di Paolo
sicuramente per il neo ministro della democrazia diretta Riccardo Fraccaro, la vita non dev’essere facile all’interno del suo palazzo. Per cui riuscire a realizzare un primo passo, a costo zero, in direzione di quello che sarà il suo percorso di 5 anni è stato un fatto importante, significativo e molto più importante di quello che appare.
Ora per raccogliere firme per i referendum non occorreranno più costosi bolli che rappresentavano una vera e propria tassa sulla democrazia, particolarmente odiosa perchè i comitati referendari dei cittadini sono per definizione sempre a corto di fondi.
Ulteriore passo ora è quello di permettere di raccogliere firme seguendo il modello svizzero e californiano, ossia senza bisogno di pubblici ufficiali al seguito, ma semplicemente compilando un modulo, che in Svizzera può essere addirittura stampato nei giornali, compilato con la propria firma e quella dei propri amici ed inviato al comitato referendario. Altro passo poi sarà adottare il sistema utilizzato per l’iniziativa dei cittadini europei, per cui basta compilare un modulo online nel sito del parlamento europeo dedicato alla specifica iniziativa, con le informazioni della propria carta d’identità, per aggiungere legalmente la propria firma ad una iniziativa in corso, che se supera il milione di firme viene discussa nel parlamento europeo.
Quindi seguiamo l’esempio Svizzero, Californiano e dell’Unione Europea e introduciamo questi nuovi sistemi per raccogliere firme in maniera efficace, legale, economica e democratica.
Qui il documento dell’Agenzia delle Entrate che chiarisce che non sarà più necessario pagare il bollo.
Usa termini legali ma è interessante capire come questo provvedimento in realtà era molto semplice e immediato, non occorreva fare una legge o un decreto, bastava solo la buona volontà politica. Che ora finalmente c’è.
Ecco quanto scrive il Ministro Fraccaro nel presentare la proposta:
di Riccardo Fraccaro, ministro dei rapporti con il Parlamento e della democrazia diretta
Ciao a tutti. Oggi sono felice di darvi una bellissima notizia: ho deciso di abolire la tassa sulla democrazia. Molti di voi organizzano banchetti per la raccolta di firme a sostegno di referendum, petizioni o leggi popolari. È un impegno che serve a favorire la partecipazione e andrebbe incoraggiato. Invece per queste attività è previsto il pagamento di un’imposta di bollo per occupazione di suolo pubblico.
È un tributo che si paga in tantissimi Comuni e spesso viene applicato sia sull’istanza che sulla autorizzazione ai banchetti. Una tassa a carico dei cittadini che arriva fino a 32 euro a richiesta solo per poter partecipare alla vita politica e alla formazione delle decisioni pubbliche.
È una grave ingiustizia, un paradosso inaccettabile che ho deciso di sanare. Ho voluto che il mio primo atto ufficiale da ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta fosse quello di cancellare l’imposta sulla raccolta firme per dare un segnale chiaro. Abbiamo il dovere di incentivare la partecipazione, rendendola sempre più semplice, accessibile ed efficace perché solo così possiamo migliorare la nostra comunità.
Per questo ho interpellato l’Agenzia delle entrate in merito all’ambigua interpretazione da parte delle amministrazioni locali della legge in materia. Ho chiesto espressamente di stabilire, una volta per tutte, che gli strumenti di democrazia diretta siano esenti da imposta. Da oggi questa tassa che esisteva per ogni richiesta di raccolta firme non si pagherà più. Abbiamo azzerare i costi a carico dei cittadini per presentare referendum, leggi di iniziativa popolare, istanze e petizioni.
Da oggi sarà più facile esprimere e veder rispettata la volontà popolare: è questo il cambiamento che il MoVimento 5 Stelle ha portato al Governo. Tutto attraverso l’opzione zero, cioè senza nemmeno ricorrere ad una nuova legge ma con un semplice atto interno.
Con la nostra rivoluzione gentile vogliamo semplificare e migliorare la qualità della vita dei cittadini con atti concreti, a partire dall’aspetto più fondamentale di tutti: il libero esercizio dei diritti democratici. La democrazia si può rigenerare solo valorizzando la partecipazione, affrancandola da costi e adempimenti che ne scoraggiano l’esercizio.
Altri hanno cercato di frenare le iniziative democratiche dal basso, inasprendo gli obblighi per far valere i propri diritti e ostacolando in ogni modo la partecipazione.
Noi invece vogliamo che i cittadini siano liberi di partecipare alla vita democratica del Paese, liberi di decidere direttamente del proprio futuro, liberi di esprimere la propria visione della comunità senza dover pagare per questo. Da oggi c’è una tassa in meno per tutti i cittadini che vogliono partecipare. Per noi la democrazia non ha prezzo. Benvenuti nella Terza Repubblica.
Di Paolo Michelotto
ho enorme stima del nuovo ministro della Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro, che reputo molto competente sull’argomento e soprattutto sinceramente motivato a introdurre gli strumenti di cui parla. È un momento storico, sottostimato da chi non conosce le potenzialità che la democrazia diretta ha di far crescere umanamente, culturalmente ed economicamente un paese e che credevo avrei visto molto più in là negli anni, per cui non posso che ringraziare chi ci ha creduto ed ha continuato a lottare su questi temi.
Qui un intervento di qualche anno fa, quando Riccardo Fraccaro era un semplice deputato.
Ecco alcune idee che propongo, per iniziare (oltre a quelle di introdurre il referendum propositivo e abrogativo senza quorum, come già stabilito nel Programma del Cambiamento):
di Paolo Michelotto
se c’è una cosa su cui sono d’accordo tutte le elites di tutti i paesi, è che sulla creazione della moneta, i cittadini meno sanno e meglio è. Poi è fuori discussione non non possono decidere nulla sull’argomento.
Invece in Svizzera il 10 giugno 2018 sarà il popolo a votare, dopo aver discusso ed essersi informato, su chi deve avere il diritto di stampare moneta.
Questo grazie allo strumento di democrazia diretta chiamato Iniziativa, che noi in Italia chiamiamo referendum propositivo. Il testo delle iniziative svizzere è scritto da cittadini fuori dal parlamento, vengono raccolte le firme previste e dopo una discussione in Parlamento, se non viene approvato, viene posto al voto di tutti i cittadini. Vero è che storicamente i cittadini svizzeri sono molto restii ad approvare le iniziative, solo 1 su 10 è stata approvata in passato. Ma il fatto di essere messa al voto, crea informazione e consapevolezza sul tema e spesso dopo qualche anno vengono comunque approvate leggi che vanno in direzione di quanto richiesto dai cittadini.
Qui un interessante articolo, che riporto integralmente:
DI STEFANO DI FRANCESCO
Nel più totale silenzio dei media nazionali, impegnati a spargere fumo e polemiche sul nascente Governo Lega- M5S, si voterà domenica 10 giugno in Svizzera un referendum popolare per far si che i franchi svizzeri possano essere creati solo ed esclusivamente dalla Banca Centrale Svizzera.
Si tratta di un evento eccezionale, poiché per la prima volta nel mondo un popolo è chiamato a votare un sostanziale cambiamento dell’attuale sistema di creazione del denaro.
Oggi infatti, in Svizzera come anche in Italia, in Europa e nel mondo, la moneta viene creata solo per una piccolissima parte dallo Stato (sono le monete metalliche che rappresentano appena lo 0,3% del totale in circolazione) e un’altra piccola parte dalla Banca Centrale (sono le banconote che costituiscono circa il 7% del totale), mentre il restante più del 90% del denaro viene creato dalle banche commerciali mediante i prestiti.
Le principali conseguenze di un sistema così strutturato in Italia sono che:
Per renderci conto di quanto sia fallimentare un sistema di creazione monetario come quello attuale, basta considerare il fatto che l’Italia, nonostante abbia realizzato Avanzi primari di bilancio dal 1990 ad oggi di circa 750 miliardi di euro, ha visto il proprio debito pubblico crescere senza sosta a causa degli interessi pagati sullo stesso, che dal 1980 ammontano ad oltre 3.500 miliardi ( ben più del debito pubblico che è oggi di 2.300 miliardi).
L’unica soluzione per interrompere questa follia, attraverso la quale vi è un costante e crescente trasferimento di ricchezza nelle mani di pochi privilegiati (rentier li chiamava Keynes) a discapito della comunità intera, è quello di far si che la moneta venga creata solo dallo Stato, unico titolare della Sovranità Monetaria.
L’iniziativa Moneta intera fa sì che tutto il denaro, monete metalliche, banconote o moneta scritturale elettronica, sia sempre costituito da franchi svizzeri sicuri perché emessi non più da soggetti privati, ma dalla Banca Nazionale Svizzera. Già nel 1891 il Popolo elvetico decise di attribuire alla sola Banca nazionale il diritto di emettere banconote. L’iniziativa Moneta intera estende ora questa soluzione collaudata alla moneta bancaria, oggi predominante, facendone «contante elettronico. L’utile derivante dall’emissione di moneta da parte della BNS tornerà ovviamente allo Stato e dunque andrà a vantaggio della collettività.
Alle banche commerciali resterà la possibilità di concedere prestiti e regolare i conti dei clienti, ma non potranno più creare moneta attraverso il meccanismo del prestito.
Si tratta di una rivoluzione epocale, che va oltre le solite diatribe di casa nostra, euro-si od euro-no; è una visione della società radicalmente differente in cui si afferma che è la moneta al servizio della comunità e non il contrario come purtroppo avviene oggi.
Moneta Intera in Svizzera, come anche Moneta Positiva in Italia, sono membri dell’International Movement for Monetary Reform che vanta associazioni simili in n.28 paesi al mondo. https://internationalmoneyreform.org/
Speriamo che presto, anche in Italia attraverso la campagna Moneta Positiva, si possa avviare a più livelli un discorso serio e rigoroso, al fine di giungere ad un radicale cambiamento del sistema di creazione della moneta, concorrendo a realizzare un mondo più giusto e solidale.
Ma la moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
Stefano Di Francesco
Associazione Moneta Positiva
http://monetapositiva.blogspot.it/
Fonte: www.comedonchisciotte.org
07.06.2018
Di Paolo Michelotto
consegna di 300o firme no-coop al commissario Scognamillo
è giunta la bellissima notizia che a Vignola (MO) è stato approvato il nuovo regolamento comunale sugli strumenti di democrazia diretta.
È una notizia ancora più significativa perchè in gennaio 2017 la maggioranza dei consiglieri comunali si era dimessa. Per cui l’amministrazione che aveva approvato le modifiche allo Statuto Comunale (molte delle quali riguardavano gli strumenti di democrazia diretta) era decaduta. In febbraio 2017 era stato nominato il commissario Dott. Bruno Scognamillo fino alle nuove elezioni comunali del giugno 2017.
Sembrava quindi che l’approvazione del regolamento attuativo, che era a buon punto di scrittura, fosse rinviato a dopo le elezioni.
Invece, grazie alla lungimiranza del commissario, al lavoro della dott. Elisa Quartieri (dell’ufficio Partecipazione), agli incontri di Monica Maisani (ex ass alla democrazia) e all’interessamento di vari cittadini di Vignola, il nuovo regolamento è stato approvato il 21 aprile 2017.
Grazie a Maurizio Tonelli che mi ha mandato il pdf del testo finale firmato, ora lo posso condividere anche nel mio blog. Eccolo:
Regolamento sugli Istituti di Partecipazione e Democrazia Diretta - Vignola (MO) (3461)
Qui di seguito l’articolo di approfondimento sullo statuto comunale di Vignola dove vengono anche spiegati i nuovi strumenti adottati:
di Paolo
Sono stato invitato dall’ass. Martino Laurenti a partecipare a una delle 3 serate dedicate dall’amministrazione Cinque Stelle di Pinerolo (TO) per presentare ai cittadini le modifiche allo Statuto che porteranno alla Democrazia Partecipativa a Pinerolo.
