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  • lo Scec: Buono Locale di Solidarietà o moneta complementare

    9 Dicembre 2008

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    Postato in: economia partecipativa, link recensiti

    scec banconote

    scec banconote

    di Paolo Michelotto

    l’idea della moneta complementare è molto semplice ed intuitiva. Serve per ridare potere d’acquisto ai cittadini e alle comunità. Inoltre è stata sperimentata da anni in Italia e all’estero. Esistono ormai più di 7000 esperienze di questo tipo. In cosa consiste? Nell’utilizzo di buoni di sconto cartacei che vengono accettati in una percentuale rispetto al valore totale da pagare. Ad esempio il 20% del totale. Gli Scec non sono emessi dalle banche, ma dai cittadini. Quindi non creano debito, inoltre poichè devono sempre viaggiare accompagnati dalla moneta corrente (gli euro) non creano inflazione. Poichè sono accettati in ambito locale da una rete di fornitori di beni e servizi, gli Scec favoriscono l’economia locale a discapito delle grandi multinazionali. Gli Scec hanno molte assonanze e attinenze con i principi e i valori della democrazia diretta. Qui per saperne di più:

    http://cms.arcipelagoscec.net/

    E a seguire la descrizione degli Scec fatta nel sito di Arcipelago Scec:

    chi siamo:

    Questo progetto è nato grazie alla collaborazione tra economisti, analisti finanziari indipendenti, commercialisti, imprenditori e semplici cittadini, che hanno formato una squadra, con l’intento di mettere al servizio di tutti la loro professionalità, open source.

    Ognuno di noi può contribuire al suo sviluppo grazie alla convenienza per tutti che crea l’uso del Buono.

    Nelle varie regioni che si sono riunite in questo coordinamento rnazionale vi sono persone che stanno diffondendo le conoscenze basilari per una corretta valutazione del momento economico-finanziario, e potete contattarli in ogni momento per meglio capire i molti aspetti positivi che accompagnano l’utilizzo dei Buoni SCEC, e per porre le domande volete.

    Ogni persona che contribuisce alla realizzazione del progetto apporta le proprie capacità, esperienze, professionalità. In pieno spirito open-source gli organizzatori mettono a disposizione di tutti il materiale prodotto in questi anni di studio e la loro persona per la messa in opera dei Buoni Locali SCEC.

    Siamo sempre disponibili ad allargare le figure che fanno parte del gruppo organizzatore

    Cosa sono gli SCEC?

    I Buoni locali della Solidarietà ChE Cammina, gli SCEC, sono delle “cartonote” (giocando sul termine banco-nota e sottolineando che è sempre e solo carta) molto semplici e si usano insieme agli Euro. Il funzionamento è intuitivo. I Buoni SCEC vengono stampati da ArcipelagoSCEC, gestiti dalle Associazioni locali aderenti ad Arcipelago SCEC e consegnati gratuitamente* agli iscritti e alle famiglie. I Buoni Locali SCEC danno diritto poter pagare con gli SCEC una parte dei prezzi delle merci e dei servizi offerti dalle imprese, professionisti, produttori, artigiani, aderenti al circuito.

    * ad ogni distribuzione verrà richiesta solo un libero contributo per il recupero delle spese di stampa

    Emissione

    Viene fatta da ArcipelagoSCEC che è il coordinamento nazionale di tutte le “Isole” regionali che lavorano sul territorio, in base a criteri condivisi e trasparenti che si trovano nel Regolamento di Gestione I Buoni SCEC danno diritto ad una riduzione di prezzo medio del 20% (dal 10% fino al 30%, ma tra privati nulla vieta che si possa arrivare fino al 100%) sui prezzi praticati, ma ogni esercente e chiunque sia in grado di offrire una prestazione o un servizio sceglie, comunicandola all’associazione ed esponendola nel proprio esercizio, la percentuale da applicare. Distribuiti direttamente alle famiglie del territorio, attireranno nel circuito locale anche coloro che di solito fanno la spesa nella grande distribuzione.

    Distribuzione agli iscritti

    La quantità iniziale sarà di 100 Buoni locali ad iscritto, con l’obiettivo di arrivare ad una distribuzione mensile costante nel tempo una volta che il circuito locale sarà perfettamente completo e la circolazione degli SCEC sarà ottimale.

    Arcipelago potrà anche distribuire SCEC per comportamenti virtuosi come la raccolta differenziata, l’assistenza a domicilio, ecc. attività che in alcuni casi dovranno essere concertate con gli enti locali.
    Tutte queste casistiche sono comunque riportate ne Regolamento di Gestione che fa parte delle regole comuni necessarie per la circolazione degli SCEC anche nelle altre realtà regionali.

