuto.
Scarica il file MP3 qui di seguito, cliccando tasto destro “Salva destinazione con nome”:
cap-3-10-democrazia-dei-cittadini
Oppure ascoltalo cliccando qui:
di Paolo Michelotto
questo è un’ulteriore ragione per abolire il quorum. Dietro l’apparenza di una regola che sembra preservi il senso della democrazia, in realtà viene messo il bastone tra le ruote all’unico strumento che con cui i cittadini potrebbero interferire nella gestione del potere della elite politica che ci governa.
3. Il quorum è il metodo con cui chi ha il potere si tutela dalle possibili interferenze dei cittadini, salvando le apparenze democratiche. Infatti lo strumento del referendum in mano ai cittadini viene lasciato, ma viene svuotato del suo potere effettivo con l’introduzione del quorum, che fa sì che venga sempre o quasi invalidato.
di Paolo Michelotto
riporto qui il libro scaricabile in versione pdf. Non si trova più nelle librerie e l’editore ha deciso così di continuare a farlo leggere. Questo è anche un mio omaggio al coraggio dei due autori. Racconta di come funziona la politica, la ndrangheta, la corruzione in Calabria. E’ una descrizione terribile di come può degenerare una democrazia rappresentativa, in cui una elite di politici, di massoni e di delinquenti si spartisce il potere e ai cittadini non viene lasciato nulla.
Qui per scaricarlo.
Ecco la descrizionedi Massimiliano Sorrento
19 Dicembre, 2008
Scaricabile gratis “La società sparente”, libro su De Magistris e l’oscura Catanzaro, la corruzione in Calabria, ‘ndrangheta, politica e massoneria deviata
Pubblichiamo in pdf il testo della seconda edizione di “La società sparente” (Neftasia Editore), di Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio. Misteriosamente scomparso, il volume, con prefazione di Gianni Vattimo e Angela Napoli, racconta la vicenda dell’ex pm Luigi De Magistris, la Calabria della corruzione, l’impegno dei movimenti civili a favore del magistrato, le indagini a carico dei consiglieri regionali, la sparizione della società calabrese, delitti e omicidi impuniti alla punta dello Stivale italiano. (continua…)
di Paolo Michelotto
riporto la recensione scritta da Marco Niro su QuestoTrentino nel numero del gennaio 2009.
Monitor recensioni
Il libro
Democrazia Diretta: si può fare
Paolo Michelotto, Democrazia dei cittadini. Vicenza, Troll Libri, 2008, pp 388, euro 15
Marco Niro
Cos’è la democrazia diretta? Quali ne sono gli strumenti? Che efficacia hanno? Ma soprattutto: qualcuno li usa davvero? Chi? E con che risultati?
A queste domande risponde il libro “Democrazia dei cittadini” di Paolo Michelotto, membro del gruppo “PartecipAzione Cittadini Rovereto” – al cui finanziamento l’opera è destinata – che da tempo si prodiga per diffondere la democrazia diretta nella città della Quercia. Un libro che non poteva avere pubblicità migliore di quella che involontariamente gli è stata riservata dal Comune di Rovereto, che a novembre ne ha vietato la presentazione in Biblioteca Civica perché in quell’occasione il gruppo avrebbe raccolto le firme per i referendum comunali da esso proposti (vedi QT n° 15 e n° 17).
Ma cosa c’è di così scomodo nel libro di Michelotto? Forse un concetto piuttosto semplice: la democrazia diretta non è solo teoria, la democrazia diretta si può fare, e si si fa. Funziona e rende addirittura… felici. C’è un capitolo del libro che si intitola proprio così: “Democrazia diretta e felicità”. Michelotto vi rende noti i risultati di uno studio svizzero che dimostra come i cittadini siano più felici proprio in quei cantoni dove maggiore è l’uso di strumenti di democrazia diretta. (continua…)
di Paolo Michelotto
mai pensato di fare una proposta ai nostri parlamentari? Per noi è un sogno o una possibilità legata alla buona predisposizione di qualche nostro rappresentante. In Scozia, dove e forse anche perchè, c’è un parlamento giovane, creato nel 1999 e che quest’anno compirà 10 anni di vita, i cittadini possono fare petizioni ai loro deputati e questi, esaminano TUTTE le proposte, LE DISCUTONO TUTTE in una apposita commissione, e quelle che ritengono significative le discutono in parlamento. Un po’ poco forse per noi cittadini sognatori di una democrazia diretta, che magari vorremmo fossero gli stessi cittadini ad assegnare le priorità alle proposte da discutere . Comunque molto più di quanto abbiamo nella nostra democrazia Italiana. E l’esempio è stato studiato e ripreso dal parlamento tedesco, che si accinge di applicarlo.
Ecco il link della pagine per realizzare le petizioni al parlamento scozzese:
http://epetitions.scottish.parliament.uk/
Ci sono tutte le petizioni fatte finora, quelle concluse, gli esiti delle discussioni e le proposte (poche a dire il vero) portate alla discussione finale in parlamento. E’ una lettura affascinante da sfogliare.
Lo stesso parlamento scozzese ha anche elaborato un libro per aiutare a fare Partecipazione. Ed anche questo è rivelatore della sincerità dei parlamentari scozzesi quando parlano di democrazia. Si chiama Participation Handbook, è stato creato nel 2004 e contiene molte parti e consigli interessanti. A me è piaciuto particolarmente il capitolo dedicato ai metodi per creare partecipazione, il quinto capitolo, ma anche gli altri meritano una lettura per il linguaggio chiaro, semplice e per il fatto che c’è poca teoria astratta, e tanto buon senso. Lo puoi scaricare qui sotto.
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