di Paolo Michelotto
ci sono molte ragioni per abolire il quorum dai referendum. Ecco la prima.
1. Quando un referendum prevede un quorum, agli effetti pratici, chi vuole che vinca il NO, ha due modi di ottenere ciò:
a. fare campagna per il NO e quindi impegnare soldi, tempo, energie;
b. invitare i cittadini al boicottaggio e astenersi da qualunque campagna.
Questo secondo sistema è preferito da chi sostiene il NO, perché oltre a far risparmiare tempo, soldi e energie, è una strategia che fa vincere più facilmente il NO. Infatti, dal punto di vista pratico, se un referendum viene invalidato per mancato raggiungimento del quorum o se vince il NO superando il quorum, si ha lo stesso effetto.
Quindi gli astenuti vengono considerati come voti per il NO e questo non è corretto. Chi si astiene da un voto referendario può avere mille ragione personali: essere lontano da casa, non interessato, disilluso dalla politica, ammalato, aver cose più importanti da fare, essere indeciso, avere poca conoscenza dell’argomento.
Nelle elezioni per la nomina degli amministratori, gli astenuti non contano. Vince chi ottiene più voti. Nei referendum con quorum è come se si giocasse una schedina di totocalcio con 1X2, dove una parte, i SI, vincono se esce 1, mentre l’altra parte, i NO, vincono se esce X o 2. E’ un gioco sbilanciato in favore del NO e quindi non soddisfa al requisito di uguaglianza tra le parti, che sta alla base della democrazia.
di Paolo Michelotto
è in corso proprio in questi giorni un percorso di urbanistica partecipata a Fontanellato (PR). Gli abitanti hanno ricevuto un questionario apposito insieme al notiziario comunale in cui potevano indicare le loro proposte e idee. Inoltre si sono tenute assemblee pubbliche in ogni frazione in cui i cittadini potevano esprimere i loro punti di vista. E il 29 gennaio 2009 ci sarà la presentazione ufficiale della sintesi di quanto emerso.
E’ un percorso di consultazione, più che di partecipazione, ma una strada sicuramente più interessante di quella normale seguita da quasi tutte le amministrazioni, che non sentono i cittadini se non nella fase finale, quando ormai i giochi sono fatti. Qui invece la consultazione è stata avviata in anticipo alla stesura del piano finale.
link del comune:
http://www.comune.fontanellato.pr.it/main/page.asp?IDCategoria=2178&IDSezione=15415&ID=298478
di Paolo Michelotto
i referendum nazionali italiani richiedono il quorum del 50%. In Svizzera non c’è quorum, in 26 stati degli USA non c’è quorum, in Italia sì.
Questo è un meccanismo introdotto dalla classe politica al momento della nascita della costituzione, per tutelare il proprio potere. Infatti minoranze di no che accolgono l’invito al boicottaggio che sempre chi governa fa, fanno invalidare abitudinalmente i referendum.
Ecco una lettera di Gianluigi Mannucci inviata al Corriere alla rubrica di Beppe Savergnini, che evidenzia la cosa.
L’«election day» scippa il referendum
Caro Beppe,
in questi giorni gli organi d’informazione si sono occupati del ministro dell’Interno Roberto Maroni per l’anniversario della fondazione della sua «band» musicale. Forse avrebbero fatto bene a parlare dell’attacco alla democrazia che il predetto sta compiendo per conto di un’altra «band». Il nostro ha infatti deciso un election day per amministrative ed europee il 6 giugno. Ma per il referendum, già rimandato di un anno, la data è il 13 giugno. Che election day è questo, se si va alle urne due volte? Ebbene, il referendum in questione è quello con cui si chiede:
1) che le preferenze siano date dagli elettori e non dai partiti (che poi sceglieranno persone meritevoli, oppure, guarda caso, affaristi senza scrupoli)
2) che si metta fine ai governi di coalizione (cioè a quella cosa «italica» che rende possibile a partiti coalizzati con il 2% di far cadere i governi, e alla Lega Nord di imporre a un intero Paese le sue visioni e/o farneticazioni).
Allora la cosa è chiara: se si va alle urne il 6 giugno, saremo meno propensi a «rivotare» appena una settimana dopo, ciò è dimostrato. Se poi si tratta di un referendum (importantissimo, perché riguarda due punti che affrontano direttamente i problemi etici e politici del Paese), complicato da spiegare (ci vorrebbe una campagna lunga e paziente), la cosa è ultra-chiara: il ministro non vuole che il referendum raggiunga il quorum. Un gioco già riuscito altre volte. Ma stavolta il problema non è solo la spesa inutile per i contribuenti, il danno è soprattutto nell’ennesima mancata riforma di questo Paese.