    I tagli sono sei: 0,50 – 1 – 2 – 5 – 10 – 50 SCEC.

    Perché usarli?

    Negli ultimi anni abbiamo assistito dell’impoverimento delle economie locali ad un’accelerazione in atto ormai da decenni. Le piccole attività industriali, artigianali, commerciali e contadine, una volta il fulcro della vita economica del nostro territorio, si stanno inesorabilmente spengendo. Le cause vanno ricercate essenzialmente in due fattori:

    1. Il meccanismo di emissione della moneta ufficiale – ogni Euro emesso dalla Banca Centrale o prestato dal sistema bancario crea un debito per la collettività o per il singolo. Lo Stato è fortemente indebitato con la Banca Centrale (il debito pubblico è circa 1600 mld di euro) e le famiglie sono sempre più indebitate con il sistema bancario per la casa e per gli acquisti, come auto, mobili, elettrodomestici.
    2. La grande distribuzione, oggi quasi totalmente in mano a multinazionali estere, drena continuamente ricchezza dal territorio e questa ricchezza non viene reinvestita localmente; le loro politiche di vendita diventano ogni giorno più aggressive.

    L’obiettivo è quello di invertire questo processo e rivitalizzare l’economia locale, attraverso l’adozione di un BUONO LOCALE SCEC (la Solidarietà ChE Cammina), di pari valore all’euro, non convertibile, che si affianchi alla valuta ufficiale.

    I Buoni Locali di Solidarietà nascono dall’esperienza e dallo studio di oltre 4.000 esempi di monete complementari presenti in tutto il mondo, compreso il circuito WIR svizzero (più di 75.000 aziende!), REGIO tedesco (oltre 60 monete locali in rete) e il sistema Buoni che copre l’intero Giappone.

    Alla luce di tutto ciò ha preso vita questo progetto, nato grazie alla collaborazione tra economisti, analisti finanziari indipendenti, commercialisti, imprenditori e semplici cittadini, che hanno formato una squadra con l’intento di mettere al servizio di tutti la loro professionalità, open source. Ognuno di noi può contribuire al suo sviluppo, grazie alla convenienza per tutti che crea l’uso del Buono locale.

    Come usarli

    Il Buono locale, distribuito gratuitamente, viene accettato per l’acquisto di beni e servizi all’interno del circuito. Sono semplici da usare e aiuteranno imprese e privati a superare questo periodo di estrema difficoltà. Utilizziamo questi metodi per ridare potere di acquisto a famiglie, piccole imprese, pensionati. Con i Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina), chiunque offra un servizio alla comunità la arricchisce, contribuendo alla fine dell’incubo della quarta settimana.

    Ad esempio: 100 Buoni Locali aumentano del 20% il potere di acquisto delle pensioni minime (500 euro)

    Esempio di utilizzo

    Esempio di utilizzo

    Come vediamo nell’esempio sotto, il cliente che ha i Buoni SCEC, invece di (circa) 36 euro pagherà (circa) 29 in euro e 7 in Buoni.

    In questo caso il negoziante emetterà uno scontrino di 36 euro con 7 di abbuono. Il negoziante pagherà le tasse e le imposte ovviamente sui 29 euro effettivamente incassati. A questo punto il negoziante potrà riutilizzare i 7 SCEC presso ogni altro aderente al circuito, per soddisfare i suoi bisogni in termini sia di beni che di servizi.

    Allo stato attuale i buoni soddisfano pienamente tutte le richieste di rivitalizzare il commercio locale, arricchire il territorio e favorire in chi li usa la nascita della consapevolezza sui meccanismi monetari e delle multinazionali.

    L’imprenditore in possesso di molti Buoni vorrà dire che ha avuto anche un proporzionale incremento di euro e comunque non avrà mai superato il rapporto di 20 SCEC (% di accettazione media) contro 80 Euro. L’importante è che si faccia un’opera di informazione per cui per i negozianti diventi automatico dare e ricevere Buoni e per i clienti diventi un’abitudine portare Buoni in tasca. Lo SCEC è reale potere di acquisto per chi lo usa.

    E’ di fondamentale importanza capire che questo schema di funzionamento, in modo similare, è utilizzato da molti anni nella grande distribuzione. Come ? Con i buoni sconto. I supermercati hanno infatti al loro interno una larghissima gamma di prodotti, raggruppando l’offerta di molti negozi. Possono quindi beneficiare, grazie ai buoni sconto cartacei e alle fidelity card, solo della loro funzione di fidelizzazione della clientela: una volta spesi muoiono li. Nel nostro caso le riduzioni di prezzo ricordate dall’uso degli SCEC, possono circolare all’interno delle nostre economie locali, (nell’esempio il 20% dell’importo), e circolando nel circuito porta ricchezza e clientela a chi ne fa uso. Per capire bene che è veramente semplice vedete cosa fa un qualunque supermercato; il circuito dei Buoni Locali SCEC si comporta in maniera similare, ma al circuito locale.