Io sarò presente il 27 Aprile 2017 e la serata sarà divisa in 2 parti, la prima dedicata al metodo partecipativo “La Parola ai Cittadini” in cui saranno i cittadini presenti i protagonisti. La seconda parte della serata sarà dedicata ad illustrare gli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo.
Edit 29-04-2017
La serata è stata molto interessante. Grazie per l’ospitalità all’assessore Martino Laurenti e alla presenza del Sindaco e vari altri amministratori.
Queste le proposte emerse durante La Parola ai Cittadini:
Nome | Titolo proposta | Voti | Presenti | Voti % |
iole | mobilità sostenibile | 25 | 28 | 89,29% |
davide | Orari nelle fermate dell’autobus | 25 | 29 | 86,21% |
luigi | Sponsor che adottino una rotatoria | 24 | 29 | 82,76% |
graziano | miglioramento verde pubblico | 23 | 28 | 82,14% |
francesca | più aree pedonali | 23 | 29 | 79,31% |
corrado | Conoscere mansionario e far lavorare di più i vigili | 23 | 29 | 79,31% |
carlo | pinerolo tra dieci anni | 20 | 27 | 74,07% |
enzo | miglioriamo la rete piste ciclabili | 22 | 30 | 73,33% |
giosuè | adottiamo il quartiere | 17 | 27 | 62,96% |
di Paolo Michelotto
il 21 giugno 2016, solstizio d’estate, con una sala del Consiglio Comunale gremita di cittadini, è stato approvato il nuovo Statuto Comunale. Un lungo applauso dei presenti ha coronato un percorso partecipato durato più di 6 mesi.
Il nuovo Statuto Comunale, fortemente voluto dall’amministrazione della lista civica del sindaco Mauro Smeraldi, grazie all’impegno dell’assessore alla cultura e democrazia Monica Maisani (con il grande aiuto della responsabile ufficio partecipazione Dott.ssa Elisa Quartieri e del Segretario Comunale Dott. Giovanni Sapienza e della Dirigente Dott.ssa Elisabetta Pesci), ha introdotto strumenti di partecipazione e di democrazia diretta fortemente innovativi.
Vignola è diventata così non solo la capitale della democrazia diretta e partecipata in Italia, ma nell’intero mondo. Sembra un’esagerazione, ma non c’è in questo momento una sola città Svizzera, Bavarese, Europea, Brasiliana, Neozelandese o Statunitense che abbia così tanti e così vari strumenti tutti insieme. C’è chi si distingue per uno strumento, chi per un altro. Chi ne mette insieme alcuni. Vignola ha saputo prendere il meglio che c’era nel mondo e fonderlo insieme.
Ecco la lista degli strumenti inseriti, che suscitano così tanto il mio entusiasmo e a seguire l’intero Statuto Comunale:
- petizione elettronica su uno spazio web del comune. Risposta obbligata del sindaco entro 60 giorni.
- la parola al cittadino - primo comune in Italia e nel mondo - (serata partecipativa in cui tutti i cittadini possono proporre, discutere, votare – le 3 proposte più votate vanno in consiglio comunale nella prima seduta utile);
- la giornata della democrazia - primo comune in Italia e nel mondo – (un’intera giornata dedicata alla partecipazione di cittadini autoconvocati e scelti ad estrazione nelle liste elettorali su temi cittadini il cui esito è poi portato nelle commissioni del consiglio comunale direttamente dai cittadini – qui per capire meglio cos’è);
- scelta partecipata – primo comune in Italia e nel mondo – (un nuovo percorso partecipato qui spiegato in dettaglio che permette, se i cittadini ne hanno il desiderio e le energie di attivare il bilancio partecipato, ma non solo. Il percorso può riguardare qualsiasi argomento di competenza comunale e la sua ampliezza è decisa dai cittadini stessi – se l’amministrazione non approva quanto proposto dai cittadini con questo percorso, essi possono, raccogliendo metà firme di quelle necessarie per i referendum, attivare una votazione popolare vincolante sulla proposta da loro formulata);
- consiglio comunale aperto con proposte dei cittadini votate dai consiglieri – primo comune in Italia - (dove i cittadini possono partecipare e dove anche le loro proposte possono essere messe al voto dei consiglieri)
- iniziativa popolare a voto consiliare con discussione entro 3 mesi;
- iniziativa popolare a voto popolare – primo comune in Italia – questo è il modello della iniziativa svizzera. La proposta dei cittadini, dopo la raccolta di firme va in consiglio comunale. Questo lo discute in tempi precisi e se non lo accetta, si va al voto popolare. Senza quorum.
- possibilità di controproposta consiliare – primo comune in Italia. Quando i cittadini creano un quesito, se non viene accettato dagli amministratori, essi possono formulare una controproposta. I cittadini alla fine sono chiamati a votare la proposta originale dei cittadini, la controproposta o il mantenimento dello status quo.
- quorum zero su tutti gli strumenti referendari e tutti hanno esito vincolante.
- gli amministratori non possono disattendere i risultati del referendum per tutta la durata del loro mandato elettorale.
- referendum confermativo senza quorum vincolante – prima volta in Italia. Questo è lo strumento più utilizzato dai cittadini in Svizzara. Quando un atto amministrativo è votato dagli amministratori, prima che entri in vigore i cittadini possono raccogliere 1000 firme e chiedere il voto di tutti i cittadini. Esso entra in vigore solo se la maggioranza vota SI.
- referendum abrogativo senza quorum.
Qui il nuovo Statuto Comunale del Comune di Vignola approvato il 21-06-2016.
Qui la presentazione del percorso partecipato che ha portato al nuovo statuto.
UNO STATUTO A MISURA DI CITTADINO PRESENTAZIONE pdf
Ora devono essere approvati i regolamenti attuativi. L’assessore Monica Maisani mi ha detto che il loro obiettivo è di approvarli entro dicembre 2016.
Da oggi i cittadini italiani che sognano una piena democrazia possono dire: “Vogliamo gli stessi strumenti che hanno introdotto a Vignola”.
Questo il sito del comune di Vignola dedicato alla partecipazione:
E dal regolamento attuativo sono sicuro usciranno altri interessanti sviluppi nella raccolta firme innovativa rispetto a quella attuale, nella modalità di voto (elettronico, postale) ed in altri aspetti ancora.
Edit del 29-06-2016
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Questa è la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta e partecipazione che mi ha inviato l’assessora Monica Maisani.
UNO STATUTO A MISURA DI CITTADINO PRESENTAZIONE pdf
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Questo è il comunicato stampa mandato da Roberto Brambilla:
Buon pomeriggio! E’ con grande gioia che ti invio questo comunicato. Dopo tanti anni di impegno per la democrazia diretta finalmente un caso esemplare a Vignola. Ti invito a fare il possibile per farlo conoscere perché non ci sono più alibi per le amministrazioni! Se hai un profilo Facebook vai qui e condividi più che puoi.
La democrazia diretta è uno strumento potente per riavvicinare i cittadini alla gestione della cosa pubblica: diffondiamola!
Sul sito www.listacivicaitaliana.org trovi anche l’intervista esclusiva all’Assessora alla partecipazione Monica Maisani e al Sindaco di Vignola Mauro Smeraldi.
Grazie e a presto!
Roberto B.
Comunicato Stampa del 24 giugno 2016
L’amministrazione comunale di Vignola con il nuovo statuto scrive una pagina storica per la democrazia italiana. E il PD…si oppone!
Il 21 giugno a Vignola (Modena) – comune di 25.250 abitanti amministrato dalle tre Liste civiche Vignola Cambia, Vignola per Tutti e Città di Vignola – il consiglio comunale ha approvato il nuovo statuto che dà ai cittadini avanzatissimi strumenti di democrazia diretta per esercitare a livello comunale la “sovranità”.
In questo modo il comune di Vignola diventa la punta più avanzata nel settore della democrazia diretta in Italia e probabilmente in Europa.
“Il nuovo Statuto – ricorda Monica Maisani – Assessora alla democrazia e alla partecipazione – prevede numerosi istituti, alcuni assai innovativi come “La parola al cittadino”, “La giornata della Democrazia” e “la Scelta Partecipata”, altri già presenti in alcuni Statuti comunali, ma non tutti assieme, come le diverse tipologie di Referendum (confermativo, consultivo e abrogativo), l’iniziativa popolare a voto popolare e l’iniziativa popolare a voto consiliare. Sono presenti anche le istanze e le petizioni, per queste ultime abbiamo previsto la petizione elettronica e l’opportunità di presentarle anche da parte dei non residenti che studino o lavorino in città e dei sedicenni. Per dare un’idea, nel vecchio Statuto le norme che si riferivano agli istituti di partecipazione erano 4, nel nuovo Statuto sono 18.”
Tutti questi istituti sono a quorum zero: una regola che obbliga a discutere sul merito delle proposte sia i favorevoli che i contrari; chi non partecipa delega a chi partecipa la decisione.
“Questi strumenti – dice il sindaco di Vignola Mauro Smeraldi – sono i canali attraverso i quali i cittadini potranno esercitare la loro partecipazione, non sono un risultato quanto piuttosto un mezzo. Sono nati attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto direttamente i cittadini nella sua stesura. Questo dimostra che già il senso civico è in fase di crescita e sviluppo nella comunità. E’ un fatto che dove si sono messi in atto strumenti di democrazia diretta avanzati le cose funzionano: le amministrazioni diventano più attente già prima di avviare un percorso decisionale e i cittadini si sentono parte delle scelte, tendendo quindi a collaborare (certo talvolta anche con modifiche sostanziali e cambi di direzione) anziché necessariamente a contrapporsi in uno sterile confronto che finisce solo per ledere maggiormente i rapporti. Inoltre gli strumenti di democrazia diretta richiedono organizzazione e responsabilità per essere portati avanti. Il pericolo di blocco della macchina comunale non esiste. Quando infatti si raggiungono i numeri che fanno scattare questi strumenti vuole dire che ci troviamo davanti all’espressione di una porzione importante della popolazione, che sarebbe sotto ogni profilo sbagliato non tenere in considerazione. Recentemente anche uno studio di Gallup ha fatto emergere come i cittadini che hanno a disposizione strumenti partecipativi diretti sono anche cittadini più felici.”
L’aspetto tragicomico di questa bella operazione è che il PD locale – all’opposizione – ha votato contro adducendo il pretesto che gli istituti inseriti nello statuto potrebbero avere un impatto negativo sull’amministrazione, rallentandone e bloccandone, in alcuni casi, l’attività.
Lo statuto è il risultato di un percorso iniziato nel marzo del 2015 sostenuto dalla determinazione dell’amministrazione comunale e dall’esperienza di Paolo Michelotto, uno dei massimi esperti di democrazia diretta in Italia.
Si tratta del frutto di un seme gettato da Dario Rinco a Milano ben 7 anni fa che il 18 ottobre 2009 organizzò l’incontro “Le liste civiche e la democrazia partecipativa” rivolto alle liste civiche e agli attivisti provenienti da tutta Italia.