Grazie e auguri,
le Giunte del Buon Governo sono nate nel 2003 nel Chiapas (Messico). Sono formate da rappresentanti eletti dalle comunità per fare parte delle Giunte. La durata del loro incarico è di 3 anni, non è retribuita, è revocabile dalle assemblee che hanno eletto questi rappresentanti. All’interno delle Giunte si presta servizio continuo per 1 settimana, 10 giorni o 1 mese a seconda della zona e dopo c’è rotazione. Quindi centinaia di persone, giovani, donne e anziani stanno facendo esperienza di governo. Le Giunte del Buon Governo sono gli strumenti di democrazia utilizzati nel Chiapas e nello stesso momento anche scuole di democrazia. Il concetto che sta alla base è che qualunque cittadino può anche diventare amministratore, senza requisiti di studio particolari o esperienze politiche. E’ democrazia diretta? Forse non ancora, almeno per gli standard europei. Però è molto più della democrazia rappresentativa, che convive negli stessi luoghi e che negli stessi luoghi non funziona.
Ecco un brano che spiega nel dettaglio le Giunte del Buon Governo
BILANCIO DELLE GIUNTE DI BUON GOVERNO
CHIAPAS: LE ALTERNATIVE ZAPATISTE
MISSIONE DI OSSERVAZIONE DEL GRUPPO PAZ CON DEMOCRACIA
Paz con Democracia, organizzazione civile nata nel contesto del conflitto in Chiapas, ha inviato una missione di osservazione nello stato meridionale. Qui pubblichiamo la prima parte di un rapporto che conferma “la forza del processo autonomistico zapatista“.
Il gruppo conclude che “ad oltre un anno dalla nascita dei Caracoles zapatisti, emerge l’esperienza dei governi che comandano obbedendo rispetto alla crisi di legittimità e credibilità della democrazia formale e della classe politica che la sostiene“. (continua…)
di Paolo Michelotto
la Regione Lazio ha approvato in questi ultimi 3 anni leggi che promuovono, incentivano e sostengono economicamente i processi partecipativi nei comuni del proprio territorio. Il risultato è stato notevole.
Marrazzo, il presidente della Regione Lazio scrive nella presentazione dell’Atlante della Partecipazione:
“Chiamare i cittadini a condividere le scelte che riguardano la loro vita e il loro futuro è la strada maestra per creare nuova fiducia nella politica e nelle istituzioni.”
Sono 80 i comuni laziali descritti in questo Atlante, che hanno applicato in parte o in forma completa il bilancio partecipativo. Per ognuno è descritto chi è il soggetto promotore, di cosa si è discusso, come, quali sono stati gli esiti. Le esperienze sono state diversissime ed è stimolante leggere questo Atlante. La democrazia partecipativa si sta facendo strada anche in Italia.
Questo il sito della Regione Lazio pagina partecipazione
http://www.regione.lazio.it/web/bilancio/economia/home.php
Cliccando qui sotto puoi scaricare l’Atlante della Partecipazione nella Regione Lazio
di Paolo Michelotto
ho costituito oggi un gruppo su FaceBook, si trova qui:
http://www.facebook.com/group.php?gid=109383095723
Per chi non è iscritto a FaceBook, c’è la necessità di iscriversi per vedere il gruppo.
I gruppi su FaceBook sono interessanti perchè permettono di interagire tra tutti gli iscritti a livello di parità e di uguaglianza.
Il nuovo gruppo ha questa descrizione:
Ci sono molti strumenti di democrazia diretta e partecipativa che sono stati creati nel mondo e che funzionano. Il referendum, l’iniziativa, la revoca degli eletti, i sondaggi informati, i town meeting del 21° secolo, il bilancio partecipativo, gli strumenti per realizzare l’urbanistica partecipata. Non occorre inventare nulla, basta studiare e applicare gli strumenti che funzionano nel mondo anche in Italia, a partire dai centri di potere più vicini ai cittadini, i Comuni. Se collaboriamo possiamo riuscirci. Sta avvenendo a Rovereto (TN), a Bolzano, a Vicenza… La democrazia diretta e partecipativa non può essere calata solo dall’alto, ma deve essere richiesta, controllata e gestita anche da noi cittadini.
di Paolo Michelotto
ecco la lettura della ottava parte del 3° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Democrazia Diretta in Svizzera
E’ un capitolo abbastanza lungo, perchè è fondamentale per capire come funziona la democrazia diretta nel paese che la applica da più lungo tempo, con successo, al mondo.
Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:
cronologia della democrazia diretta in Svizzera
come votano i cittadini?
Democrazia in Svizzera
Perché in Svizzera la democrazia diretta è così sviluppata?
Buon ascolto e ogni commento è benvenuto.
Scarica il file MP3 qui di seguito, cliccando tasto destro “Salva destinazione con nome”:
cap-3-8-democrazia-dei-cittadini
Oppure ascoltalo cliccando qui:
di Paolo Michelotto
una grande occasione per chi vuole approfondire la conoscenza della democrazia partecipativa in Italia e nel mondo. Ci sono persone esperte, teorici, professori e persone che costruiscono concretamente i processi. Sarà possibile ascoltare le relazioni, partecipare a workshop formativi su tecniche specifiche, discutere con i presenti e sentire cosa viene fatto e come in molte città e regioni del mondo.
Qui il sito del comune di modena, nella sua pagina del bilancio partecipativo, che organizza il salone:
http://www.comune.modena.it/bilanciopartecipativo/
Qui riporto il depliant del salone:programma-partecipa
A seguire i testi presenti nella pagina del comune di modena dedicata al salone: http://www.comune.modena.it/partecipa
ParteciP.A., il salone della democrazia partecipativa, si svolgerà a Modena dal 21 al 23 gennaio 2009 ed ha l’obiettivo di offrire un momento di confronto e discussione sulle esperienze di progetti partecipativi in Italia e all’Estero, rivolto ad operatori, amministratori pubblici e professionisti.
ParteciP.A. propone tre giornate organizzate in workshop, presentazioni di esperienze partecipative, e la sperimentazione di un convegno partecipativo con la modalità dell’Open Space Technology. Trentadue Pubbliche Amministrazioni e Istituzioni hanno aderito al progetto in qualità di espositori per presentare al pubblico i risultati dei loro percorsi partecipativi. Trentatre relatori incontreranno gli iscritti ai workshop per affrontare diversi temi correlati alla democrazia partecipativa, dal bilancio di genere ai diritti di cittadinanza dei migranti. Questi alcuni dei numeri del salone che vorremmo trasformare in un punto di incontro tra amministratori locali ed esperti della materia per promuovere nuove e più interessanti progettualità per il futuro. (continua…)
di Paolo Michelotto
riporto una analisi del voto avvenuto il 21-12-08 a Nola (NA) scritta dal dott. Luigi Conventi
Emerge chiaro che finchè i referendum in Italia avranno un quorum (diversamente dalla Svizzera, 26 stati americani e la Baviera), i referendum sono solo un finto strumento a disposizione dei cittadini. In realtà gli amministratori hanno sempre la possibilità di invalidarli, invitando i loro elettori al boicottaggio, sommando la minoranza dei no ai naturali astenuti al voto e non facendo superare la soglia minima di elettori perchè il referendum sia valido.
Domenica 21 dicembre si è votato a Nola per il referendum comunale consultivo sull’acqua pubblica.
Si sono recati a votare 8.190 cittadini rappresentanti il 31% circa del corpo elettorale depurato dei residenti all’estero.
Non è stato conseguito il quorum del 50% previsto dal regolamento.
Tuttavia il Comitato giudica una prova di grande maturità democratica quella espressa dai cittadini di Nola su un tema che li tiene impegnati da circa cinque anni in una fiera resistenza contro la privatizzazione dell’acqua. Resistenza che continua più forte e determinata.
Il Comitato giudica ancor più positivamente il risultato conseguito essendosi svolta la consultazione non nei consueti seggi elettorali ma in alcuni locali presso il Municipio e le sedi circoscrizionali, dove sono state accorpate sezioni anche molto distanti tra loro, come nel caso di Piazzolla-Cinquevie-Villa Albertini, oppure allocate in estrema periferia, come nel caso di località Pizzone, che aggregava anche quartieri residenziali del centro, ingenerando confusione e propensione al rifiuto del voto.