    Scec, semplice scontrino di un negozio

    Fisco & Scec

    Fiscalmente il Buono Locale è assimilabile ad un abbuono http://it.wikipedia.org/wiki/Abbuono e come tale non concorre alla determinazione della base imponibile.

    E’ un errore confondere i Buoni Locali con i buoni sconto commerciali.
    Questi ultimi permettono, nel caso il dettagliante accetti, che il consumatore finale paghi il prezzo di vendita del prodotto in parte in contanti ed in parte a mezzo di un buono sconto emesso dal produttore dello stesso, riducendo in questo modo la base imponibile IVA. Successivamente, nel caso il produttore del bene oggetto di transazione rimborsi l’importo indicato su detto buono, il dettagliante è obbligato ad includere il valore nominale di questo buono nella base imponibile. Ciò è chiaramente indicato nella normativa di armonizzazione delle legislazioni degli Stati Membri CEE relative alle imposte sulla cifra di affari (Direttiva 77/388/CEE del 17 maggio 1977).Tale direttiva è molto chiara nell’indicare che ” … la base imponibile è costituita per le forniture di beni e le prestazioni di servizi: da tutto ciò che costituisce il corrispettivo versato o da versare al fornitore o al prestatore per tali operazioni da parte dell’acquirente, del destinatario o di un terzo … omissis .

    Non molto dissimile  è il caso che il buono sconto emesso da una catena commerciale, in questo caso però la transazione avviene senza che colui che ha emesso il buono, possa recuperare il valore dello sconto offerto al cliente.

    Per quanto invece riguarda i Buoni Locali si deve fare riferimento all’accordo stipulato dal fornitore/prestatore al momento di associarsi al Circuito dei Buoni Locali della Solidarietà ChE Cammina come Accettatore.
    Con tale contratto il venditore/prestatore d’opera si impegna a riconoscere, a tutti i portatori di SCEC, un determinata riduzione di prezzo per i prodotti venduti, assumendosi anche l’obbligo di ritirare dal cliente Buoni Locali per lo stesso ammontare nominale della riduzione riconosciuta;
    L’accordo impegna il venditore/prestatore solo nei confronti dei portatori di Buoni Locali SCEC mentre lo lascia assolutamente libero di offrire o meno sconti e/o abbuoni agli altri clienti.

    E’ inoltre importante tenere presente che il contratto non garantisce affatto all’accettatore la possibilità di poter utilizzare i Buoni Locali ricevuti per ottenere a sua volta una riduzione di prezzo sui propri acquisti presso i suoi fornitori; quindi, per il venditore/prestatore d’opera, il valore economico intrinseco dei Buoni Locali ricevuti è assolutamente nullo!

    Peraltro i buoni sono sempre forniti a titolo gratuito e quindi in ogni caso il loro valore è nullo ed acquistano il titolo di ottenere una diminuzione di prezzo solo presso un fornitore che sia associato al circuito dei Buoni. Poiché alle condizioni contrattuali pattuite i Buoni Locali non rappresentano alcun valore per chi li accetta, non possono che non essere assoggettabili all’IVA.

    Nel caso in cui l’accettatore, al pari di qualunque altro portatore di Buoni Locali, trovasse un associato al circuito dei Buoni Locali in grado di fornirgli le merci da lui desiderate, ecco che potrebbe utilizzare gli SCEC in suo possesso per ottenere la fornitura dei prodotti desiderati. In tal caso, acquistando la merce ad un minor prezzo, all’atto della vendita ad un cliente privo di Buoni Locali otterrebbe un maggior margine sulla vendita, a cui corrisponderà una maggior quantità di IVA da versare.

    Quanto sopra descritto chiarisce il regime fiscale dei Buoni Locali tuttavia, anche se i Buoni Locali un giorno venissero considerati alla stregua di “crediti di denaro”, a norma del DPR 633 del 26 Ottobre 1972, comma 3, punto a) sarebbero ancora esenti IVA.
    Lo SCEC non rientra certo nella legge relativa ai concorsi e manifestazioni a premio, che espressamente esclude i Buoni da questo contesto, anche dalla nuova disciplina entrata in vigore il 12 aprile scorso (Nuovo Regolamento di operazioni pubblicitarie finalizzate a promuovere la conoscenza e la vendita di determinati prodotti o servizi), introdotta dal DPR 430/2001.

