Prima pagina del capitolo 36 del libro Democrazia dei Cittadini
Capitolo 36 Assemblee scelte a sorte
Una obiezione comune alla democrazia diretta è che su larga scala è impossibile dare ai cittadini poteri di decisione diretta senza compromettere l’equità politica.
Una risposta che risolve l’obiezione è che ciò è possibile con l’Iniziativa, con il Referendum e con la Revoca.
Un’altra via è la creazione di assemblee di cittadini con poteri decisionali i cui membri siano scelti a sorte.
Se l’assemblea è abbastanza grande, essa rifletterà la varietà di caratteristiche che si trova all’interno della popolazione, nessun gruppo sociale ne sarà escluso.
I componenti dovrebbero essere scelti a caso, estraendo a sorte dalle liste elettorali, e dovrebbe essere prevista la rotazione, ossia un tempo limitato di servizio, non ripetibile.
Così ogni cittadino avrebbe un’uguale probabilità di essere scelto e se il sistema fosse esteso in tutti gli ambiti amministrativi, la probabilità sarebbe anche alta.
La scelta ad estrazione costituisce una valida alternativa alle elezioni competitive e sicuramente ridurrebbe il potere dei partiti politici sulle scelte dell’assemblea.
Anche se oggi le elezioni competitive sono così usate da essere ritenute il solo sistema democratico per scegliere i legislatori, le assemblee estratte a sorte hanno una storia molto antica. Infatti ad Atene, dove nacque la democrazia nel V sec. a.C., sia il Consiglio dei 500 che quasi tutti gli amministratori della città, venivano scelti ad estrazione. Oggi il sistema ad estrazione viene utilizzato in determinati paesi, specie in quelli anglosassoni, per selezionare la giuria che giudica i processi.
Ma negli ultimi decenni si è fatto sempre più uso della sele- …
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