La vittoria dei SI per la gestione pubblica dell’acqua è stata schiacciante, raggiungendo il 97,68% dei voti con piena soddisfazione del Comitato e delle diecine di Associazioni che l’hanno sostenuto. (continua…)
di Paolo Michelotto
riporto un articolo apparso su AAM Terra Nuova (segnalato dall’amico Andrea), che parla di un aspetto non evidenziato nei commenti riguardanti l’ondata dei 153 referendum tenuti di recente nei 26 stati americani che permettono gli strumenti di democrazia diretta. Ossia il fatto che i cittadini americano possono decidere su temi ambientali del loro stato.
Referendum ambientali in Usa
Dei 153 quesiti referendari svoltisi insieme alle recenti elezioni negli Stati Uniti, solo alcuni avevano una specifica valenza ambientale o sociale. Nel Missouri, stato conservatore, gli elettori hanno approvato con il 66% dei voti la Proposition C, il cui scopo è di arrivare gradualmente all’approvigionamento dal 15% di energie rinnovabili. (continua…)
di Paolo Michelotto
ci sono buone speranze dagli USA per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche e la democrazia diretta. Per ora sono piccoli segni, ma sono comunque lungo una strada promettente. Il presidente eletto Obama, ha realizzato un sito http://change.gov/ dove continua il dialogo con i cittadini americani, avuto nei due anni precedenti come candidato.
La cosa interessante è che:
1. ogni settimana il presidente rilascia un video su youtube, scaricabile, commentabile.
2. c’è una sezione in cui tutti possono fare proposte al presidente
3. c’è una sezione in cui tutti possono raccontare la loro storia al presidente
4. c’è un estremo senso di trasparenza in tutte le decisioni che vengono prese e raccontate alla luce del sole
5. ci sono tutti gli incontri che le organizzazioni stanno facendo con il presidente, le loro raccomandazioni e tutti possono fare commenti su queste raccomandazioni.
C’è un grosso difetto: tutto questo approccio è deciso dall’alto e concesso ai cittadini. Se un giorno lui cambiasse idea, i cittadini non potrebbero opporsi. In Svizzera le decisioni del popolo sono a volte imposte dal popolo ai suoi governanti. Con Obama è comunque lui che ricevuti i suggerimenti dei cittadini, valuta e decide. A nome del popolo.
Inoltre i suggerimenti dei cittadini non sono consultabili dai visitatori, e tanto meno sono votabili o è possibile dare alle proposte qualche forma di priorità. Insomma molta democrazia rappresentativa illuminata, e poca democrazia diretta. Ma aspettiamo. E’ comunque uno sforzo e un passo in avanti rispetto alle amministrazioni precedenti e al resto del mondo e all’Italia.
di Paolo Michelotto
questo weekend, molto probabilmente supereremo le 600 firme autenticate, necessarie per far partire i 4 referendum comunali più democrazia di Rovereto. Siamo arrivati nei giorni scorsi a 569. E ci impegnamo questo sabato e domenica. Qui il sito dell’associazione PartecipAzione Cittadini Rovereto che sta promuovendo questi referendum: http://www.cittadinirovereto.it
Tra questi 4 referendum c’è quello fondamentale, che chiede di abolire il quorum dai referendum comunali. Fondamentale perchè con il quorum tutti i referendum saranno sempre soggetti al boicottaggio e quindi sempre invalidati. Se passerà questo referendum, la democrazia diretta sarà effettiva a Rovereto. Gli altri ugualmente importanti ma condizionati dal successo del primo, sono per fare il PRG partecipato, uno per progettare con i cittadini una piazza e uno contro il progetto di realizzare un nuovo inceneritore Sandoz.
di Paolo Michelotto
La California è uno degli stati al mondo dove si tengono più Referendum Propositivi (Ballots o Initiative) e Referendum Abrogativi. E questi strumenti sono studiati a fondo nelle università. Questo sito dell’università della california del sud, è interamente dedicato alla democrazia diretta. Sono recensiti libri, sono pubblicati articoli e saggi, sono inseriti con frequenza aggiornamenti sui referendum tenuti nel mondo. C’è un database in cui stato per stato degli USA sono elencati i referendum fatti e gli strumenti usufruibili (non tutti gli stati hanno l’iniziativa e il referendum), c’è una pagina dedicata alle schede usate nei vari paesi e dove disponibile ci sono anche gli opuscoli elettorali, c’è una lista impressionante di lavori accademici sui vari aspetti della democrazia diretta e moltissime votazioni hanno un rapporto su quanto accaduto.
Tutto in inglese ovviamente.
di Paolo Michelotto
ecco la lettura della settima parte del 3° capitolo del libro “Democrazia dei Cittadini”: La Democrazia Diretta in Svizzera
E’ un capitolo abbastanza lungo, perchè è fondamentale per capire come funziona la democrazia diretta nel paese che la applica da più lungo tempo, con successo, al mondo.