Sul sito di Lista Civica Italiana www.listacivicaitaliana.org si può:
leggere l’intervista esclusiva al sindaco Mauro Smeraldi e alla Assessora alla partecipazione Monica Maisani
scaricare le presentazioni relative al percorso che ha portato allo Statuto e i contenuti dello statuto
Per contattare l’amministrazione comunale rivolgersi a
segreteriasindaco@comune.vignola.mo.it
partecipazione@comune.vignola.mo.it
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Qui l’intervista realizzata da Roberto Brambilla all’assessora Monica Maisani e sindaco Mauro Smeraldi
Intervista esclusiva agli amministratori che si trova qui:
Ieri sera a Vignola (Modena) – comune di 25.250 abitanti amministrato dalle tre Liste civiche (vere!) Vignola Cambia, Vignola per Tutti e Città di Vignola – il consiglio comunale ha approvato il nuovo statuto che dà ai cittadini ottimi strumenti di democrazia diretta per esercitare a livello comunale la “sovranità” citata dall’articolo 1 della nostra Costituzione. In questo modo il comune di Vignola diventa la punta più avanzata nel settore della democrazia diretta in Italia e probabilmente in Europa.
Si tratta del frutto di un seme gettato ben 7 anni fa con l’incontro del 18 ottobre 2009 a Milano con Paolo Michelotto – uno dei più attivi promotori della democrazia diretta in Italia – organizzato da Dario Rinco per le liste civiche e e gli attivisti provenienti da tutta Italia.
Chiediamo a Monica Maisani, Assessora alla democrazia e alla partecipazione, di spiegarci i dettagli di questa rivoluzionaria iniziativa.
Quali strumenti di democrazia diretta prevede lo statuto?
Il nuovo Statuto prevede numerosi istituti, alcuni estremamente innovativi come La parola al cittadino, La giornata della Democrazia e la Scelta Partecipata, altri già presenti in alcuni Statuti comunali, ma non tutti assieme, come le diverse tipologie di Referendum (confermativo, consultivo e abrogativo), l’iniziativa popolare a voto popolare e l’iniziativa popolare a voto consiliare. Sono presenti anche le istanze e le petizioni, per queste ultime abbiamo previsto la petizione elettronica e l’opportunità di presentarle anche da parte dei non residenti che studino o lavorino in città e dei sedicenni. Per dare un’idea, nel vecchio Statuto le norme che si riferivano agli istituti di partecipazione erano 4, nel nuovo Statuto sono 18.
Siete riusciti ad abbassare il quorum che di solito viene tenuto alto dalle amministrazioni?
Tutti i referendum sono senza quorum.
Quante firme occorrono per far indire i referendum?
Occorrono mille firme, pari a circa il 6% degli aventi diritto al voto.
Come è stato l’iter che ha preceduto l’approvazione da parte del consiglio comunale di ieri sera?
A seguito della Giornata della democrazia organizzata dalla nostra Amministrazione il 1 marzo 2015, in cui sono state presentate e discusse dai cittadini delle proposte di modifica dello Statuto comunale, come il quorum zero, la partecipazione informata e il voto elettronico, abbiamo costituito un tavolo tecnico che ha elaborato una bozza secondo le indicazioni emerse nella giornata del 1 marzo e secondo quelle presenti nelle linee programmatiche della nuova Amministrazione. A dicembre 2015 – conformemente alla legge regionale 3 sulla partecipazione – abbiamo attivato un percorso partecipato che ha coinvolto la prima commissione consiliare e un tavolo di negoziazione costituito da 20 membri, cittadini e rappresentanti di enti e associazioni, e che ha lavorato parallelamente sulla bozza di nuovo Statuto. Il 16 giugno 2016 in una riunione plenaria la Commissione e il Tavolo di negoziazione hanno condiviso un Documento di proposta partecipata che è stato presentato in Consiglio il 21 giugno.
Come hanno votato le forze all’opposizione e come hanno motivato il loro voto?
La Consigliera del Movimento Cinquestelle ha votato a favore del nuovo Statuto, avendo tra l’altro partecipato attivamente ai lavori della Commissione e all’organizzazione di una serata pubblica di approfondimento con l’Amministrazione di Parma che ha uno Statuto simile al nostro, il Pd ha votato contro il nuovo Statuto motivando la sua scelta con la contrarietà di principio alla democrazia diretta e in particolare agli istituti che abbiamo inserito in quanto potrebbero avere un impatto negativo sull’amministrazione, rallentandone e bloccandone, in alcuni casi, l’attività.
Come sono stati coinvolti i cittadini?
Come ho già detto, li abbiamo coinvolti attraverso un percorso partecipato e, cioè, abbiamo scritto insieme le norme del nuovo Statuto. Inoltre, abbiamo organizzato tre serate di informazione e approfondimento. Abbiamo, sin dall’inizio del percorso, pubblicato tutti i materiali di lavoro, compresi i verbali delle sedute, sul blog Partecipattiva.
Chiediamo infine il commento del Sindaco di Vignola Mauro Smeraldi.
Perché le Liste civiche “Vignola Cambia, Vignola per tutti e Città di Vignola credono nella democrazia diretta? Ci sono partiti “nascosti” nella lista?
L’unione delle nostre liste è nata intorno ad un programma che mette al centro la partecipazione. Nel momento in cui il nostro progetto politico è nato ogni appartenenza partitica è esplicitamente rimasta fuori. Che i cittadini abbiano vissuto un processo di allontanamento dalla vita politica è una realtà (ce lo dicono anche le percentuali sempre più basse di coloro che si recano al voto) e il nostro obiettivo è quello di ridare fiducia e strumenti concreti per tornare a vivere la cosa pubblica.
Pensa che questi nuovi strumenti possano aiutare a far crescere il senso civico dei cittadini?
Questi strumenti sono i canali attraverso i quali i cittadini potranno esercitare la loro partecipazione, non sono un risultato quanto piuttosto un mezzo. Ciò che è particolarmente significativo è che tali strumenti sono nati attraverso un percorso partecipato, percorso che ha coinvolto direttamente i cittadini nella sua stesura. Questo dimostra che già il senso civico è in fase di crescita e sviluppo nella comunità.
Questi strumenti di democrazia diretta potrebbero ritorcersi contro l’amministrazione?
E’ un fatto che dove si sono messi in atto strumenti di democrazia diretta avanzati le cose funzionano: le amministrazioni diventano più attente già prima di avviare un percorso decisionale e i cittadini si sentono parte delle scelte, tendendo quindi a collaborare (certo talvolta anche con modifiche sostanziali e cambi di direzione) anziché necessariamente a contrapporsi in uno sterile confronto che finisce solo per ledere maggiormente i rapporti. Inoltre gli strumenti di democrazia diretta richiedono comunque organizzazione e responsabilità per essere portati avanti. Non è possibile per individui o piccoli gruppi isolati, che magari agiscono proprio con l’intento di bloccare la macchina decisionale, portare avanti in modo deliberato questi tentativi. Quando si raggiungono i numeri che fanno scattare questi strumenti vuole dire che ci troviamo davanti all’espressione di una porzione importante della popolazione, che sarebbe sotto ogni profilo sbagliato non tenere in considerazione. Recentemente anche uno studio di Gallup ha fatto emergere come i cittadini che hanno a disposizione strumenti partecipativi diretti sono anche cittadini più felici.
Cosa consiglia ai suoi colleghi sindaci italiani?
Il mio consiglio non può essere altro che quello di intraprendere percorsi analoghi, coinvolgendo da subito i loro concittadini, che, lo ricordo, sono una risorsa, non un problema per chi amministra. Gli amministratori non devono poi sentirsi soli in questo percorso. Per noi è stato ad esempio fondamentale il contributo apportato da Paolo Michelotto, così come il confronto coni il Professor Andrea Morrone, Docente della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Anche la Regione Emilia Romagna per noi è stata una risorsa importante.
Il comune di Vignola sarà disponibile a esportare questa esperienza in altri comuni?
Beh, non è che possiamo invadere altri comuni con la nostra polizia municipale per “esportare la democrazia”, non sarebbe di certo una scelta partecipata, no? Di certo saremo felici di condividere la nostra esperienza con chiunque voglia approfondire il percorso che abbiamo fatto. Il Comune di Vignola ha tratto enorme vantaggio dal conoscere e approfondire le esperienze portate avanti in altre realtà grazie alla disponibilità di altri amministratori e animatori di percorsi analoghi. Siamo certamente disponibili oggi a fare lo stesso per gli altri.
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Questo l’articolo scritto per il giornale online bilingue del SudTirol “Il Salto” da Thomas Benedikter
http://www.salto.bz/article/28062016/italiens-neue-hauptstadt-der-buergerbeteiligung
Was im Einzelnen wird die Demokratie in Vignola so offen für die Mitbestimmung von unten machen? Hier nur das Wichtigste:
Wie die treibenden Kräfte dieser Reform, Stadträtin Monica Maisani und Bürgermeister Smeraldi, versichern, sollen die Durchführungsordnungen zur neuen Satzung der Gemeinde Vignola bis zum Jahresende stehen und weitere Innovationen bringen. Vorbildlich ist nicht nur das Resultat, vorbildlich war auch der ganze partizipative Prozess, der zu dieser Reform geführt hat (www.partecipattiva.it). In Südtirol werden in Sachen Bürgerbeteiligung immer wieder Mals und Kurtatsch zitiert. Vignola geht weit darüber hinaus und macht klar, wie wenig insgesamt die Südtiroler Gemeinden den von der Gemeindeautonomie gebotenen Spielraum an Bürgerbeteiligung nutzen (vgl. auch das POLITiS-Dossier Nr.5/2015). Es wird auch klar, dass ein wohlmeinender Bürgermeister allein nicht ausreicht, wenn er von Parteien abhängt, die bei der Bürgerbeteiligung auf der Bremse stehen, wie in Meran 2015 geschehen. Vignola zeigt auf, wie es anders geht. Bürgerinitiativen für mehr direkte Beteiligung haben jetzt einen klaren Bezugspunkt in Italien: eine Satzung wie Vignola.
di Paolo Michelotto
il 4 maggio 2016 a Vignola (MO) oltre che di Scelta Partecipata avevo parlato anche del Referendum Finanziario, su esplicito invito del sindaco di Vignola, Mauro Smeraldi, molto interessato a questo strumento. Alla fine, comunque, almeno per il momento, non è stato introdotto nel nuovo statuto comunale di Vignola approvato il 21 Giugno 2016.
Comunque riporto qui il testo presentato quella sera, per chi fosse interessato.
Referendum finanziario
La maggior parte dei Cantoni svizzeri ha il referendum finanziario facoltativo. Più della metà dei Cantoni ha il referendum finanziario obbligatorio.
Dal:
Rapporto della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale
Iniziativa parlamentare – Introduzione di un referendum finanziario
https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2007/7565.pdf
…In effetti, diverse analisi dell’impatto del referendum finanziario nei Cantoni e nei
Comuni forniscono prove empiriche dell’effetto di contenimento della spesa pubbli-
ca di questo strumento. L’analisi di un insieme di dati cantonali (relativi al periodo
1986–1997) e di dati comunali (del 1990 relativi a 134 comuni) ha consentito agli
economisti Lars P. Feld e Gebhard Kirchgässner di constatare che un referendum
finanziario obbligatorio ha per effetto la riduzione sia delle spese sia delle entrate.
Secondo la loro indagine, nei Cantoni che hanno istituito un referendum finanziario
obbligatorio, spese ed entrate pubbliche pro capite sono ampiamente inferiori
(rispettivamente del 7 % e dell’11 %) a quelle degli altri Cantoni. Nei Comuni i
risultati sono ancor più impressionanti, dove vige il referendum finanziario obbliga-
torio le spese e le entrate pubbliche pro capite sono inferiori di circa il 20 per cento
rispetto a quelle degli altri Comuni…
Contenimento spesa pubblica:
riduzione spese e entrate fino al 20% in meno degli altri cantoni dove non c’è questo strumento
Come funziona il Referendum Finanziario Obbligatorio?
Il Referendum Finanziario Obbligatorio prevede che ogni spesa straordinaria superiore ad una certa soglia debba essere approvata dai Cittadini. È previsto questo tipo di strumento anche per spese importanti che impegnano un Comune per molti anni a seguire.
