di Paolo Michelotto
riporto un articolo apparso su AAM Terra Nuova (segnalato dall’amico Andrea), che parla di un aspetto non evidenziato nei commenti riguardanti l’ondata dei 153 referendum tenuti di recente nei 26 stati americani che permettono gli strumenti di democrazia diretta. Ossia il fatto che i cittadini americano possono decidere su temi ambientali del loro stato.
Referendum ambientali in Usa
Dei 153 quesiti referendari svoltisi insieme alle recenti elezioni negli Stati Uniti, solo alcuni avevano una specifica valenza ambientale o sociale. Nel Missouri, stato conservatore, gli elettori hanno approvato con il 66% dei voti la Proposition C, il cui scopo è di arrivare gradualmente all’approvigionamento dal 15% di energie rinnovabili.
Positivo anche se decisamente poco coraggioso come obiettivo: forse è stata proprio la lentezza del cambiamento proposto ad aver giocato a favore del successo finale.
Così invece non è stato per gli altri due referendum che avevano come obiettivo un cambiamento nella politica energetica. La Propostion 7 in California, aveva la scopo ambizioso di stabilire il 2025 come data ultima per arrivare al 50% di fonti rinnovabili nello stato. Il risultato, grazie anche a lotte intestine del locale movimento ambientalista, è stato catastrofico. Gli elettori hanno bocciato l’iniziativa col 66% dei voti. Sorte analoga è toccata alla Proposition 10 tesa a dare incentivi fiscali per l’acquisto di auto meno inquinanti, respinta con 60%.
Meglio, sempre in California, è andata la Proposition 2 che, approvata col 63%, garantirà standard minimi di spazio nelle gabbie per gli animali da allevamento. Strani risultati e strane priorità per i quesiti proposti dalla destra cristiana, come quelli tesi a limitare l’aborto legale, tutti respinti. Approvati invece quelli che hanno reso illegale il matrimonio gay.
A Milwaukee i lavoratori avranno diritto a 9 giorni di malattia pagati: quest’ultimo un piccolo grande risultato. Non rimane che attendere con fiducia in materia ambientale la nuova amministrazione Obama…
Tratto dalla rivista ‘Aam Terra Nuova’ – numero di gennaio 2009
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