Questa registrazione comprende i seguenti paragrafi:
democratizzare gli strumenti della democrazia diretta
utopia che diventa realtà?
come distinguere i referendum dai plebisciti?
come si creano le leggi in svizzera
voto postale in svizzera
Buon ascolto e ogni commento è benvenuto.
Scarica il file MP3 qui di seguito, cliccando tasto destro “Salva destinazione con nome”:
cap-3-7-democrazia-dei-cittadini
Oppure ascoltalo cliccando qui:
di Paolo Michelotto
Margherita Fabbri e Diego Galli con la collaborazione di Valeria Franchitti, Benedetto Motisi e Sara Tescione hanno realizzato un dossier molto accurato sulle disfunzioni della democrazia italiana. Si intitola “Ecco perché l’Italia non è una democrazia.” E’ è scaricabile gratuitamente in forma digitale in questo post. Questo dossier era stato dato a tutti i partecipanti al BarCamp Esperimenti sulla Democrazia, sulla (non) democrazia tenutosi a Roma il 4 ottobre scorso. Sono cose note, affrontate in una moltitudine di libri e di articoli, ma questa è una sintesi chiara, che racchiude i fatti, le citazioni e i casi più significativi. E’ un libro utile per chi affronta lo studio della democrazia diretta, perchè mostra come un paese in cui i cittadini non possono praticamente mai pronunciarsi sulla gestione della vita pubblica, possa gradualmente decadere e ridurre via via la democrazia al suo interno. Mostra che la democrazia rappresentativa in forma quasi pura come in Italia, porta inevitabilmente al fallimento civico. Consiglio la lettura di tutto il libro, io ho particolarmente apprezzato i capitoli sull’informazione, sulla giustizia e sui referendum.
Ecco i capitoli e alcune precisazioni di Margherita, uno degli autori. (continua…)
di Paolo Michelotto
questo il quesito che a cui i cittadini di Nola dovranno rispondere il 21 dicembre 2008 votando il referendum consultivo comunale:
“Volete che il servizio pubblico integrato sia gestito esclusivamente da un Ente Pubblico? ”
Serve, con una formula non chiarissima a chiedere ai cittadini se la gestione dell’acqua deve essere fatta da un ente pubblico o continuare a lasciarla in mano a una azienda privata, come è ora.
Nola. Acqua, referendum il 21 dicembre
NOLA – Il sindaco Felice Napolitano, ha indetto per il giorno 21 dicembre il primo referendum consultivo comunale della città di Nola. L’annuncio ieri sera, durante la prima assemblea pubblica convocata dal comitato civico all’indomani del voto favorevole espresso dal consiglio comunale in merito al giudizio di ammissibilità del referendum consultivo a carattere comunale, per la ripubblicizzazione dell’acqua. “L’acqua non ha, e non deve avere, alcun colore politico. E’ un bene comune indispensabile che va tutelato”. Ha esordito così il sindaco di Nola, Felice Napolitano, (continua…)
di Paolo Michelotto
in Svizzera c’è un esempio edificante di come funziona una vera democrazia. Il governo ha negoziato con l’UE l’adesione all’accordo di Schengen. Ossia il libero transito delle persone attraverso le sue frontiere. Alcuni partiti di fuori del governo e vari gruppi e associazioni, hanno raccolto le firme necessarie per indire un referendum sull’accordo. Ossia chiederanno a tutta la popolazione se sono d’accordo oppure no a questa adesione a Schengen. Massimo segno di democrazia. Chi meglio del popolo nel suo insieme può decidere sul proprio destino? Io non sono schierano pro o contro Schengen, sia chiaro. Trovo solo straordinario che ai cittadini svizzeri sia data la possibilità di informarsi, riflettere e votare sull’argomento.
Eppure sui giornali italiani sono apparsi articoli schierati pro Schengen, che denigrano questa possibilità dei cittadini svizzeri di poter sovvertire quanto deciso dal governo e confondono il fatto che i partiti di estrema destra (ma meno estremi di quelli che abbiamo noi al governo in Italia) abbiano raccolto le firme, non significa che questi partiti decideranno l’esito dei referendum l’8 febbraio 2009. Saranno i cittadini svizzeri che informati dai loro media estremamente obiettivi e non di proprietà dei partiti e tantomeno finanziati dallo stato, prenderanno la loro decisione.