Come funziona il Referendum Finanziario Facoltativo?
Prevede che ogni spesa tra due soglie limite, possa essere soggetta a Referendum Finanziario Facoltativo se i Cittadini raccolgono una percentuale delle firme dell’elettorato.
Esempio Referendum facoltativo del Canton Ticino
Costituzione Canton Ticino – Svizzera (337.000 abitanti)
Aprile 2016 (1 FRS = 0,909 Euro)
https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/20012210/index.html
Art. 42 Referendum facoltativo
Sottostanno al voto popolare se richiesto nei quarantacinque giorni dalla pubblicazione nel Foglio ufficiale da almeno settemila cittadini aventi diritto di voto oppure da un quinto dei Comuni:
a) le leggi e i decreti legislativi di carattere obbligatorio generale;
b) gli atti che comportano una spesa unica superiore a fr.1 000 000.- o una spesa annua superiore a
fr. 250 000.- per almeno quattro anni;
c) gli atti di adesione a una convenzione di diritto pubblico di carattere legislativo.
Esempio Cantone Friburgo
Art. 45 Referendum / a. obbligatorio
Referendum
a. obbligatorio
Sottostanno obbligatoriamente al voto del Popolo:
a.la revisione parziale o totale della Costituzione;
b.gli atti del Gran Consiglio che comportino una nuova spesa netta superiore all’1 per cento del totale delle spese dell’ultimo conto di Stato approvato dal Gran Consiglio.
Art. 46 Referendum / b. facoltativo
b. facoltativo
16000 aventi diritto di voto possono chiedere una votazione popolare su:
a.leggi;
b.atti del Gran Consiglio che comportino una nuova spesa netta superiore all’1/4 per cento del totale delle uscite dell’ultimo conto di Stato approvato dal Gran Consiglio o che vertono su crediti di studio d’importanza regionale o cantonale.
2Il termine per la raccolta delle firme è di 90 giorni.
Esempio comune di Poschiavo (Cantone Grigioni – Svizzera) 3500 abitanti
Art. 13 Referendum obbligatorio
Le seguenti questioni comunali sottostanno obbligatoriamente al voto del Popolo:
a) l’emanazione e la modifica di disposizioni costituzionali e leggi;
b) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite una tantum superiori a fr. 700′000.–;
c) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite annuali ricorrenti superiori a fr. 70′000.–;
d) la costituzione di fideiussioni e partecipazioni, nonché la concessione di mutui che nel caso singolo superano fr. 700′000.-;
e) gli affari riguardanti l’acquisto, la vendita, la permuta e la costituzione in pegno di proprietà fondiarie, nonché la costituzione e la cancellazione di diritti reali limitati, se la portata finanziaria della decisione supera fr. 700′000.–;
f) il rilascio e la modifica sostanziale di concessioni di sfruttamento idrico, la costituzione di altri speciali diritti di con godimento e l’esercizio del diritto di riversione ai sensi della legislazione sul diritto delle acque;
g) le decisioni della Giunta comunale concernenti le questioni di principio conformemente all’art. 17;
h) gli oggetti che la Giunta comunale vuole porre in votazione con decisione a maggioranza;
i) la decisione sulla creazione di una corporazione comunale o regionale o sulla relativa adesione;
j) la decisione relativa all’aggregazione con altri Comuni.
Art. 14 Referendum facoltativo
1. Su richiesta di almeno 150 aventi diritto di voto sottostanno al voto del Popolo:
a) il consuntivo, il preventivo e la determinazione del tasso fiscale;
b) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite una tantum superiori a fr. 400’000.– e fino a fr. 700′000.–;
c) gli affari, che nel caso singolo generano nuove uscite annuali ricorrenti superiori a fr. 40′000.– e fino a fr. 70′000.–;
d) la costituzione di fideiussioni e partecipazioni, nonché la concessione di mutui nel caso singolo superiori a fr. 400′000.– e fino a fr. 700′000.–;
e) gli affari riguardanti l’acquisto, la vendita, la permuta e la costituzione in pegno di proprietà fondiarie, nonché la costituzione e la cancellazione di diritti reali limitati, se la portata finanziaria della decisione risulta superiore a fr. 400′000.–, tuttavia non supera fr. 700′000.–; oppure se l’affare riguarda l’acquisto, la vendita, la permuta e la costituzione in pegno di proprietà fondiarie nonché la costituzione di diritti di superficie di durata superiore a 30 anni di fondi edificabili con una superficie superiore ai 1′000 m2, rispettivamente di fondi non edificabili con una superficie superiore ai 3′000 m2;
f) le decisioni della Giunta comunale su crediti suppletivi se e nella misura in cui in questo modo una voce nel preventivo viene superata di oltre il 20%, tuttavia almeno oltre fr. 150′000.–.
g) le decisioni della Giunta comunale su crediti aggiuntivi se un credito d’impegno viene superato di oltre il 20%, tuttavia almeno oltre fr. 150′000.– .
Art. 15. Procedura per il referendum facoltativo
1. Dopo l’approvazione da parte della Giunta comunale, tutte le decisioni devono essere pubblicate sull’organo di pubblicazione ufficiale del Comune. Il preventivo e il consuntivo devono essere esposti presso la Cancelleria comunale con pubblicazione dell’esposizione sull’organo di pubblicazione ufficiale del Comune.
2. Il termine per il referendum è di 30 giorni dalla pubblicazione.
Nella domanda di votazione concernente il preventivo e il tasso fiscale dev’essere indicato quali voci vanno modificate con l’indicazione di massima di come ciò dovrebbe avvenire. Il referendum sul preventivo non è ammesso per posizioni dovute all’applicazione di disposizioni legali obbligatorie in vigore.
3. La votazione, di regola, deve avvenire entro due mesi dalla scadenza del termine di referendum. La Giunta comunale formula un preavviso agli aventi diritto di voto.
D. Votazioni su varianti e votazioni consultive
Art. 16. Votazione su varianti
1. La Giunta comunale può proporre una variante a un progetto sottoposto a referendum obbligatorio o facoltativo.
2. Se ha luogo una votazione popolare, agli aventi diritto di voto, oltre al progetto principale, deve essere sottoposta anche la variante. Quest’ultima decade se non ha luogo una votazione popolare.
Proposta di testo di Referendum Finanziario da inserire nello Statuto comune Vignola:
Art. xx Referendum finanziario facoltativo
Vengono sottoposti al voto popolare se richiesto nei quarantacinque giorni dalla pubblicazione da almeno 500 cittadini aventi diritto di voto, gli atti che comportano una spesa unica superiore a Euro XX o una spesa annua superiore a Euro YY per almeno quattro anni.
Art. yy Referendum finanziario obbligatorio
Vengono sottoposti al voto popolare gli atti che comportano una spesa unica superiore a Euro XXX o una spesa annua superiore a Euro YYY per almeno quattro anni.
Qui la presentazione in formato pdf e ppt sugli argomenti: Parola ai Cittadini – Scelta partecipata – Referendum Finanziario
di Paolo Michelotto
Il 4 maggio 2016 ero stato invitato a Vignola (MO) a parlare di uno strumento di partecipazione molto noto il Bilancio Partecipativo e del Referendum Finanziario. In realtà, ho presentato un nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA che raccoglie il meglio di quello che offriva il Bilancio Partecipativo, ma superava anche i suoi aspetti negativi. Questa proposta è stata inserita nel nuovo statuto comunale di Vignola. Primo in Italia. In fondo riporto il testo dell’articolo dello statuto. Ma prima spiego cos’è questo nuovo strumento di partecipazione.
Ecco il testo della mia proposta di quella sera.
Dal Bilancio Partecipativo alla Scelta Partecipata
Il Bilancio Partecipativo, un metodo partecipativo con cui i cittadini possono proporre, discutere, votare e decidere parte del Bilancio Comunale, nato a Porto Alegre in Brasile nel 1989, è stato applicato da allora in centinaia di città in tutto il mondo, ma da alcuni anni sta vivendo difficoltà.
Questo metodo ha permesso almeno parzialmente, di realizzare il sogno della democrazia diretta. Dove è stato applicato ha dato ai cittadini la possibilità di decidere su temi ed argomenti di solito lasciati in esclusiva agli amministratori e alle lobby.
Ma molte città dove è stato applicato, un po’ alla volta hanno smesso di farlo oppure continuano ad attuarlo ancora come una formalità consultiva, ma con fatica e senza l’entusiasmo dei suoi primi anni.
Infatti il Bilancio Partecipativo ha alcuni importanti aspetti negativi:
- richiede molto tempo ed energie agli amministratori, ai dipendenti comunali che si occupano del processo e ai cittadini;
- si discute quasi solo sul bilancio comunale;
- si discute quasi solo su quello che vogliono gli amministratori e su una cifra economica da loro stabilita in partenza;
- il valore spesso è consultivo e la sua attuazione finale dipende dalla buona volontà degli amministratori;
- è un processo attivato dall’alto, ossia dagli amministratori, sia che i cittadini siano interessati, sia che non lo siano;
- è un metodo spesso macchinoso, con regole scritte dagli amministratori, che non sempre tengono conto dei tempi e delle energie che i cittadini hanno possibilità e voglia di dedicare;
- il metodo ha un brutto nome, che dà idea che si discuta solo di numeri e che occorra essere esperti di economia per poter capire e partecipare.
Ecco alcune proposte per superare gli aspetti negativi del Bilancio Partecipativo.
- Il processo deve essere attivato solo dal basso, se richiesto da un numero minimo prestabilito di cittadini e non dall’amministrazione e prosegue solo se ad ogni incontro partecipa un numero minimo di cittadini stabilito dal regolamento, ad esempio la metà del numero che ha richiesto l’attivazione del processo.
- Rapidità. Il percorso deve essere il più rapido possibile, non possono trascorrere mesi o addirittura anni per arrivare ad un risultato. Molti cittadini hanno poco tempo e poche energie da dedicare. Prima di attivare lo strumento, il comitato proponente si incontra con gli esperti del comune responsabili dell’attuazione e stabiliscono assieme il percorso, il numero di incontri, in conformità al regolamento.
- Grande risultato. Deve avere un risultato importante, sicuro, in tempi certi e questo deve essere noto a tutti, prima che il processo inizi. Bisogna sapere quando inizia, come si svolge, quando finisce e cosa succede alle raccomandazioni finali elaborate dai cittadini.
- Struttura snella. Devono essere necessarie poche energie e pochi incontri per arrivare al massimo risultato.
- Appoggio esperti comune. Il processo deve avere il pieno appoggio di strutture ed esperti del comune. I cittadini che lo propongono devono poter avvalersi dei tecnici dell’amministrazione comunale, nei tempi e modi previsti, come farebbe un assessore o consigliere comunale, ancora nei momenti di preparazione alla richiesta di utilizzo del processo.
- Scalabile. Deve essere un processo scalabile per ampiezza, partecipazione e durata e queste caratteristiche devono essere decise dai cittadini proponenti insieme all’amministrazione, in conformità al regolamento, prima dell’inizio. Il tutto in proporzione a quanti cittadini sono interessati. Se i proponenti sono il numero minimo richiesto, si potrà solo realizzare un numero basso di incontri e il tempo totale dedicato al processo sarà breve e l’esito meno forte. Se i proponenti sono in numero estremamente alto, allora si possono pianificare molti incontri e i tempi possono essere dilatati per permettere una maggiore discussione. Inutile fare 10 incontri in 10 sale cittadine, se lo scopo è decidere come risistemare un parco cittadino. I cittadini proponenti insieme agli amministratori, decidono all’inizio del processo che esso consisterà di un certo numero di incontri in un certo numero di sale. Si va da un minimo di 1 incontro in 1 sala a un massimo di incontri e di mesi dedicati in base a quanti sono i cittadini richiedenti l’attivazione dello strumento. L’esito deve essere diverso in base a quanta partecipazione c’è stata. Partecipazione più numerosa e per più tempo, esito più forte.