    Se vediamo la cosa come un circuito dove i Buoni ricordano a chi li riceve che il portatore ha diritto ad un prezzo di favore, contrattualmente in quanto iscritto all’associazione e fiduciariamente se non iscritto, la cosa appare in tutta la sua semplicità.
    Il fatto di circolare non deve trarre in inganno perché ogni transazione il Buono conclude la sua funzione e la riprende nel momento che viene presentato nuovamente.

    Per chiarire meglio, se il buono fosse una moneta come il Regio (moneta complementare tedesca che permette di acquistare beni totalmente con quella moneta) avremmo un risultato diverso in quanto lo scontrino o la fatturazione sarebbe sull’intero, mentre lo SCEC non essendo tecnicamente una moneta, ma un titolo per ottenere una riduzione del prezzo, si comporta come una liberalità esercitata dal creditore nei confronti del debitore e pertanto non viene computata ai fini dell’imponibile fiscale, come la definizione di abbuono in Wikipedia riporta:

    L’abbuono è una riduzione concessa su una somma da pagare, che puo arrivare fino alla totale rinuncia della riscossione da parte del creditore.

    Quindi un atto di liberalità tra creditore (commerciante, produttore ecc.) e debitore (acquirente).
    In effetti il buono rappresenta il titolo ad avere una riduzione di prezzo,che avviene contrattualmente fra gli iscritti all’associazione emittente e in maniera fiduciaria per i non iscritti.
    Il buono infatti è un atto liberale di mutuo soccorso in capo al portatore del buono che ne è anche il proprietario. Nessuna ombra sulla sua esenzione dalla base imponibile in quanto la sesta direttiva comunitaria all’art. 11, parte A, elenca rispettivamente ai suoi nn. 2 e 3 gli elementi da includere nella base imponibile e quelli da escludere. L’art. 11, parte A, n. 3, lett. b), dispone che non sono da includere nella base imponibile «i ribassi e le riduzioni di prezzo concessi all’acquirente o al destinatario della prestazione e acquisiti al momento in cui si compie l’operazione».
    Qui non si parla di sconti o altro, ma solo di riduzione di prezzo in cui il nostro Buono Locale si inserisce perfettamente e a pieno titolo.

    In definitiva, la questione è molto semplice : il nostro caso è di “abbuono commerciale” per cui ” sono rilevati come gli abbuoni o i resi, ma non dovranno apparire autonomamente in bilancio bensì imputati in diminuzione dei ricavi.”

    Per quanto riguarda gli sconti finanziari, questi hanno una natura completamente diversa dall’abbuono dato dallo SCEC. Per il legislatore “In sede di bilancio, gli sconti passivi finanziari non sono imputati in diminuzione dei ricavi in quanto non costituiscono rettifiche negative degli stessi”; anche in partita doppia vanno tra i costi (infatti vedi la voce “sconti passivi” a sinistra nell’esempio in partita doppia). Sono quindi un aumento di costi, non una diminuzione di ricavi.

    Nel caso di un acquisto con gli SCEC la fattura generata è uguale a quella riportata qui sotto: 1000-20% = 800 di imponibile .

    Causale S/Conto Cli/For Descrizione Imponibile %IN RIva Contr. Importo Dare Importo Avere
    ——————————————————————————————————
    —- Numero Reg. 1 Del 23-01-08 —– Numero Doc. 1 Del 23-01-08 —– Prot.
    001   EMISSIONE FATTURA   0104001 0000165 ARGORO’ SNC         960,00
    0401001                                                 MERCI C/VENDITA              800,00
    0202001                                  200 IVA           20%        800,00       160,00
    —————————————————————————-
    TOTALI DI STAMPA                                                             960,00 -  960,00

    Se poi DOPO al clienti effettua un ulteriore sconto (le ragioni possono essere diverse) questo ha natura finanziaria, non natura commerciale: la vendita è stata effettuata e quindi non c’è variazione su questa. Questo ulteriore sconto aumenterà i costi, non diminuirà i ricavi.

    —- Numero Reg. 2 Del 23-01-08 —– Numero Doc. Del – - —– Prot. ——————————
    SCONTO PER PAGAMENTO
    100         0303001                                     ABBUONI E RIBASSI PASSIVI    60,00
    0104001 0000165                                                         ARGORO’ SNC       60,00
    ———————————————————————————
    TOTALI DI STAMPA                                                                          60,00 – 60,00

    Il cliente paga solo 900,00 euro.
    La casistica del nostro Buono è semplice e lineare anche a livello di contabilità.

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