Ecco l’opuscolo informativo che tutti i cittadini svizzeri hanno ricevuto a casa insieme al certificato elettorale. Opuscolo che riporta le posizioni del governo e quelle dei comitati referendari.
referendum svizzera 8-2-09 opuscolo informativo mandato ai cittadini
E a seguire un esempio di articolo italianocentrico e che mostra di non conoscere la democrazia svizzera, apparso sul Sole 24 ore.
La Svizzera entra in Schengen,
con l’incognita destra estrema
di Andrea Franceschi
La Svizzera entra ufficialmente a far parte dell’area Schengen. Da venerdì 12 dicembre non ci saranno più controlli delle persone alle frontiere, ma solo sulle merci. Un traguardo che arriva alla termine di anni di negoziati tra la Confederazione e l’Unione Europea, su cui però pende una spada di Damocle. (continua…)
di Paolo Michelotto
il blog www.versionebeta.org parla del libro “Democrazia dei Cittadini”.
Scrive: Democrazia dei Cittadini è un libro sugli esempi della democrazia diretta che funzionano nel mondo. Paolo Michelotto, autore del libro ci aiuta, con una serie di esempi, a comprendere il significato di Democrazia Diretta e ci fa assaporare attraverso fatti accaduti quel sapore di libertà che da tempo abbiamo perso, o che forse non abbiamo mai conosciuto, noi italiani. In paesi come la Svizzera, la Danimarca, la Baviera e la California da tempo i cittadini si esprimono su qualsiasi decisione dimostrando che i popoli di qualsiasi nazione sarebbero maturi per prendere determinate decisioni senza bisogno della rappresentanza, se solo ne avessero la possibilità.
Questo il manifesto di Versione Beta:
Immaginiamo che quella attuale sia solo la Versione Beta del Mondo che verrà, quindi decidiamo come vorremmo che sia la sua versione definitiva e iniziamo un po’ alla volta a correggere i bug e gli errori dell’attuale Versione Beta provvisoria.
Ora pensiamo a una rete sociale in stile 2.0, un sistema che possa realmente migliorare le nostre vite senza bisogno della rappresentanza.
Quindi consideriamo un modello nuovo di rivoluzione che porti ad un superamento del sistema di società basato sulla crescita del PIL.
Per finire diamo un nome a questi concetti: “Rivoluzione 2.0″, “Democrazia Diretta” e “Decrescita”.
di Paolo Michelotto
Schoenau è una piccola città nella foresta nera, che qualche decennio fa, utilizzando lo strumento del referendum, ha deciso di produrre e distribuire da se energia elettrica non prodotta da Centrali Nucleari. Una storia di successo.
Qui il sito per maggiori informazioni con descrizioni in varie lingue, tra cui l’italiano
http://www.ews-schoenau.de/footer/international.html
Ecco alcuni resoconti della vicenda.
I ribelli dell’energia
Questo è il racconto di Eva, nostra referente del EWS, di come alcuni cittadini di Schoenau sono riusciti ad abbattere un monopolio.
Schoneau si trova all’estremo sud-ovest della Germania nella foresta nera, vicino al confine svizzero e francese.
Dopo la catastrofe di Cernobyl nel 1986, un piccolo gruppo costituito da genitori preoccupati si riuniscono per parlare della salute alimentare dei loro figli.
Si rendono conto di essere loro stessi usufruitori di energia prodotta con l’atomo e cresce la necessità di sottrarsi dal nucleare. Ma come? La prima azione è quella del risparmio energetico per poi ricercare nuove forme di approvvigionamento. (continua…)
di Paolo Michelotto
La vera democrazia?
Diretta
L’ex coordinatore del comitato Più Democrazia, Paolo Michelotto, firma un libro sulle forme di autogoverno nel mondo. “Nel sistema rappresentativo i cittadini non possono intervenire, in quello diretto sì”
nel settimanale Vicenza Più del 06-12-08 è apparso un articolo – recensione sul libro “Democrazia dei Cittadini”.
Riporto qui la scansione. Per ingrandirla basta cliccare dentro.
Qui il testo digitale:
Il 10 settembre 2006, 10 mila vicentini si recarono alle urne per dire sì o no al “referendum sui referendum”. In sostanza un quesito che chiedeva di modificare lo statuto comunale in modo da prevedere il voto diretto dei cittadini per proporre, abrogare (o entrambe le cose) ogni sorta di decisione che riguardasse la città. In una parola: democrazia diretta. (continua…)
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