- Esito certo e proporzionato all’impegno. Se la partecipazione è stata il minimo previsto dal regolamento, le raccomandazioni finali espresse dal processo vanno in consiglio comunale come fosse una iniziativa popolare a voto popolare. Esse possono essere approvate, oppure se il testo non viene recepito dagli amministratori, si procede a referendum senza quorum, dove decide la popolazione sul testo delle raccomandazioni finali e sull’eventuale controproposta degli amministratori. Se la partecipazione è stata molto alta (e ciò viene quantificato nel regolamento) allora l’esito è più forte e rapido. Le raccomandazioni finali espresse dal processo devono essere attuate dagli amministratori in un tempo massimo stabilito dal regolamento, senza il passaggio referendario.
- Su tutti gli argomenti su cui ha competenza un comune. Il processo deve poter essere realizzato su tutti gli argomenti che interessano ai cittadini, e su cui un comune ha competenza. Per esempio sulle modifiche da fare allo statuto, sul piano del territorio, sulle scuole comunali, sulla cultura, sullo sport, sul bilancio del comune, sulle tasse e imposte, sulle spese di un determinato settore, sulla visione della città per il futuro, sulle scelte strategiche di sviluppo.
Esempio di testo da inserire nello Statuto per una città grande come Vignola (MO) – 25.000 abitanti – 17.500 elettori:
Art. XX – SCELTA PARTECIPATA:
1 – Un comitato promotore di 10 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 100 cittadini, può presentare una richiesta di Scelta Partecipata.
2 – L’oggetto della Scelta Partecipata deve essere un tema di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta su cui i cittadini vogliono attivare un percorso partecipato.
3 – L’ammissibilità dell’oggetto e l’opportunità di attivare un percorso partecipato anziché altri strumenti previsti dallo statuto, viene decisa dal comitato dei garanti per i referendum.
4 – I cittadini possono consultare, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, esperti dell’ufficio partecipazione e tecnici comunali competenti sulla materia discussa, nella fase di preparazione del progetto di Scelta Partecipata.
5 – Il progetto di Scelta Partecipata deve spiegare chiaramente l’oggetto di discussione, il numero di incontri programmati e i tempi di loro realizzo, la logistica necessaria, quale ausilio di personale qualificato del Comune è necessario.
6 – Gli incontri sono pubblici, tutta la cittadinanza è informata e invitata a partecipare e si tengono con metodi partecipativi, con regole e modalità stabilite dal regolamento. Possono partecipare anche consiglieri e assessori. Ad ogni partecipante deve essere garantita pari libertà di proposta, discussione e voto. La partecipazione è libera per tutti i residenti del Comune di Vignola maggiori di 16 anni.
7 – Il processo inizia e prosegue se almeno 50 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.
8 – Se il comitato promotore presenta il progetto di Scelta Partecipata con più di 500 firme di cittadini a sostegno e ad ogni incontro partecipano almeno 300 cittadini per almeno 4 incontri, le raccomandazioni finali, vengono attuate dall’amministrazione entro 3 mesi dal loro deposito. Le raccomandazioni finali sono soggette a referendum confermativo, se esso viene richiesto dai cittadini nelle modalità previste dallo Statuto. In questo caso l’amministrazione e/o i cittadini che richiedono il referendum confermativo possono presentare una controproposta.
9 – Se il numero di firme a sostegno del progetto di Scelta Partecipata è compreso tra 100 e 500, le raccomandazioni finali vengono depositate presso il Consiglio Comunale che le discute con carattere di urgenza. Il Consiglio Comunale può recepirle senza modifiche oppure integrarle con accordo dei partecipanti. Se il testo non viene approvato dal Consiglio Comunale oppure viene approvato con modifiche non accettate dai promotori, si procede a referendum propositivo, con eventuale controproposta del consiglio comunale.
Quella proposta è diventata realtà.
Nel nuovo statuto comunale di Vignola, approvato il 21 giugno 2016, e quindi entrato in vigore, il nuovo strumento SCELTA PARTECIPATA è stato inserito nell’art. 13.
ART. 13 SCELTA PARTECIPATA
1. Un comitato promotore di 20 cittadini, sostenuto dalle firme di almeno 250 cittadini, o l’Amministrazione Comunale possono presentare un progetto di scelta partecipata, attraverso l’avvio di un percorso di confronto tra Amministrazione Comunale e cittadini su un tema di competenza del Comune che abbia interesse generale.
2. Il progetto di scelta partecipata può riguardare anche il bilancio di previsione e le decisioni sugli stanziamenti sia nella parte delle entrate che delle spese.
3. Nella preparazione del progetto i cittadini possono avvalersi, con i tempi e i modi previsti dal regolamento, dei dipendenti comunali esperti sulle materie in discussione.
4. Successivamente alla presentazione del progetto, Amministrazione e comitato promotore definiscono tempi e modalità del percorso finalizzato alla stesura del testo definitivo della scelta partecipata da sottoporre all’Amministrazione Comunale.
5. Nel caso di indizione su istanza dei cittadini, il processo inizia e prosegue se almeno 20 cittadini partecipano ad ogni incontro previsto.
6. In caso di mancata approvazione da parte del Consiglio Comunale il Comitato promotore può presentare un’iniziativa popolare a voto popolare, previa la raccolta di 500 firme.
Di Paolo Michelotto
Mercoledì 4 Maggio 2016 sarò a un incontro pubblico che si terrà alle ore 20.30 in Sala Consiliare a Vignola (MO).
Si tratta dell’incontro di formazione conclusivo nell’ambito del percorso partecipato di modifica dello Statuto Comunale di Vignola.
Interverrò io e Andrea Morrone, Prof. Ordinario di diritto costituzionale della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna.
Io parlerò del Referendum Finanziario e farò una proposta per un nuovo strumento di democrazia e di partecipazione, chiamato “Scelta partecipata” pensato con lo scopo di superare i problemi e i lati negativi del Bilancio Partecipativo.
qui il volantino completo in formato pdf
di Paolo Michelotto
manifesto in formato pdf levico 18-03-2016
bella serata a Levico organizzata da Maurizio Del Bianco il consigliere del m5s eletto 2 anni fa a Levico. Prima delle elezioni avevamo fatto un incontro sulla democrazia diretta, e una Parola ai Cittadini. Era avvenuto il 02-05-2014 e il racconto di quella sera si trova qui:
Ieri era la prima Parola ai Cittadini con Maurizio eletto consigliere comunale.
La partecipazione è stata notevole con 42 persone presenti in sala consiliare. Sono emerse 17 proposte, tutte molto interessanti, sono state discusse, votate per alzata di mano e messe in ordine di voto. Moltissime hanno avuto un sostegno ben superiore al 50% dei presenti. Alla fine Maurizio ha spiegato come intende procedere e cioè mandando una lettera con almeno le prime tre proposte più votate a tutti i consiglieri e giunta. Poi aspetterà alcune settimane per ottenere un riscontro e se non lo otterrà, tramuterà queste proposte in altrettante mozioni sostenute dalla sua firma.
Così in poche settimane i cittadini di Levico avranno avuto la possibilità di fare proposte, discuterle, votarle e vedere portate almeno le tre più votate in consiglio comunale con questo strumento informale che si chiama “La Parola ai cittadini”.
Nella discussione finale è emerso il desiderio della maggioranza dei presenti di togliere il nome dei proponenti, e così abbiamo fatto.
0 | Nome | Titolo proposta | Voti | Presenti | Voti % | |
8 | Stazione delle corriere invece di una sola pensilina – protezione per non prendere pioggia | 39 | 39 | 100,00% | ||
13 | Più attenzione per l’ambiente da parte del comune | 38 | 40 | 95,00% | ||
9 | Ristrutturare casetta liberty alla stazione dei treni per decoro città | 37 | 39 | 94,87% | ||
17 | No centro commerciale in centro | 35 | 40 | 87,50% | ||
6 | Palestra roccia | 35 | 41 | 85,37% | ||
15 | Ristrutturare campi di basket e altri sport nelle scuole vecchie | 34 | 40 | 85,00% | ||
12 | Non riaprire traffico nel centro | 32 | 39 | 82,05% | ||
2 | In centro un Centro Culturale x Giovani come centro Kairos di Pergine | 31 | 39 | 79,49% | ||
10 | Edifici comunali con energia alternativa (solari etc) | 31 | 39 | 79,49% | ||
5 | Un percorso di cultura e storia del comune di Levico – Castel Selva e Cartelli | 31 | 41 | 75,61% | ||
3 | Un centro sportivo non su tutto territorio, che crei comunità e che aggreghi | 29 | 39 | 74,36% | ||
16 | Creare una struttura attrezzata nel verde tipo percorso vita Guizza o lago o mountain bike segnaletica anche sul web | 29 | 40 | 72,50% | ||
14 | Creare un’attrazione che sia la perla delle Dolomiti – Diventare leader in quella cosa | 27 | 40 | 67,50% | ||
4 | Sala prove per musicisti | 24 | 39 | 61,54% | ||
11 | Salvaguardare abbattimento della Ex-Masera | 23 | 39 | 58,97% | ||
7 | Favorire sviluppo Deltaplani e Parapendii | 22 | 39 | 56,41% | ||
1 | La Parola ai Cittadini – OGNI 15 giorni | 7 | 38 | 18,42% |
Qui il file in formato excel:
Le foto sono state fatte da Stefano Tava.
di Paolo Michelotto
martedì 1 Marzo 2016, sono stato invitato a Vignola a parlare degli strumenti referendari. Presenti il Sindaco Mauro Smeraldi, l’ass. alla democrazia Monica Maisani, la responsabile ufficio partecipazione Elisa Quartieri, il Segretario Comunale ed altri dirigenti del comune. C’era una buona partecipazione di cittadini interessati.
L’incontro è avvenuto esattamente dopo un anno della Giornata della Democrazia che si era tenuta a Vignola, in cui i cittadini avevano discusso una intera domenica su quali strumenti di democrazia introdurre nello Statuto.
Volantino completo della serata 1 marzo su Referendum.pdf
Il percorso sta proseguendo veloce e l’amministrazione spera di approvare le modifiche per questa estate 2016 (sia lo statuto che il regolamento degli strumenti di democrazia diretta). I passaggi sono stati finora questi:
1. La giornata della democrazia 1 marzo 2015
2. Creazione di un gruppo di lavoro costituito da Assessore Democrazia, Segretario Comunale, resp. ufficio partecipazione, dirigenti del comune che hanno creato una bozza di nuovo statuto introducendo nuovi articoli per soddisfare le richieste più votate dai cittadini durante la giornata della democrazia. Questo gruppo ha lavorato tutto il 2015.
3. Nel dicembre 2015 la commissione consiliare competente ha approvato il calendario del percorso partecipato
4. Nel gennaio 2016 è stato creato il “Tavolo di negoziazione”. Questo è un gruppo di cittadini, aperto a tutti, volontari, che si ritrovano per discutere del nuovo statuto. Si sono anche creati un loro statuto interno per il loro funzionamento.
5. 1 Febbraio 2016 c’è stato il primo incontro pubblico con focus sullo statuto comunale
6. 9 Febbraio 2016 la Commissione Consiliare si è incontrata per iniziare a discutere la bozza dello statuto.
7. 15 Febbraio 2016 secondo incontro del tavolo di negoziazione, che inizia a lavorare sugli articoli discussi dalla commissione
8. 1 Marzo 2016 incontro sugli strumenti dei referendum
C’è quindi un lavoro molto approfondito sugli articoli dello statuto, che passano all’esame del gruppo di lavoro, della commissione consiliare e del tavolo di negoziazione, passo dopo passo.
La bozza di statuto che ne sta uscendo è eccezionalmente avanzata per quanto riguarda gli strumenti di democrazia diretta.
Si vuole introdurre nello statuto:
- la parola al cittadino (almeno 1 volta l’anno – prima volta in Italia);
- la giornata della democrazia (prima volta in Italia);
- bilancio partecipativo;
- istruttoria pubblica;
- consiglio comunale aperto (dove anche i cittadini possano votare con voto consultivo prima di quello dei consiglieri – prima volta in Italia)
- iniziativa popolare (a voto consiliare e a voto popolare – prima volta in Italia);
- referendum abrogativo
- referendum propositivo
- referendum confermativo (con il quorum zero è la prima volta in Italia)
- quorum zero su tutti i referendum
- libretto informativo
- raccolta firme elettronica
- petizioni elettroniche
Dalle 18 alle 20 io e il gruppo di lavoro abbiamo discusso su vari dubbi dei vari articoli. Per esempio abbiamo discusso su come possa essere possibile introdurre il referendum consultivo revocatorio.
Dalle 20,30 è iniziato l’evento pubblico. Il sindaco ha salutato i cittadini e raccontato brevemente quali sono i suoi obiettivi. Poi l’ass. alla Democrazia Monica Maisani ha raccontato il percorso effettuato fino a quel momento.
Io poi ho presentato gli strumenti referendari come esistono nel mondo e quali potrebbero essere i miglioramenti da apportare a questa bella bozza per renderla ancora più meravigliosa. Ed infine c’è stata discussione con i cittadini. Su alcuni punti abbiamo anche realizzato delle votazioni per alzata di mano. Per esempio sulla mia proposta di introdurre in questa bozza anche il referendum propositivo stile californiano, oltre a quello con stile svizzero già introdotto, c’è stata una votazione di parità. Sulla proposta di introdurre un comitato di garanti composto da cittadini estratti a sorte c’è stata una maggioranza di favorevoli.
Questa è stata la mia presentazione:
presentazione-referendum-Vignola-01-03-16.odp
presentazione-referendum-Vignola-01-03-16.ppt
Queste le mie proposte di miglioramento:
- introdurre il voto postale come a Malles (BZ);
- Introdurre anche referendum propositivo diretto stile californiano con maggiore numero di firme;
- raccolta firme elettronica come previsto dal comune di Milano dal 2015;
- introdurre controproposta dei cittadini nel referendum confermativo (come Berna);
- comitato dei garanti svincolato dal consiglio comunale esempio di Parma, oppure meglio ancora con giuria dei cittadini estratta a sorte che ascoltano esperti nominati dall’amministrazione e dal comitato referendario e che alla fine emettono un giudizio di ammissibilità
Alla fine abbiamo discusso anche sugli argomenti su cui i referendum possono essere ammissibili. Il sindaco, il segretario e l’ass alla democrazia erano disposti a poter permettere i referendum anche su finanze e tributi. Questo fatto sarebbe una novità assoluta in Italia.
E a fine serata il sindaco ha voluto stupire tutti i presenti, dicendo che lui sarebbe favorevole anche a introdurre il referendum finanziario obbligatorio come ad esempio esiste a Zurigo sulle grosse spese del comune.
Cioè ha proposto qualcosa di così avanzato che io non avevo neppure avuto il coraggio di auspicare…
Fortunati i cittadini di Vignola. Se tutto procede in questa direzione, non solo Vignola diventerà un faro di democrazia per il resto dei comuni italiani, ma avrà probabilmente lo statuto più avanzato tra tutte le città che io conosca nel mondo.
Il sito del comune di Vignola su cui vengono riportati tutti i passaggi di questo percorso è:
Qui riporto gli articoli dello statuto riguardanti la democrazia diretta (ricordo che è ancora una bozza di lavoro in progress su cui si stanno confrontando amministrazione, cittadini e consiglieri). Di seguito c’è anche l’intero file.
ART. 7 – GLI ISTITUTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA
1. Il Comune considera gli istituti di democrazia diretta come fondamentali strumenti di partecipazione popolare all’attività dell’Amministrazione. A tal fine garantisce a tutti i titolari dei diritti di partecipazione di potersi avvalere dei seguenti istituti:
a) istanze e petizioni;
b) la parola al cittadino;
c) la giornata della democrazia;
d) bilancio partecipativo;
e) istruttoria pubblica;
f) consiglio comunale aperto
g) iniziativa popolare;
h) referendum Leggi il resto »
riporto un articolo apparso su Attac Italia, scritto da Monica Maisani Ass. alla Democrazia e Partecipazione di Vignola (MO)
DA VIGNOLA (MO)
Un Comune a misura di cittadino
di Attac Vignola
Alle elezioni locali del 2014, per la prima volta in sessant’anni, i cittadini vignolesi sono “diventati Sindaco” scegliendo di essere governati da una coalizione civica.
Uno dei punti di forza della proposta politica risultata vincente è costituito dalla previsione di una serie di azioni volte all’ampliamento degli spazi di democrazia e di partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano, per ovviare al problema della crescente sfiducia nei rappresentanti eletti e al conseguente disinteresse per la vita politica. D’altra parte, l’allontanamento, in nome della governabilità, dei centri decisionali dai bisogni e dalla vita dei cittadini è una realtà constatabile sia a livello nazionale sia internazionale e il tema del “deficit democratico” si impone con urgenza, in termini critici, anche nel dibattito politico sulla legge elettorale e, ancor di più, sul progetto di revisione della Costituzione approvato in Parlamento.
In questo primo anno e mezzo abbiamo dimostrato che, almeno a livello locale, si può “resistere” andando controcorrente. Abbiamo già sperimentato il metodo di ascolto e decisione collettiva denominato “La parola ai cittadini” in occasione dell’approvazione del bilancio; abbiamo svolto diversi Consigli Comunali aperti, avviato e concluso percorsi partecipati con i cittadini sulla destinazione culturale di un edificio storico della città e sulla mobilità intorno alle scuole medie.
Un aspetto importante del processo di allargamento degli spazi di confronto, proposta e decisione pubblica è rappresentato inoltre dalla revisione dello Statuto Comunale e del Regolamento sugli istituti di partecipazione. Durante la “Giornata della democrazia” svoltasi il 1° marzo 2015, i cittadini si sono impegnati a portare le loro idee per cambiare la qualità della vita democratica di Vignola, proponendo modifiche alle norme vigenti, come l’eliminazione del quorum dai referendum, una maggiore informazione e il riconoscimento del principio della partecipazione e del diritto alla gestione condivisa dei beni comuni.
Sulla base delle proposte emerse, un Gruppo di lavoro tecnico ha elaborato in questi ultimi mesi una proposta di modifica dello Statuto che ora passerà all’esame del Tavolo di negoziazione, organismo costituito secondo la Legge regionale sulla partecipazione, composto dai cittadini e dalle associazioni nonché da rappresentanti dell’amministrazione; allo stesso tempo, la proposta verrà discussa dalla Commissione consiliare.
Nella bozza in esame vi sono diverse novità e l’introduzione di nuovi strumenti quali: referendum confermativo e propositivo, “La parola al cittadino”, la “Giornata della democrazia”, istruttoria pubblica, bilancio partecipativo, petizione elettronica. Novità che, se approvate, faranno di Vignola la capitale della Democrazia. Gli articoli dedicati agli strumenti di democrazia diretta deliberativa e partecipativa passeranno infatti da 4 a 18.
Alla fine del percorso, che prevede anche diversi incontri pubblici di formazione e informazione su esperienze simili, il Tavolo di negoziazione presenterà un “Documento di proposta partecipata” di modifica dello Statuto che dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale, presumibilmente in primavera.
Un paio di esempi direttamente dalla bozza di statuto in esame:
ART. 13 CONSIGLIO COMUNALE APERTO
1. Qualora vengano iscritti all’ordine del giorno argomenti di particolare rilevanza politico sociale, il consiglio può essere convocato in seduta aperta, alla quale possono prendere parte i cittadini, con diritto di parola.
3. Durante le sedute aperte possono essere approvate, mozioni, ordini del giorno e deliberazioni… Il voto spetta ai soli consiglieri comunali. Prima delle votazioni dei consiglieri sullo stesso documento si può mettere al voto il parere dei cittadini presenti (parere consultivo).
ART. 17 REFERENDUM CONFERMATIVO
1. I cittadini hanno il diritto al referendum confermativo facoltativo ai fini del controllo dell’operato degli organi eletti.
2. É sospesa l’entrata in vigore di una deliberazione del consiglio comunale.
3. In seguito alla richiesta di sospensione è indetto il referendum confermativo se, entro 45 giorni dall’avvenuta pubblicazione in consiglio comunale dell’atto amministrativo, tale richiesta viene sostenuta dal 6% degli elettori.
di Paolo Michelotto
a Valsamoggia (BO) la consigliera comunale Marilena Durante, che aveva assistito alla Giornata della Democrazia a Vignola nel marzo 2015 e aveva aiutato come scrutatrice dei voti, ha organizzato con la sua lista due serata “La Parola ai Cittadini” il 16 e il 23 febbraio 2016.
Sono felice che abbia apprezzato il metodo e lo voglia portare nel proprio comune. La sincerità della sua azione si vede nel fatto che ha capito la forza di questo strumento. Ossia quella di far fare le proposte ai cittadini, farle discutere da loro, farle votare e infine importantissimo, portare in consiglio comunale quelle più votate.
Mi ha scritto: “Proviamo a seminare qualche germoglio che possa rianimare la voglia dei cittadini di essere attivi.”
Sono certo che questo germoglio frutterà con soddisfazione di tutti.
E spero che molti la imitino con sincerità in Italia.
di Paolo Michelotto
un ottimo esempio di strumento di democrazia che ci arriva dalla Gran Bretagna e che i rappresentanti italiani potrebbero adottare in pochi giorni se lo volessero. La petizione elettronica di una persona, che raccoglie per via elettronica le firme di sostegno. Superando le 10.000 firme il Governo risponde. Superando 100.000 firme il Parlamento la discute. Basterebbe anche solo una forza politica dentro al parlamento sinceramente interessata, se gli altri non volessero, per realizzarla e poi tramite i propri rappresentanti dentro le istituzioni, fare discutere la proposta.
Questo un esempio significativo dei giorni scorsi:
https://petition.parliament.uk/petitions/104349
James Richard Owen nel luglio 2015 ha depositato la sua mozione per rendere la produzione, la vendita e l’uso della cannabis legale.
Aveva tempo 6 mesi, ossia fino a 21 gennaio 2016 per raccogliere le firme necessarie.
Ebbene, oggi 9 agosto ha già raccolto 194.000 firme, quasi il doppio del necessario per far discutere la mozione in Parlamento. Probabilmente già nel mese di settembre questo tema sarà discusso.
Perchè non possiamo avere un simile strumento nel nostro parlamento?
In questo momento ci sono 431 petizioni aperte che i cittadini britannici possono sostenere con la loro firma.
https://petition.parliament.uk/petitions?state=open
Divertitevi a dare un’occhiata ai temi proposti. Alcuni riguardano anche l’introduzione di strumenti più forti di democrazia. Ad esempio viene chiesta una nuova legge elettorale perchè oggi un partito con il 37% dei voti governa il paese. Ma ci sono anche altre idee intelligenti che sorgono nella mente dei cittadini e che in questo modo hanno una via per essere realizzate, o almeno, considerate e discusse dai rappresentanti. Qui ci sono tutte le spiegazioni su come funziona il sistema, che è stato introdotto nel luglio 2015. Per iniziare una petizione serve 1 idea presentata da un cittadino, per essere pubblicata deve essere sostenuta da altri 5 cittadini ed essere valutata da un apposita commissione. Le regole sono chiare e trasparenti, tutte le mozioni vengono pubblicate, e si sa esattamente cosa succederà a loro. Già 2 mozioni hanno avuto risposta dal Governo. Nessuna è ancora stata esaminata dal Parlamento, anche perchè esso ora è chiuso per 7 settimane per le vacanze estive e il sistema è partito nel luglio 2015. Ma già due hanno superato le 100.000 firme e una terza proposta si sta avvicinando alla soglia. Il tutto in un paio di mesi. In maniera tranquilla, democratica e partecipata.
Ricordo come paragone con la situazione italiana che per l’Iniziativa di Legge Popolare Più Democrazia e Quorum Zero, abbiamo lavorato quasi 2 anni, per la stesura, l’organizzazione e la raccolta delle necessarie 50.000 firme cartacee autenticate. Depositata al Senato il 24 agosto 2012, non è MAI stata discussa in Parlamento. Solo il parlamentare m5s Fraccaro l’ha presentata nella sua commissione affari costituzionali, per ottenere un rifiuto perfino a discuterla da parte di tutti gli altri rappresentanti coalizzati.
Nel Regno Unito, un solo cittadino, James Richard Owen, con il sostegno informatico di 200.000 suoi connazionali, nell’arco di 3 mesi, è riuscito nell’intento.
Chiediamo ai nostri rappresentanti che adottino questo strumento di democrazia. La petizione elettronica al parlamento, con obbligo di discussione se si raccolgono almeno 100.000 firme sulla proposta.
Manda questo testo a tutti i cittadini e ai rappresentanti che conosci.
riporto l’articolo di Sonia Fenazzi giornalista svizzera di SwissInfo.ch (un ottimo portale ricco di anche di una sezione dedicata interamente alle notizie riguardanti la democrazia diretta, in Svizzera e anche negli altri paesi del mondo) che di passaggio nel trentino, invitata da Alex Marini, mi ha intervistato un pomeriggio estivo.
di Sonia Fenazzi
06 agosto 2015 – 16:45
Editore di libri e video, organizzatore di workshop, blogger, militante: il 46enne Paolo Michelotto è tutto questo. Ma il trentino è soprattutto un grande divulgatore della democrazia diretta in Italia. swissinfo.ch lo ha incontrato per ritracciare il suo percorso.
“Guida alla democrazia diretta – In Svizzera e oltre frontiera”: edito nella Confederazione e pubblicato con il sostegno della Cancelleria federale e di Presenza Svizzera, questo manuale è stato letto da diverse migliaia di italiani, benché nella lingua di Dante ne siano state stampate solo mille copie.
La sua ampia diffusione nel Belpaese è in gran parte merito di Paolo Michelotto, che ha messo in rete la guida, permettendo a ogni internauta di leggerla e scaricarla gratis. Inoltre il blogger esorta chiunque desideri far conoscere la democrazia diretta, a metterla a sua volta a disposizione su internet. Invito accolto da vari gruppi che rivendicano “più democrazia” in Italia.
Si tratta di una strategia che l’editore ha applicato per i libri sulla democrazia diretta di cui è coautore, oppure che ha contribuito a far tradurre in italiano, o che ha letto e giudicato interessanti.
Ma cosa lo avrà spinto ad interessarsi della democrazia diretta in Svizzera e a volerla far conoscere ai suoi connazionali? “Il disagio in un’Italia dove al governo si alternavano Silvio Berlusconi e Romano Prodi”, ci risponde pacatamente Paolo Michelotto, che incontriamo a Rovereto, la città del Trentino in cui abita adesso.
Cercando un’alternativa
“Era la fine degli anni ‘90 e io mi sentivo limitato da quella situazione. Perciò cercavo di capire cosa c’era all’estero, come funzionava la democrazia. Dapprima ho scoperto il bilancio partecipativo di Porto Alegre. È già stata una bella sorpresa: a quel momento pensavo che fosse la forma di democrazia più evoluta che ci fosse al mondo”.
Paolo Michelotto, che si getta a capofitto nello studio di questo tema, nel 2001 pubblica il libro “Vera democrazia”. L’anno seguente, contribuisce alla nascita del Gruppo Bilancio Partecipativo di Vicenza, la città in cui vive all’epoca. “Eravamo dei cittadini senza legami con partiti politici che volevano partecipare alla gestione della cosa pubblica”.
Ne parlano con i consiglieri comunali, il sindaco, gli esponenti delle istituzioni, ma si scontrano con un rifiuto totale di apertura. “Allora abbiamo cominciato a partire dal basso: abbiamo organizzato delle riunioni per raccontare come funzionava il bilancio partecipativo. Eravamo dai tre ai dieci organizzatori, a seconda dei momenti, e centinaia di partecipanti”.
Guardando alla Confederazione
Nel frattempo Paolo Michelotto continua a leggere intensamente e “scopre” la democrazia diretta in Svizzera e in altri paesi. Approfondisce le sue conoscenze, le condivide e, con i colleghi del Gruppo, cerca il modo di portare a Vicenza gli strumenti che i cittadini elvetici utilizzano regolarmente.
Il processo evolve. Il 2005 è un anno significativo: il Gruppo cambia nome, diventa “Più Democrazia”, crea il proprio sito internet curato da Michelotto, promuove il referendum consultivo (non vincolante) per introdurre i referendum propositivo e abrogativo con quorum molto basso a Vicenza. Da quel momento tutte le attività sono messe in rete e dunque la visibilità si amplifica notevolmente.
Nel 2007 si trasferisce a Rovereto, dove prosegue l’attivismo. Contribuisce alla nascita di PartecipAzione Cittadini Rovereto, cura il sito del gruppo. L’anno seguente è tra i promotori di quattro referendum comunali per Più Democrazia, pubblica il libro “Democrazia dei Cittadini” e crea il suo blog personale.
Paolo Michelotto compie un vero e proprio salto in avanti nella propagazione delle conoscenze, mettendo online i libri.
“In Italia si parlava spesso a vanvera senza sapere nulla, si parlava di utopie senza sapere che invece in paesi come la Svizzera, vale a dire appena dall’altra parte del confine, la democrazia diretta è praticata e funziona bene. Adesso c’è molta più consapevolezza”, rileva.
La parola ai cittadini
Le nuove tecnologie di comunicazione sono state uno strumento di divulgazione fondamentale, tanto più che i media tradizionali italiani non trattano questo tema, osserva Paolo Michelotto, che ormai è conosciuto in tutta Italia e viene chiamato in tutte le province per fornire informazioni sulla democrazia diretta e presentare “La parola ai cittadini”.
“È un metodo che abbiamo creato nel 2003 a Vicenza per fare presentare delle proposte ai cittadini riuniti in assemblea pubblica, discuterle ordinatamente e votarle, per poi trasformarle in mozioni da portare in consiglio comunale”. Da allora, questo metodo è stato utilizzato tante volte in tutti gli ambiti, in giro per l’Italia. Per alcuni anni, Paolo Michelotto lo ha portato anche in un liceo a Trento.
Le azioni per far conoscere la democrazia diretta in Italia si sono moltiplicate, così come i suoi promotori, che hanno ottenuto dei risultati. In parecchi comuni ora ci sono strumenti di democrazia diretta, il quorum è stato abolito o abbassato.
Nuove speranze
Adesso Paolo Michelotto ha allentato un po’ il ritmo. Non dedica più tutto il suo tempo libero esclusivamente alla democrazia diretta. Ha deciso di dare spazio anche alla sua vita familiare. Anche perché è fiducioso.
“Non c’è più solo l’Iniziativa per più democrazia in Alto Adige. Più democrazia in Trentino si sta battendo con molta energia. Ci sono giovani che fanno altrettanto in Friuli-Venezia Giulia, nel Veneto. Ci sono dei consiglieri comunali che mi avevano chiamato per delle serate informative sulla democrazia diretta quando erano semplici candidati e ora che sono stati eletti la stanno introducendo passo dopo passo”.
Meno ottimista, Paolo Michelotto è sul piano nazionale. “L’unico partito che potrebbe fare qualcosa per introdurre il referendum è il Movimento 5 Stelle. Ha consiglieri comunali e regionali che portano avanti questi temi con convinzione. Ma a livello nazionale ha ancora grosse difficoltà a digerire bene cos’è la democrazia diretta. Però, a forza di esserci esponenti con il loro simbolo che parlano di democrazia diretta, anche i vertici nazionali del partito si dovranno adeguare alle richieste dei loro elettori”, conclude con un lume di speranza
Giornate della democrazia
Tra le manifestazioni di cui è stato promotore Paolo Michelotto vi sono la Settimana della democrazia diretta, svoltasi nel 2011 in una ventina di città italiane, e le Giornate della democrazia (in alcuni casi denominate Democray Day) che si sono tenute a partire dallo stesso anno in svariate località, in collaborazione con le autorità comunali. Le più importanti negli ultimi due anni sono state quelle di Parma (2013) e di Vignola, in provincia di Modena (2015).
“A Parma ai cittadini era stato promesso che quello che avrebbero deciso e deliberato lì sarebbe poi stato attuato. Alla fine del 2014, l’amministrazione comunale lo ha effettivamente fatto. Per esempio ha introdotto i referendum propositivo e abrogativo senza quorum, il consigliere comunale aggiunto per gli stranieri e altri elementi voluti dai cittadini”, spiega Michelotto, aggiungendo che la stessa cosa sta avvenendo a Vignola.
gli amici del m5s di Mori mi hanno invitato a gestire la prima serata sulla democrazia diretta nel loro comune dopo la loro elezione in consiglio comunale. Sarà giovedì 16 luglio.
Edit del 21-07-2015
Splendida serata, clima caldo, ma pubblico molto interessato.
Queste le proposte emerse dai presenti:
0 | Nome | Titolo proposta | Voti | Presenti | Voti % |
5 | Mauro | Ciclabile indicazioni percorsi da migliorare | 14 | 15 | 93,33% |
6 | Manuela | calendario trattamenti agricoli – derive irrogazioni | 14 | 15 | 93,33% |
3 | Bruno | Disincentivare Slot machine presenti | 13 | 14 | 92,86% |
4 | Nicola | Isole ecologiche da potenziare | 13 | 15 | 86,67% |
1 | Silvano | area cani e parchi pubblici | 11 | 14 | 78,57% |
2 | Ornella | Amministraz. dia possibilità spazi verdi gestiti dai cittadini | 9 | 14 | 64,29% |
Questo il file del foglio di calcolo proiettato:
Questo il file della presentazione proiettata:
di Paolo Michelotto
martedì 9 giugno 2015 ero a Gemona del Friuli (UD) per una splendida serata sulla democrazia diretta, organizzata dal Consigliere M5S di Gemona, Marco Cargnello e i suoi colleghi dei comuni vicini.
Durante la prima parte, “La Parola ai Cittadini” sono emersi, come sempre quando sono i cittadini a parlare, temi molto interessanti.
Queste le 10 proposte fatte, in ordine di voto dei presenti:
0 | Nome | Titolo proposta | Voti | Presenti | Voti % |
5 | Elena | Trovare luoghi per riciclare materiali con buono punti | 23 | 28 | 82,14% |
3 | Renato | Qualità viabilità – controllo dove persone hanno sicurezza | 22 | 27 | 81,48% |
4 | Giovanni | Incentivazione agricoltura biologica | 21 | 28 | 75,00% |
8 | Daniela | Trovare sala x conferenze | 18 | 24 | 75,00% |
1 | Daniela | Cinema sociale – mettere a posto poltrone | 18 | 26 | 69,23% |
9 | Daniele | Percorso mountain bike | 20 | 29 | 68,97% |
10 | Elena | Trovare luogo coperto x adolescenti, autogestito | 20 | 29 | 68,97% |
7 | Nadia | Collegare con autobus frazioni | 13 | 25 | 52,00% |
6 | Gianna | Individuare luoghi aggregazione famiglie | 13 | 26 | 50,00% |
2 | Teresina | Fare alloggiare 3 profughi x comune | 7 | 27 | 25,93% |
Questa la presentazione sugli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo:
presentazione-DD-Gemona-09-06-15 (formato odp)
presentazione-DD-Gemona-09-06-15 (formato pdf)
Dopo di me hanno parlato anche i 3 consiglieri di 3 comuni limitrofi, sul perchè hanno fatto la mozione per avere i vari tipi di referendum e perchè togliere il quorum. Questo il testo molto utile ed interessante che Marco Cargnello ha preparato per l’occasione, e che potrebbe essere utile come spunto per chi vuole presentare una mozione simile (che si trova qui).
Appunti sull’incontro del 09 giugno 2015 “QUORUM ZERO e PIÙ DEMOCRAZIA” presso la scuola paritaria Santa Maria degli Angeli a Gemona del Friuli (UD).
Cercherò di avvalorare, in maniera sintetica ed elementare, la nostra richiesta di inserimento nell’ordinamento comunale dei referendum abrogativi, confermativi, deliberativi e propositivi senza quorum di partecipazione degli aventi diritto al voto per la loro validità, oltre a quello consultivo già previsto dal nostro Statuto.
Cominciamo con quello più datato, che forse è il principale istituto di democrazia diretta previsto dal nostro ordinamento costituzionale, ovvero il referendum abrogativo. Leggi il resto »
di Paolo Michelotto
i 2 consiglieri comunali del M5S di Gemona del Friuli (UD) insieme ai consiglieri M5S di Osoppo (UD) e Tolmezzo (UD), hanno organizzato il martedì 9 giugno 2015 una serata dedicata alla democrazia diretta in cui sarò presente anch’io. Si svolgerà con il consueto metodo “La Parola ai Cittadini” durante la prima parte, poi saranno illustrati gli strumenti di democrazia diretta che funzionano nel mondo ed infine il dibattito con i cittadini. Dopo questa parte i consiglieri presenti illustreranno le mozioni sugli strumenti di democrazia diretta che hanno presentato nei loro tre comuni.
Qui la mozione presentata, per chi vuole usarla come esempio nel suo comune:
20150409-mozione-referendum-senza-quorum.doc
Qui riporto il testo della mozione “Introduzione di referendum propositivi, consultivi, confermativi, abrogativi e deliberativi senza quorum”:
Alla cortese attenzione del Sindaco di Gemona del Friuli
del Presidente del Consiglio Comunale di Gemona del Friuli
PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO
Oggetto : Introduzione di referendum propositivi, consultivi, confermativi, abrogativi e deliberativi senza quorum Leggi il resto »
di Paolo Michelotto
giovedì sera 28 maggio 2015, ore 21:00, Dario Rinco sarà ospite di Radio Radicale per parlare di Democrazia Diretta e Partecipata. Maggiori dettagli qui:
https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2015/05/24/24052015-evento-in-diretta-su-radio-radicale-giovedi-28052015-ore-2100/
Dopo essere stati ospiti della rubrica “Pane al Pane” di Radio Lombardia il 20/01/2014 (https://piudemocraziasestosg.wordpress.com/2014/01/26/26012014-video-di-radio-lombardia/) con il Sindaco Alessandro Lorenzano del comune di S. Giuliano Milanese ecco che un’altra radio organizza un incontro sul tema della Democrazia Diretta. Infatti e confermata per giovedì 28 maggio ore 21:00 su Radio Radicale la nostra partecipazione a un incontro sul tema Democrazia Diretta e Democrazia Partecipativa. L’evento si svolgerà presso l’associazione Enzo Tortora Radicali Milano in via Sebastiano Del Piombo 11, Milano.
I relatori saranno:
Dario Rinco, dell’Associazione Più Democrazia a Sesto San Giovanni, e Anna Fazi, facilitatrice del tavolo partecipazione comitati per Milano.
Per partecipare all’evento potete iscrivervi qui: https://www.facebook.com/events/637555983010883/ oppure potete ascoltare la diretta su Radio Radicale (Frequenza radio per la zona di Milano: 97.9 e 96.8, per le altre zone consulta: http://www.radioradicale.it/pagine/come-ascoltarci e digita il nome del tuo comune per avere la frequenza FM).
Avrete la possibilità di intervenire in diretta per porre le vostre domande/osservazioni al numero di telefono che verrà comunicato durante la trasmissione.
di Paolo Michelotto
Il 5 maggio 2015 il consiglio comunale di Vicenza ha approvato il nuovo regolamento attuativo sui referendum con quorum zero. Anche se è un regolamento tra i più avanzati in Italia (infatti i referendum hanno quorum zero) NON è però un buon regolamento dal punto di vista dei cittadini. E’ prevista la raccolta di 5000 firme in 90 giorni (è una enormità per dei cittadini e io lo so perchè nel 2006 ho collaborato a raccoglierne 4000 per il referendum Più Democrazia a Vicenza), il comitato dei garanti è di nomina politica (il segretario comunale che è assunto direttamente dal sindaco, un rappresentante della maggioranza e uno della minoranza) e potranno giudicare se un quesito è ammissibile oppure no, i referendum si potranno tenere solo in concomitanza delle votazioni nazionali od europee, quindi potrebbero passare anche 2-3 anni dalla presentazione delle firme al voto e numerose materie su cui non si possono fare le firme.
Insomma un regolamento che NON E’ ASSOLUTAMENTE da imitare. Se si vuole dare sinceramente un buon strumento di democrazia in mano ai cittadini. Semmai è da leggere con attenzione come caso da manuale per vedere come i rappresentanti eletti riescono a rendere quasi inutilizzabile uno strumento di democrazia diretta.
Ma lascio spiegare meglio a Annamaria Macripò, coordinatrice del comitato Più Democrazia e Partecipazione che dal 2003 (12 anni!!) si batte per avere migliori strumenti di democrazia diretta a Vicenza.
Fonte: http://www.piudemocrazia.it/?p=224
I MUTANTI DELLA DEMOCRAZIA
Il Comitato Più Democrazia e Partecipazione di Vicenza aveva festeggiato già due anni fa, quando, a otto anni di distanza dal referendum comunale del 2006, che aveva richiesto l’inserimento dei referendum propositivi e abrogativi nello Statuto comunale (fu il primo referendum comunale vicentino e il primo in Italia a chiedere questi strumenti ‘dal basso’), l’amministrazione guidata dal sindaco Variati approvò il nuovo Statuto comunale con i suddetti referendum a quorum zero.
Un incredibile successo per il comitato, che in tutti quegli anni non aveva mai smesso di credere nell’obiettivo da raggiungere, e un punto d’orgoglio per l’amministrazione cittadina che poteva fregiarsi del titolo di ‘prima città capoluogo de-quorumizzata d’Italia’!
Ci sono poi voluti altri due anni affinché quello che era stato conquistato a fatica sulla carta diventasse effettivo; sì, perché il Regolamento degli Istituti di Partecipazione, il corrispettivo di un decreto attuativo, è stato approvato solo ieri, 5 maggio 2015.
Un totale di circa 10 anni per consegnare alla cittadinanza il diritto di partecipare attivamente.
I festeggiamenti riprendono, quindi, anche se in tono più pacato perché certamente in quest’ultima fase si poteva fare di meglio.
Ci tacciano di ‘incontentabili’. Sì, il Comitato Più Democrazia e Partecipazione non è facile a concedere elogi e anche in questo caso non si smentisce. Ma si tratta tutto sommato di rimanere fedeli al principio di realtà.
È vero, ora i cittadini di Vicenza possono costituirsi in comitato referendario e attivare questi strumenti di democrazia diretta: il referendum propositivo, che dà agli elettori la possibilità di esprimere la loro creatività politica proponendo un atto amministrativo da sottoporre al voto dei propri concittadini (in genere una tematica riguardante il bene comune che l’amministrazione per vari motivi non ha affrontato), e il referendum abrogativo che va a cassare un atto approvato dal Consiglio comunale o dalla Giunta.
Però, e c’è più di un però…
Questi diritti e strumenti referendari che, vale la pena di ricordare, sono previsti dalla Costituzione, sono praticabili solo ed esclusivamente in presenza di regole di applicazione semplici e soprattutto che non contengano percorsi a ostacoli. E questo purtroppo non si può certo dire che sia una caratteristica del Regolamento approvato ieri dal Consiglio comunale vicentino.
Nel momento in cui si adottano strumenti referendari vanno presi in considerazione una serie di fattori importanti quali la valutazione di ammissibilità, i tempi e le modalità di raccolta delle firme, l’informazione, l’agenda delle votazioni referendarie.
Sono le regole di applicazione che definiscono una democrazia diretta compiuta.
Ecco a Vicenza, la sensazione è che si sia persa l’occasione per ottenere il ‘bollino di qualità’ della democrazia diretta cittadina visto che:
Come motivazione per tale drastica riduzione dei tempi è stata addotta la necessità di creare un “meccanismo sfidante”, con le parole del vice-sindaco Bulgarini. Peccato però che sia stata mal interpretata sia la funzione di questo periodo di raccolta sia questa presunta ‘competizione’ che non ha un avversario da battere, se non il tempo. Ma qui non si tratta di una gara a cronometro, bensì di democrazia diretta effettivamente praticabile.
Tutti questi paletti, inseriti in extremis dalla Giunta, snaturando i risultati raggiunti dopo un anno di lavoro dalla I Commissione, hanno lo scopo, dichiarato, di fungere da ‘compensazione’ per il ‘quorum zero’, come a dire: i cittadini hanno ottenuto, sì, l’ambito spazio partecipativo dato dalla mancanza di quorum per la validità dei referendum (decide chi partecipa), ma noi, Amministrazione, tuteliamo le nostre posizioni di potere e rendiamo l’attivazione dei referendum (già in qualche modo arginati dalle materie escluse o ‘non referendabili’ – art. 29 dello Statuto) un percorso a ostacoli che farà del lavoro dei comitati promotori un’impresa al limite delle possibilità; come se i cittadini dovessero ‘pagare pegno’ per attivare il proprio diritto decisionale.
Uno scivolone imperdonabile, questo, che rende lecito il sospetto che all’Amministrazione ‘illuminata’ di due anni fa, quella che ha concesso il quorum zero, sostanzialmente la stessa di oggi, si sia bruciata qualche lampadina di troppo.
A ben guardare, però, di aspetti positivi ce ne sono, sempre che li si guardi con la lente della solita logica, tutta italiana del ‘meno peggio’, visto che sia all’interno della stessa maggioranza come in gran parte della minoranza (esclusa quella che ha sostenuto le tesi del Comitato Più Democrazia) si odono ancora commenti eufemisticamente poco entusiastici nei confronti di un ‘quorum zero’ mal digerito. E allora, non ci resta che gioire per l’approvazione del nuovo Regolamento e accettare ancora una volta la sfida: a piccoli passi si migliora il migliorabile.
Per quanto ci riguarda, possiamo andare fieri di essere portatori di quel DNA mutante della democrazia che, con l’innesto degli strumenti di democrazia diretta, sta cominciando a germogliare.
Annamaria Macripò
coordinatrice del Comitato Più Democrazia e Partecipazione
Vicenza, 6 maggio 2015
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